Italia

Chi non conosce l’estrema dedizione che il Partito comunista d’Italia, diventato Pci nel 1943, chiedeva alla sua classe dirigente – dalla fondazione nel 1921 e almeno fino agli anni Sessanta (quando il vento sessantottino sparigliò un bel po’ di carte) – potrebbe stupirsi, leggendo la biografia di una dei suoi primi leader, Teresa Noce. A lei è dedicato il nuovo libro di Anna Tonelli, docente di Storia contemporanea all’Università di Urbino, intitolato Nome di battaglia Estella. Teresa Noce, una donna comunista del Novecento (Le Monnier Mondadori, Firenze 2020). Un libro nel quale si comprende quanto la vita (militante e privata, difficilmente scindibili) di chi aveva ruoli di responsabilità fosse condizionata dai vertici del partito, sia durante la clandestinità e l’esilio nel ventennio fascista, sia nei primi decenni successivi.
Ecco dunque Teresa/Estella, nata a Torino il 29 luglio 1900 da una famiglia poverissima, scomparsa a Bologna il 22 gennaio 1980; operaia, contestatrice fin da bambina; militante internazionale; ricercata e arrestata dai fascisti; clandestina in Italia, attiva dall’Urss, alla Francia, alla Svizzera, alla Spagna; quindi giornalista, partigiana e prigioniera in un lager nazista; poi sindacalista, membro della Costituente e deputata; attentissima alle esigenze e ai diritti delle donne sul luogo di lavoro, in famiglia e in politica; firmataria della prima legge sulla tutela della maternità delle lavoratrici; scrittrice di libri ispirati soprattutto dalla sua storia; mamma di tre figli e moglie “ripudiata” da Luigi Longo (un altro pilastro del comunismo italiano).

Link: https://www.strisciarossa.it/teresa-noce-tra-fedelta-e-ribellione-storia-di-una-comunista-oscurata-dal-pci/

Internet è diventato evidentemente per molti musulmani un mezzo attraverso il quale poter anche esercitare il proprio culto, con la messa a disposizione di fonti, pubblicazioni, video, appuntamenti comunitari, nazionali e internazionali, e divulgare le proprie " ragioni " religiose. Se Il cyberspazio offre agli internauti di fede islamica una libertà d'espressione, spesso ostacolata nei paesi a maggioranza musulmana, qual è lo scopo di tanta attività attraverso il web in paesi come l'Italia in cui questa libertà sarebbe assicurata? ———– Questo contributo vuole configurarsi come una prima analisi, senza la pretesa di esaurire il discorso, sul rapporto tra internet e l'islam in Italia, dove già da qualche anno è diventato la seconda religione dopo quella cristiana, avendo superato il milione di presenze. La rete è ormai un potentissimo e fondamentale mezzo di comunicazione e di divulgazione anche per le comunità musulmane che, alla pari di altre comunità immigrate, allontanandosi dai paesi d'origine e dai riferimenti relativi alla cultura di appartenenza, spesso rischiano di vivere nel nuovo contesto l'erosione dei legami affettivi, tradizionali, simbolici. Nel nostro paese parlare di immigrazione non di rado significa toccare un tasto dolente, soprattutto per coloro che continuano a vederla come un fenomeno legato esclusivamente ad aspetti emergenziali, a discapito di quelli strutturali, ignorando allo stesso tempo tutte le seconde generazioni di ragazzi e ragazze che, anche attraverso il web, gridano in " italiano " la loro presenza, il contributo che vogliono dare al Bel Paese e la rivendicazione dei loro diritti. L'osservazione dei siti islamici, accanto ad un'analisi dei contenuti, delle attività, dei materiali e di tanto altro che propongono, potrebbe aiutare a formulare delle riflessioni sull'islam italiano e a comprendere quali siano le necessità principali dei musulmani e delle musulmane che vivono in un contesto in cui la loro è una religione tra le altre religioni. Fino a pochi anni fa, il numero di questi siti, creati da musulmani residenti in Italia, era pressoché esiguo. Ma nel giro di qualche anno è a dir poco aumentato e per rendersene conto basta usare un qualsiasi motore di ricerca. In questo senso, certamente, il crescente numero di pagine web in italiano che trattano di islam può essere letto come un ulteriore elemento a supporto di una visione

Per la prima volta questa ricerca studia gli archivi della storica azienda
Cartiere Paolo Pigna di Alzano Lombardo (Bergamo, Italia), che ha avuto un
ruolo di primo piano nella storia e nella cultura italiane ed in particolar modo
all’interno della scuola. Dopo essere stata rilevata da Paolo Pigna in 1867, la
grande cartiera divenne immediatamente nota non solo per la sua produzione
di alta qualità ma anche per essere al passo con la tecnologia e per la sua
capacità di emergere in un settore dell’economia, quello dell’editoria per la
scuola, che a metà del 1800 era frammentato in una moltitudine di piccoli
e scarsamente meccanizzati laboratori artigianali. L’autore ripercorre cento
anni della storia dell’azienda e la sua produzione per le scuole: in particolare
la sua produzione di quaderni – un semplice ma efficace mezzo di messaggi
iconico-verbali (morale, educativo, propagandistico, religiosi, ecc.).

Desde el año 2008, en Italia, en el marco global de una crisis económica generalizada, la pérdida de bienestar en las familias migrantes, junto con el endurecimiento de las políticas y el control migratorio, añadido a la creciente problematización de la presencia inmigrante, se han generado profundas transformaciones en los proyectos migratorios de familias ecuatorianas. Ante situaciones de desempleo, violencia de género y procesos de reagrupación familiar complejos y poco armoniosos, el Estado italiano ha intervenido y ha puesto bajo tutela estatal a algunos hijos de familias migrantes ecuatorianas y, en situaciones extremas, los ha otorgado en adopción a familias italianas. En este contexto, desde el 2014, el estado ecuatoriano ha decidido intervenir con una estrategia política, jurídica, social y comunicacional para proteger los derechos humanos de las familias migrantes ecuatorianas en Italia. Tras conocer la problemática de separación de niños, niñas y adolescentes (NNA) ecuatorianos en Italia de sus familias, que enfrentan desde hace algunos años la comunidad residente en Italia, decide emprender acciones concretas para solventar este problema que afecta a las familias ecuatorianas.
Para abordar esta problemática, el Ministerio de Relaciones Exteriores y el Vice-Ministerio de Movilidad crearon un Comité de Crisis con expertas en temas de Migración Familiar y Violencia de Género y una Gerencia Institucional para diseñar y poner en marcha la estrategia política, jurídica, social y comunicacional. El Comité de Crisis tuvo entre sus principales funciones tanto en origen (Ecuador) como en destino (Italia),  asesorar y capacitar a funcionarios y equipos de abogados/as y dar un seguimiento a las acciones llevadas a cabo en esta estrategia política, jurídica, social y comunicacional.
Entre agosto y diciembre de 2015, planteamos una investigación para analizar los alcances de esta problemática y de la intervención tanto del estado italiano como ecuatoriano. En este capítulo exponemos algunos resultados de la misma. En primer lugar,  reflexionamos sobre la producción científica en el campo de los estudios sobre transnacionalismo familiar y las nuevas formas de organización del cuidado, a la luz de la actual crisis socioeconómica. En segundo lugar, abordamos contextualmente la migración familiar ecuatoriana hacia Italia y los conflictos en las relaciones género y generacionales en el presente contexto migratorio transnacional. En tercer lugar, analizamos las concepciones sobre familia, formas de cuidado y su relación con la población inmigrante y de escasos recursos de los Servicios Sociales y del Tribunal de Menores en Italia, concepciones que, en numerosas ocasiones, han entrado en conflicto con la gestión de la vida cotidiana de las familias migrantes. Por último, analizamos algunos aspectos de la reorganización del cuidado en las familias ecuatorianas residentes en Italia a partir de la injerencia de los servicios sociales y de qué manera repercute en las pautas de crianza y en el reacomodamiento de las relaciones de género e intergeneracionales.

The essay analyses Kelsen's model of constitutional justice from the perspective of the history of political thought, focusing on the interplay between his idea of constituional justice and the historical background within which he elaborated his theory

En un contexto que no favorecía el acceso femenino a los círculos intelectuales, el patronazgo artístico  permitió a las mujeres introducirse en la Alta Cultura del Renacimiento, promoviendo así una perspectiva  femenina que reflejaría su historia, estatus y sus propios intereses. Buen ejemplo de ello será Isabella d’Este. En el Renacimiento, un artista no era célebre por su gran “genius”, sino  por su “ingenium” superior. La presunta inferioridad artística de las mujeres no se debía, en principio, a la ausencia de genius, sino a su deficiente ingenium o falta de talento, juicio y habilidad. En el pensamiento de la época se destacaba que el hombre era  poseedor del juicio y el ingenium, y la mujer, por el contrario, se dejaba llevar demasiado por las emociones como  para llegar a convertirse en grandes artistas. Afortunadamente, a finales del  XVI, las mujeres comenzaron a ser más visibles, como consecuencia de su mayor independencia. Es el caso de Sofonisba Anguissola

The volume reconstructs the story - unknown until the time of publication - of the Agnelli family before the founding of FIAT. Gianni Agnelli Sr, was neither an enriched nor a self-made men as a vulgata would like. He was born into a family originally from Racconigi (and before Priero, also a center in the province of Cuneo) of wealthy landowners, accustomed for centuries to entrepreneurial enterprises, especially in the field of silk production and trade. Giovanni Agnelli's Sr grandfather, Giuseppe Francesco (1789-1866), a successful banker and entrepreneur, was able to purchase one of the most beautiful villas in Piedmont in the mid-nineteenth century, perhaps designed by Filippo Juvarra, surrounded by a large park, which had already belonged to the Piccone della Perosa and the Turinetti of Priero. The large sum paid out for the purchase indicates that the Agnelli already had a vast fortune at that time. The military service he performed in the cavalry weapon, alongside many members of the Italian nobility or upper middle class, is another indication of an already consolidated social affirmation. The volume traces the events and family activities from the sixteenth century until the birth, in 1866, of the future senator Agnelli.

Nel volume è ricostruita la storia - sconosciuta sino al momento della pubblicazione - della famiglia Agnelli prima della fondazione della FIAT. Gianni Agnelli, non fu né un arricchito né un self-made men come una vulgata vorrebbe. Egli nacque in una famiglia originaria di Racconigi (e prima di Priero, centro anche esso in provincia di Cuneo) di facoltosi proprietari terrieri,  avvezzi da secoli alle imprese imprenditoriali, specialmente nel campo delle produzioni e del commercio seriche. Il nonno di Giovanni Agnelli senior, Giuseppe Francesco (1789-1866) un banchiere e imprenditore di successo, poté acquistare a metà Ottocento una delle più belle ville del Piemonte, forse disegnata da Filippo Juvarra, circondata da un vasto parco, già appartenuta ai Piccone della Perosa e ai Turinetti di Priero. L’ingente somma sborsata per l’acquisto indica che a quel tempo gli Agnelli disponevano già di una vasta fortuna. Il servizio militare da lui prestato nell’arma di cavalleria, a fianco di molti esponenti della nobiltà o dell’alta borghesia italiane è un altro indizio di una già consolidata affermazione sociale. Nel volume si ripercorrono le vicende e le attività familiari sin da XVI secolo sino alla nascita, nel 1866, del futuro senatore Agnelli.

Nel più totale rispetto dei dettami dei padri fondatori della storia comparata, Marc Bloch ed Emile Durkheim, si vuole ricercare nella comparazione del Partito Socialista Italiano (PSI) di Bettino Craxi con il Parti Socialiste di François Mitterrand e con il PSOE di Felipe González le cause comuni e la reciproca influenza che hanno condotto i suddetti partiti, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, a una profonda trasformazione in senso socialdemocratico. Gli anni Settanta si configurano per i partiti socialisti sud-europei come una fase di "rinascita" dai logoramenti del compromesso storico in Italia, dalla subalternità al Gollismo totalizzante in Francia e dalla frammentazione della clandestinità in Spagna. Tutti e tre questi percorsi di fuoriuscita dalle crisi politiche interne sono guidati e resi possibili da Leader che, progressivamente, prendono il controllo e finisco per impersonare il partito stesso. Questa tesi nasce con l'ambizione di dimostrare come quest'influenza reciproca tra i partiti socialisti sud-europei non fosse limitata ai soli rapporti politico- istituzionali, ma nascondesse - in realtà - un rapporto più profondo tra Craxi, Mitterrand e González.

Resumen Camillo Boito señaló el camino para un planteamiento moderno y científico de la restauración arquitectónica en Europa, contrario a las posturas de la restauración en estilo o de la anti-restauración, preconizadas respectivamente por Eugène Viollet-le-Duc y John Ruskin. Diferenciar lo antiguo de lo nuevo y señalar sus aportaciones fueron dos de sus puntos más claros que seguirían los defensores de la Carta de Atenas (1931), especialmente personalidades muy significativas de la restauración en Europa de la primera mitad del siglo XX, como Gustavo Giovannoni y Leopoldo Torres Balbás, que dejaron una larga herencia en España y en Italia. Ambos mantuvieron cierta relación personal y epistolar, fueron teóricos, investigadores de la historia de la arquitectura y restauradores con influencia en las leyes de conservación del patrimonio de sus países.

Dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, alcuni avvenimenti drammatici, quali la guerra civile libanese (la si fa iniziare convenzionalmente nel 1975) durata fino agli anni ’90, la rivoluzione islamica in Iran (1978-1979), l’intervento americano in Iraq (2003), hanno imposto il riaccendersi dei riflettori internazionali sull’Islām in generale e, specificamente, sui rapporti politico-religiosi tra sunniti e sciiti. Più recentemente, la guerra civile in Siria e Iraq ha acuito la loro rivalità che ha origini lontane, ma ancora tanto influenza la politica regionale in Medio Oriente e gli equilibri della regione stessa che passano non di rado attraverso le loro problematiche relazioni.
Nel presente paper, accanto agli aspetti storico-contestuali, dottrinali e quelli più prettamente legati alle comunità immigrate di fede islamica nel nostro Paese, saranno illustrati alcuni elementi peculiari di una civiltà che troppo spesso viene connessa esclusivamente a fragili situazioni politiche, se non a conflitti endemici.

Il saggio che segue prova a collezionare episodi, produrre documenti e testimoni, ricomporre storie disperse per giungere a una vicenda più ampia: l’affermazione prima, lo smarrimento poi di un progetto modernista con tratti identitari. Il titolo allude a una circostanza durevole, non sempre considerata con adeguato rilievo: la persistenza del motivo che oggi chiameremmo decoloniale nel modernismo italiano della prima metà del secolo.

Tra l’epoca risorgimentale e i primi anni Sessanta, questa la tesi, storia e critica d’arte hanno svolto un importante compito pedagogico e procurato, con le narrazioni congiunte della povertà, dell’ingegno, dell’orgoglio, elementi di appartenenza o “redenzione”  a un paese giunto con ritardo all’unità, tra slanci e sconfitte, ambizioni e frustrazioni ; a una comunità “senza narrazione” (la citazione è da Edward Said), conosciutasi primariamente attraverso lo sguardo etnografico del visitatore sette-ottocentesco, il “forestiero”. Il rapporto tra discorso artistico e pedagogia nazionale, postulato nella riflessione idealistica tra le due guerre, non si interrompe bruscamente nel settembre 1943, con la “guerra civile” che ne consegue o l’occupazione militare delle due Italie. Cerca faticosamente di ricomporsi: con quale attendibilità o efficacia è oggetto di interrogazione.

"Ytalya subjecta": l’amarezza per la repubblica e la sua malcerta identità culturale nel contesto atlantico del dopoguerra è dichiarata da Emilio Villa in una composizione poetica dal titolo "17 variazioni".

Giulio Carlo Argan attraversa le due metà del secolo: la sua esperienza di storico e critico impegnato, intellettuale e uomo delle istituzioni tocca quasi ogni aspetto della vicenda considerata. E’ stato inevitabile che assumesse importanza centrale nella prospettiva storica e civile del saggio.

L'Italia negli anni 1918-1943 attuò una sorta di "protettorato" per il nascente regno di Albania, con lo scopo di controllo del territorio e possibilità di incrementare lo sviluppo interno dello Stato italiano.
La Banca Nazionale d'Albania (BNA) nacque per la concessione di un prestito allo Stato albanese allo scopo di eseguire un vasto programma di opere pubbliche di vario tipo.
Nel fondo appena inventariato sono presenti ricchi carteggi, planimetrie, e documenti giornalistici i quali riportano la situazione albanese dell'epoca.
Di notevole interesse il rinvenimento di una lettera autografa del pittore e scultore Fortunato Depero (1892-1960), nella quale l’artista ringrazia la Direzione Centrale per aver ricevuto il pagamento relativo a un pannello di legno intarsiato eseguito da lui stesso per conto dell'Ente Turismo Alberghiero Albania (E.T.A.), al fasc. 1372 b. 253 del fondo.

Este artículo trata de recordar a los autores y personajes del cómic italiano de los últimos 40 años de todos los géneros y para todo tipo de lectores que se han dado a conocer en publicaciones españolas. Entre los personajes más emblemáticas destacan: Lupo Alberto, Martin Mystère, Pimpa , Tex Willer, Cocco Bill, Corto Maltese o Valentina.

È il pdf della bozza (mi scuso per qualche refuso) del mio libro "Sud Est. Vagabondaggi estivi di un settentrionale in Puglia" (Palomar, Bari - giugno 2006), con prefazione del sociologo Franco Cassano.  Non è una guida turistica, bensì un diario di viaggio tra personaggi e storie di ieri e di oggi, con un occhio particolare rivolto verso il mondo del turismo, del cibo, delle tradizioni, delle vicende storiche e dei nuovi stili di vita. Questa è la prima edizione; nella seconda c'è anche la postfazione del medievista Raffaele Licinio.


It is the pdf of my book <Sud Est. Vagabondaggi estivi di un settentrionale in Puglia> (Palomar, Bari, June 2006), with a preface by the sociologist Franco Cassano. It is not a tour guide; it is a travel diary between people and stories of yesterday and today, with a particular eye turned towards the world of tourism, food, traditions, historical events and new lifestyles.

Ce travail est né de l'exigence de connaître la façon dont la Seconde Guerre mondiale est présentée, traitée et exposée dans la péninsule italienne. En général, nous avons constaté un grand déficit au niveau des musées sur ce thème. Si on exclut les ossuaires, les monuments et les mémoriaux, les vrais musées peuvent être comptés sur les doigts d’une main. Ce malaise est plutôt extra-muséal, les musées reflétant, comme toujours, la société qui les crée. Cette question est, avant tout, une question historique et sociologique dont l'absence d'offre muséale n'est qu'un symptôme, très visible pour nous muséologues.

Questo libro è frutto di una ricerca che ha portata alla riscoperta di un periodo storico ricco di eventi importanti ed in gran parte rimossi dalla nostra memoria: il dopoguerra alla frontiera occidentale, dove il conflitto è stato devastante per le città, i villaggi e le popolazioni. Qui ci si poteva augurare che la pace, portasse serenità, e voglia di ricostruire ma purtroppo i nuovi confini, comportarono, difficoltà e sacrifici che perdurarono a lungo.
Il Trattato di pace del 1947 comportò importante rettifiche nella frontiera con il passaggio alla Francia di Tenda, Briga e Molière. La giustificazione di queste annessioni fu il Rattachement, cioè la riunificazione delle terre dell’antico circondario di Nizza che erano rimaste italiane nel 1860. In realtà, anche altri villaggi, che non avevano fatto parte del circondario, divennero francesi come Piena, Libri e Piena Bassa, del comune di Olivetta S.M., nella media Valle Roia. Chi non volle diventare francese si trovò profugo.
La terra brigasca fu divisa tra due patrie, con il capoluogo La Brigue diventato francese e le frazioni di Realdo, Piaggia, Upega e Carnino rimaste italiane. Per alcuni anni i pastori di Realdo lottarono strenuamente per ricuperare i pascoli tradizionali diventati francesi necessari per la sopravvivenza dei loro greggi.
Sedici anni si protrasse la lunga controversia dei diciassette comuni liguri e piemontesi impegnati a ricuperare parte dei boschi, pascoli ed opere pie trovatisi al di là della nuova frontiera. Le vicende sono stati ricostruite anche grazie ai documenti inediti dell’archivio del Comitato per l’Italianità della Valle Roia, attivo a Sanremo dal 1946 al 1990. La ricca corrispondenza ha come protagonisti i personaggi del modo politico di quegli anni dal Presidente Alcide De Gasperi a vari Ministri e deputati tra i quali primeggia il più volte Ministro, l’On. Paolo Emilio Taviani, e la presidente del Comitato Nilla Gismondi impegnati in un dialogo continuo di cooperazione istituzionale, che oggi appare incredibile.
La Gismondi, donna gentile, madre di quattro figli, disponibile e determinata, difese con generosità l’italianità dei territori reclamati dalla Francia, venne incontro alle necessità dei profughi e coinvolse con intelligenza il mondo politico, per il ricupero da parte dei comuni di frontiera dei loro beni rimasti in al di là del confine.
Oggi a 75 anni dal termine del conflitto le ferite si sono rimarginate e sentimenti di amicizia e fratellanza animano di nuovo le popolazioni frontaliere. Editore De Ferrari, Genova)

This article analyzes the data collected from all the Italian published late medieval books of merchandise -the famous pratiche di mercatura- and other unpublished books regarding the Nasri Kingdom of Grenade, as well as the information on the Nasri coins, including the data coming from other Italian medieval Arithmetics treatises.

Il rapporto di Aldo Busi con il cinema è stato di corteggiamento a senso unico. Il cinema ha cercato la collaborazione e la complicità dello Scrittore più spesso di quanto Busi si sia premurato di testimoniare. Varie sono state le esche: tra queste, un tentativo di trasporre su pellicola Vita standard di un venditore provvisorio di collant compiuto negli anni Novanta dal regista Giuseppe Bertolucci. Tentativo andato a vuoto, come ricorda lo stesso Busi, prestatosi senza alcun entusiasmo a ritoccare il copione. Nel 1984 Busi era stato incaricato di curare i dialoghi italiani di un film della regista americana Penelope Spheeris. Il film, intitolato I ragazzi della porta accanto, passò inosservato in Italia. Racconta la vicenda di due ragazzi che nel corso di una notte scoprono la loro vocazione di teppisti di strada, con gran spreco di slang e di violenza metropolitana.

Il 22 aprile 2021, nell’Aula Calasso della Facoltà di Giurisprudenza
della Sapienza, si è tenuto un Convegno, svolto in streaming
per i problemi legati all’emergenza da Covid-19, in onore di Arturo
Carlo Jemolo (1891-1981), a quarant’anni dalla morte. I relatori
hanno esaminato una serie di temi di notevole rilievo a riprova dei
molteplici interessi espressi da Jemolo nel corso della sua esistenza,
ma non sono stati menzionati né l’Istituto né la Biblioteca di Diritto
pubblico, che germinarono proprio grazie all’impulso di Jemolo: segno
evidente di una lacuna da colmare. Questo studio nasce dall’esigenza
di ricostruire le vicende che portarono alla creazione dei due
organismi, indissolubilmente connessi. Tra il 31 ottobre e il 1° novembre
del 1935 fu inaugurata la Città universitaria di Roma, e per il
biennio 1936-1938 Jemolo fu chiamato a dirigere l’Istituto di Diritto
pubblico e ad occuparsi di dare forma all’annessa Biblioteca, nella
Facoltà giuridica, non esistendo – in precedenza – un complesso analogo.
La genesi della Biblioteca e dell’Istituto di Diritto pubblico iniziò
agli albori del 1937, ma si concretizzò solo alla fine del 1938. Il
contributo offre l’accesso a documenti inediti per un’investigazione
di natura storico-archivistica (in parte legata alla biografia di Jemolo),
che potrà essere d’aiuto tanto agli studenti quanto agli studiosi.

Riprendiamo liberamente da una nostra introduzione alla ristampa de
"Il giudice e lo storico", « Rivista di storia della storiografia moderna », 1990, 1-2. Anche questo testo, come quello da cui è tratto, è dedicato alla memoria di Eugenio Battisti.