Scultura Lignea Del Seicento

Il contributo indaga le statue e gli intagli lignei eseguiti da Pietro Bencivinni e da Giovan Pietro Ragona. Le opere, realizzate dagli anni Trenta del Seicento sino alla metà del secolo seguente, sono custodite in diverse chiese della provincia di Palermo, Enna, Messina e Catania. Si tratta, in particolare per i manufatti del primo intagliatore, di custodie lignee che, eseguite su più ordini e con nicchie che ospitano figure di Santi, ricordano i più noti retablos spagnoli

Il saggio esamina le sculture e gli intagli lignei conservati nelle chiese francescane della Madonie, centri della parte settentrionale della Sicilia. Sono opere realizzate dal XVI al XIX secolo da vari scultori come Frate Umile da Petralia Soprana, Frate Innocenzo da Petralia Sottana, Frate Benedetto da Petralia Sottana, Frate Ludovico da Calascibetta, Filippo Quattrocchi e Gaspare Castelli. Si tratta perlopiù di custodie lignee, di Crocifissi e di sculture raffiguranti santi legati all'ordine francescano

Negli anni '40 del Novecento giunsero in Sardegna un gruppo consistente di reliquiari a busto, ma anche a braccio e a cassetta, tutti intagliati, dorati e decorati ad 'estofado', realizzati nel Napoletano agli inizi del XVII secolo e provenienti dalla chiesa di Santa Teresa a Massa Lubrense. Il testo ricostruisce il complesso iter di queste preziose opere, dall'estrazione delle reliquie nelle catacombe romane anche per intervento di ambasciatori spagnoli presso la Santa Sede, alla realizzazione dei manufatti per committenza gesuitica, fino al trasferimento nell'Isola, in cui ebbe ruolo il card. Alfredo I. Schuster.

La fortuita scoperta del simulacro seicentesco raffigurante il Cristo alla colonna, e la sua successiva identificazione quale componente dello smembrato gruppo statuario raffigurante i cinque Misteri Dolorosi della Settimana Santa di Terlizzi, offre l'occasione per tornare a riflettere su questo emblematico esempio di iconografia della Passione in Puglia. L'autore delle opere è il cosiddetto "Maestro dei Misteri di Terlizzi", uno scultore locale che trae le mosse dai modelli napoletani che circolavano nel Viceregno, la cui produzione è confrontata con esemplari esistenti tra Puglia e Basilicata (Matera, Salandra, Grottole). Viene, inoltre, indagato il contesto delle botteghe locali di primo Seicento nel quale si formò, verosimilmente, l'ignoto magister, attivo negli stessi anni di Giovanni Angelo Romano, Raffaele dello Russo, i de Mariano.
La seconda parte del saggio è dedicata ai Misteri di Molfetta, per i quali si riconosce la loro origine da un modello di Michelangelo Naccherino (o Nacherino), scultore non direttamente documentato nella scultura lignea ma che sicuramente influenzò molto gli scultori in legno del primo Seicento , quali Francesco Mollica, Gian Battista Gallone, Antonio Gallo, Aniello Stellato ecc.

Attraverso l’analisi e il confronto degli inventari redatti in occasione delle Visite pastorali dagli arcivescovi di Cagliari nei secoli XVI e XVII (1560, 1591, 1599, 1601, 1607) è possibile ricostruire un quadro organico degli arredi sacri (scultura lignea nel caso in questione) in dotazione alle chiese parrocchiali della Diocesi. Dai dati contenuti è possibile ricavare notizie sulle condizioni materiali dei beni, su santi e iconografie più ricorrenti e sull’appartenenza e pertinenza delle opere. Prendendo come riferimento principale la visita del 1591 (arcivescovo Francisco Delvall) si è proceduto, partendo dalle opere documentate, ad una ricognizione degli attuali arredi delle medesime chiese al fine di individuare riferimenti cronologici utili all’identificazione delle opere.

La scoperta di un'inedita polizza di pagamento per una statua raffigurante S. Lorenzo (1745) destinata alla cittadina del Basso Cilento Torre Orsaia intestata allo scultore napoletano Gennaro d'Amore offre l'occasione per un'indagine inedita del patrimonio scultoreo esistente in Torreo Orsaia e nella sua frazione Castel Ruggero.
L'indagine ha portato alla rilevazione di opere attribuibili a scultori napoletani quali Gennaro Franzese, Nicola del Vecchio, Raffaele della Campa, Arcangelo Testa, Giuseppe Catello e altri. Particolarmente interessante è la statua del compatrono S. Leonzio firmata e datata da Antonio Grimaldi 1761, allievo di Giacomo Colombo.
Viene dunque inquadrata la statua di S. Lorenzo all'interno della produzione di Gennaro d'Amore del quale si ripercorre il catalogo e al quale si apportano novità ed attribuzioni.
La seconda parte del volume, di carattere storico, è dedicata alla ricostruzione dell'origine dei culti di S. Lorenzo e di S. Leonzio a Torre Orsaia.
In Appendice la scheda a firma di Nicoletta Amico del dipinto dell'Annunciazione firmato da un ignoto CV.

The essay explains the method used to create a digital index (which will flow into the ASAP - Digital Historical-Artistic of Puglia) of the Neapolitan artists of the seventeenth and eighteenth centuries present in Terra d'Otranto, whose task will be to facilitate the search and facilitate the matching of documentary data.

L' antica Pieve di San Martino d'Asio, recentemente restaurata, con
le  opere d'arte in essa contenute: dal monumentale altare del Pilacorte, il più grande altare lapideo del Friuli, a quello di Francesco Comuzzo di cui lo scrivente ha ritrovato in archivio l'atto di morte , avvenuta a Clauzetto nel 1666. Gli affreschi del Tiussi del 1564 e la pala di Giacomo Secante del 1576, l'inedito affresco del Crocifisso scoperto durante i restauri.

O. SERGI, L’antica cappella della Madonna della Ginestra. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie o di Santa Teresa all’Osservanza già dell’Ordine dei Francescani Minori Osservanti, in «Obiettivo Calabria», XLVIII, 4, 2010, pp. 48 - 51.
Rivista bimestrale della Camera di Commercio di Catanzaro.