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Fabbriceria laica del Tempio della Beata Vergine della Ghiara Ordine dei Servi di Maria I Servi di Maria a Reggio Emilia (1313 - 2013) La strategia delle immagini e il fenomeno Ghiara Atti del Convegno, Reggio Emilia 28-30 novembre 2013 a cura di Elisa Bellesia e Angelo Mazza EDIZIONI to. o cult e Seicen l e ue ta d asci a Cinq n a .L o fr v i c o re g g i a n i c o col rio O mira o scena n T AT arienti - Uhiara nell R T E S o Baja Guna della G l Car Madon a dell I Servi di Maria a Reggio Emilia (1313-2013). La strategia delle immagini e il fenomeno Ghiara ATTI DEL CONVEGNO Reggio Emilia 28-30 novembre 2013 a cura di Elisa Bellesia e Angelo Mazza EDIZIONI SOMMARIO 7 9 11 Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia Gino Farina, Presidente della Fabbriceria della Ghiara Cesare Antonelli, Priore del Convento dei Servi di Maria di Reggio Emilia 13 17 Massimo Mussini, Ricordo di Elio Monducci Elisa Bellesia e Angelo Mazza, Dal Convegno agli Atti I Servi di Maria 23 Franco Azzalli, Il primo secolo dell’Ordine dei Servi di Maria e la fondazione a Reggio Emilia 39 Paolo Orlandini, Le icone dei Servi di Maria: excursus storico 53 Sauro Rodolfi, “Voci elette et istromenti rari”: albori musicali nella basilica della Ghiara di Reggio Emilia (1619-1639) 89 Gabriele Fabbrici, Appunti per una storia della presenza dei Servi di Maria nel territorio reggiano: le origini (secoli XIV-XVI) La strategia delle immagini 107 Angelo Mazza, Lungo la via Emilia. Cicli con storie della Vergine tra Cinque e Seicento 123 Claudio Franzoni, Gli affreschi della Ghiara: le personificazioni delle Virtù 129 Maria Montanari, La diffusione dell’iconografia della Madonna della Ghiara: fortuna e singolari vicende 157 Benedetta Spadaccini, La diffusione a stampa dell’immagine della Beata Vergine della Ghiara tra XVII e XIX secolo Il fenomeno Ghiara 169 Carlo Baja Guarienti, Un miracolo civico. La nascita del culto della Madonna della Ghiara nello scenario reggiano fra Cinque e Seicento 185 Alberto Cadoppi, “[...] per sua devocione et a Gloria di Dio et d’essa Santissima Madonna et per memoria di sua Casa”. I committenti delle cappelle minori della Ghiara 251 Marinella Pigozzi, Gli aspetti spettacolari delle feste religiose e profane 261 Federica Dallasta, Il culto della Ghiara e la sua diffusione extra-estense 1596-1700: luoghi di culto, pellegrinaggi, circolazione dei libri e delle riproduzioni 327 Fabrizio Tonelli , Il culto della Ghiara e la sua diffusione extra-estense 1596-1700: geografia e cronologia dei miracoli, luoghi di stampa d’immagini e di libri 389 Elisa Bellesia e Barbara Bondi, I paramenti sacri 413 Alberto Attolini, La Fiera di Reggio. Echi dall’Ottocento 427 Lucia Gramoli, “I ragazzi dell’Ariosto raccontano la Ghiara”: un progetto scolastico di conoscenza e divulgazione 433 441 479 Indice dei nomi Bibliografia Apparato iconografico Un miracolo civico. La nascita del culto della Madonna della Ghiara nello scenario reggiano fra Cinque e Seicento. Carlo Baja Guarienti Premessa L’intento di queste pagine è duplice: da una parte si tenta di ricostruire – grazie all’abbondante documentazione d’archivio, raccolta e ordinata nei decenni passati da studiosi come Mario Iotti, Elio Monducci e Giuseppe Adriano Rossi – i giorni del primo miracolo della Madonna della Ghiara e le circostanze dell’assunzione di quel miracolo come punto di partenza di una nuova esperienza devozionale; dall’altra si inserisce il miracolo con le sue molteplici conseguenze (dall’afflusso di pellegrini, all’edificazione del nuovo santuario, all’istituzione della fiera) nel contesto sociale, politico ed economico della Reggio di fine Cinque e inizio Seicento. Lo scopo, dunque, è osservare l’evento – un evento miracoloso, dunque per sua stessa natura difficilmente inquadrabile nella sfera razionale – in un’ottica sociale, politica ed economica. Ovvero, nella sua capacità di modificare non solamente le vite degli uomini e delle donne direttamente coinvolti nella guarigione del muto Marchino, ma di un’intera città colta sull’orlo di un baratro storico: la fine del ducato di Ferrara. Il miracolo di Marchino Nel mese di aprile 1596 il vescovo di Reggio Claudio Rangone è raggiunto dalla notizia che da alcuni giorni una folla crescente di devoti – sia reggiani sia forestieri – si raduna davanti all’immagine della Vergine dipinta sul muro dell’orto dei Servi di Maria, nell’angolo di fronte al convento delle monache di San Pietro Martire1. In realtà l’immagine, dipinta da Giovanni Bianchi detto il Bertone nel 15692 sulla base di un disegno realizzato da Lelio Orsi per volere di 169 Un miracolo civico.La nascita del culto della Madonna della Ghiara Ludovico Pratissoli, è oggetto di devozione popolare già da alcuni mesi. Nella primavera dell’anno precedente, infatti, l’affresco è stato affidato alle cure della vedova reggiana Giulia Tagliavini, abitante in una casa adiacente all’orto dei Servi: preoccupata per le condizioni di conservazione dell’opera, dopo aver sognato in una notte di febbraio di adorare l’immagine, la vedova ha chiesto e ottenuto di potersene assumere la cura. La Madonna del Bertone ha così cominciato ad attirare una folla crescente di devoti e a essere circondata dalla fama di immagine miracolosa. Una fama abbastanza diffusa da arrivare, già una prima volta nello stesso 1595, alle orecchie del vescovo Rangone3. Grazie alla devozione popolare, nell’aprile 1596 l’immagine può essere trasportata in una piccola cappella costruita appositamente: un semplice edificio in muratura largo e lungo sei braccia, finanziato con le offerte dei fedeli, dove l’icona, protetta da un cancello di legno, è illuminata giorno e notte da una lampada a olio perennemente accesa4. Con la sistemazione nella cappelletta l’afflusso di pellegrini, già intenso, cresce ulteriormente e con esso crescono di intensità le voci che sostengono che ad alcuni fra i devoti riuniti in preghiera davanti a quel dipinto siano state elargite grazie speciali. Il 26 aprile il vescovo stesso, trovandosi a passare dalla città, ha modo di osservare la folla e ascoltare i resoconti di alcuni devoti; quindi, in ossequio ai dettami del Concilio di Trento che impongono di esaminare scrupolosamente ogni testimonianza di presunti miracoli5, convoca una congregazione di teologi e canonisti per indagare sui fatti. Tuttavia, a causa dell’infermità di uno dei teologi interpellati, questa prima commissione è sospesa6. Solo tre giorni più tardi lo scenario cambia radicalmente: il 29 aprile il vescovo è informato che la notte precedente il quindicenne Marchino, garzone di beccaio sordo e muto fin dall’infanzia, sostando in preghiera davanti all’immagine ha recuperato l’uso dell’udito e della parola7. In realtà, quello di Marchino è un miracolo in itinere. Caterina moglie di Sebastiano detto Ciano, il beccaio che da quattro anni ospita il giovane, convocata di fronte al vescovo ricostruisce le tappe della guarigione e in particolare ne rievoca l’inizio: ritornando con il ragazzo e altri devoti da un pellegrinaggio alla Madonna di Loreto, ha effettuato una sosta presso Imola per adorare la Madonna del Piratello e là, all’uscita della chiesa, Marchino le ha fatto comprendere a cenni di aver cominciato a percepire i rumori e le voci circostanti. Ma questo principio di miracolo va ben al di là della riappropriazione del dato sensoriale in quanto il ragazzo ha mostrato a tutti, e in particolare alla donna che gli fa da madre, un fenomeno che ha suscitato lo stupore di chi lo conosce da anni: la lingua, recisa alla 170 Carlo Baja Guarienti base fin dall’infanzia, ha cominciato a ricrescere8. Proprio su questa mutilazione, l’elemento più concreto e misurabile della vicenda, si concentrerà il processo. Ritornati a Reggio la sera del giorno di San Marco, giovedì 25 aprile, avendo saputo dell’immagine dipinta sull’orto dei Servi, Caterina e Marchino hanno deciso di andare a venerarla. Nei giorni successivi il ragazzo è tornato spesso a venerare l’immagine del Bertone e nella notte fra il 28 e il 29, tornato a casa dopo una veglia di preghiera, ha iniziato a parlare sconvolgendo la coppia che lo tiene presso di sé come figlio e garzone9. I processi di Reggio e Parma Con la deposizione di Caterina ha inizio il processo canonico istruito in casa di Prospero Zanelletti, vicario generale della Curia vescovile, alla presenza di una commissione formata da ecclesiastici e laici: il teologo domenicano fra Paolo da Porretta, il canonico Achille Guidetti, il mansionario Nicola Bassoli e i protettori della città Giacomo Antonio Acerbi e Lodovico Salvarani. Altri cittadini, non nominati, sono convocati come testimoni10. L’obiettivo principale del processo, che procederà per cerchi concentrici sempre più larghi a rintracciare le persone incontrate da Marchino durante la sua vita, è indagare sul passato del ragazzo allo scopo di smascherare un’eventuale simulazione di infermità. Compare così davanti alla congregazione il beccaio Tommaso de’Ferrari, che racconta di aver conosciuto Marchino cinque anni prima quando il bambino si è presentato al suo banco, affamato e intirizzito, chiedendo l’elemosina: Tommaso stava per cacciarlo pensando di avere a che fare con un fannullone, ma davanti alla prova della mutilazione del ragazzo gli ha dato un soldo e lo ha fatto scaldare. Da quel momento Marchino è rimasto presso la beccheria facendo da garzone, scorticando le bestie e consegnando la carne a domicilio in tutta la città11. È poi Marchino in persona, interrogato lo stesso giorno, a testimoniare di essere muto e sordo dalla nascita e di aver vissuto in casa del conte Carlo Vallisneri prima di essere ospitato in casa di Ciano. Il ragazzo ripercorre poi le tappe della propria guarigione, iniziata a Imola e completatasi a Reggio, e le ore intercorse fra questa e la convocazione in casa del vicario: la mattina dopo il miracolo – cioè il giorno stesso dell’interrogatorio – Marchino e la Ciana sono ritornati a portare una torcia e alcune candele votive all’immagine della Madonna e là uno dei Servi, fra Angelico, ha insegnato parola per parola a Marchino le preghiere Pater, Ave Maria e Regina Coeli. 171 Un miracolo civico.La nascita del culto della Madonna della Ghiara Il quarto testimone a prendere la parola è Ciano il beccaio. Conferma di aver accolto nella propria casa Marchino quattro anni prima e di non averlo mai sentito parlare, neppure quando “per alcune negligenze del putto, come accadde, gli ha dato molte volte delle botte, et ancor per farlo presto, et ubbidiente”, oppure quando lo stesso Marchino si è azzuffato con i coetanei avendo la peggio: Marchino ha pianto in molte occasioni, ma non ha mai detto una parola. E tutti i beccai e i clienti lo conoscevano per sordo: per avere la sua attenzione, se era voltato, bisognava prenderlo per un braccio o scuoterlo. Allora – essendo di indole docile e ubbidiente – stava attento agli ordini e li eseguiva. Compare poi il conte Carlo Vallisneri, che ricostruisce un altro frammento della biografia di Marchino: alcuni anni prima uno speziale di Castelnuovo12, Giovanni Prospero Pacchioni, si è presentato al suo castello di Nigone e gli ha riferito di avere raccolto un bambino muto ma d’intelletto vivace; così il conte, ritenendo di poterne fare un buon servitore, ha preso Marchino nella propria casa e lo ha tenuto a servizio per otto o nove mesi. Il Vallisneri afferma con sicurezza che il ragazzo era in grado di udire, ma che – avendo solo un mozzicone di lingua – non poteva parlare: a riprova di questo fatto il conte ricorda che in un’occasione, per punirlo di un errore, ha picchiato Marchino con uno staffiletto di cuoio fino a farlo diventare “tutto negro et livido”, ma neanche in quell’occasione Marchino, pur piangendo e contorcendosi, ha articolato parole. Dalla stessa testimonianza del conte si apprende che durante la permanenza del ragazzo in casa Vallisneri nessuno si è posto il problema di conoscerne il nome: il giovane servitore, che all’epoca aveva dieci o undici anni, era chiamato semplicemente “il muto”13. Marchino, controinterrogato sui punti emersi nell’ultima deposizione, dichiara che quando era al servizio del conte non poteva sentire le parole del padrone, ma stando molto attento al movimento delle labbra e alle circostanze in cui l’ordine veniva impartito riusciva a capire ciò che questi gli comandava: se il conte stava allo scrittoio e finiva la carta, per esempio, il ragazzo capiva che i soldi ricevuti erano per la carta e se il conte indossava gli stivali da cavalcata era necessario preparare il cavallo. Nei giorni successivi compaiono come testimoni il capitano Piramo Vologni e il figlio Ascanio: entrambi dichiarano di aver incontrato per la prima volta Marchino otto anni prima a Castelnuovo dove il bambino, muto e sordo e in età di circa sette anni, si trovava sotto la protezione di Giovanni Prospero Pacchioni14. Il vicario inizia così l’indagine a ritroso nella vita di Marchino: man mano che l’inchiesta procede si va alla ricerca di coloro che conoscono 172 Carlo Baja Guarienti il ragazzo da più tempo in modo da risalire più indietro possibile nella sua biografia. Mentre il racconto si fa più ampio e ricco di dettagli, anche l’affresco della società reggiana di fine Cinquecento si popola di figure: dalla testimonianza del calzolaio Giovanni Francesco Canovi, per esempio, si apprende che nel giorno di Pasqua, domenica 14 aprile, un gruppo costituito in prevalenza da calzolai – ma con loro c’era anche un fornaio di Santa Croce – è partito per Loreto e oltre Modena, dove si passa il Panaro, ha raggiunto Caterina e Marchino, che da quel momento si sono uniti al gruppo di pellegrini. La rievocazione del viaggio degli artigiani verso il santuario, con Marchino incaricato di portare la zucchetta con il vino comune, è solo la prima di una lunga serie di vivide immagini di quotidianità di fine XVI secolo15. Ascoltati i primi testimoni, il 5 maggio viene convocata nel palazzo vescovile una nuova congregazione composta da sei teologi, quattro canonisti e quattro medici incaricata di stabilire se la guarigione di Marchino sia compatibile con la scienza medica o sia da considerare miracolosa16. Non essendo giunta a una conclusione nella prima giornata, la commissione è nuovamente convocata per martedì 7 maggio, dopo che saranno stati ascoltati altri testimoni fra i quali alcuni beccai e due ex domestiche di casa Vallisneri. Emergono così le circostanze in cui Marchino è passato dalla casa del conte Vallisneri al chiedere l’elemosina ai beccai: il ragazzo – ricorda il beccaio Vincenzo de Pasquali – si è presentato in camicia e grembiule in un gelido giorno di pioggia dopo essere stato cacciato da casa del conte “per certo fatto in casa che le davano la colpa”17. Vengono interrogati anche diversi giudici delle vettovaglie – magistrati incaricati, fra le altre mansioni, di sorvegliare il corretto funzionamento dei macelli – in carica negli anni passati e tutti confermano che il ragazzo era sordo e muto; uno di loro, Claudio Affarosi, aggiunge che Marchino, pur facendo a pugni con i coetanei ed essendo una volta caduto nel canale della beccheria, non ha mai espresso il proprio dolore altro che con il pianto18. Esaurita anche la seconda tornata di testimoni, il 7 aprile la congregazione si riunisce di nuovo e in forma allargata: i teologi sono diventati sette, i canonisti e i medici cinque. Gli esperti si esprimono unanimemente: il ragazzo era muto e sordo (nonostante la testimonianza del conte Vallisneri, contraria su questo punto) e la guarigione non può avere altra natura che quella miracolosa. La relazione, registrata dal notaio Pellegrino Vellani, viene sigillata e inviata al papa in quanto il vescovo Rangone, i teologi e canonisti, pur essendo certi di quanto affermato, non vogliono e non possono esprimersi pubblicamente senza il parere del pontefice19. 173 Un miracolo civico.La nascita del culto della Madonna della Ghiara Lo stesso giorno, dopo lo scioglimento della congregazione, viene finalmente interrogato Giovanni Prospero Pacchioni, colui che per primo ha raccolto dalla strada Marchino. Pacchioni racconta che sei anni prima, una sera, alla sua casa di Castelnuovo era stato condotto un bambino di nove o dieci anni di cui nessuno conosceva la provenienza: si pensava che fosse di un paese verso l’Enza perché quando gli chiedevano da dove fosse venuto indicava a ovest, in direzione di Parma. Il Pacchioni aveva accolto il vagabondo nella propria casa e aveva constatato la mutilazione della lingua. Durante l’anno di permanenza di Marchino in casa Pacchioni tutti avevano potuto notarne la sordità: non solo il bambino non rispondeva se chiamato, ma i ragazzi del paese a volte gli sparavano per scherzo a pochi centimetri dalle orecchie con lo schioppo caricato a polvere. Ed erano stati quegli stessi ragazzi a dargli il nome che ancora portava: dato che assomigliava a uno di loro, un nipote dell’arciprete chiamato appunto Marchino, tutti avevano cominciato a chiamarlo così. Circa un anno dopo la comparsa del bambino a Castelnuovo, Pacchioni aveva incontrato il conte Vallisneri che gli aveva chiesto l’affidamento del ragazzo: proprio in quanto sordo e muto, Marchino era il servitore ideale per chi avesse – come il conte – affari e incontri riservati20. È questa circostanza, forse, la chiave di lettura del comportamento del Vallisneri, unico testimone in contrasto con la deposizione di Marchino. È facile immaginare il disappunto del nobiluomo di fronte a un miracolo che restituisce improvvisamente la parola a un servitore scelto, a suo tempo, proprio per la menomazione: le testimonianze potrebbero essere un tentativo di gettare discredito sul giovane miracolato. Il 30 maggio a Parma si apre un nuovo processo canonico davanti all’inquisitore domenicano Agapito Corteregia21. Marchino, interrogato, ricorda frammenti della propria infanzia in montagna – dove conduceva al pascolo le vacche del podestà e dello speziale – e le case in cui è stato ospitato a Castelnuovo e a Reggio; rivela anche che il conte Vallisneri ha fatto pressioni per riavere nella propria casa il miracolato, ma il vescovo Rangone si è opposto e ha decretato che Marchino rimanga con Ciano e Caterina, coloro che lo hanno nutrito “al tempo della calestia”, quando ancora non era un trofeo da esibire. Il giovane rievoca anche – per la prima volta con abbondanza di particolari – la notte del miracolo. Dopo aver pregato, si è addormentato in ginocchio davanti all’immagine della Madonna; svegliatosi in preda alla confusione, si è alzato e ha detto per tre volte “Gesù Maria” suscitando lo stupore degli altri devoti presenti alla veglia. In preda a un forte spaesamento, il giovane ha posato lo sguardo sull’immagine della Vergine, 174 Carlo Baja Guarienti che gli è parsa crescere di dimensioni e sorridere. Allora – in un susseguirsi di immagini quasi oniriche – Marchino ha percorso la strada che dall’orto dei Servi porta alla casa di Ciano attraverso la piazza del duomo e quella di San Prospero. Con la ripetizione del racconto del ritorno a casa si conclude la deposizione: Marchino, vincolato da un giuramento al silenzio, appone la croce da analfabeta sotto alla trascrizione delle proprie dichiarazioni e lascia il palazzo del Sant’Uffizio22. Man mano che le indagini avanzano, emergono altre possibili guarigioni miracolose operate dall’immagine nei giorni precedenti la notte del 28 aprile: una donna ha avuto il piede risanato, un’altra “attratta e stroppiata” è ora in buona salute, un bambino di trenta mesi schiacciato da una carrozza si è ripreso perfettamente, una bambina di cinque anni è guarita dal mal caduco. Una donna di Milano, posseduta dal demonio, si è liberata dagli spiriti che la perseguitavano da vent’anni. In tutto, i miracoli avvenuti fra l’inizio dell’aprile 1596 e il settembre 1597 sono più di cento23. Esaminate le prove e le relazioni provenienti da Reggio e da Parma, il 22 luglio Clemente VIII e la Congregazione dei Riti approvano il miracolo24. La costruzione della chiesa Ma la fama dell’immagine miracolosa, naturalmente, si sparge più rapidamente delle inchieste ufficiali: già il 1 maggio 1596, solo due giorni dopo il miracolo di Marchino, un corteo di reggiani devoti guidati dalla Compagnia del Carmine pone una corona d’argento sul capo della Vergine. È la prima delle tre solenni incoronazioni della Madonna della Ghiara (le altre due sono del 1674 e del 1896)25. Nello stesso mese compaiono anche le prime stampe devozionali. La prima in assoluto, realizzata dal pittore Camillo Biancolini, è a sua volta doppiamente miracolosa: frutto di un sogno, con il proprio successo commerciale salva lo sfortunato pittore dai debiti da cui è sommerso e in seguito si materializza nella stanza di una giovane malata di Fivizzano in Garfagnana, risanandola26. Anche le autorità, chiamate a fornire una risposta a questa ondata di devozione popolare, si muovono rapidamente. Il duca Alfonso II, già informato in diverse lettere dal vescovo il 30 aprile27, dal governatore di Reggio Enea Pio di Savoia il 3 maggio28 e dal consiglio degli Anziani il 4 maggio29, è tenuto costantemente aggiornato sul procedere della pratica relativa al riconoscimento del miracolo e, parallelamente, sui progetti per una nuova chiesa. 175 Un miracolo civico.La nascita del culto della Madonna della Ghiara Progetti che prendono forma già durante gli interrogatori dei primi testimoni: il 2 maggio il Senato reggiano delibera all’unanimità di stanziare 500 scudi per la costruzione della cappella principale di una nuova chiesa e l’11 maggio gli Anziani nominano gli agenti incaricati di sovraintendere alla fabbrica; immediatamente – a ulteriore prova dell’importanza del progetto – sorgono conflitti di competenze fra il Comune e i religiosi sulla gestione delle elemosine e la cura della fabbrica30. Fin dal primo momento il duca appoggia con entusiasmo l’iniziativa e già all’inizio di settembre annuncia il prossimo invio a Reggio del proprio architetto Alessandro Balbo, risolvendo così i dubbi dei reggiani che in un primo momento hanno ipotizzato di interpellare il bolognese Francesco Morandi detto il Terribilia31. Dopo una brevissima permanenza a Reggio (dal 3 al 6 ottobre32), Balbo ritorna a Ferrara e riferisce al duca: la sua proposta, che sfrutta la maggiore larghezza del corso della Ghiara nel punto in cui sorgerà la fabbrica, prevede che la nuova chiesa sia adiacente a quella già esistente dei Servi e comunicante con questa33. Il primo progetto di Balbo, testimoniato da una pianta conservata presso l’Archivio di Stato di Modena, prevede la realizzazione di una chiesa su tre campate con cappelle laterali. La chiesa così disegnata, tuttavia, non vedrà mai la luce: abbandonato nell’aprile o nel settembre 1598, il primo progetto sarà sostituito da uno nuovo di maggiori dimensioni e più armoniche proporzioni. Proprio questa modifica porterà, nel settembre 1598, alla parziale demolizione della chiesa quattrocentesca34. Al primo entusiasmo da parte del duca segue un periodo di stagnazione della pratica, tanto che nel marzo 1597 gli Anziani devono scrivere ripetutamente al sovrano perché prenda finalmente la decisione e dia il via alla fabbrica35. Finalmente, però, il 31 maggio 1597 Alfonso II, la moglie Margherita Gonzaga e il loro seguito arrivano a Reggio e la prima pietra della nuova chiesa, la cui iscrizione ricorda le circostanze dell’evento e la partecipazione dei principi, viene posata alla loro presenza il 6 giugno; Alfonso e Margherita depongono nelle fondamenta anche due medaglie, una d’oro e una d’argento, raffiguranti i loro ritratti, l’aquila estense e l’immagine miracolosa36. Ventidue anni dopo, il 12 maggio 1619, la sacra immagine della Beata Vergine della Ghiara verrà traslata dalla vecchia cappelletta alla nuova basilica; in quell’occasione, la città assisterà al meraviglioso spettacolo del corteo formato dalle autorità religiose e civili, dai carri allegorici delle confraternite e dai religiosi di tutti gli ordini presenti a Reggio37. E, naturalmente, dal miracolato Marchino, divenuto nel frattempo frate cappuccino. 176 Carlo Baja Guarienti Il miracolo, il santuario e la fiera: riflessi di un culto L’adesione entusiasta della corte ferrarese alla causa della Madonna della Ghiara non stupisce. Alfonso II d’Este, estremamente attento alla vita spirituale dello Stato38, nell’appoggiare il culto della Vergine miracolosa segue i dettami del Concilio di Trento, che in un’ottica cristocentrica incoraggiano particolarmente la devozione rivolta ai santi più prossimi a Cristo, e dunque maggiormente capaci di esercitare quella intercessio (l’intercessione fra gli uomini e Cristo) che nella dottrina post-tridentina è parte essenziale del loro ruolo. In questa “gerarchizzazione della società celeste”39 Maria ha un ruolo di prima grandezza: in quanto madre di Cristo, come sottolineano l’antico e diffuso inno Ave maris stella (“Monstra te esse matrem / sumat per te preces / qui pro nobis natus / tulit esse tuus”) e la stessa iconografia della Madonna della Ghiara (“quem genuit adoravit”), la Vergine costituisce il tramite ideale per le preghiere rivolte dai fedeli al figlio40. Anche l’atteggiamento delle autorità ecclesiastiche e civili nei confronti del presunto miracolo, insieme prudente e aperto, risponde naturalmente alle direttive tridentine: i miracoli, lungi dall’essere negati, vengono incanalati dal Concilio – così come l’uso delle immagini – in forme devozionali considerate corrette e coerenti con il dettato teologico. E la devozione miracolosa per eccellenza è, per i teologi tridentini, quella tributata alla Madonna41. Ma non sono solamente le questioni dottrinali a guidare le autorità nei giorni successivi al miracolo e nei passi tesi, durante gli anni seguenti, a istituzionalizzare il culto della Madonna della Ghiara. Nel 1596 Alfonso II ha ormai seppellito da tempo due mogli (Lucrezia de’Medici nel 1561 e Barbara d’Austria nel 1572), uno slancio di crociata (nel 1566, al suo arrivo in pompa magna a Vienna, l’imperatore Massimiliano II ha già firmato la pace con i turchi), la questione della precedenza con i Medici (gara di prestigio vinta da Cosimo I nel 1569 con la nomina a granduca) e due improbabili sogni di onori regali (la corona elettiva di Polonia nel 1575, quella di Gerusalemme offerta da un finto turco sedicente inviato del sultano Murad III nel 1576). Ma soprattutto, i sudditi estensi – anche quelli reggiani, pur se geograficamente meno vicini alla corte – sanno bene che lo Stato è condannato: il duca, affetto da impotentia generandi, non ha più alcuna speranza di avere un figlio dalla terza moglie Margherita Gonzaga e la bolla Prohibitio alienandi et infeudandi civitates et loca Sanctae Romanae Ecclesiae, promulgata da Pio V il 23 maggio 1567, ha proibito inequivocabilmente 177 Un miracolo civico.La nascita del culto della Madonna della Ghiara le investiture feudali ai figli illegittimi. Una circostanza che sbarra l’unica via rimasta per la successione estense a Ferrara in quanto il parente più prossimo ad Alfonso II è Cesare, marchese di Montecchio, figlio di quell’Alfonso nato dall’amore del duca Alfonso I per Laura Dianti. Persa la speranza di dare continuità allo Stato, Alfonso II vive gli ultimi anni – propri e del ducato di Ferrara – immerso in uno sfarzo esagerato, fra feste, spettacoli e tardivi tentativi di competere in prestigio con il Granducato di Toscana; nel frattempo, i sudditi sono sempre più schiacciati dal peso delle tasse e dalla corruzione degli ufficiali di governo. Nella sua desolante relazione al granduca di Toscana Francesco I de’Medici, l’ambasciatore Raffaello de’Medici scrive nel 1587 che il paese, “tanto grasso, et fruttifero per natura”, va in rovina perché i contadini lasciano i poderi e se ne vanno: il peso delle gravezze imposte dal duca e dai suoi ministri è tale da non rendere più coltivabile una terra che altrimenti darebbe ottimi frutti42. Quando il duca muore, il 27 ottobre 1597, in un’atmosfera di caos e imminente disgregazione della corte i curiosi – non solo i cortigiani di più alto rango, ma persino i servitori – hanno libero accesso alla sua camera e qualcuno riesce persino a tirargli la barba in segno di scherno; il suo corpo, buttato in una cassa troppo piccola (tanto che qualcuno proporrà di spezzargli le gambe per accomodarlo), resterà insepolto in una legnaia per mesi43. Gli eruditi estensi si eserciteranno sul tema della legittimità della linea dei marchesi di Montecchio almeno per un altro secolo e mezzo, fino ai tempi di Ludovico Antonio Muratori, ma alla data della morte del principe il destino del ducato è segnato: Cesare si fa eleggere signore di Ferrara dal Giudice dei Savi, fa celebrare una messa solenne nel duomo e cavalca per le vie della città tentando di replicare le forme tradizionali del rituale civico d’investitura ducale, ma da Roma il feudo è dichiarato decaduto e revocato alla Camera Apostolica44. Il 12 gennaio 1598 le Convenzioni di Faenza, risultato della trattativa fra Lucrezia d’Este – poi comprensibilmente sospettata di sabotaggio – e il cardinale Pietro Aldobrandini fissano i termini della riconsegna dei feudi ferraresi e romagnoli alla Santa Sede. Si chiude così la plurisecolare vicenda del ducato di Ferrara45. Non finisce, tuttavia, il dominio estense: l’imperatore Rodolfo II, infatti, conferma a Cesare l’investitura dei due feudi imperiali, Modena e Reggio, e il 28 gennaio 1598 la corte si trasferisce a Modena. La scelta della nuova capitale deriva da molti fattori: il dominio estense sulla città è più antico di quello su Reggio (dopo una prima dedizione del 1288 e la cacciata nel 1306, i marchesi di Ferrara sono diventati a tutti gli effetti 178 Carlo Baja Guarienti signori di Modena nel 1336, mentre il possesso di Reggio risale al 1409), l’area urbana è più sviluppata, la popolazione è maggiore (nell’anno 1600 Reggio conta 11.028 bocche, Modena probabilmente non è lontana dalle 20.00046), il naviglio facilita i traffici con il Po47, la nobiltà ha un potere più radicato ed è maggiormente incline a frequentare la corte ferrarese. Si può quindi comprendere quale importanza rivestirà il miracolo di Marchino nel clima di depressione economica e disgregazione politica (prima solo presagita, poi drammaticamente concreta) in cui è immerso lo Stato estense; un clima che a Reggio, dopo la devoluzione di Ferrara, si aggrava per la marginalizzazione politica cui la città è condannata per i secoli a venire. Il “tanto favore fatto da questa così gran Reina alla sua città”48 – per usare le parole rivolte dal vescovo Rangone al duca Alfonso all’indomani del miracolo – è un segnale di speranza accolto con entusiasmo dai reggiani e dai loro governanti, rassicurati dall’idea della protezione accordata dalla Vergine (colei che, nell’iconografia della Madonna della Misericordia, accoglie i fedeli sotto al proprio manto) alla città e ai suoi abitanti. Letta in questa luce di ruolo ‘civico’del miracolo, anche la forma definitiva assunta dalla chiesa – il cui progetto, come si è visto, vede un’evoluzione negli anni – non è probabilmente priva di significato: gli edifici di culto mariano a pianta centrale, infatti, sembrano essere una scelta preferenziale per quelle forme di religiosità civica che assumono particolare rilevanza nel XV e XVI secolo49. Ma questa protezione spirituale, come sanno bene le autorità, è anche destinata a tradursi presto in dati materiali. Il primo è la realizzazione della nuova e grande chiesa, la cui fabbrica sempre più imponente catalizza capitali e conferisce prestigio alla città; il secondo è l’istituzione della fiera, che avrà una storia plurisecolare50. Già dopo il primo miracolo e l’inizio della fabbrica, infatti, folle di devoti provenienti da tutta la pianura padana cominciano a recarsi in pellegrinaggio all’immagine sacra, concentrandosi in particolare intorno alle due ricorrenze della guarigione di Marchino e della Natività: al fine di gestire (e sfruttare economicamente) questo flusso di pellegrini e viaggiatori, nel 1600 si decide con il benestare del duca Cesare di istituire per l’anno successivo una fiera annuale che avrà il suo primo svolgimento dal 29 aprile al 6 maggio 1601. Per favorire l’afflusso di mercanti e acquirenti si stabilisce di concedere otto giorni annuali di esenzione (differenziata a seconda della provenienza e natura delle merci) dalle gravezze e dai dazi. Nel giro di un paio d’anni (1603) vengono edificate botteghe effimere in legno da 179 Un miracolo civico.La nascita del culto della Madonna della Ghiara affittare ai mercanti e nel 1624 l’area adibita al mercato viene ampliata; la fiera durerà fino al 1861, quando verrà cancellata dopo una disastrosa nevicata, e sarà poi riportata in vita nel Novecento nella forma e con la nuova collocazione temporale (inizio settembre) che ha ancora oggi. Conclusioni Gli eventi soprannaturali – quelli che, secondo il dizionario Treccani, trascendono “i limiti dell’esperienza e della conoscenza umana” – sono un oggetto storiografico inconsueto e, anche per l’oggettiva difficoltà di verifica storica, arduo. Chi si è confrontato con le molteplici facce di questo oggetto per decifrarne la sintassi ha messo gli strumenti dell’antropologia storica al servizio di un obiettivo tutt’altro che marginale: mostrare come i fenomeni soprannaturali, registrati con sorprendente frequenza nelle fonti medievali e della prima età moderna, possiedano spesso un’intima coerenza con il contesto sociale e politico che li ha prodotti e tramandati alla memoria dei posteri51. Indagare su questi fenomeni è per lo storico un’opportunità duplice: essi sono illuminati dal contesto e, a loro volta, lo illuminano. Di conseguenza, scartarli come oggetti storiografici marginali o bizzarri sarebbe un errore di prospettiva dell’uomo del XXI secolo in quanto la loro estraneità ai “limiti dell’esperienza e della conoscenza umana” non cancella un dato di fatto incontrovertibile: l’umanità che li ha prodotti e tramandati li riteneva possibili e, anzi, ne era profondamente influenzata. Reali o meno (valutazione che compete non allo storico, ma al singolo con il proprio personale cosmo culturale), i miracoli hanno spesso contribuito a plasmare la storia. 180 Carlo Baja Guarienti 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Iotti 1999, p. 13. Le fonti originali relative al processo e alla costruzione della Basilica sono state pubblicate quasi integralmente da Monducci 1998, Iotti 1999 e Iotti 2000: a questi testi rimando per le collocazioni dei singoli documenti negli archivi (principalmente ASRe, ASMo, AMG, AVRe). Sui miracoli e il percorso che conduce alla costruzione della chiesa cfr. anche (fra l’abbondante bibliografia) la puntuale ricostruzione di Monducci, Rossi 1997. Monducci, Pirondini 1985, pp. 258-259. Isachi, seguito dalla maggior parte degli storici successivi, indica nel 1573 la data di esecuzione dell’affresco. Le prime tappe della devozione popolare intorno all’opera del Bertone sono narrate minuziosamente già negli anni venti del Seicento dal sacerdote Michele Tagliavini, figlio della vedova: cfr. Tagliavini 1624. Sulla produzione dell’immagine e le trasformazioni della piccola cappella in cui si trovava cfr. Monducci, Rossi 1997, pp. 19-21. Nel punto in cui fu realizzata l’immagine del Bertone esisteva, già nella prima metà del XVI secolo, una precedente immagine oggetto di devozione: Isachi 1597, pp. 3-4. Sulla posizione del Concilio di Trento in merito ai miracoli cfr. Prosperi 1981, p. 188 e Sodano 2010, passim. Iotti 1999, p. 14. Copie del verbale del processo si trovano in ASRe, fil. 2226, Congregazione sopra gli affari della B.V. della Ghiara. Processi per i miracoli della B.V. della Ghiara 1596-1597, fascicoli A e B. Su questi due fascicoli cfr. anche Rocca 1984. Iotti 1999, pp. 13-14. Iotti 1999, p. 16. Iotti 1999, pp. 16-17. 10 Iotti 1999, p. 19. 11 Iotti 1999, p. 17. Oggi Castelnovo ne’Monti. Iotti 1999, pp. 20-21. Iotti 1999, pp. 22-23. Iotti 1999, pp. 23-25. I teologi convocati sono: Camillo Bosi, canonico della cattedrale e commendatario del priorato di San Giacomo Zebedeo; Antonio da Reggio, abate dei canonici regolari di Santa Maria delle Grazie; Paolo Maria da Genesio, priore di San Domenico; Paolo Maria da Porretta, predicatore domenicano e teologo, già presente nella prima congregazione; Teodoro da Scandiano, predicatore servita e teologo; Giovanni Antonio da Reggio, francescano. I canonisti: Prospero Zanelletti, vicario generale del vescovo; Bartolomeo Toscano, arcidiacono della cattedrale; Guglielmo Casellini, magiscola della cattedrale; Ludovico Arlotti, canonico della cattedrale. I medici: Francesco Tinti, priore del collegio dei medici, e Marcello Signoretti, Francesco Zanotto Masini e Giovanni Barossi. Cfr. Iotti 1999, pp. 25-26. Iotti 1999, p. 27. Iotti 1999, pp. 29-32. Iotti 1999, pp. 33-34. Iotti 1999, pp. 34-37. Su Agapito Corteregia, frate domenicano bergamasco inquisitore a Parma (dal 1594 al 1604) e in seguito a Como, cfr. Ballarini 1619, p. 208; inoltre Ceriotti, Dallasta 2008, pp. 59-60. Sull’attività inquisitoriale a Parma cfr. anche Ceriotti 2010. La deposizione di Marchino è in Iotti 1999, pp. 42-47. 181 Un miracolo civico.La nascita del culto della Madonna della Ghiara 23 I verbali delle indagini sui miracoli sono pubblicati in Iotti 1999, pp. 51-160. A essi è dedicata anche l’opera in due parti redatta dai notai Giovanni Miari e Pellegrino Vellani, cancellieri della curia vescovile di Reggio, per ordine del vescovo Rangone: Miari, Vellani 1597 e Miari,Vellani 1598. Sulla società reggiana così come emerge dai racconti dei miracoli cfr. anche Anceschi Fresta 1996. 24 Il documento di conferma è conservato in copia in AMG, fil. 83, fasc. 17; cfr. anche Iotti 2000, p. 11. 25 La Madonna della Ghiara 1983 p. 13. 26 Di questa incisione è noto un solo esemplare, quello al centro della guarigione miracolosa, conservato nella chiesa di Fivizzano: Davoli 1978, scheda 8. Sul “miracolo finanziario” testimoniato da Camillo Biancolini (o Branchini) cfr. Miari,Vellani 1598, capp. 38-39 Sulla diffusione delle immagini devozionali a stampa della Madonna della Ghiara cfr. anche Davoli 1978, scheda 9. 27 Monducci 1998, p. 25, doc. 34. 28 Monducci 1998, p. 44, doc. 55. 29 Monducci 1998, p. 35, doc. 35. 30 Monducci 1998, pp. 43-45, docc. 54-58. 31 Monducci 1998, pp. 47-48, docc. 60-61. 32 Isachi 1597, p. 117. 33 Monducci 1998, p. 50, doc. 66. 34 Il secondo progetto potrebbe non essere completamente di Balbo, ma contenere rimaneggiamenti forse di Francesco Pacchioni: cfr. Mussini 1997, p. 36. Sull’architettura del tempio cfr. anche Mussini 1996 con successive precisazioni in Mussini 1998b. Sull’evoluzione del quartiere dei Servi di Maria cfr. Gobbo 1997a, che si basa sul manoscritto Campione del Convento della Miracolosa Madonna dei Servi di Reggio, steso nel 1607 dal priore del convento Arcangelo Ballottini. 35 Monducci 1998, pp. 50-51, docc. 66-67. 36 Per l’arrivo di Alfonso e Margherita a Reggio cfr. Monducci 1997, pp. 25-26; per la medaglia cfr. Isachi 1597, p. 41; inoltre, Iotti 2000, pp. 12-15. 37 Isachi 1619, p. 59. 38 Cfr., per esempio, Belvederi 1986. 39 Burschel 1996, pp. 321-322. 40 Burschel 1996, in particolare pp. 309-311 e 325-328. 41 Prosperi 1984. Sulla posizione del Concilio di Trento nei confronti del culto della Madonna e delle immagini cfr. inoltre Prosperi 2001, pp. 158-162. 42 Chiappini 2001 p. 339. Per la crisi agricola degli anni ottanta e novanta cfr. anche Rombaldi 2001, pp. 66-68 e 129; inoltre, Barbieri Maccarini 2007, p. 172. 43 Ricci 2008, p. 127 44 Folin 2000, p. 44. 45 Sulla devoluzione e i suoi riflessi sul corpo dello Stato cfr. Biondi 2000. Inoltre, sulle “capitolazioni di Faenza” e l’insediamento nella nuova capitale cfr. Rombaldi 1989, pp. 7-24. 46 Rombaldi 1989, p. 84. 47 Barbieri Maccarini 2007, p. 172. 48 Monducci 1998, p. 25, doc. 33. 49 Adorni 1997, p. 71. 50 Sulla fiera cfr., oltre all’intervento di Alberto Attolini in questo volume, Attolini 2007, pp. 185-187 e la relativa bibliografia. 182 Carlo Baja Guarienti 51 Penso per esempio a Marc Bloch per il tocco taumaturgico dei re di Francia e d’Inghilterra (Bloch 1924), ad Albano Biondi e Carlo Ginzburg per la stregoneria (in particolare Biondi 1981 e Ginzburg 1989), a Vito Fumagalli per le apparizioni dei morti (Fumagalli 1982), a Ottavia Niccoli per le varie forme del profetismo rinascimentale (Niccoli 1987), a Gabriella Zarri per il fenomeno delle “sante vive” (Zarri 1990). 183 INDICE DEI NOMI Affarosi Antonio, tesoriere del Santo Monte di Pietà di Reggio Emilia 205 Benedetto XI, papa 24 31 32 33 34 Affarosi Claudio, magistrato 173 Benedetto XIV, papa 332 Agresti Livio, pittore 131 422 Alabanti Antonio, padre generale dei Servi di Maria 94 Benizi Filippo, santo, priore generale dei Servi di Maria 29 30 31 35 48 191 235 330 Alberti Durante, pittore 131 Bentivoglio - Ippolito, marchese 339 - Margherita 289 296 301 318 365 370 - Ludovico, vescovo di Città di Castello 273 - marchesi di 62 - Pietro, cardinale 116 178 199 313 365 368 Bertacchi Pellegrino, vescovo di Modena, 287 Aleotti Giovan Battista, architetto 112 113 251 Bettelli Giulio da Imola, maestro di cappella 63 75 Alessandro IV, papa 29 Bianchi Giovanni detto il Bertone, pittore Angioletti Luca da Firenze, cantore 62 76 Annigoni Pietro, pittore 48 26 129 157 159 169 170 171 327 Anselmi Michelangelo, pittore 109 Biancolini Camillo, pittore 175 352 Antoniano Silvio, segretario del collegio cardinalizio romano 108 Bibiena Ferdinando, Francesco e Antonio, scenografi 257 Aretusi Cesare, pittore 112 113 Bolognini Giovan Battista, pittore 270 Arlotti Ridolfo, nobile e poeta 190 194207 209 244 Bombasi Asdrubale, latinista e collezionista 209 Attendolo Muzio, detto lo Sforza 93 Baglione Cesare, pittore 112 Bagnacavallo Bartolomeo, pittore 111 Balbo Alessandro, architetto 176 Baldi Angelo, storico 53 66 Baldini Pietro Paolo, pittore 46 Baldovinetti Alessio, pittore 45 Ballottini Arcangelo, priore del convento della Ghiara 110 121 196 265 Barbieri Giovanni Francesco detto il Guercino, pittore 145 146 194 219 Barocci Federico, pittore 112 119 Bartoli Ercoliano, stampatore 291 306 318 325 359 Becchesini Prospero, cantore 56 75 Aldobrandini Bona Ottavio da Colorno, cantore 72 70 71 Bonaretti Pietro, cantore 76 78 Bonone Carlo, pittore 125 219 220 Bonvicini Bartolomeo, incisore 161 Bonvicino Ambrogio, scultore 116 Borgani Francesco, pittore 147 Borlasca Bernardino, compositore 61 75 Borlenghi Battistino, cantore 59 76 Borromeo - Carlo, santo, vescovo di Milano 111 141 145 159 266 390 - Giulio, cappellano di San Bartolomeo a Guastalla (RE) 99 Bosi Ercole, nobile e fabbriciere 206 209 218 Boulanger Jean, pittore 139 159 266 433 Brami Claudio, nobile 207 Brandani Federico, pittore 136 Brettoni Edoardo, vescovo di Reggio Emilia 334 Busana Giovan Battista, giureconsulto 190 217 Bussotti Dionisio, priore generale dei Servi di Maria Caccia Giovanni Ambrogio, vicario vescovile 74 299 Calcagni Certani Giacomo, pittore 161 273 306 360 Cesari Giuseppe detto il Cavalier d’Arpino, pittore 116 Cesi - Bartolomeo, pittore 112 114 115 - Lavinia, dama 297 - Nicolò, conte 297 - Pierdonato, cardinale 111 Chierici Alfonso, pittore 211 56 59 75 76 77 - Francesco, nobile 197 Chiesa Alfonso, cantore - Girolamo, nobile 193 194 195 196 197 Clemente VI, papa 35 89 Clemente VIII, papa 116 117 119 135 \36 175 252 265 273 286 296 328 337 365 366 413 - Narciso, nobile 197 202 Calderoni Giulio, pittore 134 Calvaert Denys, pittore 112 113 Canossa Guglielmo, signore di Bianello (RE) 92 Cantarini Simone, pittore 48 Capocci Raniero, cardinale legato papale 27 Cochi Bartolomeo, stampatore 160 Codebò Girolamo, vescovo di Reggio Emilia 266 304 - Annibale, pittore 119 Coduri Flaminio, letterato - Ludovico, pittore 109 112 113 114 218 219 227 286 338 339 343 Carracci Carrati Pietro, organaro 78 Cartari Vincenzo, trattatista 123 127 251 Casamatti Matteo, cantore 62 77 78 Casotti Girolamo, nobile 221 222 223 224 225 226 227 228 231 234 235 Cassioli Giuseppe, pittore 48 Castellini Gianluca, ambasciatore di Ercole d’Este e vescovo di Reggio Emilia 129 Castri Alfonso, notaio 202 Cattani Filippo, vescovo di Reggio Emilia 332 Cavazzoni Francesco, pittore 111 112 Cenni di Pepo, detto Cimabue, pittore 33 43 Ceretti Bartolomeo, cantore 434 56 75 77 Colonna Vincenzo, organaro 65 Coppellini Giacomo Antonio, arciprete della cattedrale di Reggio Emilia 202 Coppo di Marcovaldo, pittore 33 40 42 43 Corradini - Giovanni Battista, cantore 76 - Girolamo, canonico 190 Costeregia Agapito di Bergamo, inquisitore domenicano 293 Cremonini Giovan Battista, pittore 112 113 Cresti Domenico detto il Passignano, pittore 116 141 Crisanto, santo, patrono di Reggio Emilia 160 333 Crivelli Giovanni Battista, maestro di cappella 63 64 75 Curti - Bernardino incisore e pittore 161 254 - Girolamo, detto il Dentone, quadraturista 256 - Sebastiano, incisore 161 Daria, santa, patrona di Reggio Emilia 160 333 - Francesco IV, duca 162 Dal Corno Colonna Antonio, organaro 64 65 - Francesco V, duca 332 415 417 De Lacesa Michelino, notaio 92 135 - Francesco Maria, vescovo di Reggio Emilia 119 332 Degani Camillo, pittore - Ippolito, governatore di Tivoli 130 131 132 133 - Isabella 268 178 276 Del Monte Francesco Maria, cardinale 119 Del Sarto Andrea, pittore 45 48 49 124 Dell’Abate Ercole, pittore 119 - Lucrezia, duchessa di Urbino Desani Pietro, pittore 126 227 228 229 231 - Luigi, cardinale 133 - Maria Beatrice Ricciarda 391 396 Duccio da Buoninsegna, pittore 33 - Obizzo 289 Duchi Camillo, notaio 101 203 - Rinaldo, cardinale 254 Enrico VII di Lussemburgo, imperatore 35 Fabbriceria Laica della Ghiara 54 55 57 58 60 61 64 67 73 109 110 118 187 188 197 206 215 220 225 230 248 298 332 333 334 335 364 375 390 400 401 403 428 Este (d’) - Alessandro, cardinale, governatore di Tivoli 132 133 134 135 142 252 265 299 - Alfonso II, duca 94 133 136 147 176 177 178 252 253 256 276 278 280 283 286 297 359 365 368 - Cesare, duca - Ercole I, duca - Francesco I, duca 119 134 135 143 160 178 180 199 201 202 205 207 253 280 281 287 299 338 342 365 414 Farnese - Alessandro, cardinale 151 199 - Odoardo, cardinale 119 209 300 - Ranuccio, cardinale 147 - Ranuccio I, duca di Parma 282 293 296 297 298 370 Federico II, imperatore 26 Ferrabech Giovanni, pittore 112 Ferrantini Gabriele, pittore 112 113 Ferrari Luca, pittore 126 390 129 131 294 295 Filippi Antonio, architetto 100 Fiorentino Gian Battista, pittore 45 139 142 254 288 289 292 300 301 330 341 Fiorini - Francesco II, duca 301 331 - Francesco III, duca 132 - Giovanni Battista, pittore 113 - Pietro, architetto 112 Florimi Matteo, incisore 303 344 347 351 357 366 435 Folenghi Grazia, vedova Vicedomini, benefattrice 66 Gobbo, Fiorenzo Maria, pittore e critico d’arte 47 148 Gonzaga Fontana - Angelo Maria, incisore a Parma 288 307 - Giovanni, cantore 56 75 - Lavinia, pittrice 112 113 97 99 - Prospero, pittore 111 114 - Giulio Cesare, conte di Guastalla (RE) Fontanelli Flaminio, nobile 277 Francesco di Cristofano detto il Franciabigio, pittore 45 - Margherita, terza moglie del duca Alfonso II d’Este 146 176 177 278 283 329 365 Francesco di Donato, priore dei Servi di Maria 90 Graffagnini Rocco, sagrestano 67 72 73 74 Gramigni Francesco, cantore 64 77 - Giovan Battista, erudito 254 Grandi - Lorenzo, pittore 117 222 225 226 227 229 234 - Cornelio, maestro di cappella 64 75 - Ottavio Maria, organista 68 79 Francia Giacomo, pittore 112 229 - Antonio, podestà di Reggio Emilia e poi di Modena 139 266 Francini Andrea, pittore - Girolamo, poeta e segretario del duca di Modena 139 Franchi Franza Iacopo, pittore 111 Fulloni Antonio, presidente della Fabbriceria 335 378 Fumagalli Ambrogio, pittore 48 Fungai Bernardino, pittore 40 Gabbi - Caterina 219 - Giorgio, nobile 217 218 221 225 231 360 Gaibara Ercole detto Ercole del Violino, violinista 63 Garbieri Lorenzo, pittore 220 Gatti Bernardino detto il Soiaro, pittore 109 148 Gavasseti Camillo, pittore 205 206 228 Gessi Francesco, pittore 227 Ghisoni Stefano, notaio e cancelliere della Fabbriceria della Ghiara 56 197 215 216 222 225 230 275 Graziani Gregorio X, papa 30 Gregorio XIII, papa 365 Gregorio XV, papa 134 270 Guidetti Achille, canonico 171 Guido da Baiso, vescovo di Reggio Emilia 91 345 Guido di Pietro detto il Beato Angelico, pittore 45 Ieronimo da Treviso, pittore, 111 Isacchi Giovan Battista, ingegnere 251 Lafontaine Pietro, patriarca di Venezia 334 Lana Ludovico, pittore 142 159 227 Laurenzi Alemanno, padre provinciale 265 360 dei Servi di Maria 361 Lauro Giacomo, incisore 159 Leone XIII, papa 23 Leoni Ottavio, pittore 135 Giovannello da Cotigno, uomo d’armi 93 Levaloro Caterina, miracolata 355 366 Giovanni Battista da Parma, priore del 296 convento dei Servi di Reggio Emilia Liatalsky Janusz, duca polacco, devoto 339 alla Madonna della Ghiara Giovanni da Firenze, vicario generale provinciale dei Servi di Maria 67 73 Ligorio Pirro, architetto e archeologo Giovanni di Paolo, pittore 44 436 130 131 265 267 268 269 270 271 274 286 288 336 345 355 371 - Lucrezia, prima moglie di Alfonso II d’Este 178 - Raffaello, ambasciatore 178 Memmi Lippo, pittore 43 Menghi Silvestro, mansionario della cattedrale di Reggio Emilia 108 Lodi Mario, pittore 141 [Menozzi] Paolino, cantore 59 76 Lombardo Veronese Rinaldo pittore 134 119 422 Loth Carlo Giovanni, pittore 49 Merisi Michelangelo da Caravaggio, pittore Messirotti Camillo, cantore 59 62 76 Minghelli Mario, nobile 202 203 204 Minozzi Marcello, cantore 64 77 Missori Alfonso, pittore 49 Mitelli Giuseppe Maria, incisore 161 259 Lindner Carlo, storico Maccio Paolo, poeta 360 Magnani Gian Battista, architetto 195 Malaguzzi Claudio, conte 216 Malvasia Carlo Cesare, storico dell’arte 111 145 186 205 211 225 226 227 228 229 256 Modigliani - Gianfranco, pittore 140 56 75 176 134 Montanari Simone, cantore Mandl Michal Bernard, scultore 48 Manfredi Carlo, incisore 161 Morandi Francesco detto il Terribilia, pittore bolognese Manodori Pietro, sindaco di Reggio Emilia 416 Margherita, figlia di Baldassarre da Gassano, miracolata 352 355 Maria Anna d’Austria 416 Maria Luigia di Parma Mancini Annibale, pittore 140 - Livio, pittore Morelli - Cosimo, architetto, 115 - Lazzaro, scultore 48 Munarini Sebastiano, 220 178 416 Muratori Ludovico Antonio, storico e letterato Marini Benedetto, pittore 118 Muziano Girolamo, pittore 131 Marino Giovan Battista, poeta e scrittore 134 Nebbia Cesare, pittore 151 Marliani Gian Agostino, vescovo di Reggio Emilia 331 Neroni Matteo, pittore 131 Martinozzi Laura, duchessa 331 Nicolini Tommaso, cantore 56 58 75 78 Mascagni Arsenio, pittore 109 Novo Gian Giacomo, scultore 194 195 Masini Pellegrino, benefattore 60 64 329 Massari Lucio, pittore 141 Odoardo, duca di Parma Massimiliano II, imperatore 139 177 Matteo Maria Boiardo, poeta 95 119 198 209 289 300 Mattioli Giulio, cantore 62 76 Orelli Francesco, scultore 195 Mauruzi della Stacciola Nicola, conte 136 137 138 Lelio, pittore Mazzola Bedoli Girolamo, pittore 109 Mazzoni, Alfonso, cantore 62 63 75 35 129 133 139 144 157 158 162 224 327 Orsini Medici (de’) - Cosimo I, granduca di Toscana 94 253 282 - Fulvio, bibliotecario, antiquario e iconografo 125 198 - Francesco I, granduca di Toscana 177 - Nicola, impresario teatrale 423 437 Pacchioni - Alberto, architetto 175 - Francesco, architetto e scultore 191 199 203 217 218 221 231 233 277 - Giovanni Prospero 172 174 Pagani - Chiara, figlia illegittima di don Girolamo Pagani 202 - Francesco, nobile e arciprete della Pieve di San Faustino 201 202 203 204 205 Paleotti - Alfonso, arcivescovo 265 273 - Gabriele, cardinale 108 110 112 113 114 115 119 130 328 Palladini Paolo, organista 68 70 79 Palma Jacopo il Giovane, pittore 189 190 191 192 207 208 211 217 220 229 232 235 267 Pico Alessandro, cardinale 142 281 Pietro da Verona, frate domenicano e inquisitore 24 25 26 Pietro Paolo da Castelletto, organista 65 79 Pignatelli Carlo da Perugia, cantore 71 76 Pio Enea, governatore di Reggio Emilia 175 Pio V, papa 177 397 Pio XII, papa 336 Pizzaccheri Orazio, canonico della Pieve di San Faustino di Rubiera 199 Pratissoli - Alfonso 198 - Ludovico, pittore 36 129 170 224 328 - Paolo, fabbriciere 194 Procaccini - Camillo, pittore 113 118 189 190 225 226 - Giulio Cesare, pittore 109 110 112 118 Pucci Antonio Maria, santo 49 Pupini Biagio, pittore 112 Querenghi Antonio, letterato 113 Panciroli Guido, giureconsulto 267 Panni Antonio, cantore 62 76 Panzeri Nazareno, scultore 48 Raffaelli Pietro, vescovo di Reggio Emilia 333 Paolo da Porretta, teologo domenicano 171 Rainaldi Girolamo, architetto 116 117 135 Paolo V, papa 117 133 286 329 338 Ramusani Francesco, consigliere della Fabricceria 335 Pastarini Pietro, cantore 56 75 Patrini Giuseppe, incisore 161 Pellegrino Laziosi da Forlì, santo 48 Pellicei Agnese, miracolata 294 303 352 356 Peranda Sante, pittore 142 143 Perlasca Simone, incisore 160 Perucci Orazio, pittore 194 204 218 220 223 224 229 291 Piccinini Antonio e Carlo, cantori 62 76 438 Rangone - Claudio, vescovo di Reggio Emilia 116 117 130 146 170 173 174 179 277 278 286 294 297 328 329 332 337 338 339 357 359 413 - Pietro, priore dei Santi Giacomo e Filippo 419 Rangone Michelangelo, organaro 65 78 Sadeler Ranzani Cherubino 73 342 - Johan I, incisore e stampatore Rascicotti Donato, stampatore 159 Ravani Cosimo da Lucca, organaro 53 66 67 72 73 74 78 158 159 160 161 357 358 359 - Justus, incisore e stampatore 160 Realino Bernardino, 353 Sampoli Nicola, architetto e scultore Reni Guido, pittore bolognese 211 Ricci Camillo, pittore 144 146 160 Ripa Cesare, accademico e trattatista 123 126 199 200 201 203 204 205 222 226 227 231 235 241 242 330 374 Sandrini Tommaso, quadraturista 109 110 256 Rocca - Gaetano, prevosto 199 - Giovanni incisore 162 Rocchetti Gabriele, cantore 62 76 Sanvitale Gianfrancesco, conte 282 Rodani Caterina, moglie di Girolamo Casotti 223 Sapiti Pietro da Todi, priore generale dei Servi di Maria 34 35 Rodolfo II, imperatore 178 365 Savi Romagnoli Pietro, incisore 162 - Giovanni, pittore 120 Romani Giuseppe, pittore 211 - Ventidio, cantore Roncalli Cristoforo detto il Pomarancio, pittore 116 58 59 61 62 75 76 Roselli - Cosimo, pittore 48 - Matteo, pittore 48 Rubini Ercole, cronista 198 199 200 201 202 204 205 279 280 283 Ruffini Flaminio, mecenate e committente artistico 199 200 221 226 117 Ruggeri - Bonifacio, cavaliere e conte 207 - Brami Camilla, nobile 207 208 209 211 218 - Costantino, scultore 48 Sabbioni Giacomo, notaio 95 Sacchi Andrea da Ostia, cantore 62 76 Sacchis (de’) Giovanni Antonio detto il Pordenone, pittore 118 Savoia (di) - Isabella, principessa di Modena e Reggio Emilia 256 280 286 287 299 391 - Maurizio, cardinale 254 - Vittorio Emanuele II, re di Sardegna 416 Sbaigher Emanuele, detto il Todeschino, pittore 134 Scapinelli Carlotta, contessa 421 Scarsella Ippolito detto lo Scarsellino, pittore 119 144 229 257 Scaruffi - Gian Battista, figlio di Stefano 208 - Giulio, canonico 209 - Stefano, collezionista 186 210 211 231 Schedoni Bartolomeo, pittore 119 Schenoni Ippolito, maestro di cappella 59 61 62 63 75 Schiaminossi Raffaello, pittore 138 Scroffa Antonio, nobile 267 Sessi Orazio, conte 208 439 Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi 23 24 48 di Maria, santi (Bonfiglio, Bonagiunta, Manetto, Uguccione, Amadio, Sostegno e Alessio) Sforza Ludovico detto il Moro 294 Sigismondo III Vasa, sovrano della confederazione polacco-lituana e re di Svezia 286 338 339 Signoretti - Aurelio, maestro di cappella 54 75 - Marcello, medico 209 Sigonio Carlo, storico 108 Silva Giovan Battista, filosofo 194 208 Simonelli Angelo da Rubiera, maestro di cappella 56 58 69 75 Sirleto Guglielmo, cardinale e bibliotecario vaticano 108 Socche Beniamino, vescovo di Reggio Emilia 336 Sorri Pietro, pittore 116 Spaccini Giambattista, cronista 274 275 277 279 280 285 289 299 328 341 Spada Leonello, pittore Squadroni Francesco, pittore 107 108 110 124 135 205 210 211 218 232 256 160 Succi Giacomo, pittore 115 Svampa Domenico, arcivescovo di Bologna e legato pontificio 333 Tagliavini Giulia, custode della Sacra Immagine 36 170 327 Talami Orazio, pittore 161 192 Tamo Angelo, stampatore 359 360 Tiarini Alessandro, pittore 107 108 118 125 134 186 200 205 211 227 Tirelli Claudio, organista 68 70 79 Torelli - Francesco, conte di Montechiarugolo 299 - Guido, signore di Montecchio 440 92 Toschi - Domenico, avvocato 109 116 139 252 - Giovan Battista, vescovo di Narni 135 Triva Antonio Domenico, pittore 118 Trivulzio Gian Giacomo, politico e militare 129 Trotti Giovan Battista detto il Malosso, pittore-architetto ducale, 122 277 Turco Alfonso, conte 398 Valesio Giovanni Luigi incisore 160 258 Vallisneri Carlo, conte 172 Vasari Giorgio, pittore, architetto e storico dell’arte 111 Vasconi Alessandro, falegname 218 Vecchi De Giovanni da Borgo San Sepolcro, pittore, 131 Vecellio Tiziano detto il Tizianello, pittore 148 149 Vellani Pellegrino, notaio 291 342 368 Vigarani - Gaspare, architetto 252 255 256 - Giovanni, architetto 257 Vincenti Onofrio, cantore 56 75 Vincenzi Carlo, stampatore 166 Viotti Anteo, stampatore 306 307 360 Vitali Giovanni Girolamo, maestro di cappella 59 65 75 Wierix Antonius, incisore e stampatore 159 Zanelletti Prospero, vicario generale della Curia vescovile 171 Zaniboni Francesco, maestro di cappella 59 75 Zanotti Masini Francesco, medico 204 Zoboli - Angelo Maria, rettore di San Zenone 332 (RE) - Giacomo, pittore 131 Zuccari Federico, pittore 131 132 Zucchi Giacinto, cantore 64 77 BIBLIOGRAFIA Manoscritti A. Del Re, s. d. (XVII sec.) Dell’Antichità Tiburtine, I, cap. I e II, la Fondazione di Tivoli, s.d., Biblioteca Apostolica Vaticana, coll. 4814-4815 Cavazzoni 1603 F. Cavazzoni, Pitture et sculture et altre cose notabili che sono in Bologna e dove si trovano..., 1603, Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, ms. B 1343; pubblicato in Francesco Cavazzoni, Scritti d’arte, a cura di M. Pigozzi, Bologna 1999, pp. 12-83 Campione 1607 Campione del convento della Miracolosa Madonna de’Servi di Reggio cominciato nel 1607, AVRe Rubini 1613a Historia della città di Reggio de’suoi tempi (1584-1614), BMRe, Mss. Turri, C 123 Rubini 1613b E. Rubini, La historia della città di Reggio descritta dal sig. Ercole Rubini reggiano, copia di P. Fontanesi, BMRe, Mss. Regg., F 366 Isachi post 1630 A. Isachi, Reggio preservato dalla peste over racconto delle provisioni spirituali e temporali fatte in detta città gli anni pestilenti 1630-1631-1632 et degli accidenti et gratie particolari ricevute dalla Beata Vergine Madri d’Iddio miracolosa nella sua Santa Imagine, ms. 1630-1632, copia di F. Franchi, BMRe, Mss. Regg, D 52 (dell’opera di Isachi uscì a stampa solo il sommario: vd. Festanti 1974, p. 272, n° 32) Fontanesi 1817 P. Fontanesi, Memorie di professori di musica reggiani, 1801-1817 ca., BMRe, Mss. Regg., E 24/2 Opere a stampa Cartari 1556 V. Cartari, Le imagini con la spositione de i dei de gli antichi, Venezia 1556 Cartari 1571 V. Cartari, Le imagini de i dei de gli antichi, Venezia 1571 Borromeo 1577 C. Borromeo, Instructionum fabricae, et supellectilis ecclesiasticae libri 2, Mediolani 1577 Inventioni 1579 Inventioni di Gio. Battista Isachi da Reggio, nelle quali si manifestano vari secreti et utili avvisi a persone di guerra e per i tempi di piacere, Parma 1579 Spaccini 1588-1636 G. B. Spaccini, Cronaca di Modena, 1588-1636, 6 voll., a cura di Albano Biondi, Rolando Bussi e Carlo Giovannini, (Materiali per la storia di Modena medievale e moderna, X), Modena 1993-2008 (senza indici analitici) [I (1588-1602), a cura di A. Biondi, R. Bussi, 1993; II (1603-1611), a cura di R. Bussi, C. Giovannini, 1999; III (1612-1616), a cura di R. Bussi, C. Giovannini, 2002; IV (1617-1620), a cura di R. Bussi, C. Giovannini, 2002; V (1621-1629), a cura di R. Bussi, C. Giovannini, 2004; VI (1630-1636), a cura di R. Bussi, C. Giovannini, 2008]. La prima edizione della Cronaca, pubblicata solo fino al 1622, è G. B. Spaccini, Cronaca di Modena, 1588-1636, [in realtà 1588-1622], 3 voll., a cura di G. Bertoni, T. Sandonnini, P. E. Vicini, (Monumenti di storia patria delle provincie modenesi. Serie delle cronache, 16-19), Parma 1911-1936 (con indici analitici) [I (1588-1599), a cura di G. Bertoni, T. Sandonnini, P. E. Vicini, 1911; II (1600-1602), a cura di P. E. Vicini, 1917; III (1603-1622), a cura di P. E. Vicini, 1936] 441 Garzoni 1594 M. Garzoni, Successo dell’immagine dela Beatissima Madonna dei Miracoli di Lucca. Et altre rime spirituali, Lucca 1594 Isachi 1597 A. Isachi, Relatione della miracolosa Madonna di Reggio, parte prima. Scritta in lettere a diversi…, Reggio 1597. Miari, Vellani 1597 G. Miari, P. Vellani, Sommario delli miracoli, et delle gratie riceuute per intercessione della gloriosissima Vergine Maria, all’imagine sua miracolosa nella città di Reggio. Parte prima, Reggio 1597 (rist. anastatica in Iotti 1999, pp. 199-278) Miari, Vellani 1598 G. Miari, P. Vellani, Sommario delle gratie, e miracoli ricevute per intercessione della gloriosissima Vergine Maria, all’imagine sua miracolosa nella città di Reggio. Parte seconda, Reggio 1598 (rist. anastatica in Iotti 1999, pp. 279-347) Isachi 1600 A. Isachi, Breve narratione dell’Origine et Miracoli della Madonna di Reggio, Reggio Emilia 1600 Clemente Papa Ottavo 1602 Clemente Papa Ottavo alli Servi di Maria che portano l’habito della Compagnia, eretta all’Altare della Madonna di Reggio, nella Chiesa dei Servi..., Bologna 1602 Ripa 1603 C. Ripa, Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall’antichità et di propria inventione, Roma 1603 (testo stabilito da P. Procaccini, Torino 2012) Paciani 1607 F. Paciani, Dell’arte di governare bene i popoli, et di fare che il Principe in un medesimo tempo sia temuto e amato, di Fulvio Paciani conte, cavaliero e dottore modenese, opera… dedicata al Serenissimo Signore Cosimo de’Medici, Siena 1607 Del Re 1611 A. Del Re, Dell’Antichità tiburtine capitolo V diviso in due parti dal dottore Antonio Del Re tiburtino, Roma 1611 Cartari 1615 V. Cartari, Le vere e nove imagini de gli dei delli antichi di Vincenzo Cartari Reggiano ridotte da capo a piedi in questa novissima impressione alle loro reali, & non piu per l’adietro osservate simiglianze... da Lorenzo Pignoria Padovano aggiontevi le annotationi... con le allegorie sopra le imagini di Cesare Malfatti... et un catalogo del medesimo di cento piu famosi dei della gentilita..., Padova 1615 Giani 1618-1622 A. Giani, Annalium sacri Ordinis fratrum Servorum b. Mariæ, a suæ institutionis exordio centuriæ quatuor, Florentiæ, ex typographia Cosmi Iuntæ, 1618-1622, 2 voll. (ed. Garbi 1719-1725) Ballarini 1619 F. Ballarini, Compendio delle croniche della città di Como, Como 1619 Isachi 1619 A. Isachi, Relatione intorno l’Origine, solennità, Traslatione, et Miracoli della Madonna di Reggio, Reggio Emilia 1619 Maccio 1619 P. Maccio, Damon Virgiliocento in translationem B. Mariae Virginis Rhegij Lepidi. Paulus Maccius infarciebat, et Illustriss.is Bonon.is Reipublicae Senatoribus dono dabat, Bononiae 1619 Rime 1619 Rime fatte in honore della solennissima traslatione della Madonna delli Servi di Reggio. Ad istanza delli devoti & humili servi di essa Maria Vergine, Parma 1619 442 Cilli 1624 Alessandro Cilli, Historia delle sollevationi notabili seguite in Pollonia gli anni del Signore 1606, 1607, 1608, Pistoia 1624 Tagliavini 1624 M. Tagliavini, Compendioso racconto, dal quale s’intende, quali persone hebbero cura della miracolosa imagine della Madona di Reggio; qual fosse il suo principio; e quali fossero le sue prime gratie, & miracoli, Reggio Emilia 1624 Merula 1627 P. Merula, Santuario di Cremona, nel quale si contengono non solo le vite dè santi di tutte le chiese, e di quelli, i cui corpi in alcune di esse si riposano, mà anche le reliquie, e cose notabili di ciascuna di esse. Nuouamente dato in luce dal R.D. Pellegrino Merula, Cremona 1627 Alberti 1642 G. B. Alberti, Dell’apparitione della Madonna santissima di misericordia di Savona e delle miracolose sue imagini in Italia, libri quattro, Genova 1642 Franchi 1642 G. B. Franchi, Breve racconto de’fuochi d’allegrezza fatti dalla città di Reggio per la promotione al cardinalato dell’eminentissimo e reverendissimo signor Prencipe Rinaldo d’Este, Reggio Emilia 1642 Gabbi 1645 G. Gabbi, Racconto de’Santi primi vescovi di Reggio et altrj dell’istessa città, Parma 1645 Cartari 1647 V. Cartari, Imagini delli dei degl’antichi ridotte da capo à piedi […] da Lorenzo Pignoria padoano aggiontevi le Annotationi […], Venezia 1647 Ferreri 1648 D. Ferreri, Il Curioso discreto. Tessitura di vari discorsi, scolastici, istorici, e morali. Dif. Domenico Ferreri seruita libri cinque, Cremona 1648 Masini 1650 A. Masini, Bologna perlustrata, in cui si fa mentione ogni giorno in perpetuo delle fontioni sacre, e profane di tutto l’anno. Delle chiese, e loro feste, indulgenze, reliquie, corpi santi, Bologna 1650 Gumppenberg 1657 W. Gumppenberg, Atlas Marianus siue De imaginibus deiparae per orbem christianum miraculosis auctore Guilielmo Gumppenberg e Societate Iesu, Jngolstadii 1657 Gamberti 1659 D. Gamberti, L’idea di un prencipe et heroe christiano in Francesco I d’Este di Modena e Reggio duca VIII, Modena 1659 Martii 1665 F. Martii, Historia ampliata di Tivoli, Roma 1665 Masini 1666 A. Masini, Bologna perlustrata. Terza impressione notabilmente accresciuta in cui si fa mentione ogni giorno in perpetuo delle fontioni sacre, e profane di tutto l’anno, Bologna 1666 Veridico racconto 1666 Veridico racconto dell’Origine, Progressi, et Miracoli della Madonna di Reggio, con la descrittione d’alcune solennità e del Tempio, dichiarandosi le di lui pitture e sculture et nominandosi gl’Autori di quelle, Modena 1666 (rist. anastatica Reggio Emilia 1999) Gumppenberg 1672 W. Gumppenberg, Atlas marianus quo sanctae Dei genitricis Mariae imaginum miraculosarum origines duodecim historiarum centuriis explicantur. Auctore Guilielmo Gumppenberg, e Societate Iesu, Monachii 1672 Buonvicino 1673 P. Buonvicino, Relatione storica della B. V. della Ghiara, Reggio Emilia 1673 443 Alemanno Laurenzi 1674 A. Laurenzi da Bologna, Epistola sacra nella solenne coronattione della miracolosa imagine di Maria Vergine, Bologna 1674 Benamati 1674 G. B. Benamati, Istoria della città di Guastalla, Parma 1674 (rist. anastatica Bologna 1967) Buonvicino 1674 P. Buonvicino, Breve ristretto di gratie, e miracoli della Madonna di Reggio, Reggio Emilia s. a. [1674] Il Trionfo 1674 Il Trionfo di Maria Vergine. Machina in guisa di Carro Trionfale, Bologna 1674 Le Muse Oranti 1674 Le Muse Oranti nel Trionfo della Beatissima Vergine, rappresentato sul Carro Trionfale dell’Archiconfraternità detta della Visitazione presso Sant’Agostino di Reggio, Bologna 1674 Marino 1674 G. B. Marino, La Galleria del Cavalier Marino. Distinta in Pittura e Scultura, Venezia 1674 Certani 1675 G. Certani, Maria Vergine Coronata. Descrizione, e dichiarazione della divota solennità fatta in Reggio lì 13 Maggio 1674, Reggio Emilia 1675 (rist. anastatica Sala Bolognese 1974) Malvasia 1686 C. C. Malvasia, Le pitture di Bologna, Bologna 1686 (rist. anastatica Bologna 1969) Moresini 1692 A. Moresini, Origine delle chiese dedicate a Maria Vergine Gran Madre di Dio, & riuerite dalle quattro parti del mondo, cioè Asia, Africa, Europa e America, oue sono descritte le principali deuotioni: & d’alcune cose notabili operate da Dio Sig. Nostro in gratia di Lei e a favore de’suoi devoti. E nel fine l’origine delle chiese dedicate a diuersi santi nella citta di Venetia, & nelle sue isole addiacenti. Raccolte dal R. P. Alessandro Moresini Minor Osseruante di San Francesco, teol. padre della Prouincia di S. Antonio, Parma, 1692 Disegni di vari altari 1713 Disegni di vari altari e cappelle nelle Chiese di Roma con le loro facciate fianchi piante e misure de più celebri architetti, [Roma 1713] Garbi 1719-1725 L. M. Garbi, Annalium sacri Ordinis fratrum Servorum b. Mariæ Virginis auctore f. Archangelo Gianio Florentino ejusdem instituti in Florentina universitate sac. theol. magistro, Lucæ 1719-1725, 3 voll. Biancolini 1749-1771 G. B. G. Biancolini, Notizie storiche delle chiese di Verona raccolte da Giambatista Biancolini. Libro primo [-ottavo ed ultimo], Verona 1749-1771, 9 voll. Zanetti 1771 A. M. Zanetti, Della pittura veneziana e delle opere pubbliche de’veneziani maestri libri V, Venezia 1771 Tiraboschi 1781 G. Tiraboschi, Biblioteca Modenese, I, Modena 1781 Tiraboschi 1783a G. Tiraboschi, Biblioteca Modenese, III, Modena 1783 Tiraboschi 1783b G. Tiraboschi, Biblioteca Modenese, IV, Modena 1783 Tiraboschi 1786 G. Tiraboschi, Biblioteca Modenese, VI, Modena 1786 Orsini 1790 B. Orsini, Descrizione delle pitture, sculture, architetture e altre cose rare della città di Ascoli, Perugia 1790 444 Tiraboschi 1794 G. Tiraboschi, Memorie Storiche Modenesi col Codice Diplomatico, IV, Modena 1794 Istoria della miracolosa Immagine 1802 Istoria della miracolosa Immagine di Maria Santissima che sotto il titolo dell’Adorazione si venera nella chiesa dell’insigne Prepositura di Fivizzano di cui è la Patrona principale, Parma 1802 [consultabile on line full text: http://books.google.it/] Ticozzi 1817 S. Ticozzi, Vite dei pittori Vecelli di Cadore libri quattro di Stefano Ticozzi, Milano 1817 Litta 1819 P. Litta, Famiglie celebri italiane, VII, fasc. 86, Pico della Mirandola, Milano 1819 Romani 1829-1830 G. Romani, Memorie storico-ecclesiastiche di Casalmaggiore dell’abate Giovanni Romani. Volume primo [-terzo], Casalmaggiore 1829-1830 Cantalamessa Carboni 1830 G. Cantalamessa Carboni, Memorie intorno i letterati e gli artisti della città di Ascoli nel Piceno, Ascoli Piceno 1830 Balicki 1831 X. W. Balicki, Miasto Tarnów: pod wzgledem historycznym, statystycznym, topograficznym i naukowym [La città di Tarnów: suoi aspetti storici, statistici, topografici e scientifici], Tarnów 1831 [consultabile on line] Pitture di Bartolomeo Cesi 1833-1834 Pitture di Bartolomeo Cesi esistenti nella cappella di S. Maria Nunziata detta de’Bulgari in Bologna disegnate e pubblicate per la prima volta da Gaetano Canuti bolognese dedicata agli amici delle Belle Arti, Bologna 1833-1834 Cicogna 1834 E. A. Cicogna, Delle Iscrizioni Veneziane, IV, Venezia 1834 Antoldi 1835 F. Antoldi, Guida pel forestiere che brama di conoscere le opere più pregevoli di belle arti nella città di Mantova, Mantova 1835 Pezzana 1837-1859 A. 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Baruffaldi, Vite de’pittori e scultori ferraresi scritte dall’arciprete Girolamo Baruffaldi con annotazioni, I, Ferrara 1844 Baruffaldi 1846 G. Baruffaldi, Vite de’pittori e scultori ferraresi scritte dall’arciprete Girolamo Baruffaldi con annotazioni, II, Ferrara 1846 445 Valle 1850 G. M. Valle, Notizie storiche intorno al Santuario di S. Maria dell’Olmo a Montecchio di Reggio, Modena 1850 Cicogna 1853 E. A. Cicogna, Delle Iscrizioni Veneziane, VI/2, Venezia 1853 Allodi 1856 G. M. Allodi, Serie cronologica dei vescovi di Parma, Parma 1856 Ronchini 1863 A. Ronchini, La Steccata di Parma. Memorie storico-artistiche, “Atti e memorie delle Deputazioni di storia patria per le province modenesi e parmensi”, I, 1863, pp. 169-215 Campori 1870 G. Campori, Raccolta di cataloghi ed inventarii inediti di quadri, statue, disegni, bronzi, dorerie, smalti, medaglie, avori, ecc. dal secolo XV al secolo XIX, Modena 1870 (rist. anastatica Bologna 1975) Campori 1871 G. 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Meta di pellegrinaggi, luogo deputato alle espressioni del fervente culto popolare, teatro di solenni cerimonie organizzate dal potere, sede di vivaci attività commerciali, di fiere e mercati, è un insigne monumento civico che nei primi decenni del Seicento ha richiamato i principali artisti emiliani (da Ludovico Carracci a Leonello Spada, da Alessandro Tiarini al Guercino, da Carlo Bonone a Luca Ferrari) impegnati in un programma iconografico incentrato sul ruolo salvifico della Vergine entro una strategia volta al sostegno della pietà e della devozione, rigorosamente sorvegliata dalla comunità religiosa dei Servi di Maria che si insediò in città nel 1313. Il volume raccoglie i contributi con i quali, nella ricorrenza del settimo centenario dell’ingresso in città dei Servi di Maria, un selezionato gruppo di specialisti delle diverse discipline ha illustrato, in un convegno promosso nel novembre 2013 dalla Fabbriceria laica della Beata Vergine della Ghiara, i diversi aspetti sociali originati dall’improvvisa guarigione soprannaturale di Marchino, garzone quindicenne di un beccaio, sordomuto dalla nascita. Prezzo € 30,00 IVA comp.