Italian language

Elementary metaplasmic analyses of forename levels in twenty coats of arms: King Afonso of Algarve (Portuguese), Queen Petronilla of Aragon (Latin), King Ludwig of Bavaria (German), King Leopold of Belgium (French), Count Ramon of Barcelona (Latin), Franz Joseph of Bosnia-Herzegovina (German), Marquess João Carlos of Aracati (Portuguese), Emperor Pedro of Brasil (Portuguese), Queen Isabella of Spain (Spanish), Emperor Napoleon of France (French), Emperor Francis of the Holy Empire (German), Empress Victoria of India (English), King Umberto of Italy (Italian), King Godfrey of Jerusalem (French), Emperor Agustín of Mexico (Spanish), King Frederick of Prussia (Low German), King Carlos of Portugal (Portuguese), King Edward of Scotland (English), King Richard of England (English) and Mendes of Portugal (Portuguese).

Le frasi eccettuative sono frasi subordinate che introducono una restrizione sulla validità del contenuto espresso nella reggente. Si veda il seguente esempio:

(1) Un cartello all’entrata offre il benvenuto a chi può arrivar qui solo per sbaglio, a meno che non conosca già, per suoi imperscrutabili motivi, questo remoto angolo di pianura («La Repubblica» 29 agosto 2009)

Vanno distinte dalle frasi esclusive, che introducono un’esclusione rispetto alla reggente, sottolineando il mancato verificarsi di una circostanza, nonché dalle limitative, che esprimono una circostanza entro la quale il contenuto della reggente è da considerarsi valido.

Parents' assessment of children's development in the first and the second language is an essential part of their family language policy (FLP) and an important component of parent–child communication. This paper presents a pilot study focused on Russian-speaking immigrant parents' assessment of their children's language knowledge in Russian as a first language and Hebrew as the second language in the context of their FLP. The research questions were as follows: How is parents' assessment of their children's bilingual language development linked to their choice of bilingual versus monolingual preschool education? To what degree are parents' reports of their children's language knowledge similar or different to their children's actual language knowledge? Which domains of language knowledge do parents relate to or ignore when assessing their children's language development? The sample consisted of 27 children (14 from bilingual and 13 from monolingual kindergartens), and their parents. Two sets of measurements were used, one to obtain parents' reports on child's knowledge of Russian and Hebrew and the other to assess children. The finding points out parents' insensitiveness to the length of the children's utterances and their tendency to rationalise FLP by overestimating their children's general language knowledge.

Non-word (NW) repetition in children with specific language impairment (SLI) is a skill related to, but genetically separate from, grammatical ability. Prosodic structure of the syllables may bridge the gap between these two abilities. A NW repetition task was compared in a group of 15 preschool Italian children with SLI (ranged in age from 3;11 to 5;8) and 15 younger typically developing children (aged from 2;11 to 3;7) matched for mean length of utterance (TD-MLU). Grammatical ability was tested through a probe for direct-object clitic pronouns which is one of the most useful clinical markers in the Italian language. In NW repetition, children with SLI deleted more syllables than the TD-MLU children. The omission of weak syllables in a pre-stress position was a significant predictor of the omission of clitic pronouns. The present study shows that the link between grammar and NW is due to a prosodic characteristic that is more universally challenging in children with SLI.

This paper focuses on the urban graffiti painted with a political message by different
movements of the Italian political radicalism in the cities of Rome, Florence, Massa,
Carrara, Verona and Udine. For the purpose of this article, during the period from June
2011 to June 2012, a total of 165 graffiti have been photographed, of which 83 painted by
neo-fascist groups, 72 by extreme left groups and 10 by anarchist groups. These three
macro communities, made of different subgroups, emerged as the most active in expressing
their antagonism towards the parliamentary parties with their graffiti that combine semantic
(words) and semiotic (images) elements. An analysis of the collected graffiti’s language
form, meaning and context allows for the identification of the variety of styles of
communication adopted by the different political antagonisms and the different contents of
their communication through graffiti as well as the key elements of their political identities.
Key words: political radicalism, graffiti, linguistics

1. Premessa. Oggetto della nostra comunicazione è l'evoluzione storica di alcune strategie morfologiche concorrenziali nella formazione dei nomi dei mestieri in italiano. I nomi di mestiere rientrano nella categoria più ampia dei nomi d'agente, dove per agente si intende normalmente il ruolo semantico dell'iniziatore intenzionale, dunque tipicamente [+umano], di un'azione cui corrisponde in un enunciato la funzione sintattica di soggetto. Dal punto di vista semantico-pragmatico si possono identifi care diversi tipi di denominazioni agentive. Si può distinguere tra denominazioni che implicano una predicazione virtuale e iterativa, e denominazioni che implicano una predica-zione attuale e semelfattiva. Le prime si possono ulteriormente suddividere in classi-fi canti, che indicano la funzione dell'agente nella divisione sociale del lavoro, cioè il suo mestiere, e caratterizzanti, che gli assegnano un comportamento abituale. La categoria semantica dei nomi di mestiere può essere realizzata sia con mezzi lessicali, sia con mezzi morfologici. Rientrano nel primo caso: le parole ereditate dal latino, che non sono parole complesse (sarto) o almeno non sono più analizzabili (mugnaio < molinarium); i latinismi, che pur formati con mezzi morfologici nella lin-gua d'origine non sono trasparenti in italiano (orefi ce, veterinario); i prestiti, adattati (facchino, aguzzino, visagista, sciuscià) e no (coiffeur, sommelier, broker, vocalist); le metonimie e le antonomasie da nomi propri (violino, cicerone, fi garo). Nel secondo caso, i procedimenti morfologici usati sono suffi ssazione, prefissazione, composizione (anche neoclassica), conversione e riduzione. L'italiano possiede un discreto numero di suffi ssi di diversa produttività che formano nomi di mestiere soprattutto da basi nominali o verbali e, meno spesso, da basi aggettivali o avver-biali:-aio/-aia,-ai(u)olo/-ai(u)ola,-ano/-ana,-ante,-aro/-ara,-ar(u)olo/-ar(u)ola,-essa,-iere(o)/-iera,-igiano/-igiana,-ino/-ina,-ista,-nte,-one/-ona,-otto/-otta,-tore/-tora,-trice. I pochi prefi ssi che occorrono nella formazione di nomi di mestiere (pro-, sopra-, sotto-, vice-, ecc.) indicano la posizione in una gerarchia. Per quanto riguarda la composizione, accanto ad alcuni elementi formativi, neoclassici (-coltore,-grafo,-logo, ecc.) e non (-vendolo), specializzati nella formazione dei nomi di certi tipi di professioni, il tipo VN è quello più usato e documentato; tra i composti NN la maggioranza ha come primo elemento capo-. Una strategia compositiva che è cresciuta nel tempo consiste nel ricorso a costruzioni di tipo polirematico (assistente di volo, ecc.). Svolgono un ruolo marginale la conversione - di aggettivi (armato, bancario,

This study will present a tool designed for meaning extraction with monoclausal sentences in Italian. Its main features will be illustrated with instances of the Italian causative clause type featuring the verb fare 'make' (e.g. Egli fa piangere il bambino 'He makes the child cry'), a construction which invariably embeds a clause (e.g. Il bambino piange 'The child cries') with which it establishes an entailment relationship. The tool automatically accomplishes the following tasks: it answers relevant wh-questions (e.g. Who cries? Who makes someone cry?) and detects the entailment. Concurrent with this presentation, this study will also encourage a reflection on the research currently being conducted in Computational Linguistics and Natural Language Processing, in which data-driven approaches prevail over rule-based systems.

Da alcuni anni sempre piu studenti della Repubblica Popolare Cinese scelgono di studiare italiano come lingua straniera. Il presente articolo si propone di approfondire il fenomeno indagando gli aspetti di contesto della scuola Senmiao, una delle principali istituzioni private dedicate all’insegnamento dell’italiano in Cina. Strumento privilegiato dell’indagine e stato un questionario, somministrato nel mese di ottobre 2017 a un campione di studenti iscritti alla sede centrale della scuola, a Pechino: si e cercato di tracciare il profilo, le motivazioni e i progetti degli apprendenti sinofoni in relazione allo studio della lingua italiana, confrontando i risultati con le precedenti ricerche sulla diffusione della lingua italiana nel mondo. Studying italian in Beijing: a study of context Over the past few years, more and more Chinese students have chosen to study Italian as a foreign language in People’s Republic of China. This paper intends to further investigate the phenomenon by f...

Le frasi causali sono frasi subordinate che esprimono la causa o il motivo dell’evento codificato nella principale; più in generale, esse rientrano tra le costruzioni sintattiche che veicolano il rapporto di causa / conseguenza.
In particolare, la frase causale manifesta la causalità testuale in modo "regressivo", differenziandosi così dalla costruzione consecutiva, che la esprime in modo "progressivo":

(1) ora non ho fame [frase reggente = conseguenza] perché a pranzo ho mangiato tanto [frase causale = causa]

(2) a pranzo ho mangiato così tanto [frase reggente] che ora non ho fame [frase consecutiva].

Dall’osservazione dello spazio urbano della città di Roma, effettuato fra gennaio 2011 e giugno 2012, sono stati censiti e documentati 247 graffiti. Ciò che viene presentato in questo saggio è una prima analisi tematica del materiale raccolto. A questa centrale riflessione se ne accompagnano altre incentrate sul contributo che lo studio del graffitismo, osservato e documentato nello spazio urbano e linguistico della capitale italiana, può offrire relativamente a tematiche quali, per esempio, il rapporto diamesico fra lingua scritta e parlata, l’analisi delle varietà giovanili, le interferenze del dialetto e la creazione di neologismi.

"Der Beitrag untersucht den Diskurs des Fußballs und versucht, die
ihn konstituierenden Mechanismen zu definieren. Hierbei wird auch die Sprache der ‹ultras›, die an diesem Diskurs mitwirken, berücksichtigt. Ausgehend von Überlegungen Pier Paolo Pasolinis zum «linguaggio del calcio» und seiner Prägung der «podemi» wird durch die Analyse der häufigsten Neologismen, der Dynamik des Diskurses und der möglichen Interferenzen im Kontakt mit anderen Sprachen die Anregung zu einer weiteren linguistischen Beschäftigung mit dem Phänomen gegeben."

Il presente elaborato fornisce una ricognizione della diffusione della lingua e della cultura italiane in Svezia, contesto ritenuto particolarmente interessante: si tratta di stato tradizionalmente multiculturale e contraddistinto da un ricco panorama linguistico in cui però si tende a valorizzare, oltre allo svedese, solo l’inglese, considerato una sorta di seconda lingua ufficiosa. L’obiettivo è di indagare le modalità di apprendimento e diffusione dell’italiano e i profili dei suoi studenti e parlanti. 
Sebbene la crisi dell’italiano in Svezia rispecchi la crisi dell’italiano nel mondo, dovuta a una politica linguistica italiana tradizionalmente fallimentare (cfr. Vedovelli 2011), è possibile individuare alcune criticità specifiche del contesto svedese, come la scarsa motivazione nell’apprendimento delle lingue straniere diverse dall’inglese e l’adozione di riforme del sistema dell’istruzione che, contrariamente alle aspettative, hanno spesso aggravato il quadro già complicato. La conseguenza immediata è che gli studenti di italiano in tutti i contesti si sono fortemente ridotti negli ultimi anni. In secondo luogo, il panorama associativo italo-svedese appare incapace di coinvolgere un pubblico ampio e variegato: il rischio da scongiurare è che l’italiano in Svezia diventi unicamente una lingua di cultura per una nicchia di apprendenti di età avanzata. 
Pur adottando un taglio prettamente sociolinguistico, ci si è avvalsi delle scoperte derivanti dalla semiotica, dalla filosofia del linguaggio, dalla linguistica educativa e dalla glottodidattica. Oltre a seguire l’impostazione semiotico-linguistica fornita dal Quadro comune europeo di riferimento per le lingue, ci si è rifatti alle principali indagini sull’italiano nel mondo e ai più importanti contributi svedesi ed europei sull’argomento. La tesi si è basata sia un’accurata ricerca bibliografica e sitografica che su uno studio sul campo condotto presso licei, università e associazioni culturali della città e della contea di Stoccolma tramite l’ausilio di questionari e interviste. Sono stati raccolti dati in merito al numero, alle caratteristiche e alle motivazioni dei docenti e degli apprendenti, nonché alle modalità di insegnamento e promozione dell’italiano.
Il lavoro si articola in due parti: la prima, composta dai capitoli 2, 3 e 4, è dedicata all’inquadramento generale e comprende i modelli teorici di riferimento, le domande e ipotesi di ricerca, la descrizione delle peculiarità demografiche e sociolinguistiche del contesto svedese e la metodologia adottata; la seconda, invece, si concentra sull’esposizione dell’argomento della tesi, e si struttura in quattro capitoli. Il capitolo 5 illustra il sistema dell'istruzione nazionale, con particolare riferimento all’apprendimento delle lingue straniere. Il capitolo 6 verte sulla presenza dell’italiano in Svezia e sulle relative modalità di apprendimento e diffusione. Il capitolo 7 presenta la ricerca, mentre il capitolo 8 contiene l’analisi dei dati ottenuti. Infine, nel capitolo conclusivo si evidenziano punti di forza e limiti dello studio e si apre lo spazio per un futuro dibattito in merito al rilancio dell’italiano in Svezia.

This paper discusses the history of the acronym A.C.A.B. in the Italian language. It examines the mechanisms that have brought the acronym from the streets to literature and the role of the Skinhead and football Ultras sub-cultures in the language contact between English and Italian.

The aim of this paper is to present two new textbooks, whose publication has been financed by the Department of Romance Languages and Literatures of the Palacký University (Olomouc, Czech Republic). The first one is a collective book about the history of Italian literature in Middle Age and Renaissance; the second one is a short manual of Italian Syntax. Both of them have been mainly conceived for Czech students of BA. However, since they are written in Italian, they can be useful also for students of other countries (including Italy). The paper will show the main characters of these works, compared to other textbooks available on the market.

Nella ricerca linguistica esistono oggi diversi modelli teorici e questo si riflette anche negli studi di grammatica dell’italiano. L’assenza di una teoria linguistica omogenea e unanimemente accolta non significa però che manchino categorie e principi descrittivi ampiamente condivisi che segnano un netto scarto rispetto al modello di analisi su cui si è basato – e su cui si basa spesso ancor oggi – il metodo scolastico di insegnamento della grammatica. Il volume fornisce al lettore un panorama dei progressi compiuti dalla ricerca recente nella descrizione delle strutture della lingua italiana, attraverso l’analisi comparata delle più significative grammatiche ispirate ai principi della linguistica contemporanea apparse negli ultimi trent’anni.

Collocations are idiosyncratic lexical combinations: they are neither predictable nor deducible from other linguistic signs or from general principles. They represent a category of the phraseological studies and here they are examined within the business discourse. The purpose of the current article is that of providing a wide range of combinatorial lemmas from the business sphere and adding morphosyntactic and semantic explanations with the aim of making reflections on the differences and similarities between the Russian and Italian co-occurrences. Collocation studies insert themselves into the frameworks of natural language generation (the process of producing meaningful phrases and sentences in the form of natural language), computational lexicography (that automatically identifies the important collocations to be listed in a dictionary entry), parsing (the process of analyzing a string of symbols in natural languages), corpus linguistic research (the study of social phenomena like the reinforcement of cultural stereotypes through language) and teaching of foreign languages. Collocations constitute an open research field, which definition is at the same time controversial. Linguists usually propose two approaches: the first one is the open conception (Firth, 1975; Sinclair, 1966) that defines the collocations as syntactically and semantically compatible word bindings. The second one, the tight conception, examines instead the collocations as linguistic phenomena named phraseologisms that find themselves in the middle in the continuum between free combinations and idiomatic expressions, therefore they are often defined half-fixed expressions [Berišić 2017] At this point it is significant to provide a definition of phraseologism: it is a sequence of words called phraseological units, phraseologisms, word combinations, idioms, phrasemes, set phrases, lexical bundles, multiword expressions, lexical chunks that constitute the phraseology, the set of the "ready-to-use" phrases, "prefabs" of a language. However, this discipline has widened itself across the years: it does not study only the idiomatic expressions, but embraces also the word combinations and, consequently, the collocations [Ramusino Mollica 2019: 145-146].

I simboli e le immagini assumono, in Conversazione in Sicilia, un’importanza capitale, non solo per la “deviazione”, che è una caratteristica fondamentale di qualsiasi opera d’arte, ma anche perché, in questo suo romanzo, Vittorini utilizza simboli famosi e immagini tradizionali conferendo loro valori nuovi. Sarebbe il caso di menzionare che egli, per poter scansare la censura fascista, vuole «dire senza dichiarare», per la qual cosa una forte vena politica si cela e si svela insieme, come sotto un abito semitrasparente.
La presente vuole essere un'analisi dettagliata dei simboli e delle immagini in questo romanzo chiave della letteratura italiana del Novecento.

Fin dall'antichità la manifestazione visibile di emozioni è stata ritenuta sconveniente per persone di rango elevato, quali nobili, religiosi, dotti, oltre alle divinità. Già Platone nel IV secolo AC esprime contrarietà al rappresentare uomini importanti e divinità in preda al riso. I volti ritratti sono generalmente poco espressivi, con la bocca chiusa, i sentimenti dei personaggi possono essere desunti da altri elementi, quali la loro postura e il tema rappresentato, oltre che da una gestualità codificata come quella a cui fa ricorso Giotto. Solo bestie e creature mostruose o demoniache mostrano le loro fauci spalancate.

Nel '500 il concetto di decoro rinascimentale definisce il modo corretto e consono di rappresentare personaggi e situazioni, e subisce successivamente l'influenza delle posizioni ecclesiastiche emerse dal Concilio di Trento ed espresse in trattati come quello del Cardinale Gabriele Paleotti, in cui si disapprova l'esecuzione di raffigurazioni ridicole specie se a soggetto religioso, e viene esaltata la serena imperturbabilità dei martiri di fronte al supplizio.
Tuttavia il Rinascimento è anche un'epoca in cui l'approccio alla pittura diventa più scientifico, conformemente alla mentalità del tempo, dedita al recupero delle fonti storiche del passato alla luce delle scoperte e delle invenzioni più recenti, e in cui si applica la perfezione numerica e geometrica a tutte le arti. Non solo le architetture si conformano alle leggi della prospettiva, ma anche le persone vengono raffigurate secondo i principi dell'anatomia e della fisiognomica, discipline in cui fungerà da caposcuola Leonardo Da Vinci: le ossa vengono ricoperte di muscoli che guizzano sotto la pelle, e i volti si animano.

Gli artisti, in particolare in area lombarda, grazie anche proprio alla via aperta da Leonardo, cominciano a sperimentare nuovi soggetti, rappresentando situazioni in cui l'elemento principale che anima la scena è dato proprio dall'espressività del volto. Sempre in epoca rinascimentale ebbe grande fortuna un dipinto licenzioso quattrocentesco di Michelino da Besozzo raffigurante quattro popolani che ridono con un gatto, il quale fu reinterpretato da vari artisti dell'epoca, incluso un teorico della pittura come Giovanni Paolo Lomazzo, con l'inclusione di elementi leonardeschi.

Si tratta ancora però di una raffigurazione del sentimento espresso secondo canoni anatomici, che si manifesta con una precisa configurazione muscolare, mentre la capacità di raffigurare un sentimento vivo, colto nell'istante in cui si manifesta, arriverà grazie alla sensibilità femminile della prima pittrice di fama internazionale, Sofonisba Anguissola: il suo disegno Fanciullo morso da un gambero del 1554 circa, cattura l'istante del dolore, la nascita di un'emozione, ed ebbe fortuna immediata, influenzando grandi artisti del suo tempo, come Caravaggio, e direttamente o indirettamente altri di epoche successive. Si apre così la via al modo di intendere l'arte post-rinascimentale, quello delle Belle Arti, dove le arti non sono più espressione di una perfezione numerica, ma si nutriranno di affetti e sentimenti.

Lo studio prende in esame 36 slogan gridati durante le manifestazioni di piazza da militanti della destra extraparlamentare e dei movimenti neofascisti negli Anni di piombo e presenta un’analisi delle tematiche e del linguaggio adottati. Gli slogan censiti hanno evidenziato, attraverso un processo di cluster analysis, 5 aree tematiche cardine che consentono di determinare la struttura del pensiero politico e analizzare la sua evoluzione nel contesto storico. Il contributo procede, inoltre, a una valutazione del ruolo del linguaggio di piazza degli Anni di piombo, nella componente neofascista e di destra radicale, nei processi evolutivi del linguaggio politico e nella caduta del politichese, linguaggio dominante durante la Prima Repubblica.

Il contributo è dedicato alla formazione del linguaggio settoriale del design e al suo ruolo nella storia della lingua italiana del Novecento. L’emanciparsi della nuova disciplina dall’architettura — fin dagli anni Trenta del Novecento — e il suo rapido affermarsi nella realtà produttiva del boom economico italiano negli anni Cinquanta costituiscono le basi per la formazione di una lingua speciale. La lingua del design unisce e investe di nuovi significati gli elementi appartenenti sia ai linguaggi dell’arte e della tecnica sia alle lingue di filosofi ed economisti. Nel Novecento la prima pubblicazione dedicata interamente alla produzione artistica in serie, «Stile industria», diretta dall’architetto e designer Alberto Rosselli, proponeva una gamma di testi del tutto aderenti al pluristilismo della nuova disciplina — il design, nonché alla peculiare individualità di tutti i suoi artefici: da artisti ai teorici dell’architettura e del design, dai progettisti ai critici d’arte agli ideatori di messaggi pubblicitari. Il periodico trimestrale, poi bimestrale, di Rosselli accompagnò dal 1954 al 1963 la crescita della società italiana del boom economico, toccando un insieme di fenomeni e processi riguardanti diversi strati della popolazione coinvolti nella produzione e nel consumo dei beni. Col passar del tempo, e la progressiva acquisizione dell'importanza del design non soltanto nell’industria ma anche nella società, la lingua speciale della scrittura del e sul design divenne una delle fonti di innovazione dell’italiano, non soltanto a livello lessicale, con i tecnicismi affermatisi nell’uso, ma anche nella promozione di un modello testuale descrittivo, ricco di epiteti e termini astratti ("atmosfera", "comfort", "creatività" e "creativo", "essenzialità di linee", "funzionalità", "interazione"), costruito con periodi ampi e figure retoriche, in diversi testi pubblicitari di largo consumo.

Quando ci si riferisce a una lingua, si può intendere la lingua scritta o la lingua parlata. Ma che cosa vuol dire « lingua scritta » ? La lingua di romanzi e poesie, dei regolamenti e dell’amministrazione, di un manuale per l’uso di un computer o di un saggio scientifico, di quotidiani o riviste, della pubblicità, della corrispondenza, della lista della spesa, degli SMS … ? E « lingua parlata » ? Pensiamo, ad esempio, a una conversazione tra amici oppure a una conversazione più formale con una persona che non conosciamo o a una conversazione telefonica. In tutti questi casi non parliamo la stessa lingua. E gli italiani ? Quale lingua parlano e scrivono gli italiani del XXI secolo? È corretto parlare al singolare o sarebbe più giusto chiedersi quali lingue parlano e scrivono gli italiani?

In questo lavoro si è cercato di delineare lo stato dell’arte riguardo
all’insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Si è affrontato il tema della diffusione delle lingue in Europa, con la descrizione dei lavori che hanno portato il Consiglio d'Europa alla costruzione del "Common European Framework of Reference for Language". Si è successivamente ristretto l'interesse al solo ambito italiano, analizzando la storia dell'educazione linguistica in ambito scolastico. Si è in seguito descritta la condizione attuale della lingua italiana all'estero: dove e come viene studiata, cosa viene fatto per favorirne e monitorarne la diffusione, quali istituzioni sono coinvolte. Infine, il cuore della tesi comprende un’analisi degli strumenti ad oggi disponibili per la progettazione  didattica nell'ambito dell'italiano lingua straniera e seconda, con un particolare focus sui sillabi. La conclusione è dedicata all'ultimo lavoro pubblicato, il "Piano dei corsi ADA" curato dalla Società Dante Alighieri, il quale sembra spiccare per completezza, flessibilità e ambizioni.

La prima parte della corrente tesi di laurea magistrale è stata ampliata e approfondita e utilizzata come punto di partenza per la stesura del libro

La Crocifissione di Cristo tra arte, fede, e scienza
Un'indagine sulla Passione di Cristo attraverso le opere degli artisti, la tradizione cristiana, e le ricerche scientifiche

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La seconda parte è liberamente consultabile.


Nella seconda parte vengono identificati una serie di elementi figurativi specifici, tipici della Crocifissione. Da questa selezione viene costituita la struttura di un database che verrà popolato con un campione di opere  – Crocifissi e Crocifissioni – di un’area geografica circoscritta. Verranno quindi presentati gli elementi costitutivi della struttura del database, la ragione della scelta geografica, l’elenco dei luoghi e delle opere incluse, e l’analisi dei dati raccolti.

Η διδασκαλία της ιταλικής γλώσσας και του πολιτισμού στη Δευτεροβάθμια Εκπαίδευση (Γ΄ Γυμνασίου). Δύο διδακτικά σενάρια, κίνητρα και στάσεις μαθητών/μαθητριών. Στο: Φ. Γούσιας (επιμ.). Πρακτικά 7ου Πανελλήνιου Συνεδρίου: «Νέος Παιδαγωγός» (Αθήνα, 19 Σεπτεμβρίου 2020). Αθήνα: Εκδόσεις "Νέος Παιδαγωγός", 585-597.

Παρουσιάζεται τμήμα ενός ευρύτερου καινοτόμου προγράμματος (project) ομαδοσυνεργατικής, διεπιστημονικής και σημειωτικής εκμάθησης της ιταλικής γλώσσας και πολιτισμικής παράδοσης στη Δευτεροβάθμια Εκπαίδευση (Γ΄ Γυμνασίου, Επίπεδο Γλωσσομάθειας Α2: «Βασικές Γνώσεις»), το οποίο έλαβε χώρα σε δύο σχολικές μονάδες του Ν. Θεσσαλονίκης. Σκοπός της έρευνας, από τη μία πλευρά, είναι η παρουσίαση δύο προτεινόμενων διδακτικών σεναρίων με πυρήνα τη δημιουργικότητα, την ελεύ-θερη έκφραση ιδεών, τη λήψη πρωτοβουλιών, και την αλληλο-συνεργασία εντός της ομάδας, και από την άλλη, ο εντοπισμός και σχολιασμός της αποδοχής ή μη των νέων (εσωτερικών) κινήτρων, στάσεων/αντιλήψεων και ιδεών, από την πλευρά των μαθη-τών/μαθητριών. Προς υλοποίηση του παραπάνω στόχου διεξήχθη επιτόπια, περιορι-σμένη και εθνογραφική ποιοτική έρευνα, υπό τη μορφή ημι-δομημένων συνεντεύξεων με τους/τις μαθητές/μαθήτριες.

The teaching of Italian language and culture in Secondary Education (3rd Grade of Junior High School). Two teaching plans, motivations, and attitudes of students.

http://neospaidagogos.gr/index.html

Si pone in rilievo il ruolo di una rivista di disegno industriale, oggi design, nella storia dell'italiano contemporaneo. Fondata dall'architetto Alberto Rosselli nel 1954, la pubblicazione trimestrale e poi bimestrale, «Stile industria», accompagnerà per nove anni la crescita della società italiana del "boom" economico, dando una forma testuale e linguistica al dibattito intorno all’estetica della produzione in serie, e toccando nel contempo un insieme di fenomeni e processi riguardanti diversi strati della popolazione coinvolti nella produzione e nel consumo dei beni. La nuova realtà produttiva, che ha profondamente modificato la vita della società italiana condizionando a partire dagli anni Cinquanta gli usi e i costumi della quotidianità, ha trovato nella disciplina del design una delle manifestazioni più evidenti. Alla sua fisionomia di materia e tecnica e artistica corrispondeva appieno l’impostazione del periodico guidato da Rosselli. E così, nella scrittura "del" e "sul" design, le parole antiche, "forma" e "formale", "funzione", acquistano una nuova accezione circoscritta al lavoro del designer. All’epoca poco frequenti nella lingua d’uso, i termini che le affiancano, "funzionale" e "funzionalità", dal linguaggio tecnologico passeranno rapidamente in quello del commercio e della pubblicità, per fissarsi stabilmente nel lessico di settori diversi. A questi si aggiungono "efficienza" ed "estetica", l’antico "creativo" con il valore del tutto nuovo di ‘dotato di fantasia e inventiva’ e la neoformazione "creatività".

Da qualche tempo anche in Italia è aumentata l’attenzione per la procedura di revisione, in particolare del testo tradotto da altre lingue.
Nell’articolo si prendono in esame le cause che rendono necessaria la revisione di un testo tradotto a distanza di tempo, soprattutto alla luce dei fenomeni di cambiamento che hanno interessato l’italiano recente. 
Sulla base di studi che sottolineano una certa conservatività linguistica nelle traduzioni letterarie e non letterarie, si insiste sulla necessità che i revisori acquisiscano grande consapevolezza della norma dell’italiano di oggi e dell’accettabilità di diverse varietà di lingua. Il revisore, invisibile responsabile finale della qualità del testo, può utilmente servirsi delle riflessioni presentate nel dibattito corrente sulla nozione di errore nel contesto dell’apprendimento e della complessa attrezzatura messa a punto per la descrizione dell’italiano contemporaneo e delle sue varietà.

Nella terminologia grammaticale tradizionale locuzione è il nome generico che designa qualunque unità linguistica formata da più parole grafiche: per es., forze dell’ordine, prestare servizio, bello e buono, di male in peggio, fin tanto che, grazie a Dio, ecc.
Le locuzioni nascono come fenomeno di solidarietà lessicale,
nel dominio delle cosiddette collocazioni; rispetto a queste ultime, però, presentano un sovrappiù di compattezza sintattica e semantica (per es., la possibilità di sviluppare significati traslati, come nel caso delle espressioni idiomatiche; modi di dire), che ne giustifica l’assimilazione alle parole monorematiche (cioè composte da una sola parola).

1. Introduzione
Oggetto della nostra ricerca è l'analisi sia in sincronia sia in diacronia di alcune tra le diverse strategie morfologiche concorrenziali nella denominazione dei me-stieri in italiano. Essa è stata realizzata nell'ambito del progetto di ricerca nazionale (PRIN 2009) dedicato alla formazione delle parole nella storia dell'italiano, che intendeva studiare i meccanismi derivativi e compositivi anche sulla base di un apposito corpus diacronico, da mettere in rete, costituito da testi italiani di vario genere, non solo letterari, ma anche giuridico-amministrativi, scientifici e di carat-tere privato, e di diversa provenienza areale, dal Duecento fino alla prima metà del Novecento (il corpus, denominato MIDIA, è divenuto nel frattempo disponibile e consultabile online all'indirizzo http://www.corpusmidia.unito.it/). Lo scopo del progetto era quello di cogliere i mutamenti in diacronia (produttività crescente o ridotta di certi meccanismi derivativi e compositivi; loro diversa distribuzione in rapporto ai generi e ai tipi di testo; possibile origine regionale di alcuni di essi, ecc.). In questo contesto, ci è parso che affrontare la tematica dei nomi di mestiere potesse costituire un primo banco di prova, data la varietà, peraltro ben nota, dei procedimenti usati per formare nomi di professioni, che determinano fatti di poli-semia, omonimia e, soprattutto, sinonimia 1. . Dal punto di vista morfologico, i nomi di mestiere rientrano nella categoria più ampia dei nomi d'agente, dove per agente si intende normalmente il ruolo semantico dell'iniziatore intenzionale, dunque tipicamente [+umano], di un'azione cui corrisponde in un enunciato la funzione sintattica di soggetto.
* Università Roma Tre, Università dell'Aquila.
1 Una prima versione di questo lavoro è stata presentata nel 2013 al CILPR di Nancy (D'Achille/Grossmann 2016a) e verrà qui sviluppata e integrata con dati attinti anche dal corpus MIDIA, allora non ancora disponibile.