- Università degli Studi di Udine
Dip.to di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale (DIUM)
Palazzo Caiselli
Vicolo Florio 4
I 33100 Udine
- Romance philology, Romance Linguistics, Italian philology, History of Italian Language, Romanian Language, Medieval French Literature, and 22 moreMedieval Italian Literature, Medieval travel literature, Letteren, Historical Linguistics, Etymology, Travel Literature, Historical Syntax, Italian dialects, Language and Etymology, Prepositions, MARCO POLO, Italian Dialectology, Prepositional Phrase, Allegory (Literature), Roman de la Rose, Old French Literature, Leo Spitzer, Odorico Da Pordenone, G.B. Ramusio, Style and Stlistics, Odoric of Pordenone, and Old Italianedit
Giornate di Studio «Rosa Del Conte»
Istituto Toniolo di Studi Superiori
Istituto Storico Italiano per il Medio Evo
Università Cattolica del Sacro Cuore
Istituto Toniolo di Studi Superiori
Istituto Storico Italiano per il Medio Evo
Università Cattolica del Sacro Cuore
Research Interests:
Summer School STORIA DEL PENSIERO linguistico e semiotico Coordinamento Intersocietario per la Storia del Pensiero Linguistico e Semiotico - Esplorazioni filologiche per la storia del pensiero linguistico. Nuovi testi e antichi... more
Summer School STORIA DEL PENSIERO linguistico e semiotico Coordinamento Intersocietario per la Storia del Pensiero Linguistico e Semiotico - Esplorazioni filologiche per la storia del pensiero linguistico. Nuovi testi e antichi mondi.
Questo il filo conduttore e il focus metodologico dell'edizione 2018 della Scuola estiva CISPELS. Una storiografia senza accesso primario alle fonti non pone premesse adeguate al lavoro comparativo, interpretativo, ricostruttivo, argomentativo che è pure parte integrante dell'indagine. Perfino il lavorare su autori del '900 può sollecitare lo storiografo a munirsi di competenze filologiche, per attingere a quelli che Croce chiamava " scartafacci " , e che invece costituiscono la documentazione del lavoro preparatorio o dei progetti di ogni autore pubblicato. Ogni tradizione nazionale ha fatto i conti con dinamiche proprie, relativamente alle relazioni tra filologia e glottologia, filologia e linguistica teorica, filologia e filosofia. Scoprire o riscoprire queste dinamiche è uno degli obiettivi dell'edizione 2018 della Scuola, così favorendo un'attenzione puntuale alla testualità metalinguistica. La necessità di competenze filologiche specialistiche per affrontare epoche remote, tanto in Occidente quanto in Oriente, sarà rischiarata dai contributi dedicati alla semiotica medievale e al metalinguaggio maturato in ambiente indoeuropeo e orientale. Anzi, questa edizione 2018 intende inaugurare una consuetudine: aprirsi alle tradizioni extraeuropee, in direzione del Vicino, Medio, Estremo Oriente.
Questo il filo conduttore e il focus metodologico dell'edizione 2018 della Scuola estiva CISPELS. Una storiografia senza accesso primario alle fonti non pone premesse adeguate al lavoro comparativo, interpretativo, ricostruttivo, argomentativo che è pure parte integrante dell'indagine. Perfino il lavorare su autori del '900 può sollecitare lo storiografo a munirsi di competenze filologiche, per attingere a quelli che Croce chiamava " scartafacci " , e che invece costituiscono la documentazione del lavoro preparatorio o dei progetti di ogni autore pubblicato. Ogni tradizione nazionale ha fatto i conti con dinamiche proprie, relativamente alle relazioni tra filologia e glottologia, filologia e linguistica teorica, filologia e filosofia. Scoprire o riscoprire queste dinamiche è uno degli obiettivi dell'edizione 2018 della Scuola, così favorendo un'attenzione puntuale alla testualità metalinguistica. La necessità di competenze filologiche specialistiche per affrontare epoche remote, tanto in Occidente quanto in Oriente, sarà rischiarata dai contributi dedicati alla semiotica medievale e al metalinguaggio maturato in ambiente indoeuropeo e orientale. Anzi, questa edizione 2018 intende inaugurare una consuetudine: aprirsi alle tradizioni extraeuropee, in direzione del Vicino, Medio, Estremo Oriente.
Research Interests:
The conference will be a platform for all participants to discuss "Cross-cultural contacts during the period of Pax Mongolica". We will aim to investigate cross-cultural contacts and changes in worldviews during the Pax Mongolica spanning... more
The conference will be a platform for all participants to discuss "Cross-cultural contacts during the period of Pax Mongolica". We will aim to investigate cross-cultural contacts and changes in worldviews during the Pax Mongolica spanning from the mid-13th to the mid-14th century. The
foundation of the Mongol Empire permitted European missionaries and merchants to make their way from Europe to China or vice-versa. Travelling through Asia and undertaking business and religious
mission, they could encounter 'others', Asian peoples almost unknown to them. We will present research addressing the diverse aspects of cross-cultural contacts during the Mongol period: commerce between Europe and Asia, displacement of human beings and merchandises, attitudes
towards otherness, European imagination, perception of Asia in travel accounts, and new knowledge of Asia incorporated to world maps. This conference will provide an opportunity to redress misunderstandings and prejudices about the Mongol period and to make a reappraisal of that period.
foundation of the Mongol Empire permitted European missionaries and merchants to make their way from Europe to China or vice-versa. Travelling through Asia and undertaking business and religious
mission, they could encounter 'others', Asian peoples almost unknown to them. We will present research addressing the diverse aspects of cross-cultural contacts during the Mongol period: commerce between Europe and Asia, displacement of human beings and merchandises, attitudes
towards otherness, European imagination, perception of Asia in travel accounts, and new knowledge of Asia incorporated to world maps. This conference will provide an opportunity to redress misunderstandings and prejudices about the Mongol period and to make a reappraisal of that period.
Diversità delle lingue e universalità del linguaggio. Metodi di lettura e di analisi di testi fondativi. Questo il tema e il focus metodologico dell’edizione 2017 della Scuola estiva CISPELS. Una storiografia senza accesso primario alle... more
Diversità delle lingue e universalità del linguaggio. Metodi di lettura
e di analisi di testi fondativi. Questo il tema e il focus metodologico dell’edizione 2017 della Scuola estiva CISPELS. Una storiografia senza accesso primario alle fonti non pone premesse adeguate al lavoro comparativo, interpretativo, argomentativo che è pure parte integrante dell’indagine. Nel sottotitolo - un fil rouge che rimarrà costante nella programmazione della scuola - sta quindi la chiave d’accesso agli autori scelti per quest’anno. Si sono selezionate tre figure di spicco, appartenenti a epoche e ambienti formativi diversi: un filosofo razionalista e poligrafo dell’età moderna come Leibniz, un savant ricercatore di lingue a livello planetario che riflette sul linguaggio come Humboldt, un linguista contemporaneo come Chomsky, che ha istanziato un paradigma di ricerca con cui confrontarsi è ineludibile e istruttivo.
La Scuola estiva CISPELS 2017, alla sua seconda edizione, continua
quindi l’iniziativa pubblica del Coordinamento Intersocietario per la
Storia del Pensiero Linguistico e Semiotico, nato nel 2014/15 dalla
collaborazione di sei Società di area linguistico-semiotica: l’Associazione Italiana di Studi Semiotici (AISS), l’Associazione per la Storia della Lingua Italiana (ASLI), la Società di Filosofia del Linguaggio (SFdL), la Società Italiana di Filologia Romanza (SIFR), la Società italiana di Glottologia (SIG) e la Società di Linguistica Italiana (SLI).
Il CISPELS risponde all’esigenza di dare vita a un soggetto collettivo
che esprima la tradizione di studi storiografici nell’ambito delle scienze
del linguaggio coltivata in Italia e la promuova in ambito internazionale,
in analogia con l’International Conference on the History of the Language Sciences (ICHoLS), la Société d’Histoire et d’Épistémologie des Sciences du Langage (SHESL), la Henry Sweet Society for the History of Linguistic Ideas, lo Studienkreis Geschichte der Sprachwissenschaft.
e di analisi di testi fondativi. Questo il tema e il focus metodologico dell’edizione 2017 della Scuola estiva CISPELS. Una storiografia senza accesso primario alle fonti non pone premesse adeguate al lavoro comparativo, interpretativo, argomentativo che è pure parte integrante dell’indagine. Nel sottotitolo - un fil rouge che rimarrà costante nella programmazione della scuola - sta quindi la chiave d’accesso agli autori scelti per quest’anno. Si sono selezionate tre figure di spicco, appartenenti a epoche e ambienti formativi diversi: un filosofo razionalista e poligrafo dell’età moderna come Leibniz, un savant ricercatore di lingue a livello planetario che riflette sul linguaggio come Humboldt, un linguista contemporaneo come Chomsky, che ha istanziato un paradigma di ricerca con cui confrontarsi è ineludibile e istruttivo.
La Scuola estiva CISPELS 2017, alla sua seconda edizione, continua
quindi l’iniziativa pubblica del Coordinamento Intersocietario per la
Storia del Pensiero Linguistico e Semiotico, nato nel 2014/15 dalla
collaborazione di sei Società di area linguistico-semiotica: l’Associazione Italiana di Studi Semiotici (AISS), l’Associazione per la Storia della Lingua Italiana (ASLI), la Società di Filosofia del Linguaggio (SFdL), la Società Italiana di Filologia Romanza (SIFR), la Società italiana di Glottologia (SIG) e la Società di Linguistica Italiana (SLI).
Il CISPELS risponde all’esigenza di dare vita a un soggetto collettivo
che esprima la tradizione di studi storiografici nell’ambito delle scienze
del linguaggio coltivata in Italia e la promuova in ambito internazionale,
in analogia con l’International Conference on the History of the Language Sciences (ICHoLS), la Société d’Histoire et d’Épistémologie des Sciences du Langage (SHESL), la Henry Sweet Society for the History of Linguistic Ideas, lo Studienkreis Geschichte der Sprachwissenschaft.
Research Interests:
ALDO MENICHETTI, La terzina di Dante MARIA ANTONIETTA MAROGNA, Dopo la Commedia: l’uso della terzina nel Trecento ALVISE ANDREOSE, La rapida fortuna della terzina nel Veneto: Giovanni Quirini e Enselmino da Montebelluna VALENTINA NIERI,... more
ALDO MENICHETTI, La terzina di Dante
MARIA ANTONIETTA MAROGNA, Dopo la Commedia: l’uso della terzina nel Trecento
ALVISE ANDREOSE, La rapida fortuna della terzina nel Veneto: Giovanni Quirini e Enselmino da Montebelluna
VALENTINA NIERI, «L'Amor che ’mpera in cielo e quaggiù regge»: la terzina dantesca nel volgarizzamento della Consolatio di Alberto della Piagentina
LUCA MORLINO, La terzina di Boccaccio
MARIA ANTONIETTA MAROGNA, Dopo la Commedia: l’uso della terzina nel Trecento
ALVISE ANDREOSE, La rapida fortuna della terzina nel Veneto: Giovanni Quirini e Enselmino da Montebelluna
VALENTINA NIERI, «L'Amor che ’mpera in cielo e quaggiù regge»: la terzina dantesca nel volgarizzamento della Consolatio di Alberto della Piagentina
LUCA MORLINO, La terzina di Boccaccio
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Tutti gli articoli pubblicati su Medioevi sono sottoposti alla valutazione di due revisori mediante il sistema del double blind INDIRIZZO Redazione Medioevi
Research Interests: Germanic Philology, Alexander the Great, Codicology of medieval manuscripts, Dante Alighieri, Boethius, and 15 moreAttila the Hun, Courtly Love, Bologna, history of Bologna, History of Genoa, History of the Crusades and the Latin East, Early Yiddish Literature, Confraternities studies, Curial e Güelfa, Albertano da Brescia, Albertanus of Brescia, Albertanus Brixiensis, Attila, Carta de Logu, and Jacques Bongars
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The manuscript BnF fr. 1116 (= F) is the best surviving witness of the Devisement dou monde both for the quality of its reading and the form of its text, that offers the closest version to the original one. The language in which the work... more
The manuscript BnF fr. 1116 (= F) is the best surviving witness of the Devisement dou monde both for the quality of its reading and the form of its text, that offers the closest version to the original one. The language in which the work was first written – an Old French heavily sprinkled with morphological as well as lexical Italianisms – is considered as a representative example of the so-called «Franco-Italian». A certain number of linguistic features exhibited by F are peculiar to western Tuscany. At the same time, the ms. is characterised by a considerable number of Venetisms. The fragment of the Franco-Italian version recently discovered by C. Concina [2007], designated f, appears very similar to F, albeit with some variations. The aim of the paper is to provide a systematic comparison of F and f from a linguistic point of view. Both graphic and phonetic correspondences enable us to connect the source of F and f with the group of Old French manuscripts copied by Pisan scribes while incarcerated in Genoa’s prisons, following the battle of Meloria (1284).
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La ricerca prende in considerazione le lettere pubblicate nella Banca dati Gonzaga e provenienti da importanti città e realtà internazionali con il proposito di esplorare le influenze che esse hanno esercitato sulla pasticceria della... more
La ricerca prende in considerazione le lettere pubblicate nella Banca dati Gonzaga e provenienti da importanti città e realtà internazionali con il proposito di esplorare le influenze che esse hanno esercitato sulla pasticceria della corte gonzaghesca. Il dolce, simbolo di lusso e di piacere, è il più ricercato fra tutti i gusti. Ad ornamento di ogni piatto, lo zucchero è il protagonista di molte pietanze sulle tavole imbandite dei banchetti. Tra gusto e spettacolo, le preziose creazioni a base di zucchero accompagnano l’evoluzione dell’arte dolciaria dall’epoca moderna a quella barocca nella corrispondenza della Corte mantovana tra il 1560 e il 1626.
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Research Interests: Fortuna and Rubbettino
<p>An important section of Marco Polo's <i>Devisement dou monde</i> is devoted to the description of the magnificence of Qubilai's court. The traveller was particularly impressed by the splendour of the large... more
<p>An important section of Marco Polo's <i>Devisement dou monde</i> is devoted to the description of the magnificence of Qubilai's court. The traveller was particularly impressed by the splendour of the large vessel that contained the alcoholic drinks served to the guests attending the Khan's banquets. To describe this wonderful artifact, the Franco-Italian version transmitted by the manuscript BnF fr. 1116 chooses the word <i>peitere</i>, which is a deformation of the Venetian form <i>pitèr</i>/<i>pitèra</i>, designating 'an earthenware vase', 'a jar'. It also possible that the choice of this term was influenced by the word <i>pitare</i>, attested in the 'Levantine French' used in Cyprus during the late Middle Ages to designate 'a large earthenware vase', 'a large jar' for conserving wine. <br></p>
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According to Luigi Foscolo Benedetto’s prolegomena to the critical edition of 1928, the Italian translation of Marco Polo’s book published by Giovanni Battista Ramusio in the Secondo volume delle Navigazioni e viaggi («R») resulted from... more
According to Luigi Foscolo Benedetto’s prolegomena to the critical edition of 1928, the Italian translation of Marco Polo’s book published by Giovanni Battista Ramusio in the Secondo volume delle Navigazioni e viaggi («R») resulted from the collation of five different texts. One of his main sources was very close to the Latin translation preserved by the manuscript in the Archivio y Biblioteca Capitulares de Toledo, Zelada 49-20 («Z»), which displays supplementary contents of undoubted authenticity compared to the rest of the manuscript transmission. Recent research has proved that the Z-redaction progressively increased in size over the course of time. Some pieces of evidence suggest that Ramusio made his translation from a text containing further authentic variants compared to the model of the Zelada codex. The results reported in the present study confirm the hypothesis that the addenda distinguishing Z and R from all remaining witnesses are the product of Marco Polo’s reworking ...
Research Interests:
L’articolata distribuzione geografica delle varieta romene e un riflesso delle complesse vicende storiche che hanno interessato l’area balcanica e carpato-danubiana dalla tarda Antichita fino all’Eta moderna. Per secoli i romeni hanno... more
L’articolata distribuzione geografica delle varieta romene e un riflesso delle complesse vicende storiche che hanno interessato l’area balcanica e carpato-danubiana dalla tarda Antichita fino all’Eta moderna. Per secoli i romeni hanno convissuto con popolazioni di lingua diversa: ungheresi, slavi, albanesi, greci, tedeschi, turchi ecc. La formazione degli Stati nazionali (1821-1923) ha prodotto una prima semplificazione del quadro geo-linguistico, che, tuttavia, all’inizio del Novecento, rimaneva ancora estremamente variegato. In Romania risiedevano grosse minoranze alloglotte. Altrettanto cospicue erano le comunita romene presenti in altri Stati. Ben piu radicali e traumatici sono stati i mutamenti causati, nel Novecento, dai due conflitti mondiali, dai nazionalismi di destra e di sinistra e dall’imperialismo sovietico. La caduta del muro di Berlino, con la fine dell’URSS e la disgregazione della Iugoslavia, ha significato per alcuni gruppi minoritari il riconoscimento della loro specificita linguistica (romeni dell’Ucraina e della Vojvodina, aromeni della Repubblica di Macedonia). Limitati sono rimasti invece i diritti degli aromeni albanesi e dei romeni della valle del Timoc. La situazione piu critica e quella degli aromeni e dei meglenoromeni greci, che non godono di nessuna forma di riconoscimento. Nonostante i passi avanti compiuti negli scorsi decenni, il quadro complessivo appare piuttosto fosco a causa della forte contrazione demografica che ha interessato le comunita di lingua romena a partire dal 1989.
Research Interests:
... In queste opere il testo non riproduce dal punto di vista grafico e linguistico l&amp;amp;#x27;aspetto di una copia esistente, ma &amp;amp;amp; il prodotto di un&amp;amp;#x27;ipotesi ri-costruttiva. ... Alvise Andreose... more
... In queste opere il testo non riproduce dal punto di vista grafico e linguistico l&amp;amp;#x27;aspetto di una copia esistente, ma &amp;amp;amp; il prodotto di un&amp;amp;#x27;ipotesi ri-costruttiva. ... Alvise Andreose Universita di Padova Filologia del futuro! L&amp;amp;#x27;ECDOTICA NELL UNIVERSO DIGITALE ...
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Research Interests: Art and Francigena
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Secondo il cosiddetto «metodo lachmanniano», l’editore critico deve dimostrare la parentela tra i testimoni unicamente sulla base degl errori congiuntivi. Tuttavia, nel caso in cui questi scarseggino o manchino del tutto, è possibile che... more
Secondo il cosiddetto «metodo lachmanniano», l’editore critico deve dimostrare la parentela tra i testimoni unicamente sulla base degl errori congiuntivi. Tuttavia, nel caso in cui questi scarseggino o manchino del tutto, è possibile che la classificazione tenga conto anche delle varianti formali («microvarianti») e più in generale delle varianti di possibile origine indipendente. Tali varianti, data la loro natura poligenetica, di norma vengono escluse dal novero delle innovazioni significative. Ciò non significa però che, ai fini dello studio della storia di un testo, siano superflue. Lo scopo del saggio è quello di dimostrare come esse possano contribuire a rafforzare la plausibilità di ipotesi ricostruttive basate prevalentemente su elementi indiziarî. Un esempio è fornito dalla tradizione della ballata Fresca rosa novella di Guido Cavalcanti. L’analisi delle «microvarianti» presenti nella tradizione permette di corroborare l’ipotesi che il canzoniere Chigiano abbia contaminato la lezione della sua fonte principale con quella di un manoscritto particolarmente autorevole, probabilmente vicino al canzoniere Vaticano. According to the so-called «Lachmann’s method», the relationship among the manuscripts can be demonstrated only on the presence of conjunctive errors. Nevertheless, in the event that conjunctive errors are few or entirely absent, it is possible that the classification takes into account formal variants («micro-variants») or, more broadly, variants that may have occurred independently. Variants of this kind are usually regarded as polygenetic, and excluded from the notion of significant innovations. This does not mean that they are altogether useless to study the history of the transmission of a text. This article aims at demonstrating that micro-variants may help to increase the plausibility of classification hypotheses essentially based on circumstantial evidence. An example of this is given by the textual transmission of Cavalcanti’s ballata Fresca rosa novella. The analysis of the microvariants attested in the manuscript tradition serves to corroborate the view that the Canzoniere Chigiano «contaminated» the reading of its main source with that of a very authoritative manuscript, probably similar to the Vatican Canzoniere.
Research Interests: Medieval Literature, Textual Criticism, Medieval Italian Literature, Textual Criticism and Editing, Stemmatology, and 8 moreFilologia Italiana, Letteratura italiana medievale, Old Italian Texts, Poesia Italiana Medievale, Lirica Italiana Delle Origini, Federico II, Guido Cavalcani, and Poeti del Duecento
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‘La fortuna volgare dei resoconti di viaggio latini: alcuni appunti di metodo’, in ‘Frati mendicanti in itinere (secc. XIII-XIV)’. Atti del XLVII Convegno internazionale della Società Internaz. di Studi Francescani (Assisi-Magione, 17-19 ottobre 2019), Spoleto, Fondazione CISAM, 2020, pp. 175-216.more
Research Interests: Franciscan Studies, Travel Literature, Medieval vernacular translations (volgarizzamenti), Volgarizzamenti, Odorico Da Pordenone, and 7 moreDominican Order, History of the Order of Preachers (Dominicans), Giovanni Di Pian Del Carpine, William of Rubruck, Odoric of Pordenone, Franciscan Order, and Guglielmo di Rubruk
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According to Luigi Foscolo Benedetto's prolegomena to the critical edition of 1928, the Italian translation of Marco Polo's book published by Giovanni Battista Ramusio in the Secondo volume delle Navigazioni e viaggi («R») resulted from... more
According to Luigi Foscolo Benedetto's prolegomena to the critical edition of 1928, the Italian translation of Marco Polo's book published by Giovanni Battista Ramusio in the Secondo volume delle Navigazioni e viaggi («R») resulted from the collation of five different texts. One of his main sources was very close to the Latin translation preserved by the manuscript in the Archivio y Biblioteca Capitulares de Toledo, Zelada 49-20 («Z»), which displays supplementary contents of undoubted authenticity compared to the rest of the manuscript transmission. Recent research has proved that the Z-redaction progressively increased in size over the course of time. Some pieces of evidence suggest that Ramusio made his translation from a text containing further authentic variants compared to the model of the Zelada codex. The results reported in the present study confirm the hypothesis that the addenda distinguishing Z and R from all remaining witnesses are the product of Marco Polo's reworking of his book.
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Opera tra le più fortunate del Medioevo e della prima età moderna, il 'Devisement dou monde' (o 'Milione') nasce dall'incontro tra un viaggiatore e uno scrittore, Marco Polo e Rustichello da Pisa, che nel 1298 si trovarono entrambi... more
Opera tra le più fortunate del Medioevo e della prima età moderna, il 'Devisement dou monde' (o 'Milione') nasce dall'incontro tra un viaggiatore e uno scrittore, Marco Polo e Rustichello da Pisa, che nel 1298 si trovarono entrambi reclusi nelle prigioni di Genova. Il primo aveva viaggiato in Oriente per ventiquattro anni, soggiornando a lungo nella Cina mongola. Il secondo aveva composto un romanzo arturiano in francese molto tempo prima di conoscere Marco. Anche il 'Devisement' fu scritto in francese ‒ o più precisamente in «franco-italiano» ‒, ma presto venne tradotto ripetutamente in volgare, in latino e nelle più importanti lingue di cultura europee.
La sua storia testuale coincide per larga parte con la storia delle sue versioni, dei suoi rimaneggiamenti e delle sue riscritture. Gli studi raccolti nel presente volume indagano alcuni dei momenti salienti della genesi e della tradizione del resoconto: la collaborazione e l’interazione tra Marco e Rustichello nella stesura del testo; la sua prima diffusione manoscritta lungo la direttrice che da Genova e dalla Toscana conduce verso l’Italia nord-orientale (Venezia, Bologna, Padova); i processi di traduzione e ritraduzione che, in specie nel dominio italo- e iberoromanzo, ne decretarono il successo e lo fecero assurgere al rango di ‘classico’ della cultura occidentale.
La sua storia testuale coincide per larga parte con la storia delle sue versioni, dei suoi rimaneggiamenti e delle sue riscritture. Gli studi raccolti nel presente volume indagano alcuni dei momenti salienti della genesi e della tradizione del resoconto: la collaborazione e l’interazione tra Marco e Rustichello nella stesura del testo; la sua prima diffusione manoscritta lungo la direttrice che da Genova e dalla Toscana conduce verso l’Italia nord-orientale (Venezia, Bologna, Padova); i processi di traduzione e ritraduzione che, in specie nel dominio italo- e iberoromanzo, ne decretarono il successo e lo fecero assurgere al rango di ‘classico’ della cultura occidentale.
Research Interests:
Nella ricerca linguistica esistono oggi diversi modelli teorici e questo si riflette anche negli studi di grammatica dell’italiano. L’assenza di una teoria linguistica omogenea e unanimemente accolta non significa però che manchino... more
Nella ricerca linguistica esistono oggi diversi modelli teorici e questo si riflette anche negli studi di grammatica dell’italiano. L’assenza di una teoria linguistica omogenea e unanimemente accolta non significa però che manchino categorie e principi descrittivi ampiamente condivisi che segnano un netto scarto rispetto al modello di analisi su cui si è basato – e su cui si basa spesso ancor oggi – il metodo scolastico di insegnamento della grammatica. Il volume fornisce al lettore un panorama dei progressi compiuti dalla ricerca recente nella descrizione delle strutture della lingua italiana, attraverso l’analisi comparata delle più significative grammatiche ispirate ai principi della linguistica contemporanea apparse negli ultimi trent’anni.
Research Interests:
l libro offre un panorama completo e aggiornato delle lingue romanze: origine, profilo attuale, documenti antichi. I cambiamenti che hanno portato dal latino alle nuove lingue sono descritti con grande chiarezza utilizzando i più moderni... more
l libro offre un panorama completo e aggiornato delle lingue romanze: origine, profilo attuale, documenti antichi. I cambiamenti che hanno portato dal latino alle nuove lingue sono descritti con grande chiarezza utilizzando i più moderni metodi di analisi linguistica. Strumento di riferimento indispensabile per tutti i corsi di filologia romanza, il manuale è qui presentato in una nuova edizione, ampiamente rivista e corredata da una serie di testi romanzi con commento linguistico.
INDICE DEL VOLUME: Prefazione alla nuova edizione. - Introduzione. - Parte prima. - I. Il dominio romanzo. - II. Il paradigma classico. - III. Il paradigma storico. - IV. Il paradigma moderno: la lingua come struttura e la visione sincronica del linguaggio. - V. Variazione sociale e geografica. - VI. Il cambiamento nella linguistica contemporanea. - VII. Il latino. - VIII. I caratteri delle lingue romanze. - Parte seconda. - IX. I primi testi romanzi. - X. L’edizione dei testi. - XI. Latino volgare e lingue romanze medievali: alcuni testi commentati. - Letture consigliate. - Carte. - Indice degli argomenti.
INDICE DEL VOLUME: Prefazione alla nuova edizione. - Introduzione. - Parte prima. - I. Il dominio romanzo. - II. Il paradigma classico. - III. Il paradigma storico. - IV. Il paradigma moderno: la lingua come struttura e la visione sincronica del linguaggio. - V. Variazione sociale e geografica. - VI. Il cambiamento nella linguistica contemporanea. - VII. Il latino. - VIII. I caratteri delle lingue romanze. - Parte seconda. - IX. I primi testi romanzi. - X. L’edizione dei testi. - XI. Latino volgare e lingue romanze medievali: alcuni testi commentati. - Letture consigliate. - Carte. - Indice degli argomenti.
Research Interests: Romance philology, Textual Criticism, Romance historical syntax, Romance Languages Literature, Old French, and 10 moreRomance Linguistics, Spoken latin, Romance Languages, Vulgar Latin, Gramática Histórica Del Español; Sintaxis Histórica, Spanish Historical Grammar, Old Occitan, Filoloxía Galega, History of Romance Languages, and Historia da lingua e literatura galegas
Research Interests:
Odoric de Pordenone est un des rares voyageurs occidentaux du Moyen Age qui ait narré son périple en Asie. Un quart de siècle après Marco Polo il a vu en Inde les rites étranges du culte hindou. Ayant fait escale à Ceylan et dans... more
Odoric de Pordenone est un des rares voyageurs occidentaux du Moyen Age qui ait narré son périple en Asie. Un quart de siècle après Marco Polo il a vu en Inde les rites étranges du culte hindou. Ayant fait escale à Ceylan et dans plusieurs îles d'Indonésie (Sumatra, Java, peut-être Bornéo), il en présente des évocations colorées. De sa traversée de la Chine, de Canton à Pékin, il donne une vivante description. Dans la capitale de l'empire il assiste à maintes fêtes et cérémonies officielles. Son récit complète ce que disait Marco Polo. La traduction de Jean le Long diffuse tout cet ensemble de singularités et de merveilles auprès du grand public cultivé. Elle fait entrer dans notre langue bien des termes venus de l'Orient. Au milieu du XIVe siècle cette translation constitue une étape importante dans le renouvellement du vocabulaire français. Par ses curiosités Odoric, revu et divulgué par Jean le Long en 1351, s'avère un nouveau Marco Polo. Comme son illustre devancier, il fait revivre intensément les curiosités et les mystères de l'Asie
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Attorno al quarto decennio del Trecento, Enselmino da Montebelluna, frate agostiniano presso il convento di S. Margherita di Treviso, compone la Lamentatio beate Virginis Marie, un poemetto in terza rima che con grande intensità mette in... more
Attorno al quarto decennio del Trecento, Enselmino da Montebelluna, frate agostiniano presso il convento di S. Margherita di Treviso, compone la Lamentatio beate Virginis Marie, un poemetto in terza rima che con grande intensità mette in scena il dramma della Madonna di fronte alla morte del Figlio. L’opera consta di 1513 versi, organizzati in tre blocchi narrativi: un breve proemio in cui l’autore chiede alla Vergine di raccontare il suo dolore; il “Pianto di Maria” vero e proprio,
articolato in nove capitoli, in cui la Vergine rievoca in prima persona la Passione di Gesù, dalla flagellazione fino alla sepoltura; un’orazione finale in cui il poeta ringrazia
e loda la Vergine per avergli concesso di narrare il suo « pianto e lamento ». Scritta in un vigoroso volgare veneto, permeato tuttavia di forti influssi toscani, soprattutto
danteschi, l’opera conobbe tra XIV e XVI secolo una fortuna straordinaria, come prova l’elevato numero di testimoni manoscritti e stampe antiche (oltre cento) che la tramandano integralmente o in parte. Un ruolo importante nella sua
diffusione fu sicuramente giocato dalla scelta dell’autore di trasferire temi e motivi frequentatissimi dalla tradizione precedente – sia latina che volgare – nella struttura
metrica e nel linguaggio di un testo che, come la Commedia, negli anni in cui il poemetto vide la luce godeva già di grande popolarità e andava imponendosi come modello letterario. Ma certo la ragione prima dell’enorme successo del testo
sarà da cercare nell’efficace realismo con cui è rappresentato il dolore di una madre davanti alle sofferenze del figlio.
Il poemetto di Enselmino, che era stato edito criticamente solo nel lontano 1898, in un volume oggi quasi irreperibile e comunque scientificamente ormai superato, viene ora riproposto in una nuova edizione critica, corredata di un’introduzione
storica, di uno studio linguistico, di un ampio commento letterario e di un dettagliato glossario.
articolato in nove capitoli, in cui la Vergine rievoca in prima persona la Passione di Gesù, dalla flagellazione fino alla sepoltura; un’orazione finale in cui il poeta ringrazia
e loda la Vergine per avergli concesso di narrare il suo « pianto e lamento ». Scritta in un vigoroso volgare veneto, permeato tuttavia di forti influssi toscani, soprattutto
danteschi, l’opera conobbe tra XIV e XVI secolo una fortuna straordinaria, come prova l’elevato numero di testimoni manoscritti e stampe antiche (oltre cento) che la tramandano integralmente o in parte. Un ruolo importante nella sua
diffusione fu sicuramente giocato dalla scelta dell’autore di trasferire temi e motivi frequentatissimi dalla tradizione precedente – sia latina che volgare – nella struttura
metrica e nel linguaggio di un testo che, come la Commedia, negli anni in cui il poemetto vide la luce godeva già di grande popolarità e andava imponendosi come modello letterario. Ma certo la ragione prima dell’enorme successo del testo
sarà da cercare nell’efficace realismo con cui è rappresentato il dolore di una madre davanti alle sofferenze del figlio.
Il poemetto di Enselmino, che era stato edito criticamente solo nel lontano 1898, in un volume oggi quasi irreperibile e comunque scientificamente ormai superato, viene ora riproposto in una nuova edizione critica, corredata di un’introduzione
storica, di uno studio linguistico, di un ampio commento letterario e di un dettagliato glossario.
Research Interests:
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Contenuto Il Libro delle nuove e strane e meravigliose cose è una traduzione dell'Itinerarium di Odorico da Pordenone nella stesura di Guglielmo da Solagna, realizzata con ogni probabilità a Venezia attorno alla metà del secolo XIV.... more
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Il Libro delle nuove e strane e meravigliose cose è una traduzione dell'Itinerarium di Odorico da Pordenone nella stesura di Guglielmo da Solagna, realizzata con ogni probabilità a Venezia attorno alla metà del secolo XIV. Viene qui presentato il testo edito criticamente in una versione di tale volgarizzamento di area toscana leggermente più tarda. Odorico da Pordenone (1270? - 1331), beato, è noto tra gli studiosi per il resoconto del suo viaggio in Estremo Oriente, viaggio di poco posteriore a quello di Marco Polo. Le memorie di questa esperienza sono custodite nell'Itinerarium, rapporto veridico e dettagliato di un viaggio reale attraverso paesi sconosciuti e affascinanti, un diario di viaggio e assieme un trattato geografico e commerciale.
This volume represents a new intervention by Alvise Andreose, the young and promising scholar in the field of Romance philological studies on The book of new, strange and wonderful things, a translation of the Itinerarium by the Franciscan monk Odorico of Pordenone (+1331) in the version of his companion, friar Guglielmo da Solagna, which in all probability was published around the middle of the XIV century in Venice. The curator of the edition carried out an indirect analysis on the text and history of the Itinerarium during its various vicissitudes throughout the centuries, creating an accurate biographical and bibliographical note on Odorico and a careful comparative analysis of the language and syntax among the eight witnesses who helped in the reconstruction, which has now been sufficiently approximated, of the original text. Odorico of Pordenone died in the convent of Saint Francis of Udine on January 14, 1331. He was seen by many as a follower of Marco Polo, who travelled in India and China, and who was the first to arrive in Borneo. Besides being a traveller, he was above all an indefatigable missionary, who left for the Orient to convert infidels, thus contributing to the work of evangelisation that the Inferior friars were carrying out in those lands, and showing a sufficiently complete picture of the state of Franciscan missions in the great Empire of the Yuan Dynasty. The description of his travels, which was widely diffused in medieval times, symbolically became the "image" of the time, in the public eye, of the itinerary Christians follow through the seductions of the world, to reach heavenly blessedness.
Il Libro delle nuove e strane e meravigliose cose è una traduzione dell'Itinerarium di Odorico da Pordenone nella stesura di Guglielmo da Solagna, realizzata con ogni probabilità a Venezia attorno alla metà del secolo XIV. Viene qui presentato il testo edito criticamente in una versione di tale volgarizzamento di area toscana leggermente più tarda. Odorico da Pordenone (1270? - 1331), beato, è noto tra gli studiosi per il resoconto del suo viaggio in Estremo Oriente, viaggio di poco posteriore a quello di Marco Polo. Le memorie di questa esperienza sono custodite nell'Itinerarium, rapporto veridico e dettagliato di un viaggio reale attraverso paesi sconosciuti e affascinanti, un diario di viaggio e assieme un trattato geografico e commerciale.
This volume represents a new intervention by Alvise Andreose, the young and promising scholar in the field of Romance philological studies on The book of new, strange and wonderful things, a translation of the Itinerarium by the Franciscan monk Odorico of Pordenone (+1331) in the version of his companion, friar Guglielmo da Solagna, which in all probability was published around the middle of the XIV century in Venice. The curator of the edition carried out an indirect analysis on the text and history of the Itinerarium during its various vicissitudes throughout the centuries, creating an accurate biographical and bibliographical note on Odorico and a careful comparative analysis of the language and syntax among the eight witnesses who helped in the reconstruction, which has now been sufficiently approximated, of the original text. Odorico of Pordenone died in the convent of Saint Francis of Udine on January 14, 1331. He was seen by many as a follower of Marco Polo, who travelled in India and China, and who was the first to arrive in Borneo. Besides being a traveller, he was above all an indefatigable missionary, who left for the Orient to convert infidels, thus contributing to the work of evangelisation that the Inferior friars were carrying out in those lands, and showing a sufficiently complete picture of the state of Franciscan missions in the great Empire of the Yuan Dynasty. The description of his travels, which was widely diffused in medieval times, symbolically became the "image" of the time, in the public eye, of the itinerary Christians follow through the seductions of the world, to reach heavenly blessedness.
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Il Milione, frutto della collaborazione del viaggiatore veneziano Marco Polo e del romanziere pisano Rustichello, fu scritto, in omaggio a una moda del tempo, in francese. Ma in breve tempo il Milione fu tradotto dai concittadini di Marco... more
Il Milione, frutto della collaborazione del viaggiatore veneziano Marco Polo e del romanziere pisano Rustichello, fu scritto, in omaggio a una moda del tempo, in francese. Ma in breve tempo il Milione fu tradotto dai concittadini di Marco in veneto, il suo idioma materno, e da questa redazione veneta derivarono filiazioni importanti, quali la fortunata riscrittura latina e la stampa spagnola eseguita a Siviglia nel Cinquecento. L’edizione che viene ora presentata riproduce il manoscritto della Biblioteca Civica di Padova. Il volume comprende, oltre al testo della relazione di Marco in veste veneziana corredato di apparato critico, note e glossario, un preciso spoglio linguistico, mentre l’introduzione ripercorre, tra l’altro, i rapporti tra il Milione e la città natale di Marco, Venezia.
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La Scuola estiva costituisce la prima iniziativa pubblica del CISPELS, Coordinamento Intersocietario per la Storia del Pensiero Linguistico e Semiotico, nato nel 2014/15 dalla collaborazione di sei Società di area linguistico-semiotica:... more
La Scuola estiva costituisce la prima iniziativa pubblica del CISPELS, Coordinamento Intersocietario per la Storia del Pensiero Linguistico e Semiotico, nato nel 2014/15 dalla collaborazione di sei Società di area linguistico-semiotica: l’Associazione Italiana di Studi Semiotici (AISS), l’Associazione per la Storia della Lingua Italiana (ASLI), la Società di Filosofia del Linguaggio (SFdL), la Società Italiana di Filologia Romanza (SIFR), la Società italiana di Glottologia (SIG) e la Società di Linguistica Italiana (SLI).
La Scuola estiva rappresenta un momento fondativo del CISPELS, che offre agli studiosi del vasto e articolato campo delle lingue, del linguaggio e dei testi possibilità inedite di lavorare fianco a fianco. La storiografia non è intesa solo come rivisitazione del passato, ma come vaglio di paradigmi di ricerca spesso fra loro alternativi o semplicemente complementari. La Scuola punta dunque a consolidare la consapevolezza delle nuove direzioni di ricerca e a favorire il dialogo fra tradizioni e impostazioni disciplinari diverse.
L’arco delle discipline vede chiamati a raccolta per la prima volta saperi che tradizionalmente non sono compresenti in nessuna offerta formativa: dalla filosofia alla filologia, dalla glottologia alla linguistica generale all’italianistica.
La Scuola estiva rappresenta un momento fondativo del CISPELS, che offre agli studiosi del vasto e articolato campo delle lingue, del linguaggio e dei testi possibilità inedite di lavorare fianco a fianco. La storiografia non è intesa solo come rivisitazione del passato, ma come vaglio di paradigmi di ricerca spesso fra loro alternativi o semplicemente complementari. La Scuola punta dunque a consolidare la consapevolezza delle nuove direzioni di ricerca e a favorire il dialogo fra tradizioni e impostazioni disciplinari diverse.
L’arco delle discipline vede chiamati a raccolta per la prima volta saperi che tradizionalmente non sono compresenti in nessuna offerta formativa: dalla filosofia alla filologia, dalla glottologia alla linguistica generale all’italianistica.
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La scuola di oggi (e di domani) deve vivere in una proficua compenetrazione tra le didattiche generaliste e trasversali, le didattiche cosiddette "speciali", le didattiche disciplinari e i contenuti disciplinari scientificamente... more
La scuola di oggi (e di domani) deve vivere in una proficua compenetrazione tra le didattiche generaliste e trasversali, le didattiche cosiddette "speciali", le didattiche disciplinari e i contenuti disciplinari scientificamente aggiornati, da intendersi anche e soprattutto in funzione delle competenze chiave per l'apprendimento permanente. In caso contrario non è realmente Scuola. Contrapporre la cultura del come alla cultura del che cosa non porta da nessuna parte; anzi porta a isterilire il dibattito sulla qualità del sistema formativo nel nostro Paese: si tratta di una questione che investe il cuore di una comunità e il futuro delle nuove generazioni e della nostra stessa società democratica. Il corso, della durata complessiva di 43 ore, viene proposto dall'Università di Urbino e dalla sezione Scuola della Società Italiana di Filologia Romanza (SIFR-Scuola). Ci si propone innanzi tutto di ragionare sul possibile ruolo delle discipline filologiche nella scuola secondaria di primo e di secondo grado; e su come la sostanziale assenza di una reale educazione filologica nella Scuola italiana rischi di compromettere seriamente la capacità del sistema formativo tutto di fornire risposte ad alcune emergenze educative che, se non finalmente e seriamente affrontate, rischiano di divenire vere e proprie emergenze democratiche. Più in particolare la questione verrà affrontata soprattutto dal punto di vista della disciplina che nell'ordinamento universitario italiano viene denominata Filologia e linguistica romanza, proponendo riflessioni metodologiche e casi di studio concreti per dimostrare come contenuti, metodi e strumenti che la caratterizzano siano fondamentali per chi insegna nella Scuola secondaria, in quanto struttura epistemologica che riunisce e fa convivere al proprio interno, in un nesso inscindibile (e in una dimensione costituzionalmente comparatistica), linguistica (sincronica e soprattutto diacronica), studio comparato delle letterature e studio delle questioni ecdotiche connesse a tali letterature. Il corso è rivolto in primo luogo ai docenti della Scuola secondaria, ma è aperto a chiunque sia interessato. Sono previsti un attestato finale di presenza e l'erogazione di 10 CFU. Gli otto incontri a distanza previsti saranno scaglionati tra novembre 2020 e aprile 2021 e sarà possibile seguirli sia in sincrono sia in asincrono. Ogni incontro (della durata di circa tre ore) sarà seguito da una parte di lavoro individuale (di due ore circa), secondo le indicazioni che di volta in volta verranno fornite. Ai primi otto incontri si aggiunge una nona data (7 maggio 2021, in sincrono): in tale occasione i direttori del corso discuteranno sui materiali prodotti dagli iscritti e si svolgerà una breve prova finale. Il costo è di 66 euro, pagabili con il cosiddetto "bonus docenti" (a tal fine è necessario contattare la Segreteria del corso).
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Il curriculum di 'Italianistica' abbraccia tutti i filoni di ricerca del settore: dalla storia della letteratura italiana alla teoria della letteratura; dalla storia della lingua alla filologia italiana e romanza; dal teatro e... more
Il curriculum di 'Italianistica' abbraccia tutti i filoni di ricerca del settore: dalla storia della letteratura italiana alla teoria della letteratura; dalla storia della lingua alla filologia italiana e romanza; dal teatro e drammaturgia alla comparatistica.
In particolare, una borsa sarà destinata specificamente alle 'digital humanities' ("Programma coerente con le tematiche di ricerca e che preveda la realizzazione di edizioni critiche digitali, di banche dati o di corpora testuali" p. 45 del Bando)
Bando: https://www.uniud.it/it/ricerca/lavorare-nella-ricerca/dottorato-ricerca/ammissione-ai-corsi/bandi/bandi-giugno
Apertura presentazione domande: venerdì, 19 maggio 2023 ore 14:00 (ora italiana) Scadenza presentazione domande: mercoledì, 22 giugno 2023 alle ore 14.00 (ora italiana)
Presentazione del dottorato, collegio, linee di ricerca, progetti
https://www.uniud.it/it/ricerca/lavorare-nella-ricerca/dottorato-ricerca/inostricorsi/area-social-science-and-humanities/studi-linguistici-e-letterari/il-dottorato
In particolare, una borsa sarà destinata specificamente alle 'digital humanities' ("Programma coerente con le tematiche di ricerca e che preveda la realizzazione di edizioni critiche digitali, di banche dati o di corpora testuali" p. 45 del Bando)
Bando: https://www.uniud.it/it/ricerca/lavorare-nella-ricerca/dottorato-ricerca/ammissione-ai-corsi/bandi/bandi-giugno
Apertura presentazione domande: venerdì, 19 maggio 2023 ore 14:00 (ora italiana) Scadenza presentazione domande: mercoledì, 22 giugno 2023 alle ore 14.00 (ora italiana)
Presentazione del dottorato, collegio, linee di ricerca, progetti
https://www.uniud.it/it/ricerca/lavorare-nella-ricerca/dottorato-ricerca/inostricorsi/area-social-science-and-humanities/studi-linguistici-e-letterari/il-dottorato
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Le franciscain Odoric de Pordenone part pour l’Extrême-Orient après 1318. La première partie du voyage se déroule le long de la route qui traversait l’Arménie et la Perse jusqu’au Golfe Persique. S’étant embarqué à Hormuz, il arrive à... more
Le franciscain Odoric de Pordenone part pour l’Extrême-Orient après 1318. La première partie du voyage se déroule le long de la route qui traversait l’Arménie et la Perse jusqu’au Golfe Persique. S’étant embarqué à Hormuz, il arrive à Thana, dans l’île de Salsette, où, en 1321, quatre missionnaires avaient été tués par les autorités musulmanes. Entre 1324 et 1326, il parvient à la résidence de l’empereur mongol, près de Pékin. Après avoir séjourné trois ans à la cour du Khan, il prend le chemin du retour. Cette fois-ci, il voyage par voie terrestre, se dirigeant vers la Chine intérieure. Les indications relatives à cette partie de l’itinéraire sont peu précises. Le dernier renseignement que l’auteur nous donne concerne la vallée du flumen deliciarum.
L'ouvrage d’Odoric est un rapport véridique d'un voyage réel, mais aussi une apologie des missions franciscaines en Orient. Le voyageur consacre une ample section de sa relation au récit du meurtre des confrères à Thana. Il devient lui-même témoin direct de leur sainteté quand, tandis qu’il transporte leurs reliques en Chine, il réussit à surmonter toute une série de mésaventures qui débouche sur les chapitres représentant la traversée de l’Océan Indien. La section où Odoric franchit l’obstacle du calme plat a été fortement remaniée dans la famille de manuscrits latins qui constitue le modèle de la traduction française par Jean le Long (1351).
La célébration de l'ordre franciscain culmine dans l’épisode de la traversée de la vallée du Fleuve des Délices. L’action se focalise entièrement sur Odoric qui, grâce à sa foi, peut échapper aux maléfices de ce lieu mystérieux. Il s’agit d’un passage obscur qui a résisté à tous les essais d’interprétation littérale. La seule lecture possible est celle qui lui attribue une valeur symbolique: le voyage concret à travers des territoires fascinants et dangereux devient figura du chemin qui mène le chrétien à travers les séductions du monde à la béatitude céleste.
L'ouvrage d’Odoric est un rapport véridique d'un voyage réel, mais aussi une apologie des missions franciscaines en Orient. Le voyageur consacre une ample section de sa relation au récit du meurtre des confrères à Thana. Il devient lui-même témoin direct de leur sainteté quand, tandis qu’il transporte leurs reliques en Chine, il réussit à surmonter toute une série de mésaventures qui débouche sur les chapitres représentant la traversée de l’Océan Indien. La section où Odoric franchit l’obstacle du calme plat a été fortement remaniée dans la famille de manuscrits latins qui constitue le modèle de la traduction française par Jean le Long (1351).
La célébration de l'ordre franciscain culmine dans l’épisode de la traversée de la vallée du Fleuve des Délices. L’action se focalise entièrement sur Odoric qui, grâce à sa foi, peut échapper aux maléfices de ce lieu mystérieux. Il s’agit d’un passage obscur qui a résisté à tous les essais d’interprétation littérale. La seule lecture possible est celle qui lui attribue une valeur symbolique: le voyage concret à travers des territoires fascinants et dangereux devient figura du chemin qui mène le chrétien à travers les séductions du monde à la béatitude céleste.
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An in-depth analysis of the oriental terms contained in 13th- and 14th-century travel accounts may contribute to assessing the familiarity of medieval Western travellers with the languages of the Asian peoples they came into contact with.... more
An in-depth analysis of the oriental terms contained in 13th- and 14th-century travel accounts may contribute to assessing the familiarity of medieval Western travellers with the languages of the Asian peoples they came into contact with. It may also enhance the understanding of the composition process of their texts. Furthermore, such an investigation may provide important information about the circulation and integration of Far-Eastern words into Latin and the vernacular languages of late-medieval Europe. The first step of this research involves correctly identifying the oriental source words. The second phase consists in evaluating the degree of approximation with which Asian terms were reproduced by Western authors. The third level of analysis concerns the semantic component, and aims at verifying whether foreign forms are accompanied by translations and, if so, whether these translations are correct. The travel accounts by Marco Polo and Odoric of Pordenone offer a wide variety of oriental terms. They not only give us invaluable information about Mongol China, where several cultures and languages interacted, but also provide us with very useful details on the various peoples these travellers encountered in the Middle East, in Central and South Asia on their way to and from Cathay.
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La Scuola Superiore Universitaria “Di Toppo Wassermann”, istituto d’eccellenza dell’Università degli Studi di Udine, ha il piacere di invitare dottorandi/dottorande e ricercatori/ricercatrici a contribuire alla realizzazione di un... more
La Scuola Superiore Universitaria “Di Toppo Wassermann”, istituto d’eccellenza dell’Università degli Studi di Udine, ha il piacere di invitare dottorandi/dottorande e ricercatori/ricercatrici a contribuire alla realizzazione di un Convegno di studi sul sogno come funzione nel testo letterario. Nello specifico, l’obiettivo del convegno è di offrire uno studio approfondito del motivo del sogno nell’ambito della letteratura classica e e della letteratura italiana dal Medioevo al primo Ottocento, attraverso alcuni casi di studio. In una prospettiva diacronica e intertestuale aperta ai paradigmi di lunga durata e all’incrocio fra i saperi, si potranno prendere in considerazione molteplici orizzonti di ricerca, proponendo letture dello statuto del sogno che prendano in esame aspetti di natura formale (es. il sogno come cornice narrativa), tematica (es. il sogno come immagine dell’utopia) o storicoculturale (es. il sogno come rappresentazione della vita psichica o dell’inconscio pre-freudiano). Il comitato scientifico selezionerà le proposte accettate e ne darà comunicazione ai proponenti entro il 15 marzo. Il programma definitivo e le indicazioni pratiche per la partecipazione al convegno verranno diffuse indicativamente entro il 10 aprile 2024.