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I bizzarri motivi che popolano l’universo fantastico di Jheronimus Bosch, e di altri artisti fiamminghi della sua generazione, esercitarono una non trascurabile influenza sull’arte a sud delle Alpi, dove si diffuse grazie all’ampia... more
I bizzarri motivi che popolano l’universo fantastico di Jheronimus Bosch, e di altri artisti fiamminghi della sua generazione, esercitarono una non trascurabile influenza sull’arte a sud delle Alpi, dove si diffuse grazie all’ampia circolazione di modelli dipinti e stampe. In particolar modo, tali suggestioni iconografiche vennero recepite favorevolmente in alcune stampe italiane del Cinquecento, in cui il tema del sogno o delle “stregonerie” ben si prestava a questo tipo di arte “anti-rinascimentale” per evocare la dimensione onirica, di per sé misteriosa, o rimandi demonologici uniti a credenze popolari. L’incisione di Giorgio Ghisi nota con il titolo Il Sogno di Raffaello e datata 1561, se da un lato si presta ancora a innumerevoli ipotesi interpretative, dall’altro dimostra chiaramente certe influenze fiamminghe, frutto di un’assimilazione profonda da parte dell’artista formatasi dapprima presso la corte dei Gonzaga a Mantova, e successivamente durante il soggiorno ad Anversa presso la bottega del celebre editore Hieronymus Cock. L’immediata fortuna di questa incisione è dimostrata dalle numerose derivazioni pittoriche realizzate tra XVI e XVII secolo, soprattutto ad opera di artisti nordici.
A recent finding at the Castello Sforzesco in Milan of two brass natural horns of the end of the 17th century and assigned to the Haas family from Nuremberg, brought to light new information about this class of objects. The instruments... more
A recent finding at the Castello Sforzesco in Milan of two brass natural horns of the end of the 17th century and assigned to the Haas family from Nuremberg, brought to light new information about this class of objects. The instruments were heavily damaged, but their historical value is great. A multidisciplinary collaboration supported by a scientific non-invasive approach, including stereomicroscopic observations of the surface, X-ray radiography and 3D scanning followed by 3D model creation, was employed to discuss numerous issues concerning the knowledge of the artefacts and their preservation: i) executive techniques for archaeometric purposes; ii) study of the shapes with the aim to reconstruct the original model of the instruments; iii) identification and mapping of the damages and the alterations of the structure and the surface.
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La Cascina Boscaiola Prima. Nuovi contributi Claudio Salsi (Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, Milano) Occultata dall'eccezionale sviluppo urbano a nord della città. pressoché ignorata dagli studi... more
La Cascina Boscaiola Prima. Nuovi contributi
Claudio Salsi (Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, Milano)

Occultata dall'eccezionale sviluppo urbano a nord della città. pressoché ignorata dagli studi specialistici, la Cascina Boscaiola Prima può rivelare alcune originali evidenze storiche del ducato milanese a partire dal contesto visconteo della prima metà del XV secolo. Sono ormai rare a Milano, quanto più ci si avvicini al confine delle antiche mura, le occorrenze quattrocentesche di fabbricati così imponenti ed eleganti, legati a doppio filo con la nobiltà della corte ducale; la Boscaiola assomma in sé il carattere rurale, da cui deriva il toponimo moderno, e quello della residenza suburbana delle nobili famiglie. Come si è potuto scoprire, la sua storia risulterebbe connessa alle vicende dei signori Aicardi, vicinissimi a Filippo Maria Visconti; alla loro iniziativa sembra riportarsi la concezione di almeno una parte della frammentaria decorazione della facciata, simulante un'architettura fortificata e merlata - opportunamente confrontabile con altri esempi pittorici tardogotici e coevi d'area lombarda e, in particolare, milanese. Lo spazio maggiore della superficie dipinta mostra invece dei riquadri trompe l’oeil, voluti con uno scopo ben preciso: dovevano ospitare immagini simboliche proprie delle imprese attestate negli stemmari visconteo-sforzeschi, che sarà possibile confrontare con altre immagini della propaganda ducale di quei decenni. Le ricerche più recenti hanno inoltre permesso di rintracciare ulteriori documenti d'archivio e fonti cartografiche, utili a precisare la contestualizzazione territoriale della Cascina Boscaiola Prima e a ricostruire il suo recupero conservativo novecentesco.

Concealed by the extraordinary urban development in the north of Milan and forgotten in modern studies, the Cascina Boscaiola Prima can help uncover previously unknown historical facts of the duchy of Milan starting from the context of the first half of 15th century under the Visconti dukedom. Comparable precious country houses are very rare today, limited to only a few outside the modern city centre; their link with noble families and the magnificence of their structure are interesting points of note. Such is the case of Boscaiola, caught between its rural identity and the need to serve the respected owners - known to be the Aicardi family, close associates of Filippo Maria Visconti. In accordance with the Aicardi's wish, the facade of Boscaiola was decorated in a certain way, depicting a trompe d'oeil architecture: the representation giving the image of a fotification, a model that we can compare with some cases of Late Gothic paintings in the Lombard and especially Milanese area. But there is more, even in a fragmentary status: some frames contain symbolic images, devices of Visconti mastery that it is possible to find in the books of coat of arms from the decade of this era. The use of these illustrations is evidently conceived in a political context, as propaganda of the ruling class. Moreover, recent findings of further archival documents and cartographic sources allowed a better territorial contextualization of the Cascina Boscaiola Prima and the reconstruction of its restoration in the 20th century.
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Salsi, Claudio, Ragioni di una mostra. In Vesperbild: alle origini delle Pietà di Michelangelo / a cura di Antonio Mazzotta e Claudio Salsi; con la collaborazione di Agostino Allegri e Giovanna Mori. Milano, Officina Libraria, 2018, p.... more
Salsi, Claudio, Ragioni di una mostra. In Vesperbild: alle origini delle Pietà di Michelangelo / a cura di Antonio Mazzotta e Claudio Salsi; con la collaborazione di Agostino Allegri e Giovanna Mori. Milano, Officina Libraria, 2018, p. 11-23
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