Chieti

L' analisi di nuove fonti storiche permette di analizzare il background sociale e culturale nel quale molti artisti dell'Ottocento hanno operato.
Ogni nuova ricerca rappresenta un piccolo tassello  per l'individuazione della provenienza dei solisti delle bande musicali abruzzesi dell'Ottocento.
Giovanni De Benedictis nacque a Civitella
del Tronto nel 1839 da Raffaele, Maestro
di musica e Marianna Schiaramazzi.
Nel 1838 il padre Raffaele dirigeva la banda
di Civitella del Tronto che si distingueva
brillantemente nelle piazze della provincia1
.
Questo nuovo lavoro di ricerca permette
di riscoprire alcuni personaggi della storia
bandistica abruzzese e colma una lacuna
per quanto riguarda l’opera della famosa
famiglia De Benedictis, valenti musicisti
apprezzati in tante località abruzzesi, laziali,
molisane e pugliesi.
È proprio nel 1882, agli inizi della seconda
fase di vita e di successi della banda
musicale di Pianella, che Giovanni De
Benedictis venne chiamato e scritturato.

Documento scorporato dalla mia Bibliografia generale abruzzese, che offre una bibliografia essenziale sulla storia, la storia dell'are, monumenti, curiosità e tradizioni dei principali comuni dell'Abruzzo, divisi per provincia: L'Aquila, Chieti, Pescara, Teramo

Per il settantesimo compleanno di Horst Enzensberger colleghi, amici e allievi hanno unito in questo volume una serie di contributi che testimoniano l'affetto e la stima nei confronti dello storico bavarese. Gli argomenti affrontati si spostano dalla storia Siciliana  fino alla Germania, passando per le regioni centrali e settentrionali dell'Italia, ricoprono un arco cronologico che parte dal tardo antico e si conclude nell'età contemporanea. La moltitudine di tematiche affrontate in questo volume sono originate proprio dalla stessa vastità di interessi che ha contraddistinto Horst Enzensberger come storico, capace di spingere le sue competenze tecniche sino agli argomenti più moderni.

Die Festschrift zum 70. Geburtstag von Horst Enzensberger greift mit ihren Beiträgen die Forschungsgebiete des Jubilars auf. Das Spektrum reicht von der spätantiken Geschichte Italiens bis zur deutschen Mittelalterforschung im 20. Jahrhundert. Die Beiträge geben Einblick in die vielfältigen kulturellen Einflüsse und Überlagerungen auf Sizilien, in die Geschichte religiöser Orden, Praktiken und kirchlicher Strukturen sowie in die kriegerischen Auseinandersetzungen Europas. Besonders hervorgehoben werden dabei die Kontakte zwischen der italienischen Halbinsel und Mitteleuropa

All the articles united in this volume on the occasion of Horst Enzensberger’s 70th anniversary refer to his manifold fields of research. The issues range from the late Antiquity in Italy to German medieval studies in the 20th century. The articles provide an insight into varied cultural influences and interactions in Sicily, into the history of religious orders, practices and ecclesiastical structures as well as into Europe’s military conflicts. Particular attention is drawn to the contacts between the Italian peninsula and Central Europe

Nel  Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli composto dall’abate D. Francesco Sacco, stampato a Napoli nel 1746, sono riportate alcune importanti notizie sull’esistenza a Roccagloriosa di un Priorato di diritto padronato dell’antica famiglia De Caro sotto l’invocazione di Santo Spirito.  Da questo ed altri elementi di collegamento con  il luogo d’origine si può affermare che questa importante famiglia ha mostrato una indubbia preminenza nella vita sociale e nelle manifestazioni civili e religiose a Pianella per circa tre secoli e fino agli inizi del XIX secolo.

  Si distinguono Lucantonio De Caro, amministratore e camerlengo nel 1601-1603 e Federico de Caro, fondatore del Monte e dell’Abbadia, committente della costruzione del palazzo De Caro, a ridosso della Porta  S. Maria con oltre 15 vani, cisterne da acqua, da olio, fosse granarie, portico, scalinata, stanze affrescate, botteghe e con un ricco portale del 1625, ed il barone Filippo Ferdinando De Caro.

Il volume illustra i risultati di una pluriennale ricerca d'archivio avente per oggetto la città di Chieti in età moderna, condotta sui principali fondi documentali disponibili. A partire da un approccio di tipo prosopografico si è svolta un'indagine sulla stratificazione sociale, a cominciare dalle élite dominanti, sulle istituzioni di carattere laico ed ecclesiastico, su carriere personali e fortune familiari, che ha portato alla compilazione di oltre duemila schede biografiche. Si approfondiscono quindi molteplici aspetti legati alla gestione degli uffici governativi insediati nella città capoluogo d'Abruzzo Citra, nonché quelli espressione del governo locale e quelli pertinenti al potere ecclesiastico. Si esamina inoltre con taglio monografico la folta comunità mercantile d'origine lombardo-veneta stanziatasi nella prima età moderna e si fornisce, infine, un contributo alla conoscenza dell'araldica nobiliare e borghese. Il lavoro, con carattere di assoluta novità, intende offrire elementi di riflessione per una lettura storica che attinge da fonti ricchissime, ma ancora poco utilizzate da parte degli studiosi.

The book illustrates the results of a several year archival research concerning the city of Chieti (Abruzzi) in the Modern Age, conducted on the main documentary avaiable funds. Starting from a prosopographical approach, the investigation was carried out on social stratification, starting with the ruling elites, on secular and ecclesiastical institutions, on personal careers and family fortunes, which led to the compilation of over two thousand biographical cards. Therefore, many aspects related to the management of the government offices located in Chieti, the capital of Abruzzo Citra province, as well as those expression of the local government and those pertinent to ecclesiastical power, are analyzed. The large merchant community of Lombard-Venetian origin which settled in the early Modern Age is also examined with a monographic slant and, finally, a contribution is made to the knowledge of noble and bourgeois heraldry. The work, with an absolutely novel character, intends to offer elements of reflection for a historical reading that draws from very rich sources, but still little used by scholars.

Il contributo è stato scritto in occasione della mostra sul maestro Claudio Bonichi allestita presso il Museo Universitario “G. D’Annunzio” di Chieti. La raccolta è stata tratta dalla collezione di Alfredo Paglione, nato a Tornareccio e proprietario della storica galleria Trentadue di Milano che fu tra i primi estimatori dell’opera del pittore piemontese. Nel saggio, si raccolgono le testimonianze non solo del mecenate abruzzese, ma anche di Benedetta Bonichi, figlia dell’artista.

The analysis of historiographical works such as that by Niccolò Toppi is an indispensable step on the path to rediscovering the historical identity of medieval Abruzzi. This is necessitated by the fact that most medieval manu- scripts and records have been lost: the historiographical works of the 16th and 17th centuries are thus, despite their deficient structural unity, some of the most important sources for recovering important information concerning lost documents and charters. The life and work of Niccolò Toppi intersects with that of other intellectuals, including Girolamo Nicolino and Ferdinando Ughelli. In this study, an investigation of the historiographical works of the 17th century and the relationships between many of the most significant scholars of the time will serve as the foundation for an analysis of the Scritti Varii – a compendium of various historical facts concerning the Kingdom of Naples – which Toppi spent much of his life composing.

Der Versuch, die historische Identität der Abruzzen im Mittelalter zu er- hellen, kommt nicht umhin, historiographische Werke wie die eines Niccolò Toppi heranzuziehen. Der Hauptgrund dafür liegt im fast vollständigen Verlust der mittelalterlichen Quellen und Codices; trotz ihrer schwachen strukturellen Einheitlichkeit erweisen sich die Geschichtswerke aus dem 16. und 17. Jahr- hundert als wertvolle Instrumente, aus denen sich mit der gebotenen Vorsicht wichtige Hinweise über anderweitig nicht mehr verfügbare Quellen und Infor- mationen gewinnen lassen. Die Erfahrungen und Interessen Toppis kreuzen sich mit denen anderer zeitgenössischer Gelehrter wie Girolamo Nicolino und Ferdinando Ughelli. Untersucht werden zunächst die Geschichtswerke aus dem 17. Jahrhundert und die Beziehungen zwischen den wichtigsten abruzze- sischen Gelehrten jener Zeit; auf dieser Grundlage werden schließlich die Scritti Varii analysiert, d. h. eine heterogene Sammlung handschriftlicher hi- storischer Notizen über das Königreich Neapel, dem Toppi einen Gutteil sei- nes Lebens gewidmet hat.

I Comitati creati nel Chietino erano quattro. Per favorire la possibilità di riunione e la continuità del funzionamento, su proposta dell’Ispettore generale dell’industria, i componenti rientravano nelle categorie merceologiche e rappresentavano l’anello di congiunzione tra il territorio di residenza e le istituzioni.
Il Comitato di Chieti era composto da 12 membri con giurisdizione in tutta la provincia per l’incremento della fabbricazione dei mobili, dell’industria pirotecnica, del ferro battuto, dei cordami e reti da pesca.
Il Comitato di Palena, nato il 22 aprile 1921 con Decreto ministeriale, si occupava del settore della ceramica e del suo rilancio. I componenti appartenevano ad importanti famiglie di artigiani della maiolica abruzzese; la stessa famiglia Cascella si interessò e dedicò alla produzione ceramica.
I componenti: Bontempo Giuseppe, Bozzelli Luigi, Vitacolonna Antonio (Rapino), Cascella Basilio (Pescara), Chivarini Raffaele comm. Panfilo, D’Emilio Francesco, D’Onofrio cav. Vincenzo, Mascetta Gaetano, Pulsinelli Giovanni, Taraborelli Giuseppe, Villa Domenico, tutti di Palena.

SOMMARIO: Secondo un’opinione ormai datata, nell’Italia meridionale l’ascesa dei Comuni fu ostacolata dal centralismo normanno prima e svevo poi, che impedì il raggiungimento di quell’eccezionale sviluppo avutosi nell’Italia centro-settentrionale.
Le più recenti acquisizioni della storiografia hanno invece fatto emergere il quadro di una realtà municipale meridionale ricca e variegata, che si differenziava profondamente da regione a regione, e perfino negli stessi luoghi in momenti storici diversi, ma che comunque era tutt'altro che irrilevante sul piano politico.
Era quindi molto sentita, da parte dei Re di Sicilia, l’esigenza di mantenere la pace nel Regno, ovviamente messa a rischio da liti tra città (o anche tra fazioni all’interno della stessa città), che – per loro stessa natura – rischiavano sempre di ingigantirsi, coinvolgendo comunità confinanti e sfociando in vere e proprie "guerre di campanile", dalla durata e dagli effetti imprevedibili.
SUMMARY: According to an old opinion, in southern Italy the rise of Municipalities was hampered by centralism first Norman and then Swabian, which prevented the achievement of that exceptional development reached in central and northern Italy. The most recent findings of historians have instead brought out the framework of a southern municipal reality very rich and varied, which differed greatly from region to region, and even in the same places at different historical moments, but anyway quite relevant on a political point of view. Peace in the Kingdom of Sicily was obviously endangered by disputes between cities ( or even between factions within the same city ) , which - by their nature - always risked by involving neighboring communities and becoming long and dangerous local squabbles.

L’intervento intende sviluppare alcune riflessioni che partono da diversi interrogativi, fra i quali in particolare:
1. quale contributo può fornire la ricerca d’archivio alla ricostruzione quanto più dettagliata dell’insieme degli oggetti da cucina, da mensa o d’altro uso presenti nelle abitazioni urbane abruzzesi della prima età moderna?
2. sono rilevabili delle diversificazioni all’interno delle differenti classi sociali?
3. è possibile individuare classi di materiali ceramici o non ceramici che rappresentino marcatori di status sociale?
4. è possibile individuare nella diffusione di specifiche classi di materiali il riflesso di più ampi fenomeni storici quali l’ascesa della borghesia urbana e lo sviluppo della “società dei consumi”?

L’intervento si propone quindi di fornire alcuni dati relativi alla circolazione e al consumo di ceramica all’interno di diversi contesti urbani abruzzesi nella prima età moderna.
A tal fine sono stati oggetto di indagine gli inventari post mortem provenienti dai protocolli dei notai attivi prevalentemente nelle città di Chieti, Ortona, Pescara, Penne ed aree limitrofe attualmente conservati presso gli Archivi di Stato di Chieti e Pescara. Come noto tale tipo di documentazione permette di ricostruire puntualmente tutta la dotazione domestica, ceramica e non ceramica (metallo, vetro, legno etc), presente all’interno di un’abitazione ed appartenente al defunto proprietario, andando così ad integrare la documentazione di tipo archeologico, spesso incentrata sulla sola componente ceramica.
Grazie all’identificazione dello status sociale di appartenenza di ogni inventario è altresì possibile analizzare l’incidenza dell’uso della ceramica all’interno dei principali gruppi sociali individuabili (nobiltà, borghesia, artigiani) in rapporto ad altre classi di materiali.

Lo scopo della ricerca è quello di indagare sulla provenienza di questa antica famiglia. La ricerca genealogica offre uno strumento utile a comprendere e contestualizzare le diverse fonti. L'identificazione dell'edificio sulla base di elementi proprietari e demografici è fondamentale per cercare di recuperare la storia dell'antico nucleo abitato di Pianella per leggere la Città attraverso gli edifici, studiando le trasformazioni avvenute nel corso tempo.
Presente  a  Pianella  fin  dagli  inizi  del  secolo
XVIII,  vanta  diversi  personaggi  del  mondo
militare,  civile  e  religioso.  Possedeva  una
casa  turrita  nella  Via  del  Torrione  e  diversi 
appezzamenti di terreno. Nella storia
manoscritta  di  Pianella  di  Alterisio  Lizza, trascritta da Vittorio Morelli, si legge:
"Famiglia divisa in due rami di 
considerazione,  e  di  possidenza  doviziosa. 
Ha  fondato  due  cappelle  di  diritto  padronato (...)"

Sul periodico settimanale "Lo Svegliarino", fondato nel 1884 dal giornalista e patriota Giuseppe Marchionne, stampato a Chieti, il giorno 8 aprile 1906, apparvero in anteprima alcune notizie sulle feste di Manoppello. Un particolare interessante è riportato a pagina 3, dove viene citata la produzione della carta di Loreto Aprutino per realizzare il giornale.
Alcune tra le più importanti bande musicali abruzzesi furono scritturate per allietare i giorni della grandiosa ricorrenza per il Volto Santo di Manoppello.
La ricerca può essere intesa per quantificare la portata di un fenomeno che riveste importanza per molteplici aspetti socio-culturali, tenendo conto della mancanza di fonti specifiche sull’argomento.
Dopo la Prima Guerra Mondiale si assiste progressivamente ad una mancanza di un numero considerevole di bande da «giro».
Sostanzialmente l'esistenza di medie e piccole bande, con un ambito di azione ristretto, ha comunque svolto un ruolo importante sotto molti aspetti. I mutamenti sociali ed economici intervenuti nel Dopoguerra, la crisi delle botteghe artigiane e l'emigrazione hanno determinato una vera e propria crisi di talenti ed un depauperamento di risorse umane ed artistiche.

Per lo studio delle famiglie de Felici e Valignani.

Nel contribuire alla formazione di un quadro storico dei personaggi della Provincia teramana, ci occupiamo per la prima volta del Cavaliere Luigi de Felici dei baroni di Rosciano, S. Giovanni, Villa Oliveti.
L’antica famiglia, presente in Abruzzo dal XVI secolo, probabilmente proveniente dall’Umbria, passò per le Marche e nel territorio di Poggio Umbricchio; riparò infine per un breve periodo a Cepagatti nel palazzo fortificato, appartenuto ai Valignani, e difeso da armigeri nel XVII secolo. La famiglia acquisì numerosi territori a Pianella, Cepagatti, Rosciano, Poggio Ragone (II ramo nobiliare).
Casato diviso in due rami.
Carlo de Felici sposò Anna Maria Brancadoro e intraprese un’opera di espansione in Rosciano ed altri territori.
La famiglia de Felici acquistò la baronia di Rosciano nel 1737.
Zopito de Felici (n. 1703), figlio di Carlo, sposò Ippolita Micheletti; nel XVIII secolo fece costruire una casa palaziata nella Piazzetta del Ss. Salvatore, inglobando una serie di casette col concambio.
È con Vincenzo de Felici (1744-1811) che il palazzo assunse la dimensione attuale. L’indagine archivistico-bibliografica con la riscoperta di antichi documenti conservati negli archivi e le informazioni reperite da pubblicazioni storiche locali hanno permesso la datazione del palazzo.
La ricerca, oltre ad uno studio genealogico della famiglia, vuole ricostruire la storia di un altro edificio, fuori dalle antiche mura, esistente  a Pianella fino agli anni Settanta: Villa de Felici.

I solisti dei Diavoli Rossi di Pianella. Giovanni De Benedictis, professore di clarino

L' analisi di nuove fonti storiche permette di analizzare il background sociale e culturale nel quale molti artisti dell'Ottocento hanno operato.
Ogni nuova ricerca rappresenta un piccolo tassello  per l'individuazione della provenienza dei solisti delle bande musicali abruzzesi dell'Ottocento.
Giovanni De Benedictis nacque a Civitella
del Tronto nel 1839 da Raffaele, Maestro
di musica e Marianna Schiaramazzi.
Nel 1838 il padre Raffaele dirigeva la banda
di Civitella del Tronto che si distingueva
brillantemente nelle piazze della provincia.
.
Questo nuovo lavoro di ricerca permette
di riscoprire alcuni personaggi della storia
bandistica abruzzese e colma una lacuna
per quanto riguarda l’opera della famosa
famiglia De Benedictis, valenti musicisti
apprezzati in tante località abruzzesi, laziali,
molisane e pugliesi.

È proprio nel 1882, agli inizi della seconda fase di vita e di successi della banda
musicale di Pianella, che Giovanni De
Benedictis venne chiamato e scritturato.

Fara Filiorum Petri ha fatto della energia idraulica sul Fiume Foro ed i suoi due affluenti una risorsa nei secoli per le gualchiere delle tintorie; nella ricerca, che si presenta, si conferma l’importanza dei mulini per la ceramica ed i suoi colori.
Dal Registro degli Atti dello Stato Civile, registro dei nati e battezzati del Comune di Rapino, anno 1838 conservato presso l’Archivio di Stato di Chieti, si rileva che l’originario cognome della famosa famiglia di ceramisti era “Buzzelli” come è testimoniato nell’atto di nascita di Domenico Paolucci di Nicola, calzolaio e Angela D’Anniballe.

Nel 1881 nacque il periodico bisettimanale "L'Abruzzo".
La nascita del giornale fu caldeggiata da Enrico Sappia de Simone, nizzardo, che impiantò la stamperia a Castellamare Adriatico. L'editore fu il marchese di Casalincontrada, Gesualdo de Felici.

This paper provide updates on an archival search on ceramic production in the city of Chieti between the sixteenth and eighteenth centuries. Between March 2010 and April 2012 the author proceeded to the systematic examination of the 121 volumes (from 1631 to 1665) of the archival series "Obbligationes Penes Acta" stipulated in the civil court of Chieti, who returned a total of over 68,000 acts of various kinds (sales, leases, mortgages etc). Significant data concerning different potters coming from Apulia who had workshops in an area located near the church of SS. Trinity on the border with the S.t Andrew Gate. The activity of these potters, probably aimed at the production of pottery in common use, lasts until the sixth decade of the seventeenth century.

Il Maestro lavorò a numerose composizioni premiate in concorsi nazionali. Un personaggio da riscoprire per l'importanza per la cultura musicale abruzzese.Gesualdo Coggi nacque a Supino (FR) il 10
giugno 1915, conobbe il Maestro Adolfo di
Zenzo e fu allievo di Olindo Iannucci1
di Città
S. Angelo.
Diplomato in Composizione e Strumentazione
per banda al Conservatorio “G. Rossini”
di Pesaro, ha diretto numerosi complessi
bandistici nel Lazio, Abruzzo, Umbria, Marche
ed Emilia-Romagna.

Da una recente ricerca emergono alcune notizie su un interessante personaggio aquilano vissuto tra l'Otto ed il Novecento. Si tratta del decoratore Antonio Pavone.
Numerose i lavori eseguiti nelle chiese e palazzi abruzzesi. Si attesta la presenza a Pianella nei lavori per la chiesa di S. Antonio abate.

Archaeological excavations conducted during the Summer of 2001 in the Roman Theatre of the ancient city of Teate (Chieti, via Pianell, trial trench I) revealed a stratigraphic sequence that contained a large quantity of post-medieval ceramics, which are described in this report. The fragments, which are all datable to the 16th century, give us an idea of the trends in ceramic productions in Chieti during this period, and include regional pottery like Castelli maiolica with decorations that were famous and widespread throughout the Abruzzi region, as well as fragments of maiolica and painted slipwares imitating maiolica from Anversa degli Abruzzi.

Luigi Marchetti, direttore e compositore, fu  un personaggio  della storia musicale bandistica dell'Ottocento abruzzese.
Gessopalena, paese situato in provincia di Chieti, gli diede i natali il 17 febbraio del 1840.
Allievo di Crisante Del Cioppo, passò a dirigere la Banda di Pianella dopo l'Unità d' Italia.
Con il concerto pianellese raggiunse elevati livelli di popolarità in Italia ed all'estero. In Abruzzo rimase memorabile la "diatriba musicale" e la rivalità con Carlo Cavina, famoso Maestro della Banda di Teramo nella seconda metà dell'Ottocento.
Nel 1881 risulta tra i soci della Società Operaia di Mutuo Soccorso Fratellanza Artigiana insieme ad altri componenti della banda come riportato nello "Statuto della Società Operaia di Mutuo Soccorso Fratellanza Artigiana  in Pianella, approvato nell'Assemblea generale del 13 febbraio 1881", Torino, Paravia, 1881, in "Compendio Storico socioculturale di Pianella" Cepagatti (2003), p. 15, a c. della Società Operaia Istruzione Mutuo Soccorso.
Dopo la gratificante esperienza pianellese partì per gli Stati Uniti e fece ritorno in Abruzzo  dopo un breve periodo.
Nella "Rivista abruzzese di scienze, lettere ed arti" del 1902 è riportato che insieme al fratello, suonava la tromba.