Eresie

Nuestro paper se enmarca dentro de la tesis doctoral que finalizamos en 2009 y que intenta recuperar el legado gráfico del Mirouer des simples ames (c. 1290) de Marguerite Porete. Tanto ella como su tratado fueron sometidos a una persecución inquisitorial que concluyó con el encarcelamiento de la escritora, la prohibición de su tratado y la quema de ambos. A pesar de ello, la obra sobrevivió sustentada por varios códices que la recogen como texto meramente escrito. Nosotros sostenemos que este texto posee un trasfondo visual (que no visionario) que se puede recuperar en forma de iconografía. Las razones para plantear esta hipótesis son muchas, aunque la fundamental reside en su justificación didáctica: estamos ante un tratado que se autodefine como speculum, como miroir, y que, efectivamente, se ha escrito para enseñar a otros el camino hacia la divinidad. Tal camino es complejo y se desarrolla a través de los parajes de un lenguaje teológico violentamente abstracto, que se difundía en ambientes de predicación no necesariamente clericales y letrados: aquí es donde la visualidad se constituye como andamio del discurso, que permite hablar, enseñar, un camino experiencial complejo mediante imágenes comprensibles, incluso  memorizables.
Para mostrar el cómo de esta recuperación de manera práctica y presentar algunos resultados, analizaremos en este texto uno de los esquemas gráficos que subyacen en el texto poreteano: la alegoría de Ezequiel. Examinaremos primero el pasaje donde se presenta utilizando instrumentos de la filología para dilucidar un hipotético esquema gráfico subyacente, que, en un segundo estadio, vinculamos con otros textos cercanos al Mirouer que, por una razón u otra, sí tienen una iconografía asignada. Comprobaremos qué relación visual sostiene la obra poreteana con temas iconográficos como el Jardín de las virtudes (en, esencialmente, Le somme le roi) o el árbol de Jesé (ídem Speculum Virginum) y observaremos a qué conclusiones histórico-doctrinales nos lleva este estudio comparativo.
En suma, intentamos con esta ponencia devolver parte del aspecto histórico-visual al Mirouer des simples ames, con la finalidad de que ello nos permita realizar una lectura hermenéutica más amplia, más justa, del texto.

Il montanismo nella definizione di Paczkowski, e altri studiosi, fu
«l’ultimo autentico bagliore del profetismo cristiano nella chiesa». Tuttavia sarebbe deviante, ritenere che dopo il montanismo non ci furono altri movimenti carismatici; come afferma Renan «fu qualcosa di analogo a quello che vediamo ai nostri giorni in Inghilterra o in America, con gli irvingiani o la Chiesa dei santi degli ultimi giorni». Da quel che sappiamo le sue istanze lo pongono nell’ alveo dei numerosi movimenti di risveglio carismatici del cristianesimo. E’ interessante dunque comprendere in cosa è consistita “la nuova profezia” per identificarne i punti di contatto con i successivi movimenti. Poco sappiamo circa la data di origine, perché inizialmente operò all'interno della chiesa ortodossa senza alcuna volontà di separazione e ciò rende complicato stabilirne con certezza la data di inizio. Scarsi sono anche gli scritti pervenuti e difficoltose le ricostruzioni del montanismo originale, sia perché ciò che conosciamo proviene quasi esclusivamente da fonti avverse sia  per le falsificazioni posteriori della dottrina montanista. Per certo sappiamo invece che suscitò immediatamente grande interesse e reazioni contrastanti da parte della Grande Chiesa che lo considerò infine eresia. Tuttavia ciò non servì a spegnerne il fuoco, che arse oltre i due secoli successivi. Nelle pagine che seguono cercheremo di fare luce sulla natura ed eredità del Montanismo.

Per dimostrare quanto l'eresia sia presente nella produzione letteraria del Duecento, Claudio Giunta esamina il testo della canzone "Fonte di sapienza nominato" contenuta nel codice 445 della Biblioteca Capitolare di Verona (Ve) attribuita a 'Matte paterino', di difficile identificazione. I versi sono rivolti a Guittone d'Arezzo e trattano dell'origine del Bene e del Male. L'autore dell'articolo, pur non credendo alla tesi di Flaminio Pellegrini secondo la quale Guittone avrebbe risposto alla canzone con il sonetto "Ahi, como è ben disorrato nescente", cerca nella produzione del poeta aretino gli spunti polemici contro il catarismo. Si segnalano l'edizione del testo di "Fonte di sapienza nominato" e l'analisi del suo complicato schema metrico.

La Collatio Alexandri et Dindimi è un’opera tardoantica  in latino. Essa può considerarsi uno degli ultimi esempi di un
tema letterario che aveva avuto una certa fortuna a partire dall’età
ellenistica, ossia il dialogo tra Alessandro il Grande e i brahmani. Si
tratta di un carteggio fittizio che mette a confronto due stili di vita e
due filosofie, ma la natura reale delle due parti in dialogo si discosta
dalla loro appartenenza dichiarata. Gran parte di questo studio sarà
finalizzata a comprendere quali dottrine o scuole di pensiero si celino
dietro le rappresentazioni del mondo greco-romano, personificato dal
re macedone, e di quello indiano, di cui è portavoce il capo dei
brahmani Dindimo.

Nell'A.D. 1589 ad Helmstedt (Bassa Sassonia), Giordano Bruno
scrive il libro La Medicina Lulliana, completato nella primavera
del 1590.
L'opera elabora l'applicazione pratica del Sistema Lulliano
nell'ambito dell'astrologia medica, attraverso l'analisi delle tesi di
Raimondo Lulli (1235-1315), contenute nel testo Explanatio
Compendiosaque Applicatio Artis Illuminati Doctoris Magistri
Raymundi Lulli, edito dal Francescano Bernardo de Lavinheta.
L'opera di Bruno ha come premessa l'assunto che il
benessere/malattia è determinato dall'equilibrio di quattro
elementi, il fuoco, l'aria, l'acqua e terra; è altresì determinato dal
loro modo di manifestarsi: umido/caldo, caldo/secco,
secco/freddo, freddo/umido. Avvalendosi degli studi di astrologia
applicati all'arte medica, Giordano Bruno intese dare al mondo,
con la sua opera originale, una visione della natura interamente
viva e densa di magia e spiritualità. Dal momento che le forze
astrali sono in armonia con la natura umana, Bruno volle trovare
in esse una possibilità terapeutica, sviluppando una particolare
medicina astrale, capace di curare il corpo dell'uomo attraverso la
sua mente.

Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. Il fenomeno ereticale è stato molto studiato negli ultimi anni attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, il libro ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne – dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d’Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell’Anticoncilio al Vaticano I e alle moderniste – tutte decise a conoscere, lottare, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.

Le Mirouer des simples ames è un poema filosofico del XIII secolo. La sua autrice, Marguerite Porete, subì un lungo processo durante il quale si rifiutò ostinatamente di correggere le proposizione eretiche del suo scritto: un testo in grado di affascinare non solo i lettori di ieri, ma anche quelli più disincantati ed esigenti di oggi. Fu quindi condannata al rogo con il suo libro malefico del quale s’intendeva cancellare per sempre la memoria.
L’approccio semiotico al poema contribuisce a fare giustizia dei cattivi pregiudizi sul testo: non solo di quelli che lo hanno condannato come eretico, ma anche di quelli che lo hanno qualificato come confuso e poco chiaro. L’analisi testuale si è concentrata soprattutto sulle strategie enunciative, le quali contribuiscono a conferire a questo testo il particolare carisma di scrittura rivelata e profetica. Lo studio ha approfondito quindi alcune controverse questioni inerenti le traduzioni de Le Mirouer dal francese antico all’italiano contemporaneo, che implicano una riflessione teorica sulle interpretazioni che le hanno ispirate.

L’IMPORTANZA STORICA (E PROFETICA ?) DI  “Marcione di Sinope” ALLA LUCE DELL’ATTUALE CRISI “VETERO TESTAMENTARIA” IN ATTO NELLA CHIESA CATTOLICA.
"Io dividerò la vostra Chiesa e causerò una divisione al suo interno che durerà per sempre". (Marcione di Sinope 140 d.C. alla Chiesa di Roma sotto Papa Pio I).

This paper will aim to illustrate the post-medieval reception of medieval heresies and the birth and development of an “heretical mithology” from the end of XIX century to present day. After a brief historiographical introduction, it will consider the misinterprations of the message of two of the most famous Italian heresiarchs. I will focus my attention on post-medieval reception of Arnold of Brescia and Fra Dolcino. The first, considered as a liberal icon in the Italian “Risorgimento”, has been used in an anticlerical and nationalist way by romantic thinkers. Dolcino, on the countrary, has been mainly used by socialist propaganda between XIX and XX century.

Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. Il fenomeno ereticale è stato molto studiato negli ultimi anni attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, il libro ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne-dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d'Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell'Anticoncilio al Vaticano I e alle moderniste-tutte decise a conoscere, lottare, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.

Nelle pagine iniziali della Storia ecclesiastica Eusebio sviluppa un di-scorso apologetico-dogmatico su Cristo e sulla sua natura secondo una dottrina trinitaria e cristologica che inclina spesso verso posizioni prossime all'origenismo e all'arianesimo. Traducendo questi passi in latino, Rufino ha emendato il testo, ricorrendo ad aggiunte e omissioni, al fine di trasmettere al lettore occidentale contenuti perfettamente in linea con l'ortodossia niceno-costantinopolitana. Lo studio analizza i passi in cui il traduttore è intervenuto, studiandone le strategie e individuandone le motivazioni.

IL MOSTRO E L'EROE.
Quando Pomponio Algieri da Nola, all’età di soli 24 anni, viene bruciato vivo a Roma in piazza Navona, Giordano Bruno di anni ne ha appena otto. Oltre che per la giovane età del condannato, l’esecuzione è insolita anche per il luogo e il metodo scelto dall’Inquisizione: anziché le solite fascine, per alimentare il fuoco viene approntato un pentolone di pece, olio e trementina, nel quale viene immersa la povera vittima.

Il fascino ingannevole della dotta citazione.
Quello delle fake news, le cosiddette ‘bufale’ per intenderci, non è il solo problema che affligge il web, strumento potentissimo, che dà voce a tutti, ma in maniera incontrollata.
C’è un fenomeno ancor più preoccupante: quello delle false citazioni (fake quotes).

Abstract

This paper claims a critical return to the study of the main manuscripts of the “heretical” book written by Marguerite Porete (Le Mirouer des simples ames) for studying codicological aspects which neither the editions, nor the modern translations, have taken into account. In doing so we propose a series of analysis of the so-called Chantilly manuscript (Musée Condé, ms. F xiv 26, cat. 157 based on the marginal marks (manicules, nota bene and iconography) which identify those books more as reading devices than as mere material supports of a text. We will show how these elements provide us with information about the text transmission and its reception (its reading).

RESUMEN

El Mirouer des simples ames, manual doctrinal del siglo XIII, ha llegado hasta nosotros determinado por unas circunstancias históricas que intentaron suprimirlo en su materialidad, llegando hasta el punto de quemar a su fuente viva: a su autora, Marguerite Porete. A pesar de estos condicionantes, la obra nos ha llegado a través de diversos códices, pero como texto meramente escrito. Este artículo propugna la necesidad de resituar el Mirouer en su contexto visual, para poder reinterpretarlo con un sentido pleno, acorde con sus coordenadas de escritura y difusión. Para ello se parte de una propuesta metodológica interdisciplinar y comparativista, que utiliza las herramientas de la filología, la historia y la historia del arte para recuperar las imágenes que el texto continene e intentar entenderlas dentro de lo que J. F. Hamburger denomina visual culture. En un segundo estadio, este artículo pone en práctica el método presentado mediante un análisis interpretativo del tema iconográfico de la «escalera de las virtudes» y sus motivos en el tratado poreteano."

Comunemente conosciuta come "Adversus haereses", ma il cui titolo completo è "Smascheramento e confutazione della falsa gnosi", l'opera di Ireneo di Lione era stata originariamente concepita in due libri. Il primo doveva esporre la dottrina degli gnostici e il secondo confutarla. La stesura definiva fu invece in cinque libri. Ireneo la compose nella seconda metà del II secolo in greco, ma l'originale è andato in buona parte perduto già in età antica ed è giunta a noi in traduzione latina e, per alcuni frammenti, in armeno e siriano. Anche se mossa da un intento polemico e non meramente scientifico, l'opera è una delle fonti più antiche e autorevoli sullo gnosticismo, di cui Ireneo si presenta come un fine conoscitore e - come Tertulliano lo definì "un esploratore curiosissimo di tutte le dottrine".

Abstract

This is an essay about the use of the ‘image’ in Le Mirouer des simples ames by Marguerite Porete. We have divided it in two different parts: in the first one, we claim the didactic character of the poretean book and we defend that it should be understood in the teaching contexts of the late medieval vernacular theologies. In the second, we analyze a visual schema extracted from the discourse, which is based on Ezechiel 17. Above all, we focus our study on the eagle-figure from a rethoric, pedagogic and semantic point of view for historically decoding the Mirouer’s conception and its use of the visual through contemporary artistic and writing sources.

L'histoire des mouvements hérétiques apparus au Moyen Âge central dans l'Occident latin est bouleversée, depuis une vingtaine d'années, par la remise en cause radicale des méthodes et des présupposés qui ont présidé à son écriture depuis le XIXe siècle. Avec les analyses d'historiens français réunis autour de Monique Zerner à partir du milieu des années 1990, puis celles de Mark G. Pegg et Robert I. Moore, s'est affirmée une lecture "constructionniste", qui tire de la critique des sources l'idée générale selon laquelle les hérésies n'ont pas préexisté aux initiatives des élites qui les ont définies et réprimées. Les persécutions apparaissent désormais structurellement liées, d'une part, aux concurrences au sein des groupes dirigeants et, d'autre part, à la prise de contrôle des communautés par de nouveaux pouvoirs : elles s'avèrent indissociables du grand essor des institutions politiques centralisées aux XIIe et XIIIe siècles. Des premiers bûchers, allumés sur ordre du roi Robert le Pieux en 1022 à Orléans, à la persécution des templiers lancée par Philippe le Bel en 1307, en passant par la première mise à mort d'un large groupe d'hérétiques, décidée par Henri II Plantagenêt à Oxford en 1166, les pouvoirs séculiers sont tout aussi impliqués que l'Eglise. Sans éluder les vives controverses qui ont accompagné le changement de perspective, on présentera ses enjeux non seulement historiographiques et épistémologiques, mais aussi politiques.

Questo libro non racconta la figura del libertino secondo lo standard usuale del “dongiovanni”, bensì come essere umano che pensa e vive un amore troppo forte per essere circoscritto entro le norme codificate dai catechismi e dalle società. Un corteggiatore romantico come Lord Byron e una poetessa-cortigiana come Veronica Franco; uno scrittore porno-splatter come Sade e una mistica come Marguerite Porete; un dandy come Oscar Wilde e un’autrice visionaria come Anne Sexton: la cifra comune di questi personaggi sta nella scandalosità delle loro opere, una licenziosità erotica non fine a stessa, ma che scaturisce da una visione dell’amare fuori da ogni schema, in cui vita e letteratura si confondono.
Con nuove traduzioni inedite Catà rende merito, forse per la prima volta, all’universo femminile del libertinismo, cercando di tessere un filo dalla classicità di Ovidio e di Saffo fino al nostro tempo. Quello che il lettore incontrerà non sarà l’immagine storica del libertino, ma il libertino come archetipo. L’archetipo del ribelle d’amore.

Nelle pagine che seguono analizzeremo uno dei testi fondamentali della mistica europea basso medievale, il Mirouer des simples ames di Marguerite dicta Porete, alla ricerca della sua paradossale relazione con l’immagine . Avremo modo di spiegare come viene utilizzato uno strumento eminentemente visivo per negare la percezione della divinità e, al tempo stesso, affermare un cammino di ritorno e di fusione con essa. A questo proposito dovremo scomporre i molteplici sensi che il termine immagine implica per il lettore di oggi e analizzare esempi di quelle che sono contenute nel libro per comprenderne la specificità. L’ordine che abbiamo adottato per questa esposizione cerca di offrire una classificazione esemplificata dei tipi di immagini presenti nell’opera poreteana. Divideremo pertanto questo capitolo in tre ambiti: itinerari verso la deificazione, diagrammi e immagini devozionali. Prima di cominciare, tuttavia, sarà forse opportuno introdurre brevemente la figura di Marguerite per comprendere meglio le intenzioni del suo libro.

Abstract: En este artículo nos proponemos revisar la obra de Marguerite Porete en lo que a cuestiones de “visión” se refiere. En primer lugar, analizaremos el uso de la visibilidad poreteana como una cuestión paradójica en la que a través de imágenes se delimita un itinerario que, precisamente, desea enseñar a destruir toda imagen en pos de la deificación individual. En segundo lugar, deseamos aportar una clasificación general de las imágenes poreteanas (itinerarios hacia la deificación; diagramas; imágenes de devoción) que dé cuenta de su tradición plástica (a través de ejemplo encontrados en miniaturas, esculturas y tablas de la época) y de su especificidad doctrinal. Sobre todo, estamos interesados en mostrar cómo Marguerite Porete construye su cosmos simbólico de manera perceptiva y cómo subvierte su tradición visual buscando la transmisión de una experiencia práctica.

Si tratta del lavoro di ricerca documentaria su un antico testo di mistica medievale redatto da una beghina, Marguerite Porete, che a causa del suo libro è stata condannata al rogo dal Tribunale d'Inquisizione di Parigi nel 1310.

Il testo, "Le miroir des simples ames", pur avendo circolato segretamente nei monasteri per secoli, è stato riscoperto e riattribuito alla sua autrice solo nella seconda metà del '900.
Ma le traduzioni del Miroir des Simples ames, nelle lingue contemporanee, hanno snaturato l'impianto narrativo del testo a causa di errori di interpretazione e di manipolazioni volte a piegarne i contenuti per favorire una possibile riabilitazione della sua autrice da parte delle Autorità ecclesiastiche, per le quali ancor oggi Marguerite Porete è una eretica.

L'analisi di semiotica testuale sul testo in antico francese restituisce un impianto narrativo coerente ed evidenzia le strutture enunciative che nel corso dei secoli hanno motivato, nonostante i divieti dell'Inquisizione, monaci e monache a custodire questo libro e a tramandarlo come prezioso testo di meditazione.

Questo mio studio è stato pubblicato nel volume:
"Anime allo Specchio. Le mirouer des simples ames di Marguerite Porete" edito da Aracne editrice, il cui link è presente in questo sito alla sezione: libri.
Avendo i diritti ad ARACNE editrice ho dovuto ritirare il pdf della mia tesi che qui era scaricabile gratuitamente. Mi dispiace molto. Chi è interessato a ricevere materiali in merito può scrivermi e richiedermeli personalmente.