Linguaggio giovanile

"Afroamericano" o "negro"? "Verticalmente svantaggiato" o "basso di statura"? Dopo il dilagare nel mondo anglosassone del "politically correct", anche in Italia è vivo il dibattito su un linguaggio e su atteggiamenti politicamente corretti. Ma, come è nata questa diffusa espressione e quanto può influire su ogni aspetto della vita quotidiana? Un'analisi ricca di esempi con un glossario di termini "politically correct" in uso nel mondo anglosassone.

Nel volume:
Allocca C., Carbone F., Coppola R., Occhini B. (a cura di), Sottosopra. Indagine su processi di sovversione, Quaderni della Ricerca - 6, Napoli, UniorPress, 2020.

Abstract
Online fandoms usually discuss communal passions by creating their own slang, which is expressive, fast and economic. However, as a side effect of young people’s attempt to build a communal identity, fandom’s slang is also cryptic to group’s outsiders. Fandoms have a peculiar kind of wordplays (#mainajorah, Branalbero) that are particularly opaque to fandom’s outsiders.
With a study based on the FanJuLIC corpus, this paper aims to analyze the creation strategies of these wordplays, which are based on the substitution of words or phrases inside a sentence, or on the creation of neologisms. Furthermore, this paper attempts to examine the co-presence of the three traditional functions (social function, personal function and recreational function) of juvenile languages in fandom’s wordplays, as they are integrated with the multimedia communication of social media.

I fandom online generalmente creano un proprio slang per parlare delle loro passioni condivise in modo espressivo, veloce ed economico. Questo slang è conseguenza del tentativo di creare un’identità comune e pertanto può risultare criptico per gli esterni al gruppo. I fandom presentano un particolare tipo di giochi di parole (#mainajorah, Branalbero) che risultano particolarmente opachi agli esterni al gruppo.
Con uno studio basato sul corpus FanJuLIC, si analizzano le strategie di creazione di questi giochi di parole, basati sulla sostituzione di parole o sintagmi all’interno di una frase o sulla creazione di neologismi, e la compresenza in essi delle tre funzioni tradizionali dei linguaggi giovanili (funzione sociale, funzione personale e funzione ludica), integrate nella comunicazione multimediale dei social media.

Il linguaggio è il mistero che definisce l'uomo, in esso l'identità e la presenza storica dell'uomo si esplicano in maniera unica. È il linguaggio che separa l'uomo dai codici segnaletici deterministici, dalle disarticolazioni, dai silenzi che abitano la maggior parte dell'essere. Se il silenzio dovesse tornare di nuovo in una civiltà in rovina, sarebbe un silenzio duplice, forte e disperato per il ricordo della Parola."

"Der Beitrag untersucht den Diskurs des Fußballs und versucht, die
ihn konstituierenden Mechanismen zu definieren. Hierbei wird auch die Sprache der ‹ultras›, die an diesem Diskurs mitwirken, berücksichtigt. Ausgehend von Überlegungen Pier Paolo Pasolinis zum «linguaggio del calcio» und seiner Prägung der «podemi» wird durch die Analyse der häufigsten Neologismen, der Dynamik des Diskurses und der möglichen Interferenzen im Kontakt mit anderen Sprachen die Anregung zu einer weiteren linguistischen Beschäftigung mit dem Phänomen gegeben."

A due anni dalla pubblicazione di "Bella Ci! Piccolo glossario di una lingua sbalconata", viene stampata una nuova edizione del volumetto. Si tratta di un glossario del linguaggio giovanile realizzato dagli studenti delle Università "La Sapienza" di Roma e LUMSA. Le voci sono state tratte per lo più dalla competenza personale degli studenti (in continuità con la precedente esperienza di ricerca confluita nella prima edizione del Glossario), ma anche con contributi "dall'esterno", cioè con l'apporto di persone comuni che hanno suggerito e regalato al progetto nuove forme lessicali e fraseologiche pertinenti all'uso giovanile attraverso la compilazione del form di contatto pubblicato sul sito della LUMSA. Tra le innovazioni legate ai contenuti del volume troviamo di particolare interesse le due nuove sezioni "Parole per ferire" e "Parole dei videogiochi", entrambe inserite subito dopo l'elenco generale delle voci del glossario principale che conserva le suddivisioni adottate nella precedente edizione (vocaboli, acronimi, locuzioni e modi di dire).

Introduzione Il presente articolo è una concisa presentazione dei risultati della ricerca esposta nella tesi di dottorato dal medesimo titolo. Il primo obiettivo principale posto dal-la ricerca era soprattutto di verificare, in base a due corpora paralleli, se effettiva-mente il parlato dei giovani radioascoltatori nei due paesi rientrasse nella defini-zione di "linguaggio giovanile" ideata da studiosi italiani come Sobrero, Cortelaz-zo, Coveri , nonché da alcuni studiosi polacchi, tra cui Buttler, Zgó∏kowa, Kania. Si mirava inoltre a confrontare i due parlati rilevati per cogliere eventuali differen-ze e affinità dal punto di vista lessicale. Tale compito è risultato molto interessan-te, benché talvolta ambiguo e arbitrario, permettendo di intravedere l'aspetto ge-nerale del parlato dei giovani polacchi e italiani. Dato il carattere effimero di certi tratti del linguaggio giovanile, è parso oppor-tuno rilevare queste realtà linguistiche dell'Italia e della Polonia, di due paesi cioè che da un lato hanno avuto nel dopoguerra un percorso storico del tutto differen-te, dall'altro invece si sono trovati entrambi in un'epoca di globalizzazione lingui-stica dovuta in misura significativa alla popolarizzazione dei mass media, nonché alla divulgazione della cultura anglosassone. I giovani costituiscono il gruppo più sensibile a qualsiasi cambiamento o flusso innovativo nell'ambito della lingua, dal momento che sono in stretto contatto con i media, partecipano a vari eventi culturali, si interessano a una musica i cui i testi di frequente vengono cantati in lingua inglese. Potremmo azzardarci a dire che oggi non esiste un giovane che non abbia mai avuto alcun contatto con questa lingua tramite la radio, internet, la televisione o altri mezzi di comunicazione. I media circondano le società odierne, costituendo per loro il punto di riferimento nella sfera socioculturale e linguistica, il che vuol dire che il modo di parlare degli utenti di una lingua non resta inconta-minato dalla struttura della varietà trasmessa. Il fenomeno riguarda in primo luo-go i paesi "occidentali" dal punto di vista culturale, di cui l'Italia e la Polonia fan-no parte malgrado certe differenze individuali. I più giovani nella società attingo

«Sentinella, quanto resta della notte?». Questa domanda, mutuata dal profeta Isaia, identifica l'anelito alla speranza che ha attraversato la vita e la testimonianza evangelica di don Tonino. Egli, infatti, come il profeta era certo della risposta: «resta poco della notte». Questa certezza egli la riponeva proprio nei giovani, cui affidava questo compito profetico di essere «sentinelle del mattino». Don Tonino, però, non era un ottimista a buon mercato, egli aveva chiara la situazione in cui i giovani si trovano a vivere.

La prima parte del contributo presenta una breve analisi dei personaggi giovanili dei Vangeli, mettendo in luce le sofferenze e le difficoltà ‘fisiologiche’ di questa fase del ciclo vitale. La giovinezza ha il fascino della vita che si apre e al tempo stesso non risparmia nessun giovane dai dubbi, dalla tristezza, dalla solitudine dell’allontanamento. Decisiva, ma certamente non facile, la presenza dell’adulto (compresa la famiglia d’origine) accanto al giovane per aprirsi alla vita e alla fede: per diventare adulto, discepolo.
Le ricerche in ambito sociologico, teologico e pastorale riportate nella seconda parte dell'articolo, inoltre, mostrato come i giovani di oggi − piuttosto che increduli − sono genuinamente critici nei confronti del credo religioso ed esigono che i loro interlocutori parlino il linguaggio antico e sempre nuovo della relazione autentica.

1. the frame, o il contesto del discorso 1.1. Generazioni a confronto. Una asimmetria culturale Parlare di socializzazione e di giovani significa in realtà parlare di un confronto tra generazioni, che si verifica oggi tra soggetti che si collocano in uni-versi culturali diversi; un confronto all'interno del quale si prospettano posizioni profondamente asimmetriche. Chi apre il confronto è il mondo adulto, che si sente portatore della responsabilità di dare voce e peso formativo ai valori di una società che ha contribuito a consolidare (con tutti i limiti che si possono registrare in merito agli scompensi, alle incongruenze e alle manchevolezze che di questa società fanno parte). I giovani sono presi in considerazione come interlocutori, sia perché sono componente essenziale e punto di riferimento della società che costituisce il contesto entro cui si opera, sia perché sono oggetto di studio e di interesse per più ragioni: per capire quali sono le conseguenze dell'interazione uomo-tecnologia messa in atto dal mondo adulto e non del tutto con-trollata, per capire come introdurre processi formativi che tengano conto del-le potenzialità delle tecnologie e che al tempo stesso salvaguardino i valori in cui questa società si riconosce, ma anche per studiare meglio il mercato di riferimento e cercare di allargare le opportunità di business. Penso che parlare di tecnologia, di socializzazione e di formazione non possa non tener conto di tutti questi aspetti e che quindi sia necessario prendere in seria considerazione la profonda asimmetria del confronto che cerco di evidenziare. Da una parte c'è, infatti, un passato che cerca di esprimere una coerenza possibile/impossibile tra punti di vista, valori, comportamenti e obiettivi diversi e cerca di dare ragione dell'esistente, dall'altra c'è una forza che punta al futuro e che cerca di cogliere nel presente solo quello che gli serve, come chi vaga con lo sguardo per le stanze soffermandosi con nostalgia sugli oggetti cui è affezionato prima di lasciare una casa in cui non vuole più abitare. Forse drammatizzo un po', ma quando si fa ricorso alla metafora "nativi della rete", implicitamente si pensa questo. Ossia, si pensa al mondo adulto...

Le parole che leggerete di seguito vanno considerate come appendice di un testo apparso su Minima&Moralia dal titolo "Prof, sei proprio un bufu!". Breve viaggio attorno al linguaggio giovanile. Qui il link del testo al quale rimando per maggiori considerazioni teoriche su come e perché i giovani di oggi parlano usando alcuni termini e non altri e su qual è il contesto a cui faccio riferimento nella mia disamina "sociolinguistica". In sintesi, però, posso qui dire che all'interno del testo facevo riferimento alla mia esperienza di docente di Italiano in un Liceo del centro di Roma e di come questo mestiere mi porta costantemente a contatto con adolescenti che hanno nelle loro scelte linguistiche "oscure" un'arma contundente da issare contro quei vecchi matusa degli adulti. E in un periodo storico in cui il "fior fior" dei giornalisti nostrani (da Antonio Polito a Pigi Battista, passando per Michele Serra e per il suo "Gli sdraiati" da poco tornato alla ribalta delle cronache per la trasposizione cinematografica ad opera di Francesca Archibugi) riempie gli scaffali delle librerie con riflessioni su come comprendere questi nostri figli sempre sfuggenti, partire da una sintetica analisi delle parole più o meno comuni da loro utilizzate è un piccolo sasso lanciato nello stagno magmatico dell'essere giovani oggi. Ringrazio ancora una volta i miei studenti per il prezioso contributo fornitomi per stilare questo dizionarietto. Per ogni termine è presente una definizione e un esempio d'uso. Se avete voglia di arricchire questo lavoro, fatelo pure, commentando il presente testo.

Communications:
LAUDATO SI’. Nothing in this world is indifferent to us
- Thursday, October 22nd, 2015

Università Cattolica del Sacro Cuore via Trieste 17, Brescia
ASA - Alta Scuola per l'Ambiente (Postgraduate School for Environmental Studies)

I cambiamenti di fronte ai quali ci troviamo sono epocali e quello digitale è dei più significativi e riguarda non solo il mondo giovanile, ma il mondo nella sua totalità anche se, per le sue peculiarità, il mondo giovanile ne è l’avamposto ed il primo laboratorio. Tuttavia la fatica che il digitale impone nel ricodificare le azioni e le modalità con cui comunicare, l’approccio rispetto all’altro, ossia quello che sintetizziamo con “pastorale”, non è una fatica solo ecclesiale.

IL DIRITTO ALLA FELICITA’

- INSTANT BOOK - RISULTATI DELL’INDAGINE TRA ADOLESCENTI E GIOVANI IN TEMPO DI COVID-19


Instant Book – Cooperativa Caracol


Come hanno vissuto il lockdown e la pandemia i giovani dai 12 ai 22 anni nella provincia di Cuneo?
E cosa auspicano per il futuro?
2600 ragazzi ci hanno risposto e nell’Instant Book – IL DIRITTO ALLA FELICITÀ, 
È importante leggere i numeri oltre le percentuali, ma pensare a ciò che evocano e rappresentano.

L’indagine svolta dagli educatori e ricercatori della Cooperativa Caracol nel mese di aprile,
in piena Emergenza COVID 19.

I giovani ci hanno regalato con generosità e sincerità tutte le loro paure, le preoccupazioni, i loro sogni e bisogni ricordandoci il loro DIRITTO ALLA FELICITÀ. 🕊

Il materiale ricevuto è ricco e denso di significati e lo abbiamo sottoposto agli occhi dei nostri principali esperti di Università di riferimento – Ennio Ripamonti, Silvia Manfredi, Pier Cesare Rivoltella, Michele Marangi, Stefano Pasta, Giovanni Campagnoli,  Carlo Andorlini e Michele Gagliardo -  perché ci restituissero con  il loro sguardo competente e lungimirante non tanto  delle conclusioni ma alcune riflessioni e linee guida per i successivi passi che muoveremo insieme alle comunità con una ricerca – azione, dal mese di giugno,  per sostenere e prendersi cura di un territorio capace di ascoltarsi e di prendersi cura di sé.

Queste  collaborazioni hanno dato vita al rapporto d’indagine, primo passo per una necessaria elaborazione collettiva di ciò che stiamo vivendo e abbiamo vissuto nella pandemia;  crediamo che nessun uomo possieda i mezzi sufficienti per superare gli eccezionali momenti  di così grande solitudine.

Abbiamo tutti bisogno non solo di un DOPO ma necessitiamo di un OLTRE.

Presentazione dei primi risultati di uno studio storico-linguistico in corso condotto sulle tre traduzioni italiane di "The Catcher in the Rye" (1951), meglio conosciuto in Italia come "Il giovane Holden", dalla traduzione Einaudi del 1961. Il processo di ritraduzione del romanzo a sfondo giovanile di J.D. Salinger è indagato, con l'ausilio di strumenti lessicografici e documenti di vario tipo, nel quadro dell’evoluzione della lingua letteraria e del linguaggio giovanile in Italia.

Alla scoperta di un multiverso. È un racconto a cinque voci di una cultura e di un approccio al mondo la “Guida all’immaginario nerd” pubblicato da Odoya Edizioni e scritto da Fabrizio Venerandi, Jacopo Nacci, Gregorio Magini, Alessandro Lolli e Irene Rubino.

Quanti "mostri" ci sono nella letteratura tedesca? Certo è che rivolte, delitti, suicidi sembrano essere una costante non solo letteraria, ma anche umana e sociale. La letteratura tedesca offre una vasta gamma di personaggi, di giovani ribelli o giovani suicidi, attraverso i quali è possibile ricostruire la mappa delle speranze tradite e delle angosce delle giovani generazioni. Si tratta di un progetto di saggio del 1986 rifiutato dalla Feltrinelli che torna oggi di forte attualità per il tragico fenomeno del BLUE WHALES. Con una lettera di protesta alla Feltrinelli del 19 novembre 1986.

Graffiti, signs, signatures and drawings are spread over in public space in contemporary cities. The following paper presents the policy built on this social manifestation in some Italian metropolitan areas over the last few years. It points in evidence some reasons and limits of that policy. The text finally underlines that writing is probably not governable and proposes a different policy, oriented to depenalization.

La presenza sociale dei giovani nella città contemporanea si manifesta secondo modi diversi e tra questi è compresa la realizzazione di graffiti, scritte, firme e disegni su una molteplicità di superfici. Queste manifestazioni sono solitamente ricondotte a definizioni determinate, racchiuse nella contrapposizione tra vandalismo ed arte, e sono state oggetto di specifiche iniziative legislative e politiche di contrasto, orientate a reprimere o a circoscrivere il fenomeno.
Il contributo seguente si pone l’obiettivo di presentare le politiche che in alcune aree metropolitane italiane sono state formalizzate e realizzate negli ultimi anni nei confronti del fenomeno, giungendo a porre in evidenza i limiti intrinseci ad ogni politica di questo tipo. Lo studio in esame è il frutto di un percorso di ricerca che pone in comunicazione dati ed informazioni di diversa natura. Da un lato, è stata realizzata un’analisi documentale relativa agli aspetti legislativi ed amministrativi delle politiche in oggetto, con lo studio dei disegni e delle proposte di legge presentate dal 1997 al 2011 e delle delibere e delle ordinanze più recenti promosse in materia nei comuni di Bologna, Milano, Genova, Roma e Bari. Dall’altro lato, sono stati presi in esame i dati raccolti durante un’indagine svolta attraverso la realizzazione di interviste ad autori di graffiti e tags (writers), la raccolta e l’osservazione delle scritte diffuse negli spazi pubblici, la somministrazione di un questionario agli studenti di un campione di scuole superiori della provincia di Salerno, il confronto continuo con un gruppo di writers (una crew) e la partecipazione, come osservatore, ad alcuni eventi pubblici di writing.
Il testo è organizzato in cinque parti. Nella prima viene introdotto il fenomeno dei graffiti e delle altre scritte, del quale vengono evidenziati alcuni aspetti, relativi alla sua ampia diffusione ed alla significativa eterogeneità interna che ne caratterizza i significati e le forme e modalità con cui si manifesta.
Nella seconda parte, l’attenzione si concentra sulla legislazione in vigore in merito al fenomeno e vengono presentate le proposte di modifica della normativa che si sono avvicendate dalla seconda metà degli anni ‘90 in sede parlamentare. Da questo studio si evince come l’impostazione del dibattito legislativo sia stata analoga all’orientamento costruito nell’opinione pubblica attorno ad una serie di coppie contrapposte, che collocano graffiti e scritte tra arte e vandalismo e tra divieti e concessioni. Allo stesso modo, i modelli di politiche pubbliche elaborati nel tempo si sono divisi, esclusivamente, tra il proibizionismo ed il regolamentarismo, anche se la legislazione in vigore è stata sempre orientata secondo il primo modello.
La terza parte del testo si sofferma sulla dimensione locale delle politiche di contrasto e regolazione dei graffiti e delle scritte, presentando i casi di cinque tra le maggiori città italiane, e verificando come viene concretamente declinato il rapporto tra legislazione, impostata sul modello proibizionista, e pratiche politiche ed amministrative locali, che, con modalità e gradi differenti, introducono elementi di regolamentazione.
Nella quarta parte si propone un inquadramento teorico delle politiche realizzate, evidenziando il fatto che esse si ispirano, nella maggior parte delle città, ai casi paradigmatici di New York e Los Angeles, dei quali condividono i presupposti e gli obiettivi generali.
L’ultima parte del testo fa notare, da un lato, che nessuna alternativa alla coppia proibizione-regolamentazione è stata sperimentata nelle aree urbane esaminate, anche a causa dei vincoli legislativi attivi, e, dall’altro lato, che il fenomeno è, probabilmente, non regolabile. Si avanza, in conclusione, l’ipotesi secondo cui il modello di politiche pubbliche da assumere potrebbe essere quello della depenalizzazione, riconoscendo nella realizzazione di graffiti e scritte l’insorgenza di una nuova estetica e di una affermata modalità di esperienza dello spazio urbano.