Pesaro

This essay explores how, after the death of the prince Federico Ubaldo, the agents involved in the devolution of the Duchy recalled or purposely neglected the events related to the 1517 war of Urbino and to the Medicean occupation. In the legal dispute over the possession of the Della Rovere territories, the Grandukes’ strategy to recall the expropriation of the feud by Pope Leo X proved unsuccessful as the Holy See was willing to avoid any compromising allusion to that precedent. Francesco Maria II in particular tried to celebrate the memory of his ancestor (Francesco Maria I) with a variety of initiatives; his attempts, however, were gradually reversed, starting from the funeral orations to him in his honour. In the meantime, the largest communities of the new ‘Legazione’ marginalized the memory of Della Rovere rule and of the political and military events connected with it. If Urbino completely erased these memories, in Pesaro one finds attempts at downsizing the strife for the Duchy in the early sixteenth century to a local and municipal fact.

Recensione del testo "La Via Flaminia e la gola del Furlo", pubblicato nel 2012 dall'archeologo Mario Luni;  il volume costituisce il primo numero di una collana dal titolo "I quaderni del Furlo", pensata e realizzata con lo scopo di offrire una approfondita conoscenza dell'entroterra e della costa delle Marche attraverso la pubblicazione di studi e ricerche condotte scientificamente; la raccolta si compone di svariate monografie che fanno riferimento a tre ambiti disciplinari diversi: geologico, biologico-naturalistico e storico-archeologico. Il testo in questione rientra tra le monografie ascrivibili al settore disciplinare storico-archeologico. La scelta di inaugurare la collana con un volume incentrato su questi temi non è casuale, ma funzionale alla riscoperta e alla divulgazione di tematiche per troppo tempo passate in secondo piano rispetto agli aspetti naturalistici e geologici.

Nel 2015 e 2016 la Biblioteca Oliveriana di Pesaro ha proposto una serie di sei esposizioni collegate alle ricorrenze e agli anniversari di quegli anni. Il 750° della nascita di Dante Alighieri, i 500 anni dalla morte di Aldo Manuizio, il primo centenario della Grande Guerra (1915-2015), poi Omero, le edizioni illustrate dell'Orlando Furioso e Francesco Maria Santinelli.

I chirografi di Clemente XIV del 1772 sugli Archivi Vaticani e la successione a Giuseppe Garampi // Callisto Marini, l’allievo prediletto di Annibale degli Abbati Olivieri // Roma. Il tirocinio di un aspirante curiale settecentesco // L’esperienza in Romagna: uditore del cardinal legato (1769-1775) // Negli Archivi Vaticani // Callisto Marini all’apice della carriera: segretario delle Lettere Latine (1784). I rapporti tra Gaetano e Callisto si sfaldano // La Repubblica Romana e l’uscita di Callisto dagli Archivi Vaticani // L’Ottocento e gli ultimi anni di Callisto Marini // Cosa rimane? // APPENDICI: 1. Chirografo di Clemente XIV per la nomina di Marino Zampini a prefetto dei due Archivi di Castello e Vaticano e di Callisto e Gaetano Marini a suoi coadiutori con diritto di successione (Roma, 28 marzo 1772) // 2. Chirografo di Clemente XIV sulle costituzioni e stabilimenti per gli Archivi Vaticani (Roma, 23 aprile 1772) // 3. Provvedimenti da prendersi per l’Archivio di Castello: dalla relazione di Giuseppe Garampi al cardinale segretario di Stato Ludovico Maria Torriggiani (gennaio 1760)

In base ai 16.000 documenti dei "Regesti marittimi croati del Settecento", Fonti documentarie, voll. I-III, viene data una radiografia dei porti, delle rotte, dei tipi di navi con cui si viaggiava nel Settecento. Grazie ai documenti e' possibile tracciare le rotte su cui si viaggiava non solo all'interno dell'Adriatico stesso, ma anche fuori verso i porti del Levante, del Tirreno ed anche oltre il Mediterraneo verso l'Olanda e l'Inghilterra.
Verra' presentato nell'occasione il III volume dei "Regesti marittimi croati" di Nikola Čolak, a cura di Zrinka Podhraški Čizmek. Il volume e' uscito quale pubblicazione della Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' di Spalato in Croazia. Le due sponde dell'Adriatico si incontrano nuovamente tramite lo studio, l'interesse e l'amore per lo stesso mare che ci riunisce.

The essay deals with the growing hunger of the inhabitants of Pesaro in Italy, on the Gothic line, during the Second World War, by analysing the failure of the food rationing. It studies also the ways used by the population to feed themselves, including the scams and the threats resorted to survive.

Il Maestro lavorò a numerose composizioni premiate in concorsi nazionali. Un personaggio da riscoprire per l'importanza per la cultura musicale abruzzese.Gesualdo Coggi nacque a Supino (FR) il 10
giugno 1915, conobbe il Maestro Adolfo di
Zenzo e fu allievo di Olindo Iannucci1
di Città
S. Angelo.
Diplomato in Composizione e Strumentazione
per banda al Conservatorio “G. Rossini”
di Pesaro, ha diretto numerosi complessi
bandistici nel Lazio, Abruzzo, Umbria, Marche
ed Emilia-Romagna.

I. Benincampi, «Ad Ornatum Urbis»: alcuni lavori pubblici a Pesaro nel primo Ottocento, in «Studi pesaresi», 9 (2021), pp. 127-146. ISSN: 2280-4293

ABSTRACT:
A prominent city on the Adriatic coast, during the first years of the 19th century Pesaro supported various public works. In this regard, the numerous evidences preserved in the collection of the Congregation of the Good Government filed at the State Archives of Rome offer an interesting and original point of view, analyzable thanks to the many reports that the architect Pietro Bracci (1779-1839) compiled for the papal dicastery.

Una rivalutazione complessiva delle fonti epigrafiche, ivi comprese quelle dell'instrumentum inscriptum, ha consentito di fare una sintesi sull'estensione e le attività praticate nelle proprietà della regio Arimensium con un notevole rilievo dell’agricoltura e dell’annessa produzione figulinaria.

Nella primavera del 1808 le Marche sono annesse al regno d'Italia napoleonico; nell'ambito del dipartimento del Metauro, che ha per capoluogo Ancona, Pesaro diventa sede di una viceprefettura con tre "cantoni", che sono Pesaro stessa, Fano e Fossombrone.

I. Benincampi, Fra funzione e celebrazione: Pesaro e la «porta di Fano» di Giuseppe Missirini, in F. Capano, m. Visone (a cura di), CIRICE 2020. La città palinsesto. Tracce, sguardi e narrazioni sulla complessità dei contesti urbani storici, 2 voll., atti del convegno internazionale (Napoli, 10-12 giugno 2021), Federico II University Press, Napoli 2021, I, pp. 625-632 ISBN: 978-88-99930-06-6

ABSTRACT:
After the Italian unification, the expansion of many inhabited centers led to the destruction of many fortifications, despite their historic and political values. Pesaro is a case in point. Here, both the ancient Della Rovere walls and city gates were demolished, including the so-called «porta di Fano». In 1822 the rooms over the gate were intended to host the police barracks and, thanks to the election of Pope Leo XII (1823-1829), the local council decided to increase the quality of the project in order to celebrate the event. The architect Giuseppe Missirini (1775-1829) was commissioned to design the gate and today it’s possible to understand his formerly invention through some unpublished drawings.

After the Montefeltro dynasty’s demise in 1508, the Della Rovere family assumed power in the geo-strategically and culturally important Duchy of Urbino. The first dynasty of papal nephews able to preserve successfully the territory conferred by their family popes beyond the pontifical term, they became a model for upcoming papal families. As ‘new princes’, they needed to legitimise their new rank and membership of princely society, and also to establish for their subjects the lawful circumstances of their succession. In 1504, Pope Julius II della Rovere had urged the childless Guidobaldo da Montefeltro to adopt their joint nephew, Francesco Maria della Rovere, son of Guidobaldo’s sister, Giovanna da Montefeltro, and the Pope’s brother, Giovanni della Rovere. This article reviews the basis of this adoption in Roman and Canon law, and shows how it affected contemporaries’ belief in the legitimacy of the Della Rovere’s succession and was used prominently in the dynasty’s self-fashioning.