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The diffusion of Invisible Cities in Mexico was almost immediate after its original publication in Italian, due to the long-established relation between Italo Calvino and Octavio Paz in the 1970s. Their mutual admiration for Borges and... more
The diffusion of Invisible Cities in Mexico was almost immediate after its original publication in Italian, due to the long-established relation between Italo Calvino and Octavio Paz in the 1970s. Their mutual admiration for Borges and their great interest and personal engagement in traslation  also reflects a cosmopolitanism that during the 20th century had a great impact on the literary fields of Italy and Mexico.
The case of the publication of Invisible Cities in Mexico is a clear example of this cosmopolitan attitude. A selection of parts from the book was published for the first time in 1973 in number 23 of Plural magazine, translated by José Emilio Pacheco and accompanied by an essay by the Uruguayan critic Ángel Rama. A second translation of fragments of Invisible Cities was published in 1982 in the collection “Material de Lectura” (Coordinación de Difusión de Cultura de la UNAM) in the version of Guillermo Fernández, the most productive literary translator from Italian into Spanish language in the entire Hispanic tradition, and a poet himself.
While Pacheco is generally considered as one of the most important intellectuals of his generation, the role of Fernández within the same cultural context is usually understated or forgotten, as we will show in this article.
In C. Blanco Valdés, L. Garosi, G. Marangon, F. J. Rodríguez Mesa, Il Mezzogiorno italiano. Riflessi e immagini culturali del Sus d'Italia. Firenze, Franco Cesati, 2016, pp. 661-671. In questo articolo presento i caratteri... more
In C. Blanco Valdés, L. Garosi, G. Marangon, F. J. Rodríguez Mesa, Il Mezzogiorno italiano. Riflessi e immagini culturali del Sus d'Italia. Firenze, Franco Cesati, 2016, pp. 661-671. In questo articolo presento i caratteri generali dei canti popolari del Sud per avvicinare gli studiosi di letteratura alle tradizioni orali come una fonte preziosa di informazioni sulla cultura, la mentalità, la concezione del mondo di una comunità, oltre che come espressione lirica e poetica. Dopo alcune note sul come e il perché studiare questi documenti e sulle diverse accezioni dell'aggettivo "popolare", si presentano questioni stiliche, formali, linguistiche, tematiche e legate al genere, relative all'impianto ed all'esecuzione ritmico-melodica ed al testo, presentando e discutendo le classificazioni piú utilizzate ed alcuni dibattiti attuali.
In che misura le enciclopedie e le antologie determinano un destino letterario? Questa domanda è particolarmente utile per esplorare il lavoro di traduttore di Guillermo Fernández. Questo mestiere, come vedremo, si è sviluppato in modo... more
In che misura le enciclopedie e le antologie determinano un destino letterario? Questa domanda è
particolarmente utile per esplorare il lavoro di traduttore di Guillermo Fernández. Questo mestiere, come
vedremo, si è sviluppato in modo del tutto particolare nel caso del Messico durante la seconda metà del
Novecento ed è contrassegnato dalle complesse dinamiche del campo culturale nel suo rapporto con
l’establishment culturale messicano.
Producido por un humanista en un refinado ambiente cortesano, el Furioso retoma fuentes clásicas, medievales y humanistas, cultas y populares, trágicas y cómicas, combinándolas y en el tono medio típico del poema caballeresco, que... more
Producido por un humanista en un refinado ambiente cortesano, el Furioso retoma fuentes clásicas, medievales y humanistas, cultas y populares, trágicas y cómicas, combinándolas y en el tono medio típico del poema caballeresco, que representa así un espacio de experimentación, una “zona franca” en los procesos de canonización y regularización de géneros, formas, materias y lengua del comienzo del siglo XVI. En el marco de la polémica entre ariostistas y tassistas que detonó en la segunda mitad del siglo, los primeros críticos del Furioso,  Ludovico Dolce en particular, se enfocaron en las fuentes clásicas y en la identificación de modelos canónicos en el Furioso en aras de definirlo como una épica moderna, mientras que la línea crítica ecléctica, representada por Lavezuola, que consideraba la compresencia y combinación significativa de fuentes de distinta índole, ni fue retomada sino hasta los últimos años.
The sicilian writer Andrea Camilleri employs a very peculiar language, a mix of italian and dialects –not only his native sicilian but also, recently, the dialect from Genova. The writer himself talks about his decision of using a hybrid... more
The sicilian writer Andrea Camilleri employs a very peculiar language, a mix of italian and dialects –not only his native sicilian but also, recently, the dialect from Genova. The writer himself talks about his decision of using a hybrid language in the postfaction –whose title is Le mani avanti- to the new edition of his first book, the historic novel Il corso delle cose (1978, republished in 1998). In another essay, Il gioco della mosca, Camilleri explains typical dialectal expression of his time and place. This article presents the abovementioned texts, aiming to discuss the linguistic decisions taken by Camilleri in his work and analyzing some examples of the peculiar vocabulary and syntax of this new italian writer.
In questo articolo è mia intenzione considerare nel quadro della critica attuale sul romanzo storico la prima fase della produzione storica e civile camilleriana, quella degli anni Novanta, come un ciclo narrativo, costituito da cinque... more
In questo articolo è mia intenzione considerare nel quadro della critica attuale sul romanzo storico la prima fase della produzione storica e civile camilleriana, quella degli anni Novanta, come un ciclo narrativo, costituito da cinque romanzi e da due saggi. A partire dal riconoscimento di una sostanziale continuità letteraria, storica e culturale, fra il romanzo storico ottocentesco e quello attuale, la narrativa a tema storico viene definita come un «modo letterario», caratterizzato fondamentalmente da un patto di veridicità fra autore e pubblico.
Per ragionare sulla particolare concezione della veridicità ‒ necessaria in ogni narrazione storica come parte delle aspettative del pubblico ‒ di Camilleri in questo ciclo, farò una rassegna della funzione di quelli che sono stati definiti da S. S. Nigro come «appigli storici», cioè le occasioni di ognuno di questi testi, che Camilleri puntualmente esplicita nelle note finali. In secondo luogo, dopo aver ribadito e approfondito la definizione di questo ciclo all’interno della tradizione del romanzo postrisorgimentale siciliano, ne analizzerò alcuni aspetti tematici per mostrare come la costruzione letteraria del contesto storico, sociale, culturale contribuisca a mantenere il patto letterario di verità che caratterizza il «modo
storico». Nell’ultima parte della mia analisi presenterò, sulla scorta degli studi di Luigi Matt, una rapida caratterizzazione delle scelte linguistico-stilistiche di Camilleri in questi suoi primi romanzi. La ricerca di autenticità che il patto letterario implica deve passare attraverso una ricerca linguistica: nel caso peculiare di Camilleri essa si compie, sotto il segno dell’espressivismo, con la necessità impellente di una lingua propria il vigatese, una lingua chiaramente letteraria, ma con forti radici nei dialetti
siciliani (prima di tutto, ma non solo, quello di Porto Empedocle-Vigàta), la cui evoluzione implica l’assunzione di specifiche tecniche narrative, di focalizzazioni che creano autentica polifonia: questa lingua coniugata con queste tecniche costituisce il narratore non già come un «tragediatore», ma come un contastorie. E l’autenticità della sua voce, e del modo in cui riesce a dar espressione ai suoi personaggi sono fondamentali nella costruzione di una ‒ pur parziale e marginale, ma non per questo
meno importante ‒ verità, sempre volta alla restituzione della memoria, cui Camilleri aspira.
Establecer y analizar cómo los autores utilizan sus fuentes textuales es siempre un asunto complejo. Esto vale en general para cualquier escritor europeo, especialmente los anteriores al Romanticismo, donde la relación entre un autor y... more
Establecer y analizar cómo los autores utilizan sus fuentes textuales es siempre un asunto complejo. Esto vale en general para cualquier escritor europeo, especialmente los anteriores al Romanticismo, donde la relación entre un autor y sus fuentes textuales cambió para siempre, al sustituir las nociones clásicas y humanistas de imitación y emulación con la de la originalidad como el criterio estético fundamental. Y vale a fortiori para los autores del Renacimiento, educados según el modelo humanista, que marcó una nueva relación con la antigüedad clásica, con un enfoque crítico y filológico que se opuso tajantemente a la interpretación medievalcristiana, alegórica, que buscaba relaciones de continuidad con el mundo clásico. Ésta es la razón del peculiar tratamiento de las fuentes clásicas por parte de los autores del Renacimiento, quienes las utilizan para revitalizar géneros medievales, y en particular el poema caballeresco. Desde esta perspectiva presento los resultados de un estu...
"Nel 2013 si sono celebrate, presso l'Universidad Nacional Autonoma de Mexico (UNAM), le XI Giornate Internazionali di Studi Italiani, dedicando gran parte del congresso alla commemorazione del settimo centenario della nascita di... more
"Nel 2013 si sono celebrate, presso l'Universidad Nacional Autonoma de Mexico (UNAM), le XI Giornate Internazionali di Studi Italiani, dedicando gran parte del congresso alla commemorazione del settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio. Questa attivita congressuale si svolge con regolarita biennale per conto della Cattedra Straordinaria "Italo Calvino", istituita dall'Ambasciata d'Italia in Messico presso il Dipartimento di Lettere Italiane. L'undicesima edizione di questo congresso ha riunito nella nostra sede studiosi di molte nazionalita. E un piacere e un orgoglio per noi poter presentare in questo volume i loro interventi come un contributo accademico per mantenere vivo l'interesse per un autore rappresentativo della piu alta tradizione italiana." (Dalla Presentazione)
In C. Blanco Valdés, L. Garosi, G. Marangon, F. J. Rodríguez Mesa, Il Mezzogiorno italiano. Riflessi e immagini culturali del Sus d'Italia. Firenze, Franco Cesati, 2016, pp. 661-671. In questo articolo presento i caratteri... more
In C. Blanco Valdés, L. Garosi, G. Marangon, F. J. Rodríguez Mesa, Il Mezzogiorno italiano. Riflessi e immagini culturali del Sus d'Italia. Firenze, Franco Cesati, 2016, pp. 661-671. In questo articolo presento i caratteri generali dei canti popolari del Sud per avvicinare gli studiosi di letteratura alle tradizioni orali come una fonte preziosa di informazioni sulla cultura, la mentalità, la concezione del mondo di una comunità, oltre che come espressione lirica e poetica. Dopo alcune note sul come e il perché studiare questi documenti e sulle diverse accezioni dell'aggettivo "popolare", si presentano questioni stiliche, formali, linguistiche, tematiche e legate al genere, relative all'impianto ed all'esecuzione ritmico-melodica ed al testo, presentando e discutendo le classificazioni piú utilizzate ed alcuni dibattiti attuali.
Queridos amigos y colegas: La Cátedra Extraordinaria Italo Calvino de la Universidad Nacional Autónoma de México convoca las XV Jornadas Internacionales de Estudios Italianos, este año dedicadas a la celebración de los setecientos años... more
Queridos amigos y colegas:

La Cátedra Extraordinaria Italo Calvino de la Universidad Nacional Autónoma de México convoca las XV Jornadas Internacionales de Estudios Italianos, este año dedicadas a la celebración de los setecientos años de Dante Alighieri.
Como es nuestra costumbre, además de contribuciones relativas al tema principal del congreso, aceptaremos también contribuciones inéditas en el campo de la italianística en general: literatura, teatro, cultura, artes, cine, didáctica, lingüística y relaciones culturales de Italia con otros Países.
Por tercera vez consecutiva, las Jornadas serán anfitrionas del Seminario de Estudios sobre la vida y la obra de Andrea Camilleri, titulado De Vigata al Mundo.
Enviamos la convocatoria y quedamos a la espera de sus propuestas de participación.
Rogamos difundan entre sus contactos académicos.
Presento aquí la traducción anotada de la conferencia "Da Verga a Sciascia: la sfida dei siciliani", dictada por el Prof. Antonio Di Grado el 5 de noviembre de 2019 en el Instituto Italiano de Cultura de la Ciudad de México. Se trata de... more
Presento aquí la traducción anotada de la conferencia "Da Verga a Sciascia: la sfida dei siciliani", dictada por el Prof. Antonio Di Grado el 5 de noviembre de 2019 en el Instituto Italiano de Cultura de la Ciudad de México. Se trata de una valoración de amplio respiro de la literatura y cultura siciliana en el contexto post-unitario y en la primera mitad del siglo xx. En una visión que los intelectuales sicilianos comparten con el pueblo de la isla, tanto Sicilia como todo el Sur de Italia fueron anexados al Reino de Italia con un proceso doloroso, a partir de la expedición de Garibaldi y sus mil voluntarios (i Mille), cuyo éxito fue determinado por las rebeliones de los más pobres, los campesinos, sujetos a un sistema poco menos que feudal, quienes de la anexión se esperaban la reforma agraria y la impartición de una justicia efectiva y no sesgada (cuando no cegada) por el censo. El nuevo Estado italiano, además de reprimir duramente los excesos de las revueltas campesinas, promulgó leyes (como el ser-vicio militar obligatorio) e instituyó impuestos (como el gravamen sobre la molienda del trigo) que afectaban gravemente a la población rural, quienes eran los más pobres. Sus funcionarios, en muchos casos corruptos y rapaces, consideraban al Sur de Italia como una colonia. La guerrilla que los pobres emprendieron en contra del Estado, conocida como brigantaggio, fue ferozmente reprimida, con un saldo de miles de muertos en pocos años. En los años noventa del siglo xix un nuevo movimiento de reivindicación social, el de los Fasci siciliani, luchó por la abolición de los impuestos directos y por la redistribución de la tierra: después de tres años de huelgas, de una fuerte lucha social y de que en toda la Isla fuera declarado el estado de emergencia, el movimiento fue reprimido en 1893. A cada oleada de represión correspondía una, aún mayor, de emigración: pocos saben que también Italia tuvo su tragedia naval, como la del Titanic: el 4 de agosto de 1906 el Sirio, con 80 pasajeros de primera clase, 40 de segunda y casi 1,200 en tercera clase, se hunde frente a Génova, con un saldo de entre 300 y 500 muertos.
Es en este contexto que se desarrolla la literatura verista de Giovanni Verga y Luigi Capuana, que representa la base de la novela italiana del siglo XX, introduciendo “en el salón” de la literatura italiana a los pobres, los oprimidos, los vencidos; son éstas las premisas para que la literatura siciliana post-unitaria se conforme como una visión de los vencidos, como un juicio a la Historia, como una crítica a una falsa y mendaz idea de progreso, a las mentiras del Poder, a la hipocresía del gatopardismo: tal y como los nobles sicilianos, después de la victoria de Garibaldi, se pasan inmediatamente al bando del nuevo Rey, así los jerarcas fascistas, al día después de la llagada de los Aliados, en 1943, se reciclarán en el poder como sinceros democráticos. Y es una verdadera genealogía la de los escritores sicilianos que, desde finales del siglo XIX hasta la mitad del XX, se abocan a una representación escéptica, crítica y desmitificadora de la Historia y de su impacto en las pequeñas historias de la gente común.
Proponer este texto aquí, en el contexto latinoamericano actual, representa una contribución a los debates y estudios sobre producciones literarias periféricas, liminales, con una perspectiva explícita o implícitamente poscolonial. En oposición a una retórica “sicilianista” y provinciana, a una visión hipócritamente romántica de la miseria y del subdesarrollo, al costumbrismo folklórico y a la resignación gatopardesca al inmovilismo y la corrupción en la Isla, los intelectuales sicilianos se colocan en un marco cultural cosmopolita, europeo, haciendo de una “tradición científica de alto nivel, y de una vocación intelectual consecuentemente escéptica, laica, materialista”, un afilado instrumento para leer con pasión y lucidez la realidad der su isla. Di Grado retoma la afirmación de Sciascia que no hubo escritores románticos en Sicilia: desde la perspectiva de los conquistados, los vencidos, los colonizados, no puede haber ilusiones en un progreso que se percibe como falso; por esta misma razón los intelectuales sicilianos desconfían en el idealismo con tintes nacionalistas y fascistas de los comienzos del XX. Su mayor exponente, Giovanni Gentile, paradójicamente él también siciliano, profetizó el ocaso de la cultura siciliana, que él justamente consideraba la última cultura regional italiana, con “su tradición materialista y realista y su orgullosa alteridad, su prejuicio crítico sobre la magnífica suerte de la Nación proclamada por el Poder, su vocación a la duda y al disentimiento”, porque irreducible a una cultura italiana a hegemonía idealista.
Aquí se ofrece una traducción no sólo del texto sino también de todos los fragmentos literarios que se citan. Los títulos de las obras los dejé en italiano, ya que no siempre están traducidos: de ser el caso, en la Bibliografía se encuentra la referencia a la traducción más reciente al español o, de no ser el caso, a algún otro idioma europeo. Con respecto al texto original, de los autores mencionados en el artículo agregué, al menos la primera vez, el nombre de pila, para facilitar su búsqueda posterior.
Finalmente, traté de conservar lo más posible los rasgos estilísticos del texto, que es un excelente ejemplo de ensayo literario de estilo italiano contemporáneo, por su densidad tanto conceptual como sintáctica y léxica, con una fuerte presencia de alusiones y citas indirectas (que el autor señala sólo por medio de comillas) que decidí mantener en italiano cuando aluden a textos en italiano, traduciéndolas y reconstruyendo la alusión en nota.
Negli ultimi anni l’intertestualità del Furioso è stata collocata sullo sfondo dei dibattiti sulla poetica dell’imitazione –nel suo triplice aspetto di imitatio, variatio ed aemulatio- e della formazione del canone in volgare, per... more
Negli ultimi anni l’intertestualità del Furioso è stata collocata sullo sfondo dei dibattiti sulla poetica dell’imitazione –nel suo triplice aspetto di imitatio, variatio ed aemulatio- e della formazione del canone in volgare, per analizzare il modo in cui Ariosto coniuga fonti classiche, medievali, umanistiche, popolaresche, latine e volgari, intrecciandole e livellandole al tono medio del poema cavalleresco, una vera e propria zona franca all’interno dei processi di canonizzazione e codificazione dei generi letterari del primo Cinquecento.
Il carattere dell’uso delle fonti nel Furioso è eminentemente letterario, e risponde alla duplice intenzione di rendere riconoscibile al lettore l’evocazione di testi e motivi, ma soprattutto di fargliene apprezzare implicitamente la funzione all’interno del proprio discorso, che intreccia le riprese intertestuali dialogando con esse. È cosí che negli ultimi anni si è prestata una maggiore attenzione all’analisi delle fonti volgari in generale e a quelle specificamente umanistiche come un “filtro” di altre fonti, in un’ottica intertestuale in cui il tessuto dei testi costituisce un immaginario culturalmente condiviso. Lo stesso avviene, a mio parere, con testi contemporanei emarginati dal nascente canone letterario. In questo articolo mi concentrerò in particolare sulla presenza e la funzione del Morgante, con alcune note su due testi giullareschi, La sferza dei villani e il Cantare dei cantari
Tradition and innovation: Il re di Girgenti as a postmodern cuntu Il re di Girgenti is perhaps the most ambicious novel by Andrea Camilleri: inspired on a historic fact, it narrates the story of Michele Zosimo, a peasant who was made... more
Tradition and innovation: Il re di Girgenti as a postmodern cuntu
Il re di Girgenti is perhaps the most ambicious novel by Andrea Camilleri:  inspired on a historic fact, it narrates the story of Michele Zosimo, a peasant who was made king in a riot in 1718, and executed immediately after.
The form reminds that of a cuntu, a mediterranean folk-tale, employing elements typical of the oral tradition, and an impressive hybrid language, based on a re-creation  of an archaic, non literary variety of the sicilian dialect, mixed or alternating with italian, spanish and even latin.
The story ranges, in the words of Camilleri, “from a comic start to a kind of tragic folk-tale”: it is the presence of reference to authors such as Manzoni, Calvino, Dante, Juan de la Cruz, Giovanni Meli and of to the historic background (the Spanish viceroyalty and the subsequent Piemontese dominion; the 1693 earthquake, the controversia liparitana between the Church and the government of Sicily) together with invented facts which justifies its definition as a postmodern cuntu.
In questo articolo argomenterò a favore di una didattica della L2 imperniata sulla cultura, che rafforza la motivazione degli studenti attraverso la selezione e didattizzazione di testi (scritti, orali, multimedia…) non solo autentici ma... more
In questo articolo argomenterò a favore di una didattica della L2 imperniata sulla cultura, che rafforza la motivazione degli studenti attraverso la selezione e didattizzazione di testi (scritti, orali, multimedia…) non solo autentici ma anche pertinenti e significativi, per trasformare la lezione di lingua in una lezione di linguacultura e di interculturalità in cui la lingua sia sentita come il veicolo vivo di contenuti che si desidera approfondire.
Dopo alcune considerazioni sull’utilità e la pertinenza di quest’approccio, in particolare con studenti adulti, passerò a presentare alcune tecniche di selezione e didattizzazione di testi autentici basate sull’approccio lessicale.
Nella prima parte dell'articolo si presentano le attivitá della Cattedra Straordinaria Italo Calvino, istitutita nel 1994 dal Ministero degli Affari Esteri (M.A.E.) presso la Facultad de Filosofía y Letras dell'Universidad Nacional... more
Nella prima parte dell'articolo si presentano le attivitá della Cattedra Straordinaria Italo Calvino, istitutita nel 1994 dal Ministero degli Affari Esteri (M.A.E.) presso la Facultad de Filosofía y Letras dell'Universidad Nacional Autónoma de México. La Cattedra organizza un congresso internazionale ed un corso speciale ad anni alterni Gli effetti della creazione della Cattedra sia sul dipartimento di lettere italiane che sull’insegnamento dell’italiano in Messico sono stati molteplici. La Cattedra e il dipartimento sono cresciuti insieme e si alimentano reciprocamente. Nel 1995 i professori del dipartimento erano sei o sette, mentre adesso sono una ventina: la matricola era di circa dieci studenti l’anno, cifra che adesso si è quasi triplicata. La quantitá e qualitá di tesi e studi d'italianistica é aumentata.
Nella seconda parte dell'articolo, la piú estesa, si traccia un panorama  delle traduzioni di testi letterari italiani in Messico negli ultimi trent'anni.
Troppu trafficu ppi nenti, di Andrea Camilleri e Francesco Di Pasquale, fu pubblicato per la prima volta dall’editore siracusano Arnaldo Lombardi nel 2003, insieme ad altre due opere teatrali (Il birraio di Preston e La cattura). Si... more
Troppu trafficu ppi nenti, di Andrea Camilleri e Francesco Di Pasquale, fu pubblicato per la prima volta dall’editore siracusano Arnaldo Lombardi nel 2003, insieme ad altre due opere teatrali (Il birraio di Preston e La cattura). Si tratta di una vera e propria traduzione al siciliano di Much ado about nothing di Shakespeare; nell’introduzione, gli autori fingono che si tratti di un manoscritto che svelerebbe la vera identitá messinese di Shakespeare, in uno scoperto gioco di falso letterario.
In quest’'articolo analizzo il testo, commentando le scelte traduttive degli autori.
Nella  critica della traduzione shakespeariana in Occidente, la macrodistinzione più prominente non è necessariamente quella fra traduzione e adattamento, bensì quella che si stabilisce fra diversi atteggiamenti normativi, cioè basati su un concetto a priori di traduzione, ed un atteggiamento descrittivo del processo.
A partire da questo secondo atteggiamento, la relazione fra traduzione e adattamento, così come quella fra equivalenza semantica e pragmatica, credo possa analizzarsi proficuamente come un continuum, come un equilibrio ad hoc relativo alla specificità di questa traduzione, definita nei termini di situazione comunicativa, intenzione e quindi funzione della traduzione, traduttore, tipi di pubblico/ lettore ed effetti su di esso.
Un equilibrio, dunque, fra ricerca di equivalenze semantiche e pragmatiche, come micro e macro adattamenti: dagli adattamenti lessicali al macro-adattamento che, giocando a prendere sul serio l’ambientazione messinese e le presunte origini siciliane di Shakespeare, riesce a trasporne gli aspetti pragmatici all’interno di un diverso codice teatrale, quello del teatro comico siciliano, mantenendone allo stesso tempo il carattere straniante anche attraverso la sapiente costruzione di un universo linguistico peculiare, felicemente espressivo e polifonico, che possiamo annoverare fra i numerosi siciliani camilleriani su cui tanto si è scritto .
Camilleri e Di Pasquale mostrano la loro abilità di traduttori in particolare con gli epiteti, le schermaglie, la traduzione di frasi fatte, i giochi di parole, i cambi di registro e un’eccellente mimesi del parlato, pur all’interno di una tradizione teatrale con codici linguistici ed espressivi già esistenti e pienamente operanti, che arricchiscono con una eccezionale ricerca linguistica sia in senso lessicale –parole antiche, stranianti o utilizzate con connotazioni attualmente poco comuni- che pragmatico, in particolare con l’invenzione dei un vero e proprio ’idioletto, quello di Sorba e Carrubba, che, oltre a rendere lo spirito dei personaggi shakespeariani li riattualizza in maniera straordinaria, a tutto vantaggio della performance teatrale.
En este artículo analizo el papel de la inferencia pragmática en la interpretación de un texto de ficción, L’isola di Arturo de Elsa Morante, a partir de una teoría pragmática específica, la Teoría de la Relevancia, para presentar... more
En este artículo analizo el papel de la inferencia pragmática en la interpretación de un texto de ficción, L’isola di Arturo de Elsa Morante, a partir de una teoría pragmática específica, la Teoría de la Relevancia,  para presentar después una propuesta teórica,  compatible con la TR, que de cuenta de los rasgos cognitivos peculiares que se producen en la interpretación de textos literarios.
L’obiettivo di questo articolo è quello di presentare una prospettiva pragmatica sul discorso letterario come un’istanza particolare di comunicazione verbale, che va quindi messa in relazione col fenomeno generale della comunicazione... more
L’obiettivo di questo articolo è quello di presentare una prospettiva pragmatica sul discorso letterario come un’istanza particolare di comunicazione verbale, che va quindi messa in relazione col fenomeno generale della comunicazione verbale sia in termini linguistici –lessicali, morfosintattici, semantici- che in termini pragmatici –cioè in termini di processi d’interpretazione non codificati e dipendenti dal contesto-, per riconoscere sia gli aspetti comuni ad altri tipi di discorso che i tratti che lo distinguono e lo rendono peculiare.
Non mi riferisco quindi al linguaggio letterario, o al cosiddetto “codice letterario”, ma al discorso letterario, cioè ad una istanza di uso della lingua per la comunicazione, che è un’attività coordinata fra interlocutori all’interno di un determinato contesto, sia fisico che comunicativo.
In C. Blanco Valdés, L. Garosi, G. Marangon, F. J. Rodríguez Mesa, Il Mezzogiorno italiano. Riflessi e immagini culturali del Sus d'Italia. Firenze, Franco Cesati, 2016, pp. 661-671. In questo articolo presento i caratteri generali dei... more
In C. Blanco Valdés, L. Garosi, G. Marangon, F. J. Rodríguez Mesa, Il Mezzogiorno italiano. Riflessi e immagini culturali del Sus d'Italia. Firenze, Franco Cesati, 2016, pp. 661-671.

In questo articolo presento i caratteri generali dei canti popolari del Sud per avvicinare gli studiosi di letteratura alle tradizioni orali come una
fonte preziosa di informazioni sulla cultura, la mentalità, la concezione del mondo di una comunità, oltre che come espressione lirica e poetica. Dopo alcune note sul come e il perché studiare questi documenti e sulle diverse accezioni dell'aggettivo "popolare", si presentano questioni stiliche, formali, linguistiche, tematiche e legate al genere, relative all'impianto ed all'esecuzione ritmico-melodica ed al testo, presentando e discutendo le classificazioni piú utilizzate ed alcuni dibattiti attuali.
Research Interests:
Research Interests:
The notion of literature or poetry is based on the intuition that there is a qualitative difference between “literary” and other kinds of discourses. Only recently have philosophers of language and pragmaticists begun to acknowledge... more
The notion of literature or poetry is based on the intuition that there is a qualitative difference between “literary”
and other kinds of discourses. Only recently have philosophers of language and pragmaticists begun to
acknowledge this qualitative difference.
Within the ostensive-inferential framework of Relevance Theory, I will characterize expressive discourse (in the
sense of intuitively “poetic”, literary”, “creative”) as based on a recognizable informative intention that triggers a
specific process of interpretation in which the recovery of the proposition expressed is not sufficiently relevant in
and of itself, and non propositional cognitive effects are derived through (i) creative imagination (ii) appreciation
of the shape of the text as a special kind of “object”: namely, a verbal ostensive artifact: as it is quite evident that
formal and stylistic aspects such as alliteration, rhyme and hyperbaton do not affect propositional meaning, and
that they are produced intentionally, they must have a cognitive function; and (iii) integrating private, idiosyncratic
information in the context of interpretation.
The point of interpreting expressive discourse is not (or not only) to derive a representation that can be believed
or rejected and/ or embedded into other informative intentions: the cognitive effects we derive from creative
discourse are different in kind. I will illustrate my point by presenting a number of examples, to show how stylistic
analysis can interact with pragmatics in explaining the cognitive effects we derive from creative discourse
interpretation.
Research Interests:
El objetivo de esta tesis es examinar la calidad del discurso intuitivamente creativo a partir del marco teórico de la Teoría de la Relevancia (Sperber y Wilson 1986/ 1995), una teoría pragmática que presenta una explicación... more
El objetivo de esta tesis es examinar la calidad del discurso  intuitivamente creativo a partir del marco teórico de la Teoría de la Relevancia (Sperber y Wilson 1986/ 1995), una teoría pragmática que presenta una explicación psicológicamente plausible de la comunicación verbal en términos de  procesos interpretativos y efectos cognitivos. Lo anterior, a partir de la observación de fuertes diferencias cualitativas entre un uso del lenguaje “regular” (por ej.: “Quiero que hoy te vistas de verde") y un uso “creativo” o “poético” del mismo (por ej.: “Verde que te quiero verde./ Verde viento. Verdes ramas” ), que llamo discurso expresivo. El resultado de la interpretación de discursos expresivos varía de un intérprete a otro e incluso para el mismo intérprete en momentos distintos, y es relativamente impredecible. Los efectos cognitivos que se derivan en la interpretación de discursos expresivos no se reducen mayoritariamente a un  contenido proposicional -como en la interpretación de otros tipos de discursos-, y dependen también de la apreciación de aspectos formales-estilísticos, de la forma del discurso. Además, en la interpretación se detonan procesos de imaginación creativa. Para que se produzca una intención expresiva, es necesario atribuir al emisor una intención informativa peculiar: la intención expresiva.

Communicating the ineffable: a pragmatic account of expressive discourse

The notion of literature or poetry is based on the intuition of a significative difference between literary/ poetic/ creative and other kinds of discourses. Only recently philosophers of language and pragmaticists started to acknowledge this qualitative difference. Still, the focus is always on creative metaphor, while I will argue that metaphor (or any other trope) -though particularly fit- is as good a linguistic device as any other to convey what I define as an expressive intention. The overall quality of expressive discourse can’t either be reduced to any linguistic device or specific words nor be just a sociocultural matter or rely only on the reader: it depends on a specific interpretation process, triggered by attributing to the speaker/ writer a specific communicative intention, that I define as expressive intention
How can we account for the specificity of intuitively literary/ poetic/ creative uses of  language within an ostensive-inferential framework such as Relevance Theory? How can we make sense of intuitions about the open endedness of literary interpretation and about the importance of its form -i.e. its stylistic dimension? As it is quite evident that stylistic aspects such as allitteration, rhyme, hyperbaton, don’t affect propositional meaning, what is their cognitive function? 
Within the pragmatic framework of Relevance Theory, I will define and characterize expressive discourse (in the sense of intuitively “poetic”, literary”, “creative”) as a recognizable communicative intention, that triggers a specific interpretation process where the recovery of the proposition expressed is not (enough) relevant in itself and non propositional cognitive effects are derived by a process of (i) creative imagination and (ii) appreciation of the shape of the text as an artifact. The point of interpreting expressive discourse is not to derive a propositional representation (described in terms of speaker’s meaning) that can be believed or rejected and/ or embedded into other communicative intentions: the cognitive effects we derive from creative discourse are different in kind, as Davidson hinted talking about creative metaphors, and can be legitimately described as emergent in a strong sense. I will illustrate my point by analyzing a number of examples, to show how stylistic analysis can interact with pragmatics in explaining the cognitive effects we derive by creative discourse interpretation.
Research Interests:
Assessing and analyzing the use that authors make of their textual sources is a complex matter. If this is generally true regarding any European writer, especially those prior to the Romantic movement —which changed once for all the... more
Assessing and analyzing the use that authors make of their textual sources is a
complex matter. If this is generally true regarding any European writer, especially
those prior to the Romantic movement —which changed once for all the
relationship between authors and their textual sources by substituting the classical-
humanist notions of imitation and emulation with the notion of originality as
an aesthetic criterion—, this is particularly important in a discussion of Renaissance
authors. The new, critical-philological approach to the classical world promoted
by the Humanist movement constituted the basis of education during the
Renaissance, in strong opposition to the medieval interpretation of the classical
inheritance as maintaining continuity with the Christian world. This is why Renaissance
authors have a peculiar way of treating the classical sources, using them
to revitalize medieval genres, in particular the chivalric poem. It is from this point
of view that I present the results of a preliminary study on the sources of the
central episode of Ludovico Ariosto’s Orlando Furioso: Orlando’s Frenzy.
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Italian folk songs represent a very important historic document, even though (or just because) they are subjective ones, carying a strong perspective. In this article I will present and analyze three sicilian folk songs, two of which... more
Italian folk songs represent a very important historic document, even though (or just because) they are subjective ones, carying a strong perspective. In this article I will present and analyze three sicilian folk songs, two of which unpublished, concerning Garibaldi and his volunteers' expedition in Sicily (july-september 1860).
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An overview of the italianisms of recent acquisition (i.e. not coming from the Colonial age) in the mexican variant of spanish, with all the italianisms we found listed in an appendix
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Analyzing the mechanisms of literary interpretation from a pragmatic point of view means considering style as part of human communication. Not very much has been written about the how and why we perceive a text as literary. Starting from... more
Analyzing the mechanisms of literary interpretation from a pragmatic point of view means considering style as part of human communication. Not very much has been written about the how and why we perceive a text as literary. Starting from the idea that any kind of text aims to communicate something, focus on the peculiarities of  literary communication, on how they appear in the text and on which are the cognitive effects that a literary text produce in a reader. Here I propose an interpretation of Conversazione in Sicilia which analyze the expressive features of this text in order to seek psychological, cognitively sound, non formal explanations of the poetic effects produced in interpretation.
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In this article, I apply the tools of Relevance Theory (Sperber and Wilson) to the analysis of a satyric contemporary italian novel.
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In this article I analyze from a functional-thematic, stylistic and linguistic point of view  three XXth century italian folk songs about the war: Gorizia, Bella ciao and La Badoglieide.
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The sicilian writer Andrea Camilleri employs a very peculiar language, a mix of italian and dialects –not only his native sicilian but also, recently, the dialect from Genova. The writer himself talks about his decision of using a hybrid... more
The sicilian writer Andrea Camilleri employs a very peculiar language, a mix of italian and dialects –not only his native sicilian but also, recently, the dialect from Genova. The writer himself talks about his decision of using a hybrid language in the postfaction –whose title is Le mani avanti- to the new edition of his first book, the historic novel Il corso delle cose (1978, republished in 1998). In another essay, Il gioco della mosca, Camilleri explains typical dialectal expression of his time and place. This article presents the abovementioned texts, aiming to discuss the linguistic decisions taken by Camilleri in his work and analyzing some examples of the peculiar vocabulary and syntax of this new italian writer.
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Se trata de un manual, dirigido a estudiantes de italiano de cualquier nivel, que propone actividades y estrategias de consulta de los diferentes diccionarios –mono y bilingües- a partir de textos auténticos. Está acompañado por un video... more
Se trata de un manual, dirigido a estudiantes de italiano de cualquier nivel, que propone actividades y estrategias de consulta de los diferentes diccionarios –mono y bilingües- a partir de textos auténticos. Está acompañado por un video (disponible en http://mediacampus.cuaed.unam.mx/node/2160 ) de alrededor de veinte minutos de duración, cuya visión se recomienda como una actividad previa, motivadora al uso del manual.
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Esta antología bilingüe se dirige a estudiantes e investigadores tanto de literatura italiana como de literatura y cultura europea de la Edad Media y del Renacimiento, una época en que las relaciones entre lenguas, literaturas y culturas... more
Esta antología bilingüe se dirige a estudiantes e investigadores tanto de literatura italiana como de literatura y cultura europea de la Edad Media y del Renacimiento, una época en que las relaciones entre lenguas, literaturas y culturas en Europa eran especialmente estrechas y fecundas. Se presentan aquí textos pertenecientes a los primeros siglos de la producción literaria en volgare del sì que, por varias razones, se encuentran en una posición marginal con respecto al canon de la literatura italiana.
Longhitano Piazza, Sabina, Ibarra Chávez, Fernando. Este volumen recoge una selección de los trabajos presentados en las XIII Jornadas de Estudios Italianos, que tuvieron lugar en noviembre 2017 en la Facultad de Filosofía y Letras de la... more
Longhitano Piazza, Sabina, Ibarra Chávez, Fernando. Este volumen recoge una selección de los trabajos presentados en las XIII Jornadas de Estudios Italianos, que tuvieron lugar en noviembre 2017 en la Facultad de Filosofía y Letras de la Universidad Nacional Autónoma de México. El interés en la lengua, la literatura y la cultura italiana en nuestro país, y en nuestra universidad en particular, tienen una tradición ya consolidada, que se refrenda cada dos años con una nueva edición de las Jornadas de Estudios Italianos, que se llevan a cabo ininterrumpidamente desde 1995. A esto se añade la publicación de un volumen derivado de las mismas.
Questo volume viene da lontano: nel tempo e nello spazio. Le sue radici affondano in una collaborazione, ormai consolidata, dei Seminari sull’opera di Andrea Camilleri con la Cátedra extraordinaria Italo Calvino della Universidad Nacional... more
Questo volume viene da lontano: nel tempo e nello spazio. Le sue radici affondano in una collaborazione, ormai consolidata, dei Seminari sull’opera di Andrea Camilleri con la Cátedra extraordinaria Italo Calvino della Universidad Nacional Autónoma de México che, forti di precedenti esperienze, insieme organizzarono, nel 2019, un incontro dedicato a: Isole e olivi: paesaggi naturali e umani nella letteratura. Furono proposti alcuni dei contributi che qui pubblichiamo. L’intento che animava quell’incontro di Città del Messico nasceva da un convincimento che poi, con ulteriori studi, si è rafforzato: essere, quella di Camilleri, una personalità capace di coltivare – per la notevole quantità di letture fatte fin dall’infanzia e per la molteplicità di frequentazioni che furono una costante nella vita dello scrittore – attenzioni e curiosità diversificate e tali da spaziare in ambiti non sempre prevedibili. Brian Zuccala e Diego Mejía esplorano l’evoluzione delle tecniche narrative messe a punto da Capuana, in particolare l’uso del discorso indiretto libero, tratto sempre più spiccato anche nell’evoluzione dello stile narrativo di Camilleri. Ancora sulle tecniche narrative, stavolta di un autore che, come Camilleri, si è cimentato con la scrittura cinematografica e teatrale, il contributo di Alan Pérez propone un nuovo sguardo sull’officina creativa di Giuseppe Berto, descrivendo il lungo percorso di gestazione del romanzo Anonimo Veneziano (1976), che comincia dalla sceneggiatura filmica del 1966 – a cui segue un film di grande successo –, pubblicata nel 1971. Giuseppe Marci, nel suo contributo, parte dalla convinzione che sia impossibile comprendere il fenomeno letterario Camilleri senza riferirsi ai suoi romanzi vigatesi come a un sistema unico: un affresco, un telero (questa fortunata definizione è sua, in un articolo uscito sul numero 9 dei nostri Quaderni), un sistema come quello di Simenon. Propone quindi di estendere anche alla serie di libri dedicati al commissario Montalbano la definizione di storici, in particolare ma non esclusivo riferimento alla storia contemporanea, e di civili, relativi cioè alle passioni di civis e non solo di funzionario di Stato, che caratterizzano il personaggio di Montalbano e ne ispirano il pensare e l’agire. Di passione storica di stampo prettamente postrisorgimentale siciliano si occupa l’articolo di Longhitano, che colloca la prima fase della produzione camilleriana, il ciclo dell’Ottocento, all’interno del dibattito su statuti e forme del romanzo storico italiano per ragionare sulla particolare concezione della veridicità – necessaria in ogni narrazione storica come parte delle aspettative del pubblico –  dell’autore. Stabilire una forte relazione fra lingua e cultura, fra forme e contenuti, è fondamentale anche nella didattica delle lingue, sia materne che straniere: in tempi recenti si arriva perciò a parlare di didattica di linguacultura. Le proposte didattiche concrete che rispondono a questa necessità enfatizzano l’uso in classe di testi autentici. L’articolo di Giovanni Caprara mostra un percorso didattico costruito su romanzi gialli italiani contemporanei in cui l’attenzione agli aspetti lessicali e morfosintattici si intreccia con strategie di lettura che mettono in luce caratteri letterari – la costruzione dei personaggi, la voce, il registro linguistico, lo stile – e culturali, relativi sia all’ambientazione del romanzo che all’autore. Caprara presenta qui il risultato del lavoro fatto su un frammento de Il sorriso di Angelica.
Este volumen recoge una selección de los trabajos presentados en las XIII Jornadas de Estudios Italianos, que tuvieron lugar en noviembre 2017 en la Facultad de Filosofía y Letras de la Universidad Nacional Autónoma de México. La primera... more
Este volumen recoge una selección de los trabajos presentados en las XIII Jornadas de Estudios Italianos, que tuvieron lugar en noviembre 2017 en la Facultad de Filosofía y Letras de la Universidad Nacional Autónoma de México.
La primera parte “Literatura y pensamiento italiano” da inicio con un estudio de Diego Tapia Perea sobre la dimensión histórico-profética de la Comedia dantesca como un texto basado, por un lado, en la interpretación alegórica de los textos clásicos y, por otro, en la visión laica de la burguesía bajomedieval. Sabina Longhitano recurre a la intertextualidad y al análisis de fuentes para poner en relación el Morgante de Luigi Pulci y algunas fuentes vulgares marginales con respecto al canon (dos textos juglarescos: La Sferza dei villani e Il cantare dei cantari) con el Orlando Furioso.  Yordi Enrique Gutiérrez Barreto ofrece un estudio temático enfocado en el motivo de la tempestad. En su ensayo, el investigador relaciona la configuración de los percances marítimos en el Furioso con la tradición clásica. Mario Murgia elabora un análisis de las traducciones del Orlando furioso en el siglo XVI,
En Italia la Contrarreforma marca un cambio cultural repentino y violento, como lo muestra Sharon Suárez Larios en su presentación de la figura de Ferrante Pallavicino, escritor polígrafo e intelectual inquieto, indisciplinado, mordaz y libertino.
Dando un salto al siglo XIX, José Luis Quezada estudia las traducciones de Giacomo Leopardi, en particular, el segundo canto de la Eneida. Diego Mejía Estévez nos introduce al mundo novelesco y concentra su atención en las figuras de Andrea Sperelli, el narrador de Il piacere de Gabriele d’Annunzio y Adriano Meis, protagonista de Il fu Mattia Pascal de Luigi Pirandello.
En el estudio de Rodrigo Jardón Herrera, el acercamiento a la configuración de los personajes de Pirandello se lleva a cabo a partir de algunos conceptos críticos de Giacomo Debenedetti. Mayerín Bello aborda el problema de la realidad y su representación en Sei personaggi in cerca di autore de Pirandello y Se una notte d’inverno un viaggiatore de Italo Calvino.
Por primera vez, nuestras Jornadas han dedicado un espacio al Seminario de Estudios sobre la vida y la obra de Andrea Camilleri, coordinado por el Prof. Giuseppe Marci de la Universidad de Cagliari y el Prof. Giovanni Caprara de la Universidad de Málaga, que se ha llevado a cabo desde 2015 en varias ciudades del mundo (Cagliari, Ciudad de México, Fortaleza, Málaga, París, Pécs, Sassari, Beirut) desde 2015 hasta la fecha. En esta ocasión el Seminario se enfoca en la relación Andrea Camilleri, quien nació en provincia de Agrigento, con su coterráneo Luigi Pirandello, que se explora en dos estudios, ambos dedicados a la camilleriana Biografia del figlio cambiato.
Entre las otras contribuciones dedicadas al siglo XX, el estudio de Donatella Stocchi-Perucchio se enfoca en el dantismo político de Giovanni Gentile, Eugenio Santangelo propone una relectura de la obra de Primo Levi y Achille Castaldo dedica su estudio a la relación entre el movimiento del Settantasette en Bolonia y las primeras obras de Pier Vittorio Tondelli.
La segunda sección, “Culturas en contacto”, reúne textos cuyo punto de partida es la relación de algún aspecto de la cultura italiana y de su impacto en la cultura de México. Luciana Pasquini investiga el fenómeno de las giras mundiales de los grand’attori y grand’attrici de Italia, Ángel Sánchez Rodríguez realiza un recorrido ideológico de Gerardo Murillo (Dr. Atl) en relación con su interés por el fascismo,y Silvia Zueck se enfoca en el análisis del flujo migratorio entre el pueblo de Brez en Trentino Alto Adige y la zona minera de la Sierra Mojada de Coahuila.
La tercera sección del volumen se dedica a las artes y a sus diferentes aproximaciones de estudio. Eduardo Yescas Mendoza presenta un artículo muy bien documentado sobre Archizoom y Superstudio.
La valencia simbólica de determinados espacios y sus funciones en la representación cinematográfica constituyen el enfoque desde el cual Raffaella de Antonellis se dedica a estudiar la presencia y la función de las azoteas en el cine italiano como un espacio liminal.
El volumen cierra con una propuesta pedagógica de Jaime Magos, quien presenta algunas actividades didácticas y comparte experiencias del uso en el aula de la película Kaos, de los hermanos Taviani (1984), basada en las Novelle per un anno, de Luigi Pirandello.
En el presente volumen encuentra lugar una selección de estudios derivados de varios eventos académicos organizados por la Cátedra Extraordinaria Italo Calvino. La mayoría de ellos fueron presentados en las xI Jornadas Internacionales de... more
En el presente volumen encuentra lugar una selección de estudios derivados de varios eventos académicos organizados por la Cátedra Extraordinaria Italo Calvino. La mayoría de ellos fueron presentados en las xI Jornadas Internacionales de Estudios Italianos, que se llevaron a cabo del 28 al 31 de octubre de 2013. Aquellas jornadas estuvieron dedicadas a Giovanni Boccaccio en los setecientos años de su muerte, en el marco de las celebraciones internacionales. Fruto de ese exitoso encuentro fue un libro publicado en Italia,1 sin embargo, dada su temática, algunas colaboraciones debieron quedar fuera. En 2016 la Cátedra celebró dos eventos especiales, el primero dedicado a Elsa Morante y el segundo a Giuseppe tomasi di Lampedusa. Para dar difusión a estos trabajos de investigación, aprovechamos esta oportunidad para incluir en un solo volumen una selección de los estudios presentados a lo largo de cuatro años de
encuentros académicos.
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In occasione del ventennale dalla morte dell’autore avvenuta nel 2003, si organizza il primo convegno internazionale dedicato alla figura peculiare dello scrittore italiano btranslingue Carlo Coccioli Con motivo del vigésimo aniversario... more
In occasione del ventennale dalla morte dell’autore avvenuta nel 2003, si organizza il primo convegno internazionale dedicato alla figura peculiare dello scrittore italiano btranslingue Carlo Coccioli

Con motivo del vigésimo aniversario de la muerte del autor, se organiza el primer congreso internacional dedicado a la peculiar figura del escritor italiano translingual Carlo Coccioli.

The first international conference on the peculiar figure of Italian translingual writer  Carlo Coccioli, on the occasion of the 20th anniversary of his death.

CALL FOR PAPERS

Carlo Coccioli
L’anima, i corpi, l’opera
El alma, los cuerpos, la obra
The soul, the bodies, the literary work

Conferenza internazionale / Congreso internacional /
International Conference

30-31 agosto 2023 - Città del Messico
30 y 31 de agosto de 2023 - Ciudad de México
August 30-31, 2023 - México City

Instituto Italiano de Cultura, Ciudad de México
Universidad Nacional Autónoma de México,
Facultad de Filosofía y Letras, Aula Magna

KEYNOTE SPEAKERS (in aggiornamento)
Walter Siti
Massimo Fusillo (Università dell’Aquila)
Antonio Marquet (Universidad Autónoma Metropolitana - Azcapotzalco)
Raoul Bruni (Università Wyszynski, Varsavia)

a cura di Alessandro Raveggi

Comitato Scientifico
Raoul Bruni, Sabina Longhitano, Margherita Cannavacciuolo,
Alessandro Raveggi, Eugenio Santangelo, Niccolò Scaffai

Partners
Cátedra Extraordinaria Italo Calvino, Facultad de Filosofía y Letras UNAM
Asociación México de Italianistas AMIT
Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati, Università Ca' Foscari Venezia
Edizioni Lindau

Descrizione completa in italiano / Descripción completa en español /
Full English description: bit.ly/carlococcioliconference2023
Convocazione XIV Giornate Internazionali di Studi Italiani 2019, Convocatoria XIV Jornadas Internacionales de Estudios Italianos 2019
Convocatoria Jornadas Internacionales de Estudios Italianos, Cátedra Extraordinaria Italo Calvino, FFyl, UNAM 2019
Convocazione XIV Giornate Internazionali di Studi Italiani, Cattedra Straordinaria Italo Calvino 4-8 novembre 2019
Cari amici e colleghi, La Cattedra Straordinaria Italo Calvino dell’Università Nazionale Autonoma del Messico indice le XV Giornate Internazionali di Studi Italiani, quest’anno dedicate specificamente alla celebrazione del... more
Cari amici e colleghi,

La Cattedra Straordinaria Italo Calvino dell’Università Nazionale Autonoma del Messico indice le XV Giornate Internazionali di Studi Italiani, quest’anno dedicate specificamente alla celebrazione del settecentenario dantesco.
Come nostra abitudine, oltre ai contributi relativi al tema principale del congresso accetteremo contributi inediti e originali nel campo dell’italianistica in generale: letteratura, teatro, cultura, arti, cinema, didattica, linguistica, relazioni culturali dell’Italia con altri Paesi.
Ospiteremo inoltre per la terza volta il Seminario di Studi Camilleriani, intitolato Da Vigata al Mondo.
Inviamo la convocazione e aspettiamo fiduciosi le vostre proposte.
Vi preghiamo di diffondere.

Il comitato organizzatore