Tommaso Sgarro

Arturo Andrés Roig (1922-2012) introduces in the text Teoría y crítica del pensamiento latinoamericano (Theory and criticism of Latin American thought) of 1981 the neologism sujetividad in opposition to the term subjetividad (subjectivity); at the same time, starting from the rereading of Kant and Hegel, he defines the category of anthropological a priori as an element necessary for the construction of the Latin American philosophical identity. Articulating these two categories, the Argentine philosopher elaborates his personal critical theory for the construction of objectivity starting from subjectivity, aiming to give a new meaning to words such as experience, temporality, and historicity within a redefined normativity of philosophical practice. Through an in-depth analysis of the historiographical-philosophical passages within Roig's work, this essay analyses the main problematic elements concerning the reflection on the term sujetividad.

Desde la segunda mitad del siglo XX, el concepto de “nosotros” ha pasado a caracterizar la reflexión sobre la identidad, la cultura y la filosofía iberoamericanas. La reconstrucción de la trayectoria intelectual que ha hecho madurar el análisis de este concepto en la obra de Ricardo Espinoza Lolas nos muestra cómo esta categoría del pensamiento sudamericano, a pesar de sus estrechos vínculos con la historia del continente, puede universalizarse y, por tanto, utilizarse como paradigma filosófico a nivel mundial. A través de la comparación y profundización de las interpretaciones del lema “nosotros” dadas por Juan Carlos Scannone y Arturo Andrés Roig, y la ofrecida por Espinoza, emerge el alcance de una propuesta que, por un lado, muestra el valor histórico-filosófico del pensamiento iberoamericano y su papel dentro de una historia de la filosofía ya no entendida en clave meramente eurocéntrica e ideológica, sino en su desarrollo real y material; y por otro, la funcionalidad de un con...

Ignacio Ellacuría was brutally murdered in November the 16th, 1989 by the hands of El Salvador’s Armed Forces; ten years later in 1999, a quick but detailed “schema” of Xavier Zubiri’s anthropology, which he had used for a course he taught between July and August 1968 at the Centro de Estudios Superiores para el Desarrollo (CESDE) in Medellín, was published within the second volume which collected the Jesuit’s philosophical writings. The “schema” brings together many of those theses that form the basis of his most important work, and which came out posthumously, “Filosofía de la realidad histórica” (1990); this was developed in close comparison with the thought of the great Spanish philosopher whose Ellacuría was student and collaborator. The historiographical reconstruction of the salient passages of Ellacuría’s research on the relationship between historicity and history in the broader Zubiri anthropological context makes possible to highlight some peculiar aspects of the Jesuit’s...

Cosa intendiamo o vogliamo intendere quando diciamo “noi”? Volendo rispondere con le parole di Arthur Roig “questo termine è per natura, come tutti i sostantivi e i pronomi, un deittico, cioè raggiunge il suo pieno significato per i parlanti solo quando indica il soggetto che lo enuncia. In questo caso, quindi, si tratta di capire a chi ci riferiamo quando diciamo ‘noi’”. La particolarità del “noi” del quale parla Roig sta ne fatto che in castigliano la parola risulta essere composta da due “nos” e “otros”, nosotros, “noi” e “altri”; questo rende più radicale la sua deitticità, collocando l’enunciato nello spazio e nel tempo, precisando chi è il soggetto che parla, e chi ascolta.

Resumen. Desde la segunda mitad del siglo XX, el concepto de "nosotros" ha pasado a caracterizar la reflexión sobre la identidad, la cultura y la filosofía iberoamericanas. La reconstrucción de la trayectoria intelectual que ha hecho madurar el análisis de este concepto en la obra de Ricardo Espinoza Lolas nos muestra cómo esta categoría del pensamiento sudamericano, a pesar de sus estrechos vínculos con la historia del continente, puede universalizarse y, por tanto, utilizarse como paradigma filosófico a nivel mundial. A través de la comparación y profundización de las interpretaciones del lema "nosotros" dadas por Juan Carlos Scannone y Arturo Andrés Roig, y la ofrecida por Espinoza, emerge el alcance de una propuesta que, por un lado, muestra el valor histórico-filosófico del pensamiento iberoamericano y su papel dentro de una historia de la filosofía ya no entendida en clave meramente eurocéntrica e ideológica, sino en su desarrollo real y material; y por otro, la funcionalidad de un concepto que se convierte en dispositivo de desactivación del actual orden global capitalista de las tesis de espinozistas Palabras clave: nosotros; historicidad; identidad; subjetividad; Espinoza.

Ignacio Ellacuría, was brutally murdered on the evening of November 16, 1989, at the hands of the Armed Forces of El Salvador, while he was completing with Jon Sobrino the editing of the book Mysterium liberationis. Conceptos fundamentales de la teología de la liberación, which collects and organizes the fundamental principles of liberation theology. To enable the work's release, in place of the articles left unfinished by the Jesuit, some already edited articles will be included, as well as Utopía y profetismo, published the same year of his death. In this article, Ellacuría proposes and describes a new philosophy of history, based on the opposition between the category of 'civilizacíon de la pobreza' and 'civilizacíon de la riqueza'. Philosophy in its liberating function has the task of building a new global order, based on human coexistence, necessary to overcome the crisis of Western civilization. Ellacuría's reflection while proceeding from a precise geographic context (Latin America), and a determined historical context (the civil war in El Salvador in the late 1970s and early 1980s), is capable of offering global and meta-historical horizon of social processes of particular originality, grounded in materialist humanism of Christian matrix, capable of problematizing the dynamics of consumerist society and, at the same time, confronting the limits of a simplistic and uncritical vision of Marxism. Ignacio Ellacuría, viene ucciso brutalmente la sera del 16 novembre 1989 per mano delle Forze Armate de El Salvador, mentre sta ultimando insieme a Jon Sobrino la redazione del libro Mysterium liberationis. Conceptos fundamentales de la teología de la liberación, che raccogliere e organizza i principi fondamentali della teologia della liberazione. Per consentire l'uscita dell'opera, al posto degli articoli lasciati incompiuti dal gesuita, ne verranno inseriti alcuni già editi, tra i quali Utopia y profetismo, pubblicato lo stesso anno della sua morte. Proprio in questo articolo, Ellacuría propone e descrive una nuova filosofia della storia, fondata sulla contrapposizione tra la categoria di 'civilizacíon de la pobreza' e quella di 'civilizacíon de la riqueza'. La filosofia nella sua funzione liberatrice ha il compito di costruire un nuovo ordine globale basato sulla convivenza umana, necessario per superare la crisi della civiltà occidentale. La riflessione di Ellacuría pur procedendo da un contesto geografico preciso (l'America Latina), e da un contesto storico determinato (la guerra civile in El Salvador tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 del secolo scorso), è capace di offrire orizzonte globale e metastorico dei processi sociali di particolare originalità, fondato su umanismo materialista di matrice cristiana capace di problematizzare le dinamiche della società consumistica e, allo stesso tempo, di affrontare i limiti di una visione semplicistica e acritica del marxismo.

Tommaso Campanella, a differenza di Giordano Bruno, non smise mai di essere un domenicano. Relegato storiograficamente alle giovanili opere naturalistiche di ispirazione telesiana, confusa la sua irrequietezza intellettuale con il libertinismo, il presente lavoro cerca di accendere una luce sulla, quasi dimenticata, fitta rete di confronti, rimandi, scontri personali e virtuali che Campanella mise in piedi con i maggiori autori domenicani della Seconda Scolastica. Nel grande progetto di riforma del sapere e della Chiesa profetizzato dal frate di Stilo, una parte fondamentale rivestono il rinnovamento della metafisica e della teologia di Tommaso d’Aquino, aggiornate alla luce delle nuove scoperte geografiche e della scienza moderna. Una trama che incrocia vicende biografiche e filosofiche, dove il duro contrasto con i superiori della Minerva si traduce in un confronto costante con i loro maestri Báñez e Álvarez, custodi dell’ortodossia tomista. Le discussioni sulla volontà, la libertà e la grazia, al centro dei dibattiti all’interno dell’Ordine domenicano del XVII secolo, vengono da Campanella ridefinite alla luce della controversia De Auxiliis (1597-1606) e delle tesi di Molina, e sviluppate nel quadro della sua metafisica naturale, sorprendentemente, attraverso il confronto con i testi di uno dei massimi commentatori dell’Aquinate, Tommaso de Vio “Gaetano”, punto di partenza di quel tomismo rinascimentale nel cui solco compiutamente si può collocare anche la riflessione campanelliana.

La pandemia ha rimesso al centro il tema del corpo, in rapporto a quelli del dolore e della malattia. Leopardi, coinvolto direttamente nell’epidemia di colera del 1836-1837 a Napoli, merita nuova attenzione per la sua particolare visione, sviluppata all’interno del contesto di critica alla filosofia moderna. In particolar modo tra il 1820 e il 1821 va costruendo una teoria della corporeita basata sulla stretta e insolubile dicotomia tra materia e spirito, attraverso l’analisi dell’idea di monade di Leibniz, l’influenza del pensiero di Pascal, e la critica alla civilta svolta a vantaggio dell’idea di corpo degli antichi. Il risultato e la riscrittura, nelle pagine Zibaldone, dei rapporti tra vita ed esistenza, dolore e malattia, che se da un lato lasciano intravedere i prodromi di una visione nichilista, dall’altra non necessariamente confluiscono in una visione pessimista della realta umana.   The pandemic has put back at the center the theme of the body, in relation to those of pai...

Ignacio Ellacuría was brutally murdered in November the 16th, 1989 by the hands of El Salvador's Armed Forces; ten years later in 1999, a quick but detailed "schema" of Xavier Zubiri's anthropology, which he had used for a course he taught between July and August 1968 at the Centro de Estudios Superiores para el Desarrollo (CESDE) in Medellín, was published within the second volume which collected the Jesuit's philosophical writings. The "schema" brings together many of those theses that form the basis of his most important work, and which came out posthumously, "Filosofía de la realidad histórica" (1990); this was developed in close comparison with the thought of the great Spanish philosopher whose Ellacuría was student and collaborator. The historiographical reconstruction of the salient passages of Ellacuría's research on the relationship between historicity and history in the broader Zubiri anthropological context makes possible to highlight some peculiar aspects of the Jesuit's thought, which is not merely limited to offer a new and different line of interpretation of Zubiri's thought. The prominence of the idea of history as a transition within the social body, characteristic of the human experience, offers a new perspective, all internal to the Ibero-American philosophy of liberation, and at the same time, allows us to trace new and different sources in Ellacuría's philosophical production.

In 1554 the Spanish doctor Gómez Pereira published the Antoniana Margarita. The book represents one of the most important moments of that intellectual climate that in the Iberian environment, anticipated the rise of Cartesianism and modern thought. Many years earlier, Pereira seems to have understood some of the themes that will be at the center of Descartes' reflection. Starting from the distinction between brutos and man, he identified for the first time the need to recognize the relationship between ego and knowledge, the fundamental element to reach the truth. The formulation of subjectivity as a separable, autonomous and eternal mens, finds its first formulation in the history of philosophy with the work of the Spanish doctor.

Campanella about the question of the distinction between essence and existence is in contrast with the traditional positions of the Dominican Order. The complex ontological articulation exposed in the Universalis philosophia, in fact, distances itself from the solutions of Thomas and Gaetano, preferring the real distinction of the Scotists school. This solution is more functional from Campanella point of view about the configuration of the ens according to the three primalities: power,
knowledge and will that characterize his metaphysics. In the relationship between the one, generative principle of the ens, and the many, the Dominican identifies in the concept of unalitas, the key to keep together the complexity of the reality.  The resulting picture is an innovative synthesis between metaphysics and modern instances, typical of Campanella’s work.

The 16th century saw the greatest genocide in human history: that of the Indians of South America. First the discovery, then the conquest and finally the colonization, have irreversibly modified the human and cultural fabric of the New World. In this story, Philosophy has taken on a specific role. Carried by the missionaries, mainly Scholastic tradition was the basis for the construction of the new Ibero-American identity. In illustrating this dynamic and its protagonists, particular attention must be paid to the events that concerned Peru, where the first University was born and where in 1610 the first Philosophy book in Latin was printed in the lands of the colonies. Among the protagonists of this process, Jose de Acosta (1540-1600) and Jeronimo Valera (1568-1625), able in linking the Western tradition to the needs and culture of the natives. Il XVI secolo ha visto compiersi il piu grande genocidio della storia dell’umanita: quello degli indios del Sudamerica. Prima la scoperta, p...

Tommaso Campanella’s dignitas hominis acquires its own autonomous and innovative historiographical value in recognizing the connection between mens and religion as a distinctive element of human beings. The Mens is infused in men directly by God and the discovery of the religion of mind has revealed the rationality of Christianity. Only through Christianity the “Primalitary” structure of being is fully expressed and, at the same time, human freedom reaches its fulfillment.

The pandemic has put back at the center the theme of the body, in relation to those of pain and disease. Leopardi, directly involved in the cholera epidemic of 1836-1837 in Naples, deserves new attention for his particular vision, developed within the context of criticism of modern philosophy. Particularly between 1820 and 1821 he is building a theory of corporeality based on the strict and insoluble dichotomy between matter and spirit, through the analysis of Leibnitz's idea of monad, the influence of Pascal’s thought, and the criticism of civilization carried out in favour of the ancients’ idea of body. The result is the rewriting, in the Zibaldone pages, of the relationships between life and existence, pain and illness, which, if on the one hand hint at the prodromes of a nihilistic vision, on the other hand do not necessarily flow into a pessimistic view of human reality.

Celestino Galiani (1681-1753) was born in San Giovanni Rotondo, a small town in the Gargano, and from there began a long wandering through Italy, between his first religious training in the province of
Foggia and subsequent trips to Rome, where he will be appreciated for his wit, and Naples where he will become Chaplain Major and Prefect of the Royal Studies, with the task of reforming the University of Naples.
Galiani, who did not give any of his writings to print, is best known for spreading Newton’s theories and empiricism in Italy. The study of the theses of John Locke’s Essay Concerning Human Understanding
(1690) engaged the abbot for twenty years. His writings, which also include an outline of a work that remained unpublished entitled Ricerche sulla scienza morale (Researches on Moral Science), are the main
trace of the diffusion of Locke’s theories in the Italian panorama of the early 18th century and of how it was a fundamental component in preparing the season of the Southern Enlightenment of the mid-century.

Charles Sorel’s Science universelle is one of the most relevant examples of 17th century encyclopedism. At the heart of the work is the reorganization of knowledge in its confrontation with the philosophy of the novatores, the heterogeneous group of authors united above all by the need to overcome Aristotelian philosophy. The use of the definition novatores within the philosophical production of the 17th century has recently attracted the attention of several scholars. Particularly interesting in this regard is Sorel’s description of this category of philosophers in his work, most probably influenced by the philosophy of Tommaso Campanella, which the author came to know in France

La ‘filosofia d’amore’ è tema centrale nel Rinascimento. Se da un lato Marsilio Ficino, nel XVI secolo, attraverso la ripresa del platonismo fa dell’amore l’elemento intermedio tra mondo materiale e Dio, dall’altro, con Agostino Nifo nel XVII secolo, si afferma l’idea dell’amore
propriamente ‘umano’, legato alla sfera del piacere e del desiderio. Rispetto a queste due polarità, un elemento di grande novità e originalità è rappresentato dal pensiero di Tommaso Campanella, che nel tentativo di sintesi tra teologia cristiana, istanze rinascimentali e naturalismo moderno, eleva l’amore a principio metafisico proprio di tutti gli enti.

According to Campanella, everything is governed by divine providence. Nature and metaphysics are overlapped, and will, self-preservation and sense, are the linking elements between the multiple levels of reality. This conjunction makes up the ens realis of Campanella’ metaphysics. In
such a perspective, physiology is the particular science that first allows man to understand the complex unity at the ground of the world, while the practical sciences serve to govern this unity in order to respond to the will of God that is expressed in the plan of providence. Thus, Campanella lays the foundations for a new interpretation of the relationship between natural philosophy and metaphysics, that finds in the physician Marco Aurelio Severino an important scholar.

With the publication in France in 1636 of De praedestinatione et reprobatione auxiliis divinae gratiae, Tommaso Campanella (1568-1639) comes back to the themes of divine grace and predestination, which had already engaged him, especially in youth writings. Among the reasons for this choice, the need to maintain a high level of theological confrontation against representatives of Dominican orthodoxy, who had been the cause of his exile. Campanella carries on his personal battle, by criticizing one of the most daring and original theses of the Spanish Scholasticism, that’s Odium Dei, inserting it within the broader framework of his thought. From the pages of the work, the great originality of Stilese’s proposal on the topics dealt with emerges, which, however, will not prevent the Roman Inquisition from condemning the writing.

The 16th century saw the greatest genocide in human history: that of the
Indians of South America. First the discovery, then the conquest and finally  the colonization, have irreversibly modified the human and cultural fabric of the New World. In this story, Philosophy has taken on a specific role. Carried by the missionaries, mainly Scholastic tradition was the basis for the construction of the new Ibero-American identity. In illustrating this dynamic and its protagonists, particular attention must be paid to the events that concerned Peru, where the first University was born and where in 1610 the first Philosophy book in Latin was printed in the lands of the colonies. Among the protagonists of this process, José de Acosta (1540-1600) and Jerónimo Valera (1568-1625), able in linking the Western tradition to the needs and culture of the natives.

Tommaso Campanella’s dignitas hominis acquires its own autonomous and innovative historiographical value in recognizing the connection between mens and religion as a distinctive element of human beings. The Mens is infused in men directly by God and the discovery of the religion of mind has revealed the rationality of Christianity. Only through Christianity the “Primalitary” structure of being is fully expressed and, at the same time, human freedom reaches its fulfillment.

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Between the 16th and 17th centuries, new scientific discoveries, a new philosophical spirit and the overcoming of Thomist orthodoxy in the theological field, contributed to the development of a new feeling of the time. The Baroque period brought with it the overcoming of the Aristotelian vision of temporality, and generated a new idea of time developed in opposition to the idea of eternity. This paradigm shift emerges strongly in the most important theological controversy between 500' and 600', the one called De auxiliis (1598-1607). In the conflict on the themes of grace, predestination and free will, the theses of the Jesuit Lui de Molina show the new relationship that modernity is building between time and freedom. It is in this relationship, however, that a new feeling of tragedy emerges regarding time, well represented in the philosophical field by the thought of Tommaso Campanella, in poetry by the verses of Luis de Gòngora.

Tra il XVI e il XVII sec. le nuove scoperte scientifiche, un nuovo spirito filosofico e il superamento dell'ortodossia tomista in campo teologico contribuiscono allo sviluppo di un nuovo sentimento del tempo. L'epoca barocca porta con sé il superamento della visione aristotelica della temporalità, e genera una nuova idea di tempo sviluppata in contrapposizione all'idea di eternità. Questo cambio di paradigma emerge con forza nella più importante controversia teologica tra la fine 500' e l'inizio del 600', la De auxiliis (1598-1607). Nel confronto sui temi della grazia, della predestinazione e del libero arbitrio le tesi del gesuita Luis de Molina mostrano il nuovo rapporto che la modernità va costruendo tra tempo e libertà. È in questo rapporto, però, che emerge anche un nuovo sentimento di tragicità riguardo al tempo, ben rappresentato in campo filosofico dal pensiero di Campanella e, in poesia, dai versi di Luis de Gòngora.

The game in the ancient world has not only a recreational function, it also a key to interpret man in connection with choices and his fate. The mythological Palamede's figure, which tradition has taught the Greeks the use of writing and the game of dice, is the first element of analysis to understand the philosophical and cultural character of the board game in ancient Greece. Reviewing the varied types of gambling is an obvious bond between man, good and luck, in the great cosmic plan that structures the universe a form which man seems unable to leave. The game, however, an important element in the art of divination ritual becomes a means of circumventing some way by luck (Tyche), fate (Moira), and to get in touch directly with the gods.

Manuale per dissolvere il capitalismo A cura di di Tommaso Sgarro NosOtros. Manuale per dissolvere il capitalismo è un libro giocoso, creativo e al contempo affermativo e necessario, che dice con forza che è possibile vivere meglio, anche "dentro" questo capitalismo tossico, malato, militarizzato, pasticciato. Un libro che ci mostra come "dissolvere" il capitalista che è in ognuno di noi, che postula il "NosOtros" come l'unico modo possibile per costruire un mondo dove l'uomo torna a essere il tessitore sociale del presente, lo storico profondo conoscitore del passato, e il visionario creativo del futuro. Un libro che fornisce le chiavi affinché possa accadere l'altro come Altro e possano essere "trasvalutati" i valori nichilisti dell'attuale capitalismo. Questo è un libro rivoluzionario per eccellenza, il manuale che Lenin aveva in testa, necessario per disattivare quell'io vorace che "noi" siamo diventati; solo così possiamo liberarci e progettare città più democratiche e repubblicane aperte alle-e dalle-differenze.

Nell’estate del 1594, il Consiglio dell’Inquisizione chiede a Francisco Suárez (1548-1617), di essere informato sulla diversità di opinioni tra domenicani e gesuiti sui temi della grazia, della predestinazione e del libero arbitrio. Il Gesuita affida la sua risposta a un memoriale. Quando il domenicano Domingo Báñez (1528-1604) viene in possesso del documento, si presenta davanti al Consiglio per denunciare Suárez. La polemica che ne segue vede confrontarsi due tra le più autorevoli figure in campo teologico e filosofico del Cinquecento, inaugurando ufficialmente lo scontro al centro della celebre Controversia de Auxiliis (1597-1606). Il lavoro di traduzione, elaborazione e approfondimento critico dei testi, prova a chiarire come, al contrario di quanto creduto in passato l’episodio sia, oltre che indicativo, importante, offrendo una diversa prospettiva di lettura dei temi e dei problemi della prima modernità.

Tommaso Campanella, a differenza di Giordano Bruno, non smise mai di essere un domenicano. Relegato storiograficamente alle giovanili opere naturalistiche di ispirazione telesiana, confusa la sua irrequietezza intellettuale con il libertinismo, il presente lavoro cerca di accendere una luce sulla, quasi dimenticata, fitta rete di confronti, rimandi, scontri personali e virtuali che Campanella mise in piedi con i maggiori autori domenicani della Seconda Scolastica. Nel grande progetto di riforma del sapere e della Chiesa profetizzato dal frate di Stilo, una parte fondamentale rivestono il rinnovamento della metafisica e della teologia di Tommaso d’Aquino, aggiornate alla luce delle nuove scoperte geografiche e della scienza moderna.  Una trama che incrocia vicende biografiche e filosofiche, dove il duro contrasto con i superiori della Minerva si traduce in un confronto costante con i loro maestri Báñez e Álvarez, custodi dell’ortodossia tomista. Le discussioni sulla volontà, la libertà e la grazia, al centro dei dibattiti all’interno dell’Ordine domenicano del XVII secolo, vengono da Campanella ridefinite alla luce della controversia De Auxiliis (1597-1606) e delle tesi di Molina, e sviluppate nel quadro della sua metafisica naturale, sorprendentemente, attraverso il confronto con i testi di uno dei massimi commentatori dell’Aquinate, Tommaso de Vio “Gaetano”, punto di partenza di quel tomismo rinascimentale nel cui solco compiutamente si può collocare anche la riflessione campanelliana.