Francescanesimo

L’articolo si concentra sulla figura di Tedaldo della Casa, frate del convento fiorentino di Santa Croce che, a cavallo tra XIV e XV sec., segnò con le sue acquisizioni librarie un punto di svolta per la biblioteca conventuale.
Nella fattispecie, si raccolgono qui dei primi appunti finalizzati a un aggiornamento dei suoi (non molti) dati biografici e si cerca di fissare, a partire dai cataloghi (in primo luogo quelli di A. M. Bandini e F. Del Furia) e dai dati ad oggi reperibili nella bibliografia, una base di informazioni di partenza per una futura nuova valutazione d’insieme dei manoscritti riconducibili al frate. Si arriva così a stilare un nutrito elenco di codici, che aggiorna e corregge quello del 1960 di Francesco Mattesini e che vuole rilanciare la ricerca su di essi: si rintracciano, infatti, 64 manoscritti che portano una nota ad usum di Tedaldo e/o un suo colophon e, in aggiunta, un primo elenco di codici che, in assenza di tali tracce, dovranno essere sottoposti uno per uno a un’ulteriore valutazione paleografica. Infine, si correda tutto ciò con una piccola ricerca di interventi autografi di fra Tedaldo all’interno del gruppo di manoscritti dei Conventi Soppressi della Biblioteca Medicea Laurenziana provenienti da Santa Croce.

L'articolo è anche consultabile in open access all'indirizzo https://www.mirabileweb.it/edgalluzzo/articoli/m/1324/s/6904.

Indagine storico-artistica sulla presenza dei frati Minori Conventuali a Diano (odierna Teggiano) nel corso del Duecento, sulla costruzione della chiesa di San Francesco d'Assisi e sulla tipologia delle 'chiese a fienile'. Analisi della decorazione pittorica interna dell'aula sacra, realizzata nella metà del XIV secolo e comparazione con i dipinti coevi del Vallo di Diano e del comprensorio lucano.

Terzo, e ultimo, di tre contributi pubblicati sulla rivista ufficiale della Provincia dei Frati Minori delle Marche, nel quale viene presentata, in forma sintetica e divulgativa, la «riforma degli studi» agognata dal filosofo francescano del XIII secolo Ruggero Bacone.
In: “La Marca francescana”, anno IX, n. 1, gennaio/febbraio 2024, pp. 24-27.

Lo studio si propone di ex-ducere e investigare la teo-logica del pensiero e della vita di Francesco d’Assisi (1182-1226), con una focalizzazione particolare sul vertice raggiunto nell’ultimo biennio di quest’ultima: l’evento della stigmatizzazione alla Verna (1224), il soggiorno a S. Damiano da Chiara d’Assisi (1194-1253) con la composizione del Cantico di frate Sole (1225) e il suo «beato “transito”» (1226). Con un approccio diacronico alla vita ed ermeneutico che considera i suoi scritti e le fonti primarie su di lui sono poste in questione la contrapposizione o estraneità tra i primi e le seconde e, più radicalmente, le letture sia devozioniste che razionaliste sul santo. È così delineata la dogmatica di Francesco, di novità nella continuità della Tradizione, per la Chiesa nel mondo contemporaneo.

«Pagine ricche e puntuali nella documentazione e assolutamente provocanti nell’interpretazione teologica»
(Piero Coda, Segretario generale della Commissione Teologica Internazionale)

«Una sintesi potente e provocante sicuramente altra ricerca»
(Massimo Fusarelli, Ministro generale dell’Ordine dei frati Minori)

«Brillante considerazione su diversi livelli teologici della stigmatizzazione di san Francesco, libro innovatore e di importanza ecumenica»
(Norman Russell, Ricercatore onorario dell’Università di Oxford)

Il saggio si concentra su due importanti codici fiorentini di fine Trecento
(Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Magl. XXXI.65 e XXXIV.76), che possono essere ricondotti al contesto francescano, non solo per contenuti, ma anche per produzione e fruizione. L'analisi dei due manoscritti permette anche una riflessione sull'esistenza o meno di una tipologia di "codice francescano".

Nel XII secolo i monasteri, grazie anche all'attenzione dei potenti locali, assunsero grande importanza patrimoniale e politica; tuttavia, l'assetto della Chiesa era messo in discussione dai movimenti religiosi che nell'XI secolo ed ancor più nel XII furono ritenuti ereticali (catari, valdesi, umiliati, arnaldisti, speronisti, patarini ed altri). Fermenti che promossero nuove forme monastiche, come è il caso di Gioacchino da Fiore e il suo ordine florense, che prefigurava un assetto ecclesiale nuovo in cui anche la componente laica aveva un ruolo. All'inizio del XIII secolo nacquero gli Ordini Mendicanti, l'Ordine dei Predicatori, domenicani, e l'Ordine dei Minori, francescani, di cui Gioacchino da Fiore viene considerato il precursore. Fra' Gerardo da Borgo san Donnino lo riterrà addirittura il "profeta" della nuova era della cristianità. Nel 1254 premise a tre libri di Gioachino, da lui ricopiati inserendo sue glosse, una introduzione che, richiamandosi al libro dell'Apocalisse di Giovanni, diffuse come "Liber introductorius in Evangelium aeternum". Questa almeno è la versione più largamente diffusa di una più complessa vicenda. Il pensiero teologico di Fra' Gerardo si rifaceva a Gioacchino, ma il suo modello di vita era Francesco ed è da questi due giganti, Gioacchino e Francesco, che dobbiamo partire per arrivare alla vicenda umana del nostro concittadino.

Throughout the 15th century, among the suburban villas in Lombardy considerations and solutions of a productive and functional nature prevail upon the research of modern forms of building and dwelling. Even Ludovico Sforza's official meeting with Giuliano da Sangallo and his wooden model of the villa of Poggio a Caiano remains without consequences. The case of the castle of Branduzzo appears particularly advanced and ambitious but still isolated: no defensive elements apart from the traditional angular towers, two axially aligned courtyards, large windows with pediments, and a fresco decoration that recalls the classical theme of the overlapping orders. Towards the end of the century, thanks to the imposing of new criteria such as comfort and pleasure, the traditional court structure of the farmhouse is flanked by a new kind of compact building, with rooms arranged in two rows and separated by a wall (the Bicocca of the Arcimboldi, the ancient nucleus of the Gallarana of Carugat...

Nel presente contributo – il secondo di tre brevi articoli, a carattere divulgativo, in pubblicazione sulla rivista ufficiale della Provincia dei Frati Minori delle Marche – vengono illustrate le principali critiche che il filosofo francescano del XIII secolo Ruggero Bacone muoveva alla cultura del proprio tempo.
In: “La Marca francescana”, anno VIII, n. 6, novembre/dicembre 2023, pp. 24-27.

Capitolo 10 della Regola di santa Chiara d'Assisi Il tentativo che ho fatto, esaminando questo capitolo della nostra forma vitae, presenta alcune caratteristiche che è necessario esporre. La prima operazione è stata quella di porre il capitolo in parallelo con il decimo della Rb di Francesco, operazione scontata dato che il confronto è imposto dalla chiara, ma non totale, dipendenza, del testo di Chiara da quello di Francesco. Tale confronto suggerisce alcuni commenti. Per il resto la ricerca limita il suo lavoro di confronto all'interno degli scritti di Chiara, con alcuni spunti dalle fonti biografiche. Ho pertanto rinunciato a cercare di spiegare Chiara ricorrendo a pensieri e parole di Francesco che non siano quelle del cap. 10. Tale scelta è stata dovuta ad un motivo pratico: non posso fare un'esposizione troppo estesa che non lasci spazio all'attualizzazione e al dibattito. Ma c'è anche un motivo metodologico: fra la stesura e approvazione delle forma vitae di Chiara e gli scritti di Francesco passano molti anni, anni di esperienze di vita per Chiara e le sorelle da un lato, per i frati e l'ordine nel suo insieme; inoltre è cambiato l'ambiente ecclesiale, con i piani di regolamentazione della vita religiosa femminile di Gregorio IX. Fino a che punto quanto Francesco vive e scrive tanti anni prima può interpretare quello che Chiara scrive, per di più in un documento che passa al vaglio dell'approvazione ecclesiastica, tanti anni dopo? Non sapendo dare una risposta a questo interrogativo ho ritenuto più prudente dare dei confini precisi al mio lavoro.

Capitolo 10 della Regola di santa Chiara d'Assisi Il tentativo che ho fatto, esaminando questo capitolo della nostra forma vitae, presenta alcune caratteristiche che è necessario esporre. La prima operazione è stata quella di porre il capitolo in parallelo con il decimo della Rb di Francesco, operazione scontata dato che il confronto è imposto dalla chiara, ma non totale, dipendenza, del testo di Chiara da quello di Francesco. Tale confronto suggerisce alcuni commenti. Per il resto la ricerca limita il suo lavoro di confronto all'interno degli scritti di Chiara, con alcuni spunti dalle fonti biografiche. Ho pertanto rinunciato a cercare di spiegare Chiara ricorrendo a pensieri e parole di Francesco che non siano quelle del cap. 10. Tale scelta è stata dovuta ad un motivo pratico: non posso fare un'esposizione troppo estesa che non lasci spazio all'attualizzazione e al dibattito. Ma c'è anche un motivo metodologico: fra la stesura e approvazione delle forma vitae di Chiara e gli scritti di Francesco passano molti anni, anni di esperienze di vita per Chiara e le sorelle da un lato, per i frati e l'ordine nel suo insieme; inoltre è cambiato l'ambiente ecclesiale, con i piani di regolamentazione della vita religiosa femminile di Gregorio IX. Fino a che punto quanto Francesco vive e scrive tanti anni prima può interpretare quello che Chiara scrive, per di più in un documento che passa al vaglio dell'approvazione ecclesiastica, tanti anni dopo? Non sapendo dare una risposta a questo interrogativo ho ritenuto più prudente dare dei confini precisi al mio lavoro.

È nota a tutti l'importanza di una storiografia dei mendicanti di carattere comparativo che possa aiutarci a comprendere meglio i fenomeni comuni alle varie compagini religiose, le forme di emulazione e i conflitti registrati dalla storiografia propria dei rispettivi ordini. Ci offre lo spunto per alcune riflessioni sui rapporti tra tradizione storiografica eremitana e la figura di san Francesco di Assisi la fitta serie di ricorrenze francescane tra il 2023 e il 2026; tra queste ricordo quelle del "Natale di Greccio" e della "Regola" (2023), "Il dono delle stimmate" (2024), "Il Cantico delle Creature" (2025) e "La Pasqua di San Francesco" (2026). Tali annotazioni, pubblicate negli Analecta Augustiniana 2023, riprendono temi affrontati in occasione della stesura di una voce della Enciclopedia Treccani dedicata a san Francesco, con approfondimenti e più ampi riferimenti ai testi fondamentali della storiografia agostiniana.

El franciscano conventual Lope de Salinas promovió una fraternidad reformista en la zona burgalesa a mediados del siglo xv de la que formaron parte frailes y terciarias y que dio origen a la Custodia de Santa María de los Menores. Ellos y ellas compartieron una misma propuesta espiritual cuyos referentes doctrinales se encuentran en Francisco de Asís y otras importantes figuras como Angela de Foligno y Clara de Asís. Se estudian aquí las características de dicha propuesta, así como los rasgos definitorios de la forma de vida terciaria femenina, que ofrece un vínculo especialmente destacado con Angela de Foligno. Pobreza, oración mental, liturgia visionaria y profetismo fueron los principales fundamentos de esta propuesta de reforma. Se plantea la posibilidad de señalar conexiones con Juana de la Cruz, la gran profetisa y reformadora terciaria del paso del siglo XV al XVI.

Come diverse altre zone dell’Italia centrale, anche il Patrimonio di San Pietro sperimentò, nella seconda metà del Quattrocento, una rilevante presenza francescana osservante. Questo contributo s’incentra sulle diverse figure di predicatori osservanti che operarono nell’area – i più celebri tra i quali sono Angelo da Bolsena, Francesco da Viterbo e Giacomo da Corneto – sottolineando i loro legami con i conventi del territorio e ricostruendo per quanto possibile i percorsi seguiti dalle loro campagne di predicazione itinerante.

Di ciascuna di queste esperienze omiletiche verranno analizzate tanto le origini, spesso riconducibili a uno specifico mandato del Papato o dei governi cittadini, quanto le conseguenze a livello istituzionale e legislativo, mettendo in particolare in luce come anche nel patrimonio di San Pietro i francescani osservanti parteciparono agli sforzi di disciplinamento sociale portati avanti dai poteri pubblici locali attraverso l’emanazione di riforme statutarie.

LA PARABOLA DI LAZZARO E
DEL RICCO EPULONE.SANTA MARIA GORETTI.Abbazia di Gräfinthal GERMANIA.SANTA PERPETUA E FELICITA
MARTIRI.SANTA LIDUINA. Gabriel Garcia Moreno Presidente dell'Ecuador,
martire. LE CROCESSINE MARTIRI. Maria Cristina Ogier.Madonna di Quito
ECUADOR. SAN RODRIGO DI CORDOVA MARTIRE.LA STRAGE DI FARNETA. MARIA VALTORTA. Venerabile Maria di Gesù di Ágreda (María
Coronel y Arana.Sant' Alessio Mendicante.APPARIZIONE Solovki RUSSIA 1712. SAN GUISEPPE. SANTA JUANA MARIA CONDESA LLUUCH

La trilogia sull’architettura italiana del Medio- evo, edita dalla Società editrice il Mulino nel- la collana “Le vie della civiltà” curata da Carlo Tosco, pone al centro della trattazione, come dimostrano i titoli, l’architettura e il suo rap- porto con gli eventi storici che caratterizzano la penisola in un ampio arco cronologico che va dal 600 alla fine del XIV secolo. Il panora- ma scelto è l’Italia nella sua estensione attuale, un’«espressione geografica» che, come af- ferma l’Autore, non trova corrispondenze nel quadro frammentario a livello politico in epoca medievale. Tutti i volumi riescono a fornire una sintesi delle vicende architettoniche susseguite- si nella penisola nel corso di otto secoli. L’orga- nizzazione per macro capitoli e la bibliografia, puntuale e aggiornata, rendono i tre libri un punto di partenza per approfondimenti mira- ti sui singoli casi in area italiana

The contribution reconstructs a key event for understanding the fifteenth-century origins of Franciscan female observance. It deals with a legal case that arose around the desire of the Poor Clares of Corpus Christi in Mantua to observe the Rule of Clare of Assisi in the correct way, distinguishing within it  the precepts and the counsels. The article analyses the answers provided by John of Capistran, Niccolò of Osimo, Heinrich Kalteisen and Pope Eugene IV and puts forward some new hypotheses on the texts, on the affair as a whole and on its subsequent outcomes. It shows, finally, what was at stake behind the request of the Poor Clares, highlights their role in promoting and rejecting the legal reflection of the observant friars and highlights the will of the latter and the Roman Curia in directing the reform of the female monasteries.