Storia Dell'Arte Italiana

Un breve confronto tra i due "Trionfi di Galatea" dipinti da due grandi personalità: Raffaello Sanzio e Pietro da Cortona (Pietro Berrettini). A distanza di più di un secolo il maestro del barocco Pietro da Cortona copierà Raffaello dalla Farnesina...

Prima mostra monografica dedicata a Luigi Basiletti  con alcuni dipinti e disegni inediti provenienti da collezioni private. Le vedute riprendono i luoghi attraversati dal pittore bresciano durante i suoi i viaggi in Lazio e in Campania, Nella sua non vasta produzione comprende tele ispirate alle colline e ai laghi delle Prealpi bresciane che, per la prima volta, assumono il valore di soggetto figurativo.

il contributo si pone a complemento dello studio dell’arredo tessile presente nell’appartamento del cardinale: cfr. R. Pagliarani, Dall’inventario del cardinale Pietro Vidoni: parati e baldacchini nel palazzetto di San Marcello in via del Corso (2014). Le ricerche sul cardinale cremonese sono state oggetto della comunicazione orale Ricordi del cursus honorum nella collezione del cardinale Pietro Vidoni, tenuta nell’ambito delle giornate di studi a cura di C. Volpi per la Sapienza Università di Roma e di G. Feigenbaum per il Getty Research Institute di Los Angeles: Display of Art in Roman Palaces in the Long 17th Century (1550-1750), Roma, Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo, Ex Vetrerie Sciarra,16-17 giugno 2010.

The language used by Giorgio Vasari in "Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani", published the first time in the 1550, reflects the experience of an artist who expresses himself in the language of colleagues met while working and traveling throughout Italy. The text of the history of representatives of the three arts, in both editions of Vasari's "Lives" – that of 1550 called Torrentiniana (after the name of the Florentine publishing house, Lorenzo Torrentino) and that of 1568 referred to as Giuntina (after the name of the Florentine publishing house, Giunti), encompasses a linguistic reality with a well-defined physiognomy which, although firmly grounded in the Tuscan language, also remains permeable to terms used in other regions. And the enrichment of "Le vite" with architectural terminology is more evident in the 1568 edition, after Vasari had gained practical experience and expertise in architecture.

Pubblicazione che rilegge in chiave moderna il tracciato ora stradale di itinerari di pellegrinaggi votivi che nel tempo si sono sviluppati tra Svizzera e Italia per devozione delle reliquie del Santo protettore delle Alpi. Un viaggio avvincente con analisi di centinaia di monumenti per lo più sconosciuti ma spesso che celano tesori di arte antica, medievale, rinascimentale e moderna.

Giorgio Vasari we owe not only to create specialized literature on art critic, but also come up with and affirmation of special terminology (like maniera), through which it was possible, in his tractate, to characterize the artistic personalities and styles of schools and eras of art history. In this article we are going to show that, since the first release (la Torrentiniana edition, 1550) to another (Giuntina edition, 1568), a work by Vasari, his constantly increasing interest, visible in the Lives of artists, in creativity and evaluation of works by artists of his era, went hand in hand with increasingly intensive use by the writer specialized vocabulary, such as words capriccio and capriccioso used by him in a wide range of meanings. And by comparing the vocabulary of two editions of Lives of artists, one can observe that the experience of the architect Vasari (acquired after 1550) reflected deeply in his writings as a historian and art critic. And so in Giuntina edition thus become richer and more detailed descriptions and works of architecture and ways of creative work of architects.
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A Giorgio Vasari si deve non soltanto la fondazione della letteratura critica d’arte, ma anche la creazione e il consolidamento di una terminologia settoriale («maniera» in primis), che nella sua opera caratterizza le individualità di artisti, nonché i tratti salienti di scuole ed epoche della stora dell’arte. Nel saggio si intende mettere in evidenza come, nel passaggio dalla Torrentiniana alla Giuntina, il più accentuato interesse dell’autore delle «Vite» verso la critica d’arte contemporanea si accompagni all’uso più intenso di termini specifici del suo lessico critico, quali «capriccio» e «capriccioso», adoperati in sfumature semantiche diverse. Sempre attraverso il confronto del lessico delle due edizioni delle «Vite», si può osservare che l’esperienza di Vasari architetto incide notevolmente sulla sua scrittura, e nella Giuntina diventano più particolareggiate le descrizioni sia dei monumenti architettonici sia dei modi di lavorare degli architetti.

"Iconographica" is a peer-reviewed journal devoted to the study of images in their historical, cultural and religious contexts. It promotes new and interdisciplinary approaches to images going beyond the traditional framework of iconographic studies and aims at shaping new methodologies in this field. It welcomes essays investigating the role played by images in mediating material and symbolic forms of cultural communication, in conveying a human group's shared perception of power, behavioral codes, philosophical and religious notions. A special emphasis is given to images as material objects and visual indicators of the supernatural dimension, in their direct interaction with space, rituals, social and economic practices and cultural manifestations. Though focused on the European and Mediterranean cultures from Late Antiquity onwards, it welcomes methodologically relevant articles on the use, perception and agency of images in all human cultures. The journal is included in
the Thomson Reuters Emerging Sources Index (ESCI), a New Edition of Web of Science.
"Iconographica" welcomes articles in Italian, English, French, German, and Spanish. Proposals for publications, including a Word version of the written text and its illustrations in low resolution, should be sent by email to the editorial board (iconographica@sismelfirenze.it). Approval for publication will be given at the end of the peer-reviewing process.
"Iconographica" is also available online: www.mirabileweb.it

La presentazione del libro ‘Gioconda’ di Roberto Manescalchi, in sede di Presidenza del Consiglio della Regione Toscana è l’occasione per l’autore di illustrare alla stampa la clamorosa scoperta dell’identificazione del volto di Lisa Gherardini in due monocromi affrescati da un allievo di Leonardo e, più precisamente, Morto da Feltre.

Di Morto da Feltre e delle sue Grottesche ci aveva già resi edotti Giorgio Vasari, ma nel 2004 le stesse furono scoperte da Roberto Manescalchi che ne diede subito conto ne Bollettino degli Ingegneri della Toscana del mese di ottobre del medesimo anno. Unitamente al reperimento di tracce di affreschi che rimandavano con forza ed evidenza all’atelier di Leonardo la scoperta delle grottesche ebbe poi una grandissima diffusione mediatica. Se ne occuparono praticamente tutti… ricordiamo, tra le oltre mille testate, il New York Time e la prestigiosa rivista di settore Apollo con un articolo di Carmen Bambach curatrice del Metropolitan Museum di New York.

Oggi, a distanza di 13 anni, Roberto Manescalchi ha evidenziato la perfetta corrispondenza tra i volti dipinti nelle grottesche e quello della Gioconda del Louvre. Un allievo di Leonardo ha quindi ritratto la stessa modella servita al dipinto più bello del mondo.
All’interno dell’Annunziata fiorentina, nella cella di Maestro Valerio (alto prelato committente del decoro del ‘Morto’ -sempre secondo Vasari-) poteva esserci solo Lisa Gherardini del Giocondo. Moglie di Francesco del Giocondo mercante fiorentino che dei Serviti dell’Annunziata fu (risulta da molti documenti) cambiavalute e fornitore di paramenti sacri.
Siccome c’è, come ha carattere di assoluta evidenza nei numerosi elaborati pubblicati, la perfetta identità tra i sembianti dipinti dal Morto e la Gioconda del Louvre oggi possiamo affermare con assoluta certezza il come la donna ritratta da Leonardo sia Lisa Gherardini del Giocondo. La certezza che mancava e la Gioconda che mancava… il libro che avete sempre sognato sulla’ icona per eccellenza della pittura del mondo occidentale.

Pietro Selvatico's theory was the attempt to overpass neoclassicism and laic view of society for a christian vision of arts taking model from Middle Age. Among his few architectures the Pisani's chapel built in 1860 is an example of Perpendicular gothic in the countryside near Padua.

Abstract: Among the objects conserved (not on display but accessible upon request) in the museum of the Casa Morandi in via Fondazza, Bologna, where the painter Giorgio Morandi resided with his sisters until his death in 1964, are two single–leaf illuminations for which new attributions are proposed. The two parchment leaves were presented to the painter by his friend, the collector Luigi Magnani, in the 1950s, on two separate occasions. Both are miniatures from liturgical manuscripts produced in the Emilia region, which Magnani most probably acquired on the Bolognese art market. The first, depicting the ‘Pentecost’, is from the hand of the anonymous illuminator known as the Seneca Master (or the First Master of San Domenico) and is datable to the first quarter of the 14th century. The second, displaying the uncommon subject of ‘Christ Creator of the Stars’, is instead attributable to Bertolino de’ Grossi (first half of the 15th century). The discovery of several letters also enables the author to reconstruct the relations between Magnani and Pietro Toesca, his teacher during the period of his post–graduate studies in Rome, and mentor in the field of the history of manuscript illumination.

This paper examines some pictorial examples distributed between
Puglia and Basilicata where the fish fauna is the main element of the representations.
Starting from the iconological analysis of fish, the Christological
emblem for excellence, we pass to the examination of two versions
Abstracts and Keywords 325
of the Creation of fishes and animals, an episode taken from the book of
Genesis, of an hagiographic episode concerning the Preaching to the fishes
by Saint Anthony from Padua, while the last case deals with the thaumaturgical
virtues related to fish with reference to the book of Tobit. A
fairly varied situation is defined in which the almost often allegorical role
of fish fauna, and fishes in particular, is highlighted.
Keywords: Galatina, Ripacandida, Creation of fishes, Tobia, Saint
Anthony of Padua

Abstract: The present article discusses the six illuminated folios detached at an unknown date from a choir-book of which all trace has been lost. The loose folios are now conserved in the church of Santa Maria in Aracoeli in Rome. Recovered by the Carabinieri of the Nucleo Tutela per il Patrimonio Artistico in the 1990s, as part of a complex operation involving heterogeneous vellum codices of various provenance, nothing is known of their history, nor is it possible to reconstruct when exactly they entered the Roman church or whether they belonged to a codex specially produced for the Franciscan community of the Aracoeli. The choir-book from which the six folios were detached, can, on the basis of the type of liturgical text, be identified as a psalter-hymnal. Since there exists no documentation proving their original provenance, it was decided to publish the folios with the aim of facilitating their recognition and, if possible, locating the codex from which they were torn out. On the basis of the few miniatures present in these loose sheets, the author has identified the artist as the Master of the Franciscan Breviary, whose production is for the time being confined to the years 1440-1460 and almost always for Franciscan patronage.

Titolo completo: ‘Quattro artisti all’opera nei corali inediti di S. Domenico e gli esordi bresciani del giovane Birago’, in ‘Libri e lettori a Brescia tra Medioevo ed età moderna', Atti della Giornata di studi (Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore, 16 maggio 2002), a cura di Valentina Grohovaz, Brescia, 2003, pp. 39-94 (Grafo editore)

Riflessione sui rapporti tra storia dell'arte contemporanea e tradizione mediterranea, che prende spunto da esperienze didattiche maturate nell'ambito della collaborazione con la
Cattedra di Storia dell'arte contemporanea dell'Università di Palermo e con la Scuola di lingua italiana per stranieri dello stesso ateneo.
Il testo è pubblicato sul portale "Agave. Contributo allo studio delle fonti della storia dell'arte in Italia nel Novecento": http://www1.unipa.it/agave/mostre/nam.php

Il secondo tomo di Almum Studium Papiense rappresenta una nuova tappa del viaggio nella storia dell’Università di Pavia, tra personalità, luoghi e vicende che hanno caratterizzato l’epoca della dominazione spagnola (1535-1706). Come rilevato dalla storiografia recente, questo fu un periodo di modernizzazione, e non di stasi, per lo Studium pavese, in cui operarono figure di grande rilievo come Gerolamo Cardano. Giovan Battista Giraldi Cinzio, Giacomo Menochio e Gaspare Aselli. Questo tomo completa il primo volume, e ne contiene gli indici complessivi dei nomi e dei manoscritti.

La Rivoluzione sottovoce di Bruno Munari giunge in Sicilia
le opere dell’artista milanese in mostra presso la Galleria Drago Arte Contemporanea di Bagheria


Munari l’artista, Munari il pedagogo, Munari il grafico, il teorico, il designer…..
Non basterebbe un’intera pagina per descrivere le molteplici figure che Bruno Munari ha incarnato nel corso della sua lunga e intensa carriera.
La mostra, che si terrà a Bagheria, dal 18 Aprile al 24 Maggio 2015, presso la galleria Drago Arte Contemporanea, situata a due passi dalla celebre Villa Palagonia, intende far luce sui diversi ambiti nei quali si è espresso il talento creativo di Munari.

Seconda mostra monografica, dopo quella su Emilio Contini, dedicata all'approfondimento di uno degli allievi di Morandi: Dino Boschi. Protagonista della storia dell'arte del Novecento, Dino Boschi ha saputo offrire un'interpretazione alternativa e originale della pop art sia rispetto alla versione americana sia rispetto alla lettura più "colta" che seppero darne gli artisti nostrani. Come molti pittori della sua generazione però Boschi rischia di essere considerato legato alla tradizione in quanto "pittore figurativo" quando invece Boschi è sempre stato un artista in tutto e per tutto moderno, come dimostrano le sue serie più famose: le partite di calcio, i flipper, le spiagge, le stazioni.

Il Regio Istituto di Belle Arti di Roma Capitale del Regno d’Italia (dal 1923 Accademia di Belle Arti), erede di una tradizione di insegnamento dell’arte che affonda le sue radici nel XVI secolo, fu fondato ex novo il 29 giugno 1874, in qualità di maggiore Istituto di Belle arti del Regno d’Italia e laboratorio della sperimentazione della moderna educazione degli artisti della nuova nazione italiana.
Accademia di Belle Arti di Roma. Centoquaranta anni di istruzione superiore dell’arte in Italia racconta la storia della principale Accademia d’arte italiana e del suo ruolo in Italia e in Europa, avvalendosi della ricognizione, compiuta per l’occasione, dei fascicoli dedicati all’istituzione conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato, l’Archivio Storico di Roma, l’Archivio Storico Capitolino, l’Archivio storico della stessa Accademia di Belle Arti e di altri archivi privati ed esteri.
Gli autori narrano le vicende dell’Istituto e della sua sede di via di Ripetta, degli uomini e delle donne che l’hanno animata, delle loro idee sull’arte e sulla pedagogia, che hanno influito, dalla fine dell’Ottocento ad oggi, sulla formazione degli artisti di una nazione in rapida trasformazione sociale, politica ed economica.

La Fondazione Giorgio Cini, per ricordare Bruno Visentini (1914-1995) a vent’anni dalla sua scomparsa, ha istituito una borsa di studio residenziale di sei mesi del valore di 12.500 euro per trascorrere un periodo di ricerca presso il Centro internazionale di Studi della Civiltà italiana “Vittore Branca”.
La borsa di studio è destinata a dottorandi, per il compimento di una tesi, o a post-doc interessati allo studio della civiltà italiana – e in particolare veneta – con un orientamento interdisciplinare in uno dei seguenti ambiti: storia dell’arte, storia di Venezia, letteratura, musica, teatro, libri antichi, civiltà e spiritualità comparate.

Il 23 agosto del 1596 moriva in odore di santità, a 56 anni, nel convento di san Pietro in Montorio, il frate Angelo Del Pas dell'ordine dei francescani minori; nato a Perpignan in Catalogna, era riuscito ad infiammare-come del resto fecero non pochi grandi religiosi in quegli anni-gli animi di moltitudini di fedeli, dovunque predicasse. Una vocazione irrefrenabile lo aveva portato ad abbracciare la dura vita monastica e ad entrare nel locale convento dei Padri Minori Riformati, anche detti Recolletti, a sedici anni, nel 1556, dopo aver respinto-come narra il suo biografo padre Bonifacio Bonibelli 1-le lascive adulazioni di una prostituta che voleva concupirlo e soprattutto la contrarietà di suo padre, un nobile del luogo, che era giunto perfino a maledirlo. Aveva poi studiato per tre anni dal 1562 al '65 ad Alcalà, divenendo amico di un altro giovane francescano italiano, rampollo di un prestigiosa famiglia, il mantovano Padre Francesco Gonzaga, destinato a divenire Capo supremo di tutto l'Ordine. La sua vicenda-sul cui esito ancora si addensano molte ombre-presa in esame sotto l'aspetto religioso-iconologico da Bert Treffers diversi anni fa 2 , è stata ricostruita più recentemente da un punto di vista storiografico in un documentato libro di Miguel Gotor 3 e, in ultimo, rivisitata sia pure in parte in un notevole saggio di storia dell'arte sui primi tempi di Caravaggio a Roma, da Francesca Curti 4. E tuttavia, proprio la parzialità dei vari punti di vista ha lasciato inevasi parecchi interrogativi che occorre chiarire cercando di riannodare tutti questi fili, anche alla luce di nuove letture e spunti documentari, perché la vicenda è paradigmatica di un passaggio storico importante che ha lasciato tracce determinanti in ogni campo, non ultimo quello artistico, quando prese il via nella curia un processo di centralizzazione del potere cui furono funzionali alcune importanti figure di artisti ma anche di ecclesiastici o laici secolari di cui divenne essenziale allineare ai propri intendimenti l'immagine, in vita, e l'eventuale culto, dopo la morte. L'idea che la chiesa di Roma dopo Trento fosse scevra da ogni contrasto e stretta in ritrovata armonia intorno alla figura del pontefice, è stata superata da tempo; è vero che a partire dalla metà del XVI secolo essa aveva saputo reagire e contrastare con efficacia lo sviluppo in Europa delle eresie protestanti, rafforzando il controllo delle tensioni al suo interno, dopo aver spento qualche anno prima le speranze di conciliazione coltivate dalla cosiddetta cerchia degli 'spirituali' di Viterbo di Reginald Pole e alle quali la condanna a morte di Pietro Carnesecchi, nel 1567, aveva messo definitivamente il sigillo, ma altrettanto vero è che polemiche e dispute accesissime si erano nuovamente aperte nel suo seno, proprio sul finire del secolo, in relazione all'uso delle immagini sacre e al ruolo delle diocesi in tema di beatificazioni. Tuttavia tali controversie a ben vedere non erano che il sintomo di un malessere più profondo che riguardava l'idea stessa di come dovessero configurarsi i destini futuri della curia romana e il ruolo delle gerarchie.