Gaetano De Sanctis

Although - as Max Weber argued - scientific works are inevitably bound to get old, Storia dei Romani by G. De Sanctis still has an importance which goes beyond its undoubted historical, historiographic, doxographic value. De Sanctis’ conception of  historia - which,  rather than being magistra vitae, is instead “taught by life” -  has important implications in his works. Historical analogy as a hermeneutic method - to which Luciano Canfora has devoted a masterful volume - was consistently used by De Sanctis. The explicit or implicit analogies with either modern or contemporary events - such as those between Carthage and the British Empire, or between the Risorgimento and Siceliots, or even between World War I and Punic Wars - as well as the use of counterfactual history, allow modern classical scholars to draw fundamental methodological lessons from De Sanctis’ work.

The article presents and analyses the unpublished notes of the excavation of a Hellenistic-Roman temple dedicated
to Artemis conducted in 1908 by Gaetano De Sanctis in the village of Afratì, in south-central Crete. The rediscovered Artemision,
reconstructed and placed in the contemporary Cretan context, contributes with new data to the definition of templar architecture
and the cult of Artemis on the island, but also to outline the history of Italian research in the region.

Το άρθρο παρουσιάζει και αναλύει τις αδημοσίευτες σημειώσεις της ανασκαφής ενός ελληνιστικο-ρωμαϊκού ναού
αφιερωμένου στην Αρτέμιδα, που πραγματοποιήθηκε το 1908 από τον Gaetano De Sanctis στο χωριό Αφρατί, στην κεντρο-νότια
Κρήτη. Η νέα αποκάλυψη του Αρτεμισίου, με την ανασύνθεση του ναού και την εισαγωγή του στο σύγχρονό του κρητικό πλαίσιο,
συμβάλλει με νέα δεδομένα στον καθορισμό της αρχιτεκτονικής των ναών και της λατρείας της Αρτέμιδας στο νησί, αλλά διαγράφει
επίσης την ιστορία των ιταλικών ερευνών στην περιοχή.

L’articolo presenta e analizza gli appunti inediti dello scavo di un tempio ellenistico-romano dedicato ad Artemide
condotto nel 1908 da Gaetano De Sanctis presso il villaggio di Afratì, nella Creta centro-meridionale. Il riscoperto Artemision,
ricostruito e collocato nel coevo contesto cretese, contribuisce con nuovi dati alla definizione dell’architettura templare e del culto
di Artemide nell’isola, ma anche a delineare la storia delle ricerche italiane nella regione.

Gaetano De Sanctis and Vincenzo Arangio-Ruiz had interesting unpublished correspondence that is now the subject for a forthcoming publication. The paper illustrates a letter dated 1944: the document is an important source for the purpose of studying the biography and scientific activity of both historians.

On the centenary of the first issue of «Aegyptus. Rivista italiana di egittologia e di papirologia», two new unpublished documents offer the opportunity to improve our knowledge on the scientific correspondence between Aristide Calderini, founder of «Aegyptus», and Gaetano De Sanctis, director of the «Rivista di Filologia».

The book focuses attention on the reception of Thucydides in XIX Century Germany and first-half-XX Century Italy, when and where Historicism culminated, and examines some major historians and classical scholars of this age, that is the German L. Ranke and E. Meyer and the Italian G. De Sanctis, A. Ferrabino and A. Momigliano; these Italian scholars had a different relationship with the philosophy of B. Croce and different reactions to Fascism.
Gli storici europei hanno per molto tempo considerato Tucidide come il padre fondatore della propria disciplina, modello inarrivabile di ricerca severa e inflessibile della verità, capace come nessun altro di interpretare i fatti al di là delle apparenze. Quasi un culto, che ha avuto il suo culmine nella storiografia tedesca dell'Ottocento e del primo Novecento nell'epoca dello storicismo, riassumibile nei nomi di Leopold von Ranke ed Eduard Meyer, e che conobbe una stagione ricca ma più problematica nell’Italia tra le due guerre mondiali, quando antichisti come Gaetano De Sanctis, Aldo Ferrabino e Arnaldo Momigliano pensarono la storia antica in un rapporto dialettico con lo storicismo di Benedetto Croce. La ricezione di Tucidide si rivela così una sorta di prisma che permette di ripensare alla storia degli studi classici italiani nel nostro paese in una fase caratterizzata, per un verso, dalla dialettica tra storici dell'antichità e filosofia crociana, per l'altro, da un clima politico sempre più autoritario.

Abstract: the aim of this paper is to analyze the reception of Hannibal's legacy in Gaetano De Sanctis and Arnaldo Momigliano. We will focus on a concrete chronology that starts from the last twenties to the Ethiopian campaign (1929-1936). We conclude that the opposite viewpoints of Hannibal's political role in the Second Punic War are due to the different cultural responses to Fascism.

Per celebrare i 150 anni dalla nascita di Gaetano De Sanctis, si propone una ricostruzione dell'attività che lo storico svolse da senatore a vita (nominato da Luigi Einaudi nel 1950). Si pubblicano qui, per la prima volta integralmente, gli appunti preparatori di alcuni dei discorsi tenuti in aula: De Sanctis li aveva dettati all'allievo Silvio Accame che fu uno dei suoi collaboratori più assidui, nonché erede del corposo fondo personale. Si analizzano inoltre i documenti del fascicolo personale del senatore De Sanctis, ora consultabile grazie a una recente direttiva della Commissione per la biblioteca e l'archivio storico del Senato della Repubblica.

Rimpiangere la "res publica", tornare a Roma. In questo, alla fine del secondo millennio, gli studi antichistici (storici e giuridici) e quelli teorico-politici sembrano trovare una convergenza. Se lo storico di Roma Fergus Millar evidenzia gli elementi "democratici" della tarda repubblica, Philip Pettit e Quentin Skinner individuano una libertà "neoromana", ideale civico elaborato a partire da Machiavelli e applicabile anche al presente. Ciò si scontra, per molti versi, con la "cesura" tra antichità e modernità politica, fatta spesso coincidere con il celebre discorso di Benjamin Constant sulla "Libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni" (1819). A ben guardare, però, il padre svizzero del costituzionalismo liberale si concentra soprattutto sulla Grecia, scissa tra la "quasi moderna" Atene e l'arretrata Sparta. E Roma? È su questo che il presente volume indaga, prendendo anche in considerazione i più recenti dibattiti nell'antichistica e nella teoria politica; punti di riferimento sono il pensiero di Constant, a sua volta oggetto di reinterpretazione, e le sue innumerevoli "ricadute". Risulta quindi che le critiche al 'modello' antico, già ben chiare in Hobbes, esaltate dalla Querelle degli antichi e dei moderni, e infine accuratamente delineate da Hegel e Marx, in Constant sono frutto della volontà di attaccare più Sparta (esaltata da Mably) che Roma (esaltata da Rousseau e profondamente rispettata anche da Mme De Stael). Le stesse nuove letture di Constant, che tendono a limitare le conseguenze estreme tratte da Berlin sulle due diverse libertà (democratica e liberale), ci fanno apparire il pensatore svizzero più legato al modello romano di quanto si creda in genere.

In occasione dell'ottantesimo anniversario della promulgazione delle Leggi razziali, il Centro Romano di Studi sull'Ebraismo dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" ha promosso alcune giornate di riflessione in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società.