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Daniele Vitali
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Daniele Vitali

Sobre la base del bolonyes, es mostra com els dialectes septentrionals d’Italia constitueixen una llengua diferenciada de l’italia en el panorama romanic. Tanmateix, aquesta llengua –que esta desapareixent rapidament– no te una norma... more
Sobre la base del bolonyes, es mostra com els dialectes septentrionals d’Italia constitueixen una llengua diferenciada de l’italia en el panorama romanic. Tanmateix, aquesta llengua –que esta desapareixent rapidament– no te una norma unificada i ni tan sols nom, en no existir en la consciencia de la majoria dels parlants. L’article descriu la presa de consciencia de l’autor sobre l’estat del dialecte i la seva evolucio personal en el seu estudi. Com a consequencia d’una serie de factors s’ha creat una proposta ortografica que ha substituit intents de codificacio anteriors. L’evolucio dels fets i de les sensibilitats, associats a l’eclosio d’Internet, ha portat a l’organitzacio de cursos on persones de tots els origens aprenen la llengua. L’autor hipotetitza el sorgiment d’una “mundialitzacio inclusiva” que afavoreix la sensibilitat per les llengues i parles locals. Surbaze de la bolonja, montriĝas kiel la nordaj dialektoj de Italio apartan lingvon en la latinida panoramo. Tamen, tiu...
Seguendo la molteplicità dei propri interessi-da quello di sempre per le parlate toscane e di quanto le circonda, al raffronto interlinguistico, fino alla specializzazione nelle lingue americane indigene, sempre con una apertura verso... more
Seguendo la molteplicità dei propri interessi-da quello di sempre per le parlate toscane e di quanto le circonda, al raffronto interlinguistico, fino alla specializzazione nelle lingue americane indigene, sempre con una apertura verso altri settori, in primo luogo antropologica e sociolinguistica-, Luciano Giannelli raccoglie qui lavori propri e di allieve/i e colleghe/i che sono frutto di una ricerca di nuovo avvio sui dialetti circoscritti dalla prima parte del titolo, o di rivisitazioni di temi già indagati, fino a ristampe minimamente aggiornate su un terreno essenzialmente di redazione, come la descrizione del dialetto di Abbadia San Salvatore o il saggio sulla morfologia cuna e la presentazione di un inedito, originariamente concepito come specimen di un lavoro ambizioso di natura didattica, destinato ad una università straniera. L'articolazione del volume si snoda inoltre su una serie di lavori di ambito europeo e quindi di ambito americano (amerindiano), continua con la sezione delle Riproposizioni a rispecchiare tale dualità, e si conclude con un saggio dedicato a un aspetto della cultura romana.
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Published on 30 June 2017 on the site of Consulta per il Dialetto Parmigiano http://consultadialettoparmigiano.org/wordpress/category/aspetti-storici/
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L'italiano, i dialetti e le lingue straniere sono tutti aspetti del più globale "fenomeno lingua", un argomento che ci affascina e sul quale ognuno di noi ha le sue idee. Dagli anglicismi al linguaggio paritario, dal ruolo dell'italiano... more
L'italiano, i dialetti e le lingue straniere sono tutti aspetti del più globale "fenomeno lingua", un argomento che ci affascina e sul quale ognuno di noi ha le sue idee. Dagli anglicismi al linguaggio paritario, dal ruolo dell'italiano in Europa a quello delle lingue nazionali e minoritarie nell'era delle reti sociali, i temi di attualità non mancano, soprattutto adesso che in Italia c'è un governo che pensa di avere una politica culturale e della lingua. Tutto ciò in una situazione in cui la conoscenza della linguistica come scienza non è molto diffusa tra la popolazione, una lacuna che vizia il dibattito e contribuisce alla proliferazione di idee a volte un po' pittoresche. Non restava che rivedere la storia dell'italiano e delle lingue dei nostri vicini europei, cercando di divertirci, di sfatare un po' di luoghi comuni e di prendere finalmente consapevolezza del fatto che la lingua è anche una questione politica: sta a noi decidere se vogliamo trattarla in modo esclusivistico o pluralistico, nazionalistico o cosmopolita, populista o democratico.
Questo manuale si articola in lezioni di complessità progressiva, ciascuna utile per capire quelle che seguono: s’inizia con una lettura che vede protagoniste persone di diverse generazioni, i loro animali, le loro avventure e la stessa... more
Questo manuale si articola in lezioni di complessità progressiva, ciascuna utile per capire quelle che seguono: s’inizia con una lettura che vede protagoniste persone di diverse generazioni, i loro animali, le loro avventure e la stessa città di Bologna, e si continua con una sezione grammaticale che spiega il materiale linguistico presentato nella lettura. Ogni lezione si conclude con un glossario delle parole fin lì utilizzate e con una serie di esercizi. Il contenuto di ogni lettura può essere ascoltato in rete inquadrando il codice QR pubblicato all’inizio di ogni lezione: si sentiranno le voci di due parlanti nèd in dialàtt, cioè di madrelingua. Al termine del libro, le appendici contengono dei testi per esercitarsi durante o a fine corso, un promemoria grammaticale, le chiavi degli esercizi e tabelle con tutti i verbi utilizzati nel volume.
Il cognome delle persone è una faccenda piuttosto seria, che viene registrata all'anagrafe e scritta su documenti ufficiali. Vari studi ci dicono che i cognomi sono nati nel corso di un processo sociale storicamente determinato che,... more
Il cognome delle persone è una faccenda piuttosto seria, che viene registrata all'anagrafe e scritta su documenti ufficiali. Vari studi ci dicono che i cognomi sono nati nel corso di un processo sociale storicamente determinato che, proprio per la sua serietà, si è "svolto in latino o in italiano".

Tuttavia, in ambienti socio-professionali conservativi, quando già i soprannomi erano caduti in disuso ma il dialetto bolognese ancora resisteva bene in alcuni strati della popolazione, anche i cognomi venivano utilizzati nella loro forma dialettale, persino rivolgendosi a colleghi o amici venuti da fuori.

Questo libro contiene i cognomi usati a Bologna, anche di diverse origini, nella loro forma dialettale, per soddisfare legittime curiosità ma anche per aiutare chi scriva in dialetto a dare generalità pienamente bolognesi ai propri personaggi, senza forzature: l'applicazione parziale a questo settore delle regole foentiche rende le forme effettive dei cognomi non semplicemente "indovinabili", e obbliga a verificarle alla luce dell'uso effettivo che ne facevano i dialettofoni (o, in certi casi, che si può presumere ne avrebbero fatto questi parlanti abituati a sentire la loro lingua "dal di dentro").
La frontiera regionale tra Emilia-Romagna e Toscana, grosso modo articolata lungo lo spartiacque appenninico, è al tempo stesso geografica, storica e linguistica, al punto che secondo vari autori la linea La Spezia-Rimini o La... more
La frontiera regionale tra Emilia-Romagna e Toscana, grosso modo articolata lungo lo spartiacque appenninico, è al tempo stesso geografica, storica e linguistica, al punto che secondo vari autori la linea La Spezia-Rimini o La Spezia-Senigallia sarebbe il confine linguistico più netto di tutto il mondo romanzo. Tale idea sembra contraddire un'altra nozione tradizionale, quella di un «italo-romanzo» in cui far rientrare sia i dialetti dell'Italia Settentrionale sia quelli dell'Italia Centrale e Meridionale, comprese lingue minoritarie riconosciute da una legge dello Stato come ladino dolomitico, friulano e sardo. Per indagare e possibilmente risolvere questa contraddizione, Daniele Vitali propone di rivalutare il concetto di continuum che unisce fra loro tutti i dialetti romanzi, finché questi ultimi sono ancora studiabili perché non del tutto cancellati dalle lingue ufficiali. L'autore descrive i dialetti parlati lungo la Linea basandosi su registrazioni proprie o di collaboratori effettuate negli ultimi 20 anni e su una revisione critica della bibliografia disponibile. Le diverse descrizioni seguono una stessa struttura espositiva, così che risulta possibile valutare somiglianze e differenze non solo fra i dialetti parlati lungo il confine, ma anche fra questi e quelli dei rispettivi centri di riferimento, ossia i capoluoghi dell'Emilia e della Toscana settentrionale, nonché Genova e Perugia. L'aver descritto un numero elevato di dialetti consente di affrontare, nell'ultimo volume, alcune questioni evolutive generali e di proporre varie correzioni alla cartografia dialettale, abbozzando anche una classificazione delle lingue romanze che prescinde dai vecchi insiemi di raccolta con prefissi d'ispirazione sostratistica quali «ibero-, gallo-, italo- e daco-romanzo», abbandonati a favore di una visione che tiene conto di vicinanza geografica e interazioni storiche fra i vari sistemi. Al testo è affiancato un sito in cui si possono ascoltare campioni sonori di numerosi dialetti d'Italia, in particolare del Nord e del Centro.
Research Interests:
Collection of contemporary poetry in the dialect of Bologna