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La rigenerazione sempre più urgente dei contesti metropolitani può trarre vantaggio dal ripensamento della città come un nodo complesso della rete ecologica. Affinché vi sia una reale inversione della rotta è necessario però che alcuni... more
La rigenerazione sempre più urgente dei contesti metropolitani può trarre vantaggio dal ripensamento della città come un nodo complesso della rete ecologica. Affinché vi sia una reale inversione della rotta è necessario però che alcuni concetti-chiave-come "vivente", "biomimesi", "servizi ecosistemici"-trovino una corretta declinazione progettuale. Attraverso l'analisi della letteratura, l'illustrazione e la comparazione di casi studio, il testo approda a possibili criteri bioregionali per indirizzare il progetto di transizione ecologica dei territori metropolitani.
Il contributo illustra un approfondimento progettuale nel comune di Cantagallo, un comune appenninico di piccole dimensioni in provincia di Prato, inserito nei progetti pilota della Snai. Cantagallo mostra una grande vitalità sociale e di... more
Il contributo illustra un approfondimento progettuale nel comune di Cantagallo, un comune appenninico di piccole dimensioni in provincia di Prato, inserito nei progetti pilota della Snai. Cantagallo mostra una grande vitalità sociale e di prospettiva a fronte della mancanza di una visione strategica negli strumenti ordinari di programmazione e di governo del territorio, nonché l'oggettiva difficoltà nell'attuare le complesse procedure finalizzate ad ottenere e gestire i finanziamenti pubblici. Il progetto descritto, esito di un accordo fra il Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze, il Pin di Prato e il comune do Cantagallo che ha messo in campo workshop, laboratori progettuali e tesi di laurea, mostra la fecondità di un progetto integrato di territorio capace di valorizzare le attività locali e i saperi delle comunità insediate nella loro varietà e articolazione sociale, puntando in particolare sul ruolo dell'arte.
Diverse e contraddittorie pratiche sociali configurano un nuovo e articolato mosaico urbano, ordito su dinamiche sfuggenti a ogni definizione precisa e definitiva. Si affermano e si stabilizzano nuovi fenomeni legati a distinzioni sottili... more
Diverse e contraddittorie pratiche sociali configurano un nuovo e articolato mosaico urbano, ordito su dinamiche sfuggenti a ogni definizione precisa e definitiva. Si affermano e si stabilizzano nuovi fenomeni legati a distinzioni sottili fra gli abitanti, di tipo non tradizionale, prodotte dalla diversità degli stili di vita e di lavoro, degli schemi d'uso e di consumo della città, delle strutture dei tempi e delle modalità di relazione con diversi gruppi sociali urbani, nelle quali le "infrastrutture vitali della cura" rappresentano un collante speciale e un tessuto connettivo rilevante di nuove forme di urbanità (Care Collective, 2021). Di fronte a questa "universalità delle differenze" il contributo intende mettere a fuoco strumenti e politiche in grado di creare città più eque dal punto di vista di genere, attraverso un approccio intersezionale. L'articolo illustra brevemente tre casi di città che hanno adottato una prospettiva di genere nella pianificazione, sia a livello di organizzazione amministrativa, sia adottando policies e strumenti procedurali, sia ancora attraverso specifici progetti e la partecipazione: Vienna, Umea, Barcellona. Le conclusioni illustrano alcune proposte di come adottare un approccio di genere nella pianificazione e progettazione urbana e territoriale.
Le grandi urbanizzazioni ancora in espansione rappresentano uno dei grandi vulnus contemporanei (Carneiro Freire et Al. 2018). Metropoli, megalopoli, aree urbanizzate assomigliano a ‘parassiti’ che, pur occupando solo il 3% circa della... more
Le grandi urbanizzazioni ancora in espansione rappresentano uno
dei grandi vulnus contemporanei (Carneiro Freire et Al. 2018).
Metropoli, megalopoli, aree urbanizzate assomigliano a ‘parassiti’
che, pur occupando solo il 3% circa della superficie terrestre, consumano
tre quarti delle risorse globali e sono responsabili del 75%
delle emissioni di gas serra. Ritengo ancora utile impegnarsi
per invertire la rotta anche in contesti effettivamente disperanti
come le aree urbanizzate e le metropoli contemporanea. Costruire
un nuovo scenario per le metropoli ridisegnandole in forma policentrica,
come nodo della rete eco-territoriale, è un esile passo in
questa direzione di speranza. Esso però deve essere netto e chiaro,
affinché il messaggio possa arrivare a una qualche destinazione.
Although still in a provisional form, as befits a field of study still undergoing consolidation, the text tries to summarize the results that emerged from the contributions collected in the volume and from their comparison; outlining,... more
Although still in a provisional form, as befits a field of study still undergoing consolidation, the text tries to summarize the results that emerged from the contributions collected in the volume and from their comparison; outlining, even before real conclusions, a series of clues, cues and problematic issues with which scientific reflection will have to face in the near future. Therefore, they are to be read as many beginnings of research paths, to be followed towards a plausible way of including ecosystem services in the bioregional planning of the territory.
This book brings together the materials of a study carried out by the Florence Faculty of Architecture in liaison with the Tuscan scientific community (five universities, research institutes and technicians from the Regional Authority) to... more
This book brings together the materials of a study carried out by the Florence Faculty of Architecture in liaison with the Tuscan scientific community (five universities, research institutes and technicians from the Regional Authority) to define the methods and approaches of the new Landscape Plan. The aim was to exploit the opportunities offered by recent legislation, such as the European Landscape Convention and the Cultural Heritage and Landscape Code, in order to formulate public policies and projects designed to enhance the quality of life throughout the entire territory, both valuable and degraded. Different skills, aptitudes and passions have come together in the hope that the recent phase of planning can trigger mechanisms that stimulate the inhabitants of Tuscany to continue to produce the collective work of art that is their landscape, in the exquisitely normal manner and form that left scholars such Desplanques pleasantly perplexed when he wrote: «These people have constr...
L'articolo inquadra la gestione tecnologica di eventi complessi e globali, fra cui la pandemia di SARS-CoV-2, nella transizione delle democrazie europee verso modelli di controllo e sorveglianza imposti da normalità emergenziali che si... more
L'articolo inquadra la gestione tecnologica di eventi complessi e globali, fra cui la pandemia di SARS-CoV-2, nella transizione delle democrazie europee verso modelli di controllo e sorveglianza imposti da normalità emergenziali che si susseguono con sempre maggior frequenza. Il testo riflette sulle pandemie che hanno attraversato la storia, sulla traiettoria tecnocratica e digitale delle società contemporanee per concludere col delineare forme di autogoverno a base locale. English metadata at the end of the file
The present article returns some results of a research carried out by the Department of Architecture of Florence in collaboration with the École Nationale Supérieure d'Architecture et Paysage of Lille in the context of the partnership... more
The present article returns some results of a research carried out by the Department of Architecture of Florence in collaboration with the École Nationale Supérieure d'Architecture et Paysage of Lille in the context of the partnership table Acclimater les territoires postminiers, labelled in 2020 by the French Ministry of Culture. The aims of the table were to bring the protagonists the teaching and research world to discuss together over the theme of sustainable regeneration of Miner Basin of Nord-Pas de Calais. After the period in which the idea to erase mining history prevailed, the Unesco in 2012 recognized the Miner Basin as a World Heritage Site. This contribution reflects over the concept of 'living evolutionary cultural heritage' using the polysemic term of acclimatation. The article poses furthermore the questions of the tools and the methods to be used for the architectural, urban and landscape projects combining heritage resources and environmental degradation, energy insecurity, social fragility, and economic decline.
Il Comune di Cantagallo è situato in un’area interna della Toscana ai confini con l’Emilia-Romagna. La guerra ha inferto un duro colpo alla comunità locale radendo al suolo alcuni dei suoi centri storici, come Luicciana. Il progetto di... more
Il Comune di Cantagallo è situato in un’area interna della Toscana ai confini con l’Emilia-Romagna. La guerra ha inferto un duro colpo alla comunità locale radendo al suolo alcuni dei suoi centri storici, come Luicciana. Il progetto di rigenerazione di Luicciana si fonda sulla riscoperta della storia recente e passata con un progetto integrato che investe sulla valorizzazione artistica del territorio per riportare ad un contatto con la materialità della vita.
Il Comune di Cantagallo si trova sui contrafforti appenninici dell’Alta Valle del Bisenzio, in Provincia di Prato, in un contesto particolare che racchiude al proprio interno la contrapposizione tipica fra città e montagna, caratterizzata qui dal rapporto dialettico tra una montagna in via di spopolamento e una valle densamente urbanizzata, in cui operano industrie del comparto del tessile fortemente dinamiche e attrattive. I settori più rappresentativi del contesto imprenditoriale locale sono il commercio e l'industria manifatturiera, connotati da un tipo di imprenditorialità a carattere prevalentemente autonomo (ditte individuali) e da un significativo pendolarismo lavorativo (2/3 della popolazione si spostano quotidianamente verso i centri limitrofi). Il comparto dell'agricoltura è rappresentato da aziende familiari, prive di peso significativo in termini occupazionali ma rilevanti in termini di presidio del territorio. L’offerta ricettiva dell'area è esclusivamente di tipo extra-alberghiero (3 agriturismi e 2 rifugi alpini, per un totale di 77 posti letto) e i dati sulla permanenza dei visitatori (durata media 3 giorni) mostrano che il turismo nell’area non è soltanto del tipo mordi e fuggi ed è caratterizzato da una forte stagionalità, con picchi nei mesi estivi.
Il Comune di Cantagallo, che oggi conta poco più di 3.000 abitanti, è caratterizzato da una rete densa di paesi, nuclei e case isolate, con caratteristiche peculiari, ma senza un vero e proprio centro. L’abitato che nel corso del tempo ha assunto tale ruolo è Luicciana, capoluogo del Comune, nucleo collocato sulla pendice di uno sperone roccioso che degrada dall'Appennino verso il fondo valle, in cui è ubicata la sede del Municipio. Il borgo di Luicciana, in cui attualmente risiedono 465 abitanti, ha subito negli anni un lento spopolamento che ha provocato la perdita di attrazione verso le giovani coppie e favorito l’innalzamento dell’età media degli abitanti, diminuendo le prospettive di sviluppo legate al rinnovo generazionale. Inoltre, come altri nuclei dei territori interni (Bolognesi e Corrado 2021; De Rossi 2018), Luicciana presenta criticità derivanti: dalla mancanza di servizi e attività commerciali, che con il tempo sono ‘scivolati a valle’ o si sono trasferiti nei comuni limitrofi; dalla scarsa attrattività e valorizzazione turistica; dalla carenza di reti fra i principali attori del territorio; dalle difficoltà nel mettere in valore la fornitura di servizi ecosistemici di cui l’area è ricca, mantenendo al tempo stesso la funzionalità dell’intero ecosistema (Poli 2020).
L'anno 2019 sarà ricordato per l'avvio della pandemia SARS-CoV2 e per aver sconvolto abitudini e stili di vita in tutte le parti del mondo. Quell'anno ha visto fortunatamente un altro evento virale: le celebrazioni per i 500 anni dalla... more
L'anno 2019 sarà ricordato per l'avvio della pandemia SARS-CoV2 e per aver sconvolto abitudini e stili di vita in tutte le parti del mondo. Quell'anno ha visto fortunatamente un altro evento virale: le celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (1419-2019). Non c'è stata platea culturale che non si occupasse di Leonardo-con convegni, articoli, mostre, libri, trasmissioni televisive, offerte formative nelle scuole di ogni ordine e grado. Leonardo, come accade da ormai molto tempo, ha monopolizzato l'attenzione, diffondendo occasioni disparate di riflessione in molti settori. Entrando nel flusso di questo grande movimento culturale ho proposto ad alcuni colleghi di cogliere l'occasione che ci veniva offerta, non tanto per indagare in chiave storiografica l'eredità leonardiana quanto per approfondirne il portato per il progetto di territorio. Questa collocazione un po' insolita deriva da un 'ingresso laterale' allo studio del corpus leonardiano originato da un nucleo di studiosi urbanisti-territorialisti che si è progressivamente allargato ad altre discipline legate alle scienze del territorio. 1 Come scriveva Gianni Rodari nella Grammatica della fantasia (1973), un sasso gettato nello stagno suscita in un attimo onde concentriche che coinvolgono tutto quello che trovavano attorno: l'avanzamento del movimento contamina settori disciplinari diversi che, come "la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore", hanno "iniziato a reagire a entrare in rapporto fra loro", propagandosi progressivamente in profondità, in tante direzioni, "smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari". Ed è vero che la fertilizzazione incrociata di saperi (cross-fertilization), pratica bellissima e difficile che abbiamo sperimentato in questo anno di lavoro, ha mostrato come innumerevoli "eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad aver tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni" (ivi, 7).
L’attività poliedrica di Leonardo si è prestata a molte riflessioni. Diverse interpretazioni si sono orientate a celebrare i suoi prodotti collocandoli in un passato da indagare e comprendere nelle sue tante sfaccettature. L’obiettivo del... more
L’attività poliedrica di Leonardo si è prestata a molte riflessioni. Diverse interpretazioni si sono orientate a celebrare i suoi prodotti collocandoli in un passato da indagare e comprendere nelle sue tante sfaccettature. L’obiettivo del mio lavoro è stato quello di capovolgere il cannocchiale per guardare dal passato al futuro, individuando i punti e gli elementi caratterizzanti l’eredità leonardiana in vista di un progetto di territorio da attuare oggi, nel presente, per rendere utile il passato in quel bel modo che Lewis Mumford chiamava “usable past” o che Saverio Muratori applicava alla storia definita “operante storia urbana”.
L’esperienza leonardiana è dunque stata indagata nell’ottica del progetto, immaginando il futuro radicato nella lunga durata, con un approccio marcatamente interdisciplinare. Grazie a una ‘fertilizzazione incrociata dei saperi’ (dalla storia dell’architettura, alla storia del territorio, alla geologia, all’ingegneria, all’urbanistica, alla geografia, alla cartografia) è stato possibile delineare la razionalità del progetto leonardiano e le assonanze con l’odierno approccio territorialista (Poli 2011), traendone utili indirizzi per l’attività progettuale alle varie scale. Nello scritto che segue descriverò alcuni capisaldi della complessa eredità leonardiana che
possono essere usati come antidoto alla deriva funzionalista dell’urbanistica per rigenerare il territorio di domani.
La globalizzazione e l'industrializzazione dell'agricoltura, accompagnate dall'urbanizzazione imponente delle aree metropolitane, hanno reso i contesti di vita sempre più fragili. La pandemia attuale non è che l'esito patente di un... more
La globalizzazione e l'industrializzazione dell'agricoltura, accompagnate dall'urbanizzazione imponente delle aree metropolitane, hanno reso i contesti di vita sempre più fragili. La pandemia attuale non è che l'esito patente di un modello urbano insostenibile. Uno dei nessi più critici è quello del metabolismo del cibo, retto da reti lunghe legate alla grande distribuzione. Le forme di pianificazione resiliente del XXI secolo dovranno prevedere modalità capaci di reintrodurre il tema della produzione alimentare sana e di prossimità nelle proprie strategie e azioni. L'articolo illustra il progetto "Coltivare con l'Arno. Parco agricolo perifluviale" nei Comuni di Firenze, Scandicci e Lastra a Signa e ne valuta le ricadute a qualche anno dalla sua conclusione. Tramite un intenso processo partecipativo il progetto ha delineato i contorni di un parco agricolo multifunzionale, per dare risposta al bisogno di prossimità di una nuova ruralità periurbana, contribuendo a tempo stesso a individuare modalità di risoluzione delle criticità di un contesto fortemente urbanizzato.
L’insertion de l’agriculture dans les projets de territoire à proximité des villes pose question, face à l’expansion urbaine et à la consommation des terres agricoles. Face à ces enjeux, les collectivités territoriales et les organismes... more
L’insertion de l’agriculture dans les projets de territoire à proximité des villes pose question, face à l’expansion urbaine et à la consommation des terres agricoles. Face à ces enjeux, les collectivités territoriales et les organismes agricoles sont souvent démunis, tout comme les professionnels de l’urbanisme ou du conseil agricole, et les chercheurs de différentes disciplines. Nous présentons une réflexion menée avec des étudiants en aménagement du territoire, agronomes français et urbanistes italiens pour imaginer des scénarios d’évolution de la plaine de Florence, où deux « parcs agricoles », sont en projet. Nous montrons l’intérêt de l’hybridation des regards disciplinaires pour raisonner le développement territorial et comment le territoire peut-être un laboratoire de recherche.
In the “urban bioregion”, intermediate territories get new identities through a physical and relational redesign of ecosystem services beginning with polyvalent ecological networks dealing with food and its short supply chains. Such... more
In the “urban bioregion”, intermediate territories get new identities through a physical and relational redesign of ecosystem services beginning with polyvalent ecological networks dealing with food and its short supply chains. Such networks may become the backbone of a “rural-urban public space” defined to flood risk prevention, soft mobility, protection and enhancement of historical buildings, proximity farming and agroforestry. Starting from a bioregional perspective, the paper reflects on the need to re-territorialise food systems and describes as case study an experience recently completed: the project for the Riverside agricultural park in the left side of Arno, involving three municipalities in the Florence plain through the support of Tuscany Region Government for the participatory processes, and aimed at laying the foundations for a “river contract” with the function of agricultural park which, in the foreseeable future, could be managed through a number of social contracts involving local communities.
La transizione urbana è un tema rilevante che sta interessando numerosi contesti locali in cerca di for-me di vita sostenibili, resilienti e solidali ed è stato uno degli argomenti sui quali la Conferenza della So-cietà Italiana degli... more
La transizione urbana è un tema rilevante che sta interessando numerosi contesti locali in cerca di for-me di vita sostenibili, resilienti e solidali ed è stato uno degli argomenti sui quali la Conferenza della So-cietà Italiana degli Urbanisti ha concentrato la propria riflessione. In questo momento storico risuona drammaticamente una corrispondenza lessicale fra il termine "transizione" e l'immagine della "transumanza di corpi" in attraversamento nella fossa comune che è diventata il Mar Mediterraneo. Migrazioni, esplosioni di disuguaglianze e Nuovo Regime Climatico costituiscono un'unica minaccia. Per Bruno Latour siamo una «civilizzazione in migrazione», una migrazione complessa che amplia lo spettro delle proprie componenti, fatta di uomini, donne, animali, terra, vegetali, cose, e che include anche le «migrazioni senza forma e nazionalità»-come quelle causate da clima, erosioni, esaurimento delle risorse, degrado dell'ambiente che anche a frontiere chiuse continuerebbero il loro percorso. In questo periodo di transizione serve certamente un impegno rilevante nel diffondere la cultura dell’accoglienza dalla scuola dell’obbligo, ai luoghi di lavoro, all’università, ma allo tempo stesso è ne-cessario sostenere quelle pratiche locali che sanno farsi mondo, che nel rinnovare se stesse vivono di inclusività e solidarietà con tutto il mondo vivente e non vivente trovando la maniera di prendersi cura del territorio che li ospita.
After years of indiscriminate exploitation, the Anthropocene period is giving us back a nature whose reactions make the Earth less and less habitable: reversing the route has now become a urgent priority. The paradigm of ecosystem... more
After years of indiscriminate exploitation, the Anthropocene period is giving us back a nature whose reactions make the Earth less and less habitable: reversing the route has now become a urgent priority. The paradigm of ecosystem services is moving a step in the right direction in considering the multiplicity of benefits offered to mankind by the environment, but lends itself to quantitative drifts that risk extending commodification to the world of nature. This book investigates the consistency and usefulness for the sciences of the territory of the paradigm of ecosystem services from multiple disciplinary horizons, advancing the proposal to bring it back within a bioregional approach, with the introduction of the concept of eco-territorial services.Dopo anni di sfruttamento indiscriminato, il periodo dell'Antropocene ci restituisce una natura le cui reazioni rendono la Terra sempre meno abitabile: invertire la rotta e diventata oggi un'urgenza prioritaria. Il paradigma de...
Il concetto di “patrimonio territoriale” acquisisce visibilità all’interno del dibattito sulle teorie dello sviluppo locale (esternalità positive o negative) e si propone come un’utile fertilizzazione fra i termini di patrimonio (Choay... more
Il concetto di “patrimonio territoriale” acquisisce visibilità all’interno del dibattito sulle teorie dello sviluppo locale (esternalità positive o negative) e si propone come un’utile fertilizzazione fra i termini di patrimonio (Choay 1995), capitale territoriale (Oecd 2001) e di risorsa territoriale (Corrado 2005, Gumuchian, Pecquer 2007). Il patrimonio territoriale è un topos recentemente molto frequentato nel contesto geografico soprattutto francofono e in quello della pianificazione territoriale italiana (Magnaghi 2010) ed è approdato negli ultimi tempi anche alla sfera legislativa, rappresentando un nucleo fondamentale della L.R. Toscana 65/2014 sul governo del territorio. Il patrimonio territoriale è diventato negli ultimi anni uno dei cardini della nuova stagione della pianificazione territoriale che supera il concetto stesso di sviluppo per riposizionare la strategia degli stili di vita (Ribeiro, 2010) come punto di equilibrio nell’evoluzione fra società umane, milieu e tecnica, espressione cardine della regione geografica di Paul Vidal de la Blache (1922). L’approccio coevolutivo di Vidal iscritto nella relazione fra società e territorio nell’intreccio fra “vincoli e opportunità” che i luoghi offrono, trova un’assonanza interessante nella teoria della “capacitazione” (Nussbaum, Sen 1993) e nel superamento di un orizzonte meramente economico nella valutazione di strategie di successo. L’ingresso del patrimonio territoriale nella pianificazione porta ad un allontanamento da un modello di sviluppo “economicista” - che ha utilizzato le tante risorse territoriali (ambientali, paesaggistiche, turistiche, culturali, ecc.) estraendole, sussumendole dai luoghi per inserirle in un ciclo economico esogeno che ha prodotto nuove povertà abitative e ambientali - per ricostruire relazioni di prossimità oggi sfilacciate e produrre felicità pubblica. Nello scritto che segue illustrerò lo sviluppo del concetto di patrimonio territoriale dai prodromi etimologici del termine, alle differenze col concetto di capitale territoriale e di risorsa territoriale e al suo utilizzo nel campo della pianificazione.
Although still in a provisional form, as befits a field of study still undergoing consolidation, the text tries to summarize the results that emerged from the contributions collected in the volume and from their comparison; outlining,... more
Although still in a provisional form, as befits a field of study still undergoing consolidation, the text tries to summarize the results that emerged from the contributions collected in the volume and from their comparison; outlining, even before real conclusions, a series of clues, cues and problematic issues with which scientific reflection will have to face in the near future. Therefore, they are to be read as many beginnings of research paths, to be followed towards a plausible way of including ecosystem services in the bioregional planning of the territory.
This chapter goes into depth on some theoretical and operational issues aimed at overcoming the inherited functionalist and modernist approach in spatial planning practice and research, mainly in the field of territorial representation... more
This chapter goes into depth on some theoretical and operational issues aimed at overcoming the inherited functionalist and modernist approach in spatial planning practice and research, mainly in the field of territorial representation methods. The critical operational shift proposed draws on the recovery of the concept of “territorial heritage” conceived as a long-lasting, “living place” endowment and on its role which underpins proactive planning and design practices for food supply fitting the bioregional approach. In this framework, the “territorial heritage” category turns out to best fit the increasing call for the recovery of morphological sociospatial patterns as pivotal tools for representing the long-lasting process of territorialisation in a historical manner. Moreover, this representation is not conceived as a mere technical activity, but as a shared communicative process aimed at involving inhabitants and at recovering a sense of self-awareness regarding food supply as well as a sense of belonging to a place. The chapter provides a new operational model of patrimonial representation of territories by describing some mapping practices and results as innovative tools aimed at supporting and reframing, in a bioregional sense, regional planning and design, starting from the analysis stage to end with the definition of design scenarios.
Il paesaggio in Italia ha assunto un ruolo rilevante nella pianificazione già all'inizio del Novecento, anche in conseguenza dell'attribuzione di valore identitario riconosciuto dalla Costituzione (art. 9). Dalla prima... more
Il paesaggio in Italia ha assunto un ruolo rilevante nella pianificazione già all'inizio del Novecento, anche in conseguenza dell'attribuzione di valore identitario riconosciuto dalla Costituzione (art. 9). Dalla prima legge di protezione paesaggistica del 1905 molte cose sono cambiate. Non solo al concetto di tutela si è affiancato quello di innovazione (Gambino 1997), ma lo stesso paesaggio ha cambiato enormemente il suo significato: non più i soli elementi di pregio estetico (bellezze di tipo naturale) o di rarità ecologica confinati in isole di tutela (aree di protezione ambientale), ma ora tutto il territorio nella sua interezza, comprensivo di aree degradate e prive di qualità, è da rileggere e riqualificare come contesto di vita. Si stanno succedendo interpretazioni paesaggistiche nella pianificazione di area vasta che inquadrano il paesaggio come costrutto complesso cui applicare tutele differenziate che però faticano a entrare nella pratica ordinaria di governo del territorio. L'articolo inquadra il problema della scarsa efficacia delle politiche paesaggistiche nell'attuazione al livello operativo e propone l'introduzione di un " Regolamento figurato " con efficacia giuridica per sostenere le innovazioni e passare da una pratica autorizzativa ad una regolativa. Abstract. Form-based rules for landscape planning: from a " licensing practice " to a regulatory one. In Italy, landscape has played a significant role in planning since the beginning of the twentieth century, also as a result of the recognition of its identity value by the Constitution (Art. 9). From the first landscape act of 1905, many things have changed. Not only has the concept of protection been accompanied with innovation (Gambino 1997), but landscape itself has dramatically switched its meaning: no longer are the only elements of aesthetic value (natural beauty) or ecological rarity confined to protection islands (environmental conservation areas), but it is the territory as a whole, including degraded or low-quality areas, what we should reread and re-qualify as life environment. In vast areas spatial planning, a growing series of landscape interpretations define today landscape as a complex context to which we should apply differentiated protection strategies, even though such approaches hardly enter the ordinary practice of territorial governance. The paper raises the issue of the low effectiveness of landscape policies in their implementation at the operational level, and proposes the introduction of a " form-based Regulation " , with legal value, to support innovations and move from a " licensing practice " to a regulatory one.
The coevolutionary dimension of territories, understood as a match and a con-stant re-elaboration among socio-economic dynamics, environmental features and territorial structure, is a central assumption of the territorialist thinking.... more
The coevolutionary dimension of territories, understood as a match and a con-stant re-elaboration among socio-economic dynamics, environmental features and territorial structure, is a central assumption of the territorialist thinking. Ter-ritory is in fact both the material and cognitive outcome of a long historical pro-cess, marked by continuity and fractures, which has deposited sediments to be incessantly re-possessed and re-elaborated by the settled societies. The meth-odological appeal to a historical perspective appears inevitable. In the current phase of de-territorialisation, historical configurations take on both a cognitive and a design value. In an interested perspective, the history of territories is put into interaction with the needs of the present, to understand the reasons and dynamics of the longue-duree and to identify the invariant rules of construction, maintenance and reproduction of territorial heritage. The heritage representa-tion depicts such processes, givi...
coorDinatore Della reDazione / managing eDitor: Angelo M. Cirasino (cirasino@unifi.it , Università di Firenze-DiDA) comitato scientifico esecutivo / executive scientific committee:
... Un'urbanizzazione porosa ea bassa densità circonda la città densa e si è diffusa nel territorio aperto, relegando la campagna sempre più lontano, nelle aree rurali ancora esistenti o in contesti territoriali dedicati... more
... Un'urbanizzazione porosa ea bassa densità circonda la città densa e si è diffusa nel territorio aperto, relegando la campagna sempre più lontano, nelle aree rurali ancora esistenti o in contesti territoriali dedicati al-l'approvvigionamento alimentare, aumentando così l'impronta ...
In the “urban bioregion,” intermediate territories get new identities through a physical and relational redesign of ecosystem services, beginning with polyvalent ecological networks, dealing with food and its short supply chain. Such... more
In the “urban bioregion,” intermediate territories get new identities
through a physical and relational redesign of ecosystem
services, beginning with polyvalent ecological networks, dealing
with food and its short supply chain. Such networks may
become the backbone of a “rururban public space” defined for
flood risk prevention, easy mobility, preservation of historical
buildings, proximity to farming, and presence of agroforestry.
Starting from a bioregional perspective, the paper reflects on
the need to re-territorialize food systems and describes as a
case study an experience recently completed: the project for
the Riverside agricultural park on the left side of Arno, involving
three municipalities on the Florence Plain through the
support of Regione Toscana based on participatory processes.
Its aim was to lay the foundation for a “river contract” for the
functioning of an agricultural park which, in the foreseeable
future, could be managed through a number of social contracts
involving local communities.
Complice la crisi economica, in occidente stanno riemergendo forme di gestione collettiva di un'ampia gamma di beni pubblici o privati. Si assiste alla reintroduzione della categoria di " bene comune " che si era ridotta fin dagli inizi... more
Complice la crisi economica, in occidente stanno riemergendo forme di gestione collettiva di un'ampia gamma di beni pubblici o privati. Si assiste alla reintroduzione della categoria di " bene comune " che si era ridotta fin dagli inizi della modernità. Un " nuovo spettro " attraversa così l'Europa, con la formazione di soggettività collettive che chiedono di custodire il proprio territorio, come nel caso della comunità della Fattoria di Mondeggi, nella campagne fiorentine, descritta nell'articolo. Due also to the financial crisis, forms of collective management of a wide range of public or private goods are re-emerging throughout the West. We are attending a revival of the category of " common good " , that had been declining since the beginnings of modernity. A " new ghost " is then haunting Europe, with the creation of collective subjectivities who claim to look after their own territories, like in the case of the Mondeggi community Farm, in the Florence countryside, described in this paper. Premessa Come noto, nella seconda metà del Novecento l'ecologo Garret Hardin (1968) definì " tragedia dei beni comuni " quella per cui, al crescere della popolazione, cresceva l'indeterminazione e l'incapacità dei soggetti di trovare accordi e forme di gestione condivisa. Così, secondo Hardin, l'unico modo per salvare una risorsa comune era privatizzarla. Molte esperienze attuali di valorizzazione del territorio sono invece volte a riportare il dominio del " pubblico " al dominio del " collettivo " grazie a una gestione attiva della popolazione. Oggi lo spettro delle risorse da gestire in forma comunitaria si allarga (Belingardi 2014) e arriva a includere lo stesso spazio pubblico, istituzioni culturali come il Teatro Valle a Roma o attività produttive tipicamente industriali come la Ri-Maflow di Trezzano sul Naviglio, ex fabbrica recuperata ed autogestita dai dipendenti.
Le città occidentali si stanno lentamente riorganizzando in conseguenza dell’uscita dall’industrializzazione e della crisi del modello agroindustriale. La aree periurbane sono investite da una dinamica di riqualificazione che vede... more
Le città occidentali si stanno lentamente riorganizzando in conseguenza dell’uscita dall’industrializzazione e della crisi del modello agroindustriale. La aree periurbane sono investite da una dinamica di riqualificazione che vede l’utilizzo di strumenti come i parchi agricoli multifunzionali, che hanno acquistato recentemente un connotato etico rilevante sulla spinta di vari “movimenti del cibo”. Nell’articolo verranno illustrati i capisaldi della “grande rivoluzione del cibo”; la centralità del periurbano come contesto in cui le tematiche della sostenibilità, della sicurezza alimentare e della giustizia sociale a lungo disgiunte sono riunite grazie alla territorializzazione delle politiche del cibo e infine il progetto Coltivare con l’Arno. Parco agricolo perifluviale nella Piana fiorentina in cui questi aspetti sono stati trattati in ottica integrata, multifunzionale e contrattuale.
Research Interests:
L’insertion de l’agriculture dans les projets de territoire à proximité des villes pose question, face à l’expansion urbaine et à la consommation des terres agricoles. Face à ces enjeux, les collectivités territoriales et les organismes... more
L’insertion de l’agriculture dans les projets de territoire à proximité des villes pose question, face à l’expansion urbaine et à la consommation des terres agricoles. Face à ces enjeux, les collectivités territoriales et les organismes agricoles sont souvent démunis, tout comme les professionnels de l’urbanisme ou du conseil agricole, et les chercheurs de différentes disciplines. Nous présentons une réflexion menée avec des étudiants en aménagement du territoire, agronomes français et urbanistes italiens pour imaginer des scénarios d’évolution de la plaine de Florence, où deux « parcs agricoles », sont en projet. Nous montrons l’intérêt de l’hybridation des regards disciplinaires pour raisonner le développement territorial et comment le territoire peut-être un laboratoire de recherche.
The term “bioeconomy” results from placing the Greek word “bios”, life, before “economy”, formed in turn by terms that mean home and rule and thus readable as the set of rules governing the common home management. Con-sequently, it's... more
The term “bioeconomy” results from placing the Greek word “bios”, life, before “economy”, formed in turn by terms that mean home and rule and thus readable as the set of rules governing the common home management. Con-sequently, it's possible to understand bio-economy as the set of reproduction rules of our common home, territory, understood as a living organism. Terri-tory as a living being is therefore, at the same time, a metaphor and a reality built over time by societies that have alternated and have been able to wisely balance ecosystem’s reasons and human needs. In this framework, human set-tlement represents therefore the coevolutionary product of intertwining the logic of nature and culture (understood in a broad sense), developed over the longue durée of history. Once framed territory and its recent evolution, which has turned its back on the wise coevolution between nature and culture, the essay will address five relevant issues to assess whether the Bioeconomy Strat-egy helps or not to solve the problems of current settlement unsustainability.
KEYWORDS: bioeconomy, territorial heritage, landscape, human settlement.
La quota della popolazione europea è in calo rispetto a quella mondiale, nel 2070 rappresenterà poco meno del 4%. Si tratta di un cambiamento rilevante con importanti ripercussioni di carattere socio-economico e geopolitico assieme a... more
La quota della popolazione europea è in calo rispetto a quella mondiale, nel 2070 rappresenterà poco meno del 4%. Si tratta di un cambiamento rilevante con importanti ripercussioni di carattere socio-economico e geopolitico assieme a indubbi vantaggi dal punto di vista ambientale e culturale: e qui sta un dilemma. Per una serie di fenomeni che si sono interrelati e sovrapposti l’equilibrio e la stabilizzazione della popolazione sembrano perduti. Tutte le proiezioni demografiche concordano sul fatto che la crescita demografica avrà un picco seguito da una decrescita imponente, che farà tornare entro la fine del secolo la popolazione mondiale sui 7 miliardi di abitanti. Vi sono fattori che hanno inciso e incideranno nel prossimo futuro sulla decrescita demografica. Fra questi l’inurbamento, la scolarizzazione, il processo di emancipazione femminile, l’avanzamento delle scoperte in ambito sanitario, che stanno penetrando anche nei cosiddetti paesi del sud del mondo. L’invecchiamento progressivo della popolazione, con lo squilibrio fra pensionati e lavoratori, porta a un mancato sostegno al sistema pensionistico e alla tassazione con seri contraccolpi sul i welfare. Molti paesi europei hanno investito, con scarsi risultati, sull’incentivo alle nascite per mantenere equilibrato il sistema, in altri l’accoglienza degli immigrati viene indicata come una soluzione per affrontare il deficit di popolazione: ancora un dilemma. Sul piano insediativo emerge la tendenza alla polarizzazione urbana, sia in paesi ancora nella fase della crescita sia in quelli in fase di decrescita, che sta aprendo seri problemi nelle aree del sud del mondo. Il testo che segue imposta un ragionamento per inquadrare le ricadute sul sistema insediativo e delineare potenziali alternative.
La quota della popolazione europea è in calo rispetto a quella mondiale, nel 2070 rappresenterà poco meno del 4%. Si tratta di un cambiamento rilevante con importanti ripercussioni di carattere socio-economico e geopolitico assieme a... more
La quota della popolazione europea è in calo rispetto a quella mondiale, nel 2070 rappresenterà poco meno del 4%. Si tratta di un cambiamento rilevante con importanti ripercussioni di carattere socio-economico e geopolitico assieme a indubbi vantaggi dal punto di vista ambientale e culturale: e qui sta un dilemma. Per una serie di fenomeni che si sono interrelati e sovrapposti l’equilibrio e la stabilizzazione della popolazione sembrano perduti. Tutte le proiezioni demografiche concordano sul fatto che la crescita demografica avrà un picco seguito da una decrescita imponente, che farà tornare entro la fine del secolo la popolazione mondiale sui 7 miliardi di abitanti. Vi sono fattori che hanno inciso e incideranno nel prossimo futuro sulla decrescita demografica. Fra questi l’inurbamento, la scolarizzazione, il processo di emancipazione femminile, l’avanzamento delle scoperte in ambito sanitario, che stanno penetrando anche nei cosiddetti paesi del sud del mondo. L’invecchiamento progressivo della popolazione, con lo squilibrio fra pensionati e lavoratori, porta a un mancato sostegno al sistema pensionistico e alla tassazione con seri contraccolpi sul i welfare. Molti paesi europei hanno investito, con scarsi risultati, sull’incentivo alle nascite per mantenere equilibrato il sistema, in altri l’accoglienza degli immigrati viene indicata come una soluzione per affrontare il deficit di popolazione: ancora un dilemma. Sul piano insediativo emerge la tendenza alla polarizzazione urbana, sia in paesi ancora nella fase della crescita sia in quelli in fase di decrescita, che sta aprendo seri problemi nelle aree del sud del mondo. Il testo che segue imposta un ragionamento per inquadrare le ricadute sul sistema insediativo e delineare potenziali alternative.
Cet article a pour objet de poser les fondements théoriques et pratiques du projet de territoire, conçu comme une «production active» définissant des stratégies intégrées et intersectorielles et conduisant à recomposer la complexité des... more
Cet article a pour objet de poser les fondements théoriques et pratiques du projet de territoire, conçu comme une «production active» définissant des stratégies intégrées et intersectorielles et conduisant à recomposer la complexité des lieux. Dans cette perspective,la ville et la campagne sont pensées comme des domaines complexes et distincts d’une part, complets et intégrés d’autre part.
Cette position permet de réviser l'approche que l'on a des territoires périurbains et de la dégradation de leur paysage dans l'optique de leur donner un autre destin spatial. La recherche appliquée menée lors de l'élaboration du parc agricole de la Toscane a mobilisé ces principes et
a permis de définir la méthodologie de projet présentée ici.
Research Interests:
La Strategia di Bioeconomia – promossa come la nuova frontiera dell’economia “verde” e basata sulla sostituzione delle fonti fossili con la biomassa – presenta forti contraddizioni rispetto agli stessi obiettivi che si pone, ovvero la... more
La Strategia di Bioeconomia – promossa come la nuova frontiera
dell’economia “verde” e basata sulla sostituzione delle
fonti fossili con la biomassa – presenta forti contraddizioni
rispetto agli stessi obiettivi che si pone, ovvero la
riduzione dell’uso di fonti non sostenibili e non rinnovabili
e della dipendenza dalle importazioni. Infatti, la
mera sostituzione delle fonti (che non prenda in considerazione
anche la riduzione dei consumi di energia,
materia e acqua) non solo non è sufficiente ma può essere
dannosa. Questa si basa sulla produzione di biomassa
su larga scala – e, quindi, sulla necessità di suolo
fertile (sottratto anche alle foreste), acqua e input chimici
– prodotta secondo il modello (e le logiche)
dell’agro-industria che, come ampiamente dimostrato
in letteratura, ha un forte impatto su ambiente, biodiversità
ed economia territoriale. La Strategia, fondandosi
sulla produzione energetica prevalentemente via
combustione di sostanza biologica, compromette il recupero
di questa per la compensazione dei suoli incidendo,
così, sul clima a causa de bilancio di CO2 sfavorevole.
Con riferimento all’Italia, è stata rilevata una
stretta connessione fra la Strategia di Bioeconomia e il
Testo Unico Forestale (TUF) del 2018, il cui impatto
sul patrimonio forestale e la biodiversità appare piuttosto
negativo. Con l’aggiornamento del 2018, la Strategia
di bioeconomia si connette strettamente al processo
di digitalizzazione (adeguamento alla Nuova Strategia
di Politica Industriale 2017) aumentando esponenzialmente
il fabbisogno di minerali essenziali alla produzione
di alta tecnologia, come le terre rare che – oltre
a non essere rinnovabili – sono fortemente impattanti
per l’ambiente e la salute (ad esempio, la produzione
di una tonnellata di terre rare genera fra 1 e 1,4 tonnelate di rifiuti radioattivi) e rendono, inevitabilmente,
l’UE dipendente dalle importazioni (considerato che
oltre il 90% delle terre rare sono prodotte in Cina).
Pertanto, la Strategia di bioeconomia risulta dipendente
da risorse non sostenibili, non rinnovabili e dalle
importazioni, motivo per cui richiederebbe una rielaborazione
sistematica partendo dall’imprescindibile
adeguamento alla Strategia europea sulla biodiversità,
al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima
(PNIEC) e ai piani di adattamento climatico.Il presente contributo rappresenta un documento iniziale di riflessione sulla Strategia di bioeconomia
della Commissione europea, nonché della Strategia di bioeconomia italiana (BIT), con particolare riferimento ai temi riportati nella BIT II. L’intento è quello di diffondere la conoscenza della Strategia, e dei suoi potenziali impatti, a livello politico così come a un ampio pubblico con l’obiettivo di alimentare un dibattito aperto e consapevole, basato su elementi scientificamente fondati, che arrivi a sostenere i diversi soggetti implicati nell’attuazione della Strategia (Commissione europea, Governi nazionali, Comitati scientifici coinvolti, ecc.) verso una revisione della stessa relativamente a quelle parti che presentano forti criticità e metterebbero a rischio il già debole equilibrio del nostro pianeta e della nostra società.