Battesimo

All'inizio c'erano i riti: prima ancora di scrivere le pagine del Nuovo Testamento, i cristiani han-no vissuto la presenza del Signore attorno al pane e al vino eucaristici. Poi sono nate delle questio-ni attorno i riti, e i cristiani hanno offerto le loro risposte, spiegando tutto ciò che ruota attorno ai sacramenti (materia, forma, ministro, effetti…). Da qualche secolo in qua, però, noi occidentali ab-biamo grossi problemi con i riti, e solo da pochi decenni la teologia ha iniziato a occuparsi seria-mente della questione. Il risultato è una situazione complessa: prassi secolari, defi nizioni consolidate, pensieri nuovi e sfi de pastorali inedite si incontra-no e, non raramente, si scontrano. I sacramenti cristiani talvolta ci propongono pic-coli-grandi rompicapi: teologie, defi nizioni e so-luzioni pratiche-che, prese singolarmente, hanno buone ragioni-, una volta inserite in un quadro unitario evidenziano clamorose incongruenze. Il libro, nato dall'insegnamento e in dialogo co-stante con gli operatori pastorali, tenta allora di mettere a nudo alcuni paradossi del celebrare cri-stiano, aprendo qualche cantiere per approdare a conclusioni sempre più accettabili. Manuel Belli, giovane sacerdote della diocesi di Ber-gamo, ha conseguito il dottorato in teologia sistematica presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e inse-gna teologia dei sacramenti presso il Seminario di Berga-mo. Nei suoi interessi di ricerca rientrano le connessioni tra la sacramentaria e gli studi filosofici sulla questione dei rito, nonché i rapporti tra liturgia, sacramentaria e catechetica. Con Queriniana ha pubblicato La trama del-la fede. Piccola introduzione alla fede cristiana (2015).

La facciata di questa chiesa romanica annuncia i temi del transetto retrostante e fornisce, lungo tutta la direttrice facciata-abside, una grande quantità di sfumature che a quei temi fanno riferimento. Ciò che ne consegue è una incredibile ricchezza dottrinaria, che non disdegna di riconsiderare personaggi e fatti della mitologia greco-latina alla luce della Rivelazione giudeo-cristiana. Tutto viene riferito a Cristo-Kyrios, autore e perfezionatore della fede, che vuole salvare tutti gli uomini senza distinzione alcuna.

The façade of this romanesque church announces the themes of the transept, behind it and provides, along the entire façade-apse direction, a great quantity of nuances that refer to those themes. What follows is an incredible doctrinal richness, which does not disdain to reconsider characters and facts of Greek-Latin mythology in the light of Judeo-Christian Revelation. Everything is referred to Christ-Kyrios, author and perfecter of the faith, who wants to save all men without any distinction.

The paper presents examples of baptismal building located in the northern part of the Provincia Apulia et Calabria: the first group is that of the urban baptisteries, which includes the Baptistery of San Giovanni in Canosa (BT), the two baptismal fonts of Venosa (PZ , Basilicata) and the baptistery of the basilica of Aeclanum (near Mirabella Eclano, AV, Campania). The second group instead the rural baptisteries of San Giusto (near Lucera, FG) and Belmonte (near Altamura, BA). The text takes into account the plant, the archaeological and historical context, the classification in the surrounding area and the type of building and the baptismal font.

Bibliographical references, index, 50+ photographs.

Where were the 3,000 people baptized on the day of Pentecost when the church first began? Where is the oldest known baptismal basin dating from the first century AD? What is the large oval hole in the floor of St. Peters basilica beneath the current baptismal font? Why are the early baptismal basins so large?

The original practice and meaning of baptism as the central experience of personal conversion to Jesus Christ, has become a lost mystery to millions of people in the world. From the early centuries of the common era until the 13th century, changes in baptismal practice have occurred.

This volume contains much new information and combines a look at baptism from two perspectives: the biblical teaching followed by the physical evidence of the places of baptism in the ancient and medieval world.

Descriptions of baptismal basins are given for the period in Europe, specifically the Mediterranean region.

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In Patristic times, the sacramental order concerning Christian initiation (Baptism, Christening and Eucharist) was characterized by two periods of formation: one pre-baptismal, also called catechumenate, and another one post-baptismal, known as mystagogy. The second period mainly developed when the catechumenate – initially lasting for some years – was reduced to the limited extension of just lent. This ecclesial habit gradually disappeared when Christianism got more spread out in history and when the ordinary procedure of becoming Christian was not any longer the adults’ conversion and consequently an extended
catechumenal process, but the early infants’ Baptism. Still in the caroling epoque the ancient costume could be found frequently; at the beginning of the second millennium children’s Baptism definitely got so important to win over the adults’ one whose destiny it was to disappear. The three sacraments of Christian initiation therefore got separated and distinguished until the Second Vatican Council rediscovered their intrinsic unity. One may wish that the theological reflection and the pastoral-celebrative experience are going to repropose Christian initiation in a sacramental perspective and in a liturgical setting that are both characterized by a unifying principle.

L’autore presenta la liturgia, la teologia e l’evoluzione bimillenaria dell’iniziazione cristiana (Battesimo-Crismazione-Comunione) tra i Cristiani di San Tommaso della Chiesa siro-malabarese. Illustra le vicissitudini principali di questa importante tradizione dal periodo apostolico fino ai nostri tempi. Si sofferma anche sulla legislazione del Sinodo di Diamper (1599) sui sacramenti del Battesimo e della Confermazione, fornendo la traduzione italiana del rito del 1968-1969. È prezioso l’approfondito commento litirgico-teologico sui riti del Battesimo e della Confermazione secondo il Rituale riformato del 2004, alla luce dei libri liturgici e dei testi patristici. L’opera costituisce così un valido strumento per lo studio comparativo dei riti.

Le rapport entre circoncision et baptême est complexe et mérite d’être réexaminé aujourd'hui. Après avoir esquissé la perte progressive de compréhension du christianisme antique par rapport à la circoncision physique, l'auteur présente comment la spiritualité et la théologie médiévales ont abordé de la question. La pratique de la circoncision chez certains chrétiens orientaux et parmi des peuples évangélisés à l’époque contemporaine maintient l’actualité de la question, d’autant plus lorsque cette circoncision est rituelle et non une simple pratique coutumière voire prophylactique. Après des réflexions sur le lien au rite du baptême catholique et byzantin (par l’imposition du nom au 8e jour), l'auteur ajoute une brève étude sur la fête de la Circoncision du Seigneur dans l’Église catholique romaine.

Finalmente e definitivamente scisso il polittico di Matteo di Giovanni dal trittico di Piero della Francesca rappresentanti entrambi il Battesimo di Cristo. Mancante della tavola centrale il Polittico di Matteo di Giovanni e dei due laterali la tavola centrale di Piero sono state oggi, finalmente, corredate della loro probabile iconografia.

Il saggio presenta il percorso dell’icona della “Svestizione”, ovvero la rappresentazione di una figura che si sveste sfilandosi
una tunica dal capo. L’autrice ne rintraccia le successive modifiche e ne identifica l’origine nelle Sacre Scritture
e nelle riflessioni patristiche legate al Battesimo. La nudità in questo contesto diviene simbolo positivo di purezza. L’indagine
delle testimonianze figurative ha permesso di riconoscere i diversi ambiti in cui ricorre la stessa icona. Queste progressive
modifiche troveranno ampia diffusione diventando un topos iconografico rintracciabile fino all’era moderna.

La vasca battesimale della chiesa parrocchiale di San Paolo Apostolo di Modena, in via del Luzzo n. 130, si presenta come opera d'epoca tardo medievale d’interesse notevolissimo. Fu rinvenuta nel corso dei lavori di ristrutturazione, realizzati a partire dal 1974, nel Palazzo Abbati Marescotti sito a Modena tra la via Farini e vicolo Squallore, non lontano dalla chiesa di San Giorgio, da cui probabilmente proviene: un manufatto ritenuto al momento un "antipozzo o un fontanile, in stato di totale degrado, in completo abbandono". Sottoposto a restauro fra il 2002 e il 2003 a cura della restauratrice Giuliana Graziosi di Vignola, si presenta come vasca monolitica cilindrica in arenaria; per inciso, le arenarie furono tra le pietre impiegate dai Maestri Campionesi nei cantieri del Duomo di Modena e della sua torre Ghirlandina. Sulla superficie esterna, presso l'orlo, in corrispondenza con i quattro punti da cui si originano due diametri perpendicolari, si collocano le sporgenze di quattro altorilievi figurati, scolpiti nel medesimo blocco e non applicati. Gli altorilievi mostrano l’usura alla quale sono stati sottoposti durante i secoli. Là dove migliore è la conservazione, paiono eseguiti con un tratto rustico e rozzo, che qualifica il lapicida più come scalpellino che come vero e proprio scultore. Si riconoscono, in senso orario: una protome umana, una protome taurina di cui si individuano le corna; una protome animale, la meno riconoscibile, che si ritiene leonina; infine un'aquila, ben identificabile per le zampe e le ali, aderenti al corpo. Sulla base di questa iconografia, si individuano nei quattro rilievi i simboli degli Evangelisti: l'Angelo - ma sovente anche l'uomo - di san Matteo, il Toro di san Luca, il Leone di san Marco e l'Aquila di san Giovanni. L'iconografia legata agli Evangelisti ha indirizzato al riconoscimento della funzione battesimale della vasca, facendo sì che questa non finisse fra i manufatti anonimi perché decontestualizzati dalla sede originaria e adibiti a usi del tutto impropri. La datazione dell'opera appare problematica, sia per la semplicità formale sia per la notevole usura di quelle parti, appunto i rilievi, che se meglio conservati avrebbero potuto offrire riferimenti di stile utili per una più precisa collocazione cronologica. Le protomi potrebbero appartenere a maestranze che si ispirano alle mensole a forte rilievo presenti nel repertorio romanico-lombardo, e in particolare a quelle eseguite dai Campionesi nella Ghirlandina tra il XII e il XIII secolo. D'altro canto, va tenuto presente che in simili manufatti l'artigiano scalpellino poteva mantenere per lungo tempo modalità esecutive e un repertorio d'immagini più attardato in quanto legato a una consolidata tradizione. E' tuttavia possibile istituire confronti con altre analoghe opere di diverse zone d’Italia che presentano qualche affinità.

Il proemio del Decreto sulle Chiese Orientali cattoliche, promulgato il 14 novembre 1964 dal Concilio Vaticano II, afferma che nelle loro costituzioni, nei loro riti liturgici, nelle loro tradizioni ecclesiastice e nelle loro discipline, risplende la tradizione che deriva dagli Apostoli attraverso i Padri, ed esprime l’augurio che fioriscano ed assolvano con nuovo vigore la missione loro affidata. Dieci anni dopo, riaprendo ufficialmente i lavori della pubblicazione d’un Codice di diritto orientale, Papa Paolo VI precisava lo stesso argomento nei termini ripetuti da Papa Giovanni Paolo II nella sua Lettera Sacri Canones: “le nuove norme non devono apparire come un corpo estraneo piantato violentemente nell’organismo ecclesiale ma fiorire quasi spontaneamente dalle norme già esistenti”.
Le “Considerazioni” di Padre William Bleiziffer si inseriscono nella linea di questo augurio delle massime Autorità della Chiesa cattolica e costituiscono un prezioso contributo a chi dovrà lavorare per la sua realizzazione nella Chiesa romena unita a Roma.
La terza parte del lavoro si concentra sul tema del sacramento del Battesimo, riferendone le norme successivamente promulgate lungo i 300 anni della sua esistenza. I primi capitoli, particolarmente interessanti ci fanno conoscere la complessità delle sue fonti giuridiche: quelle che chiama comuni e quelle proprie.
I documenti legislativi comuni sono soprattutto le leggi del 10 millennio e le leggi speciali emanate da Pontefici e dai Dicasteri romani. Un posto a parte descritto nel 20 capitolo, occupano le direttive del Concilio Vaticano II, e più specificatamente del Codice dei Canoni delle Chiese orientali pubblicato nel 1990 che indicano gli orientamenti sui quali debbono allinearsi ogni Chiesa orientale cattolica.
Di grande interesse, anche perché meno conosciute l’esame delle fonti proprie.
Inizia con la presentazione di due compilazioni dell’insieme delle leggi regolanti la vita della Chiesa romena unita. Prima, la “Pravila mică” una collezione di leggi nella linea del Nomocanon dei XIV titoli, dichiarando codice legislativo ufficiale della Chiesa costantinopolitana nel 920 e ricevuto come tale in tutte le Chiese bizantine, pubblicata la prima volta in lingua romena nel 1640. Poi, lo ”Enchiridion Juris Ecclesiae Orientalis Catholicae” pubblicato la prima volta nel 1862 del vescovo di Oradea Marea, I. Papp-Szilagyi, che segue la linea tradizionale della Pravila ma la critica e la modifica eventualmente per adattarla alla situazione particolare della Chiesa unita.
Continua, descrivendo le decisioni dei sinodi particolari, prima i tre provinciali del 1872, 1882 e 1900, poi i locali o diocesani, sia quelli svolti nella Chiesa di Fagaras e Alba Iulia prima della creazione della Provincia ecclesiastica nel 1853, sia quelli posteriori. Vi si notano spesso notevoli differenze d’impostazione nelle decisioni prese prima e dopo il 1853. Quelle anteriori si riferiscono abitualmente alle tradizioni proprie ed anche specificamente alla Pravila e alle leggi orientali antiche. Questi riferimenti scompaiono quasi completamente in quelle posteriori, purtroppo spesso a causa di interventi fondamentalmente non giustificati di autorità romane, come lo deve costatare la stessa prefazione del recente Codice dei Canoni delle Chiese orientali: “Gli atti e gli decreti di questi sinodi, se vengono confrontati con quelli dei tempi precedenti, danno un’immagine di certo qual modo oscurata del patrimonio disciplinare delle chiese orientali sancito dai sacri canoni della Chiesa primitiva”.
Sottolineando questo impoverimento il nuovo codice ci invita a superarlo ed a ricuperare ricchezze inalienabili come è stato chiaramente enunciato dai Padri del Concilio Vaticano II nel N. 6 del loro Decreto sulle Chiese orientali cattoliche “e qualora per circostanze di tempo o di persone fossero indebitamente venute meno si procuri di ritornare alle avite tradizioni”. Il lavoro di P. William Bleiziffer ci da un valido contributo per operare saggiamente  questo doveroso ricupero.


P. Olivier Raquez
Rettore del Pontificio Collegio
“Pio Romeno”di Roma

The research group “Ecumenical Perspectives in Fundamental Theology”, consisting of scholars from Tübingen and Heidelberg University’s Faculty of Protestant Theology and Rome’s Lateran Pontifical University, publishes here the first examination and exposition of Roman Catholic and Lutheran doctrines on Baptism and Holy Communion, prepared in interconfessional conversations, and presented within the framework of their respective overall views of the process of Revelation (fundamentum fidei dynamicum). Theologians from both traditions seek together to define both their own and the other’s doctrinal intention, in order to arrive through a deeper understanding of both teachings at a clearer definition of their own doctrinal view. This opens up new possibilities of dialogue and interaction for both sides.

La relación nupcial Cristo-Iglesia constituye par el Concilio Vaticano II (cf. SC 5) el vínculo fontal del dinamismo sacramental. La contribución del presente estudio dirige nuestra mirada hacia esta relación fundante a través del ojo experimentado de San Agustín. Un trabajo que se revela original al indicar la simbología nupcial no solo como clave de lectura privilegiada de la relación Cristo-Iglesia, sino también al situar precisamente dentro de este horizonte simbólico la comprensión agustiniana del "sacramentum", focalizándolo en un análisis significativo de la iniciación cristiana.

Il rapporto sponsale Cristo-Chiesa costituisce per il Concilio Vaticano II (cf. SC 5) il legame sorgivo del dinamismo sacramentale. Il contributo del presente lavoro ci colloca nello sguardo a questo rapporto fondativo attraverso l’occhio sapiente di S. Agostino. Un lavoro che si rivela originale nell’indicare la simbologia sponsale non solo quale chiave di lettura privilegiata del rapporto Cristo-Chiesa, ma nel cogliere proprio in questo orizzonte simbolico la comprensione agostiniana del sacramentum, focalizzato nella significativa analisi dell’iniziazione cristiana.

Analisi storico-antropologica sulla figura di Giovanni Battista, condotta sul costante confronto tra i quattro Vangeli, gli Atti, gli Apocrifi e fonti storiche meno note. Quella "voce" che grida nel deserto vive in funzione del suo più illustre battezzato, il Nazareno, o al contrario è l'elemento imprescindibile nella grande Storia della Salvezza? Giuseppe Garro si propone di far luce su una delle più affascinanti personalità del Nuovo Testamento, la cui vita e predicazione sono profondamente intrecciate con quelle del Figlio di Dio, tanto da suscitare nel lettore un curioso interrogativo: chi dei due è il maestro? Chi il discepolo?

Più di altri scritti del NT, Luca negli Atti degli Apostoli, ci offre la testimonianza di come lo Spirito Santo abbia guidato la Chiesa apostolica, dirigendo gli itinerari concreti di missionari come ad esempio l’apostolo Paolo. Se è vero che questa consapevolezza di fede, cioè l’ascolto dello Spirito, è una delle colonne portanti della vita della Chiesa di ogni epoca, è altrettanto vero che il discernimento, cioè il secondo aspetto da noi preso in considerazione, è l’arte più difficile che ogni cristiano deve esercitare, apprendendola dalla testimonianza «canonica» della Bibbia.
In particolare, la vicenda narrata da Luca in Atti 6,1 ci ha mostrato come l’intelligente discernimento messo in atto dai Dodici, abbia consentito di rispondere al problema amministrativo della Chiesa gerosolimitana, mediante la creazione di un nuovo ministero, e di come l’assemblea di Gerusalemme descritta da Luca in At 15, venga addirittura considerata dal
teologo gesuita C. Theobald, un «modello evangelico» a cui ispirarsi, in grado di offrire suggerimenti per la prassi sinodale attuale.

More than other NT writings, Luke in the Acts of the Apostles offers us the testimony of how the Holy Spirit guided the apostolic Church, directing the concrete itineraries of missionaries such as the apostle Paul for example. If it is true that this awareness of faith, that is, listening to the Spirit, is one of the pillars of the life of the Church in every age, it is equally true that discernment, that is the second aspect we take into consideration, is art. more difficult that every Christian must practice, learning it from the "canonical" testimony of the Bible.
In particular, the story narrated by Luke in Acts 6: 1 showed us how the intelligent discernment implemented by the Twelve made it possible to respond to the administrative problem of the Jerusalem Church, through the creation of a new ministry, and how the assembly of Jerusalem described by Luke in Acts 15, is even considered by
Jesuit theologian C. Theobald, an "evangelical model" to be inspired by, able to offer suggestions for current synodal practice.
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Non sono poche le diocesi in cui si sono tentati esperimenti interessanti per provare a ridisegnare l'itinerario dei sacramenti dell'iniziazione cristiana e l'accompagnamento catechistico a esso legato. Tuttavia possiamo parlare di un vero e proprio rompicapo perché ogni modica all'attuale prassi comporta la revisione di un motivo teologico che ha contribuito ala sua strutturazione, motivo in sé valido. L'articolo di Manuel Belli, muovendo dalla situazione italiana, non intende proporre nuovi esperimenti pastorali, ma analizza la questione delle variabili che sono in gioco, provando a enunciare una prospettiva di ricerca. La complicatezza della situazione è dovuta al fatto che la modalità con cui oggi nella stragrande maggioranza delle Chiese italiana si vive l'iniziazione cristiana ha delle buone ragioni, e ogni tentativo di revisione ha anch'esso delle buone ragioni; ma, nonostante tutto sia mosso da "buone ragioni", è difficile far convivere le varianti in gioco, tanto che optare per una comporta l'esclusione dell'altra.

This book deals with the thematic of godparenthood practices in Europe and America since the XVIth century and its social, economic and political uses in past and present populations. It contains 18 chapters on Italy, Spain, France, Finland, Greece, Romania, USA, French West indies, Mexico, Denmark, Holland, Belgium and Germany. This is the third collective book of the Patrinus network (the network for the social and cultural history of baptism and godparenthood).