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Non sono pochi i forestieri che tra il XV e XVI secolo, sarebbe a dire prima della pubblicazione de "Il ritratto di Milano" di Carlo Torre (1674), mandano a stampa delle descrizioni di Milano. Oltre a quella contenuta nella ben nota... more
Non sono pochi i forestieri che tra il XV e XVI secolo, sarebbe a dire prima della pubblicazione de "Il ritratto di Milano" di Carlo Torre (1674), mandano a stampa delle descrizioni di Milano. Oltre a quella contenuta nella ben nota "Relatione della città e stato di Milano" di Galeazzo Gualdo Priorato (1666), numerose sono quelle incluse in repertori geo-storici variamente elaborati sotto forma di itinerari di viaggio, cosmografie o storie universali. Tuttavia queste descrizioni non sono sempre o completamente frutto di esperienze autoptiche, anzi, molto spesso si tratta del risultato di operazioni di riciclo, tali da apparire incoerenti o addirittura inattuali al momento della pubblicazione. L'imprecisione o l'inattendibilità di queste descrizioni di Milano, talvolta solamente supposte o parziali, ne ha determinato la scarsa frequentazione da parte degli storici dell'arte. Tuttavia una lettura attenta e paziente permette di recuperare, al netto di riusi ed errori, non poche informazioni sorprendentemente inedite agli studi. Le quattro descrizioni prese in considerazione in questa sede costituiscono un "saggio di ricerca", un esempio di quel che si può scoprire sondando questo terreno paradossalmente inesplorato. Seguono, in chiusura, alcune riflessioni sulla periegetica milanese di produzione locale.
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Between the Fifteenth and Sixteenth centuries, i.e. before the printing of "Il ritratto di Milano" by Carlo Torre (1674), there are many foreigners who publish descriptions of Milan. In addition to that contained in the well-known "Relatione della città e stato di Milano" by Galeazzo Gualdo Priorato (1666), there are numerous descriptions included in geo-historical repertoires, variously elaborated in the form of travel itineraries, cosmographies or universal histories. However, these descriptions are not always or completely the result of direct experiences. Indeed, very often they are the result of recycling operations, so that at the time of publication these texts appear inconsistent or even outdated. Because of their - sometimes only supposed or partial - inaccuracy or unreliability, art historians have considered these descriptions of Milan very little. However, a careful and patient reading allows us to recover, beyond reuse and errors, not a little information practically unknown to the academia. This is a "research test" developed on four of these descriptions, an example to prove what can be discovered by probing this paradoxically unexplored terrain. In closing, some reflections on the Milanese periegetic materials produced by locals.
Nel 1994 Francesco Frangi restituisce la Crocifissione della collegiata di Bellinzona a Giovanni da Monte, confermando la datazione 1567-1568 proposta quasi quarant’anni prima da Virgilio Gilardoni (1955) sulla scorta delle note di... more
Nel 1994 Francesco Frangi restituisce la Crocifissione della collegiata di Bellinzona a Giovanni da Monte, confermando la datazione 1567-1568 proposta quasi quarant’anni prima da Virgilio Gilardoni (1955) sulla scorta delle note di pagamento pubblicate, a inizio secolo, da Luigi Brentani (1916).
Perduti i documenti originali, una ricognizione sulle fonti successive e sulla bibliografia ha permesso di ricostruire le vicende materiali e critiche che seguono la realizzazione dell’opera, lungo quattro secoli di vita bellinzonese ricchi di episodi che interessano tanto la storia artistica locale quanto quelle del restauro e della storia dell’arte. Nonostante gli sforzi per far luce sulla sua presenza a Bellinzona, la tela resta, così come il suo autore, una sorta di meteora nel panorama artistico ticinese, anche se con qualche appiglio in più di prima: dall’indagine infatti è emersa l’ipotesi che Bernardino Nado, arciprete della collegiata negli anni in cui Giovanni da Monte realizza il dipinto, sia uno dei protagonisti della commissione della Crocifissione.
Questo numero monografico ospita una ricerca sul perduto altare di San Giuseppe nel Duomo di Milano, ritenuto uno dei “key monuments” grazie al quale oggi sarebbe forse possibile riportare in squadra tanti aspetti della scultura lombarda... more
Questo numero monografico ospita una ricerca sul perduto altare di San Giuseppe nel Duomo di Milano, ritenuto uno dei “key monuments” grazie al quale oggi sarebbe forse possibile riportare in squadra tanti aspetti della scultura lombarda che paiono ancora eccessivamente poco chiari. La ricerca è stata condotta attraverso il riesame e l’incremento delle fonti documentarie, evidenziando alcuni snodi problematici relativi allo svolgimento del cantiere, al contesto della committenza e agli aspetti liturgici e devozionali. Le conclusioni non sono sconvolgenti: l’altare, costruito fra il 1472 e il 1499, era e resta perduto, demolito entro il novembre del 1595. Oltre a riconfermare cose che già sappiamo, per esempio che la scultura lombarda è spesso una questione di botteghe, questa ricerca rilancia uno degli interrogativi fondamentali per questo tratto della storia dell’arte: dove e quando nasce quella cifra espressionistica che da Lanzi in poi è riconosciuta come elemento distintivo della scultura lombarda di metà Quattrocento?

This monographic issue is about a research on the lost altar of Saint Joseph in the Cathedral of Milan, considered one of the key monuments thanks to which it would perhaps have been possible to unravel many aspects of Lombard sculpture, those even now too obscure. The research has been conducted through the review and the increase of documentary sources, focusing on some problematic joints relating to the development of the construction, the context of the client, the liturgical and devotional matters. Results are not unexpected: the altar, built between 1472 and 1499, was and remains lost, demolished by November 1595. In addition to reconfirm things we already know – e.g. Lombard sculpture is often a matter of workshops – this research raises one of the fundamental questions related to this segment of art history: when and where does arise that expressionistic style recognized – from Lanzi onwards – as a distinctive element of Lombard sculpture of the mid-15th century?
"Fra il1540 e il 1541 Alessandro Bonvicino detto il Moretto dipinge la Conversione di Saulo per la cappella di San Paolo, la prima che si incontra percorrendo in senso orario il deambulatorio che circonda il presbiterio del santuario di... more
"Fra il1540 e il 1541 Alessandro Bonvicino detto il Moretto dipinge la Conversione di Saulo per la cappella di San Paolo, la prima che si incontra percorrendo in senso orario il deambulatorio che circonda il presbiterio del santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano. Ma questa non è una novità: da Agostino Santagostino (1671) in avanti l'attribuzione della tela, firmata, non è mai stata messa in discussione. Che anche gli affreschi sulla volta della stessa cappella spettassero al Moretto poi, era già stato riconosciuto su base stilistica da Gustavo Frizzoni (1898) e, a distanza di un secolo, riproposto indipendentemente grazie all'esame dei documenti da Nicole Riegel (1998). [...] Sebbene formalmente non lo siano, questi affreschi costituiscono oggi un oggetto sconosciuto per gli studiosi del pittore bresciano. Questo è l'aspetto più interessante della loro «riscoperta», o meglio, è il problema che sta a monte dell'intera vicenda: com'è possibile che una cappella affrescata dal Moretto, già identificata come tale da uno dei grandi connoisseurs dell'Ottocento, sia stata dimenticata, al punto da risultare oggi inedita? [...] È necessario allora ripensare da capo l'intero intervento del Moretto in Santa Maria dei Miracoli, tornando a porsi le domande elementari della ricerca storico-artistica: cos'è l'oggetto in esame? Da chi, quando e in quali circostanze è stato realizzato? Cosa ne hanno detto, come lo hanno guardato e riprodotto le persone che ci hanno preceduto? Quali elementi estranei il tempo ha frapposto fra noi e questo oggetto cosl come era stato pensato dal suo artefice? Lasciare senza risposta queste domande equivale a perdere nuovamente tela e affreschi".
On 15 June 1995 Arnaldo Pomodoro presented at the Giò Marconi Gallery in Milan "Ingresso nel labirinto", a work in progress which he worked until 22 November 2011, when the work was presented to the public in its final version, in the... more
On 15 June 1995 Arnaldo Pomodoro presented at the Giò Marconi Gallery in Milan "Ingresso nel labirinto", a work in progress which he worked until 22 November 2011, when the work was presented to the public in its final version, in the hypogean spaces of the former exhibition venue of the Fondazione Arnaldo Pomodoro, in Milan, via Solari 35. The paper traces the vicissitudes of Pomodoro's work through a review of sources, bibliography and images preserved in the artist's archive.
Il 15 giugno 1995 Arnaldo Pomodoro presenta alla Galleria Giò Marconi di Milano "Ingresso nel labirinto", un work in progress al quale lavora fino al 22 novembre 2011, quando l'opera viene presentata al pubblico nella sua versione... more
Il 15 giugno 1995 Arnaldo Pomodoro presenta alla Galleria Giò Marconi di Milano "Ingresso nel labirinto", un work in progress al quale lavora fino al 22 novembre 2011, quando l'opera viene presentata al pubblico nella sua versione definitiva, negli spazi ipogei dell'allora sede espositiva della Fondazione Arnaldo Pomodoro, in via Solari 35 a Milano. Il contributo ripercorre le vicende della lavorazione dell'opera attraverso una rassegna di fonti, bibliografia e immagini conservate nell'archivio dell'artista
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative all'Assunzione della Vergine attribuibile a un intagliatore lombardo di primissimo Cinquecento, probabile... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative all'Assunzione della Vergine attribuibile a un intagliatore lombardo di primissimo Cinquecento, probabile elemento centrale di un polittico ligneo. Nella seconda parte della scheda, oltre alla descrizione e alla lettura stilistica, sono discusse l'iconografia e l'attribuzione del bassorilievo.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative alla Testa femminile attribuibile a uno scultore lombardo di inizio Cinquecento, probabile elemento di una... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative alla Testa femminile attribuibile a uno scultore lombardo di inizio Cinquecento, probabile elemento di una serie di teste all'antica. Nella seconda parte della scheda, oltre alla descrizione e alla lettura stilistica, sono discusse l'iconografia e l'attribuzione della Testa, con qualche annotazione su questa tipologia di sculture molto diffusa in Italia centrale e settentrionale nel corso del Rinascimento.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative alla Testa femminile attribuibile a uno scultore centroitaliano di fine Quattrocento, probabile elemento di... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative alla Testa femminile attribuibile a uno scultore centroitaliano di fine Quattrocento, probabile elemento di una serie di teste all'antica. Nella seconda parte della scheda, oltre alla descrizione e alla lettura stilistica, sono discusse l'iconografia e l'attribuzione della Testa, con qualche annotazione su questa tipologia di sculture molto diffusa in Italia centrale e settentrionale nel corso del Rinascimento.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative all'Assunzione della Vergine scolpita dai fratelli Giovanni Pietro e Giovanni Ambrogio De Donati, probabile... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative all'Assunzione della Vergine scolpita dai fratelli Giovanni Pietro e Giovanni Ambrogio De Donati, probabile elemento centrale di un polittico ligneo. Nella seconda parte della scheda, oltre alla descrizione e alla lettura stilistica, sono discusse l'iconografia e l'attribuzione del bassorilievo.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative al polittico dipinto da Francesco de Tatti per Santa Maria Annunciata a Brunello, che si trova oggi nella... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative al polittico dipinto da Francesco de Tatti per Santa Maria Annunciata a Brunello, che si trova oggi nella stessa chiesa ma in una posizione diversa da quella originale e privo di alcuni elementi che dovevano completarlo. Nella seconda parte della scheda, oltre alla descrizione e alla lettura stilistica, sono discusse alcune ipotesi sull'assetto originario, sulla committenza e sull'iconografia dei singoli elementi.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative agli affreschi di Francesco de Tatti, strappati dalla demolita chiesetta di San Bernardino (Gazzada, dal... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative agli affreschi di Francesco de Tatti, strappati dalla demolita chiesetta di San Bernardino (Gazzada, dal 1927 Gazzada Schianno) e oggi ricollocati in Santa Croce (Gazzada Schianno). Particolare attenzione è riservata alla ricostruzione della storia materiale degli affreschi, con un esame delle testimonianze grafiche, scritte e fotografiche del loro stato conservativo tra Otto e Novecento, nonché alla vicenda dello strappo, che coinvolse - tra gli altri - Guido Cagnola. Grazie a queste ricerche è stato possibile ricongiungere al gruppo anche un tondo raffigurante un angelo reggituribolo, anch'esso conservato in Santa Croce a Gazzada Schianno, unico lacerto supersiste della decorazione dell'ambiente di San Bernardino. Nella seconda parte della scheda trovano spazio un'esame stilistico degli affreschi e sono discusse le ipotesi relative alla committenza.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative alle tavole dipinte da Francesco de Tatti, già parte di un polittico e oggi rimontate all'interno di una... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative alle tavole dipinte da Francesco de Tatti, già parte di un polittico e oggi rimontate all'interno di una cornice moderna, neorinascimentale. Particolare attenzione è riservata alla ricostruzione delle vicende materiali delle tavole a partire dal loro ingresso nella collezione dei fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. Nella seconda parte della scheda trovano spazio, oltre alla descrizione e alla lettura stilistica delle tavole, alcuni suggerimenti in merito alla possibile conformazione originaria del polittico, che dovrebbe collocarsi a monte della prima opera datata e firmata nota del pittore.
La scheda propone una panoramica sulle vicende materiali e critiche relative all'intervento ad affresco di Gaudenzio Ferrari sul tramezzo della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Varallo (1513). La prima parte affronta in maniera... more
La scheda propone una panoramica sulle vicende materiali e critiche relative all'intervento ad affresco di Gaudenzio Ferrari sul tramezzo della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Varallo (1513).
La prima parte affronta in maniera sintetica i principali snodi che interessano la storia dell'edificio, dalla fondazione a oggi. La seconda è dedicata al tramezzo, che viene descritto evidenziando le particolarità iconografiche, tracciando le coordinate stilistiche e gli episodi più significativi per la fortuna degli affreschi dal Cinquecento all'Ottocento.
Il testo è corredato da una spalletta bibliografica contenente rimandi esaustivi alle fonti archivistiche, alla letteratura artistica e scientifica in relazione sia alla storia della chiesa che a quella degli affreschi.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative alla pala dipinta da Gaudenzio Ferrari come elemento centrale di un polittico oggi perduto, destinato in... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative alla pala dipinta da Gaudenzio Ferrari come elemento centrale di un polittico oggi perduto, destinato in origine all'altare di Santa Lucia nel Duomo di Casale Monferrato e commissionato dai fratelli De Nanis. Particolare attenzione è riservata alla ricostruzione delle vicende materiali della tavola, anche con lo scopo di chiarire quanto risulti difficoltoso oggi giudicare da un punto di vista stilistico il dipinto. Nella seconda parte della scheda trovano spazio, oltre alla descrizione della tavola, alcuni suggerimenti in merito agli elementi perduti del polittico (i laterali e la predella) e un richiamo alla necessità di indagare ulteriormente l'attività di Gaudenzio a Casale.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche (alcune delle quali inedite), la letteratura artistica e scientifica relative alla pala dipinta da Gaudenzio Ferrari per l'altare di San Giovanni Battista... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche (alcune delle quali inedite), la letteratura artistica e scientifica relative alla pala dipinta da Gaudenzio Ferrari per l'altare di San Giovanni Battista nel deambulatorio di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano. Particolare attenzione è riservata: alla ricostruzione della commissione del dipinto, che - come viene chiarito qui per la prima volta - spetta ai fratelli Castelletto; alle vicende materiali, tra spostamenti e restauri; alla fortuna visiva. Nella seconda parte della scheda trovano spazio, oltre alla descrizione della tavola, alcune riflessioni sulle varianti gaudenziane di questo tema iconografico, nonché sulle copie e sulle derivazioni.
La prima parte del testo affronta la ricostruzione delle complesse vicende storiche del convento delle benedettine di San Vincenzino alle monache a Milano comprese fra la riedificazione della chiesa a partire dal 1500 e la sua demolizione... more
La prima parte del testo affronta la ricostruzione delle complesse vicende storiche del convento delle benedettine di San Vincenzino alle monache a Milano comprese fra la riedificazione della chiesa a partire dal 1500 e la sua demolizione nel 1964. Nella seconda parte sono analizzate la storia materiale, la fortuna visiva e le componenti stilistiche degli affreschi di Aurelio Luini, Giovanni Pietro Gnocchi e Giovanni Lomazzo strappati fra il 1820 e il 1964, con innovative proposte dal punto di vista della datazione, dell’interpretazione iconografica e della ricostruzione del complesso figurativo originario. Il testo è corredato da una spalletta bibliografica contenente rimandi esaustivi alle fonti archivistiche (molte delle quali inedite), alla letteratura artistica e scientifica.
La prima parte del testo rende conto delle testimonianze figurative di maggior interesse conservate nella chiesa prepositurale dei Santi Gervasio e Protasio a Trezzo sull’Adda, edificio del quale sono poi ricostruite sinteticamente le... more
La prima parte del testo rende conto delle testimonianze figurative di maggior interesse conservate nella chiesa prepositurale dei Santi Gervasio e Protasio a Trezzo sull’Adda, edificio del quale sono poi ricostruite sinteticamente le vicende conservative comprese fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Nella seconda parte sono presi in esame gli affreschi realizzati fra il 1591 e il 1592 da Aurelio Luini e Giovanni Pietro Gnocchi nell’area absidale: alle nuove proposta di lettura iconografica si accompagnano confronti stilistici, affondi sulla storia materiale degli affreschi e indicazioni puntuali sulla divisione del cantiere fra i due pittori. Il testo è corredato da una spalletta bibliografica contenente rimandi esaustivi alle fonti archivistiche, alla letteratura artistica e scientifica in relazione sia alla storia della chiesa che a quella degli affreschi.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative al grande affresco monocromo dipinto da Bernardino Luini nel cortile di Palazzo Landriani a Milano, oggi... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche, la letteratura artistica e scientifica relative al grande affresco monocromo dipinto da Bernardino Luini nel cortile di Palazzo Landriani a Milano, oggi conservato presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano. Particolare attenzione è riservata alla ricostruzione della figura del possibile committente, Tommaso Landriani, e a quella dei passaggi di proprietà del palazzo, nonché all’acceso dibattito attributivo relativo alla paternità dell’opera. Nella seconda parte della scheda è illustrata la corretta lettura iconografica del soggetto rappresentato e sono ulteriormente sviluppate le riflessioni relative al contesto di committenza.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche (alcune delle quali inedite), la letteratura artistica e scientifica relative al polittico dipinto da Bernardino Luini fra il 1521 e il 1522 per l’altare... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche (alcune delle quali inedite), la letteratura artistica e scientifica relative al polittico dipinto da Bernardino Luini fra il 1521 e il 1522 per l’altare maggiore del Duomo di Bobbio, su commissione del vescovo Battista Bagarotti. Particolare attenzione è riservata alla segnalazione delle precoci attestazioni fotografiche, alla ricostruzione delle vicende che portarono allo smontaggio del complesso e alla dispersione di alcuni suoi elementi fra la fine del Seicento e gli anni Ottanta del Novecento, alle vicende inerenti alla musealizzazione degli elementi superstiti. Nella seconda parte della scheda sono chiariti e sciolti alcuni problemi di riconoscimento iconografico dei soggetti raffigurati, è proposta una nuova ipotesi di ricostruzione del complesso originario e ne è contestualizzata la realizzazione in relazione al percorso artistico del pittore e ai gusti del committente.
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche (alcune delle quali inedite), la letteratura artistica e scientifica relative all’affresco dipinto da Aurelio Luini fra il 1585 e il 1587 nell’aula dei... more
Nella prima parte della scheda vengono passate in rassegna le fonti archivistiche (alcune delle quali inedite), la letteratura artistica e scientifica relative all’affresco dipinto da Aurelio Luini fra il 1585 e il 1587 nell’aula dei fedeli della chiesa conventuale di San Vincenzino alle Monache a Milano, oggi conservato presso le Civiche Raccolte d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano. Particolare attenzione è riservata alla definizione dei limiti cronologici relativi all’esecuzione dell’opera (per la quale si propone una nuova datazione), alla fortuna seicentesca e settecentesca dell’invenzione di Aurelio, alla ricostruzione delle vicende che portarono allo strappo dell’affresco nel 1908. Nella seconda parte della scheda sono proposti confronti con opere di Tiziano e di Antonio Campi che favoriscono una corretta contestualizzazione e interpretazione dello stile maturo del pittore.
Nella prima parte della scheda vengono prese in rassegna le fonti archivistiche (molte delle quali inedite), la letteratura artistica e scientifica relative alla grande pala dipinta da Aurelio Luini nel 1592 per l’altare di Santa Tecla... more
Nella prima parte della scheda vengono prese in rassegna le fonti archivistiche (molte delle quali inedite), la letteratura artistica e scientifica relative alla grande pala dipinta da Aurelio Luini nel 1592 per l’altare di Santa Tecla nel Duomo di Milano, oggi conservata presso la sacrestia capitolare della stessa cattedrale. Particolare attenzione è riservata alla definizione del contesto nel quale si inserisce la commissione della pala, alla precisazione della scansione temporale del cantiere di messa in opera, alle numerose movimentazioni, restauri e tentativi di vendita ai quali è soggetta la tela fra la prima metà del Seicento e la seconda metà dell’Ottocento. Nella seconda parte della scheda sono proposti confronti con opere e autori del Seicento lombardo al fine di motivare una lettura in chiave proto-barocca delle scelte compositive e delle figure principali.
Schede tecniche (dati descrittivi, elenco delle esposizioni e bibliografia) delle opere esposte in occasione della mostra "Una scrittura sconcertante. Arnaldo Pomodoro. Opere 1954-1960" (a cura di F. Gualdoni, Milano, Fondazione Arnaldo... more
Schede tecniche (dati descrittivi, elenco delle esposizioni e bibliografia) delle opere esposte in occasione della mostra "Una scrittura sconcertante. Arnaldo Pomodoro. Opere 1954-1960" (a cura di F. Gualdoni, Milano, Fondazione Arnaldo Pomodoro, aprile-giugno 2013).
La tesi affronta le vicende del cantiere decorativo del deambulatorio del Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano, sviluppatosi tra il 1540 e il 1566 circa. Dopo una breve introduzione relativa alla storia... more
La tesi affronta le vicende del cantiere decorativo del deambulatorio del Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso a Milano, sviluppatosi tra il 1540 e il 1566 circa. Dopo una breve introduzione relativa alla storia dell'edificio, il primo Capitolo riassume e analizza la fortuna critica del Santuario e delle opere conservate al suo interno, evidenziando i motivi ricorrenti e le zone d'ombra, e dedicando spazio anche alla ricostruzione della Fabbrica. A corredo del primo Capitolo, le tre Appendici rendono conto: della fortuna a stampa dell'edificio e delle opere conservate al suo interno (con schede sintetiche per ciascuna stampa); delle occorrenze nelle guide della città e del Santuario (con schede estese suddivise per cappelle); della composizione della Fabbrica tra il 1490 e il 1556 (elenchi cronologici e alfabetici, profili biografici completi per i fabbricieri in carica nel 1540-1566). Il secondo Capitolo ricostruisce in ordine cronologico le vicende decorative del deambulatorio tra il 1540 e il 1566, con due affondi sul periodo precedente e  successivo. Seguono le Schede delle opere (tavole, tele e affreschi del deambulatorio), esaustive delle vicende materiali (commissione, realizzazione, restauri) e critiche (riproduzioni a stampa e fotografiche, studi, esposizioni), corredate ciascuna da un commento conclusivo. Concludono la tesi il Regesto e la Bibliografia.
La tesi ricostruisce le vicende dell’altare di San Giuseppe, originariamente collocato nella settima campata sinistra del Duomo di Milano, dove oggi si trova l’altare pellegrinesco dedicato allo stesso Santo. A partire dalla monografia... more
La tesi ricostruisce le vicende dell’altare di San Giuseppe, originariamente collocato nella settima campata sinistra del Duomo di Milano, dove oggi si trova l’altare pellegrinesco dedicato allo stesso Santo.

A partire dalla monografia di Francesco Malaguzzi Valeri dedicata Giovanni Antonio Amadeo (1904), l’altare ha goduto fino ad oggi della fama di essere stato uno dei capolavori della scultura lombarda di fine Quattrocento. Tuttavia, già lo stesso Malaguzzi Valeri lamentava una condizione di sostanziale ignoranza intorno alle vicende dell’altare, la cui conoscenza si limitava a una manciata di riferimenti documentari e all’elenco dei nomi di alcuni scultori che sicuramente avevano preso parte all’impresa.

La tesi, fondata sia sulla ricognizione completa del pubblicato che su un'approfondita ricerca archivistica (condotta in larga parte presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano), è articolata in quattro capitoli.

I primi due capitoli offrono un inquadramento del contesto committenziale, con particolare attenzione alle implicazioni giuridiche, ideologiche e devozionali. Nel primo è presa in esame la corporazione dei falegnami milanesi, responsabile della fondazione dell’altare (1459), mentre il secondo affronta le relazioni fra gli Sforza e la Fabbrica del Duomo, per ordine della quale fu avviato il cantiere solariano-amadeesco (1472).
Il terzo capitolo segue passo passo lo svolgimento del cantiere dell’altare, condotto in due fasi sotto la direzione di Guiniforte Solari prima e di Giovanni Antonio Amadeo poi (1472-1499), fino al periodo intercorso fra il termine dei lavori e la distruzione (1596).
Infine, il quarto capitolo è interamente dedicato alla formulazione di un’ipotesi di ricostruzione dell’altare, basata sia sulle proposte precedentemente avanzate da altri studiosi che su una serie di considerazioni relative al clima spirituale e devozionale della Milano fra Quattro e Cinquecento.
Conferenza del ciclo "Passeggiate di Lombardia" (Lodi, Sala Teatrino, 7 marzo 2017, a cura della delegazione di Lodi-Melegnano del FAI). La lezione - di carattere divulgativo - ha presentato una ricostruzione dell'attività milanese... more
Conferenza del ciclo "Passeggiate di Lombardia" (Lodi, Sala Teatrino, 7 marzo 2017, a cura della delegazione di Lodi-Melegnano del FAI). La lezione - di carattere divulgativo - ha presentato una ricostruzione dell'attività milanese dell'artista lodigiano Calisto Piazza, tenendo conto non solo delle opere ancora esistenti e note agli studi, ma anche delle opere perdute ricordate dalla guidistica milanese e di documenti inediti recuperati durante le ricerche condotte per la tesi di dottorato, che permettono di approfondire in particolar modo gli esordi del pittore sulla piazza milanese.
Conferenza del ciclo "Arte per tutti. Uno sguardo sulla scultura tra Medioevo e Rinascimento" (Bergamo, GAMeC, 12 febbraio 2017, a cura dell'Associazione Guide Giacomo Carrara). L'intervento - di carattere divulgativo - ha presentato le... more
Conferenza del ciclo "Arte per tutti. Uno sguardo sulla scultura tra Medioevo e Rinascimento" (Bergamo, GAMeC,  12 febbraio 2017, a cura dell'Associazione Guide Giacomo Carrara).
L'intervento - di carattere divulgativo - ha presentato le metodologie e le problematiche sottese allo studio della scultura lombarda a cavallo tra Quattro e Cinquecento, sottolineando in particolare la dimensione e il ruolo della bottega, attraverso il caso della commissione, costruzione e distruzione dell'altare di San Giuseppe nel Duomo di Milano (1459-1596), oggetto della mia tesi di laurea magistrale.
Lezione per il corso di Storia della letteratura artistica (LM) della prof.ssa Rossana Sacchi (Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Beni culturali e ambientali), "Gaudenzio Ferrari dalla Valsesia a Milano. Fortuna (e... more
Lezione per il corso di Storia della letteratura artistica (LM) della prof.ssa Rossana Sacchi (Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Beni culturali e ambientali), "Gaudenzio Ferrari dalla Valsesia a Milano. Fortuna (e sfortuna) critica di un artista" (a.a. 2016-2017, 18 novembre 2016).
La lezione ha presentato le ricerche, condotte per la stesura della tesi di dottorato, inerenti al Battesimo di Cristo dipinto da Gaudenzio Ferrari per l'altare di San Giovanni Battista in Santa Maria presso San Celso. Oltre alla vicende materiali e critiche del dipinto, è stato analizzato in particolare modo il contesto nel quale si trova a intervenire Gaudenzio, e le ricadute sia del suo intervento sugli altri pittori che lì incrociano il suo percorso, che viceversa.
Conferenza del ciclo "Capolavori in dettaglio. Leonardo, Raffaello, Caravaggio" (Napoli, Convento di San Domenico Maggiore, 6 ottobre 2014, direzione scientifica di Ferdinando Bologna). L'intervento - di carattere divulgativo - ha messo... more
Conferenza del ciclo "Capolavori in dettaglio. Leonardo, Raffaello, Caravaggio" (Napoli, Convento di San Domenico Maggiore, 6 ottobre 2014, direzione scientifica di Ferdinando Bologna).
L'intervento - di carattere divulgativo - ha messo in luce il ruolo giocato dalla produzione grafica di Leonardo nel contesto milanese del Cinquecento, a partire dalle riflessioni nate in occasione della mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” (Milano, Palazzo Reale, 10 aprile - 13 luglio 2014).
Presentazione, di carattere divulgativo, dei contenuti e del percorso della mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” (Milano, Palazzo Reale, 10 aprile - 13 luglio 2014) nell'ambito del ciclo "Maccagno Eventi Luini" (Maccagno, Punto... more
Presentazione, di carattere divulgativo, dei contenuti e del percorso della mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” (Milano, Palazzo Reale, 10 aprile - 13 luglio 2014) nell'ambito del ciclo "Maccagno Eventi Luini" (Maccagno, Punto d'Incontro, 28 giugno 2014).
Presentazione, di carattere divulgativo, dei contenuti e del percorso della mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” (Milano, Palazzo Reale, 10 aprile - 13 luglio 2014) presso la Sala Consiliare Walter Tobago del Comune di Milano - Zona 5... more
Presentazione, di carattere divulgativo, dei contenuti e del percorso della mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” (Milano, Palazzo Reale, 10 aprile - 13 luglio 2014) presso la Sala Consiliare Walter Tobago del Comune di Milano - Zona 5 (5 maggio 2014, con Giulio Dalvit).
Conferenza - tenuta con la dott.ssa Silvia Conte - del ciclo "Nuove Voci" (Milano, Museo Bagatti Valsecchi, 13 marzo 2014). La conferenza ha presentato le ricerche, condotte per la stesura di due itinerari per la mostra “Bernardino Luini... more
Conferenza - tenuta con la dott.ssa Silvia Conte - del ciclo "Nuove Voci" (Milano, Museo Bagatti Valsecchi, 13 marzo 2014). La conferenza ha presentato le ricerche, condotte per la stesura di due itinerari per la mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” (Milano, Palazzo Reale, 10 aprile - 13 luglio 2014), sugli affreschi di Aurelio Luini nella prepositurale di Trezzo sull'Adda e su quelli di Aurelio Luini, Giovanni Pietro Gnocchi e Giovanni Lomazzo strappati dal convento delle benedettine di San Vincenzino alle monache a Milano, alcuni dei quali confluiti nella collezione del Museo Bagatti Valsecchi.
Lezione - tenuta con la dott.ssa Silvia Conte - per il corso di Storia corso di Storia dell’arte moderna (LM) del prof. Jacopo Stoppa (Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Beni culturali e ambientali), "Bernardino Luini"... more
Lezione - tenuta con la dott.ssa Silvia Conte - per il corso di Storia corso di Storia dell’arte moderna (LM) del prof. Jacopo Stoppa (Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Beni culturali e ambientali), "Bernardino Luini" (a.a. 2013-2014, marzo 2014). La lezione ha presentato le ricerche, condotte per la stesura di una scheda di catalogo e di un itinerario per la mostra “Bernardino Luini e i suoi figli” (Milano, Palazzo Reale, 10 aprile - 13 luglio 2014) sul convento delle benedettine di San Vincenzino alle monache a Milano e sugli affreschi di Aurelio Luini, Giovanni Pietro Gnocchi e Giovanni Lomazzo che lo decoravano. Particolare attenzione è stata dedicata all'aspetto metodologico.
Il progetto, presentato in sede di concorso di dottorato, ripercorre le vicende storiche della formazione, conservazione e valorizzazione del materiale documentario e dello stesso Archivio della Fabbrica del Duomo di Milano. A partire... more
Il progetto, presentato in sede di concorso di dottorato, ripercorre le vicende storiche della formazione, conservazione e valorizzazione del materiale documentario e dello stesso Archivio della Fabbrica del Duomo di Milano.
A partire dal quadro storico, e dal lavoro di spoglio realizzato per la tesi di laurea magistrale, il progetto propone un intervento sistematico di valorizzazione del patrimonio documentario, capace di offrire alla comunità scientifica un utile strumento di ricerca. Guardando in prospettiva all’esperienza di archiviazione digitale del database "Gli anni della Cupola. 1417-1436" realizzato presso l’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze, si prospetta di avviare la trascrizione informatica dei volumi della serie delle Ordinazioni Capitolari, spina dorsale dell’Archivio.
Il volume, pubblicato in occasione dell'omonima mostra tenutasi presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano, settembre - dicembre 2014), ricostruisce con un ricco apparato di documenti, pubblicazioni d'epoca, bibliografia e immagini, la... more
Il volume, pubblicato in occasione dell'omonima mostra tenutasi presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano, settembre - dicembre 2014), ricostruisce con un ricco apparato di documenti, pubblicazioni d'epoca, bibliografia e immagini, la vicenda del gruppo "Continuità", nato nel 1961 tra Roma e Milano con il sostegno di Giulio Carlo Argan, Guido Ballo e Franco Russoli, e con la partecipazione di: Arnaldo Pomodoro, Franco Bemporad, Pietro Consagra, Sergio Dangelo, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Mattia Moreni, Gastone Novelli, Achille Perilli, Gio' Pomodoro, Ettore Sottsass, Tancredi, Giulio Turcato. Catalogo a cura di Flamini Gualdoni, con Federico Giani.