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Un'analisi semiotica dei primi due anni del pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Uno studio sul modo in cui Francesco ha scelto di comunicare con il suo pubblico e su come i media hanno raccontato il suo papato. Tesi di Laurea del corso in Comunicazione Pubblica d'Impresa e Pubblicità, Università degli Studi di Palermo. Relatore: prof. Gianfranco Marrone.
2010 •
"Between 2007 and 2008, in 46 «catechesis» proposed during the Wednesday general audiences, pope Benedict XVI introduced 36 Fathers of the Church or ecclesiastical writers. After giving a brief overview of these speeches, the article reports the qualifications used by Benedict XVI when speaking of the Fathers, the most distinguishing features of their way of making theology, some of the most highlighted theological and spiritual contents with a special attention given to patristic doctrine of the prayer. This kind of approach reveals a «symphonic» attention to the tradition of the Church, that does not want to confine Fathers to specialized studies, but wants them to be listened to by the Church, in a way wich resembles the «return to the sources» that favored the renewal of the council. Tra il 2007 e il 2008, in 46 «catechesi» proposte durante le udienze generali del mercoledì, il papa Benedetto XVI ha presentato il profilo di 36 Padri della Chiesa o scrittori ecclesiastici. Dopo uno sguardo d’insieme su queste catechesi, l’articolo richiama le qualifiche con le quali Benedetto XVI designa i Padri, i tratti più rilevanti del loro modo di fare teologia, alcuni dei contenuti teologici e spirituali più sottolineati, tra i quali spicca l’attenzione che il papa ha riservato alla dottrina patristica sulla preghiera. L’approccio che emerge è quello di un’attenzione «sinfonica» alla tradizione della Chiesa, che non vuole relegare i Padri nello studio specialistico, ma li offre all’ascolto della Chiesa in una linea simile a quelle del «ritorno alle fonti» che contribuì a preparare il rinnovamento conciliare."
Tanti studenti hanno a che fare con manuali di storia della musica, con testi di analisi della partitura, con esercitazioni di armonizzazione del canto gregoriano. Eppure sono forse in pochi, troppo pochi, ad essere andati alle sorgenti giudaico-cristiane dell’Occidente. L’autore sa che, quando si è nella frenesia di in un corso di studi accademici, restano ben poco tempo e ben poche energie da dedicare a lunghi ed impegnativi approfondimenti. Con la pregiatissima prefazione del grande organista e cembalista Alfonso Fedi ed un’acuta ed energica riflessione conclusiva di Umberto Cerini, organista, cembalista ed attuale maestro di cappella della Basilica di San Lorenzo a Firenze, il presente saggio si propone come volumetto di un’ottantina di pagine appena, agile e veloce, da leggersi in scioltezza e comodità, nelle pause tra una lezione e l’altra, in modo da scoprire quanto basta l’enorme ricchezza del pensiero patristico circa il canto e la musica.
Quanti vanno a Messa e tornano a casa sconvolti dal “baccano musicale” che hanno trovato in chiesa? Chitarre grattate, tamburelli assordanti, canti che sono una pallida brutta copia delle canzoni di un festival di musica leggera o di una serata in un discopub. Qualche operatore pastorale esce di chiesa divertito, convinto che quello sia il modo giusto per attirare i giovani e per far divertire i bambini. Tanti, troppi fedeli, invece, tornano a casa con un’amara sensazione: “Non mi sembra neppure di essere stato a Messa! Non mi sono potuto concentrare nemmeno per due secondi!”. Così inevitabilmente capita che da un lato si abbiano catechisti e chitarristi (spalleggiati più o meno ingenuamente da qualche diacono o presbitero) che sbandierano la necessità di tali “gioiose esternazioni” per esigenze pastorali, ma che poi sperimentano la dolorosa frustrazione di perdere quegli stessi adolescenti, appena conferita loro la Cresima, senza riuscire a capacitarsi del perché; dall’altro, si hanno musicisti con seri studi alle spalle, musicologi, liturgisti e naturalmente non pochi sacerdoti e religiosi i quali, consapevoli della indiscutibile validità delle glorie del passato, si aggrappano al celebre adagio “hodie mala tempora currunt”, forse però mancando un poco di speranza cristiana. Questo saggio è un tentativo per fare chiarezza, invitandoci prima a guardarci alle spalle per capire cosa realmente stiamo perdendo (senza intransigenze o ideologie di sorta) per poi proporre qualche linea guida positiva e costruttiva per un sereno cammino di risanamento. Il testo, molto piacevole a leggersi per uno stile discorsivo fluente e piano, e per una sintassi limpida e scorrevole, presenta diversi pregi, soprattutto in ragione del fine generale "apologetico" cui tende, ottenuto per una non comune padronanza degli argomenti trattati, e - nella fattispecie - con intelligenti comparazioni dei documenti magisteriali e diversi richiami agli scritti e discorsi di Benedetto XVI, già fin troppo appannati e dimenticati.
2010 •
Anuario De Historia De La Iglesia
Benedetto XV, la guerra e le posizioni dei vescovi italiani2014 •
MARIA, CORREDENTRICE DEL GENERE UMANO
MARIA, CORREDENTRICE DEL GENERE UMANO2019 •
Incorrupta monumenta Ecclesiam defendunt
A Loreto sulle ali d’Italia: il X congresso eucaristico nazionale tra devozione, mobilitazione di massa e fascismo2018 •