Reinassance

Uno de los aspectos más importante tras descubrimiento de América fue el proceso de conquista y ocupación del territorio que llevó a cabo la corona española. En este ámbito, el papel de las órdenes mendicantes (franciscanos, dominicos y agustinos) fue decisivo, ya que fueron las encargadas de llevar a cabo la empresa evangelizadora en el Nuevo Mundo.

Estas órdenes, con la ayuda de los indígenas, levantaron grandes conventos en el virreinato de Nueva España para expandir el cristianismo por este nuevo territorio y, partiendo de la misma tipología conventual occidental, desarrollaron una serie de nuevos conjuntos arquitectónicos que dejan de tener las características europeas. Se trata de una nueva arquitectura donde se fusiona la tradición occidental con la precolombina.

Se van generando así las primeras expresiones de arquitectura mestiza del siglo XVI, entendidas no como una mezcla de elementos de ambas culturas, sino como una nueva expresión donde se sintetizan las sensibilidades de ambos pueblos.

Lo que se plantea en este trabajo es el análisis y la demostración de este mestizaje mediante tres conventos, centrándonos en el legado que llevaban consigo tanto del fraile europeo como el indio mesoamericano.

Alla metà del Cinquecento, Federico Grisone, gentiluomo napoletano dava per la prima volta alle stampe un libro sull’arte di ammaestrare il cavallo «per l’uso della guerra» e sui segreti per «emendarne i vitii». L’opera ebbe subito un enorme successo e fu ben presto emulata dai libri di altri autori. Nasceva così un vero e proprio genere letterario, quello del trattato equestre, la cui tradizione, tra alterne vicende, è giunta viva e vitale sino ai nostri giorni. Non è un caso che quell’opera fosse stampata in Italia, visto che nel nostro paese tra XV e XVI secolo venne elaborata una nuova cultura di corte in cui l’equitazione aveva un ruolo fondamentale. All’epoca, i cavallerizzi italiani erano contesi dalle corti di tutta Europa e i rampolli dell’aristocrazia di tutto il continente valicavano le Alpi per perfezionarsi nell’arte di montare a cavallo presso celebri maestri. Seguendo il filo rosso della trattatistica equestre, questo libro ripercorre la storia dell’equitazione italiana ed europea, raccontandone le ricche implicazioni culturali, l’evoluzione delle tecniche e i numerosi intrecci con i grandi avvenimenti della storia europea. Una vicenda costellata di personaggi circondati da un’aura di leggendaria abilità, di dispute tra scuole contrapposte e di imprese memorabili. Una storia che dal Cinquecento si dipana sino agli inizi del XX secolo, quando di nuovo un italiano, Federico Caprilli, rivoluzionò l’equitazione mondiale, ideando la tecnica di salto degli ostacoli tutt’oggi in uso.
http://worksofchivalry.com/it/il-libro/

RESUMEN Insistiendo en aspectos tratados y otros no destacados, sus intenciones y sentidos respecto a Pienza y su plaza como núcleo y aglutinante urbanos, sus funciones y connotaciones, se efectúa un exhastivo estudio que, a modo de ensayo reflexivo, va evidenciando, en el preciso contexto de mediados del Quattrocen-to, los logros y significados de esta pionera experiencia de arquitectura y ciudad, consecuencia de los ideales de su culto comitente, el papa Pío II, bajo claves y coordenadas del pensamiento albertiano y la cualificada aportación in situ de Bernardo Rossellino. ABSTRACT Insisting on some aspects mattered, and other not so many, its intentions and meanings about Pienza and its plaza as urban heart and agglutinative, its functions and connotations, there is here an exhaustive study wich, as a reflexive essay, goes on demonstring, in the rigth context of middle Quattrocento, the achievement and meaning of this pioner experience of architecture and city, as a consequence of the ideal of its cultured principal, Pope Pius II, under the essential components and coordinates of the Al-bertian thoughts, and the qualifed support, in situ, of Bernardo Rossellino.

The aim of this paper is to investigate the humanistic 'Forleben' of a little-known invective poem targeting a "rusticus" ("Anth. Lat." 682 Riese2). This poem is attributed to Ovid but it was probably composed in Late Antiquity. It represents a small-scale repertoire of the traditional literary devices of "vituperium" and "improperium" codified by classical rhetorical treatises and turned out to be useful for the polemical purposes of the 15th century humanists.

En este trabajo pretendo encontrar la continuidad de un autor clave del Renacimiento humanista, Pico della Mirandola, con la filosofía preexistente, sobre todo la escolástica medieval.
Con este fin, hacemos un recorrido por su principal obra filosófica, que es una breve carta a su amigo Angelo Poliziano, para detenernos en los momentos en que Pico se expresa en el lenguaje filosófico (categorías) aprendido de sus maestros, pero sobre todo en aquellos en que su punto de partida y sus conclusiones se muestran en consonancia con la filosofía escolástica.

Le immagini della via Appia, raccolte in questo volume da Andrea Zocchi, non si limitano a costituire una importante documentazione degli aspetti più pittoreschi degli straordinari paesaggi del Suburbio a sud di Roma, esse evocano soprattutto il tema del viaggio, ed in particolare del viaggio come esperienza culturale.
From the Contents:
Presentazione; Premessa; Introduzione; La via Appia: dalle origini ai giorni nostri: Dalle origini al tardo antico; Dal medioevo ad oggi; La raccolta iconografica: La documentazione cartografica; La documentazione grafica e pittorica; La documentazione fotografica; I miglio:Documentazione cartografica; Documentazione grafica e pittorica; Documentazione fotografica; 1. Porta San Sebastiano; 2. Sepolcro; 3. Asse viario e muro in opera incerta; II miglio: Documentazione cartografica; Documentazione grafica e pittorica; Documentazione fotografica; 4. Sepolcro dei Corneli; 5. Impianto residenziale; 6. Colombario; 7. Sepolcro detto di Orazio Flacco; 8. Sepolcro detto di Geta; 9. Sepolcro di Priscilla; 10. Struttura antica; 11. Nucleo di sepolcro; 12. Colombario detto dei Liberti di Augusto; 13. Colombario detto dei Liberti di Livia; 14. Sepolcro detto della Gens Atilia; 15. Nucleo di sepolcro; 16. Sepolcro in opera laterizia; valle della caffarella: Documentazione cartografica; Documentazione grafica e pittorica; Documentazione fotografica; 17. Sepolcro detto di Annia Regilla; 18. Ninfeo d' Egeria; 19. Struttura detta tempio di Cerere e Faustina; 20. Cisterna; 21. Strutture murarie; III miglio: Documentazione cartografica; Documentazione grafica e pittorica; Documentazione fotografica; 22. Sepolcri dei Fulvi, dei Canulei, dei Livii; 23. Sepolcro di Lucio Volumnio; 24. Sepolcro detto dei Calventi; 25. Sepolcro detto dei Cerceni; 26. Nucleo di sepolcro; 27. Sepolcro detto di Claudia Semne; 28. Colombario; 29. Sepolcro detto dei Gaii Caesellii; 30. Sepolcro detto degli Attili Calatini; 31. Colombario; 32. Sepolcro a tempietto; 33. Mausoleo e quadriportico di Romolo; 34. Sepolcro detto dei Servili; 35. Villa di Massenzio; 36. Circo di Massenzio; 37. Struttura detta Tempio di Proserpina; 38. Sepolcro a pianta circolare con absidi; 39. Sepolcro a pianta circolare; 40. Mausoleo di Cecilia Metella; 41. Castrum Caetani; IV-V miglio: Documentazione cartografica; Documentazione grafica e pittorica; Documentazione fotografica; 42. Mausoleo con targa trigonometrica; 43. Sepolcri a torre; 44. Nucleo di sepolcro; 45. Nucleo di sepolcro; 46. Nucleo di sepolcro; 47. Torretta medievale su strutture antiche; 48. Sepolcro detto di Servilio Quarto; 49. Sepolcro a dado; 50. Sepolcro a torretta; 51. Sepolcro detto di Seneca; 52. Mausoleo rotondo; 53. Sepolcro detto ad arco; 54. Sepolcro detto dei figli di Sesto Pompeo Giusto; 55. Struttura detta tempio di Giove; 56. Sepolcro di s. Urbano e Domus Marmeniae0; 57. Sepolcro dei Licini; 58. Sepolcro dorico; 59. Sepolcro di Ilario Fusco; 60. Sepolcro di Claudio Secondo Filippiano; 61. Colombario; 62. Sepolcro di Quinto Apuleio; 63. Sepolcro a tempietto; 64. Sepolcro dei Rabiri; 65. Nucleo di sepolcro; 66. Sepolcro a torre; 67. Sepolcro detto a festoni; 68. Sepolcro detto del frontespizio; 69. Nucleo di sepolcro; 70. Arco quadrifronte; 71. Strutture in laterizio e colombario; 72. Nucleo di sepolcro; 73. Sepolcro detto di Barica, Zabda e Achiba; 74. Nuclei di sepolcri; 75. Sepolcri a tempietto; 76. Mausoleo rotondo; 77. Strutture antiche; 78. Sepolcro detto a cuspide; VI-IX miglio: Documentazione cartografica; Documentazione grafica e pittorica; Documentazione fotografica; 79. Tumulo detto dei Curiazi; 80. Ustrinum; 81. Casale di S. Maria Nova su cisterna antica; 82. Mausoleo a piramide; 83. Sepolcro a torre; 84. Tumuli detti degli Orazi; 85. Cisterna a pianta circolare; 86. Villa dei Quintili; 87. Sepolcro detto con scala a chiocciola; 88. Casale su cisterna antica; 89. Sepolcro detto ad arco; 90. Torcular detto farmacia di S. Maria Nova; 91. Casal rotondo; 92. Mausoleo e torre selce; 93. Esedra sepolcrale; 94. Sepolcro a edicola; 95. Sepolcro detto del vaso di alabastro; 96. Struttura detta tempio di Ercole; 97. Sepolcro detto di Quinto Veranio; 98. Sepolcro detto Berretta del Prete; 99. Mausoleo detto di Gallieno; Cartografia; Conclusioni; Il dato numerico; divisione tipologica; divisione cronologica; divisione per miglia; Il dato archeologico; attendibilità del dato; l'elemento archeologico; La rappresentazione della via Appia Antica - Testimonianza artistica e documento storico; Appendice (Tabelle dei documenti); Bibliografia e fonti di archivio; Indice dei nomi; Indice dei luoghi

“Juristas Universales” es una obra fruto del esfuerzo de más de medio millar de especialistas procedentes de universidades de los cinco continentes. Partiendo de Roma, verdadera cuna del Derecho, recoge en cuatro volúmenes una historia biográfica de la ciencia jurídica desde mediados del siglo II a.C. hasta el final del segundo milenio. Se trata, sin lugar a dudas, de uno de los más ambiciosos proyectos editoriales jurídicos a nivel mundial y el más relevante jamás realizado en lengua española.
La obra comprende más de 1.000 biografías de juristas pertenecientes a la “familia romana” del Derecho en su sentido más amplio, dado que, además del Derecho continental europeo, incorpora los semblantes de prestigiosos juristas de Derecho angloamericano, escocés, canadiense, iberoamericano y de parte de los Derechos del este asiático, así como del Derecho sudafricano. El motivo impulsor de centrarse en los sistemas jurídicos que tienen como base común el Derecho romano se encuentra en que el gran reto de la ciencia del Derecho en Occidente es la integración de los dos sistemas jurídicos de mayor calado y protagonismo mundial, considerados tópicamente, pero con escaso fundamento histórico, irreconciliables: el Derecho continental europeo y el Derecho angloamericano.
“Juristas Universales” pretende contribuir a superar esta barrera artificial, pero real, entre dos sistemas jurídicos efectivamente distintos, pero no incompatibles, ofreciendo al lector una visión integrada a partir del Derecho romano y de la tradición del Derecho común medieval. En definitiva, de dos sistemas jurídicos que el mundo globalizado que nos ha tocado vivir pide que se armonicen. Coordinada por Rafael Domingo, catedrático de la Universidad de Navarra, “Juristas Universales” está dividida en cuatro volúmenes, con extensas introducciones a cada época con un total de más de 3.700 páginas y 500 ilustraciones. Cierran la obra unos cuidados índices (onomástico, de juristas biografiados y de autores) que facilitan el manejo de esta enciclopedia de juristas, llamada a ser la obra de referencia en el mundo de habla hispana.

"Simboli e miti di un casato: note tra immagini di storie
Antefatti: tra sacelli urbani e oratori campestri
Tra spazi vecchi e nuovi: l’esemplare committenza aristocratica di Francesco Bernardino Visconti
Sulle ceneri della domus di Cicco Simonetta: Bramante e Gaspare Ambrogio Visconti
Un’ancona indorata per Somma Lombardo e la bottega milanese di Antonio Raimondi
Il problema di Sant’Angelo Vecchio e di Bramantino
I figli di Gaspare Ambrogio Visconti: conservare la memoria di famiglia
I Visconti di Somma Lombardo committenti di Bernardino Luini al Monastero Maggiore
"

Dopo più di un secolo di tentativi critici di decifrare l’emblema prediletto di Isabella d’Este, la “Prima Donna del Rinascimento”, la sua medaglia è ancora un enigma.
Questo saggio nasce dal lavoro di ricerca compiuto a partire dal 1996 all’interno del Seminario di Tradizione Classica e Iconologia dell’Università di Ca’ Foscari di Venezia: in esso si presentano i risultati di un accurato spoglio dei dati e delle diverse interpretazioni avanzate fino a oggi.
Attraverso il confronto con alcuni esemplari di monete imperiali romane e un’accurata rilettura astrologica dei dati anagrafici di Isabella (finora mai considerati) si approda a una interpretazione coerente e completa della complessa simbologia dell’emblema isabelliano.

Discusses G. Gabrieli's work 'In Ecclesiis' and why it bridges  the Renaissance and Baroque periods. A study of key elements that are  characteristic of Renaissance music and the musical forms and devices that are found and developed in Baroque music.

The identification of the hand-writing of Andronicus Callistus in the manuscript Laur. 66, 31 allows us to ascribe definitely this recollecta to his school in Florence. Written down by the Byzantine scholar at f. 180v of his pupil’s notebook, the well-known epigram on Midas’ grave fulfills furthermore a specific didactic aim.

The first occurrence of the term «Renaissance» («Early Renaissance», to be more precise) is in the title of the essay on mythological subjects of the works of Botticelli that Aby Warburg draws from his thesis, published in 1893.

In order to investigate the meaning of «Renaissance» in Warburg’s thinking, I have studied all his essays, particularly the ones he had conceived as scientific publications, hence more thoroughly studied than the comments of his notebooks and the drafts of his articles. From the corpus of edited works, I focused on the most significant occurrences of «Renaissance», «Early Renaissance», «Middle Age», «Baroque» and derivative adjectives, but also on the context they appear in with respect to one another.

All passages from Warburg’s works (confronted with the original texts collected in the two volumes of Gesammelte Schriften, edited by Fritz Saxl in 1932), are quoted according to the Italian edition, published in 1966, with the translation by Emma Cantimori and under the supervision of Gertrud Bing.

My survey also has a second purpose: I will try and understand whether, from the implicit suggestions in Warburg’s dissertations, a cultural and ideological (as well as chronological) definition of «Renaissance» (which could be useful to us) can be achieved.

This paper gives a reading of the poem in ottava rima Libro chiamato dama Rovenza del Martello, printed in Venice in 1482, focussing on its main character, the young, beautiful pagan Rovenza, woman of marrying age, princess, extraordinary warrior, competent political and military leader. The representation of her character is viewed within the chivalric works of French matter of the XV century, in particular those dealing with Rinaldo da Montalbano. Rovenza is made to be absolutely outstanding: equipped with a hammer, she can defeat even the best paladins of Charlemagne, Orlando and Rinaldo. At the end of the story she is killed by Rinaldo. My claim is that at the beginning of the story the character of Rovenza challenges the traditional representation of women, instead her defeat is told using the traditional patterns of the old well known stories: in this way, what is extraordinary, dangerous and subverting is defused, the order is reaffirmed, as well as the capability of the traditional warriors of coping with the most frightening example of the Other: a warrior woman who desires to destroy Cristianity and to be the queen of their territories.

Questo studio indaga l'impresa fondativa della dinastia degli Sforza ed è la versione definitiva e ufficiale del saggio.
Nelle pagine di "Romagna Arte e Storia", infatti, il testo è andato erroneamente in stampa senza le correzioni apportate alle bozze e pertanto non risponde pienamente alle volontà della scrivente.

Eventi a margine di una mostra.
NOVENA
Bernardino e Francesco Zaganelli | Franco Pozzi – Nicola Samorì.
Storie di un Cristo portacroce acquisito tra varianti antiche e meditazioni contemporanee

> Le mani sul legno | Convegno
Sabato 26 febbraio, dalle 16.00 alle 18.00 | Chiesa di San Francesco

Nel penultimo fine settimana di apertura della mostra, un dialogo a più voci coinvolgerà diverse figure, dagli autori dei testi in catalogo, ai collezionisti, al restauratore. L'incontro, a partire dal dipinto recentemente entrato nelle collezioni comunali e dalla sua iconica ripetizione in una serie di varianti, ruoterà intorno all'attività di Bernardino e Francesco Zaganelli, alle dinamiche della loro nota bottega, in cui le quattro mani a volte si fondono altre si diversificano rendendo difficile, se non impossibile, l'attribuzione.
Sarà anche l'occasione per dar forma ad una mappa delle opere zaganelliane disperse dalla Romagna o ancora presenti sul territorio.

Introduzione e saluti dei curatori della mostra
Federico Settembrini assessore alla cultura Comune di Cotignola
Raffaella Zama insegnante e storica dell’arte.

Interventi
Massimiliano Fabbri conservatore Museo Civico Luigi Varoli
Giorgio Martini storico dell’arte
Alessandro Giovanardi storico e critico d’arte
Antonella Imolesi Pozzi già responsabile Fondi Antichi e Raccolte Piancastelli, Biblioteca Forlì
Michele Pagani restauratore
Massimo Pulini pittore, insegnante e storico dell’arte

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> Bernardino e Francesco Zaganelli, fratelli cotignolesi 'dipingevano' | Visita guidata
Domenica 27 febbraio
Ore 16 Chiesa di San Francesco e ore 17 Palazzo Sforza
a cura di Raffaella Zama con Federico Settembrini

La visita guidata permetterà di connettere due luoghi: la sede della mostra e del museo e la Chiesa di San Francesco, nella quale si conservano un prezioso affresco dei fratelli Zaganelli all’interno della “Cappella Sforzesca” e una Pietà a forma di lunetta che in origine sormontava una pala ora alla Pinacoteca di Brera.

This paper reports preliminary results of ongoing interdisciplinary research in digital humanities and animation. This research explores visualisation techniques (e.g., motion graphics, 3D animation, Non-Photorealistic Rendering) to empower the study of depicted objects in Renaissance treatises on architecture and engineering. The aim is to pioneer a method that can be adopted by both scholars in the humanities and practitioners in animation to 1) take advantage of available editions and scholarship via interactive online systems (e.g., Engineering Historical Memory); 2) map and decode visual information and knowledge embodied in manuscripts; 3) create philologically correct 3D models and storytelling to unfold narratives embedded in drawings. As a showcase, this paper used Francesco di Giorgio Martini's drawings of the Corinthian capital in the manuscripts Ashburnham 361 (Biblioteca Medicea Laurenziana, Florence) and Saluzzo 148 (Musei Reali, Turin).

The first occurrence of «Renaissance», and more precisely «Early Renaissance», is in the title of the essay on mythological subjects of the works of Botticelli, that Aby Warburg draws from his thesis, published in 1893. In order to probe the meaning of «Renaissance» in Warburg’s thinking, I have checked all his essays, in particular those he had conceived as scientific publications, more supervised than the comments of his notebooks and the drafts of articles. From the corpus of edited works, I have focused on the most significant occurrences of «Renaissance», «Early Renaissance», «Middle Age», «Baroque» and derivative adjectives, but also the context they appear in with respect to one another. All passages from the Warburg’s works, checked in the original texts collected in the two volumes of Gesammelte Schriften, edited by Fritz Saxl in 1932, are quoted according to the Italian edition, published in 1966, with the translation by Emma Cantimori and under the supervision of Gertrud Bing. In my survey I have also a second purpose: I will understand whether, from the implicit suggestions in Warburg’s dissertations, a cultural and ideological, as well as chronological, definition of «Renaissance» which could be useful to us, can be gained.