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The essay investigates the relationship between Pier Paolo Pasolini and Romania in relation to film production and the ethnomusical interests of the Italian artist and intellectual. The first part analyses some passages of the screenplay... more
The essay investigates the relationship between Pier Paolo Pasolini and Romania in relation to  film production and the ethnomusical interests of the Italian artist and intellectual. The first part analyses some passages of the screenplay of Oedipus Rex from the point of view of the use made of ancient Romanian folk melodies, probably known during a trip by the director to the Balkan land. Pasolini’s Romanian tour to set Oedipus Rex is linked to the Sopraluoghi in Palestina, a reportage on the Holy Land in preparation for the feature film The Gospel According to Matthew. This work by Pasolini is the inspiration for a film by filmmaker, born in Timişoara, Andrei Ujică, which is discussed in the second part of the paper.
Il saggio esamina una questione rimasta un po’ in ombra nella svevistica. L’attenzione verso la sfera politica da parte dello scrittore triestino si manifesta in particolare nel racconto "La tribù". Il testo mette a dimora l’idea della... more
Il saggio esamina una questione rimasta un po’ in ombra nella svevistica. L’attenzione verso la sfera politica da parte dello scrittore triestino si manifesta in particolare nel racconto "La tribù". Il testo mette a dimora l’idea della realizzazione di uno stato socialista. Il progetto si rivela fallimentare per l’incapacità dei membri di una ristretta comunità di lasciare da parte gli interessi privati a beneficio del bene collettivo. Resta il
fatto che nella profezia utopica di una nuova alba della storia, in cui «il pane, la felicità e il lavoro saranno di tutti», Svevo condensa il suo “manifesto” politico. L’intervento pone l’accento sul motivo velleitario dell’interna ribellione sociale dell’autore che qua e là percorre, tra slanci e delusioni, fede e disinganno, l’intero suo corpus letterario.
Riassunto: A partire dall'esame di un testo a margine come la Lettera del traduttore, l'articolo analizza la traduzione di Pier Paolo Pasolini del prologo dell'Agamennone di Eschilo. Il saggio approfondisce l'immagine centrale della... more
Riassunto: A partire dall'esame di un testo a margine come la Lettera del traduttore, l'articolo analizza la traduzione di Pier Paolo Pasolini del prologo dell'Agamennone di Eschilo. Il saggio approfondisce l'immagine centrale della Lettera: il paragone tra il traduttore e un cane che spolpa un osso. Questo accostamento allude al metodo usato dal traslatore, che si fonda su un approccio istintivo al testo, simile a quello di una bestia. Io penso che tale figura retorica sia stata suggerita a Pasolini dalla figura della vedetta di guardia sul tetto del palazzo degli Atridi, la cui solitaria veglia notturna è accostata alla derelitta condizione di un cane. Pasolini trova nell'associazione tra uomo e cane fatta da Eschilo all'inizio della sua trilogia (Orestea) una formula espressiva assai congeniale alle sue corde. Tale analogia, infatti, è adoperata in diversi punti della sua intera produzione di scrittore per indicare l'emarginazione dell'intellettuale. L'immediata vicinanza che il poeta contemporaneo avverte con il mondo canino implica un'inconscia immedesimazione del traduttore nel disagio del personaggio eschileo. Questa compenetrazione tra sfera umana e sfera animale spiegherebbe il taglio libero e personale di alcune scelte interpretative del monologo introduttivo della tragedia greca; e renderebbe ragione del perché Pasolini intendesse riutilizzare il prologo dell'Agamennone da lui tradotto in un capitolo del romanzo postumo Petrolio.
This essay rediscovers Giorgio Bassani’s critical point of view about vulgarization and deformation operation carried out by Italian artists from the repertoire of the Sicilian writer. In a paper published in a magazine (“Il mondo... more
This essay rediscovers Giorgio Bassani’s critical point of view about vulgarization  and deformation operation carried out by Italian artists from the repertoire of the Sicilian writer. In a paper published in a magazine (“Il mondo europeo”) in 1947, entitled Giovanni Verga and the  cinema, the writer from Ferrara discusses the ‘misfortune’, as it were, of this great novelist among his readers. Instead, Alessandro Manzoni would be the inventor of the perfect rule of popularity. Verga, on the contrary, would have little success because of the epicity of his works. Despite the closed nature of the writer from Vizzini, which is reflected in the gray settings of his pages, some characters have become part of the mythical heritage of the Italians: for example I Malavoglia, Cavalleria rusticana and La Lupa. Even after Bassani’s death (2000) these masterpieces were adapted for the cinema. So Bassani was both a witness and a prophet of Verga’s cinematic fashion. The famous author of Giardino dei Finzi Contini highlighted both the causes and the limits of this cinematic fashion. In
particular, Bassani writes that to love Verga’s masterpieces the Italians had to read them in commercial  transcriptions and distorting arrangements
Nel suo saggio, Salvatore Francesco Lattarulo analizza l’uso della metafora del ‘genocidio’ da parte di Pasolini quale categoria per analizzare la crisi del mondo capitalistico. Come ben evidenziato dall’autore, il paradigma del... more
Nel suo saggio, Salvatore Francesco Lattarulo analizza l’uso della metafora del ‘genocidio’ da parte di Pasolini quale categoria per analizzare la crisi del mondo capitalistico. Come ben evidenziato dall’autore, il paradigma del ‘genocidio’, che si lega saldamente – nella lettura pasoliniana – con il fenomeno storico della Shoah, ancora più di «mutazione “antropologica”» e «omologazione “culturale”», in precedenza usate dallo stesso Pasolini, ben si adatta a descrivere quella sorta di olocausto di una civiltà, ammaliata dalle sirene del progresso economico.
The poet’s room is a frequent theme in Italian poetry. This place alludes to the solitude, imprisonment, melancholy, existential and emotional suffering of the lyric self. The room serves as scriptorium and think tank; it’s a place from... more
The poet’s room is a frequent theme in Italian poetry. This place alludes to
the solitude, imprisonment, melancholy, existential and emotional suffering of the lyric self. The room serves as scriptorium and think tank; it’s a place from wich the poet takes an alienated point of view on reality. From his bedroom window the subject becomes an inert (and participating in his own way) spectator of life that is always the same outside. This topos is particularly prolific in the writing of Umberto Saba that collects inheritance of a vast poetic tradition. Of this tradition we will analyze the cases of three poets: Dante, Petrarca and Leopardi. They are the well-known models of his literary imagery
In "Alla ricerca di Verga nel Novecento", Guido Baldi assimila alcune figure del romanzo moderno, che, in obbedienza a una definizione tanto ortodossa quanto inflazionata, si dicono «inetti» (tra cui Alfonso Nitti ed Emilio Brentani), a... more
In "Alla ricerca di Verga nel Novecento", Guido Baldi assimila alcune figure del romanzo moderno, che, in obbedienza a una definizione tanto ortodossa quanto inflazionata, si dicono «inetti» (tra cui Alfonso Nitti ed Emilio Brentani), a «un tipo d’uomo frutto della crisi dell’identità virile verificatasi tra fine Ottocento e primi del Novecento». All’interno di una ricerca che intende sondare la funzione Verga nella narrativa del secolo scorso si tratta dell’unico cenno a Italo Svevo laddove la lente del critico inquadra da vicino scrittori più tradizionalmente letti nel solco del maestro siciliano, da d’Annunzio a Pirandello, Pavese, Fenoglio, Tozzi.
The essay analyzes the “Dante-function” in Dino Buzzati’s works. The most evident case of reuse by Buzzati of the Comedy model in a contemporary key is certainly the long story, almost a short novel, Viaggio agli inferni del secolo. New... more
The essay analyzes the “Dante-function” in Dino Buzzati’s works.
The most evident case of reuse by Buzzati of the Comedy model in a
contemporary key is certainly the long story, almost a short novel, Viaggio agli
inferni del secolo. New elements of comparison with the first canticle of the
medieval poem are highlighted here from this well-known text. Completely
new is also the attempt to read from an “infernal” perspective Buzzati’s novel
A love affair, the story of a carnal and desperate passion, which can recall the
vice of lust, chosen by Dante to represent the first actual encounter with sin.
L'articolo analizza il rapporto tra Penna e Saba sullo sfondo della controversa peruginità del primo
L’ultimo romanzo di Gabriele Frasca (Dai cancelli d’acciaio) è un plurivoco organismo diegetico che mescida digressioni spazianti dalla teologia alla filologia alla psicanalisi al cinema alla televisione alla politica all’economia... more
L’ultimo romanzo di Gabriele Frasca (Dai cancelli d’acciaio) è un plurivoco organismo diegetico che mescida digressioni spazianti dalla teologia alla filologia alla psicanalisi al cinema alla televisione alla politica all’economia all’arte alla musica. L’opera si presenta come un tracimante alveo letterario in cui confluiscono i più disparati apporti della tradizione, nello spirito di
un’esasperata intertestualità che è da sempre congeniale all’autore. Il fluviale citazionismo — in particolare la rilettura della prima cantica del poema dantesco — costituisce l’elemento di spicco della strategia compositiva. La tecnica discorsiva del libro nel libro riattiva un longevo archetipo della moderna narrativa europea. Il magmatico serbatoio delle fonti riadattate da Frasca, all’interno di una serrata dialettica tra oralità e scrittura, suono e segno, è funzionale a fornire una chiave interpretativa del babelico clima socio-culturale della civiltà del nostro tempo.
Salvatore Francesco Lattarulo prende in considerazione il ‘caso’ Pusterla e il suo rapporto, da autore e traduttore, con lo scrittore francese Philippe Jaccottet.
Per aggredire più da vicino l’oggetto scelto come titolo di questo intervento è opportuno se non necessario ricostruire la sofferta genesi e la complessa stratigrafia editoriale di quel grande libro sulla grande guerra – mi sia perdonato... more
Per aggredire più da vicino l’oggetto scelto come titolo di questo intervento è opportuno se non necessario ricostruire la sofferta genesi e la complessa stratigrafia editoriale di quel grande libro sulla grande
guerra – mi sia perdonato il bisticcio – che Clemente Rebora ha avuto in animo di dare alla luce ma che è rimasto sempre allo stadio di canovaccio informe e incompleto.
During last years of his life, Beppe Fenoglio wrote a book of epigrams. It’s the only case of poetical writing in Fenoglio’s complete works. Usually this collection of poems hasn’t met with the favour of the critics. In particular most of... more
During last years of his life, Beppe Fenoglio wrote a book of epigrams. It’s the only case of poetical writing in Fenoglio’s complete works. Usually this collection of poems hasn’t met with the favour of the critics. In particular most of the critics analysed the relationship between Fenoglio and Marziale. Instead in this essay the author compare the Italian writer’s epigrams with his first short tales.
"Chiamami maestro. Vita e scrittura con Girolamo Comi" (Manni, San Cesario di Lecce 2008) di Donato Valli è un diario segreto di memorie intime. Il critico salentino vi racconta con fare disinvolto e asciutto la sua lunga e intensa... more
"Chiamami maestro. Vita e scrittura con Girolamo Comi" (Manni, San Cesario di Lecce 2008) di Donato Valli è un diario segreto di memorie intime. Il critico salentino vi racconta con fare disinvolto e asciutto la sua lunga e intensa amicizia con il poeta-barone di Lucugnano. Sulla falsariga di quell’affettuoso amarcord si prova a dire in queste pagine di un’altra relazione tra anime sensibili, cuori aperti e intelligenze larghe. A dare la misura di un discepolato fatto di umanità e scrittura in presa diretta, di un discorso complice intorno alla letteratura in grado di fare a meno della letteratura. Il ‘maestro’ in questione è Cristanziano Serricchio. Maestro di parola, di stile, di vita. Il poeta garganico è stato un interlocutore discreto ma continuo di chi scrive, negli ultimi tempi della sua lunga esistenza.
Aver compiuto un pezzetto di cammino insieme, lungo il viale del suo brusco ma dolcissimo crepuscolo, è un acquisto perenne per chi ha avuto la fortuna di rimanere al suo fianco.
Per usare una formula presa di peso dalla più stretta attualità, si dirà che Pietro Gatti, poeta del secolo scorso di Ceglie Messapica, è stato un esodato della società delle lettere.
Quello di Nelo Risi è un esempio interessante di poeta-cineasta che ha praticato i più diversi generi dell’arte in pellicola. Il filo rosso che lega questo ventaglio di lavori è il racconto poetico per immagini. «La strada più lunga»... more
Quello di Nelo Risi è un esempio interessante di poeta-cineasta che ha praticato i più diversi generi dell’arte in pellicola. Il filo rosso che lega questo ventaglio di lavori è il racconto poetico per immagini. «La strada più lunga» (1965) costituisce forse una delle opere meno note di questo filone. Si tratta di una riduzione girata in bianco e nero per il piccolo schermo del romanzo «Il voltagabbana» di Davide Lajolo. È la storia di Michele, un fascista della prima ora che, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre, registra dentro di sé la crisi di quei valori in cui aveva fin lì creduto. Decide così di non aderire alla Repubblica di Salò e di passare dalla parte della lotta partigiana. È un caso di lettura artistica della vicenda resistenziale in controtendenza rispetto alla mitografia celebrativa egemone in molta parte del cinema e della letteratura di guerra. Nel mio intervento mi propongo di istituire un confronto tra la versione filmica e il pattern narrativo di Lajolo.
Si può senz’altro dire che Sandro Penna ha scoperto la poesia dentro lo scompartimento di un vagone ferroviario. "[La vita... è ricordarsi di un risveglio]" rappresenta in assoluto la stazione di partenza del suo lungo viaggio interiore... more
Si può senz’altro dire che Sandro Penna ha scoperto la poesia dentro lo
scompartimento di un vagone ferroviario. "[La vita... è ricordarsi di un risveglio]" rappresenta in assoluto la stazione di partenza del suo lungo viaggio interiore nel mondo trasognato e ovattato della scrittura.
Letto durante la V Giornata siciliana di Studi ispanici del Mediterraneo (Roma-Enna-Palermo, 15-17 dicembre 2014), organizzata dall’Associazione casa caribana, in collaborazione con le Università di Roma Tre ed Enna Kore, con l’Istituto... more
Letto durante la V Giornata siciliana di Studi ispanici del Mediterraneo (Roma-Enna-Palermo, 15-17 dicembre 2014), organizzata dall’Associazione casa caribana, in collaborazione con le  Università di Roma Tre ed Enna Kore, con l’Istituto Cervantes di Palermo e l’Istituto italiano italo-americano, questo saggio esamina una sezione dell’ultima raccolta di Gabriela Mistral, Lagar (1954), che risente degli echi del secondo conflitto mondiale, della sanguinosa dittatura franchista e dell’inquietante clima della Guerra fredda. Nelle tre liriche prese  in esame emergono, sullo sfondo della tormentata riflessione sulla violenza delle armi, i motivi più cari all’immaginario della grande poetessa cilena, che settanta anni fa veniva insignita del Nobel per la letteratura: la cultura contadina, la maternità e la fede cristiana. Sicché questi testi rileggono il tema angoscioso della guerra attraverso un tortuoso itinerario che riconduce l’io lirico alle origini del suo mondo reale e interiore e alle sorgenti delle sue matrici identitarie.
Rhyming dictionaries are special vocabularies where headwords consist only of endings. In Italy the first paper models of these particular dictionaries were published in the sixteenth century. Generally on line they have a pedagogic aim... more
Rhyming dictionaries are special vocabularies where headwords consist only of endings. In Italy the first paper models of these particular dictionaries were published in the sixteenth century. Generally on line they have a pedagogic aim or a role of games. By spreading in Internet rhyming dictionaries satisfy new generations’artistic needs and allow survival of a lexical pattern nowadays become anachronistic because of success in the contemporary poetry of blank verse
The analysis of the lexicon used in professional journalism shows that the langauge of the press is a complex machine endowed with well-oiled mechanisms developed over a long period of time. This professional vocabulary is born in the... more
The analysis of the lexicon used in professional journalism shows that the langauge of the press is a complex machine endowed with well-oiled mechanisms developed over a long period of time. This professional vocabulary is born in the newspaper offices, where journalistic jargon is not fossilised but instead a rich and living communicative code,
which signifies a sense of belonging
Ever since the appearance of his first poetic collection, La Frontiera, the work of Vittorio Sereni has been in some sense compared and likened to that Eugenio Montale. The authors’ connection has shed light upon the human and artistic... more
Ever since the appearance of his first poetic collection, La Frontiera, the work of Vittorio Sereni has been in some sense compared and likened to that Eugenio Montale. The authors’ connection has shed light upon the human and artistic experience of the poet from Luino. Indeed, one of the most striking points of likeness with Montale's work derives from the use of Montale's novel in verse by which Sereni has come to define and analyze hisown poetry
In the second part of his life Arthur Rimbaud settles in Ethiopia where he devotes himself to trade of guns. Is this second life a treachery of his poet’s original calling? In Una stagione all’inferno (A season in hell), a film made by... more
In the second part of his life Arthur Rimbaud settles in Ethiopia where he devotes himself to trade of guns. Is this second life a treachery of his poet’s original calling? In Una stagione all’inferno (A season in hell), a film made by Nelo Risi, that’s to say the poet and the trafficker, are linked together in a close relationship of reciprocity. Risi paints the portrait of a man who lives and dies in the ways of a poet also in the sands of Africain desert
This essay aims to focus upon a specific technical excerpt and its lexicon, as well as upon the poetic code which relates to a kind of a Mediterranean linguistic koiné. So, too, I shall consider a poetic Ur-Sprache in terms of the success... more
This essay aims to focus upon a specific technical excerpt and its lexicon, as well as upon the poetic code which relates to a kind of a Mediterranean linguistic koiné. So, too, I shall consider a poetic Ur-Sprache in terms of the success it has thus far achieved. The underlying idea is that of a diachronic dictionary of poeticc “res”, which considers how certain special terms have been appropriated and adopted by some modern and contemporary authors, who have thus created their own singular meta-poetic vocabulary
Lexical analysis of Dino Campana’s work shows that he is theItalian poet who, during the first half of the last century, used the wordmediterraneo the most. This is truly surprising if one considers his reputationfor being a Nordic,... more
Lexical analysis of Dino Campana’s work shows that he is theItalian poet who, during the first half of the last century, used the wordmediterraneo the most. This is truly surprising if one considers his reputationfor being a Nordic, barbaric, and Germanic poet. Genoa is the Mediterraneancity that the poet from Marradi loved the most. “Barche amorrate” is the titleof one of his poems where the word amorrate comes from the Genoese dialect
L’Esperienza (Experience, 1948) can truly be considered the first stage of Nelo Risi’s (b. 1920) poetic career. However, this early work of his was poorly received when it first came out. Some poems of this collection were included in... more
L’Esperienza (Experience, 1948) can truly be considered the first stage of Nelo Risi’s (b.
1920) poetic career. However, this early work of his was poorly received when it first came out. Some poems of this collection were included in two later editions of a book by the title Polso Teso (Strained Wrist), in the section entitled Le Vacche Magre (Lean Cows). This editorial decision marked the author’s willingness to use his first real poetic work as the starting point of his solid and personally chosen literary journey. However, as a detailed analysis of L’Esperienza reveals, the lyrical onset of the author is still heavily influenced by the literary tradition. As a result, the first section of the
book, La Tenda (The Tent), comprises elements borrowed from Giuseppe Ungaretti’s Il Porto Sepolto (The Buried Harbour) and Vittorio Sereni’s Diario d’Algeria (Algerian Diary). All of this is in stark contrast with the author’s actual aim, which is to distance himself from literature in order to embrace reality. In particular, the common topos of ‘tent’, which is a narrow and precarious space, becomes the sign of the poet’s permanent condition of imprisonment and also exile after the war. Therefore,
homecoming is a problematic occurrence because it is very difficult for the poet to return, to come back to himself and thus regain his primary identity.
Ultimo dei ‘lombardi’, il ticinese Fabio Pusterla si attesta lungo una linea tutta sua, pur incrociando tanto l’itinerario creativo degli interpreti iniziali ed epigonali del gruppo anceschiano quanto la lezione dei classici del... more
Ultimo dei ‘lombardi’, il ticinese Fabio Pusterla si attesta lungo una linea tutta sua, pur incrociando tanto l’itinerario creativo degli interpreti iniziali ed epigonali del gruppo anceschiano quanto la lezione dei classici del Novecento, da Montale a Fortini. Entro questa trama di relazioni plurime, il poeta di Mendrisio fotografa con la sua più recente raccolta, Corpo stellare (Marcos y Marcos, Milano 2010), sulla scia di quelle precedenti, gli esiti più bui della crisi strutturale di questi anni (politica, sociale, etica), riportando di contro in emersione i resti dispersi non già di un’epoca ma di un’era che precede la modernità e la storia stessa dell’uomo.
Lo scorso marzo l’editore Manni ha pubblicato l’opera omnia di Pietro Gatti, di cui tra qualche mese cadrà il decennale della scomparsa. Non tutti i testi del poeta ‘dialettale’ di Ceglie Messapica, morto il 27 luglio del 2001, all’età di... more
Lo scorso marzo l’editore Manni ha pubblicato l’opera omnia di Pietro Gatti, di cui tra qualche mese cadrà il decennale della scomparsa. Non tutti i testi del poeta ‘dialettale’ di Ceglie Messapica, morto il 27 luglio del 2001, all’età di ottantotto anni, sono stati inseriti nei due volumi. Circolano ancora, infatti, diversi suoi inediti, benché l’antologia manniana ne abbia resi noti alcuni. Lo prova, ad esempio, una significativa lirica in forma
dattiloscritta, inviata da Gatti a uno dei rarissimi concorsi a cui partecipò, nella quale il poeta descrive con accenti particolarmente aspri e rancorosi il controverso rapporto con il suo borgo selvaggio. Le pagine che seguono prendono le mosse anche da questo testo emblematicamente rappresentativo della tematica messa a fuoco nel presente volume di
«incroci». La rivista torna così ad occuparsi di Gatti a quasi dieci anni di distanza, da quando pubblicò nel numero di gennaio-giugno del 2001 (con una nota introduttiva di Lino Angiuli) una serie di liriche composte dal poeta cegliese durante la malattia, anche queste ultime rimaste poi fuori dall’opera completa.

And 3 more

La "ville lumière" è stata, a vario titolo, a inizio Novecento la calamita delle inquiete ambizioni artistiche di significativi esponenti della poesia pugliese, nel solco di un costume nazionale ― pare fin troppo scontato sottolinearlo... more
La "ville lumière" è stata, a vario titolo, a inizio Novecento la calamita
delle inquiete ambizioni artistiche di significativi esponenti della
poesia pugliese, nel solco di un costume nazionale ― pare fin troppo
scontato sottolinearlo ― ampiamente diffuso in quel torno di tempo.
E tuttavia, molti di loro, per non dire tutti, dopo aver visto accendersi,
grazie anche all’effetto sprovincializzante del soggiorno nella
metropoli francese, le luci della notorietà letteraria, sono stati via via
risucchiati in una specie di cono d’ombra, come il brindisino
Giuseppe Lanza del Vasto, che cantò nella lingua di Mallarmé «le
chiffre des choses».
Una storia della poesia pugliese in lingua del Novecento attraverso una selezione di testi, introdotta e commentata dall'autore
L’epistolario dello scomparso poeta dauno assemblato in questo volume si compone di due parti. La prima contiene lettere, ordinate cronologicamente, con l’indicazione del luogo e della data; la seconda include lettere senza data (ma... more
L’epistolario dello scomparso poeta dauno assemblato in questo volume si compone di due parti. La prima contiene lettere, ordinate cronologicamente, con l’indicazione del luogo e della data; la seconda include lettere senza data (ma verisimilmente inscrivibili grosso modo nello stesso arco di tempo qui considerato).
Al lettore avveduto non sfuggirà che il titolo della presente introduzione al mio volume, "Dialoghi murattiani", è debitore a uno dei romanzi più noti di Italo Calvino. Questo prestito lessicale può avvalersi peraltro della tacita... more
Al lettore avveduto non sfuggirà che il titolo della presente introduzione al mio volume, "Dialoghi murattiani", è debitore a uno dei romanzi più noti di Italo Calvino. Questo prestito lessicale può avvalersi peraltro della tacita malleveria dello stesso autore delle "Città invisibili". Voglio dire che nella presentazione al suo libro Calvino Letteratura di una avverte che intende “offrire uno spunto di riflessione che vale per ogni città o per la città in generale”.
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"2 Pasolini" è il titolo della pellicola dedicata da Ujica a quella che è forse l'opera più significativa della cineteca del maestro italiano, ovvero "Il Vangelo secondo Matteo". Il cineasta di Timisoara ricostruisce le fasi... more
"2 Pasolini" è il titolo della pellicola dedicata da Ujica a quella che è forse l'opera più
significativa della cineteca del maestro italiano, ovvero "Il Vangelo secondo Matteo". Il
cineasta di Timisoara ricostruisce le fasi preparatorie del lungometraggio pasoliniano,
confluite nei noti "Sopralluoghi", il reportage compiuto in Terra Santa sulle orme dei
luoghi della vita, predicazione e passione del Messia. Pasolini era alla ricerca di un
paesaggio povero, desolato e martoriato in cui ambientare la vicenda evangelica. E tale in
fondo è il profilo della nazione di origine di Ujica, dove, attraverso la mediazione di
Pasolini, Cristo sembra essersi idealmente e spiritualmente fermato.
Due recensioni apparse sul medesimo numero di Incroci