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LUIGI MORETTI ARCHITETTO DEL NOVECENTO SAPIENZA, UNIVERSITÀ DI ROMA DIPARTIMENTO DI STORIA DELL'ARCHITETTURA, RESTAURO E CONSERVAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI Atti del convegno Roma, 24-25-26 settembre 2009 a. cura di Corrado Bozzoni, Daniela Fonti, Alessandra Muntoni Comitato scient~ifi~co: Corrado Bozzoni, Gianfranco Cimbolli Spagnesi, Francesco Paolo Fiore, Daniela Fonti, Giorgio Muratore, Alessandra Muntoni, Giancarlo Palmerio, Stefania Portoghesi Tuzi Coordinamento redaxional e: Maria Rita Intrieri GANGEMI h EDITORE Si ringrazia: - I1 Dot,t. Agostirio Atta.iiasio,Soprintendente dell'ACS, Roma e 1'Arch. Tornrnaso Magnifico, curat,ore dell'Archivio h4oretti Magnifico, per la gentile coricessione del materiale illustrativo; - 11 Prof. Lucio Valerio Barbera, Preside della Prima Facoltà di Archikttura della Sapienza Università di Roma e il Prof. I3encdetto Todaro, Preside della Facoltà di Architettura "Valle Giulia" della Sapienza Università di Roma, il personale del Dipartimento di Storia dell'Architettura, Restauro e Conservazione dei Reni Architettonici per aver organizzato il Convegno e 1'Arch. Francesco Muccioli per averne delineato la linea grafica; - I1 Dottorato di Storia delllArchitettura eJ$estauro, l'Ordine degli Architetti CCP di Roma e Provincia per aver sosteriutol'iizhtiva; la Regione Lazio. il Comune di Roma, il Comune di Santa Marinella, i1 Comune di Fiuggi, il Comime di hlilano, il Comune di Sperlonga, I'American Academy in Rome per averla patrocinata; - i coniponenti dello Studio Moretti e inparticolare 1'Arcl.i.Lucio Causa per la sua affettuosa adesione al nostro lavoro O Proprietà letteraria riservata Gangemi Editore spa Piazza San I'antalco 4, Roma W-ww.gaiigemiedirore.it Nessuna parte di quesra puhblicaaione può essere memori.zata, fotocopiata o comunque riprodotta senza le dovute aiitori7.7.azioni. ISRN 978-88-492-2200-5 In copertina: I.uigi Moretri, Casa del balilla di 'liastevere, Koina. Spazio di lerrura all'aperco, reinpera su cartoiie, cm 78,8 x 72. Archivio hdorecci Magnifico, Roma Il volume è stato realizzato con i fondi del I>ipartirnerit« di Storia dell'Architerrura. Kertauro e Coniervazione dei Beni Archirrttotiici 1,iripi A4orett.i al Foro I\ Jussolirii. L a Pe1estr;r (le1 Duce e altri irietliti Piero Cimbolli Spagnesi La Palestra del Duce è stata un'occasione per affrontare Moretti, soprattutto per avviare un discorso sul Foro Mussolini a partire dalla realtà concreta delle sue architetture, a sila volta riguardata - va detto in chiaro - a partire dall'intera architettura di Roma fascista intesa così come lo è sempre stata, per esempio, l'architettura di Roma del Rinascimento, del Barocco o di Roma umbertina'. Che fino a ora questo modo di studiare sia stato applicato dai contemporaneisti con difficoltà a questo tema, è un dato di fatto: perché in particolare nel nostro ambito, al fondo, l'intero argomento del fascismo non è stato mcora affrontato criticamente e con la dovuta serenità, nonostante la sua concretezza politica sia morto da tempo e la sua conoscenza approfondita sia già stata avviata da più di cinquant'anni. Per questo, quindi, fanno affrontati a fondo e senza remore cultiirali anche gli archivi fascisti, così come a suo tempo fece il primo analista vero del periodo nel campo della storia generale, Renzo De Felice, e tanti suoi allievi in seguito. Se, dunque, Luigi Walter Moretti, la sua opera, i suoi committenti e tante altre vicende dell'architettura durante il ventennio del fascismo possono essere studiati come s'è già fatto per quasi un secolo per tanti altri artefici e per i relativi committenti, sui loro diversi ambienti e i relativi contesti (da Bramante e Giulio I1 a tanti altri), anche per lui è utile procedere dall'avvio, cioè dal tempo della sua formazione. Solo affrontando tutto questo e altro ex-novo, ma in questa chiave, è possibile afferrare dall'inizio il tanto ancora poco considerato e soprattutto una delle chiavi di lettura più profonde del suo lavoro, fondamentale per comprenderne anche i vari momenti diversi relativi. Nel caso specifico, la formazione di Moretti - oltre a quella da autodidatta nella biblioteca di casa e a contatto col padre Luigi Rolland, architetto prima di lui - va esaminata a partire almeno dagli anni del liceo a Roma, presso i Fratelli delle Scuole Cristiane del collegio S. Giuseppe De Merode a piazza di Spagna, dove il pensiero di Cartesio e Pasca1 erano cardini fondamentali dell'insegnamento già da tempo. Ambedue i filosofifrancesi ebbero, infatti, un'influenza particolare sul giovane in anni cruciali per la definizione del suo carattere quando, nel primo ventennio del Novecento, nella scuola in questione proprio Cartesio in particolare era affrontato per tramite del suo Discorso s7,L metodo, dove tra l'altro egli così recitava: «...spesso non v'è tanta perfezione nelle opere composte di vari pezzi e fatt.tidalle mani di diversi maestri, quanta ve n'è in quelle lavorate da imo solo. Così si vede che gli edifizi iniziati e compiuti da un solo architetto sono di solito più belli e meglio ordinati di queiii che molti hanno cercato di riadattare, servendosi di vecchie murature che erano state costruite ad altri fini. Così quelle antiche città, che, non essendo state all'inizio che dei villaggi, sono diventate, col volger del tempo, grandi, sono ordinariamente così male squadrate, al confronto di quegli spazi regolari che im ingegnere traccia a suo gusto in ima pianura, che, sebbene gli eciifii, considerati ciascuno a parte, rivelino altrettanta o anche maggiore arte degli altri, pure nel vedere come sono disposti, qui uno grande, là un altro piccolo, e come rendono le vie sinuose e ineguali, si direbbe che la fortuna pii1 che la volontà di alcuni dotati di ragione, li ha così collocati. E se si considera che vi sono stati tiittavia in ogni tempo degl'impiegati addetti alla cura degli edifizi privati, per farli servire d'ornamento pubblico, si vedrà bene che è difficile, per chi non lavora che sulle opere altrui, di far tleile cose beri finite»-. Lu,igi Moretti al Foro Mussoliwi. L u I>ulestrudel Duce e altri inediti 331 È noto quanto queste parole erano finalizzate alla riforma delle metodiche d'indagine delle scienze naturali del momento loro; è però altrettanto vero che ancora al tempo della formazione di Moretti, oltre a sintetizzare comunque lo spirito razionalista di quando erano state pensate, esse ancora perpetuavano il carattere intellettualistico del Rinascimento, particolarmente vivo tre secoli dopo in tutt'Europa e in particolare in Italia. Per questo Moretti avrebbe tratto, non a caso, altrettante suggestioni anche dall'opera di Pascal: tra quelle individuabili a posteriori, il dualismo tra ragione e fede e il conseguente dramma interiore conseguente il loro contrasto reciproco, lo studio dell'esistere umano in funzione da un lato delle discipline storiche per tramite di documenti già dati e dall'altro delle discipline scientifiche fondate sul solo ragionamento; poi, l'idea di istruzione senza posa dell'uomo nel corso del tempo, il rinvenimento nei contemporanei di tutta la sapienza degli antichi nel momento in cui la realtà odierna esisteva già da prima di essere conosciuta, il concetto che la sapienza umana non fosse incrementabile per via di progresso, ma per tappe successive finalizzate alla fede e alla grazia: due mete utili per affinare l'agilità e la forza dello spirito anche se nella coscienza piena della limitatezza dei propri mezzi umani, comunque utili alla preparazione dello slancio finale '. È un dato di fatto che tutti questi temi siano sempre ricorrenti nell'intera opera di Moretti, tanto in qiiella artistica quanto in quella letteraria, considerato che egli intese la sua professione sempre proprio in questa scia di pensieri. Come nei primi anni Trenta del Novecento, ancora oggi il Foro Mussolini è uno degli ingressi a Roma da Nord, anche se non più nelle forme che avrebbero voliito il duce, il presidente dell'opera Nazionale Balilla Renato Ricci e quanti lavorarono per loro. Sul Foro immaginato e solo avviato da Enrico Del Debbio è già stato scritto, su quello progettato dopo di lui da Moretti è stato detto altrettanto, mentre delle relative parti costruite è stato detto molto poco !Per avviare una conoscenza vera di tutto questo bisognerebbe partire da lontano, dall'inizio dei cantieri e dai momenti immediatamente successivi. Tra le tante vicende in sospeso su tempi e modi dell'awio del complesso, una tale nuova partenza potrebbe chiarire, per esempio, la presenza di un disegno in particolare tra le carte di Moretti, in particolare tra quelli per il Piazzale deU'Impero. 1. Costantino Costantini. allineameriti dell'obelisco al tennine deil'area del futuro piazzale dell'impero. con la prosecuzione dell'asse longitudinale di viale Angelico, ACS, Fondo Moretti, prog. 3717711 verso Perche da questo elaborato risulta che in un dato momento Costantino aveva posizionato inCostantirii - l'ingegnere che ha più edificato al Foro tenzionalmente il suo obelisco di snodo tra le direzioni dei due diversi complessi già realizzati (quello del Palazzo delle Terme e dell'Accademia di Musica e quello dell'Accademia di Educazione Fisica) - uno dei poli dello stesso viale dell'Impero realizzato in seguito - in funzione soprattutto della prosecuzione ideale dell'asse di viale Angelico piegato a partire dall'obelisco e che si intendeva proseguire in direzione di ponte Milvio (fig. 1). Detto in maniera schematica, questo modo di utilizzare l'obelisco in questione come ima cerniera tra percorsi con direzioni diverse, riletta a posteriori, sembra quasi ricalcare una maniera cinquecentesca romana tipica d'età controriformista: quella di papa Sisto V Montalto Peretti, in ogni caso molto nota al duce, comunque impiegata da Costantini per segnare l'ingresso a Roma in direzione del Vaticano in alternativa all'altro ingresso nuovo che negli stessi anni avrebbe dovuto sostituire l'aritica via Flaminia: il futuro ponte XXVIII Ottobre, oggi di Corso Francia, di Armando Brasini. LA PALESTRA DEL DUCE A proposito del Palazzo delle Terme di Costantini (oggi Palazzo delle Piscine CONI) e dei suoi rimandi a vario titolo a un settore molto particolare dell'architettura del periodo, quella cosiddetta navale, il discorso potrebbe essere vasto soprattutto riguardando alle tante diverse soluzioni impiegate nella grande piscina, nei suoi impianti e negli spazi collegati. Ai fini della comprensione del lavoro di Moretti, vale solo la pena notare che la Palestra è tutt'ora parte inscindibile del Palazzo in qiiestione, al primo piano e sul retro, affacciata da un lato verso il circolo, lo stadio del tennis e il colle della Camilluccia e dall'altra nascosta dai mosaici di Antonio Canevari sul lato corto opposto all'ingresso della vasca da 50 m. Trasformato in sala convegni alla metà degli anni Settanta del XX secolo, la Palestra ideata da Moretti non è più quella delle foto in bianco e nero sulla rivistaArchitettura del 1940, in un noto articolo che la celebrava a quattro anni dal suo completamento "(fig. 2). D'altra parte, anche nel caso dell'architettura contemporanea - così come è stato riconosciuto da tempo per quella di Medioevo, Rinascimento e Barocco - le trasformazioni ne hanno ampiamente modificato la realtà d'origine. A prescindere dal breve tempo trascorso dalla sua costruziorie, in questo caso ciò è accaduto in maniera particolare per una sorta di cieca rimozione cultixale, operata con annullamenti veri e propri della storicità di quest'opera dal dopoguerra a oggi, in quanto testimonianza simbolo di una realtà da dimenticare. Nonostante ciò, un rdievo esatto del suo stato attuale ancora può raccontare di fatti quasi sconosciuti, in aggiunta sostanziale ai pochi noti in fondo solo dalla pubblicistica del tempo. Per esempio, che le lastre di marmo pavonazzetto che ne rivestono diverse pareti non sono tutte uguali, come appaiono invece nei disegni schematici pubblicati. Tranne l'ultima fila in alto di chiusura (49 cm), esse sono di altezze tutte uguali (64 cm), ma sono di larghezze diverse a seconda che appartengano alle dile pareti che individuano i lati principali del vano maggiore (122 cm) - dove tali lastre sono in ogni caso tutte identiche fra loro - al setto di separazione tra il medesimo vano maggiore e i locali di servizio sii1 retro (1 10 cm), oppure al setto libero più piccolo tra il corridoio d'ingresso e ancora il vano maggiore (103 cm). Una fascia sempre della stessa altezza (64 cm), ma di larghezza ancora diversa dalle altre (119 cm) individua, poi, una discoritinuità precisa lungo la parete longitudinale alle spalle dei marmi della vasca, appena dopo la sua ideale intersezione con il setto libero posteriore; dopo questa, le larghezze delle lastre variano ulteriormente in prossimità del corpo dei servizi e del varco per l'ascensore sulla parete corta di fondo: addirittura, l'ultima fila verticale prima dello spigolo cilnToe il varco per I'asccnsore, unica in tutta la Palestra, è larga solo 94,5 cm. L.@i ibforetti al Foro Mussolini. La I'urlestru del Du,ce e altri inediti 333 2. La Palestra del Duce al moment,o della realizznziorie, 1936 3. Palestra dcl Duce, uno degli angoli st,onda.tirc?a.lizzat,ocon rnasselli di ~>avoriazzetto scolpiti nel pieno In tutt,o ciò, colpisce il fatto che l'intero rivestiment,~ di marmo sia lavorato con niodi da pittore quasi in ogni sua parte. Che Moretti dipingesse è noto da diverse fonti, oltre che dalle sue prospettive a tempera e acquarello di propri progetti d'architettura i. Oltre che dai suoi lavori ancora conservati dalla farniglia, di ciò ne esiste notizia altrettanto sicura nei carteggi della Polizia Politica del regime dl'Archivio Centrale dello Stato di Roma, dove - così come ricordato in una segnalazione anonima e nei documenti relativi alle indagini conseguenti - è affermato che ancora a febbraio del 1934, al tempo della progettazione della Casa delle Armi, Moretti era stato visto dipingere al cavalletto nel suo studio al quinto piano di via PanispernaH.Testimonianze di una mentaliti3 precisa e di un particolare sensibilità, questi fatti avvalorano alcune caratteristiche della Palestra di due anni dopo, dove - non a caso - le lastre delle pareti furono ritoccate ovunque con uno stucco chiaro per sigillarne le giimzioni. Tali stuccature furono in seguito scialbate per uriiformarne i1 colore a quello del marmo. Sulle medesime lastre fu poi anche applicat,~ uno stucco nero per chiudere, ove necessario, alcune fessurazioni verificatesi durante la posa in opera in corrispondenza di venature più scure. A giudicare dai graffi ch lavorazione, uniformi su marmo e stucchi, le lastre furono in seguito 1ucida.tea specchio tut- te insieme dopo tali stuccature; infine, furono ritoccate con un pennello grosso e un colore denso di natura organica nei pochi punti dove le vena.ture scure mancavano o non erano congruenti col resto. A proposito sempre di colori altrimenti invisibili nelle foto d'epoca, vale anche la pena ricordare che nel controsoffitto attuale della Palestra, f i t t o della trasformazione degli anni Settanta del XX secolo e funzionale a nascondere le canalizzazioni dell'impianto di condizionamento, esistono ancora ampie tracce della tinta a tempera di colore bianco avorio voluta da Moretti sull'intero intradosso del solaio: uno spettrogramrna agli infrarossi l'ha rivelata st,esain due mani siiccessive, anche se in un momento di cantiere unico. A un'altra scala, a proposito di questioni pii1 d'insieme alla base delle architetture di Moretti e di questa in particolare, in tutto ciò deve essere sottolineato l'apporto non trasciirabile degli stiidi condotti nell'ambito della Scuola Superiore di Architettura di Roma di allora - dove egli si era laureato - sui maggiori art,eficidi Rinascimento e Barocco, sulle valenze costruttive e spaziali di quei periodi, sulle relative espressioni figurali ottenute anche per mezzo dell'uso sapiente della luce, che ebbero molta eco non solo presso di lui, ma anche su altri che a prima vista quasi non potrebbero essergli accomunati: primi fra 4 Fmicesco Borromini, Cappeiia dei Re tutti Giovanni hlichelucci e Gaetano Minnucci. Perché, tra i tanti altri, anche lopalazzo di Propag,da F,de a Magi ro e nello stesso moment,o di Moretti s'erano posti il tema del recupero in chia- R, ve nuova delle conquiste dei maestri romani del passato e, pii1 in generale, degli ricchi e vari che la città di Roma avrebbe ~ o t u t ooffrire all'architet- spunti tiira moderna9.A partire dalla pratica di Moretti stessi come assistente alla cattedra di Storia e Stili del17A~~chitettura di Vincenzo Fasolo nella medesima Scuola romana e dai propri studi su Michelangelo, Bernini e Borromini di quei tempi è infatti possibile intendere anche alt.re particolarità della Palestra, fino a oggi nota - appunto - solo per la sua apparenza fotografica trascorsa, piuttosto che per la sua concreta realtà1".Oltre alla questione dei colori, in proposito per esempio si può anche sottolineare che gli angoli tra pareti rivestite di marmo pavonazzetto e pareti int0nacat.e non sono a spigolo vivo di 90°, ma sono curvi. Soprattutto, che quelli di marmo sono di pezzi diversi sovrapposti, sagomati a quarto di cerchio e ricavati direttamente da prisrni pieni a base quadrangolare così come era stato fat,tonella Casa delle Armi di poco prima1l (fig. 3). Con tale soluzione Moretti sembra avere affermato con forza - e proprio alla maniera del Barocco - la continuità reciproca t,ra due piani ortogonali tra loro e, al fondo, i limiti fisici dello spazio che essi individuavano. Riguardato oggi, per certi versi tutto qiiesto forse poteva essere quasi all'opposto della volontà di Ludwig Mies vari der Rohe di frarnmentare la scatola muraria del padiglione di Barcellona del 1929:una delle opere che Marcello Piacentini aveva già indicato nel 1930 come uno dei possibili modelli per la nuova architettura italiana del fascismo'! In parallelo - e sempre a proposito di Barocco - va anche notato che la luce artificiale della Palestra era proiettata verso il soffito di colore avorio da lampade nascoste nelle mantovane delle tende avanti alle finestre e nell'estradosso di una sorta di ordine architettonico essenziale che separava il solarium sopra lo spogliatoio dal resto del vano. In quest,a maniera, queste luci davano corpo a effetti analoghi a quelli che, per esempio, erano nella Cappella dei Re Magi di Borromirii nel collegio di Propaganda Fide, con spigoli curvi e un ordine gigante per certi versi assai simili a quelli di hloretti, anche se a sostenere una volta curva a padiglione in muratura e non un solaio piano in calcestnlzzo come nella Palestra (fig. 4). Oltre a qiiesto, la scala elicoidale per salire al solarium è senz'altro uno dei poli figurativi dell'iritero spazio destinato all'attivitA ginnica del duce e da questi in realtà mai utilizzato'! U . n precedente celebre potrebbe essere quella, analoga solo in apparenza, sulla facciata della casa-atelier di Le Corbusier e Pierre Jeanneret per il pittore Ozenfant a Parigi, del 1922. Ma questa di Moretti, appena memore di quella francese, 6 comunque tutt'altro perché nelle intenzioni del suo progettista non solo non doveva dichiarare i suoi materiali, ma al tempo stesso doveva ancl-ie essere una I,zLlqi Moretti al Foro .Wu,s.solini. La 13a,lestro,del Duce e altri, i n e d i t i 335 5 Palestra d ~Duce, l dentello ull'intradosso tlella soletta iri calcestruzo armato deila scala chcoidale 6. Liiigi Moretti, disegno di massima per le Terme Rorriane al piano irit,errato del palazzo deile temie al Foro Miissolini, 1937, ACS, Forido Moretti, prog. 37/71/1 retto forma complessa, quasi una scultura ritorta nello spazio l 4 (fig. 2). Di pianta ellittica disposta in diagonale rispetto allo spazio tra i servizi e le finestre e con il corrimano di altezza decrescente da terra a salire, la scala fu realizzata con una soletta elicoidale in calcestruzzo armato come struttura portante (così come anche nell'edificio della GIL a Trastevere) e con il resto in legno: pedate e alzate dei gradini furono inchiodate diretta~nent,esull'estradosso e il parapetto pieno fu costriiito con più fogli di compensato sagomati, piegati e inchiodati su mont.anti di abete, a loro volta inchiodati arich'essi alla soletta in questione. In tutto ciò, il colore del parapetto non è più quello voliito da Moretti: l'attuale è dato da una tinta di natura sintetica con una finitura ruvida ot,tenuta con un caricamento di inerti silicei a grana grossa; la tinta originale sottostante era stata data in un'unica mano e su un unico strato di cementite con funzione di turapori, a sua volta steso direttamente sul legno compensato. E sempre a proposito del riguardare di Moretti con costanza all'architettura romana del Seicento, vale senipre la pena ricordare che, mentre Cartesio scriveva il suo Discorso sual metodo nel 1637, per esempio Rorromini progettava uno scalone elicoidale simile, quello di palazzo Pamphili a Roma, così come avrebbe fatto lo stesso Moretti al Foro e con calcoli complessi: una realizzazione lontana, ma in fondo cori il medesi~nospirito. Sono quindi forse memori della ricchezza plastica degli spazi barocchi, per conseguenza, anche alcuni dettagli di nuovo della scala in questione, furizionah a rilegarla proprio allo spazio al contorno, non solo ad Questo potrebbe spiegare il risalto d'inabbellire un solido in un vuot,oastratt,~. tonaco sul bordo dell'intradosso della soletta elicoidale verso la parete d'ambito opposta all'ingresso: senza nessun'alt,ro scopo se non di servire da terniinazione visiva del collegato sottosquadro, un vero e proprio tratto di modanatura che, con un minuscolo dente110 sporgente terminale, segna l'incastro tra la soletta elicoidale e il muro in questione in una maniera quasi antica (fig. 5). Il medesimo significato ha poi una scanalatura nel vivo dell'int,oriacodel muro di fondo appena dopo l'inizio della salita, per accogliere lo spessore del parapetto pieno. Rimandi analoghi, anche se in parte diversi, sono anche nei cosiddetti Ragni Romani, progettat,i nel 1937 e nori realizzati a margine di tutto questo. Accessibili dall'ascensore riservato al duce che collegava sempre la Palestra alla piscina grande, avrebbero dovuto essere costruiti nell'attiiale piano interrato del Palazzo delle Terme, dove oggi è un semplice stanzone con attrezzi ginnici realizzato nel 2008 per i campionati mondiali di nuoto del 2009 "? Cuore dei Bagni - im piccolo complesso t,ermalevero e proprio - avrebbero dovuto essere un calidamum,ovale con asse trasverso molto accentuato e un frigidar i u m di pianta rett.angola, articolato sui lati maggiori da nicchie semicircolari e coperto da una volta a botte: un richiamo preciso verosimilmente all'Antichità, oltre che ai maestri romani del XVII secolo, e ai relativi modi di concepire organismi quali, forse, le terme romane di Ostia e Pompei allora in eorso di scavo, d e relative sequenze di spazi e di concavità (fig. 6)16. Un'altra opera fondamentale di Luigi Moretti al Foro Mussolini, il Sacrario dei Martiri fascisti nelle Foresterie nord, pone altri temi di riflessione. Fu inaugurato il 28 ottobre 1941, in occasione del diciannovesimo anniversario della rivoluzione fascista, dopo che l'architetto ne era stato incaricato direttamente da Ettore Miiti, allora presidente del Partito Nazionale Fascista: è noto che poco prima, nel 1940, per lui Moretti aveva appena completato un appartamento privato sopra porta S. Sebastiano, il quale aveva suscitato diverse eco negative tra le alte gerarchie del regime anche - ma non solo - per il colore giallo delle tende alle finestrei7.Olt,re a disegni vari, del Sacrario è conosciuta la contabilità del cantiere, anche se - all'opposto della Palestra non esiste più l'opera, visto che ne resta solo la facciata incastonata nel prospetto delle Foresterie nord e perché il vano maggiore ovale, il nartece e gli arredi furono demoliti completamente nel dopoguerraL8(fig. 7). I1 Sacrario fu realizzato nell'ambito di una ampia ristriitturazione delle Foresterie medesi- me, per adattarle a sede del Partito in at,tesa della realizzazione del vicino grande palazzo oggetto di tanti concorsi. Ancori nel 1935 e sempre nelle Foresterie nord, Moretti aveva già disegnato un ampliamento del comando generale della Gioventù Italiana del Littorio - che non è dato sapere se fu niai realizzato -nel relativo corpo di fabbrica parallelo al Lungotevere Di pianta ovale sviluppata sull'asse trasverso e con un vero proprio nartece in funzione di atrio, il Sacrario era in ogni caso lino degli spazi sacri laici simbolo del fascismo ""Aveva un ingresso con un pieno sull'asse longitudinale, una grande ara per celebrazioni nell'interno e un'ara più piccola sull'asse longitiidinale del nartece perpendicolare a quello del vario maggiore (fig. 8). Sempre a propositito di rimandi al passato e alle tante diverse siiggestioni ciii Moretti verosimilmente sottostava, quest'ovale trasverso da un lato potrebbe rimandare al calidarzum dei Bagni Romani visto sopra e dall'altro sempre a tante fabbriche barocche molto note così come, allo stesso tempo, forse ancora ad altre paleocrist,iane: tra le tante, al Sant,'Andrea al Quirinale di Bernini e al mausoleo di S. Costanza sulla via Nomentana. Ad ambedue, note a Moretti dal tempo dei suoi lavori con Vincenzo Fasolo, potrebbero essere ispirati gli effetti di rugosità di superfici e volumi ottenuti con luci radenti a sofitti, pareti e alle tante diverse rotondità del nartece e dell'ovale maggiore, l'idea proprio della grande ara che in qualche modo a sua volta evocava anche il sarcofago della figlia dell'imperatore Cost,antinonel mausoleo paleocristiario del N secolo a. C. D'altra parte, tutto questo è verificabile anche nei dettagli, continuamente modificati in corso di realizzazione e qui con i modi quasi di urlo scultore. Come, per esempio, lo stesso Bernini aveva fatto disporre un pavimerito di marmi colorati e un soffitto piano con stucchi dorati nel vano maggiore e nel presbit,erio del medesimo Sant'Andrea al Quirinale così forse, col medesimo spirito, Moretti volle operare nel Sacrario. Le contabilità di cantiere, infatti, raccontano sia di part,icolari lastre di marmo colore rosso Pantheon per il pavimento del Sacrario, approvvigionate e posate in opera tra mille difficoltà, sia di dorature del soffitto piano ripensate tre volte durante il frettoloso cantiere, in questa occasione condotto sulla base di disegni esecutivi consegnati all'irnpresa solo quindici giorni prima dell'inailgurazione"'. Al di là del potere concessogli per il Sacrario, per la Palestra e in generale per il resto del Foro e in altre occasioni, al fondo del discorso è proprio la coniplessità dei momenti dell'invenzione, dell'esecilzione e dei vari referenti figlirali di tutto questo che emerge come la costante di base delle riflessioni nuove sull'opera di Moretti architetto. Perche è verosimile credere che proprio la sua educazione e i suoi interessi giovanili avessero influito su di lui molto al di là del fascismo in sé, in quanto portato di una cilltiira più ampia e propria, in fondo, di gran parte di tutta l'Europa del Novecento. Perché è a partire da tale complessità che va inteso il motivo per cui di Moretti fu sempre difficile comprendere la varietà di interessi, il suo vedere all'architettura come a un'arte vera e propria anche a prescindere dalle occasioni concrete e dalla committenza. 111 piena età barocca, all'avvio della modernità che si sarebbe chiusa con la Seconda guerra mondiale, di nuovo Cart.esioaveva terminato il suo DzScorso sul metodo con qilest,eparole: 7. Sacrario dei martiri fascisti nelle foresterie Nord al Foro Mussolirii, stato attuale del prospetto 8. Sacrario dei rriartiri fascisti, scherria di pianta inserito nella planimetria del progetto di adeguanierito delle foresterie Nord del Foro Mussolirii a sede del Partito Nazionale Fascista. ACS. PNF, Direttono, Servizi Vari, seri(: 11, b. 1506 «E concludendo dichiaro, che so bene di non esser atto a rendermi (legno di considerazione nel mondo, ma non ho neppure nessun desiderio di esserlo; e che mi terrò sempre p i ì ~obbligato a coloro col cui favore potrò godere senza impedimenti del mio agio, clne non a coloro che mi offrissero i più onorevoli impieghi della terra>>=. Perché è per questo - forse non a caso - che queste idee del tempo del suo liceo, rilette oggi, forse posssono simboleggiare l'intera opera di quest'architetto romano, il suo atteggiamento verso l'esterno, in fondo anche il senso ultimo della sua professione e del siio essere un artista. ~,~.iQ7; Moretti al FOTO .hlu,ssol.i.ni. La Palest~adel Duce e altri i r ~ d i t l ; 337 '' Palestra. &,l Duce alle 7 è r m del Foro delle esigenze particolari. I1 rivesthiento dei gradiru in legno nero o linoleum riero*: C. ROSTAGNI, ,%.f~lussolini in Roma, in ~Archilett,iiran.XIX, di' Per avermi dato modo di sviluppare la ricerca al- cembre 1940,pp. 583-5%. I'er la bihiiografia su qiie- Lzriqi Mo7-etti, cit., fig. a p. 202. l 5 Per gli elaborati noti di quest'opera, oggi cfr. C. la base di questo lavoro, devo ringraziare Giovaririi st'opera, v. oggi C. ROSTAGM, LiL-gi Moretti, cit,., ROSTAGNI. Luigi Maretti, cit., p. 306. Per la relaPet~ucci, president,e del Comitato Olimpico p. 305. Per la scheda on-linedei relativi elaborati ogtiva scheda on-line senipre aU'ACS, v. http: Nazioriale TLaliario, clie riel 2008 ha fiiiato un ac- gi ali'Archivio Centrale dello Stato (d'ora in poi cordo di collabomioric scientifica per lo studio delACS), v. kittp: !/u?vw.architettoliiigimoretti.itlsite/it- //rvww.architettoluigiaiorrtli.it/site~itITISezioni/Opere-e-progettiiScheda/O71-1 l'intero Palazzo deUe Terme al Foro Itsalico (oggi ITiS~~ioniiOpere-e_r>rogettiiSchedd040~1930.html Palazzo delle Piscine) con il Dipartimento di Storia 937.html'? link=Schecla (23.11.2009). (23.1 1.2009) "'A completare la sua personale visione del dell'hrchitcttura, Restatiro e Conservazione dei Beni i Trattarirlo della lormazione dello zio, Tommaso Architet,t,orii<:idella Sapieriza - 1Jiiiversità di Rorria, blagnXco ha confermat,~ prima di me in questo con- Palazzo delle Terme, i. nota che - sempre riel 15137. con rric e l'architetto StefarioPed~ilL3(coadiiivato da gresso che Moretti dipingeva. Per iin ritratto tlella riell'ambito di uno dei suoi piani d'insienie per il Paolo Pedirielli) come responsabili scientifici rispetmadre dal vero, autografo e del 13 settembre 1029, Foro Mussoliii -- Moretti disegnò anche iiria gruride tivamente per il Dipartimento medesimo e per CONI v. C. ROSTAGNI, 1;uzq;rlihfoletli, rit., fig. a p. 12. piscina scoperta, a sua volta realizzata da Enrico Servizi. Ikvo poi iin ringraziamento particolare a "CS, Ministero dell'lnt,erno,Polizia Polilica, Del Ucbbio nel dopogiierra e in altra maniera. Su Paolo Pediiielli,att,iiale respon5abile dell'ufficio sto- ,fasc.icol.i persmcrli, pacco 867, fasc. 10: 12101-etli quest'altro progetto rion realizzat,~, cfr. C. rico degli inipianti del Foro Italico. per avermi aiiita- Luigi. f71, Li7~igi(~~rci1~ite210, ROSTAGNI, Luiqi Ma?-ett,.cit.. p. 305. Piìr iri gt+da Roma.), segnalato concretarrierite e i11 prima persoria riel rilievo del- zione anonima dattiloscritta del 82 febbraio 1934. nerale sullo stesso tema, cfr. Opera Nazionale Uukilla, Il J b r o Mussolifl~i,(a cura di A. Pica), la FJalest.radel duce e del Sacrario dei martiri fascist~ da Ronia. e I'archit,ertoElisabetta Giorgi, responsabile tecnico " G. MI(:HE:LIJCCI, Per Gaet(i,~~.) ,M~~/T~?LccL, i11 Milano 1937.Per la relativa scheda on-line dell'ACS. v. http: //~~~~v.architett~oIiiigimoretti.iijsit~e/it,del l,aboro.t»rio d i a:nnl?si cki ry~ateriali(speriGaetnno .Wkcrr ucri (1896- ISSO), calalogo della IT/Se~iorii/Opere-e-progetti/Sche~1a/O78~1 mmrtale) sempre del mio Dipart,imento. per avcrc rnostra (Rorna, 16-25ottobre 19841, a cura di M. I. proget,Latoed eseguito la wnpioriaturae alcune anaZacheo, Korria1984, p. 26: .Ci conoscemmo [con 93T.htinl (23.1 1.2009). lisi particolari della Palestra. Sono, infine. debitore Per le osservazioni di (iiiiseppe Bott,ai sull'arMirmiicci] e ci f;icernnio simpatia, di qui nacqiie la nei corifronti di Mariria Tocci hlaruu e Michelangelo riostra consuetudine a ritrovarci la sera. per scopri- gomento, cfr. G. ROTTN, Dinr-io 1935-1.944: a cuGuerra, della Scuola Gentrale TribiitariaElza Valori ra di G. H. Giicm, Milano 1989.', pp. 440. Per la birr Roriia! alla luce dei riuovi probleriii. Eravamo enbliografia e le fonti note sii qiiest'opcra, cfr. C. del Ministero delle Finanze (oggi neiic Forest,erie trambi er1tusiast.i degli spazi dell'arcliitettura banord del Foro Italico), per avemu coiicesso di acceROST'4GN1, I,iriqihforetti, cit,., p. 308. Per la sch?rocca e ci ponevarrio il quesito (li quali insegnadere ai resti del Sacrario dei martiri fascisti. menti polesse dare una cittA come Roma aii'archi- da un-line degli elaborati aII'ACS, cfr. http: !/mww.architett.oluigimoretti.it/site/itCIV~TESIO(Reriée Descartes), Il discorso sul tettura rnoclema~~. IT/Seziorii/Opere-e-progetti/Scherla/O89-1 n?elodn,a cura di G. Lìe IZuggiero, Firenze 1948.pp. i"iille basi ciiltiirali di Moretti dal liceo in poi, 940.html (23-1 1.2009). 33-34. Ringrazio l'architetto Tornrnnso Magnifico, siilla sua attività di stiidente e di assistente di 'W. \TIOTTO, Palazzi e nacrrrri: il d8ciiflo &l custode aricora di tante memorie dello zio, per iiri &ncenzo Fasolo e sui suoi studi su Rinascinierito e fulmineo scambio di opinioni su qiiesti temi diiran- Barocco alrneno dal 1925-26, cfr. C. IZOSTAGNI. culto littori», in Romn i n guerra, a cura di L. le i lavori del corigresso. Piccioni. Roma 2004, in ~~Ronia modenia e contemMorrtt?, Michelnrtgelo f?i1 ba?-occo.iri *Casabella.: ' G. DE IZIJGCiIEItO, Storia della ,filosofia. giugno 2006, ri. 745, pp. 81-85; EAD., Lu?gi poranea.. a. XI, 20173, n. 3. pp. 583-590; C. Pnrie q?~,urtn. Ii(lplosofi*l w~ocdei-~UJ, e? l'età carteROSTAGNI, Luigi hforetti, cit.. p. 308. ~\foretti,cit., pp. 8-19. sicnia, Bari 1943,pp. 304-308. l" hll'ACS sono conseivati rlisegni per due varian" Il progetto d i Luigi Ct'aller Mor-etti le 00' A. GRECO, S. SANTIJC(I10, Foro Ita,lico, ti di questo progetto: rispettivamcrit,e qiiatti-o per ,uruche della Palazzina &lla s c h e m a a l Foro .Atliuit,e storiro tielle città italiane, Rorra, l » ,Rorria una soluzione A e treclici per una soluziorre R: http: Italico nei fond'i cLell>lrchi7~ioCentrale dello /!~~w.archit,ettoluigimoretti.iticite!it~1991;M. I,. NERI;Enrico Del Dtzbbio,hWario 2006, Stato, a cura di C. Scverati e 12. Lorcllo, Ronia 2005, ITISezionilOpe~egrogettiiSche(id03:j -1936.html pp. 85-132. a d ~ndicen?;C. ROSTAGNI, Lvigi taw. 74-89. .$Iomtti 1007-1.973,Milano 2008, a d ivzdicem. Per "'1. PIACENTINI, rln:h.itettzl;ro. d'oggi, Roiria ? link=Scheda (23.11.2009). Per la bibliognfia e Ie fontinote, oggiv C. ROSTAGNi,L?rigihlowtti,cit., ora, solo chi gestisce in prirna persona gli impianti 1930,p. 39. sportivi attuali conosc:e veraniente il lavoro di p. 308. " Che hlussolirii avesse criticato duramente il "V. VIDOTTO. Pnlazzi, cit.; Iderii, La Ronza Moretti al Foro Mussoliiii: per qiiesto, forse solo lusso eccessivo della pisciria c della palestra realizPaolo Pedinelli - che riiigriiziavo iri apertura -- gi8 zat.e apposta per lui, in occasiorie di una visit,a al d i Mussolini, iri ?;locle,rrt,ild totalitarici Il fàsapeva prirna di tutti, per esempio, della statua di Foro a maggili del 1937, P ricordato iri un appiirit,o scismo i t a l i a ? ? ~a,cura di E:. (;eritile, Roma-Bari avarigiiardist.a sulle pendici della Camilluccia, riautografo del suo segretario particolare Osvaldo 2008, p. 109. cordata hitnnio Gurgoiie nel silo intervento. a corACS. Partito Nazioiiale Fascista, Drrrettorio, Sebastiani, cit. iii S. SETTA, 12enato Eicci. Dallo Ss?-c.izi Vari,se* II, b. 1505. I marini delle pareti rf:do delle visuali ddla ( h adelle Armi in funziont? squndi-ismo allu. Republicn Sociale Italiana, drl paesaggio al coritomo. e dell'atrio furono poi anche bocciardati una seBologna 1986,pp. 166-166. ', A lui si devono I'obelisco all'avvio del viale conda volta dopo la rnessa in opera, per incrernenl 4 Una scritta autografa di Moretti sii iin disegno dell'hipero, il Palazzo delle Terme, l'Accademia di tame La iugosit,&in fiinzione delle luci redi. eseciitivo della scala in pianta (o@ conservato tld" CARTESIO (RenCc l)cscartes), IL discvrso sul Miisica, le Forestcric nord, il complesso dello la fariiiglia) recita così: *La struttura di qiiesta scaStaciio del Tennis e del Circolo del Teririis. m,elodo, cit., p. 100. letta sarà iri legno o Serro o bet,»nannato a secorida NOTE Finiro di rramparr nel merc <li rrrtembrc LO1 I GANGEMI d EDITORE sm -uow iuau~.ganpcmzcdiio.rc ir