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  • Paolo Marini (Genova, 1980) si è laureato nel 2004 all’Università degli Studi di Pisa con una tesi dedicata all’edizi... moreedit
This volume contains an updated catalogue of the bibliographic and documentary materials that made up Amelia Rosselli’s library. The library, donated to the Università della Tuscia in 1996, represents an essential reference to understand... more
This volume contains an updated catalogue of the bibliographic and documentary materials that made up Amelia Rosselli’s library. The library, donated to the Università della Tuscia in 1996, represents an essential reference to understand one of the highest and most distinct poetic voices of the twentieth century. The catalogue is accompanied by miscellaneous studies that cut across the library collection and reflect Rosselli’s relations with authors and issues related to the ancient and modern tradition, ranging from the literary to the linguistic, philosophical, scientific, historical, musical and artistic fields.
Il volume prende in esame la produzione epistolare di umanisti, uomini di lettere e diplomatici attivi nella Curia papale tra la metà del xiv secolo e la metà del XVI secolo. Nonostante la ricchezza dei documenti disponibili, tale corpus... more
Il volume prende in esame la produzione epistolare di umanisti, uomini di lettere e diplomatici attivi nella Curia papale tra la metà del xiv secolo e la metà del XVI secolo. Nonostante la ricchezza dei documenti disponibili, tale corpus epistolare, connesso con la Curia ma distinto dalla produzione di carattere strettamente ufficiale, non è mai stato oggetto di uno studio complessivo. I saggi, affidati a specialisti di diversa formazione, offrono tessere preziose per la ricostruzione di un quadro di insieme. Gli autori presi in esame comprendono Petrarca e Leonardo Bruni, ai quali si devono due tra i più importanti libri di lettere del primo Umanesimo; personalità di spicco nella storia ecclesiastica e, al contempo, letteraria come Enea Silvio Piccolomini e Bernardo Bibbiena; Pietro Bembo, il cui epistolario, latino e volgare, rappresenta un vero e proprio snodo nella storia dell’epistolografia del Cinquecento; due figure relativamente poco note ma di notevole interesse come il poligrafo Dionigi Atanagi, antologista d’eccezione della produzione epistolare curiale in volgare, e Giovan Battista Sanga, segretario di Giovan Matteo Giberti e di Clemente VII.
Research Interests:
I saggi qui raccolti affrontano da varie prospettive una materia, i carteggi farnesiani, da sempre al centro dell’attenzione degli studiosi. Ne indagano la genesi e ne descrivono i depositi; illustrano alcune delle figure di spicco tra le... more
I saggi qui raccolti affrontano da varie prospettive una materia, i carteggi farnesiani, da sempre al centro dell’attenzione degli studiosi. Ne indagano la genesi e ne descrivono i depositi; illustrano alcune delle figure di spicco tra le molte coinvolte direttamente nella loro gestione; ne discutono le tematiche d’elezione; si interrogano sullo statuto formale di loro spezzoni; ne propongono letture comparative rispetto a altri casati.
Tutto questo nella consapevolezza di una specificità forte di materiali nei quali il Cinquecento, e cioè il secolo dei libri di lettere e delle trattazioni sul segretario, vide dei modelli e che oggi può rappresentare oltre che un argomento di indagine privilegiato anche un filo d’Arianna cui ricorrere con fiducia sia per muovere alla ricostruzione e alla lettura unitaria di una vicenda segnata ancora a fondo dalla frammentazione geografica, sia per avviare una narrazione piena della storia del casato e attraverso di essa delle stagioni e delle società nelle quali – dalla Tuscia a Roma, dall’Emilia a Napoli, e anche nelle Fiandre e in Spagna – i Farnese svolsero la loro azione di governo.
Nel volume figurano contributi di Lorenzana Bracciotti, Michele Comelli, Andrea Donati, Angela Lanconelli, Paolo Marini, Enrico Parlato, Paolo Procaccioli, Emilio Russo, Marcello Simonetta, Lorenzo Terzi, Franco Tomasi, Gianluca Valenti.
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La centralità di Montale nella storia della poesia italiana è dovuta alla capacità di acquisire elementi tematici e formali della tradizione rielaborandoli in un linguaggio nuovo. L’esperienza di un autore che ha attraversato il Novecento... more
La centralità di Montale nella storia della poesia italiana è dovuta alla capacità di acquisire elementi tematici e formali della tradizione rielaborandoli in un linguaggio nuovo. L’esperienza di un autore che ha attraversato il Novecento letterario diventandone spartiacque e insieme punto di riferimento ineludibile è indagata in questo volume da 14 studiosi che si misurano in una ricognizione globale di testi e questioni aggiornata alle più recenti acquisizioni: da Ossi di seppia agli ultimi libri di poesie degli anni ’70, alle prose narrative; e quindi, trasversalmente, dai nodi filologici alle specifiche linguistiche e metriche, dal rapporto con gli antichi (Dante in testa) e coi contemporanei (in Italia e fuori d’Italia) all’immensa produzione critica, sino al confronto fecondo con le arti figurative e con la musica.
Research Interests:
Volume miscellaneo con scritti di: Walter Angelelli, Enrico Anselmi, Marilyn Aronberg Lavin, Maria Giulia Barberini, Liliana Barroero, Ginevra Bentivoglio, Livia Carloni, Anna Cavallaro, Angela Cipriani, Giancarlo Coccioli, Alfio... more
Volume miscellaneo con scritti di:
Walter Angelelli, Enrico Anselmi, Marilyn Aronberg Lavin, Maria Giulia Barberini, Liliana Barroero, Ginevra Bentivoglio, Livia Carloni, Anna Cavallaro, Angela Cipriani, Giancarlo Coccioli, Alfio Cortonesi, Valentina Cuozzo, Elisabetta Cristallini, Fabrizio D'Amico, Elisa Debenedetti, Marcello fagiolo, Lorenzo Fei, Lorenzo Finocchi Ghersi, Giorgia Fiorini, Davide Fodaro, Cristina Galassi, Francesco Gandolfo, Massimiliano Ghilardi, Irving Lavin, Anna Lo Bianco, Francesco federico Mancini, Patrizia Mania, Giorgio Marini, Paolo Marini, Mario Mazza, Raffaella Menna, Anna Modigliani, Tomaso Montanari, Fausto Nicolai, Alessandro Novelli, Cristiana Parretti, Irene Pecorelli, Claudia Pelosi, Stefano Petrocchi, Paola Pogliani, Paolo Procaccioli, Fiorella Proietti, Simonetta Prosperi Valenti, Saverio Ricci, Simona Rinaldi, Sebastiano Rooberto, Giuseppe Romagnoli, Claudio Strinati, Laura Teza, Patrizia Tosini, Adele Trani, Alberto White
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Con i tre scritti di materia agiografica qui raccolti Pietro Aretino chiude la stagione delle opere religiose nel segno della committenza di Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto e governatore di Milano. Dopo i Salmi, l’Umanità di Cristo e... more
Con i tre scritti di materia agiografica qui raccolti Pietro Aretino chiude la stagione delle opere religiose nel segno della committenza di Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto e governatore di Milano. Dopo i Salmi, l’Umanità di Cristo e il Genesi (riuniti nel primo tomo di questo stesso volume), le Vite di Maria Vergine, di santa Caterina d’Alessandria e di san Tommaso d’Aquino costituiscono, oltre che l’estremo e illusorio assalto alla porpora cardinalizia, anche lo strumento, talora sottilmente ricattatorio, per sollecitare la corresponsione delle rate della pensione che Aretino vanta sulle casse milanesi.
Composte e date alle stampe in successione nello stretto giro di anni che va dal 1539 al 1543, le Vite rappresentano uno snodo fondamentale nel percorso di ricerca stilistica ed espressiva su cui Aretino ha orientato la riscrittura della materia sacra sin dalle prime parafrasi bibliche. Lo scopo primario resta quello di coinvolgere emotivamente il lettore restituendo alla sensibilità e al gusto cinquecenteschi i momenti centrali della storia religiosa; ma differente è qui la declinazione degli espedienti artistici adoperati nella narrazione degli eventi sacri. Il patetismo a tinte forti, il descrittivismo pittorico e l’impiego diffuso della similitudine ─ elementi in cui la critica ha tradizionalmente individuato la cifra stilistica distintiva delle opere sacre aretiniane ─ assumono nelle agiografie una coloritura peculiare che si vena per larghi tratti delle tonalità più cupe dell’ascetismo e del contemptus mundi, il tutto sempre all’interno di una trama retorica energicamente strutturata.
Quando, a seguito dell’elezione al soglio pontificio del conterraneo Giulio III, Aretino rincorre per l’ultima volta la chimera del cardinalato, anche le Vite dei santi, insieme alle parafrasi bibliche, vengono recuperate in funzione autopromozionale, come patenti di ortodossia e di impegno de propaganda fide in piena temperie tridentina. L’approdo finale alla silloge aldina del 1552, in cui le tre agiografie vengono raccolte sotto un’unica dedica al papa, rappresenta la conclusione del complesso percorso della scrittura sacra dell’Aretino, nella quale si può senz’altro indicare uno dei filoni più innovativi e fecondi della sua parabola artistica, anche in prospettiva barocca.
Quella proposta è la prima edizione moderna complessiva dei tre scritti: le Vite di santa Caterina e di san Tommaso sono state raccolte in un volume nel 1977, mentre la Vita di Maria Vergine torna alle stampe dopo una lunghissima parentesi, risalendo l’ultima impressione al 1642.
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"L’intenso quindicennio (1551-1566) in cui si svolge la carriera editoriale di Girolamo Ruscelli è caratterizzato dal progressivo affinamento dei meccanismi di un apparato paratestuale che estende la sua influenza sull’area del testo e ne... more
"L’intenso quindicennio (1551-1566) in cui si svolge la carriera editoriale di Girolamo Ruscelli è caratterizzato dal progressivo affinamento dei meccanismi di un apparato paratestuale che estende la sua influenza sull’area del testo e ne veicola la fruizione allargata all’intero mercato del «mondo». La regia di questo articolato congegno viene sistemata nella sezione dei paratesti preliminari, che – come risulta dalla silloge qui pubblicata – da spazi tradizionalmente riservati all’autore e al tipografo, diventano il luogo in cui la nuova figura del curatore-editore realizza il proprio ruolo professionale nel dialogo con l’universo dei lettori, introducendosi di forza nei rapporti di produzione culturale della piena età della stampa.
Nelle 34 dediche e nei 26 testi variamente riconducibili alla categoria dell’avviso che aprono le circa 40 edizioni allestite da Ruscelli si assiste allo sviluppo di un discorso unitario basato su alcune costanti fondamentali. Nello specifico della dedica, egli agisce da vero auctor del genere, modificando gli equilibri interni dell’epistola in funzione della componente prefativa e ricollocando la figura del patronus in una posizione ancillare che gli assegna forte responsabilità nel successo della pubblicazione. Così concepito, il complesso dei paratesti preliminari diventa la sede ideale per condurre nel solco della moderna saggistica militante l’autopromozione della figura ibrida di mediatore culturale in equilibrio tra mondo delle lettere e pratica tipografica. Ma, soprattutto, le dediche e gli avvisi di Ruscelli risultano cruciali per la presentazione di un catalogo editoriale che cresce intorno a un ampio progetto di divulgazione culturale imperniato sull’affermazione del volgare come lingua moderna al «colmo» di perfezione e prossima a scalzare il latino dalla sua posizione di dominanza."
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Pur se privo di una canonica formazione da filologo, Alessandro Luzio (1857-1946) è da considerare il precursore, se non il vero iniziatore della moderna filologia aretiniana, nell’accezione del termine più ampia possibile. E questo non... more
Pur se privo di una canonica formazione da filologo, Alessandro Luzio (1857-1946) è da considerare il precursore, se non il vero iniziatore della moderna filologia aretiniana, nell’accezione del termine più ampia possibile. E questo non in forza della formuletta che vuole nei protagonisti della scuola storica i volenterosi traghettatori del metodo lachmanniano al di qua delle Alpi, ma sulla base dei risultati tangibili conseguiti grazie alla mutata disposizione dello studioso nei confronti dei testi e del materiale documentario. Molti di questi risultati sono concretamente apprezzabili anche nei saggi qui ripubblicati. È sufficiente scorrere i più significativi per avvertire che il cambiamento di rotta rispetto agli schemi obsoleti della critica ottocentesca si determina proprio grazie a quello che oggi definiremmo l’atteggiamento filologico di Luzio nell’esegesi delle fonti. Si potrà così cogliere tutto il senso di un’attività di ricerca che riposa su una fede assoluta nella forza prorompente del dato documentario nei confronti dei castelli sospesi della cattiva critica, e che si esercita di pari passo nella frequentazione assidua dei giacimenti archivistici.
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La pubblicazione di due lettere inviate da Amelia Rosselli al cugino Marco Forti tra aprile e agosto del 1967, nel pieno della tormentata trafila editoriale che porterà all’uscita di Serie Ospedaliera per i tipi del Saggiatore,... more
La pubblicazione di due lettere inviate da Amelia Rosselli al cugino Marco Forti tra aprile e agosto del 1967, nel pieno della tormentata trafila editoriale che porterà all’uscita di Serie Ospedaliera per i tipi del Saggiatore, contribuisce a illuminare con nuova sostanza documentaria uno dei passaggi più decisivi nella carriera letteraria della poetessa. Ne deriva un approfondimento del ruolo significativo che un protagonista di punta del mondo della critica e dell’industria letteraria italiana del dopoguerra come Forti ha svolto nelle fortune di Rosselli già a partire dagli anni ’50.
A partire dalla ricostruzione della polemica che nella primavera del 1985 contrappone Giorgio Manganelli a Leonardo Mondadori in merito al destino della prestigiosa collana editoriale dei Classici italiani, si attraversano i 16 scritti di... more
A partire dalla ricostruzione della polemica che nella primavera del 1985 contrappone Giorgio Manganelli a Leonardo Mondadori in merito al destino della prestigiosa collana editoriale dei Classici italiani, si attraversano i 16 scritti di ambito cinquecentesco raccolti nel 1986 in Laboriose inezie. Le costanti della critica manganelliana, dalla passione per gli irregolari come Pietro Aretino, all’estrema sensibilità per i valori di lingua e stile, alla militanza di una prosa che tende a ricondurre al profilo tormentato dell’autore temi e personaggi della letteratura rinascimentale, vengono osservate alla luce del complesso corpo a corpo con la Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis.

Manganelli Wandering Reader of the Italian Sixteenth Century · Beginning with a reconstruction of the controversy that pitted Giorgio Manganelli against Leonardo Mondadori in the spring of 1985 regarding the fate of the prestigious publishing series Classici italiani, the 16 writings in the sixteenth-century field collected in 1986 in Laboriose inezie are traversed. The constants of Manganelli’s criticism, from his passion for irregulars such as Pietro Aretino, to his extreme sensi- tivity to the values of language and style, to the militancy of a prose that tends to trace back to the author’s tormented profile the themes and characters of Renaissance literature, are observed in the light of the complex hand-to-hand with Francesco De Sanctis’s Storia della Letteratura italiana.
Frutto di un assemblaggio di carte vergate tra gennaio e settembre 1515, il minutario vaticano di Bernardo Dovizi si compone di 75 dispacci allestiti dalla Cancelleria apostolica in uno dei frangenti più tormentati nella stagione delle... more
Frutto di un assemblaggio di carte vergate tra gennaio e settembre 1515, il minutario vaticano di Bernardo Dovizi si compone di 75 dispacci allestiti dalla Cancelleria apostolica in uno dei frangenti più tormentati nella stagione delle cosiddette Guerre d’Italia. Nei mesi che vanno dalla salita al trono di Francesco I sino alla battaglia di Marignano, il cardinal Bibbiena gestisce per conto di papa Leone X un’intensa corrispondenza con agenti della diplomazia pontificia e attori politici ai massimi livelli attivi in tutti i principali scenari della geopolitica europea. Superate le riserve attributive sollevate a suo tempo da Giuseppe Lorenzo Moncallero, il minutario viene indagato come un prezioso documento autografo e parzialmente idiografo di Bibbiena. L’osservazione degli strati correttori consente di osservare nel dettaglio la genesi del dispaccio e di coglierne dal vivo specifiche materiali e contenutistiche, a cominciare dai cospicui elementi che fanno riferimento all’archiviazione della minuta e alle dinamiche complesse del sistema postale.
The hagiographical phase of the religious proses represented by the "Vite" of the Virgin Mary (1539), Saint Catherine of Alexandria (1540) and Saint Thomas Aquinas (1543) is still one of the less studied sections of Aretino’s work. The... more
The hagiographical phase of the religious proses represented by the "Vite" of the Virgin Mary (1539), Saint Catherine of Alexandria (1540) and Saint Thomas Aquinas (1543) is still one of the less studied sections of Aretino’s work. The first part of the paper is focused on the description of the contents of the Vite. The three compositions are also considered from a stylistic point of view, pointing the attention on the rethorical qualities of Aretino’s prose and its strenght in moving contemporary readers’ religious feelings with a special mixture of realism, pictoricism and macabre and a clever use of the simile (sometimes in direct competition with contemporary artists like Titian). The second part of the paper is dedicated to the outline of the editorial history of the three hagiographies. The Vite are studied in their connections to Aretino’s biography (the Venetian milieu, the relationships with customers and sponsors in Milan, the connections with the papal Court from Paolo III to Giulio III etc.) and works (Aretino’s literary bipolarity and self-proclamed mastery of all styles, differencies and similarities with the first sacred proses etc.), from the editiones principes staged in collaboration with Francesco Marcolini to the aldine collective volume printed in 1552 by Paolo Manuzio.
Schede di catalogo relative a lettere autografe e edizioni delle agiografie di Pietro Aretino
Research Interests:
Censimento delle carte autografe di Benvenuto Cellini
Censimento delle carte autografe di Bernardo Dovizi
Research Interests:
Introduzione e commento alla satira IV di Ariosto
Le tre agiografie concepite da Aretino tra il 1539 e il 1543, a conclusione dell’esperienza di riscrittura del sacro che era stata inaugurata dalle parafrasi bibliche, offrono un punto di vista privilegiato per osservare gli esiti di... more
Le tre agiografie concepite da Aretino tra il 1539 e il 1543, a conclusione dell’esperienza di riscrittura del sacro che era stata inaugurata dalle parafrasi bibliche, offrono un punto di vista privilegiato per osservare gli esiti di un’ecfrasi che influenza direttamente lo stile e il lessico tecnico della nuova critica d’arte, a partire dalla proposta di Vasari. Forte di un consolidato credito di connoisseur conquistato sul campo e certificato dai primi due libri delle Lettere, Pietro può ora permettersi di coinvolgere i massimi artisti della stagione rinascimentale nella sua opera di amplificatio della fonte agiografica, mettendoli a parte di un gioco emulativo che esalta il giudizio estetico del letterato dall’antico al moderno. Ne deriva un autoproclamato ruolo di mediazione fra corti e botteghe che legittima anche l’impegno pubblicistico a favore del compare Tiziano. È lui, secondo Aretino, il sommo maestro alla pari con Michelangelo con cui condividere il progetto di una nuova poetica del sacro alla vigilia del Concilio di Trento.
Meritoria quanto problematica l’edizione commentata delle lettere di Bernardo Dovizi da Bibbiena pubblicata tra il 1955 e il 1965 da Giuseppe Lorenzo Moncallero richiede un significativo intervento di integrazione e revisione. A margine... more
Meritoria quanto problematica l’edizione commentata delle lettere di Bernardo Dovizi da Bibbiena pubblicata tra il 1955 e il 1965 da Giuseppe Lorenzo Moncallero richiede un significativo intervento di integrazione e revisione. A margine dei lavori per il censimento delle carte autografe di Bibbiena, se ne ricostruisce dunque la genesi e se ne osservano pregi e limiti sul piano filologico e esegetico. La riapertura dei cantieri della recensio ha condotto a individuare circa 180 lettere tra originali e copie coeve che, con gli opportuni accorgimenti editoriali, andrebbero affiancate alle 281 già edite da Moncallero (in appendice si propone un primo elenco delle missive conservate nel Mediceo avanti il Principato non considerate da Moncallero). L'osservazione mirata di alcuni casi particolari dimostra l’importanza delle nuove acquisizioni nel precisare il profilo biografico e letterario di un brillante prosatore volgare riconosciuto ai massimi livelli, che senza il corpus epistolare resterebbe testimoniato dalla sola prova della Calandra. Si comprende così il ruolo di primo piano che Castiglione gli assegna nel Cortegiano, dove Bibbiena compare coi gradi di autorità indiscussa in materia di retorica della facezia.
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A partire dalla specificità di un incipit in cui l’apostrofe al destinatario è relegata in secondo piano rispetto alla localizzazione cronotopica dell'io, si propone una lettura della IV satira ariostesca centrata sull'analisi del... more
A partire dalla specificità di un incipit in cui l’apostrofe al destinatario è relegata in secondo piano rispetto alla localizzazione cronotopica dell'io, si propone una lettura della IV satira ariostesca centrata sull'analisi del paesaggio come oggetto poetico privilegiato dall’autore per rendere la drammaticità di una congiuntura biografica senza precedenti. La caratterizzazione infernale del labirinto garfagnino, perfezionata con l’apporto fondamentale dell'ipotesto dantesco, definisce di riflesso la crisi di un Ariosto dannato fra i dannati. In questo scenario da Malebolge – agevolmente estendibile al contesto degenerato delle grandi corti della Penisola – la poesia è costretta giocoforza al silenzio e l’azione morale della voce satirica si riduce alla tutela dell’istinto di sopravvivenza. Resiste, invece, nella strenua opposizione al dilagare della violenza, la scrittura epistolare del commissario ducale rappresentata nello scambio continuo con la corte estense. Si osserva così come l’impossibilità di rimettere nelle mani del duca Alfonso il dono malgradito del mandato di governo determini la realizzazione degli incubi peggiori paventati nella satira I: dall’abbandono dell’attività letteraria e dello spazio di libertà che essa garantisce, all’esilio in una terra inospitale lontana dagli affetti ferraresi, con la conseguente perdita degli equilibri interni su cui l’io satirico fonda il proprio autoritratto.
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The paper examines the editorial case of Pietro Aretino’s hagiographies from a philological and historical point of view. Commissioned by Alfonso d’Avalos, governor of Milan under Charles V, the Vite of the Virgin Mary, Catherine of... more
The paper examines the editorial case of Pietro Aretino’s hagiographies from a philological and historical point of view. Commissioned by Alfonso d’Avalos, governor of Milan under Charles V, the Vite of the Virgin Mary, Catherine of Alexandria and Thomas Aquinas are completed in the years 1539-1543 and then republished by the author in 1552 with a new dedication to pope Julius III. The three works are firstly used to push the governor to pay the pension assigned to Aretino by the Emperor and then, after d’Avalos’s death, to proove author’s catholic orthodoxy and to support his candidature to cardinalship. Aretino creates a new, successfull stylistical medium to rewrite the traditional history of saints: a modern prose based on rethorical effects of pathetism all mixed togheter in a special kind of pictoricism, whose first aim is to move the believer/reader. As a result, in his rewriting, characters so different as the Virgin, saint Catherine and saint Thomas become almost the same: dramatization of their heroic virtues and representation of their asceticism is the only goal of the author, who’s not interested at all in erudite reconstructions of their lives or, in the case of Aquinas, in examining the theological activity of the saint. The evolution of Aretino’s prose in the definitive edition is studied in order to understand, through the analysis of some variants, how much the first decisions of the Council of Trent influence him, and why, after the first publications of the hagiographies, at a certain point his works are harshly criticized (precisely starting with his sacred proses in February 1545, when three prelates asked permission from Paul III to burn Aretino’s «catoliche scritture»), then, after the author’s death, condemned in Paul IV’s Index and, finally, quoted by Giambattista Marino in his Strage degl’Innocenti and republished by Marco Ginammi in Venice at the beginning of the XVIIth century with the pseudonym of Partenio Etiro.
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A partire dall’indagine condotta negli archivi della Parrocchia e del Comune di Cantalupo Ligure (AL) sono illustrate le origini della locale confraternita della Madonna del Carmine (1642). Le informazioni acquisite permettono di... more
A partire dall’indagine condotta negli archivi della Parrocchia e del Comune di Cantalupo Ligure (AL) sono illustrate le origini della locale confraternita della Madonna del Carmine (1642). Le informazioni acquisite permettono di confermare su base documentaria l’attribuzione allo scultore Luigi Montecucco (1805-1877) della cassa processionale in legno policromo che rappresenta la Vergine con San Simone Stock. L’opera, tutt’ora conservata nella chiesa parrocchiale dedicata a Santa Caterina, viene commissionata e pagata tra il 1867 e il 1871 per una somma complessiva di 900 lire.

Starting from the survey conducted in the archives of the Parish and the Municipality of Cantalupo Ligure (AL) the paper illustrates the origins of the local confraternity of the Virgin of Carmel (1642). The documentary information collected during the research confirms the attribution to the sculptor Luigi Montecucco (1805-1877) of the processional chest in polychrome wood representing the Virgin and Saint Simon Stock. The work, which is still preserved in the Parish church of Saint Catherine, was commissioned and paid between 1867 and 1871 for a total sum of 900 lire.
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A partire dalla schedatura di 70 lettere di Bernardo Dovizi da Bibbiena viene confermata la sostanziale incompletezza dell’edizione dell’epistolario approntata da Moncallero, fragile sia sotto il profilo ecdotico che per l’inquadramento... more
A partire dalla schedatura di 70 lettere di Bernardo Dovizi da Bibbiena viene confermata la sostanziale incompletezza dell’edizione dell’epistolario approntata da Moncallero, fragile sia sotto il profilo ecdotico che per l’inquadramento critico complessivo di un materiale testuale di grande pregio documentario e letterario. L’approfondimento della corrispondenza con la corte fiorentina di Piero il Fatuo nei mesi cruciali che preludono alla discesa di Carlo VIII rivela la studiata volontà di servirsi del mezzo epistolare per l’attuazione di un finissimo gioco di autorappresentazione attraverso il quale il giovane agente diplomatico legittima sul campo le proprie ambizioni di segretario e consigliere privato del principe. Ne consegue una particolare cura della trama stilistica della prosa, dove la successione degli eventi e delle riflessioni strategico-politiche è inquadrata in una più ampia struttura narrativa ispirata ai principi di delectatio tipici della novellistica e del teatro comico.
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Il saggio approfondisce la figura di Carlo Francesco Zampiccoli, notaio forlivese vissuto nella prima metà del ’700 che coltiva negli anni una particolare propensione al collezionismo librario e antiquario. Il ritrovamento di un’estesa... more
Il saggio approfondisce la figura di Carlo Francesco Zampiccoli, notaio forlivese vissuto nella prima metà del ’700 che coltiva negli anni una particolare propensione al collezionismo librario e antiquario. Il ritrovamento di un’estesa documentazione bibliotecaria e archivistica ha consentito di far luce sulle relazioni professionali e culturali intrattenute nel contesto locale: dall’affiliazione ai Filergiti, ai rapporti col medico Morgagni, al dialogo con gli eruditi Canneti, Fiacchi e Ginanni. A partire dalle note di possesso si è identificato un piccolo ma significativo nucleo di volumi appartenuti alla biblioteca di Zampiccoli. L’analisi del carteggio intrattenuto dal 1744 col marchese Capponi ha precisato i contorni della bibliofilia di questo collezionista proiettandone gli esiti in una dimensione nazionale di piú ampio respiro.
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Nel saggio si propone un’ampia analisi dell’edizione degli Scritti di Francesco Marcolini curata da Paolo Procaccioli al termine di una lunga e proficua campagna di indagine sulla biografia e sulle opere dell’editore forlivese. L’analisi... more
Nel saggio si propone un’ampia analisi dell’edizione degli Scritti di Francesco Marcolini curata da Paolo Procaccioli al termine di una lunga e proficua campagna di indagine sulla biografia e sulle opere dell’editore forlivese. L’analisi del carteggio marcoliniano offre lo spunto per un approfondimento dei rapporti con quel Pietro Aretino che delle fortune veneziane del “compare” Francesco è insieme artefice e primo beneficiario.
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Si discutono le divers edizioni dal 1562 al 1602, delle Imprese di Lodovico Dolce illustrate dal vicetino Battista Pittoni
A partire dall'osservazione globale del corpus della produzione lirica di Lodovico Dolce (corpus mai strutturato in forma di "canzoniere" dall’autore e la cui edizione critica commentata è attualmente avviata ad opera di chi scrive) viene... more
A partire dall'osservazione globale del corpus della produzione lirica di Lodovico Dolce (corpus mai strutturato in forma di "canzoniere" dall’autore e la cui edizione critica commentata è attualmente avviata ad opera di chi scrive) viene portata l'attenzione su un gruppo compatto di 17 sonetti di materia spirituale pubblicati per la prima volta nel secondo libro della silloge giolitina delle "Rime di diversi", che esce a Venezia nel 1547. I contenuti riconducibili a temi scottanti quali la salvazione per sola fede, il valore delle opere, la grazia divina e il beneficio di Cristo sono osservati alla luce del profilo biografico e professionale di Dolce in corrispondenza dei primi anni del Concilio tridentino. Al termine del saggio sono raccolti in appendice i testi dei sonetti (con relativa variantistica in apparato) estratti dall’edizione critica in corso di allestimento.
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Col progetto di edizione critica della lirica di Dolce si intende colmare una lacuna non secondaria nella storia degli studi rinascimentali. Attivo per anni al centro dell’impresa giolitina nelle vesti di traduttore e correttore, Dolce... more
Col progetto di edizione critica della lirica di Dolce si intende colmare una lacuna non secondaria nella storia degli studi rinascimentali. Attivo per anni al centro dell’impresa giolitina nelle vesti di traduttore e correttore, Dolce partecipa in prima persona anche all’allestimento delle antologie poetiche. Constatata l’assenza di una silloge autoriale in forma di canzoniere, a conferma di un’ispirazione poetica inscrivibile nell’ambito della scrittura di occasione, si è proceduto al reperimento delle singole unità testuali sparse nelle edizioni a stampa e nelle raccolte manoscritte. È stata sin qui completata la sistemazione filologica di un corpus disseminato di 162 rime, cui si affiancano 24 sonetti di altri autori che dialogano coi componimenti dolciani (proposte o risposte). La stesura del commento è ora in corso a partire dall’approfondimento dei nuclei tematici principali, con l’obiettivo di inquadrare l’esperienza lirica di Dolce nel solco del petrarchismo cinquecentesco.
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A partire dal pomeriggio di sabato 20 aprile, nelle sale del Palazzo Farnese di Caprarola (VT), prende il via una rassegna di dieci incontri aperti al pubblico destinati alla diffusione delle nuove ricerche in corso sui Farnese e il loro... more
A partire dal pomeriggio di sabato 20 aprile, nelle sale del Palazzo Farnese di Caprarola (VT), prende il via una rassegna di dieci incontri aperti al pubblico destinati alla diffusione delle nuove ricerche in corso sui Farnese e il loro articolato universo culturale.
Col titolo di "Occasioni farnesiane", questo primo ciclo di conferenze in calendario da aprile a giugno vedrà alternarsi una serie di specialisti in materia storica, storico-artistica e architettonica che si confronteranno con le acquisizioni più recenti nell’ambito degli studi farnesiani. Si comincia con le riflessioni sullo spazio della villa suburbana in età rinascimentale proposte da Marco Musmeci. Daniele Lombardi ci conduce poi alla tavola di Paolo III Farnese per presentare la figura di Sante Lancerio, "sommelier" della corte papale nonché autore di un notevole scritto sui vini italiani pubblicato solo nell’Ottocento.
Elisabetta Giffi presenta il suo volume sull’attività pittorica di un grande protagonista dei cantieri di Caprarola come Federico Zuccari, mentre Enrico Parlato allarga lo sguardo all’intero programma di autorappresentazione familiare – dagli emblemi ai fatti storici – che i Farnese sviluppano nella decorazione del Palazzo. Alla visione settecentesca del medesimo Palazzo nelle splendide incisioni di Georg Gaspar de Prenner per il cardinal Troiano Acquaviva d’Aragona è dedicato l’intervento di Roberto Ricci. Anne Christine Faitrop-Porta presenta il punto di vista di illustri viaggiatori parigini di primo Novecento: dal racconto di André Maurel al vero e proprio sogno di un soggiorno a Caprarola di Marcel Proust.
Ci riporta alla realtà viva e attuale di Palazzo Farnese Marina Cogotti, con uno sguardo d’insieme al Giardino grande osservato nella sua complessa trafila storica mentre è in corso un intervento di restauro integrale del parco. Ancora del Palazzo ragiona Luciano Passini, ma in una prospettiva di lungo termine che si spinge addirittura a considerare le stagioni che fanno seguito alla proprietà dei Farnese.
La rassegna si chiude nella prima metà di giugno con due presentazioni di volumi da poco dati alle stampe: Patrizia Rosini parla del suo libro su Giulia Farnese, pubblicato a un decennio circa dall’edizione dei materiali documentari sulla vita della Bella; Bruno Adorni e Carlo Mambriani discutono della raccolta di studi da loro assemblata e curata sul tema vastissimo dell’architettura farnesiana dall'età aurorale di papa Paolo III sino all'epilogo di Elisabetta regina di Spagna.
Concepito in un’ottica di alta divulgazione rivolta a tutta la cittadinanza, questo ciclo di "Occasioni farnesiane" nasce da un accordo di collaborazione scientifica stretto nel 2023 tra la Direzione Regionale Musei Lazio, attraverso il direttore regionale Stefano Petrocchi e la funzionaria responsabile di Palazzo Farnese Adele Trani, e alcuni docenti dell’Università della Tuscia coinvolti in due progetti PRIN sul mondo dei Farnese nell’età del Cardinale Alessandro finanziati dal PNRR e dal Ministero dell'Università e della Ricerca: Paolo Marini, Fausto Nicolai, Enrico Parlato, Paolo Procaccioli, Pietro Giulio Riga.
La valle del Tidone, insieme ai territori vallivi limitrofi, è una delle aree di maggiore e più antico radicamento del monastero di Bobbio, che estende il proprio patrimonio fondiario in tutto il comprensorio. La qualità di tali presenze... more
La valle del Tidone, insieme ai territori vallivi limitrofi, è una delle aree di maggiore e più antico radicamento del monastero di Bobbio, che estende il proprio patrimonio fondiario in tutto il comprensorio. La qualità di tali presenze è diversificata, sia sul piano della tipologia di sfruttamento delle risorse naturali presenti (coltivi di diversa natura e specializzazione, incolti), sia su quello dell’inquadramento delle popolazioni locali, in primo luogo sotto il profilo religioso. Il contributo, dopo un breve excursus sulle attestazioni bobbiesi nel territorio, presenterà un approfondimento sul caso di Rossone, piccolo centro oggi ai confini tra la val Tidone e la val Staffora, che si propone di identificare con una località menzionata nella documentazione medievale in associazione ad una chiesa di San Martino.
La giornata di studi è dedicata al mondo dei Farnese e alla possibilità di costituire un aggregatore scientifico capace di valorizzarne le molteplici implicazioni storico-culturali in una prospettiva integrata a livello locale, nazionale... more
La giornata di studi è dedicata al mondo dei Farnese e alla possibilità di costituire un aggregatore scientifico capace di valorizzarne le molteplici implicazioni storico-culturali in una prospettiva integrata a livello locale, nazionale e internazionale. Il progetto, che vede già coinvolti importanti centri di conservazione e ricerca italiani e europei (archivi, biblioteche, poli museali, soprintendenze, università) intende coinvolgere anche scuole, amministrazioni e istituti di ricerca attivi sul territorio. L'incontro si propone di presentare alla cittadinanza e alla comunità scientifica un progetto promosso dall’Università della Tuscia che prevede

- l’allestimento del database open access EF Enciclopedia Farnesiana pensato per strutturare in un unico contenitore digitale espandibile e implementabile nel tempo la raccolta dei dati relativi a tutte le componenti del mondo farnesiano (persone, luoghi, domini, carteggi, opere d’arte e relative committenze, cerimonie e spettacoli, scritture esposte, bibliografia ecc.);
- la pubblicazione della collana editoriale Biblioteca Farnesiana, destinata a raccogliere i risultati dell’attività di ricerca in due serie parallele di Studi e Testi che verranno diffuse in formato cartaceo tradizionale e digitale open access scaricabile dal database EF;
- l’avvio di un processo capillare di diffusione dei risultati della ricerca sul territorio che parte dall’interazione diretta fra università e scuola in un’ottica di condivisione del percorso formativo degli studenti; si inizia quest’anno col PCTO Tuscia Farnesiana che coinvolge varie classi degli Istituti "Buratti" e "Orioli" di Viterbo e "Meucci" di Ronciglione-Bassano Romano.

La giornata di studi, organizzata da Paolo Marini, Fausto Nicolai, Enrico Parlato, Paolo Procaccioli e Pietro Giulio Riga col sostegno dell’Università della Tuscia, è aperta alla partecipazione in presenza di tutti gli interessati.
Presentazione organizzata dal Sistema Bibliotecario di Ateneo dell'Università della Tuscia nell'ambito del ciclo "Incontri con l'autore". Discuteranno del libro insieme a Enrico Parlato le curatrici Maria Cristina Misiti, Giovanna... more
Presentazione organizzata dal Sistema Bibliotecario di Ateneo dell'Università della Tuscia nell'ambito del ciclo "Incontri con l'autore".
Discuteranno del libro insieme a Enrico Parlato le curatrici Maria Cristina Misiti, Giovanna Scaloni, Maria Giulia Rinaldi.
Mostra bibliografica e documentaria a cura del Centro di Ateneo per le Biblioteche (CAB) dell'Università della Tuscia in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Insieme ai volumi di pregio posseduti dal Sistema... more
Mostra bibliografica e documentaria a cura del Centro di Ateneo per le Biblioteche (CAB) dell'Università della Tuscia in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri.
Insieme ai volumi di pregio posseduti dal Sistema Bibliotecario di Ateneo, saranno esposte alcune carte dantesche di Giorgio Petrocchi messe a disposizione dalla famiglia nel centenario della nascita del filologo.

La Mostra verrà inaugurata il 13 settembre alle ore 11.00 nell'Aula Magna di S.M. in Gradi alla presenza del Magnifico Rettore.
Research Interests:
https://www.youtube.com/watch?v=4SSjgzt0mh4&t=53s Prima edizione critica della produzione poetica di un autore vivente, l’Opera in versi di Montale pubblicata nei «Millenni» Einaudi nel 1980 è il frutto prezioso della collaborazione... more
https://www.youtube.com/watch?v=4SSjgzt0mh4&t=53s

Prima edizione critica della produzione poetica di un autore vivente, l’Opera in versi di Montale pubblicata nei «Millenni» Einaudi nel 1980 è il frutto prezioso della collaborazione tra l’autore e i filologi Gianfranco Contini e Rosanna Bettarini. La poesia di uno dei sommi del Novecento viene così raccolta in una silloge che, oltre a fissare nel canzoniere definitivo i termini di un canone che comprende sette libri, include una vasta sezione di varianti e autocommenti che tracciano la genesi del lavoro di Montale. Proprio l’apparato critico, incarnazione ideale del valore dinamico dell’opera letteraria affermato da Contini sin dagli anni ’30 e condiviso nella sostanza dallo stesso Montale, rappresenta nell’auspicio dei curatori il prodromo essenziale per l’opera di esegesi che impegnerà la critica nel quarantennio a venire fino ai giorni nostri.
Dalle pasquinate, ai sonetti burleschi e pornografici, sino alla commedia, alle lettere e alle prose religiose, la voce di Pietro Aretino si leva in tutta la sua multiforme complessità in un continuum ininterrotto che infrange le barriere... more
Dalle pasquinate, ai sonetti burleschi e pornografici, sino alla commedia, alle lettere e alle prose religiose, la voce di Pietro Aretino si leva in tutta la sua multiforme complessità in un continuum ininterrotto che infrange le barriere dei generi letterari e ne inaugura di nuovi. Solo l'ascolto di quella voce, mediato da una serie di letture selezionate per il pubblico degli Uffizi, permette l'accesso diretto allo scrittoio di un letterato che dalla Roma dei papati medicei, alla Venezia del doge Gritti ha sviluppato in forme uniche un dialogo alla pari col mondo delle corti e degli artisti.

Letture:

- dalle pasquinate, due sonetti attribuiti:

            Chi fusse nel giardino anzi nel prato

            Dice ognuno: «Io stupisco che 'l collegio

- dalla Cortigiana

            Prologo (dialogo fra gli Istrioni)

            Atto I, scena I

- dai Sonetti lussuriosi

            Questo è un libro d'altro che sonetti

- dai sonetti sparsi

            Io ch'un secolo e 'n mezzo ho buggierato

- dalla Cortigiana

            Atto II, scene XI-XII

- dalle Lettere:

            lettera a Tiziano Vecellio, maggio 1544

            lettera a Lodovico Dolce, 25 giugno 1537

- dalla Cortigiana

            Atto III, scena VIII

- dalla Passione di Gesù

            libro I, 1-9

- dalla Cortigiana

            Atto III, scena IX

            Atto I, scena XXIV
Il settore dei Beni Culturali vanta nell’Ateneo della Tuscia una lunga tradizione, che ha avuto inizio nel 1990 quando fu istituita la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali (la prima in Italia ad assumere questa denominazione). Oggi... more
Il settore dei Beni Culturali vanta nell’Ateneo della Tuscia una lunga tradizione, che ha avuto inizio nel 1990 quando fu istituita la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali (la prima in Italia ad assumere questa denominazione). Oggi i corsi di Beni culturali attivi presso l’ateneo viterbese sono tre: il corso triennale in Scienze dei Beni Culturali (L1); il corso interclasse magistrale in Archeologia e Storia dell’arte. Tutela e Valorizzazione (LM2/LM89) e il corso a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (LM/R02). I tirocini curriculari nell’ambito dei numerosi progetti di ricerca dei docenti del settore di Beni Culturali costituiscono per gli studenti di questi corsi un momento altamente formativo
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In occasione dell'avvio del nuovo repository della ricerca di Ateneo (DSpace CRIS) il Centro di Ateneo per le Biblioteche (CAB) dell'Università della Tuscia organizza una giornata di studi su piattaforma Zoom destinata alla formazione di... more
In occasione dell'avvio del nuovo repository della ricerca di Ateneo (DSpace CRIS) il Centro di Ateneo per le Biblioteche (CAB) dell'Università della Tuscia organizza una giornata di studi su piattaforma Zoom destinata alla formazione di docenti, personale TA, studenti e dottorandi.

REGISTRAZIONE INTEGRALE DELLA GIORNATA:

https://www.youtube.com/watch?v=gT-szJM-n38&t=21552s
In occasione dell’uscita di Montale, a cura di Paolo Marini e Niccolò Scaffai (Carocci, Roma 2019) e di Eugenio Montale, La bufera e altro, a cura di Ida Campeggiani e Niccolò Scaffai (Mondadori, Milano 2019). 11 febbraio 2020, Ore 14:30... more
In occasione dell’uscita di Montale, a cura di Paolo Marini e Niccolò Scaffai (Carocci, Roma 2019) e di Eugenio Montale, La bufera e altro, a cura di Ida Campeggiani e Niccolò Scaffai (Mondadori, Milano 2019).
11 febbraio 2020, Ore 14:30 Aula Olimpia – Palazzo di Lettere, Università degli Studi di Verona
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in "La Modernità Letteraria", 13, 2020, pp. 159-60
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Il seminario, organizzato nell'ambito del progetto Sapienza 2020 «The Papal Curia as Centre of Political Hegemony and Cultural Propaganda (1334-1549)», intende concentrare l'attenzione su alcuni case studies relativi a carteggi ed... more
Il seminario, organizzato nell'ambito del progetto Sapienza 2020 «The Papal Curia as Centre of Political Hegemony and Cultural Propaganda (1334-1549)», intende concentrare l'attenzione su alcuni case studies relativi a carteggi ed epistolari di umanisti, uomini di lettere e diplomatici attivi nella Curia papale dalla seconda metà del XIV alla seconda metà del XVI secolo. Di fronte ad una crescente attenzione dedicata al censimento e all'edizione dei libri di lettere in volgare nella prima età moderna, con un moltiplicarsi di iniziative scientifiche italiane ed internazionali, si intende fare il punto sullo stato dell'arte relativo a carteggi e libri di lettere (in latino e in volgare) di particolare interesse per lo studio del rapporto tra Umanesimo e politica papale nello snodo tra tardo Medioevo e prima Età Moderna. A tale scopo, ciascun relatore prenderà in esame le principali questioni ecdotiche, critiche e storiche relativi a libri di lettere e carteggi, editi e inediti, selezionati tra i più rilevanti per il fenomeno in questione. Per informazioni scrivere a: lorenzo.geri@uniroma1.it 20 maggio 2021 15:00 Premessa 15:20 LORENZO GERI, Lettere ai curiali e lettere sulla Curia nell'epistolario di Francesco Petrarca 16:00 ILARIA MORRESI, L'Epistolario di Leonardo Bruni: revisioni d'autore e costruzione della memoria storica 17:00 Pausa 17:20 MATTEO BRIASCO, Le prime missioni romane di Nicodemo Tranchedini: personalità, relazioni e strumenti di un diplomatico-umanista 18:00 PAOLO MARINI, Bernardo Bibbiena e il cantiere del minutario del 1515 (ASVat., Segreteria di Stato, Particolari 153) 21 maggio 2021 15:00 FRANCESCO AMENDOLA, Uno sguardo sulla Curia romana attraverso le lettere di Pietro Bembo 15:40 PAOLA MORENO, Modalità di comunicazione epistolare diretta e indiretta tra Francesco Guicciardini e i papi medicei Pausa 16:40 MARCELLO SIMONETTA, Giovan Battista Sanga curiale fra "romanzi" e realtà 17:20 PAOLO PROCACCIOLI, Dionigi Atanagi, molti scenari per un disegno Conclusioni
Research Interests:
Presentazione libro digitale