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What makes Carlo Michelstaedter's life and work (1887-1910) worthy of a reflection on Italian aesthetics is his erratic attitude when taking a stance in the ancient discord between Philosophy and Poetry. This, since Plato's times... more
What makes Carlo Michelstaedter's life and work (1887-1910) worthy of a reflection on Italian aesthetics is his erratic attitude when taking a stance in the ancient discord between Philosophy and Poetry. This, since Plato's times (Republic 607b-608b), as an original item, expects and transcends each historical chapter of the literary critique and each kind of philosophy of history. Michelstaedter justapoxes names such as Parmenides, Sophocles, Socrates, Christ and the Ecclesiastes in an anti-genealogical manner, that is against fathers and masters as well as sons and disciples. Everything that, in his short life, he could read and study in Latin, Greek, German and Italian, was bound to death against institutions and codes, against the family and the University , against the audience and every literary genre attended by the world in which he was born. Michelstaedter reads Parmenides' Carminum reliquiae as a poetic emergency and sees in Socrates the one who becomes this poetry. The bold link between Parme-nides' ontology and Socrates' dialectics constitutes the climax of an iconoclastic and anti-mimetic poiesis. Rhadamanthus' justice (Gorgias 523e), results bitter to Michel-staedter. It discerns, that is, the original relationship of Socrates with death (a dream-less slumber) from that which was superimposed by Plato (the dream of a naked soul in the isles of the blissful); he distinguishes Socrates' beautiful death from that which was enticed by Hegesias, the death-persuader, in the naive; he places Socrates next to Sophocles and the Ecclesiastes, against the mortal event of the birth. Socrates, in case, did not die because of the " cicuta " which parted him from the pain of living, nor because of the eternal idea that he's been contemplating ever since with his immortal soul. He died, instead, after having become something divine and devilish, something that distracts him since his childhood from everything he is about to do, every time, and eventually leads him nowhere (Apology 31c-d). From this anti-contemplative perspective , Michelstaedter acknowledges in every philosophy intended to reconcile the absolute and relative, the rhetoric artifice aimed at concealing an original aporia which can only be dishonestly swayed, rather than overcome.
The aim of this paper is to present and comment a work of the American rabbi and philosopher Yitzchoq Hutner (Warsaw, 1906 – Jerusalem, 1980), on the transmission and reception of the revelation at Sinai, together with a reflection on... more
The aim of this paper is to present and comment a work of the American rabbi and philosopher Yitzchoq Hutner (Warsaw, 1906 – Jerusalem, 1980), on the transmission and reception of the revelation at Sinai, together with a reflection on contemporary Jewish and biblical hermeneutics in general . According to Hutner, the Shofar, musical instrument made from a ram’s horn (and which is played and heard on the occasion of the Jewish new Year), not only is the same Shofar that resonates since the revelation at Sinai (Exodus 19:19), and that has its roots in the horn of the ram that was sacrificed in place of Isaac (Genesis 22:13); it is the same instrument that heralds the Messianic times (Isaiah 27:13) . The replacement of the first stone tablets received at Sinai do not erase the desire to hear the great messianic Shofar at the end of the times, even if now only the maculate tablets of the Torah (David Weiss Halivni) may be read.
David Micheletti, Judaism and Democracy. To what extent can Judaism think itself on a democratic level, when democracy can only associate freedom of religion with freedom from religion? And to what extent can democracy be thought of as... more
David Micheletti, Judaism and Democracy.
To what extent can Judaism think itself on a democratic level, when democracy can only associate freedom of religion with freedom from religion? And to what extent can democracy be thought of as Jewish, when for a Jew knowing what should or should not be done can only be associated with the knowledge of God? For some, answering these questions has meant equating a state - like that of Israel which declares itself Jewish and democratic at the same time - to a country suffering from an excruciating cultural schizophrenia. However, rabbinic lawmaking has at its disposal the legal instruments that allow every Jew to live according to the rules of the secular state while, on the other hand, the principles of the democratic debate have enough to share with that culture of controversy that Judaism has cultivated ever since.

David Micheletti, Ebraismo e Democrazia.
In quale misura l’ebraismo può pensarsi democraticamente quando la democrazia non può concepire libertà di religione senza libertà dalla religione? E in che misura la democrazia può pensarsi ebraicamente quando per un ebreo sapere cosa si deve o non si deve fare fa tutt’uno col conoscere Dio? Per qualcuno, rispondere a queste domande ha significato equiparare uno Stato, come quello d’Israele che si dichiara ebraico e democratico al tempo stesso, a un paese affetto da una lacerante schizofrenia culturale. Tuttavia, la legiferazione rabbinica ha a disposizione gli strumenti giuridici che permettono a ogni ebreo di vivere secondo le regole dello Stato laico e, per altro verso, i principi del dibattito democratico hanno non poco da condividere con quella cultura della controversia che da sempre l’ebraismo coltiva.
Nazzareno Marconi-David Micheletti-Alessio Fifi, L'uomo dei desideri. Daniele il profeta che parla ai giovani, Porziuncola, Assisi 2019. Il testo di David Micheletti - già docente di “Lingua e Pensiero Ebraico” presso L’Università di... more
Nazzareno Marconi-David Micheletti-Alessio Fifi, L'uomo dei desideri. Daniele il profeta che parla ai giovani, Porziuncola, Assisi 2019.

Il testo di David Micheletti - già docente di “Lingua e Pensiero Ebraico” presso L’Università di Perugia; di “Ebraismo: Testi e Movimenti” presso l’Istituto Teologico di Assisi - va letto d'un fiato. L'autore ritorna, all'inizio, al contesto storico in cui nasce il libro di Daniele, ovvero quello di una globalizzazione - una forzata assimilazione alla mentalità e alla cultura greca - che verrà chiamata Ellenismo. Si sofferma, poi, però, sui mostri che compaiono nel racconto apocalittico.
Uno di questi mostri assume tratti molto attuali. Riferendosi a un versetto della Lettera di Paolo ai Romani, che cita un testo del profeta Isaia, «E come predisse Isaia: Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato una discendenza, saremmo divenuti come Sòdoma e resi simili a Gomorra» (Rm 9,29), spiega che il peccato di Sodoma - ancor prima dell’abuso che ne seguirà - è anzitutto quello della non accoglienza degli ospiti, degli stranieri che sono arrivati nella città (cf. Gen 19). E infatti commenta Micheletti: «Se non si crede al seme di Dio allora tutto diviene Sodoma. E cosa è Sodoma se non il disumano stupro dell'ospitalità alla quale non viene riconosciuto alcunché di sacro?». LEllenizzazione forzata voluta da una delle bestie di cui si parla nel libro di Daniele, il re Antioco IV, altro non è che un mancato riconoscimento del valore dell'altro, anche quando è differente da noi.
Se vogliamo, è lo stesso problema che papa Francesco segnala, questa volta trattando di temi riguardanti la salvaguardia del creato in  una enciclica dedicata alla cura della casa comune, a proposito della perdita di biodiversità. Essa preoccupa per ragioni che hanno a che fare con la sopravvivenza del pianeta, scrive Francesco, riferendosi alla «perdita di specie che potrebbero costituire nel futuro risorse estremamente importanti, non solo per l'alimentazione, ma anche per la cura di malattie e per molteplici servizi», ed è però un grave danno per un'altra e principale ragione: «Non basta pensare alle diverse specie solo come eventuali "risorse" sfruttabili, dimenticando che hanno un valore in sé stesse » (Laudato si', 32-33). Potrà sembrare ardito, ma la non accoglienza dell'altro è in fondo mancanza di accoglienza del valore che ha la differenza nelle relazioni.
Così, se nella Bibbia si parla di mostri come il Leviatano o il Behemot - che pure sono creature di Dio - le bestie del libro di Daniele invece sono disumane, spiega David Micheletti, sono contro il Creatore e quindi contro l'uomo. Per fortuna, ci dice il libro di Daniele, ci sono anche gli angeli, che svolgono un ruolo determinante in questo libro - e nella storia dell'umanità - per svelare i misteri di Dio che non si vedono a una lettura superficiale di quan o accade nel mondo. Gli angeli, scrive Micheletti, aiutano anche ad "aggiornare" il computo di anni che mancano ancora al cessare delle sofferenze e delle prove a cui è sottoposto il popolo di Dio.
Finalmente, Micheletti ci lascia gustare, a partire da una delle più belle definizioni del giovane del nostro libro, quella di "uomo dei desideri", la figura di Daniele. Un giovane che vive anche un'esperienza di solitudine di fronte ai misteri e ai drammi che egli deve contemplare, e davanti ai quali non piò porsi come gli antichi profeti, che risolvevano la questione del male invitando i malvagi a pentirsi e Israele a convertirsi. Nella visione apocalittica della storia, invece - scrive Micheletti - si deve attendere che un Altro, il Figlio dell'uomo, venga a liberarci. In tutto questo, non può mancare un confronto con i giovani della presente generazione, quella segnata non dalla globalizzazione ellenistica, ma pur sempre da una globalizzazione culturale, che rischia, scrive l'autore, di sconvolgere ancor più che in passato la mente dei giovani.

Prof. Giulio Michelini (ofm), ITA
Research Interests:
David Micheletti, L’anima ignuda nell’isola dei beati. Sopra Michelstaedter interprete di Platone, collana «Scritture», ed. Diabasis, Reggio Emilia 2005
Research Interests:
Relazione del tutor Prof. Mario Micheletti sulla tesi di dottorato di David Micheletti: Indagini sulla genealogia ebraica di Carlo Michelstaedter. La tesi non si propone lo scopo immediato di offrire un’ennesima lettura e... more
Relazione del tutor Prof. Mario Micheletti sulla tesi di dottorato di David Micheletti: Indagini sulla genealogia ebraica di Carlo Michelstaedter.

La tesi non si propone lo scopo immediato di offrire un’ennesima lettura e interpretazione de La persuasione e la rettorica, bensì quello di scavare a fondo in alcuni aspetti del pensiero di Michelstaedter, trattati finora superficialmente o ignorati dalla critica, in modo da ricavarne elementi importanti per accedere in modo nuovo al pensiero del filosofo goriziano: il rapporto con l’ebraismo, la tesi circa “il razionalismo delle menti ebraiche”, i criteri di lettura del libro dell’Ecclesiaste, l’individuazione e l’interpretazione dei riferimenti espliciti, e soprattutto impliciti, a Spinoza. In questa esplorazione, David Micheletti utilizza ampiamente non solo l’epistolario e gli scritti editi di Michelstaedter, ma anche i manoscritti inediti, e fonti raramente o, in certi casi, mai utilizzate negli studi sul filosofo goriziano, come le opere degli avi di Carlo Michelstaedter, Avraham Vita Reggio e Isacco Samuele Reggio, un testo del padre, Alberto Michelstaedter, La Menzogna, manoscritti del fondo Gandus-Michelstaedter, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Milano).
Il rapporto con l’ebraismo di Carlo Michelstaedter, di questo ebreo “assimilato” ma non ignaro delle sue radici, è stato più volte evocato o discusso dagli studiosi in sede biografica o nell’interpretazione del suo pensiero. Ma nella sua tesi David Micheletti, anche in virtù della sua singolare padronanza della cultura e della tradizione ebraica, fa del contesto ebraico familiare e goriziano di Carlo Michelstaedter, del grado della sua conoscenza dell’ebraico e del tipo di edizioni usate, ad esempio, nella lettura del libro dell’Ecclesiaste, della “genealogia dei Michelstaedter”, della “sindrome ebraica”, ed infine di tutti i riferimenti all’ebraismo nelle opere del filosofo goriziano, l’oggetto diretto e specifico della ricerca. In particolare, il rapporto col padre è delineato con attenzione e con risultati interessanti, non solo per il contributo offerto alla ricostruzione della biografia e della personalità del filosofo, ma anche per la chiarificazione di taluni temi de La Persuasione e la rettorica, che può derivare dal confronto testuale di significativi passi sulla retorica nell’opera di Carlo Michelstaedter con la conferenza del padre, Alberto, su La Menzogna.
David Micheletti affronta con decisione i singoli argomenti della tesi, pervenendo a conclusioni interessanti riguardo a ciascuno di essi. Ma naturalmente non trascura il rapporto che sussiste tra i vari temi. Ad esempio mostra come il confronto diretto di Carlo Michelstaedter con quella che il filosofo goriziano chiama la «rettorica delle traduzioni» a riguardo del libro dell’Ecclesiaste abbia a che fare con il radicale distacco di Carlo dalle illusioni circa gli “dèi” del padre Alberto, la razionalità calcolante, la mitologia del progresso, e come il risultato di questo confronto col padre (quanto di ebraico riesce a riattivare in sé Michelstaedter) siano “l’antimistica e l’antiapocalittica di Qohelet che lo affrancano da ogni rettorica, da ogni speranza”. Anche l’interpretazione che Michelstaedter dà della figura di Cristo, a partire da quelle pagine famose de La persuasione e la rettorica in cui la sequela Christi è distinta dalla imitatio Christi, anzi contrapposta ad essa, e il Cristo è quello della Theologia crucis, ma senza resurrezione, la sua salvezza una forma di tragicamente negativa autosalvazione, è esaminata a partire dalla lettura michelstaedteriana dell’Ecclesiaste. “Questa apocalittica – osserva David Micheletti – non solo è antimistica”, ma nulla la distingue più dall’antiapocalittica che prende forma in Qohelet. In questo contesto, sono interessanti le pagine della tesi in cui viene presentata e discussa l’interpretazione degli scritti di Carlo Michelstaedter data da un cugino di Carlo, Elia Giacomo Silvio Michelstaedter, in alcuni manoscritti inediti, nei quali viene prospettato un possibile esito gnostico della Persuasione. Secondo David Micheletti, ciò che riattiva in Michelstaedter la “novità ebraica”, sullo sfondo della “critica all’ottimismo della Bibbia” in rapporto alla sua lettura dell’Ecclesiaste nonché dell’apprezzamento del rigore dell’etica socratica raccordata all’ontologia parmenidea (Parmenide, Socrate, Qohelet, Cristo figurano tutti fra i maestri della persuasione nella Prefazione alla Persuasione), è anche ciò che lo mette nella condizione di “attivare un Cristo gnostico negli stessi Vangeli canonici”.
Un aspetto interessante della tesi, come ho già ricordato, è il confronto dell’opera principale di Carlo Michelstaedter con un modesto scritto del padre Alberto, La menzogna: David Micheletti scopre nel testo del padre molti dei temi che Carlo discuterà nella sua tesi di laurea; esattamente scopre che tutto ciò che il figlio dirà rettorica è già stato preannunciato dal padre come ‘menzogna’, mentre “lo stesso non si può dire di ciò che Alberto ha detto ‘verità’ e Carlo, invece, dirà persuasione”.
Ma un punto cruciale della tesi è la discussione della famosa affermazione di Michelstaedter, secondo cui «la ragione dell’antisemitismo filosofico (Schopenhauer e Nietzsche) è il razionalismo della religione e della letteratura ebraica» (con un curioso contemporaneo riferimento al Pentateuco e a Spinoza) insieme alla «mancanza dell’elemento mistico nelle menti ebraiche». Allargando il discorso a tutti gli scritti di Michelstaedter, compresi gli inediti, e al confronto con le posizioni di Isacco Samuele Reggio, con il suo razionalismo che riduce gli elementi mistici allo stretto necessario, e con quelle del trisavolo Abraham Vita Reggio, David Micheletti nega che contro il razionalismo riscontrabile nel Giudaismo antico e moderno Michelstaedter intenda far valere l’elemento mistico della qabbalah di Abraham Vita Reggio o una diversa tradizione ebraica imperniata su presunti valori irrazionali del misticismo. Se Michelstaedter può condividere il biasimo nei confronti del «razionalismo della religione e della letteratura ebraica», non può tuttavia condividerlo, come certe interpretazioni suggeriscono, a partire da quell’antisemitismo che trova le sue ragioni filosofiche nella mancanza dell’elemento mistico nelle menti ebraiche. Qui si inserisce una discussione critica del rapporto con Schopenhauer e Nietzsche, un rapporto molto complesso. In particolare David Micheletti indica le ragioni che portano Michelstaedter a ritrovarsi, con Schopenhauer, nella posizione filosofica di criticare l’ottimismo della Bibbia e a cogliere, insieme, “la disonestà mistica del pessimismo di Schopenhauer” (ancora una volta è decisivo il rapporto con l’Ecclesiaste, nel senso che Qohelet è stato capace di un pessimismo perfetto, “ossia di non far scadere la vanificazione del mondo in una ‘professione di pessimismo’, come accade invece a Schopenhauer” – la ragione per cui Qohelet compare nel canone dei “persuasi” e Schopenhauer no, nonostante l’indubbio influsso esercitato dal pensatore tedesco su Michelstaedter, e inoltre la ragione per cui non c’è in Michelstaedter nulla che corrisponda alla “positività mistica” presente nella Noluntas schopenhaueriana). Per quanto riguarda Nietzsche, David Micheletti mostra come Michelstaedter, al modo di Nietzsche, critichi Platone, anche se “lo critica perché ha tradito la radicalità del maestro, non perché si sia fatto corrompere da Socrate”, e, da questo punto di vista, radicalmente socratico, critica anche la morale eroica e il dionisismo di Nietzsche.
Infine, il confronto con Spinoza diventa qualcosa di più che una curiosità storiografica, perché Spinoza appare addirittura la chiave di lettura che permette di intendere aspetti centrali del pensiero di Michelstaedter. L’analisi che compie Micheletti è molto complessa. Ricordo soltanto il punto di partenza del suo discorso. Michelstaedter non fa alcuna citazione diretta delle opere di Spinoza, anche se Spinoza è menzionato in diversi punti, ma l’esame attento dei suoi scritti rivela non di rado un vocabolario spinoziano, e i riferimenti al suo nome e alla sua filosofia sono tali da indurre a ritenere che la presenza di Spinoza nel pensiero di Michelstaedter sia sotto certi aspetti paragonabile a quella di Schopenhauer. Per valutare la reale portata di questa presenza e comprendere in che modo la critica michelstaedteriana al razionalismo di Spinoza non consista semplicemente in antispinozismo ma, sotto certi aspetti, in uno spinozismo radicale (riattivando fra l’altro Michelstaedter nella ratio spinoziana il pessimismo antimistico di Qohelet), David Micheletti discute dettagliatamente tutti i luoghi in cui, negli scritti di Michelstaedter, è presente Spinoza, tutti i riferimenti più o meno espliciti, e su questa base, confronta fra loro le riflessioni su Dio e sulla figura di Cristo prodotte dalle “menti ebraiche” di Spinoza e Michelstaedter. Secondo David Micheletti, il filosofo goriziano condivide il biasimo schopenhaueriano al razionalismo di Spinoza, riconosce la debolezza etica dell’ottimismo spinoziano, ma non perché esso “coincida con una forma di antimistica”. Nel corso della dissertazione è costante il riferimento alle fonti primarie e ai testi della letteratura secondaria pertinenti all’oggetto specifico della ricerca.
Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem, "Books of Minin" in the development of Halacha from the Talmud to the Shulchan Aruch. An educational flashcard created and presented by Dr. David Micheletti Course name: The development... more
Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem,

"Books of Minin" in the development of Halacha from the Talmud to the Shulchan Aruch.
An educational flashcard created and presented by
Dr. David Micheletti

Course name: The development of Halakha from the Talmud to the Shulchan Aruch
Lecturer's name: Rabbi Diana Villa
Semester: 2
Year: 2022-2023
Research Interests:
Charity commandments and political theology (Baba Batra 10a) An educational flashcard created and presented by Dr. David Micheletti Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem Name of the course: Talmud beginners Lecturer's name:... more
Charity commandments and political theology (Baba Batra 10a)
An educational flashcard created and presented by Dr. David Micheletti

Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem
Name of the course: Talmud beginners
Lecturer's name: Dr. Gilad Landau
Semester: 1
Year: 2024
Research Interests:
Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem, Course name: Talmud beginners: reading Talmudic issues Lecturer's name: Dr. Gilad Landau Semester: 1 Year: 2022-2023 "Verbal Abuse and Speculation" An educational flashcard... more
Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem,

Course name: Talmud beginners: reading Talmudic issues
Lecturer's name: Dr. Gilad Landau
Semester: 1
Year: 2022-2023

"Verbal Abuse and Speculation"
An educational flashcard created and presented by
Dr. David Micheletti
Research Interests:
Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem, Name of the course: Conservative Theology and Halacha Theology Lecturer's name: Rabbi Avi Novis-Deutsch Semester: 2 Year: 2022-2023 Death and the afterlife Educational... more
Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem,

Name of the course: Conservative Theology and Halacha Theology
Lecturer's name: Rabbi Avi Novis-Deutsch
Semester: 2
Year: 2022-2023

Death and the afterlife
Educational flashcards created and presented by
David Micheletti
Research Interests:
Each lecture will be divided into two sections: 1 – Hebrew Language; 2 – Hebrew Thinking. Each notion of grammar, syntax and history of Hebrew language will be functional to the reading and full comprehension of short extracts. These will... more
Each lecture will be divided into two sections: 1 – Hebrew Language; 2 – Hebrew Thinking. Each notion of grammar, syntax and history of Hebrew language will be functional to the reading and full comprehension of short extracts. These will be taken from those sources which will on their turn be explained and interpreted along the path concerning the second articulation of the module: the reduction-of-the-adam-form (mi‘ut-tzurat-’adam). This terminology was deducted and elaborated in 1900, by the eminent rabbi and philosopher Yitzchoq Hutner (1906-1980), from the language used throughout the centuries by the scholars of the Hebrew tradition. Hutner elaborates a textual and hermeneutic path within the sources of Hebrew thinking, in order to describe the way in which Adam was de-idolised and therefore gave shape to the anthropological Hebrew conception of the Western man. Hebrew thinking, then, confirms its parental relationship with the West, while at the same time maintaining its cultural peculiarity.
Each lecture will be divided into two sections: 1 – Hebrew Language; 2 – Hebrew Thinking. Each notion of grammar, syntax and history of Hebrew language will be functional to the reading and full comprehension of a short extract from an... more
Each lecture will be divided into two sections: 1 – Hebrew Language; 2 – Hebrew Thinking. Each notion of grammar, syntax and history of Hebrew language will be functional to the reading and full comprehension of a short extract from an important document of the Hebrew tradition: Midrash Tanchuma, wayere 23; its contents, will be covered in the second section, which will focus on the reprise and the development, in contemporary times, of concepts elaborated by Judaism regarding the ‘aqedat Yitzchaq (The sacrifice of Isaac), in the frame of encounters and clashes with Western culture.
Each lecture will be divided into two sections: 1 – Hebrew Language; 2 – Hebrew Thinking. Each notion of grammar, syntax and history of Hebrew language will be functional to the reading and full comprehension of a short extract from an... more
Each lecture will be divided into two sections: 1 – Hebrew Language; 2 – Hebrew Thinking. Each notion of grammar, syntax and history of Hebrew language will be functional to the reading and full comprehension of a short extract from an important document of the Hebrew tradition: Midrash Tanchuma, Bereshit, siman 1; its contents (translatable and untranslatable), will be covered in the second section, which will focus on the reprise and the development, in contemporary times (art, philosophy, hermeneutics), of concepts elaborated by Judaism regarding the graphemes the Hebrew alphabet consists of and their relationship with the supposed specificality of Hebrew language and thinking in the frame of encounters and clashes with Western culture.
Si tratta di un percorso ermeneutico specifico volto a introdurre gli studenti alla comprensione dei rapporti (reciprocità e cortocircuiti) tra gli elementi matriciali del pensiero occidentale di derivazione ebraica e quelli di... more
Si tratta di un percorso ermeneutico specifico volto a introdurre gli studenti alla comprensione dei rapporti (reciprocità e cortocircuiti) tra gli elementi matriciali del pensiero occidentale di derivazione ebraica e quelli di derivazione greca. L’Ebraismo che è arrivato fino a noi, prima di tornare ad essere anche espressione di uno stato, ha elaborato il proprio percorso identitario, entro e attraverso i molteplici aspetti della cultura occidentale, in termini di scrittura, parola, insegnamento e studio. Contributo specifico di questo Ebraismo alla nostra cultura è stato quello di mostrare che i problemi legati al rapporto con l’alterità, come l’assimilazione di una cultura ad un’altra, l’emancipazione di un punto di vista alternativo o la persecuzione della diversità, sono strettamente connessi a quelli del traducibile e dell’intraducibile di una lingua, a quelli dell’allegoria e della demitizzazione, e infine a quelli relativi alla decodificazione dei simboli e al conflitto delle interpretazioni.
The Cornerstone of the Whole Torah According to Maimonides The topic is presented by Dr. David Micheletti Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem Course name: Text as a spiritual influence Lecturer's name: Dr. Rebbe. Mimi... more
The Cornerstone of the Whole Torah According to Maimonides
The topic is presented by
Dr. David Micheletti

Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem
Course name: Text as a spiritual influence
Lecturer's name: Dr. Rebbe. Mimi Feigelson
Semester: 2
Year: 2024
Research Interests:
"Integral worship" in the "Will of the RYBaSh" The topic is presented by Dr. David Micheletti Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem Course name: Introduction to Hasidism Lecturer's name: Dr. Rebbe. Mimi Feigelson Semester: 2... more
"Integral worship" in the "Will of the RYBaSh"
The topic is presented by Dr. David Micheletti

Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem
Course name: Introduction to Hasidism
Lecturer's name: Dr. Rebbe. Mimi Feigelson
Semester: 2
Year: 2024
Research Interests:
"The desire to pray according to Mei Hashiloach" The topic is presented by Dr. David Micheletti Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem Course name: Text as a spiritual influence Lecturer's name: Dr. Rebbe. Mimi Feigelson... more
"The desire to pray according to Mei Hashiloach"
The topic is presented by Dr. David Micheletti

Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem
Course name: Text as a spiritual influence
Lecturer's name: Dr. Rebbe. Mimi Feigelson
Semester: 1
Year: 2024
Research Interests:
Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem Course name: Text as a spiritual influence Lecturer's name: Dr. Rebbe. Mimi Feigelson Semester: 1 Year: 2024 The dead and the living In Berakhot 18a- 20a The topic is presented by... more
Schechter Institute of Jewish Studies - Jerusalem
Course name: Text as a spiritual influence
Lecturer's name: Dr. Rebbe. Mimi Feigelson
Semester: 1
Year: 2024
The dead and the living
In Berakhot 18a- 20a
The topic is presented by
Dr. David Micheletti
Research Interests:
Research Interests:
‘È andata così’ (‘That’s what happened’) (Feltrinelli, 2010) is the story of the origins of a family which reconstruct a vocabulary made of tales and anecdotes. Therefore, as far as one can go away from that stump firmly planted in the... more
‘È andata così’ (‘That’s what happened’) (Feltrinelli, 2010) is the story of the origins of a family which reconstruct a vocabulary made of tales and anecdotes. Therefore, as far as one can go away from that stump firmly planted in the ground, the language, the vocabulary, the words continue to reaffirm the sense of belonging of an individual to a community. As the word determines the identity and the roots of an individual, how can it contribute to his/her release?

Meir Shalev was born in Nathal, an agricultural kibbutz, in 1948. He studied psychology at the Hebrew University of Jerusalem. Among his works: E fiorirà il deserto (Rizzoli, 1990), Per amore di una donna (Frassinelli, 1999), Il pane di Sarah (Frassinelli, 2000), Fontanella (Frassinelli, 2004), Il ragazzo e la colomba (Frassinelli, 2008).

David Micheletti (1975) teaches Jewish Language and Thought at the Humanities Faculty of the University of Perugia. Among his works: La “minut” di Qohelet (Perugia 2012), ’arirat alef’ - the curse of the Alef (Roma 2011), Il razionalismo delle menti ebraiche (Enna 2009), L’adepto di una razionalità occulta (Udine 2007); L’impurità della sapienza greca e i sofismi della tradizione ebraica (Reggio Emilia 2006).
Research Interests:
Lo Spirito Santo, che vuole la traduzione del Messale Latino in lingua ebraica, è il medesimo che, in occasione del Concilio Vaticano II, ispirò la Riforma Liturgica e promosse la traduzione del Messale Latino in tutte le lingue parlate... more
Lo Spirito Santo, che vuole la traduzione del Messale Latino in lingua ebraica, è il medesimo che, in occasione del Concilio Vaticano II, ispirò la Riforma Liturgica e promosse la traduzione del Messale Latino in tutte le lingue parlate dai cattolici. La Consacrazione Eucaristica, che lo Spirito Santo vuole pronunciata in ebraico, dissacra la Lingua Santa, degradandola a una delle tante lingue parlate dai cattolici, a beneficio dei cattolici israeliani.
"how to protect the child from the sight of the cross while doing mathematical addition"