Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
Skip to main content
Edited by Roberto Gamberini. Foreword by Michael Lapidge 🔗 https://bit.ly/33xi8ti Ampia selezione degli scritti sulla latinità medievale di Michael Winterbottom, che riguarda oltre un millennio di letteratura a partire dalla Britannia... more
Edited by Roberto Gamberini. Foreword by Michael Lapidge  🔗  https://bit.ly/33xi8ti
Ampia selezione degli scritti sulla latinità medievale di Michael Winterbottom, che riguarda oltre un millennio di letteratura a partire dalla Britannia e dall’Irlanda altomedievali, fino all’Inghilterra anglonormanna e all’Europa del rinascimento. Comprende venticinque articoli (tra i quali un inedito), e nove recensioni, pubblicati tra il 1967 e il 2017, oltre a un’appendice con due addenda. il volume offre anche una bibliografia completa degli scritti dell’autore, comprensiva di tutte le recensioni.

Wide selection of Michael Winterbottom’s writings about medieval latinity, covering over a millennium of literature, ranging from early Medieval Britain and ireland to anglo-norman england and Renaissance Europe. It comprises twenty-five papers (including an unpublished article), and nine reviews, published between 1967 and 2017, as well as an appendix with two addenda. the volume also offers a complete bibliography of the author’s writings, including all reviews.
Research Interests:
A cura di Roberto Gamberini. Con la collaborazione di Irene Tinacci. «RICABIM Repertorio di Inventari e Cataloghi di Biblioteche Medievali dal secolo VI al 1520» raccoglie i risultati del censimento delle testimonianze originali, di... more
A cura di Roberto Gamberini. Con la collaborazione di Irene Tinacci.
«RICABIM Repertorio di Inventari e Cataloghi di Biblioteche Medievali dal secolo VI al 1520» raccoglie i risultati del censimento delle testimonianze originali, di natura inventariale, facenti capo ad antiche raccolte librarie. Esso intende coprire non solo tutta la nostra Penisola, come indicato nel Piano dell’Opera, ma anche gran parte dell’Occidente latino medievale. Le schede di cui si compone ogni volume, riunite per Regioni moderne, consentono di reperire edizioni e bibliografia pertinenti ed inoltre dati storici, genetici e peculiarità utili ad una migliore conoscenza della fonte documentaria. Il censimento ha prodotto, per l’Italia, oltre 10.000 attestazioni: 634 di esse, riconducibili alla Campania, sono presentate in questo volume. Per la prima volta è stata presa in esame, oltre ai grandi cataloghi istituzionali, la documentazione archivistica (testamenti, registri di prestito, transazioni ecc.). Si è sempre tenuto conto dei fattori dinamici che hanno portato all’incameramento o alla dispersione dei fondi librari, e quindi degli eventuali destinatari/beneficiari interagenti nel processo di fruizione del libro. In tale ottica il documento censito acquista inusitato spessore, riscattandosi dalla condizione di muto e statico reperto sino a divenire preziosa chiave di accesso alla storia delle biblioteche e alla veicolazione del sapere stesso. Ogni volume è dotato di Indici che garantiscono una consultazione agevole, data l’eterogeneità delle fonti, delle tipologie documentarie studiate e dell’imponente numero di possessori coinvolti.
This catalogue presents 634 entries relating to 681 documentary sources which are datable from the 6th century to 1520 and testify to the existence and transfers of ancient book collections in the area of the current Campania. The... more
This catalogue presents 634 entries relating to 681 documentary sources which are datable from the 6th century to 1520 and testify to the existence and transfers of ancient book collections in the area of the current Campania. The surveyed material consists not only of catalogues, but also – and above all – of archival documents, for which editions and studies, as well as a series of historical and descriptive data, are indicated.
Edizione critica a cura di Roberto Gamberini. I libri XVIII-XX dell’«Expositio Hieremiae prophetae» di Rabano Mauro, dedicati alle «Lamentazioni», sono il primo commentario sistematico mai scritto nella tradizione cristiana su questo... more
Edizione critica a cura di Roberto Gamberini.
I libri XVIII-XX dell’«Expositio Hieremiae prophetae» di Rabano Mauro, dedicati alle «Lamentazioni», sono il primo commentario sistematico mai scritto nella tradizione cristiana su questo testo della Bibbia. Desiderando colmare una lacuna importante, Rabano si trovò a comporre la sua opera esegetica più originale, per la quale abbandonò progressivamente il suo consueto metodo compilatorio e intervenne in prima persona con interpretazioni totalmente nuove. Egli concepì un’opera che può essere letta in una triplice prospettiva: quella teologica, che al suo centro ha il formidabile problema del popolo eletto che viene abbandonato dal suo Dio; quella politica, alla ricerca della retta via che riconducesse alla pace e all’unità l’impero, allora dilaniato dalle lotte fratricide seguite alla morte di Ludovico il Pio; quella personale, potente consolazione per chiunque si trovi in difficoltà e vigoroso impulso alla piena riconciliazione con Dio e con il mondo. Di quest’opera restano otto testimoni manoscritti e una serie di rielaborazioni, la più diffusa delle quali è un’epitome trasmessa da ventitré codici che circola sotto il nome di Girolamo con il titolo «Expositio in Lamentationibus Hieremiae prophetae». Il testo di Rabano Mauro è stato pubblicato per la prima volta nel 1534 sulla base di un solo codice di non particolare pregio; tutte le edizioni successive sono semplici ristampe rivedute dell’«editio princeps». Il volume fornisce quindi la prima edizione critica del commento alle «Lamentazioni» di Rabano Mauro condotta sulla base di tutti i testimoni disponibili e utilizzando la principale tradizione indiretta rappresentata dall'epitome. Di quest’ultima, che riveste una particolare importanza nella diffusione del testo di Rabano, si offre in appendice la prima edizione realizzata con criteri scientifici.
Research Interests:
Philology, Medieval Philosophy, Historical Theology, Medieval Studies, Medieval Theology, and 41 more
A cura di Ileana Pagani e Francesco Santi. Intorno alla realtà e al mito di Carlo Magno un'epoca si costruisce, ricca di contraddizioni e di ambiguità, per la raffinatezza delle esperienze intellettuali e per la violenza della lotta... more
A cura di Ileana Pagani e Francesco Santi.
Intorno alla realtà e al mito di Carlo Magno un'epoca si costruisce, ricca di contraddizioni e di ambiguità, per la raffinatezza delle esperienze intellettuali e per la violenza della lotta politica; per l'assetto nuovo della società e per il tentativo di rappresentarlo in forme che richiamano la tradizione classica. Nell'insieme di queste tensioni il medioevo carolingio riesce ad esprimere una sua cifra, che resterà di riferimento dentro e oltre il millennio medievale, nella nostalgia di un ordine mitico e nella consapevolezza di una nuova forza che sta crescendo e che può dare forma ad un mondo radicalmente diverso da quello dell'antichità. La ricerca, che nell'ultimo secolo si è dedicata al fenomeno carolingio, consente oggi di chiarirne molti aspetti e di indicarne il profilo, ma ha anche messo a punto gli strumenti per un cantiere di lavoro che promette ancora molte novità. Con questo volume si intende offrire uno status quaestionis, insieme alle direzioni del lavoro futuro. Around the reality and myth of Charlemagne, an era has been built. This era is full of contradictions and ambiguities, for the refinement of intellectual experiences and the violence of the political struggle; for the new social structure and the attempt to represent it in forms recalling the classical tradition. With these tensions the Carolingian Middle Ages is able to express its figure, which will remain a reference within and beyond the Medieval Millennium, in the nostalgia of a mythical order and in the awareness of a new force that is growing and that can give form to a radically different world from that of the Antiquity. This volume offers a status quaestionis, but it also indicates new directions for future work.
Research Interests:
European History, Medieval Philosophy, Medieval Literature, Medieval History, Medieval Studies, and 40 more
Edizione critica con traduzione italiana e commento della cosiddetta Visio Anselli, narrazione della visione infernale di un monaco trasmessa in due redazioni (in versi ritmici e in prosa), entrambe precedute dalla medesima lettera... more
Edizione critica con traduzione italiana e commento della cosiddetta Visio Anselli, narrazione della visione infernale di un monaco trasmessa in due redazioni (in versi ritmici e in prosa), entrambe precedute dalla medesima lettera dedicatoria. Nell'introduzione viene dimostrato che: 1) il visionario è da identificarsi con Oddone abate di St.-Germain d'Auxerre († 1052); 2) l'autore è Ansello, contemporaneo di Oddone e scolastico probabilmente nel suo stesso monastero; 3) la redazione in versi, contrariamente a quanto si credeva in passato, è anteriore a quella in prosa, che va considerata come una rielaborazione anonima. Il poema viene quindi datato tra il 1043 e il 1048, mentre mancano elementi precisi per datare la prosa, tradita in un solo manoscritto del sec. XV. Viene quindi definito il contesto storico e l'ambito monastico cluniacense nel quale il testo originario è stato scritto e nel quale esso è stato immediatamente diffuso. Un capitolo è dedicato al racconto che Rodolfo il Glabro fa della stessa visione nelle sue Historiae (testimonianza che viene riprodotta in appendice alle pp. 43-7). Si procede quindi a un'analisi linguistica, stilistica e metrica delle due redazioni della Visio Anselli. La terza parte dell'introduzione contiene la descrizione dei testimoni manoscritti delle due opere (pp. LIII-LXXIII), la discussione sui loro rapporti e la valutazione delle edizioni precedenti. Una bibliografia ragionata (pp. XCI-CVIII) precede l'edizione critica dei testi. L'epistola dedicatoria è pubblicata sulla base di sei manoscritti: Paris, BNF, lat. 5572 (sec. XI) = D; Verdun, BM, 57 (saec. XI) = V; Orléans, BM, 182 (159) (sec. XI) = F; Montpellier, Bibl. Interuniversitaire, Sect. Méd., 68 (sec. XI) = M; Vat. Reg. lat. 73 (sec. XII) = R; Subiaco, Bibl. del Monumento Nazionale di Santa Scolastica, CCI (sec. XV) = S. Per il poema ritmico, oltre ai codici D, V, F ed M si usa anche il codice Paris, BNF, lat. 4887 (sec. XII) = C. I due codici che per questo testo sono ritenuti eliminandi (Paris, BNF, lat. 5138 [sec. XVII] = P; Auxerre, BM, 91 (85) [sec. XII-XIII] = A) vengono comunque descritti alle pp. LVII-LXI e LXIX-LXXI. La redazione in prosa è pubblicata sulla base del suo unico testimone noto: il codice S. Due gli indici: delle fonti (pp. 69-70) e dei nomi, dei luoghi e delle opere anonime (pp. 71-6).
Edizione e traduzione italiana commentata del Ruodlieb (dai mss. München, BSB, lat. 19486 e St. Florian, Stiftsbibliothek, Port. 22) e degli epigrammi conservati nello stesso monacense latino 19486. In seguito a un riesame dei... more
Edizione e traduzione italiana commentata del Ruodlieb (dai mss. München, BSB, lat. 19486 e St. Florian, Stiftsbibliothek, Port. 22) e degli epigrammi conservati nello stesso monacense latino 19486. In seguito a un riesame dei manoscritti, vengono introdotte nel testo alcune nuove lezioni, congetture e integrazioni. La questione dell'autografia del codice principale, sostenuta dai precedenti editori, viene messa in discussione, giungendo a conclusioni più caute; le glosse interlineari non vengono dunque più accolte nel testo, come era stato fatto in passato. Nell'introduzione si affrontano i principali problemi filologici e interpretativi che riguardano l'opera: la tradizione manoscritta, le ipotesi sulla data di composizione e sull'autore, l'esegesi storica della narrazione, la classificazione storico-letteraria, la lingua, lo stile, la struttura narrativa, le fonti dotte e orali. Completano il volume una bibliografia (pp. LXV-LXXVII), un indice delle fonti e dei loci similes, un indice dei nomi e delle opere anonime citate.
Edizione critica della favola autobiografica in adonii metrici del vescovo Leone di Vercelli trasmessa dal ms. Vercelli, Archivio capitolare, LXXXII. Nello studio introduttivo, completato da una bibliografia ragionata, l'ed., dopo aver... more
Edizione critica della favola autobiografica in adonii metrici del vescovo Leone di Vercelli trasmessa dal ms. Vercelli, Archivio capitolare, LXXXII. Nello studio introduttivo, completato da una bibliografia ragionata, l'ed., dopo aver delineato il profilo storico e letterario del vescovo, analizza il testo, che si presenta come una colta allegoria politica in stile oraziano, e ne espone le possibili linee interpretative. Particolare attenzione è dedicata alla tradizione manoscritta, vista la possibile autografia dell'unico testimone. Il testo latino è accompagnato da una traduzione italiana e da un apparato di note di commento. Tre gli strumenti di consultazione: un indice delle fonti; un indice dei manoscritti e un indice dei nomi, dei luoghi e delle opere anonime citate.
The volume contains 686 entries on as many authors. Of these, 592 are new, while the remaining 94 have been updated on the basis of recent scholarship, which has brought important new evidence to their bio-bibliographic profiles. It is... more
The volume contains 686 entries on as many authors. Of these, 592 are new, while the remaining 94 have been updated on the basis of recent scholarship, which has brought important new evidence to their bio-bibliographic profiles.
It is part of the «BISLAM» series and represents a natural progression from the second volume. In fact, it is the result of a continuing project, which has proceeded alongside the growth of the «Archivio Integrato del Medioevo Latino» («Integrated Archive of the Latin Middle Ages»), i.e. the digital infrastructure that connects the most important specialised databases created at SISMEL. This third «BISLAM» inventory adds to, updates, and complements the preceding one while preserving the formal organisation and general compilation criteria.
The primary objective of this volume is to offer an additional tool for the study of Medieval and Renaissance Latin authors. Specifically, we have concentrated on those authors whom scholars have identified recently, according to new efforts in cataloguing manuscripts and the latest studies conducted on unedited or under-examined sources.
BISLAM. Bibliotheca Scriptorum Latinorum Medii Recentiorisque Aevi. II Censimento onomastico e letterario degli autori latini del medioevo. Identificazione, classificazione per genere letterario e bibliografia fondamentale è un repertorio... more
BISLAM. Bibliotheca Scriptorum Latinorum Medii Recentiorisque Aevi. II Censimento onomastico e letterario degli autori latini del medioevo. Identificazione, classificazione per genere letterario e bibliografia fondamentale è un repertorio onomastico, biografico, bibliografico e storico-letterario della letteratura mediolatina. Il volume offre agli studiosi e ai catalogatori un ausilio alla risoluzione dei problemi di identificazione degli autori attivi tra la fine del V e l’inizio del XVI secolo, fornendo sintetiche notizie biografiche, un elenco delle varianti dei loro nomi in latino e nelle lingue moderne, nonché un primo orientamento bibliografico, con l'indicazione dei principali generi letterari delle loro opere. Gli strumenti di ricerca dei quali è dotato il cd-rom che correda l’opera permettono un rapido reperimento delle informazioni contenute nel volume, consentendo anche di incrociare numerosi parametri onomastici, biografici, cronologici e storico-letterari. Con questa nuova edizione della Bibliotheca Scriptorum Latinorum Medii Recentiorisque Aevi, la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino porta a compimento la pubblicazione dei risultati di dodici anni di ricerca che hanno prodotto il catalogo bio-bibliografico, onomastico e letterario degli autori latini del medioevo. Essa comprende 13.174 voci su altrettanti autori e 83.124 varianti dei loro nomi. Mentre la prima edizione, pubblicata nel 2003, censiva circa 5.300 autori e 12.500 varianti nominali, questa edizione, che comprende la prima al suo interno, va ampiamente oltre, non soltanto per il numero di autori trattati, ma per la quantità di informazioni offerte su ciascuno di essi. Infatti, oltre alle diverse forme dei nomi, fornisce anche le date nelle quali essi furono attivi, l'indicazione dei momenti più importanti della loro carriera, dei generi letterari che hanno praticato e brevi note che spiegano i principali problemi di identificazione e di attribuzione delle loro opere. Ciascuna notizia è corredata dei riferimenti alle fonti consultate. Le informazioni presenti sono il risultato dello spoglio integrale di 47 repertori specialistici, scelti per affidabilità e completezza. I dati estratti sono stati valutati criticamente e corretti conformemente agli studi recenti più autorevoli, integrandoli con un numero quanto mai ampio di edizioni, saggi specialistici, enciclopedie, bibliografie e cataloghi. Corredata da un cd-rom, l’opera si configura attualmente come il più esauriente repertorio onomastico e bio-bibliografico sugli autori della letteratura latina medievale.
BISLAM è una nuova collana di strumenti utili all'identificazione e alla lemmatizzazione degli autori latini del Medioevo. Disponibile in CD-ROM + volume a stampa, questo primo repertorio della serie, Gli Autori in "Medioevo latino", è... more
BISLAM è una nuova collana di strumenti utili all'identificazione e alla lemmatizzazione degli autori latini del Medioevo. Disponibile in CD-ROM + volume a stampa, questo primo repertorio della serie, Gli Autori in "Medioevo latino", è costituito dall'elenco delle diverse forme nominali con le quali gli autori erano e sono conosciuti, oltre che da una serie di elementi identificativi e bibliografici. Comprende quasi 5.300 voci che corrispondono agli autori lemmatizzati nei primi ventuno volumi pubblicati del repertorio bibliografico "Medioevo latino". Esso si propone come authority list, vale a dire come un elenco di voci di autorità, controllate sulla base della bibliografia più recente e affidabile e costituite secondo norme uniformi. Di ogni autore medievale viene quindi fornita una forma del nome, prescelta in base a criteri storici, bibliografici e filologici, e tutte le sue principali varianti. Oltre alle forme nominali, ciascuna voce contiene un riferimento alle schede di "Medioevo latino" che segnalano studi sull'autore o edizioni delle sue opere, svolgendo in questo modo anche la funzione di indice complessivo per autore di questo bollettino bibliografico. BISLAM I fa parte integralmente dell'opera BISLAM2 edita nel 2010.
Hrabanus Maurus’ commentary on Jeremiah and Lamentations is different from his other exegetical works concerning structure and compositional technique. Due to the unavailability of Latin sources on the subject, for the first twelve books... more
Hrabanus Maurus’ commentary on Jeremiah and Lamentations is different from his other exegetical works concerning structure and compositional technique. Due to the unavailability of Latin sources on the subject, for the first twelve books (coming to Lam 32:44) it is composed as an exegetical chain and continues in books XIII-XX as an original commentary extending itself to the Lamentations, which had never been the subject of exegesis. The article shows the compositional technique of this work, highlighting the role played by the authorial interventions, which take on a steadily increasing weight in the textual development. It also considers the manuscript tradition of the commentary: the 32 identified manuscript witnesses are divided into six classes that document a splitting-up of the textual unity, determined by the substantive and structural differences of the various sections of the work. In particular, the article focuses on the influence exerted over the dynamics of the textual tradition by codices ST. GALLEN, Stiftsbibliothek 282 and ROMA, Biblioteca Nazionale Centrale «Vittorio Emanuele II», Sess. 44. Finally, it studies the reception of the commentary in the first decades of its dissemination, by analyzing the glosses in the codex MÜNCHEN, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 6223, the commentary on Lamentations of Pascasius Radbertus and the manuscript WOLFENBÜTTEL, Herzog-August-Bibliothek, Weiss. 32, an autograph of Otfried von Weißenburg, a pupil of Hrabanus, who revived the work of his master adapting it in the form of glosses.
L'articolo ripropone una relazione presentata al convegno «La letteratura di intrattenimento nel Medioevo latino» (organizzato dalla Societa Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, Firenze, 22 marzo 2013).... more
L'articolo ripropone una relazione presentata al convegno «La letteratura di intrattenimento nel Medioevo latino» (organizzato dalla Societa Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, Firenze, 22 marzo 2013). Nell'introduzione l'A. passa in rassegna i passaggi comici e divertenti di alcuni trattati grammaticali, spaziando per l'intero medioevo: Andrea Guarna, Bellum grammaticale; Alessandro di Villadei, Doctrinale (grammatica versificata); Matthias Ringmann, Grammatica figurata; Carmen episcopi Brunonis; Doctoris Noe declinatio, dal ms. Munchen, BSB, Clm 641. Si passa poi all'argomento principale, le opere di Virgilio Marone Grammatico: se molti critici hanno espresso giudizi decisamente negativi su di lui, a causa delle stranezze, degli errori e delle incongruenze dei suoi scritti, non e mancato chi ha ritenuto che si tratti invece di una riuscita parodia (P. Lehmann, F. Brunholzl, M. Bachtin, G. Polara). L'A. propone allora un sunto della riflessione degli studi sui passi che hanno indotto la critica a reputare l'opera, a seconda delle opinioni, un coacervo di stravaganze o una parodia, alla ricerca della reale finalita che si proponeva l'autore. L. Munzi (in «Tertius Vergilius ego»: l'etica della grammatica «Res publica litterarum. Studies in the Classical Tradition» 16 [1993] 69-83; cfr. MEL XVI 3571) si concentrava sulle assurdita e sulle invenzioni di Virgilio, ma L. Holtz (in Donat et la tradiion de l'enseignement grammatical. Etude sur l'«Ars Donati» et sa diffusion (IVe-IXe siecle) et edition critique Paris 1981; cfr. MEL XIII 2528) individuava alcuni elementi tematici in comune con Donato e con il commento di Sedulio Scoto al De verbo di Eutiche; inoltre il testo di Virgilio e perfettamente accettabile dal punto di vista linguistico. V. Law (in Fragments from the Lost Portions of the «Epitomae» of Virgilius Maro Grammaticus «Cambridge Medieval Celtic Studies» 21 [1991] 113-25; cfr. MEL XIV 3058) ha contribuito al vaglio dei brani corretti e ragionevoli in esso presenti, individuando anche una componente sapienziale nel contenuto del testo; ma - si chiede l'A. - e conciliabile in un testo nell'Irlanda del VII sec. (collocazione tradizionale di Virgilio) la parodia con l'opera sapienziale? Il lettore sarebbe stato in grado di comprendere simili sottigliezze? La risposta di Lehmann, Brunholzl, Polara e Smolak e che i grammatici successivi recepirono il testo senza distinguerle. L'A. adotta invece un approccio filologico alla questione, esplorando integralmente la tradizione indiretta di Virgilio nei secoli VII e VIII, senza individuare in essa alcuna traccia dei presunti passi parodici, comici, assurdi o stravaganti; essi si trovano solo nei tre principali testimoni diretti, tutti del IX sec. (Napoli, BN, IV.A.34; Amiens, BM, 426; Paris, BNF, lat. 13026), piuttosto differenti tra loro (interpolazioni, ampliamenti, riduzioni) e privi di sezioni che Virgilio stesso asserisce di aver scritto (le Epitomae XII, XIII, XIV, mentre la XV e solo nel Napoletano). La tradizione indiretta e analizzata dall'A. secondo alcune categorie. La prima sono i testi che condividono con Virgilio brani di argomento etimologico: il ms. Milano, Ambrosiana, F 60 sup., il piu antico frammento superstite del grammatico; i computisti irlandesi; passi dal ms. Oxford, Bodl. Libr, Digby 63; il De temporum ratione di Beda; un computo del Monte Amiata del 745-747 (il Divisiones temporum trasmesso dai codici Firenze, Laurenziana, Conv. soppr. 364; Pl. 20.54; Cesena, Malatestiana, D.XXIV.1); i mss. Munchen, BSB, Clm 17739 (Isidoro di Siviglia), Clm 6302, Clm 14276, Paris, BNF, lat. 10616 (commenti al Genesi); il commento al Pentateuco dello ps. Beda; la Collectio canonum Hibernensis; le Interrogationes vel responsiones tam de Veteri quam de Novi Testamenti; il commento alle epistole cattoliche dello ps. Ilario di Poitiers. In ogni caso, secondo la datazione tradizionale, la prima attestazione di tutti questi passi sarebbe quella di Virgilio. Vi sono poi le riprese di passi attribuiti a Virgilio, ma per lo piu non attestati dai codici della tradizione diretta: Florilegium Frisingense (sec. VIII), un passo condiviso dal Collectaneum miscellaneum di Sedulio Scoto (sec. IX), dai Collectanea dello ps. Beda (meta VIII sec.), dal Liber de numeris, nel codice Zurich, ZB, Rheinau 140 (meta sec. VIII) e come soggetto di un epigramma di Milredo di Worcester. Aldelmo di Malmesbury, nella sua invettiva contro i maestri irlandesi (Epistola ad Ehfridum), riprende da Virgilio solo una frase assolutamente assennata. La grammatica irlandese Auraicept na n-Eces (Sillabario dei letterati) utilizza un brano che condivide la fonte con un passo di Virgilio in un contesto che non ha nulla di parodico. Anche nell'Ars grammatici Sergilii (Irlanda, VII sec.) vi sono riferimenti a passi non attestati nella tradizione diretta, ma il testo - secondo R. Marshall - e esso stesso da intendersi scritto come critica parodica di Virgilio: questo escluderebbe che…
Esaminate le ragioni per le quali un testo puo essere frammentario - non necessariamente legate soltanto a guasti nel corso della trasmissione - l'A. fornisce indicazioni metodologiche su come procedere all'edizione di frammenti;... more
Esaminate le ragioni per le quali un testo puo essere frammentario - non necessariamente legate soltanto a guasti nel corso della trasmissione - l'A. fornisce indicazioni metodologiche su come procedere all'edizione di frammenti; esempi sono tratti dai casi del commento al Cantico di Gregorio Magno, dei Versus de Ottone et Heinrico di Leone di Vercelli, del poema biblico di Severo di Malaga, del Carmen Campidoctoris, delle Expositiones Berengarii (attribuite da Bischoff a Berengario di Tours, in realta in parte di Guitmondo di Aversa), della poesia De trinitate et de Christo Deo homine di Alcuino, del Ruodlieb, del «frammento dell'Aia» (Den Haag, KB, 921), dei Gesta Apollonii in versi, della Iohannis di Corippo, del commento all'Apocalisse di Ticonio. Presenta infine il caso dell'altro commento all'Apocalisse di Apringio di Beja, lo stato disordinato del quale e stato spiegato in modi diversi, fra i quali l'ipotesi prevalente e quella della sua frammentarieta; su questa base esso e stato ricostruito ed edito da R. Gryson (Turnhout 2003; cfr. MEL XXVIII 4285) grazie all'analisi della tradizione indiretta, costituita dal commento all'Apocalisse del Beato di Liebana. Contro l'opinione di Gryson, secondo il quale l'opera di Apringio comprendeva ampi stralci di un piu antico commento di Vittorino di Petovio, l'A. dimostra pero che i brani di tale autore che figurano all'interno del testo di Apringio nell'unico codice diretto che lo riporta (Kobenhavn, Det Arnamagnaeanske Institut, AM 4° 795) sono in realta aggiunte successive all'autore.
A survey of a series of fragments of medieval Latin works in verse preserved in the Libraries of the University and Colleges of Oxford: four unpublished anonymous grammatical works, the Graecismus by Eberhardus Bethuniensis, the De urinis... more
A survey of a series of fragments of medieval Latin works in verse preserved in the Libraries of the University and Colleges of Oxford: four unpublished anonymous grammatical works, the Graecismus by Eberhardus Bethuniensis, the De urinis by Aegidius Corboliensis, the De vetula by Ps. Ovidius, the De templo Salomonis by Gaufridus de Templo, the Epigrammata by Ps. Damasus, the Aurora by Petrus Riga, the Lombardus Metricus by Helvicus Magdeburgensis. The causes of their fragmentation are linked to the historical period in which it occurred, namely the educational renewal due to the introduction and consolidation of the Protestant Reformation in England, and the pressures of the English Crown on the teaching at the University and at the Colleges during the sixteenth century. In the appendix, a catalogue with a description of the investigated fragments.
Dietro l'apparente neutrale celebrazione della concordia tra papato ed impero nelle persone di Gregorio V e Ottone III - dopo la sconfitta della fazione dell'antipapa Giovanni XVI ad opera delle truppe imperiali e il... more
Dietro l'apparente neutrale celebrazione della concordia tra papato ed impero nelle persone di Gregorio V e Ottone III - dopo la sconfitta della fazione dell'antipapa Giovanni XVI ad opera delle truppe imperiali e il reinsediamento di Gregorio sul soglio petrino - i Versus de Gregorio papa et Ottone Augusto (conservati nel f. 13v del ms. Bamberg, SB, Can. 1 (P.III.20) e pubblicati da K. Strecker in MGH, Poetae V-2 pp. 477-8 e da H. Bloch attribuiti «con buoni argomenti» [p. 583] a Leone da Vercelli) manifestano una solida visione idelogica dei rapporti tra i poteri universalistici, derivante anche dal ruolo di Leone all'interno dell'amministrazione imperiale e dalla sua familiarità con la politica e con il problema della politica: «usa la poesia per riflettere sui principi della propria azione e indicarne la direzione» (p. 589). Circa la questione, sollevata dal Bloch, sull'autografia del carme di Leone, la presenza nel medesimo codice di Bamberga di poesie di Eugenio Vulgario e il recupero lessicale e metrico, non meno che tematico di tali componimenti all'interno del Metrum dello stesso Leone conducono l'A. a ritenere che se non si può considerare certificata l'autografia, è possibile affermare che la stesura del carme nel codice di Bamberga sia avvenuta sotto il controllo di Leone. In conclusione viene riprodotta l'edizione dei Versus ad opera di Strecker, con occasionali modifiche della punteggiatura e ampliamento dell'apparato delle fonti.
BISLAM è una nuova collana di strumenti utili all'identificazione e alla lemmatizzazione degli autori latini del Medioevo. Disponibile in CD-ROM + volume a stampa, questo primo repertorio della serie, Gli Autori in "Medioevo... more
BISLAM è una nuova collana di strumenti utili all'identificazione e alla lemmatizzazione degli autori latini del Medioevo. Disponibile in CD-ROM + volume a stampa, questo primo repertorio della serie, Gli Autori in "Medioevo latino", è costituito dall'elenco delle diverse forme nominali con le quali gli autori erano e sono conosciuti, oltre che da una serie di elementi identificativi e bibliografici. Comprende quasi 5.300 voci che corrispondono agli autori lemmatizzati nei primi ventuno volumi pubblicati del repertorio bibliografico "Medioevo latino". Esso si propone come authority list, vale a dire come un elenco di voci di autorità, controllate sulla base della bibliografia più recente e affidabile e costituite secondo norme uniformi. Di ogni autore medievale viene quindi fornita una forma del nome, prescelta in base a criteri storici, bibliografici e filologici, e tutte le sue principali varianti. Oltre alle forme nominali, ciascuna voce contiene un riferimento alle schede di "Medioevo latino" che segnalano studi sull'autore o edizioni delle sue opere, svolgendo in questo modo anche la funzione di indice complessivo per autore di questo bollettino bibliografico. BISLAM I fa parte integralmente dell'opera BISLAM2 edita nel 2010.
Edizione critica con traduzione italiana e commento della cosiddetta Visio Anselli, narrazione della visione infernale di un monaco trasmessa in due redazioni (in versi ritmici e in prosa), entrambe precedute dalla medesima lettera... more
Edizione critica con traduzione italiana e commento della cosiddetta Visio Anselli, narrazione della visione infernale di un monaco trasmessa in due redazioni (in versi ritmici e in prosa), entrambe precedute dalla medesima lettera dedicatoria. Nell'introduzione viene dimostrato che: 1) il visionario è da identificarsi con Oddone abate di St.-Germain d'Auxerre († 1052); 2) l'autore è Ansello, contemporaneo di Oddone e scolastico probabilmente nel suo stesso monastero; 3) la redazione in versi, contrariamente a quanto si credeva in passato, è anteriore a quella in prosa, che va considerata come una rielaborazione anonima. Il poema viene quindi datato tra il 1043 e il 1048, mentre mancano elementi precisi per datare la prosa, tradita in un solo manoscritto del sec. XV. Viene quindi definito il contesto storico e l'ambito monastico cluniacense nel quale il testo originario è stato scritto e nel quale esso è stato immediatamente diffuso. Un capitolo è dedicato al racconto che Rodolfo il Glabro fa della stessa visione nelle sue Historiae (testimonianza che viene riprodotta in appendice alle pp. 43-7). Si procede quindi a un'analisi linguistica, stilistica e metrica delle due redazioni della Visio Anselli. La terza parte dell'introduzione contiene la descrizione dei testimoni manoscritti delle due opere (pp. LIII-LXXIII), la discussione sui loro rapporti e la valutazione delle edizioni precedenti. Una bibliografia ragionata (pp. XCI-CVIII) precede l'edizione critica dei testi. L'epistola dedicatoria è pubblicata sulla base di sei manoscritti: Paris, BNF, lat. 5572 (sec. XI) = D; Verdun, BM, 57 (saec. XI) = V; Orléans, BM, 182 (159) (sec. XI) = F; Montpellier, Bibl. Interuniversitaire, Sect. Méd., 68 (sec. XI) = M; Vat. Reg. lat. 73 (sec. XII) = R; Subiaco, Bibl. del Monumento Nazionale di Santa Scolastica, CCI (sec. XV) = S. Per il poema ritmico, oltre ai codici D, V, F ed M si usa anche il codice Paris, BNF, lat. 4887 (sec. XII) = C. I due codici che per questo testo sono ritenuti eliminandi (Paris, BNF, lat. 5138 [sec. XVII] = P; Auxerre, BM, 91 (85) [sec. XII-XIII] = A) vengono comunque descritti alle pp. LVII-LXI e LXIX-LXXI. La redazione in prosa è pubblicata sulla base del suo unico testimone noto: il codice S. Due gli indici: delle fonti (pp. 69-70) e dei nomi, dei luoghi e delle opere anonime (pp. 71-6).
Edizione e traduzione italiana commentata del Ruodlieb (dai mss. München, BSB, lat. 19486 e St. Florian, Stiftsbibliothek, Port. 22) e degli epigrammi conservati nello stesso monacense latino 19486. In seguito a un riesame dei... more
Edizione e traduzione italiana commentata del Ruodlieb (dai mss. München, BSB, lat. 19486 e St. Florian, Stiftsbibliothek, Port. 22) e degli epigrammi conservati nello stesso monacense latino 19486. In seguito a un riesame dei manoscritti, vengono introdotte nel testo alcune nuove lezioni, congetture e integrazioni. La questione dell'autografia del codice principale, sostenuta dai precedenti editori, viene messa in discussione, giungendo a conclusioni più caute; le glosse interlineari non vengono dunque più accolte nel testo, come era stato fatto in passato. Nell'introduzione si affrontano i principali problemi filologici e interpretativi che riguardano l'opera: la tradizione manoscritta, le ipotesi sulla data di composizione e sull'autore, l'esegesi storica della narrazione, la classificazione storico-letteraria, la lingua, lo stile, la struttura narrativa, le fonti dotte e orali. Completano il volume una bibliografia (pp. LXV-LXXVII), un indice delle fonti e dei loci similes, un indice dei nomi e delle opere anonime citate.
... 597-606; and: Authority Control in Organizing and Accessing Information: Defi-nition and International Experience (ed: Arlene G. Taylor, and Barbara B. Tillett) The Haworth Information Press, an imprint of The Haworth Press, Inc.,... more
... 597-606; and: Authority Control in Organizing and Accessing Information: Defi-nition and International Experience (ed: Arlene G. Taylor, and Barbara B. Tillett) The Haworth Information Press, an imprint of The Haworth Press, Inc., 2004, pp. 597-606. ... M. Donnini, C. Leonardi. ...
The manuscripts Clm 19411, 19412 and 19413 of the Bayerische Staatsbibliothek at Munich, coming from the Benedictine Abbey of Tegernsee, are a significant example of how, in the 11th and 12th centuries, monastic culture was enriched by... more
The manuscripts Clm 19411, 19412 and 19413 of the Bayerische Staatsbibliothek at Munich, coming from the Benedictine Abbey of Tegernsee, are a significant example of how, in the 11th and 12th centuries, monastic culture was enriched by opening itself to vernacular themes and forms of expression as well as to the kind of secular sensitivity that prefigures the great season of courtly literature. These three codices contain formularies for letter-writing together with poems and other literary works composed either in the context of monastic schools or of royal and aristocratic courts.
This paper shows how their texts relate to one another, reconstructs the historical contexts of their creation and describes their literary outcomes.
The codex Clm 19411, which among other writings includes the «Love Letters of Tegernsee» and the Ludus de Antichristo, is a witness to the flourishing of the love lyric in the 12th century and to the spread of female writing. At the same time, it gives evidence on the emergence of a new kind of eschatological representation that combines metaphysical premises with concrete historical and political interpretations. The Clm 19411 is derived from the Clm 19412, which is known as Codex epistolaris Tegernseensis. This manuscript is especially worthy of notice because it transmits Froumund’s poems: a vigorous expression of poetic freedom that, although it starts from a solid erudition in classical literature, voluntarily and completely detaches itself from it in order to create something new. Model of Froumund’s formulary is, in turn, the Clm 19413, transcribed in the Alamannic area and containing the Formulae of Solomon of Constance, composed by Notker the Stammerer, as well as a poetic anthology with compositions by Notker himself and anonymous authors. Exactly as he does with the classics, Froumund draws on these literary patterns with the aim of subverting them. This attitude towards the literature of the past carves a new path that will be followed in an equally original way by the author of Ruodlieb and that will lead to the poetic renewal of the 12th century.
Marianus Scotus (d. 1082), born and educated in Ireland, 1056 left his monastery in order to undertake a pilgrimage on the continent, where he lived as a recluse for 25 years, first in Fulda, then in Mainz. During this period he wrote an... more
Marianus Scotus (d. 1082), born and educated in Ireland, 1056 left his monastery in order to undertake a pilgrimage on the continent, where he lived as a recluse for 25 years, first in Fulda, then in Mainz. During this period he wrote an universal chronicle that reflects irish and continental culture at the same time. Marianus relies upon a large number of sources, both written and oral, also of legendary origin, and sorts them with the mastery of the computistic science that he has learnt in Ireland. He comes to realize a new calculation of the dating of the Christian Era that contrasts with the traditional one by Dionysius Exiguus. Therefore, his work assumes a central role among the universal chronicles and circulates on continental Europe and the British Isles, influencing many later authors. The article investigates the relationship between the historical narration and the idea of time that rules all Marianus’ work. His cronicle is marked by cyclic structures that correspond to the liturgical partitions of the year and of the week. Liturgy, that regulates every monk’s and every christian’s life, represents, in fact, the continuous commemoration of Christ’s life as it is narrated by the gospels, and, for Marianus, its perpetual repetition in human events. Using chronology, Marianus Scotus seeks a confirmation to the truth in the history by detecting the connections of time and sense with the truth in the gospels. At the same time, he applies the same method to his own life by writing an autobiography that is inserted in the flow of events and shaped on the lives of the saints. Thus history assumes for Marianus Scotus a dual function: to illustrate the route of salvation that God has planned for the mankind and to lead every single human being to holiness and to his final destination in God.
L'A. espone i problemi metodologici relativi alla compilazione di un'«autority list» degli autori latini del medioevo, vale a dire: la specificità del materiale onomastico trattato, la peculiarità della scienza filologica... more
L'A. espone i problemi metodologici relativi alla compilazione di un'«autority list» degli autori latini del medioevo, vale a dire: la specificità del materiale onomastico trattato, la peculiarità della scienza filologica mediolatina, la carenza di strumenti specialistici nonché la necessità di considerare la tradizione storico-letteraria e bibliografica. Si descrivono quindi le soluzioni adottate per il progetto BISLAM («Bibliotheca Scriptorum Latinorum Medii Recentiorisque Aevi»), che presso la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino di Firenze si occupa dell'onomastica degli autori latini medievali e ha prodotto un primo strumento (BISLAM. Bibliotheca scriptorum Latinorum medii recentiorisque aevi. Repertory of Medieval and Renaissance Latin Authors I Gli autori in «Medioevo latino». Authors in «Medioevo latino» Firenze 2003), in volume a stampa e in CD-ROM, costituito da un'«authority list» di circa 5.300 voci per circa 12.500 forme nominali complessive.
The authority control for Medieval Latin literature presents a particularly delicate and complex problem. The first necessity which continues to be hard to satisfy for the person who is compiling a biographical, bibliographical or... more
The authority control for Medieval Latin literature presents a particularly delicate and complex problem. The first necessity which continues to be hard to satisfy for the person who is compiling a biographical, bibliographical or historical reference work in the field of medieval literature, is to be able to depend on a reliable author list. The authority control for medieval Latinity often requires original researches, which in turn demand qualified competence. The idea of elaborating a new authority list developed, as a result, within the ‘Societa Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino’ and the ‘Fondazione Franceschini’, including all those authors who wrote in Latin between 500 and 1500. For these institutions the problem in authority control is present on several fronts: the production of bibliographical instruments (the ‘Medioevo Latino’ newsletter and the C.A.L.M.A. reference work), manuscript cataloguing (the Codex project), and the production of the library catalo...
Hrabanus Maurus’ commentary on Jeremiah and Lamentations is different from his other exegetical works concerning structure and compositional technique. Due to the unavailability of Latin sources on the subject, for the first twelve books... more
Hrabanus Maurus’ commentary on Jeremiah and Lamentations is different from his other exegetical works concerning structure and compositional technique. Due to the unavailability of Latin sources on the subject, for the first twelve books (coming to Lam 32:44) it is composed as an exegetical chain and continues in books XIII-XX as an original commentary extending itself to the Lamentations, which had never been the subject of exegesis. The article shows the compositional technique of this work, highlighting the role played by the authorial interventions, which take on a steadily increasing weight in the textual development. It also considers the manuscript tradition of the commentary: the 32 identified manuscript witnesses are divided into six classes that document a splitting-up of the textual unity, determined by the substantive and structural differences of the various sections of the work. In particular, the article focuses on the influence exerted over the dynamics of the textual tradition by codices ST. GALLEN, Stiftsbibliothek 282 and ROMA, Biblioteca Nazionale Centrale «Vittorio Emanuele II», Sess. 44. Finally, it studies the reception of the commentary in the first decades of its dissemination, by analyzing the glosses in the codex MÜNCHEN, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 6223, the commentary on Lamentations of Pascasius Radbertus and the manuscript WOLFENBÜTTEL, Herzog-August-Bibliothek, Weiss. 32, an autograph of Otfried von Weißenburg, a pupil of Hrabanus, who revived the work of his master adapting it in the form of glosses.
The article investigates the relationships between word and text in the Latin literature of the Middle Ages, exploring some of the mechanisms of conservation and innovation in textual transmission and the interlacings between oral and... more
The article investigates the relationships between word and text in the Latin literature of the Middle Ages, exploring some of the mechanisms of conservation and innovation in textual transmission and the interlacings between oral and written tradition. These phenomena are observed in genres such as biblical exegesis, preaching, hagiography, liturgical poetry, fables, visions, legends; in authors such as Beatus Liebanensis, Apringius Pacensis, Paterius, Gregory the Great; in works such as the Visio Anselli and the Visio Alberici. In particular, the research formulates new hypotheses on the special transmissional features of a group of hagiographical texts composed in Puglia by different authors: the dossier on Theopompus and Synesius (BHL 8115, 8116, 8118); the works on Sabinus, bishop of Canosa (BHL 7443, 7444, 7445); the life of Nicolaus Peregrinus (BHL 6224, 6225) and the life of John of Matera (BHL 4411, 4412). The paper also examines the survival of the legend on Gregory the Great and Trajan and the sources of the legend of emperor Otto III, depicted by the flemish painter Dirk Bouts in the diptych called The Justice of the Emperor Otto, coming to identify the literary precedents of the painting and to outline the path of the tradition of its original narrative core.
L'A., dopo aver tracciato un sintetico status quaestionis, sottolinea l'intento innovativo del Ruodlieb e vi identifica elementi tipici della fiaba, della saga, dello speculum principis, del romanzo cortese, dell'exemplum e... more
L'A., dopo aver tracciato un sintetico status quaestionis, sottolinea l'intento innovativo del Ruodlieb e vi identifica elementi tipici della fiaba, della saga, dello speculum principis, del romanzo cortese, dell'exemplum e dell'elegia.
Edizione critica della favola autobiografica in adonii metrici del vescovo Leone di Vercelli trasmessa dal ms. Vercelli, Archivio capitolare, LXXXII. Nello studio introduttivo, completato da una bibliografia ragionata, l'ed., dopo... more
Edizione critica della favola autobiografica in adonii metrici del vescovo Leone di Vercelli trasmessa dal ms. Vercelli, Archivio capitolare, LXXXII. Nello studio introduttivo, completato da una bibliografia ragionata, l'ed., dopo aver delineato il profilo storico e letterario del vescovo, analizza il testo, che si presenta come una colta allegoria politica in stile oraziano, e ne espone le possibili linee interpretative. Particolare attenzione è dedicata alla tradizione manoscritta, vista la possibile autografia dell'unico testimone. Il testo latino è accompagnato da una traduzione italiana e da un apparato di note di commento. Tre gli strumenti di consultazione: un indice delle fonti; un indice dei manoscritti e un indice dei nomi, dei luoghi e delle opere anonime citate.
L'A. indaga sulla redazione multipla della visione infernale di Oddone, abate di Saint-Germain d'Auxerre (1032-1052). Accanto al testo commissionato dallo stesso abate ad Ansello, il maestro del suo monastero, una seconda versione... more
L'A. indaga sulla redazione multipla della visione infernale di Oddone, abate di Saint-Germain d'Auxerre (1032-1052). Accanto al testo commissionato dallo stesso abate ad Ansello, il maestro del suo monastero, una seconda versione del sogno è raccontata da Rodolfo il Glabro, che negli ultimi anni della sua vita era monaco a Saint-Germain d'Auxerre. Questa seconda redazione, non ufficiale, apre nuove prospettive per l'interpretazione del testo di Ansello, in quanto rivela un contrasto all'interno del monastero: Rodolfo (che prudentemente omette il nome del visionario) scrive infatti un finale diverso, nel quale egli solleva un pesantissimo dubbio sul racconto e sulla condotta del proprio abate.
L'articolo ripropone una relazione presentata al convegno «La letteratura di intrattenimento nel Medioevo latino» (organizzato dalla Societa Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, Firenze, 22 marzo 2013).... more
L'articolo ripropone una relazione presentata al convegno «La letteratura di intrattenimento nel Medioevo latino» (organizzato dalla Societa Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, Firenze, 22 marzo 2013). Nell'introduzione l'A. passa in rassegna i passaggi comici e divertenti di alcuni trattati grammaticali, spaziando per l'intero medioevo: Andrea Guarna, Bellum grammaticale; Alessandro di Villadei, Doctrinale (grammatica versificata); Matthias Ringmann, Grammatica figurata; Carmen episcopi Brunonis; Doctoris Noe declinatio, dal ms. Munchen, BSB, Clm 641. Si passa poi all'argomento principale, le opere di Virgilio Marone Grammatico: se molti critici hanno espresso giudizi decisamente negativi su di lui, a causa delle stranezze, degli errori e delle incongruenze dei suoi scritti, non e mancato chi ha ritenuto che si tratti invece di una riuscita parodia (P. Lehmann, F. Brunholzl, M. Bachtin, G. Polara). L'A. propone allora un sunto della riflessione...
Esaminate le ragioni per le quali un testo puo essere frammentario - non necessariamente legate soltanto a guasti nel corso della trasmissione - l'A. fornisce indicazioni metodologiche su come procedere all'edizione di frammenti;... more
Esaminate le ragioni per le quali un testo puo essere frammentario - non necessariamente legate soltanto a guasti nel corso della trasmissione - l'A. fornisce indicazioni metodologiche su come procedere all'edizione di frammenti; esempi sono tratti dai casi del commento al Cantico di Gregorio Magno, dei Versus de Ottone et Heinrico di Leone di Vercelli, del poema biblico di Severo di Malaga, del Carmen Campidoctoris, delle Expositiones Berengarii (attribuite da Bischoff a Berengario di Tours, in realta in parte di Guitmondo di Aversa), della poesia De trinitate et de Christo Deo homine di Alcuino, del Ruodlieb, del «frammento dell'Aia» (Den Haag, KB, 921), dei Gesta Apollonii in versi, della Iohannis di Corippo, del commento all'Apocalisse di Ticonio. Presenta infine il caso dell'altro commento all'Apocalisse di Apringio di Beja, lo stato disordinato del quale e stato spiegato in modi diversi, fra i quali l'ipotesi prevalente e quella della sua frammentar...
Dietro l'apparente neutrale celebrazione della concordia tra papato ed impero nelle persone di Gregorio V e Ottone III - dopo la sconfitta della fazione dell'antipapa Giovanni XVI ad opera delle truppe imperiali e il... more
Dietro l'apparente neutrale celebrazione della concordia tra papato ed impero nelle persone di Gregorio V e Ottone III - dopo la sconfitta della fazione dell'antipapa Giovanni XVI ad opera delle truppe imperiali e il reinsediamento di Gregorio sul soglio petrino - i Versus de Gregorio papa et Ottone Augusto (conservati nel f. 13v del ms. Bamberg, SB, Can. 1 (P.III.20) e pubblicati da K. Strecker in MGH, Poetae V-2 pp. 477-8 e da H. Bloch attribuiti «con buoni argomenti» [p. 583] a Leone da Vercelli) manifestano una solida visione idelogica dei rapporti tra i poteri universalistici, derivante anche dal ruolo di Leone all'interno dell'amministrazione imperiale e dalla sua familiarità con la politica e con il problema della politica: «usa la poesia per riflettere sui principi della propria azione e indicarne la direzione» (p. 589). Circa la questione, sollevata dal Bloch, sull'autografia del carme di Leone, la presenza nel medesimo codice di Bamberga di poesie di Eugenio Vulgario e il recupero lessicale e metrico, non meno che tematico di tali componimenti all'interno del Metrum dello stesso Leone conducono l'A. a ritenere che se non si può considerare certificata l'autografia, è possibile affermare che la stesura del carme nel codice di Bamberga sia avvenuta sotto il controllo di Leone. In conclusione viene riprodotta l'edizione dei Versus ad opera di Strecker, con occasionali modifiche della punteggiatura e ampliamento dell'apparato delle fonti.
After being subjected to a thorough investigation, the record No. 19 of the Registrum by Petrus Diaconus (JL †4040), which was considered to be a complete forgery by editions and catalogues, reveals its partial authenticity. It fits into... more
After being subjected to a thorough investigation, the record No. 19 of the Registrum by Petrus Diaconus (JL †4040), which was considered to be a complete forgery by editions and catalogues, reveals its partial authenticity. It fits into the context of a decisive change for the history of the abbey of Montecassino: the transition from the Byzantine to the Western influence following Henry II’s military intervention. The emperor, pope Benedict VIII and the abbott Theobaldus cooperate to consolidate the abbey in the new political framework: a strengthening that takes place not only at the legal and patrimonial level, but also in the field of worship, through a reaffirmation of the presence of the body of st. Benedict. The historiography of Montecassino recovers and amplifies this last point, and finally transforms it into a key event of 1022.
According to a theological and exegetical perspective inherent in the historiographical genre of universal chronicle, the "Cronica" by Sicardus of Cremona interprets history as a measure of the last times and as a guide... more
According to a theological and exegetical perspective inherent in the historiographical genre of universal chronicle, the "Cronica" by Sicardus of Cremona interprets history as a measure of the last times and as a guide for the salvation of the humankind. The analysis of the contents and of the formal and ideological affinities between the chronicle by Sicardo and the one by Salimbene de Adam allows on the one hand to justify the hypothesis that the latter's work was originally a universal chronicle; on the other hand, it sheds new light on the importance of the joachimite and spiritual themes in the "Cronica" by Salimbene.
Edizione critica a cura di Roberto Gamberini. I libri XVIII-XX dell’«Expositio Hieremiae prophetae» di Rabano Mauro, dedicati alle «Lamentazioni», sono il primo commentario sistematico mai scritto nella tradizione cristiana su questo... more
Edizione critica a cura di Roberto Gamberini. I libri XVIII-XX dell’«Expositio Hieremiae prophetae» di Rabano Mauro, dedicati alle «Lamentazioni», sono il primo commentario sistematico mai scritto nella tradizione cristiana su questo testo della Bibbia. Desiderando colmare una lacuna importante, Rabano si trovò a comporre la sua opera esegetica più originale, per la quale abbandonò progressivamente il suo consueto metodo compilatorio e intervenne in prima persona con interpretazioni totalmente nuove. Egli concepì un’opera che può essere letta in una triplice prospettiva: quella teologica, che al suo centro ha il formidabile problema del popolo eletto che viene abbandonato dal suo Dio; quella politica, alla ricerca della retta via che riconducesse alla pace e all’unità l’impero, allora dilaniato dalle lotte fratricide seguite alla morte di Ludovico il Pio; quella personale, potente consolazione per chiunque si trovi in difficoltà e vigoroso impulso alla piena riconciliazione con Dio e con il mondo. Di quest’opera restano otto testimoni manoscritti e una serie di rielaborazioni, la più diffusa delle quali è un’epitome trasmessa da ventitré codici che circola sotto il nome di Girolamo con il titolo «Expositio in Lamentationibus Hieremiae prophetae». Il testo di Rabano Mauro è stato pubblicato per la prima volta nel 1534 sulla base di un solo codice di non particolare pregio; tutte le edizioni successive sono semplici ristampe rivedute dell’«editio princeps». Il volume fornisce quindi la prima edizione critica del commento alle «Lamentazioni» di Rabano Mauro condotta sulla base di tutti i testimoni disponibili e utilizzando la principale tradizione indiretta rappresentata dall'epitome. Di quest’ultima, che riveste una particolare importanza nella diffusione del testo di Rabano, si offre in appendice la prima edizione realizzata con criteri scientifici.
Study of the textual tradition of the epistolary of Gerbertus Aureliacensis (Silvester II papa).

And 23 more

Edizione critica, traduzione e commento del sesto libro della raccolta epistolare di Pier della Vigna nella cosiddetta "redazione piccola in sei libri".
L'A. offre una nuova edizione critica e una traduzione italiana dei Versus de Ottone et Heinrico, carme ritmico sulla morte di Ottone III e sull'elevazione al trono di Enrico II trasmesso dai codici: Wien, ÖNB, 1322; München, BSB, lat.... more
L'A. offre una nuova edizione critica e una traduzione italiana dei Versus de Ottone et Heinrico, carme ritmico sulla morte di Ottone III e sull'elevazione al trono di Enrico II trasmesso dai codici: Wien, ÖNB, 1322; München, BSB, lat. 14516; Bruxelles, BR, 5540; Halle (Saale), Universitäts- und Landesbibliothek Sachsen-Anhalt, Yd 2° 39. Dopo l'esame della tradizione manoscritta con la definizione dei rapporti tra i testimoni e l'esame della struttura del testo, che si presenta differente in ciascuno dei codici, l'A. analizza la metrica e lo stile dell'opera, le sue fonti letterarie e la sua ricezione in epoca successiva, nonché il problema dell'attribuzione al vescovo Leone di Vercelli. Un capitolo dell'introduzione è dedicato alle motivazioni e all'occasione di composizione del carme, che viene datato tra il primo ottobre e il 24 novembre del 1002. I riferimenti letterari e storici relativi ai singoli passi del testo sono collocati in un apparato esegetico collegato alla traduzione.
Investigation into the spiritual, religious and cultural dimension of Abbot Aligerno's personality through the identification and study of the manuscripts he acquired for the Montecassino library.
Research Interests:
Paper presented at the International Conference Authority Control: Definition and International Experiences, Florence, February 10-12 2003. The paper has been published with some changes as: 1) Roberto Gamberini, La compilazione di... more
Paper presented at the International Conference Authority Control: Definition and International Experiences, Florence, February 10-12 2003.
The paper has been published with some changes as:
1) Roberto Gamberini, La compilazione di un’authority list degli autori mediolatini. Obiettivi, questioni di metodo e risultati, in: Authority Control. Definizioni ed esperienze internazionali. Atti del Convegno internazionale, Firenze, 10-12 Febbraio 2003, cur. M. Guerrini - B.B. Tillett - L. Sardo, Firenze-Roma, Firenze University Press-Associazione Italiana Biblioteche, 2003, pp. 495-501, ISBN: 88-8453-111-X  [Italian version]
2) Roberto Gamberini, The Compilation of an Authority List of Medieval Latin Authors: Objectives, Methodological Issues and Results, in: Authority Control in Organizing and Accessing Information: Definition and International Experience. Part II, cur. A.G. Taylor - B.B. Tillett - M. Guerrini - M. Baca, «Cataloging & Classification Quarterly» 39 (2004), pp. 597-606, ISSN: 0163-9374 [English version].
Intervengono: Raffaella Pelosini, Francesco Santi, Roberto Gamberini, Annalia Marchisio. Marco Bartolini del Teatro del Mantice legge alcuni brani dal racconto di Odorico
Research Interests:
Medieval Literature, Medieval History, Medieval Studies, Medieval Latin Literature, Franciscan Studies, and 33 more
Presentation of the book:
Odorico da Pordenone, Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, ed. Annalia Marchisio, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2016 (Edizione Nazionale dei Testi Mediolatini d'Italia 41. Serie I 23)
Research Interests:
Research Interests:
Medieval Philosophy, Medieval Literature, Dante Studies, Medieval Studies, Manuscript Studies, and 25 more