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The creation of a trust during separation and divorce proceedings is part of the trend known as “privatization” of family law. The commitment to create a trust taken during a marriage separation process before the judge is nowadays very... more
The creation of a trust during separation and divorce proceedings is
part of the trend known as “privatization” of family law. The commitment to
create a trust taken during a marriage separation process before the
judge is nowadays very common. However, if this commitment is not
followed by a proper notarial deed, the trust cannot be considered as
having come into existence and therefore any action for nullity addressed
towards this “commitment” can only be rejected.
Il contributo analizza alcuni profili problematici del regolamento CE n. 261/2004, relativamente al diritto del passeggero, per il caso di ritardo o cancellazione del volo, a una “compensazione” pecuniaria. In particolare, movendo dal... more
Il contributo analizza alcuni profili problematici del regolamento CE n. 261/2004, relativamente al diritto del passeggero, per il caso di ritardo o cancellazione del volo, a una “compensazione” pecuniaria. In particolare, movendo dal concetto di “circostanze eccezionali”, che sollevano il vettore dall’obbligo di corrispondere detta compensazione, ci si sofferma sulla casistica europea per rilevare come l’“esimente” venga interpretata in modo severo nei confronti della compagnia aerea. Le esigenze di sicurezza e soprattutto la (preminente) tutela del consumatore-viaggiatore sembrano aver determinato il passaggio dalla responsabilità derivante dall’inadempimento dell’obbligazione all’operare di una vera e propria “garanzia”, in quanto, piuttosto che attribuire rilevanza all’attività di “controllo” (sull’evento) da parte dell’obbligato, si pone l’accento solo sul verificarsi dell’evento medesimo.
Il T.A.R. Lombardia si pronuncia sull’abbandono formale dell’immobile. Il Collegio milanese ammette in linea di principio la possibilità di rinunciare alla cosa e conseguire gli effetti di cui all’art. 827 c.c.; tuttavia, ravvisa nel caso... more
Il T.A.R. Lombardia si pronuncia sull’abbandono formale dell’immobile. Il Collegio milanese ammette in linea di principio la possibilità di rinunciare alla cosa e conseguire gli effetti di cui all’art. 827 c.c.; tuttavia, ravvisa nel caso sottopostogli un intento elusivo da parte dei rinuncianti – già destinatari di un provvedimento amministrativo di messa in sicurezza dell’immobile – e perciò “dichiara” nulla la rinuncia. L’Autore ripercorre gli orientamenti giurisprudenziali e dottrinali sul punto, con lo scopo di provare come i) non sia configurabile (per il passato) alcun abuso del diritto e ii) non vi sia contrasto (per il futuro) tra l’atto abdicativo e la funzione sociale della proprietà.
Le Sezioni Unite della Cassazione, sollecitate da un’ordinanza di rimessione dell’anno passato, intervengono a composizione del contrasto giurisprudenziale a proposito di una questione di diritto intertemporale in materia di leasing. La... more
Le Sezioni Unite della Cassazione, sollecitate da un’ordinanza di rimessione dell’anno passato, intervengono a composizione del contrasto giurisprudenziale a proposito di una questione di diritto intertemporale in materia di leasing. La Corte si pronuncia sull’individuazione della disciplina applicabile agli effetti della risoluzione del contratto a causa dell’inadempimento dell’utilizzatore, nell’ipotesi di successivo fallimento del medesimo. Il contributo ricostruisce gli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali sul punto e si sofferma su alcuni profili problematici sollevati dalla pronuncia.
Responsabilità per danno cagionato da animali a cura di Valerio Brizzolari La giurisprudenza ha sempre affermato che gli enti territoriali non rispondono dei danni cagionati dalla fauna selvatica in base all'art. 2052 c.c., poiché tale... more
Responsabilità per danno cagionato da animali a cura di Valerio Brizzolari La giurisprudenza ha sempre affermato che gli enti territoriali non rispondono dei danni cagionati dalla fauna selvatica in base all'art. 2052 c.c., poiché tale disposizione è inapplicabile alla selvaggina, il cui stato di libertà è incompatibile con un obbligo di custodia da parte della pubblica amministrazione. Nell'anno 2020, tuttavia, alcune pronunce della Cassazione, discostandosi dall'orientamento tradizionale, hanno stabilito che detti danni sono invece risarcibili a norma della precedente disposizione, giacché, da un lato, il criterio di imputazione della responsabilità in essa previsto si fonda non sul dovere di custodia, ma sulla proprietà o, comunque, sull'utilizzazione dell'animale e, dall'altro, le specie selvatiche di cui alla L. n. 157 del 1992 rientrano nel patrimonio indisponibile dello Stato e sono affidate alla cura e alla gestione di soggetti pubblici in funzione della tutela generale dell'ambiente e dell'ecosistema. L'Autore coglie l'occasione per "fare il punto" sull'argomento e ripercorrere la casistica più rilevante in tema di danno cagionato da animale.
La Suprema Corte si pronuncia definitivamente sulla circolazione in prova. La sentenza in esame assume grande rilievo, in quanto chiarisce una volta per tutte che i veicoli già immatricolati non possono esporre la targa prova, siccome... more
La Suprema Corte si pronuncia definitivamente sulla circolazione in prova. La sentenza in esame assume grande rilievo, in quanto chiarisce una volta per tutte che i veicoli già immatricolati non possono esporre la targa prova, siccome essa è riservata ai mezzi privi della carta di circolazione. La Cassazione perviene a questa conclusione all’esito della (corretta) interpretazione del d.P.R. n. 474 del 2001 e perciò pone fine a una (scorretta) prassi diffusa tra gli operatori del commercio automobilistico e delle riparazioni. Corollario di questa decisione è che dei danni derivanti dalla circolazione del veicolo già targato sul quale è apposta la targa in discorso deve rispondere solo l’assicuratore del veicolo e non l’assicuratore della targa prova
Il contributo affronta il tema dell’impossibilità di restituzione delle azioni di una società holding posta in liquidazione. L’analisi muove dalla disciplina degli artt. 2037 e 2038 cod. civ. sull’indebito di cosa determinata, per... more
Il contributo affronta il tema dell’impossibilità di restituzione delle azioni di una società holding posta in liquidazione. L’analisi muove dalla disciplina degli artt. 2037 e 2038 cod. civ. sull’indebito di cosa determinata, per verificarne l’applicabilità alla problematica oggetto dello studio. Dopo una breve ricostruzione del fenomeno della surrogazione reale, di cui un esempio viene individuato nell’art. 1259 cod. civ., relativo al perimento (anche giuridico) della cosa da rendere, ci si sofferma sulle dottrine del commodum repraesentationis e del tracing, per trarre un rapido confronto tra i due sistemi restitutori. Non vengono tralasciate le soluzioni del diritto uniforme (CISG) e dal diritto comune europeo (PECL, CESL, DCFR). La soluzione proposta all’esito dell’indagine consiste nella restituzione del “surrogato” della holding estinta, costituito dai “residui giuridici” della holding stessa, cioè le partecipazioni delle società controllate.
The essay focuses on the problem of adult child support in Italy. According to Italian Civil code (artt. 315-bis and 337-ter), the parents have to maintain the offspring until it is economically independent, notwithstanding the age. A... more
The essay focuses on the problem of adult child support in Italy. According to Italian Civil code (artt. 315-bis and 337-ter), the parents have to maintain the offspring until it is economically independent, notwithstanding the age. A recent intervention of the Court of cassation provides for a different interpretation of the law. The Court argues that the duty to maintain the child ends when he turns eighteen years old and for older children it is up to the judge to decide whether the parents are obliged to maintain them. Starting from the new judgement, the paper summarizes the relevant Italian case law on this topic and makes a comparison between Italian and North American systems. The purpose of the comparison is to show that the adult child support, as it happens in common law systems, has to aim to a specific purpose: finishing education or acquiring a specific expertise. When this happens, the adult child cannot demand a full maintenance and he has to seek an employment to make himself independent, even if that employment does not fit to his expectations
Il Tribunale di Bologna si pronuncia sulla responsabilità dell’organizzatore “di fatto” di una gara automobilistica, che ha delegato l’allestimento logistico dell’evento a una società terza. Il caso ha riguardato la morte di un pilota... more
Il Tribunale di Bologna si pronuncia sulla responsabilità dell’organizzatore “di fatto” di una gara automobilistica, che ha delegato l’allestimento logistico dell’evento a una società terza. Il caso ha riguardato la morte di un pilota deceduto in seguito a un incidente occorso durante la procedura di partenza c.d. lanciata, nella quale il segnale del via viene impartito quando le vetture sono già in movimento. Il giudice ravvisa molteplici profili di responsabilità dell’organizzatore: in primo luogo, per l’inopinata scelta di un circuito insicuro, in cui era presente un ostacolo contro il quale si è schiantato il conducente; in secondo luogo, ex art. 2049 c.c., per il fatto del direttore di gara, colpevole di aver impartito il via malgrado l’imperfetto allineamento delle vetture. Il contributo intende illustrare alcuni profili problematici in tema di responsabilità dell’organizzatore di corse automobilistiche. Dopo aver escluso che, nella specie, il soggetto condannato sia stato effettivamente organizzatore dell’evento (in quanto non ha potuto determinare date e luoghi della manifestazione), si passa all’analisi dell’attuale orientamento giurisprudenziale, che ha “oggettivizzato” la responsabilità di coloro che allestiscono eventi sportivi. Mediante un breve confronto con la assumption of risk doctrine nordamericana, ci si interroga sull’opportunità di valorizzare maggiormente il profilo dell’assunzione del rischio da parte del pilota, al fine di riequilibrare il sistema, oggigiorno eccessivamente severo verso l’organizzatore dell’evento.
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha fornito l’interpretazione della direttiva 2009/103/CE in tema di assicurazione obbligatoria dei veicoli a motore. In particolare, due princìpi di portata fortemente innovativa sono stati... more
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha fornito l’interpretazione della direttiva 2009/103/CE in tema di assicurazione obbligatoria dei veicoli a motore. In particolare, due princìpi di portata fortemente innovativa sono stati enunciati: in primo luogo, che la copertura assicurativa è obbligatoria anche qualora il mezzo, pur collocato in luogo privato, sia immatricolato in uno Stato membro e idoneo a circolare; in secondo luogo, che il diritto comunitario non osta a una normativa statuale che individua come destinatario del regresso il soggetto tenuto a stipulare l’assicurazione r.c.a., quand’anche egli non sia civilmente responsabile del sinistro. Poiché il diritto italiano prevede presupposti diversi da quelli appena illustrati tanto per la decorrenza dell’obbligo della polizza r.c.a. quanto per il regresso del Fondo per le vittime della strada, il contributo si propone di approfondire alcuni possibili profili d’incompatibilità tra la disciplina europea, così come interpretata dalla Corte, e quella nazionale.
La Cassazione si pronuncia sulla nullità della penale mediante la quale un istituto di vigilanza ha limitato la propria responsabilità, per il caso di furto presso il vigilato, a una somma corrispondente a una mensilità del servizio. Il... more
La Cassazione si pronuncia sulla nullità della penale mediante la quale un istituto di vigilanza ha limitato
la propria responsabilità, per il caso di furto presso il vigilato, a una somma corrispondente a una
mensilità del servizio. Il provvedimento ravvisa una violazione del divieto posto dall’art. 1229 c.c.,
poiché la clausola controversa avrebbe fissato il quantum risarcibile, per l’eventualità di un inadempimento
da parte del vigilante, a un ammontare irrisorio (circa quarantotto euro), se paragonato al danno
effettivamente prodottosi in seguito all’effrazione. Il contributo illustra alcuni profili non del tutto
condivisibili dell’attuale orientamento in tema di responsabilità del vigilante e ripercorre brevemente
il rapporto tra clausole di esclusione della responsabilità e delimitazione dell’oggetto del contratto.
co-author Chiara Cersosimo