Questo primo incontro, che ha visto impegnati oltre quaranta studiosi con contributi su Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, ha affrontato il tema delle trasformazioni delle campagne, con...
moreQuesto primo incontro, che ha visto impegnati oltre quaranta studiosi con contributi su Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, ha affrontato il tema delle trasformazioni delle campagne, con particolare riferimento ai caratteri delle strutture insediative rurali (fattorie, ville, vici), alle forme e alla modalità di occupazione, al fenomeno della cristianizzazione, al rapporto tra città e territorio, all’organizzazione della produzione agraria e artigianale, agli assetti della proprietà e alle forme del lavoro, alle tipologie edilizie e alle tecniche costruttive e, in generale, al complesso sistema economico e sociale.
Il notevole incremento qualitativo e quantitativo delle ricerche e l’articolata complessità del dibattito sul Tardoantico hanno senza dubbio rappresentato anche per l’Italia meridionale, come per altre realtà mediterranee, la più rilevante novità negli studi nei settori antichistico e medievistico degli ultimi decenni. Non c’è dubbio che un rinnovamento significativo del dibattito sul Tardoantico nel Mezzogiorno sia derivato, in primo luogo, da compiute indagini a scala regionale, che hanno consentito di sgombrare il campo da atavici rigidi schemi interpretativi preconcetti di ‘sviluppo/arretratezza’, troppo a lungo adottati come ‘filtro’ per la lettura dei fenomeni di continuità e discontinuità, crescita e destrutturazione dei vari ambiti regionali. Lo sviluppo delle conoscenze dell’Italia meridionale tardoantica ha indubbiamente risentito, in alcuni casi, della feconda convergenza interdisciplinare delle varie scienze storiche con l’uso integrato di fonti archeologiche, giuridiche, letterarie, epigrafiche. Positiva è stata inoltre l’influenza delle nuove ricerche su Roma, Ostia ed altri grandi centri del Mediterraneo soprattutto per ciò che concerne la circolazione delle merci.
Il Seminario si propone di avviare un confronto sulle profonde trasformazioni che si verificarono nella fase compresa tra l’età tardoantica e l’Altomedioevo (IV-X secolo) nei vari comparti dell’Italia meridionale. Come argomento del I incontro si è scelto quello relativo a Paesaggi e insediamenti rurali in Italia meridionale tra Tardoantico e Altomedioevo con particolare riferimento ai caratteri delle strutture insediative rurali (fattorie, ville, villaggi), alle forme e alla modalità di occupazione, al fenomeno della cristianizzazione, al rapporto tra città e territorio, all’organizzazione della produzione agraria e artigianale, agli assetti della proprietà e alle forme del lavoro, alle tipologie edilizie e alle tecniche costruttive e, in generale, al complesso sistema economico e sociale.
Alcune delle principali novità degli ultimi anni sono derivate, infatti, dagli studi sui paesaggi agrari e, in particolare, dalle indagini sistematiche in alcuni specifici contesti territoriali. Le ricerche non si limitano più solo alle forme dell’insediamento, alla cultura materiale e allo studio delle relazioni tra gruppi sociali, ma sono estese anche alle relazioni tra queste e l’ambiente, mediante l’inquadramento ecologico (archeologia ambientale), grazie all’apporto di nuove discipline archeometriche che con propri approcci e tecniche, mettono a disposizione nuove fonti per la storia dei paesaggi antichi.
Le indagini sul campo hanno evidenziato alcuni fenomeni: la formazione tra III-IV e V secolo di un ‘sistema agrario tardoantico’, che tra VI e VII secolo sembra andare in crisi, mentre appaiono emergere nuove forme di insediamento. In numerosi territori si è registrato un diffuso abbandono dei siti in questa fase in cui le trasformazioni toccarono forme e funzioni e non c’è dubbio che gli elementi di discontinuità appaiano prevalenti rispetto a quelli di continuità, sebbene l’ancora scarsa conoscenza di alcuni importanti indicatori, quali le ceramiche altomedievali, impongono cautela nel proporre generiche e pericolose schematizzazioni.
Nonostante i recenti notevoli progressi, molte restano ancora le lacune di conoscenza e numerosi i problemi non risolti (dovuti in alcuni casi anche ai ritardi nello studio, agli scavi rimasti inediti, al difficile accesso alla documentazione e ai materiali, all’ancora limitata diffusione dei metodi dello scavo stratigrafico, della ricognizione sistematica, dell’archeologia urbana, ecc.).
L’appuntamento è inteso come occasione per presentare e discutere sia sintesi di ricerche in corso da tempo, sia, soprattutto, dati inediti e risultati delle nuove ricerche e indagini in corso (relative anche a singoli insediamenti rurali) con una particolare attenzione alle prospettive di carattere regionale, attraverso il coinvolgimento di quanti operano sul territorio: Università, Soprintendenze, Istituzioni Culturali ecc.