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Proceedings of the 2023 Memoria Scientiae Meeting
Dire che i mostri dei Greci e dei Romani siano creature orriche e infestanti, a volte ibride e polimorfe, altre volte informi o grottesche, forse non basta. Ci sono, infatti, dei tratti e delle funzioni peculiari che distinguono certi... more
Dire che i mostri dei Greci e dei Romani siano creature orriche e infestanti, a volte ibride e polimorfe, altre volte informi o grottesche, forse non basta. Ci sono, infatti, dei tratti e delle funzioni peculiari che distinguono certi tipi di mostri dagli altri. Alcuni sono nati nel momento stesso in cui è nato il cosmo, e vantano parentele imbarazzanti con gli dèi olimpici; altri svolgono la funzione di loro ministri; altri presidiano gli spazi periferici e marginali del mondo conosciuto; altri ancora rappresentano la minaccia iperbolica dell’elemento ferino; altri, invece, incarnano l’essenza stessa del femminile: seducono gli uomini per poi consumarli o divorarli. In altre parole, attentano al corpo maschile inteso ora come metafora del corpo sociale della città, ora come immagine dell’ordine costituito. Ognuno di essi, comunque, fornisce una chiave per decifrare le culture che li hanno generati, permettendo di accedere alle ansie e alle strutture profonde di un immaginario mitologico che ancora oggi ci affascina.
Che posto occupavano gli animali nell’antichità? Come noi oggi, anche i Greci e i Romani avevano a che fare con cani, cavalli, galline; avevano allevamenti, vivari, acquari, e adottavano pratiche zootecniche. Amavano i loro animali da... more
Che posto occupavano gli animali nell’antichità? Come noi oggi, anche i Greci e i Romani avevano a che fare con cani, cavalli, galline; avevano allevamenti, vivari, acquari, e adottavano pratiche zootecniche. Amavano i loro animali da affezione, mentre ne uccidevano altri e li mangiavano (magari dopo averli sacrificati in onore di una divinità). Conoscevano e usavano animali selvatici o feroci, o esotici come elefanti e pappagalli. Non mancavano, nel loro immaginario, creature aliene che si credeva popolassero paesi lontani, come l’India e l’Etiopia, patrie dei manticora, dei cinocefali e dei grifoni. Quello che per noi sono i dinosauri per loro erano i ciclopi, i pegasi, le chimere, gli uomini-toro. Un affresco suggestivo che restituisce per intero l’esotismo di un mondo scomparso.
A cooperative translation and a commentary on Seneca's Epistula ad Lucilium 124, with an Introduction by Pietro Li Causi
È lecito maltrattare gli animali? E mangiarli? Molto del dibattito odierno sulla natura e sui diritti degli animali ha avuto prodromi antichi, anche se con categorie diverse dalle nostre. Pietro Li Causi e Roberto Pomelli ci propongono... more
È lecito maltrattare gli animali? E mangiarli? Molto del dibattito odierno sulla natura e sui diritti degli animali ha avuto prodromi antichi, anche se con categorie diverse dalle nostre. Pietro Li Causi e Roberto Pomelli ci propongono una selezione di testi chiave sul tema, ritradotti per l'occasione e accompagnati da un commento storico-filologico, aprendo suggestive connessioni con la modernità. Il volume raccoglie l'ottavo e il nono libro della Historia animalium di Aristotele, i frammenti degli stoici sugli animali, i tre trattati di Plutarco sul vegetarianismo e sulla «questione animale» (De esu carnium, Bruta animalia ratione uti e De sollertia animalium) e infine il De abstinentia di Porfirio.
Nella Roma repubblicana l’oratoria era il sapere più strettamente legato alla politica: riflettere sulla pratica oratoria e sulla fisionomia dell’oratore significava quindi intervenire in un campo di problemi intrecciato e in parte... more
Nella Roma repubblicana l’oratoria era il sapere più strettamente legato alla politica: riflettere sulla pratica oratoria e sulla fisionomia dell’oratore significava quindi intervenire in un campo di problemi intrecciato e in parte sovrapposto all’ambito della politica. Occuparsi della formazione dell’oratore, in particolare, equivaleva a occuparsi della formazione del cittadino romano nel senso più pieno: il modello di oratore ideale che il De oratore si propone di delineare coincide perciò con quello del cittadino (e uomo di governo) ideale. Cicerone affrontò questo tema nel 55 a.C., in un momento in cui, parallelamente alla grave crisi delle istituzioni repubblicane, anche i modelli culturali tradizionali erano in discussione, e saperi specializzati e professioni tecniche emergevano a minaccia di quella cultura unitaria la cui difesa è uno degli obiettivi dell’opera. Per questo, malgrado il titolo, il De oratore non è soltanto un trattato di retorica, ma una grande riflessione sulla cultura delle élites, in cui viene presentata una delle prime versioni di quel modello educativo globale che oggi chiameremmo ‘cultura umanistica’. La trattazione dell’arte retorica, affidata alla vivacità di una messa in scena dialogica, viene affrontata non in modo manualistico, ma secondo un ordine che segue l’andamento della discussione fra i protagonisti, e sempre con un’attenzione al legame fra le nozioni tecniche e l’attività oratoria: per questo l’opera si presenta anche come una riflessione teorica sulle strategie comunicative, sul sapere giuridico e sulle pratiche forensi. Capolavoro della prosa ciceroniana, il De oratore costituisce una lettura di fondamentale importanza per gli studiosi di storia romana, di letteratura latina, di diritto romano, di storia della retorica e delle tecniche di comunicazione.
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Whereas in the past, Book VII of The Natural History was read as a chaotic accumulation of data, this contribution seeks instead to identify an underlying logic in Elder Pliny’s “fabrication” of the human. In this context, the aim of the... more
Whereas in the past, Book VII of The Natural History was read as a chaotic accumulation of data, this contribution seeks instead to identify an underlying logic in Elder Pliny’s “fabrication” of the human. In this context, the aim of the Roman author seems not so much to define an ousia as to outline an anti-essentialist anthropology, far removed from the dictates of Aristotelian finalism and defined by the perimeter delineated by the primates, excesses, and exceptions that show Nature’s prodigious creativity and multiplicity.
Il contributo è una versione ridotta (e senza note) di Prima della “Wilderness”: le terre selvagge nel mondo greco-romano (già pubblicato, nel 2024, su "Dialoghi Mediterranei"). A supporto del contributo è però presente una scheda... more
Il contributo è una versione ridotta (e senza note) di Prima della “Wilderness”: le terre selvagge nel mondo greco-romano (già pubblicato, nel 2024, su "Dialoghi Mediterranei"). A supporto del contributo è però presente una scheda didattica con attività per gli studenti.
What is the connection between Ovid and the still warm corpse of the Anthropocene? There seems to be hardly any, actually. Indeed, Ovid’s perspective in the Metamorphoses appears markedly distinct and diametrically opposed to the... more
What is the connection between Ovid and the still warm corpse of the Anthropocene? There seems to be hardly any, actually. Indeed, Ovid’s perspective in the Metamorphoses appears markedly distinct and diametrically opposed to the narratives predominant in Anthropocene discourse. In the world of the Metamorphoses, humans do not reign supreme over the Earth; rather, they are depicted as fragile and susceptible beings, subject to the caprices of gods who, akin to the emperors Augustus and Tiberius – whose authority Ovid had experienced firsthand – whimsically and arbitrarily exert their control over the cosmos.
Did an equivalent of our 'wilderness' exist in the ancient world? How was the idea of unspoilt nature conceived? Such questions this contribution attempts to answer.
Cosa ha letto Plinio del corpus zoologico di Aristotele? Cosa ha compreso? Ma, soprattutto, come ha modificato la 'figura' di Aristotele e a quali fini?
L'ibridazione poteva essere vista, dagli autori e dai pensatori antichi, in termini di speciazione? E la nascita di nuove specie e la mutazione di quelle esistenti era vista in termini di evoluzione?
Arist. HA 5.19.552b6-23 refers to insects with an apparently paradoxical nature, born from snow and fire, and insects with a lifespan of only one day. Scholars have consistently regarded this passage as problematic: some have highlighted... more
Arist. HA 5.19.552b6-23 refers to insects with an apparently paradoxical nature, born from snow and fire, and insects with a lifespan of only one day. Scholars have consistently regarded this passage as problematic: some have highlighted its contradictions with the theories expressed in Meteorologica, De generatione animalium, and De generatione et corruptione; others have even proposed to expunge it from the main text altogether. However, the present contribution demonstrates how this passage should be seen as a parallel development, approached from a gradualist perspective, concerning the generation theories also elaborated within the De generatione animalium.
I libri finali della Naturalis historia di Plinio il Vecchio sono dedicati ai minerali, ai metalli, alle gemme e al loro utilizzo. Larga parte delle applicazioni di tali materiali è destinata alla produzione artistica,... more
I libri finali della Naturalis historia di Plinio il Vecchio sono dedicati ai minerali, ai metalli, alle  gemme  e  al  loro  utilizzo.  Larga  parte  delle  applicazioni  di  tali  materiali  è  destinata  alla  produzione  artistica,  che  rende  l’uomo  artefice  e  demiurgo,  e  proprio  per  questo  imitatore  della Natura, ovvero di quella divinità immanente che governa e plasma il cosmo e che con il cosmo stesso si identifica. È a partire da questo approccio naturo-centrico che si può analizzare l’opera pliniana in chiave proto-ecologica o ecocritica.
Come avviene per la chimica contemporanea, anche gli ultimi cinque libri della Naturalis historia di Plinio il Vecchio illustrano le proprietà e il comportamento della materia, i cui elementi costitutivi non sono però atomi, molecole e... more
Come avviene per la chimica contemporanea, anche gli ultimi cinque libri della Naturalis historia di Plinio il Vecchio illustrano le proprietà e il comportamento della materia, i cui elementi costitutivi non sono però atomi, molecole e ioni, bensì-secondo una vulgata ormai divenuta egemone nel mondo antico-acqua, aria, fuoco, terra. La 'chimica', in particolare, è, nella Naturalis historia, una 'scienza della Terra', dei suoi frutti e-fuor di metafora-dei suoi stessi 'visceri', in un modello organicistico che vede nella Natura una divinità immanente e provvidenziale, che ora si concede spontaneamente alle applicazioni e agli usi degli umani, ora invece viene da essi violata. In quest'ottica, secondo la quale la Natura è concepita come una sorta di 'madre-materia cosmica', ogni pratica umana deve tenere conto della limitatezza delle risorse e delle conseguenze 'morali' dello sfruttamento delle stesse.
L’articolo analizza, in chiave di pragmatica della comunicazione umana, il naufragio comunicativo e relazionale che intercorre nell’aneddoto relativo all’artista Ctesicle e alla regina Stratonice, ritratta dal primo, per vendetta, in un... more
L’articolo analizza, in chiave di pragmatica della comunicazione umana, il naufragio comunicativo e relazionale che intercorre nell’aneddoto relativo all’artista Ctesicle e alla regina Stratonice, ritratta dal primo, per vendetta, in un dipinto pornografico.
Cosa accomuna due oggetti culturali come il racconto della trasformazione dei pirati in delfini del III libro delle Metamorfosi di Ovidio e Origin, la serie di immagini in movimento dell'artista visuale contemporaneo Daniel Lee?... more
Cosa accomuna due oggetti culturali come il racconto della trasformazione dei pirati in delfini del III libro delle Metamorfosi di Ovidio e Origin, la serie di immagini in movimento dell'artista visuale contemporaneo Daniel Lee? E, soprattutto, cosa li rende così distanti?
... RCR. Esplora l'archivio. Autore. Titolo. Dettaglio tipologia d'Ateneo. Area utenti registrati. ... ANNALI ONLINE DELL'UNIVERSITÀ DI FERRARA. SEZIONE LETTERE, 91-110. Autori: LI CAUSI P.Titolo: Pensare gli... more
... RCR. Esplora l'archivio. Autore. Titolo. Dettaglio tipologia d'Ateneo. Area utenti registrati. ... ANNALI ONLINE DELL'UNIVERSITÀ DI FERRARA. SEZIONE LETTERE, 91-110. Autori: LI CAUSI P.Titolo: Pensare gli ibridi nella cultura greca: caselle opache, animali, metafore. Data: 2007 ...
Che posto occupavano gli animali nell'antichit\ue0? Come noi oggi, anche i Greci e i Romani avevano a che fare con cani, cavalli, galline; avevano allevamenti, vivari, acquari, e adottavano pratiche zootecniche. Amavano i loro animali... more
Che posto occupavano gli animali nell'antichit\ue0? Come noi oggi, anche i Greci e i Romani avevano a che fare con cani, cavalli, galline; avevano allevamenti, vivari, acquari, e adottavano pratiche zootecniche. Amavano i loro animali da affezione, mentre ne uccidevano altri e li mangiavano (magari dopo averli sacrificati in onore di una divinit\ue0). Conoscevano e usavano animali selvatici o feroci, o esotici come elefanti e pappagalli. Non mancavano, nel loro immaginario, creature aliene che si credeva popolassero paesi lontani, come l'India e l'Etiopia, patrie dei manticora, dei cinocefali, dei grifoni. Quello che per noi sono i dinosauri per loro erano i ciclopi, i pegasi, le chimere, gli uomini toro. Un affresco suggestivo che restituisce per intero l'esotismo di un mondo scompars
Dans le De beneficiis, la dédicace à Aebutius Liberalis se trouve comme diluée dans le traité tout entier : l'éloge du dédicataire n'apparaît qu'au cinquième livre, et le geste dédicatoire, seulement au septième. Toutefois,... more
Dans le De beneficiis, la dédicace à Aebutius Liberalis se trouve comme diluée dans le traité tout entier : l'éloge du dédicataire n'apparaît qu'au cinquième livre, et le geste dédicatoire, seulement au septième. Toutefois, l'offrande du traité n'est pas tant celle d'une chose, que celle d'une relation personnelle.
Li Causi Pietro. Anna Angelini, Dal Leviatano al Drago. Mostri marini e zoologia antica fra Grecia e Levante, Bologna, Il Mulino, 2018. In: ASDIWAL. Revue genevoise d'anthropologie et d'histoire des religions, n°14, 2019. pp.... more
Li Causi Pietro. Anna Angelini, Dal Leviatano al Drago. Mostri marini e zoologia antica fra Grecia e Levante, Bologna, Il Mulino, 2018. In: ASDIWAL. Revue genevoise d'anthropologie et d'histoire des religions, n°14, 2019. pp. 229-231
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Uno studio sulla zoologia fantastica in Grecia e a Roma. Attraverso l\u2019analisi di tutte le versioni della rappresentazione relativa al manticora, favoloso animale con la testa di uomo, il corpo di leone e la coda di scorpione, si... more
Uno studio sulla zoologia fantastica in Grecia e a Roma. Attraverso l\u2019analisi di tutte le versioni della rappresentazione relativa al manticora, favoloso animale con la testa di uomo, il corpo di leone e la coda di scorpione, si mostrano i meccanismi della trasmissione del sapere paradossografico all\u2019interno del genere della Naturalis Historia degli antichi
Here I have translated into English a section of the Introduction of "Generare in Comune," a book published in Italian in 2008. The book deals with the theories and the representations of hybridization in ancient Greek and Roman... more
Here I have translated into English a section of the Introduction of "Generare in Comune," a book published in Italian in 2008. The book deals with the theories and the representations of hybridization in ancient Greek and Roman world. In the pdf file reproduced here it is possible to find some reflections about the idea of boundary between anthroposphere and zoosphere in ancient and contemporary cultures and a brief summary of the book.
Di cosa parlavano veramente i Greci e i Romani quando si riferivano a quelli che noi chiamiamo oggi "ibridi"? Generare in comune si configura come un viaggio nelle teorie della riproduzione del mondo antico, per arrivare a... more
Di cosa parlavano veramente i Greci e i Romani quando si riferivano a quelli che noi chiamiamo oggi "ibridi"? Generare in comune si configura come un viaggio nelle teorie della riproduzione del mondo antico, per arrivare a marcare una serie di differenze antropologiche fra "Noi" e "Loro" attraverso le quali si tenta di riorientare il dibattito bioetico contemporaneo. Lo sguardo sul mondo antico si configura cos\uec come una sorta di dispositivo per l'esplorazione di prospettive inedite da contrapporre da un lato al misticismo della natura, dall'altro alla bestializzazione dell'umano e alla mercificazione della vita
Modern evolutionary biologists, as for example Michael Arnold, attest that hybridizations could have a strong creative force in organismal evolution. Such an idea was considered as blasphemous by 19th century critics on evolutionism, and... more
Modern evolutionary biologists, as for example Michael Arnold, attest that hybridizations could have a strong creative force in organismal evolution. Such an idea was considered as blasphemous by 19th century critics on evolutionism, and did not entirely convince Charles Darwin himself, but it would not have surprised the ancient Greeks and Romans, who knew that inter-specific couplings gave birth to new species. These new species, however, were considered as products of a process of "adulteration" or "involution", rather than "evolution".
Il mondo di Ovidio è attraversato da una contiguità fra le specie che le rende fragili ed esposte. Dalla lezione ovidiana si può trarre un importante spunto di riflessione per ripensare il ruolo degli esseri umani nell’Antropocene.
Ael. NA 12.16 takes up Democritus’ anatomical explanation of mule’s sterility, confuted by Aristotle in GA 2.7-8. Whereas a veil of oblivion seems to have spread over Aristotelian theories of reproduction, Democritus’ arguments survive... more
Ael. NA 12.16 takes up Democritus’ anatomical explanation of mule’s sterility, confuted by Aristotle in GA 2.7-8. Whereas a veil of oblivion seems to have spread over Aristotelian theories of reproduction, Democritus’ arguments survive but seem re-adapted within a new epistemological context. After the ethical turn of Hellenistic philosophy, zoological data tend now to be moralized, and Aelian’s re-use of Democritus aims implicitly at criticizing Stoic anthropocentrism more than drawing up a neutral doxograph-ical or encyclopedic report.
Due to an organic view of Nature, the Plinian world is perceived as a living organism with its boundaries acting as joints that simultaneously separate and unite the territories. This anatomical perspective aids in conceptualizing the... more
Due to an organic view of Nature, the Plinian world is perceived as a living organism with its boundaries acting as joints that simultaneously separate and unite the territories. This anatomical perspective aids in conceptualizing the space governed by Rome as a 'de-fragmented' entity within which a potentially homogeneous humanity unfolds. For this reason, Pliny's geography is constructed as a non-ethnographic discourse, wherein curiosities and marvelous details are documented primarily to demarcate the frontiers of the world, beyond which lies either the unknowable or the untamed.
In Pol. 1256b.7-26 Aristotle states that plants exist for the sake of animals, and animals exist for the sake of human beings. How to justify, then, the disconnect between such a seemingly crude ‘external’ finalism and the refined... more
In Pol. 1256b.7-26 Aristotle states that plants exist for the sake of animals, and animals exist for the sake of human beings. How to justify, then, the disconnect between such a seemingly crude ‘external’ finalism and the refined ‘internal’ teleologism of works like De partibus animalium and De generatione animalium? This paper aims to demonstrate that an intertwining of complementary final causes is here at stake. On the one hand, human beings are thought of as ends to the extent that they aim to realize their own ‘species-specific’ nutritive functions. On the other hand, animals can exist for the sake of human beings to the extent that the former are organa, whose relationship with humans can be cast teleologically in terms of instrument/user interaction. In light of this, it will be shown that this teleological usage can be considered neither strongly anthropocentric nor originated by a cosmic nature, in so far as, in some cases, a co-incidence occurs whereby the final internal causes of a living species turn out to be suitable for the pursuit of ’external’ purposes of certain human technai.
Prima di trasformarsi, nei secoli successivi, in ‘racconto popolare’, il motivo dell’uomo che guarisce il leone era stato uno degli argomenti chiave all’interno del dibattito filosofico di età imperiale sullo status degli animali. Nel... more
Prima di trasformarsi, nei secoli successivi, in ‘racconto popolare’, il motivo dell’uomo che guarisce il leone era stato uno degli argomenti chiave all’interno del dibattito filosofico di età imperiale sullo status degli animali. Nel quadro delle versioni antiche esistenti, ad occupare una posizione di rilievo è senza dubbio il racconto di Androclo e del leone di Apione, che, tradotto in latino da Gellio, è già pronto a diventare canonico proprio perché privo di molte delle implicazioni ‘animalistiche’ e filosofiche che saranno poi aggiunte dagli autori latini delle età successive.
According to ancient biological theories, nutrition is, along with reproduction, one of the functions of the soul shared by men, animals and plants. At the same time, however, eating habits are among the starting points on which... more
According to ancient biological theories, nutrition is, along with reproduction, one of the functions of the soul shared by men, animals and plants. At the same time, however, eating habits are among the starting points on which differences between humans, animals and plants are culturally built. This means that a transversal biological praxis can be used as an anthropological device, in order to to fix and identify specific boundaries and thresholds, either symbolic or theoretical, between both animality and vegetality on the one hand, and zoosphere and anthroposphere on the other hand.La nutrizione, assieme alla riproduzione, è una delle funzioni dell’anima che accomuna, nelle teorie degli antichi, uomini, animali e piante. Al di là di questo tratto condiviso, tuttavia, è proprio a partire dai comportamenti alimentari (e dagli alimenti stessi che vengono assunti) che vengono pensate e costruite le differenze fra uomini, animali e piante. Ciò significa che quella che è una praxis b...
Table of Contents of "ClassicoContemporaneo" 8 Authors: Gabriella Moretti, Renato Oniga, Daniele Pellacani, Alice Bonandini, Francesca Romana Berno, Elisa Romano, Pietro Li Causi, Leandro Pisano, Domitilla Campanile, Salvatore Tedesco,... more
Table of Contents of "ClassicoContemporaneo" 8
Authors: Gabriella Moretti, Renato Oniga, Daniele Pellacani, Alice Bonandini, Francesca Romana Berno, Elisa Romano, Pietro Li Causi, Leandro Pisano, Domitilla Campanile, Salvatore Tedesco, Rossana Valenti, Mariantonietta Paladini, Filomena Giannotti, Simone Rambaldi.

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A review of a monograph on Julius Obsequens' teratology.
A review of Anna Angelini's monograph on the cultural representation of the Leviathan.
A book review of Kyle Harper's "The Fate of Rome"
A review of Igor Baglioni, Echidna e i suoi discendenti, Quasar, Roma 2017.
The Graeco-Roman zoological discourse comprises various development stages and various methods of observation and research. Traces of popular knowledge on animals are already present in the archaic literature, and several references to... more
The Graeco-Roman zoological discourse comprises various development stages and various methods of observation and research. Traces of popular knowledge on animals are already present in the archaic literature, and several references to animals are found in the excursuses of the ancient ἱστορίαι. Aristotle organizes an autonomous body of philosophical theories on animals, the diffusion of which, among his contemporaries, is confined to the Peripatetic school. Subsequently, Theophrastus and the Hellenistic philosophers increasingly shift the focus of inquiry towards the behaviours and mental capacities of animals. That choice reinforces in turn the interest in marvels and singularities in both paradoxography and Roman natural history.
Probably written several years before the Consolatio ad Polybium and the Ad Helviam matrem, Seneca’s Ad Marciam is addressed to the daughter of the famous historian Aulus Cremutius Cordus, in order to relieve the grief caused by the death... more
Probably written several years before the Consolatio ad Polybium and the Ad Helviam matrem, Seneca’s Ad Marciam is addressed to the daughter of the famous historian Aulus Cremutius Cordus, in order to relieve the grief caused by the death of her son Metilius. To achieve this goal, Seneca makes use of rhetorical as well as philosophical arguments. Above all, he draws on the repertoire of Stoic paradoxes (e.g., the idea of life as an indifferent external element which should be considered neither a good nor a bad thing per se).
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The consolatio ad Helviam matrem was supposedly written in the mid-42 AD, maybe 10 months after the exile imposed on Seneca by Claudius (Letta 1998, 51 ff.). The work is dedicated to the mother of the philosopher, Helvia, who suffers for... more
The consolatio ad Helviam matrem was supposedly written in the mid-42 AD, maybe 10 months after the exile imposed on Seneca by Claudius (Letta 1998, 51 ff.). The work is dedicated to the mother of the philosopher, Helvia, who suffers for the relegation of the son in Corsica.

The main witness of the text is the codex Ambrosianus C, 90 inf. (commonly referred to as ‘A’), which contains, in twelve books, all the Dialogi written by the author. The Consolatio ad Helviam is transmitted in the twelfth position, but it has probably been composed 18 months later than the Consolatio ad Polybium
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Written between 56 and 64 AD, De beneficiis is a treatise in seven books that constitutes, together with De ira and De clementia, the centre of Seneca’s philosophical reflection on social ethics. More specifically, within the context of a... more
Written between 56 and 64 AD, De beneficiis is a treatise in seven books that constitutes, together with De ira and De clementia, the centre of Seneca’s philosophical reflection on social ethics. More specifically, within the context of a critical re-interpretation of the stoicism of Chrysippus and Hecato, Seneca sees bene facere (“granting a benefit”, as well as “doing good per se”) as the primary means of achieving and maintaining a community’s civil cohesion.
A group translation of the first book of Seneca's On benefits.
L'articolo descrive un'attività di traduzione cooperativa di un'epistola senecana svolta in una classe V di un Liceo Scientifico di Palermo. Oltre alla traduzione, la classe ha lavorato all'etichettatura del testo originale latino. La... more
L'articolo descrive un'attività di traduzione cooperativa di un'epistola senecana svolta in una classe V di un Liceo Scientifico di Palermo. Oltre alla traduzione, la classe ha lavorato all'etichettatura del testo originale latino. La traduzione è stata pubblicata su https://epistula121.tk, mentre l'etichettatura, da poco terminata, verrà consegnata al network di ricerca internazionale «GDRi Zoomathia», che sta lavorando allo sviluppo di un data base websemantico di testi, immagini e resti archeologici per lo studio della zoologia antica e medievale. The paper describes a teaching activity of group translation completed by a high school class of the Liceo Scientifico " S. Cannizzaro " (Palermo) in school year 2016-17. Seneca's Epistula ad Lucilium 121 is the text translated and published on a website created by the students (https://epistula121.tk). In addition to the translation, the students have also tagged the original Latin text of Seneca's epistle with the hierarchical lemmas generated for the THEZOO thesaurus. The tagging activity will be handed over to «GDRi Zoomathia», an international research network that is creating a web-semantic data base of texts, images and archeological remains for the study of ancient and medieval zoology.
On line, sul blog del Centro AMA (Antropologia e Mondo Antico) di Siena, i materiali della Summer School tenutasi a Pontignano dal 25 al 27 agosto. In quell'occasione, ho tenuto un laboratorio didattico sulla comparazione delle... more
On line, sul blog del Centro AMA (Antropologia e Mondo Antico) di Siena, i materiali della Summer School tenutasi a Pontignano dal 25 al 27 agosto. In quell'occasione, ho tenuto un laboratorio didattico sulla comparazione delle rappresentazioni culturali del futuro fra antichità e modernità
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L’epistola 124 di Seneca verte principalmente sull’idea del sommo bene, che viene fatto coincidere con la virtù, e che non sarebbe percepibile con i sensi, bensì unicamente per mezzo della ragione. Nel pensare il sommo bene come frutto... more
L’epistola 124 di Seneca verte principalmente sull’idea del sommo bene, che viene fatto coincidere con la virtù, e che non sarebbe percepibile con i sensi, bensì unicamente per mezzo della ragione. Nel pensare il sommo bene come frutto dell’attività razionale, Seneca di fatto si appoggia ad una classificazione del mondo dei viventi che esclude dalla ‘cosmopoli’ stoica (abitata soltanto dagli uomini e dagli dèi, gli unici dotati di ratio) gli animali ‘muti’, ai quali, se da un lato si attribuiscono forme specie-specifiche di bene relativo, dall’altro lato si nega la possibilità di raggiungere il bene assoluto. La trattazione senecana sull’intellegibilità del bene è legata, fra le altre cose, al problema delle dotazioni percettive degli esseri viventi, e si configura pertanto come una sorta di zoo-psicologia comparata ante litteram. Tale zoo-psicologia costituisce un importante punto di riferimento per chi voglia studiare e comprendere le ‘teorie della mente animale’ elaborate nel mondo antico.
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A guest lecture by Prof. Stephen T. Newmyer (Duquesne University), with an open debate about the "special" status of the human species in ancient and contemporary thought
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Obiettivo principale di Memoria scientiae, giunto alla sua sesta edizione, sarà, come sempre, quello di creare un ponte fra il mondo dell’Università e della ricerca e il mondo della Scuola, intrecciando comunicazioni sulle buone pratiche... more
Obiettivo principale di Memoria scientiae, giunto alla sua sesta edizione, sarà,  come sempre, quello di creare un ponte fra il mondo dell’Università e della ricerca e il mondo della Scuola, intrecciando comunicazioni sulle buone pratiche e relazioni di studiosi affermati –  in questo caso, antichisti, pediatri, biologi, storici della scienza, storici della filosofia –  sul tema delle teorie biologiche e delle rappresentazioni letterarie e culturali dei processi della crescita e dello sviluppo nel mondo antico e nel mondo contemporaneo.
According to ancient biological theories, nutrition is, along with reproduction, one of the functions of the soul shared by men, animals and plants. At the same time, however, eating habits are among the starting points on which... more
According to ancient biological theories, nutrition is, along with reproduction, one of the functions of the soul shared by men, animals and plants. At the same time, however, eating habits are among the starting points on which differences between humans, animals and plants are culturally built. This means that a transversal biological praxis can be used as an anthropological device, in order to to fix and identify specific boundaries and thresholds, either symbolic or theoretical, between both animality and vegetality on the one hand, and zoosphere and  anthroposphere on the other hand.
In light of this framework, the issues which contributors will reflect on will be the following: 1) The ways in which symbolic and theoretical boundaries and thresholds are constructed in Greco-roman and medieval texts and cultures; 2) The theories of nutrition in the framework of the ancient animal (and human)  'psychology' (e. g., in Aristotle,  in ancient medicine, in the Presocratics, in Roman and medieval encyclopedists); 3) The cultural polarity between vegetarianism and sarcophagy in ancient and medieval cultures; 4) The ancient and medieval ethologies of nutrition.
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Le scienze della vita hanno offerto e continuano a offrire un fondamentale contributo nell’analizzare, classificare e interpretare i processi della crescita e dello sviluppo degli organismi viventi, impegnandosi a tal fine in un continuo... more
Le scienze della vita hanno offerto e continuano a offrire un fondamentale contributo nell’analizzare, classificare e interpretare i processi della crescita e dello sviluppo degli organismi viventi, impegnandosi a tal fine in un continuo sforzo di calibratura di metodi, strumenti e prospettive epistemologiche messi in gioco. L’intreccio tra l’osservazione di come si cresce e come si descrive la crescita appare anche un filtro efficace per la lettura del mondo, ed è qui che la strada della ricerca scientifica incontra la riflessione delle discipline umanistiche, come la storia della civiltà e della letteratura greca e latina, la storia del pensiero scientifico e filosofico, l’antropologia. Tra teorie, forme di rappresentazione e logiche del passato e del presente, le distanze appaiono significative: esplorare questa distanza significa recuperare in pieno il significato della nostra diversità, ma nello stesso tempo individuare una straordinaria consonanza. L’esperienza di ricerca in comune testimoniata in questo libro traccia un sentiero in cui far muovere i primi passi a una storia concettuale che abbiamo bisogno di scrivere insieme, scienziati e umanisti.
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Mentre secondo alcuni studiosi il punto di vista di Plinio sugli animali sarebbe del tutto identico a quello di pensatori stoici come Seneca e Filone di Alessandria, l'analisi di alcuni aneddoti relativi a casi di incontri fra umani e... more
Mentre secondo alcuni studiosi il punto di vista di Plinio sugli animali sarebbe del tutto identico a quello di pensatori stoici come Seneca e Filone di Alessandria, l'analisi di alcuni aneddoti relativi a casi di incontri fra umani e animali rende più sfumata questa tesi.
Seminario inaugurale del progetto "Breaking the Silence: Exploring Human-Animal Interactions in the Classical World" Facoltà di Lettere e Filosofia Sala Riunioni 4 marzo 2024-Ore 14:00 (fuso orario Europa/Roma) Programma h.14:00-Pietro Li... more
Seminario inaugurale del progetto "Breaking the Silence: Exploring Human-Animal Interactions in the Classical World" Facoltà di Lettere e Filosofia Sala Riunioni 4 marzo 2024-Ore 14:00 (fuso orario Europa/Roma) Programma h.14:00-Pietro Li Causi (La Sapienza, Università di Roma) L'anima degli animali. Il dibattito sulla zoopsicologia e la problematizzazione dei modelli antropocentrici nei testi antichi h.15:00-Marco Vespa (Hebrew University of Jerusalem) Un'altra storia dell'umanità: zoomimesi e tradizioni narrative in Grecia antica h. 16:00-Cristiana Franco (Università per Stranieri di Siena) Animali e mondo antico: fra mode accademiche e recherche engagée
During my presentation at the Castelsardo Summer School, I will take on the anthropological notion of border and frontier in Pliny the Elder's Naturalis Historia. Specifically, my focus will be on the profound boundaries that both... more
During my presentation at the Castelsardo Summer School, I will take on the anthropological notion of border and frontier in Pliny the Elder's Naturalis Historia. Specifically, my focus will be on the profound boundaries that both separate and connect the realms of humans and non-humans, while also examining the dynamic relationship between Rome and external spaces —external spaces that have gradually assimilated into the very fabric of Rome itself.
Il mito antico è popolato di animali fantastici, ibridi o compositi che non hanno corrispettivi nel mondo ordinario del quotidiano storico. Il fascino esercitato da queste creature (arpie, sirene, chimere, sfingi, centauri) fa sì che... more
Il mito antico è popolato di animali fantastici, ibridi o compositi che non hanno corrispettivi nel mondo ordinario del quotidiano storico. Il fascino esercitato da queste creature (arpie, sirene, chimere, sfingi, centauri) fa sì che l'attenzione della ricezione, nei secoli, si sia appuntata  maggiormente su di esse. Ma nelle storie mitiche agiscono anche animali più ‘familiari’ e noti: cavalli, cani, cinghiali, serpenti, cervi e persino oche. Accendere i riflettori su questi personaggi consente di rileggere le storie mitiche evidenziandone pieghe meno note e di intrecciare l'antico e il contemporaneo in un dialogo su come i rapporti fra l'umano e gli altri animali costituiscano un tema importante nella costruzione di storie che ambiscano ad essere cosmo(eco)logiche.
"Künste – Agonismus – Konvivialität: Analysen im Anschluss an Marcel Mauss” /“Arts – Agonism – Conviviality: Analyses in the Wake of Marcel Mauss”, Workshop, 13.–15.10.2022, Universitätsclub Bonn, Konviktstraße 9, Bonn.
I leoni (e altri animali) sanno comunicare? Hanno un "logos endiathetos"? Provano gratitudine per i benefici ricevuti? Queste sono fra le domande che animano il dibattito di età imperiale sullo status morale degli animali. La risposta che... more
I leoni (e altri animali) sanno comunicare? Hanno un "logos endiathetos"? Provano gratitudine per i benefici ricevuti? Queste sono fra le domande che animano il dibattito di età imperiale sullo status morale degli animali. La risposta che Plinio offre è tuttavia ambivalente.
Teatro Olimpico di Vicenza, 8 aprile
Cosa ha spinto Era/Giunone a infettare con la follia Eracle/Ercole, il figlio che Zeus ha generato con Alcmena? Possiamo parlare di 'gelosia'? O non si tratta piuttosto di un sentimento più complesso che solo attraverso le cornici... more
Cosa ha spinto Era/Giunone a infettare con la follia Eracle/Ercole, il figlio che Zeus ha generato con Alcmena? Possiamo parlare di 'gelosia'? O non si tratta piuttosto di un sentimento più complesso che solo attraverso le cornici culturali di riferimento della grecità del V sec. a. C. e la romanità del I sec. d. C. può essere inquadrato? Di questi temi conversano, a Marsala, Pietro Li Causi e Franco Giorgianni. Letture sceniche di Ambra Rinaldo
Una lezione sull'Eracle di Euripide tenutasi alla serata conclusiva delle Dionisiache - Teatro greco antico - Parco Archeologico di Segesta, 27 agosto 2021
La battaglia delle Egadi, l'Eneide di Virgilio, l'incipit del IX libro della Naturalis Historia di Plinio: questi i tasselli del vasto mosaico della rappresentazione culturale che gli antichi Romani avevano costruito del mare.
Quali erano le reazioni del sapere medico e naturalistico antico di fronte all'emergere di nuove malattie? Quali le pratiche di azioni? Come veniva 'costruita' la figura degli esperti?
Cosa significa attraversare soglie e confini nelle "Metamorfosi" di Ovidio? Cosa significa avere un corpo? Cosa emettere dei suoni?
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The paper focus on cultural perceptions of the generation of the mule, i. e., an animal that played such a central role in both ancient agricultural economy and Roman military logistics that a specific medical art, the mulomedicina,... more
The paper focus on cultural perceptions of the generation of the mule, i. e., an animal that played such a central role in both ancient agricultural economy and Roman military logistics that a specific medical art, the mulomedicina, developed around the treatment of its diseases .
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Nella prima sezione dell'intervento si illustra il progetto che ha portato alla costruzione del sito htpps://epistula124.wordpress.com, che contiene una traduzione e un commento dell'Epistola 124 di Seneca. Nella seconda sezione si spiega... more
Nella prima sezione dell'intervento si illustra il progetto che ha portato alla costruzione del sito htpps://epistula124.wordpress.com, che contiene una traduzione e un commento dell'Epistola 124 di Seneca. Nella seconda sezione si spiega la logica della teoria 'moralizzata' dello sviluppo costruita dal filosofo romano all'interno della suddetta epistola
Lecture held at the 9th Certamen Mutycense, Auditorium Floridia, Modica 30. 4. 2019.
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I Greci e i Romani avevano un'idea esplicita dei mutamenti climatici? Avevano sviluppato una 'coscienza ecologica' in merito all'impatto delle attività umane? Di questo e di altro si parlerà in questa lezione pubblica tenuta, il 19... more
I Greci e i Romani avevano un'idea esplicita dei mutamenti climatici? Avevano sviluppato una 'coscienza ecologica' in merito all'impatto delle attività umane? Di questo e di altro si parlerà in questa lezione pubblica tenuta, il 19 febbraio 2020, alle ore 9.30, nell'ambito di "esperienzaInsegna", il festival cittadino della scienza organizzato dall'Associazione Palermoscienza.
E' il pdf della relazione tenuta al convegno del XXI Convivium Galileianum (Potenza, Liceo Scientifico "G. Galilei", 13. 4. 2018)
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Nella seconda sezione dell'XI libro della Naturalis Historia, Plinio il Vecchio, dopo avere trattato delle singole forme di vita animali specie per specie, si cimenta in una esposizione delle parti del corpo. La fonte (diretta?... more
Nella seconda sezione dell'XI libro della Naturalis Historia, Plinio il Vecchio, dopo avere trattato delle singole forme di vita animali specie per specie, si cimenta in una esposizione delle parti del corpo. La fonte (diretta? indiretta?) è Aristotele, il cui metodo di indagine zoologica si è nel frattempo trasformato, in un contesto epistemologico ormai mutato, in qualcosa di inatteso
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Aristotele e Plutarco possono essere trattati come 'radici' del dibattito odierno sullo status degli animali? E' possibile parlare di 'specismo' in Aristotele? L'animalismo plutarcheo è equiparabile a quello contemporaneo? Di questo e di... more
Aristotele e Plutarco possono essere trattati come 'radici' del dibattito odierno sullo status degli animali? E' possibile parlare di 'specismo' in Aristotele? L'animalismo plutarcheo è equiparabile a quello contemporaneo? Di questo e di altro si parla nel volume "L'anima degli animali", curato da Pietro Li Causi e Roberto Pomelli. Il power point qui caricato presenta una selezione di brani proposti e discussi, in occasione della presentazione del libro avuta luogo in data 11. 12. 2015, con i docenti e gli studenti del Liceo Classico "G. Meli" di Palermo.
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Intervento al convegno "Le opere zoologiche di Aristotele. Ricezione tardo-antica, araba, bizantina e medievale" (Pisa 18-20. 11. 2015). Abstract: di solito ci si chiede se Plinio abbia realmente letto i trattati zoologici di Aristotele... more
Intervento al convegno "Le opere zoologiche di Aristotele. Ricezione tardo-antica, araba, bizantina e medievale" (Pisa 18-20. 11. 2015). Abstract: di solito ci si chiede se Plinio abbia realmente letto i trattati zoologici di  Aristotele (e che cosa ne abbia capito). In questo paper cerco di spostare il dibattito su un altro problema: "come Plinio ha trasformato la figura di Aristotele"?
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Cosa ha letto Plinio del corpus zoologico di Aristotele? Cosa ha compreso? Ma, soprattutto, come ha modificato la 'figura' di Aristotele e a quali fini?
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In the middle of his Nylotic excursus, Seneca describes a strange fight between crocodiles and dolphins. What is the real meaning of the author's anthropomorphic cut of the account?
Come è noto quello degli ethe degli animali è uno dei principali assi di differenza su cui si concentra il trattato aristotelico. Non solo Aristotele raccoglie una messe di notizie e di dati che costituiranno il ‘repertorio’ di autori... more
Come è noto quello degli ethe degli animali è uno dei principali assi di differenza su cui si concentra il trattato aristotelico. Non solo Aristotele raccoglie una messe di notizie e di dati che costituiranno il ‘repertorio’ di autori posteriori come Plinio il Vecchio, Eliano o, anche, il Plutarco del De sollertia animalium, ma li ‘sistema’ all’interno di un quadro teorico ben definito.  Tutto questo, però, basta a dire che siamo di fronte ad un’opera etologica o, anche, paleo-etologica? E ancora, è possibile parlare, per i processi che hanno portato alla raccolta di alcuni dati, di un protocollo dell’osservazione degli ethe animali che sia differente dalle modalità validative dell’autopsia storica o, anche, dalle modalità ‘utilitaristiche’ di quella che alcuni antropologi chiamano la ‘etologia folk’ (si pensi, ad esempio, alle esperienze degli apicoltori, degli allevatori, dei cacciatori, che sono alla base di molte delle notizie riportate nella HA)? E in che modo il ‘regime scopico’ nel quale Aristotele è immerso influenza le modalità di raccolta e di ri-organizzazione delle osservazioni etologiche?
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Il rapporto uomo-animale è complesso e tormentato. Gli animali sono nostri simili, i pet sono nostri amici, ci fanno compagnia specialmente in epoca di lockdown, non ci piace vederli soffrire, ma li mangiamo sottoforma di hamburger,... more
Il rapporto uomo-animale è complesso e tormentato. Gli animali sono nostri simili, i pet sono nostri amici, ci fanno compagnia specialmente in epoca di lockdown, non ci piace vederli soffrire, ma li mangiamo sottoforma di hamburger, salsiccia, prosciutto. La filosofia si è da sempre occupata di questo argomenti: Seneca considerava gli animali esseri inferiori, Aristotele si chiedeva se avessero un’anima, nelle fiabe Esopo attribuiva loro caratteri umani: fierezza (gallo), alterigia (pavone), irruenza (cinghiale) coraggio (leone) laboriosità (api) furbizia (volpi). Le religioni orientali, come il buddismo, l’induismo o il jainismo sono particolarmente sensibili al nostro rapporto con il mondo animale e il vegetarianismo è un valore spirituale. Mangiamo gli animali ma questa abitudine non è certamente semplice da spiegare. Necessità alimentare? Abitudine buona o cattiva, culturale? Millevoci propone una riflessione da diverse angolature: alimentare, culturale, religiosa.
Ospiti:
Evelyn Battaglia Richi, nutrizionista e dietologa
Marcus Krienke, professore di Filosofia moderna e di etica sociale alla Facoltà di Teologia di Lugano
Pietro Li Causi, dottore di ricerca in Filologia e cultura greco-latina, autore di “Gli animali nel mondo antico”
Annamaria Manzoni, psicologa, psicoterapeuta, scrittrice, attivista per la liberazione animale
Cinzia Pieruccini, professoressa di indologia all’Università degli studi di Milano
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si parla con PIETRO LI CAUSI e ROBERTO POMELLI, curatori del libro "L’anima degli animali Aristotele, frammenti stoici, Plutarco, Porfirio", edito da Einaudi, di filosofia, di classificazioni, di specismo, di vegetarianesimo, di sacrifici... more
si parla con PIETRO LI CAUSI e ROBERTO POMELLI, curatori del libro "L’anima degli animali Aristotele, frammenti stoici, Plutarco, Porfirio", edito da Einaudi, di filosofia, di classificazioni, di specismo, di vegetarianesimo, di sacrifici e scopriamo che Pietro avrebbe voluto essere un Lupo e Roberto un Falco o un’Aquila
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Pietro Li Causi e Roberto Pomelli raccontano "L'anima degli animali" e spiegano le specificità del dibattito filosofico antico sull'intelligenza e i diritti degli animali
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Zoology, Philosophy, Greek Literature, Animal Science, Human-Animal Relations, and 27 more
In che senso si può parlare di 'guerra giusta' contro gli animali? E in che modo conciliare il 'rozzo' finalismo esterno della Politica con il teleologismo delle opere biologiche? Di questo ci si occuperà in questo intervento
Da "Origin" di Daniel Lee al mito di Acete delle "Metamorfosi" di Ovidio: attraverso una comparazione fra due diversi cultural objects si ricostruiscono i differenti profili zooantropologici e i diversi modi di configurare l'idea della... more
Da "Origin" di Daniel Lee al mito di Acete delle "Metamorfosi" di Ovidio: attraverso una comparazione fra due diversi cultural objects si ricostruiscono i differenti profili zooantropologici e i diversi modi di configurare l'idea della contiguità fra umano e animale fra antichità e modernità. Si mostra inoltre come l'attivazione di script mitologici tratti dalle culture antiche orienti il dibattito bioetico contemporaneo attivando meccanismi di 'distorsione cognitiva'
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Though Aristotle's position on omnivory may seem in stark contrast to Plutarch's vigorous defense of vegetarianism, the following paper argues that the moralist from Chaeronea uses teleological arguments that seem to recall Aristotle's... more
Though Aristotle's position on omnivory may seem in stark contrast to Plutarch's vigorous defense of vegetarianism, the following paper argues that the moralist from Chaeronea uses teleological arguments that seem to recall Aristotle's theory of causality in order to argue against the ancient Stoic theory of the naturalness of human carnivorism. After consideration of the Stagirite's theories of nutrition, this paper discusses Plutarch's possible re-use of and deviation from the Aristotelian position of human omnivory (and carnivorism) as a proprium hominis.
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I libri finali della Naturalis historia di Plinio il Vecchio sono dedicati ai minerali, ai metalli, alle gemme e all loro utilizzo. Larga parte delle applicazioni di tali materiali è destinata alla produzione artistica, che rende l’uomo... more
I libri finali della Naturalis historia di Plinio il Vecchio sono dedicati ai minerali, ai metalli, alle gemme e all loro utilizzo.
Larga parte delle applicazioni di tali materiali è destinata alla produzione artistica, che rende l’uomo artefice e demiurgo, e proprio per questo imitatore della Natura, ovvero di quella divinità immanente che governa e plasma il cosmo e che con il cosmo stesso si identifica.
La critica ottocentesca, in passato, ha visto in Plinio un mero compilatore, che si limitava a raccogliere notizie e idee altrui. Da tempo, però, gli orientamenti sono mutati: è adesso possibile, infatti, leggere la sua opera-mondo con mente sgombra e porre ad essa nuove domande: quale idea di materia viene sviluppata, sia pure surrettiziamente, nei libri finali dell’enciclopedia pliniana? Cosa significa, inoltre, per Plinio ‘trasmettere’ la natura ai suoi lettori, e quali sono le implicazioni della conoscenza e della sua costruzione in termini epistemologici, ideologici, sociali? 
L’idea che la natura possa essere ‘manipolata’ e modificata è, come è noto, alla base della chimica moderna.
Ma cosa significa per Plinio ‘manipolare’ la natura? Quali sono le implicazioni morali delle pratiche umane sul mondo che si evincono dai giudizi espressi all’interno dell’opera?
In altre parole, è possibile leggere in chiave eco-critica la Naturalis historia? Ci sono tracce di un pensiero ecosistemico e ambientalista ante litteram in questa summa monumentale dei saperi di età flavia?
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Il presente intervento è finalizzato a rispondere ad una domanda apparentemente semplice: come viene ‘fabbricato’ l’umano nella Naturalis historia di Plinio il Vecchio? Il centro del discorso, in questo senso, sarà prevalentemente il... more
Il presente intervento è finalizzato a rispondere ad una domanda apparentemente semplice: come viene ‘fabbricato’ l’umano nella Naturalis historia di Plinio il Vecchio?
Il centro del discorso, in questo senso, sarà prevalentemente il libro VII della Naturalis Historia, ovvero quella sezione dell’opera spesso etichettata come ‘l’etnografia pliniana’.