Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
Skip to main content
Copertina. INDICE. PRESENTAZIONI. ANTEPRIMA. Sfoglialibro. 848 pagine + 32 pagine a colori f.t. Calvino fa la conchiglia è un libro-sfera e un libro-mosaico. È un libro coerente e composito che restituisce tutto Italo Calvino, anzi,... more
Copertina. INDICE. PRESENTAZIONI. ANTEPRIMA. Sfoglialibro. 848 pagine + 32 pagine a colori f.t.
Calvino fa la conchiglia è un libro-sfera e un libro-mosaico. È un libro coerente e composito che restituisce tutto Italo Calvino, anzi, tutti gli Italo Calvino che sotto questo medesimo nome si sono presentati al pubblico in forme sempre diverse, sorprendenti ogni volta.
Calvino fa la conchiglia quando scrive un racconto autobiografico dove lui compare sotto forma di mollusco dei primordi, applicato al suo scoglio e impegnato a fabbricarsi il guscio: e vuole che gli venga solido per proteggere la sua polpa, e che abbia forma armoniosa e colori limpidi in modo che lo ammiri chi lo guarda.
Per tutta la vita Calvino ha fatto una conchiglia, per tutta la vita ha costruito con i suoi racconti, i suoi saggi, i suoi romanzi, i suoi testi di genere inafferrabile, la gioia fisica e mentale di chi legge. Per tutta la vita non ha mai interrotto la costruzione di se stesso. A cento anni dalla sua nascita è il momento di raccontare questa storia, e di raccontarla tutta quanta.

Durante la sua vita, per quante volte esordisce Calvino? Per quante volte torna a essere giovane o bambino senza apparire giovanilistico né bambinesco? La sua domanda di ogni giorno è questa: «Come posso arrivare a dire quello che non sono ancora riuscito a dire?» È pronto a starsene in silenzio per anni o a lanciarsi in tentativi senza apparente costrutto pur di puntare in direzioni nuove, dove potrà trovare se stesso smarrendosi, o ritrovarsi come di nascosto da se stesso.

INDICE GENERALE. Presentazione. Guida breve a un libro molto lungo. Quando si è qualcuno - Anni 1875-1943 - Scrivere con poco - Anni 1943-1945 - Dall’alto degli anni, 1 - Anni 1945-1947 - Un’intercapedine in me - Anni 1948-1949 - Non scrivere un romanzo - Anni 1950-1951 - Un viaggio nell’Urss senza vedere Stalin - Anni 1952-1955 - Chi sono i contemporanei? - Il 1956, da Poznan alle Antille - ’Ngignàtola, Pruvàtola, Fernùtola - È questa la storia del barone di Rondò - Tutto sapeva, maledetto lui! - Anni 1957-1959 - America senza dialettica - Anni 1960-1961 - Dall’alto degli anni, 2 - Anni 1962-1965 - La pietanza d’uno scrutatore - Photophila wolfoides, Iberis semperflorens - L’esordio dell’iperstoria - Il fotografo, il cavaliere e il disegnatore - Tutti frutti. La semina cosmicomica - Calvino fa la conchiglia - Anni 1965-1970 - Dall’alto degli anni, 3 - Materialismo volgare - La lingua tagliata - Anni 1971-1973 - Sguardi dal ponte, ovvero Le città invisibili come autobiografia di un dopoguerra - Anni 1974-1979 - La scoperta letteraria dei buchi neri - Anni 1980-1983 - La musica che trascina e il silenzio degli spazi - Mr Palomar; or, The Universe for Dummies - Anni 1984-1985 - Sbalanco e Consistency - Coerenza e potenza, profitti e perdite - Anno 1985. Abbreviazioni e sigle. Note. Mappa bibliografica. Fonti e ringraziamenti. Biografia minima per immagini. Complicità grafiche. Elenco delle illustrazioni. Indice dei testi di Calvino. Indice dei nomi.

https://copertine.hoepli.it/sfoglialibro/36004911_Scarpa_Calvino_Hoepli/38/index.html
Editor’s note: To celebrate the 100th anniversary of the birth of Italo Calvino on October 15, 2023, the journal California Italian Studies has published a special issue, edited by Anna Botta and Lucia Re, titled "Calvino's Memos: Between... more
Editor’s note: To celebrate the 100th anniversary of the birth of Italo Calvino on October 15, 2023, the journal California Italian Studies has published a special issue, edited by Anna Botta and Lucia Re, titled "Calvino's Memos: Between the Old and the New Millennium". Including in this issue is a chapter in translation from the ground-breaking, magisterial study of Calvino’s corpus by Domenico Scarpa, "Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore", published earlier this year in Italy. What follows here is a translation of the book’s introduction.
In 1965 Calvino wrote “The Spiral” and positioned it as the final story of his Cosmicomics. Both the story and its title-word seemed to him a landing point for his corpus, and, during the years that followed, he never changed his mind.... more
In 1965 Calvino wrote “The Spiral” and positioned it as the final story of his Cosmicomics. Both the story and its title-word seemed to him a landing point for his corpus, and, during the years that followed, he never changed his mind. “The Spiral” also marks the exact midpoint of his journey because Calvino made his debut as a writer in 1945, with the war just ended, and his death came unexpectedly forty years later in 1985. In turn, the essay “Calvino makes the shell” presented here is the central chapter of, and has given its title to, my new book on Calvino (Calvino fa la conchiglia, Hoepli, Milan 2023, pp. 366-385). The aim of this book is to consider Calvino’s whole self-construction as a writer: his texts, his life, his encounters, his places, his travels, his readings, his ideas—in a word, the development of a style unique in the world of literature. In this essay, “spiral” is a key word and image in a key story. “The Spiral” is, in fact, autobiographical, even if the narrating “I” is named Qfwfq. It can be read as a fictional account of Calvino’s mind and body as written by Calvino himself, and it can be deciphered as an autobiographical text even if the narrating “I” appears as a mollusk stuck to his primordial reef. In its fifteen pages, “The Spiral” tells a tale about the construction of a self, a constant narrative theme for Calvino and the inspiration for my book’s subtitle “The construction of a writer.” The essay, here translated into English by Jim Hicks, will show that those five words point to two sequences of events, each grafted onto the other. The first concerns what Calvino was constructing through his writing; the second considers the choices, the necessities, and the contingencies by which he constructed—or accepted that a great variety of circumstances would construct—his public persona as a writer.
Intervista a Domenico Scarpa, sulla genesi e sulle ragioni del suo libro-mondo, “Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore”, dietro cui ci sono un lavoro lunghissimo, interviste fantasma e casi fortuiti: “Italo Calvino era... more
Intervista a Domenico Scarpa, sulla genesi e sulle ragioni del suo libro-mondo, “Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore”, dietro cui ci sono un lavoro lunghissimo, interviste fantasma e casi fortuiti: “Italo Calvino era un narratore nato, ma andava contro questo suo talento, aveva un bisogno spasmodico di contrastarlo, lavorava contro la propria grazia".
RAI CULTURA, 11 maggio 2023: intervista di Federica Velonà a Domenico Scarpa su "CALVINO FA LA CONCHIGLIA. LA COSTRUZIONE DI UNO SCRITTORE", Hoepli. Durata 6'43''... more
RAI CULTURA, 11 maggio 2023: intervista di Federica Velonà a Domenico Scarpa su "CALVINO FA LA CONCHIGLIA. LA COSTRUZIONE DI UNO SCRITTORE", Hoepli. Durata 6'43''
https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2023/05/Domenico-Scarpa-Calvino-fa-la-conchiglia-e343f29a-7e5b-408c-9f4c-13544582e98c.html
"Quel piccolo fauno della letteratura": Sky TG24, INCIPIT, 11.10.2023. Filippo Maria Battaglia dialoga con Domenico Scarpa su "Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore", Hoepli 2023.
"Il mio Italo Calvino, libero e imprevedibile". Intervista con Pasquale Vitagliano su "Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore", Hoepli 2023
DOMANDA: Da dove partire per riscoprirlo? RISPOSTA: Intanto dai racconti di “Ultimo viene il corvo”, il suo secondo libro: sono trenta, c’è solo da scegliere, ognuno è più bello dell’altro. Poi “Il barone rampante”, soprattutto i primi... more
DOMANDA: Da dove partire per riscoprirlo?
RISPOSTA: Intanto dai racconti di “Ultimo viene il corvo”, il suo secondo libro: sono trenta, c’è solo da scegliere, ognuno è più bello dell’altro. Poi “Il barone rampante”, soprattutto i primi venti capitoli, fino alla conclusione della storia d'amore con Viola. Come terza opzione, non trascurerei un libro poco conosciuto, “Collezione di sabbia”: è una raccolta di saggi sbalorditiva, di fatto l’ultimo libro nuovo che Calvino abbia pubblicato in vita pochi mesi prima della scomparsa. Un libro in ombra con un titolo
suggestivo.
Prefazione per i lettori bulgari di Domenico Scarpa: Italo Calvino, Marcovaldo ovvero le stagioni in città (1963), traduzione di Neva Micheva, 2017 Foreword for the Bulgarian readers by Domenico Scarpa: Italo Calvino, Marcovaldo, or... more
Prefazione per i lettori bulgari di Domenico Scarpa: Italo Calvino, Marcovaldo ovvero le stagioni in città (1963), traduzione di Neva Micheva, 2017

Foreword for the Bulgarian readers by Domenico Scarpa: Italo Calvino, Marcovaldo, or The Seasons in the City (1963), translated by Neva Micheva, 2017
Vizio di forma è la seconda raccolta di racconti fanta-tecnologici e fanta-biologici di Primo Levi. Uscita nel 1971, a cinque anni dalle Storie naturali, è un'opera non solo ecologica ma ecosistemica. Chimico dagli interessi... more
Vizio di forma è la seconda raccolta di racconti fanta-tecnologici e fanta-biologici di Primo Levi. Uscita nel 1971, a cinque anni dalle Storie naturali, è un'opera non solo ecologica ma ecosistemica. Chimico dagli interessi enciclopedici, con una particolare passione per la natura, gli animali, i linguaggi, il piacere della sperimentazione e della ricerca, Levi esplora le infinite possibilità combinatorie che la materia consente, ma non dimentica di cogliere le anomalie, le sfasature, i «vizi di forma» in cui si annida il germe di catastrofi piccole e grandi. La sua vena di narratore non è tuttavia apocalittica o disperata: al contrario, è mossa da una divertita curiosità per l'uomo. Le invenzioni della scienza e della tecnica aprono all'eterno gioco della commedia umana possibilità paradossali, assurde o esilaranti, che Levi narra con ironia e con fermezza di giudizio morale. Un libro che è l'ennesima conferma di quanto Primo Levi, oltre che un imprescindibile testimone, sia anche un grande scrittore.
"Il primo Atlante" è il titolo di una poesia del 1980 dove Primo Levi gioca con i nomi, le forme e i colori delle tavole geografiche che lo hanno fatto sognare da ragazzo. Ma è anche una profezia e una definizione: il decennale, minuzioso... more
"Il primo Atlante" è il titolo di una poesia del 1980 dove Primo Levi gioca con i nomi, le forme e i colori delle tavole geografiche che lo hanno fatto sognare da ragazzo. Ma è anche una profezia e una definizione: il decennale, minuzioso lavoro di raccolta dei suoi testi, che qui vede compimento, è stato una lunga avventura di esplorazione in territori immensi, finora cartografati solo in parte.
Organizzata in quattro grandi sezioni, corredata da apparati di dettaglio, suggellata da un imponente corpus di indici, questa bibliografia offre infatti un disegno dinamico e fortemente innovativo dell’opera eclettica e «modulare» di Levi. Dai suoi scritti – inaugurati da una filastrocca composta a meno di diciotto anni e proseguiti in una rete elastica e ramificata di trame e spunti spesso ripresi e rivissuti piú volte – alle sue traduzioni, dagli interventi orali al primo censimento organico della corrispondenza fino a oggi pubblicata, in questo Atlante la geografia leviana si rivela in tutta la sua impensabile vastità, tale da lasciare a chi la percorrerà «l’impressione di aver letto piú autori assai diversi l’uno dall’altro, che pure coabitano in una sola persona». O di non averli ancora mai letti.
In If This Is a Man, Kraus the Hungarian is the only character whose name gives its title to a chapter, one of the most ancient, brief and less studied chapters in Primo Levi’s first book – its most mysterious chapter, in fact. “Kraus” is... more
In If This Is a Man, Kraus the Hungarian is the only character whose name gives its title to a chapter, one of the most ancient, brief and less studied chapters in Primo Levi’s first book – its most mysterious chapter, in fact. “Kraus” is also a unique piece of writing and a peculiar choice, on Levi’s part, of a point of view and a tone of voice. A single glance of the storyteller-protagonist Levi at “the eyes of the man Kraus” is a human discovery followed by a fictional performance. There are rare moments when Levi behaves and speaks, in Auschwitz, as a “saved”, not as a “drowned”, and “Kraus” is one of them. Such moments are to be looked at as if it was the first time that we look at Levi and read his debut book.

L’ungherese Kraus è l’unico personaggio il cui nome abbia dato il titolo a un capitolo di Se questo è un uomo: un capitolo fra i più antichi, fra i più brevi e fra i meno studiati; forse, il capitolo più misterioso nell’opera prima di Levi. «Kraus» è un episodio prezioso per qualità di scrittura e unico per impostazione di voce e di sguardo: lo sguardo del narratore-protagonista che in Auschwitz, durante una marcia di rientro dal lavoro, vede come una scoperta «gli occhi dell’uomo Kraus», e nell’ispirazione di un attimo si inventa un sogno dove Kraus e lui sono protagonisti.
In Auschwitz «Primo ha sofferto il freddo, la fame, le botte e la paura; si è spersonalizzato e si è riempito d’odio come tutti. Solo al ritorno, quando si è messo a scrivere, è stato capace di prendere il distacco dalla sua esperienza». Lo ha detto la sua compagna di deportazione Luciana Nissim, ed è un dato essenziale che pure si tende a trascurare: perché Levi è un «salvato» del Lager, ed esistono occasioni in cui parla, guarda e si comporta da salvato, come appunto nel capitolo «Kraus». Intitolato agli occhi di Kraus, questo studio indaga, provando a osservarli come se fosse la prima volta, lo sguardo e la voce di Primo Levi fatti scrittura.
Innesti. Primo Levi e i libri altrui, a cura di Gianluca Cinelli e Robert S.C. Gordon, Peter Lang, Oxford, 2020, pp. xxxii, 422. L’opera di Primo Levi presenta un caso straordinariamente ricco e articolato di intertestualità. Lettore... more
Innesti. Primo Levi e i libri altrui, a cura di Gianluca Cinelli e Robert S.C. Gordon, Peter Lang, Oxford, 2020, pp. xxxii, 422.
L’opera di Primo Levi presenta un caso straordinariamente ricco e articolato di intertestualità. Lettore curioso, onnivoro, asistematico, Levi esplorò molteplici campi del sapere – letterari, scientifici, storici, ecc. – navigando tra libri e riviste specializzate e di divulgazione, per motivi di ricerca o di puro divertimento, spesso accostandosi alle culture straniere in lingua originale, mosso da una curiosità eclettica e dal desiderio intenso di conoscere e di comprendere. Già scandagliata in parte da Levi stesso nella sua antologia La ricerca delle radici (1981), la biblioteca di Levi rimane comunque tutta da scoprire. Questo volume intende tracciare i lineamenti di una mappa critica degli innesti, intertesti e trapianti che collegano l’opera leviana ai libri altrui, mettendola a confronto con ventuno autori, in una galleria «poliglotta e polivalente» che include classici come Dante, Shakespeare, Leopardi, Baudelaire e Carroll, autori di letteratura moderna come Kafka, Mann e Calvino, e scienziati come Galileo, Darwin, Heisenberg e Lorenz.
«Esemplari umani». I personaggi nell’opera di Primo Levi 7, 14, 21, 28 maggio 2021 Iscrizione online (ZOOM): https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdmtPROKQ843qHqLjWSjMz1nGUYxIfi99NUmxO3AlX4W9pdQg/viewform Diretta youtube:... more
«Esemplari umani». I personaggi nell’opera di Primo Levi

7, 14, 21, 28 maggio 2021

Iscrizione online (ZOOM): https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdmtPROKQ843qHqLjWSjMz1nGUYxIfi99NUmxO3AlX4W9pdQg/viewform
Diretta youtube:  www.tinyurl.com/levi2021
Informazioni e volantini delle giornate: https://www.italiano.unibe.ch/ricerca/letteratura_italiana/convegni_workshop_conferenze/esemplari_umani_i_personaggi_nellopera_di_primo_levi/index_ita.html

In quei giorni e in quei luoghi, poco dopo il passaggio del fronte, un vento alto spirava sulla faccia della terra: il mondo intorno a noi sembrava ritornato al Caos primigenio, e brulicava di esemplari umani scaleni, difettivi, abnormi; e ciascuno di essi si agitava, in moti ciechi o deliberati, in ricerca affannosa della propria sede, della propria sfera, come poeticamente si narra delle particelle dei quattro elementi nelle cosmogonie degli antichi. (Primo Levi, La tregua, 1963)
Far morire un personaggio è criminale; senza esagerare, non è come uccidere una persona, ma come esperienza in parte coincide. Tracce di questa mia ossessione per i personaggi si trovano in Vizio di forma[…] È difficile definirli in modo filosofico; certamente non sono dei mammiferi, perché si riproducono a modo loro: si ha libertà completa su di loro; tu, autore, ti senti dotato di poteri senza limiti, puoi fare di un personaggio quello ti pare, puoi ammazzarlo, puoi renderlo bellissimo, onnipotente, perverso, puoi farlo soffrire, godere, e questa è stata per me un’esperienza abbastanza nuova, un senso di onnipotenza infantile; è vero, il bambino si costruisce un universo dove può fare quello che vuole, e sotto quest’aspetto scrivere un romanzo è una regressione. (Primo Levi, intervista per «Il Globo», 13 giugno 1982)

Il convegno internazionale "Esemplari umani". I personaggi nell'opera di Primo Levi vuole sollecitare una riflessione critica sui personaggi che popolano l’opera di Primo Levi, sulla loro costruzione, sulla loro configurazione narrativa e linguistica, sul loro statuto ontologico all’interno del mondo possibile dell’universo letterario, sulla relazione e sull’eventuale scarto tra dimensione finzionale e vicenda storica; e ancora, sulla ricorrenza di alcuni personaggi chiave in opere e generi differenti, sui prestiti da altri autori e da altri personaggi, sul dialogo che intrattengono con il lettore. Ciascun intervento proporrà l’analisi e la lettura critica di un personaggio, antropomorfo o zoomorfo, senza distinzione di genere (prosa, poesia, narrativa, saggistica, memorialistica, fantascienza). L'indagine potrà abbracciare uno o più testi dell’opera di Levi, e potrà avere carattere sia sincronico che diacronico, potrà prendere in esame le relazioni con altri personaggi, principali o secondari, eventuali rapporti duali e appartenenze a gruppi. 

Programma


Venerdì 7 maggio 2021, ore 16:00
Dal vero e dal vivo. Persone, figure, ritratti

Ore 16.00: Saluti e introduzione al convegno e alla giornata

Ore 16.20: Domenico Scarpa (Centro Internazionale di Studi Primo Levi),«Me, mi conoscete». La postura di Capaneo e «gli occhi dell’uomo Kraus»

Ore 16.40: Matteo Giancotti (Università di Padova), L’infanzia è morta ad Auschwitz. Ricomposizione del dittico Emilia-Hurbinek

Ore 17.00: Discussione

Ore 17.20: Pausa

Ore 17.35: Roberta Mori (Centro Internazionale di Studi Primo Levi,«Perfino con una punta di spavalderia». Sandro / Sandro Delmastro: storia di un «ambigeno».

Ore 17.55: Giovanna Cordibella (Università di Berna), Il laboratorio della Buna negli specchi della scrittura. Il personaggio di Gerhard Goldbaum

Ore 18.15: Discussione

Venerdì 14 maggio, ore 16:00

L’avventura della finzione. Eroi, nomadi, imposture

Ore 16.00: Saluti e introduzione alla giornata

Ore 16.10: Giovanni Miglianti (Università di Yale),«Eh no: tutto non le posso dire»: l'armatura di Faussone e le pellicole di Levi

Ore 16.30: Angela Siciliano (Università di Pisa), Gedale «esiste nella realtà»: ritratto di un partigiano tra storia e letteratura

Ore 16.50: Discussione

Ore 17.20: Pausa

Ore 17.30: Martina Mengoni (Università di Berna), Funzione Mann versus funzione Conrad nei personaggi di Primo Levi

Ore 17.50: Discussione

Venerdì 21 maggio, ore 16:00

Prime persone. Un altro modo di dire io

Ore 16.00: Saluti e introduzione alla giornata

Ore 16.10: Riccardo Capoferro (Sapienza Università di Roma), L'autore, il testimone e il vecchio marinaio: echi di Coleridge nel personaggio-Levi

Ore 16.30: Anna Baldini (Università per Stranieri di Siena), L’Autore e i Personaggi. Antonio Casella, scrittore ambigeno e falsario

Ore 16.50: Discussione

Ore 17.20: Pausa

Ore 17:30 Robert S. C. Gordon (Università di Cambridge), I nomi vuoti e il sistema dei personaggi in Primo Levi. James Collins

Ore 17:50 Discussione


Venerdì 28 maggio, ore 16:00
Fatti strani. Umani, animali, oggetti

Ore 16.00: Saluti e introduzione alla giornata

Ore 16.10: Damiano Benvegnù (Università di Dartmouth), Innaminka il canguro: funzione etico-epistemologica dei personaggi animali in Primo Levi

Ore 16.30: Michele Maiolani (Università di Cambridge), Wilkins, etnologo stregone

Ore 16.50: Discussione

Ore 17.20: Pausa

Ore 17.30: Keynote speech, Marco Belpoliti (Università di Bergamo), Knall

Ore 18.10 Discussione finale
Research Interests:
www.primolevi.it Bibliografia internazionale, ragionata e annotata, delle opere su Primo Levi, dal 1947 a oggi A cura di Domenico Scarpa Presentazione generale Nella bibliografia delle opere su Primo Levi sono stati inseriti... more
www.primolevi.it

Bibliografia internazionale, ragionata e annotata, delle opere su Primo Levi, dal 1947 a oggi

A cura di Domenico Scarpa


Presentazione generale
Nella bibliografia delle opere su Primo Levi sono stati inseriti tutti i testi critici raccolti sinora dal Centro sull’opera dello scrittore torinese. Nel lavoro di ricerca e raccolta un impegno prioritario è stato dedicato ad alcuni ambiti di particolare interesse:
a) si è curata la raccolta delle recensioni più antiche, che spesso sono le più significative proprio in virtù della loro acerbità e dello spiazzamento che le opere di Levi produssero nei loro lettori precoci. Da questo repertorio emergerà ad esempio che la prima edizione di Se questo è un uomo (De Silva, Torino 1947) ebbe una fortuna modesta ma non scarsa, e che di quel libro si continuò a parlare con ammirazione durante tutti gli anni Cinquanta, fino alla nuova edizione Einaudi del 1958;
b) il discorso appena fatto non vale soltanto per l’Italia: si è infatti dedicata una parte considerevole del lavoro di ricerca a documentare l’inizio della fortuna di Primo Levi nei principali paesi del mondo. Ci si è riusciti, finora, soprattutto per l’Inghilterra e gli Stati Uniti, meno per la Germania, mentre il lavoro sulla fortuna iniziale di Levi in Francia, in Spagna e in altri paesi resta quasi tutto da fare: e qui, come si dirà meglio più avanti, contiamo sull’aiuto dei nostri lettori-visitatori;
c) si è cercato di registrare nel modo più scrupoloso le testimonianze biografiche su Levi, anche brevissime. Succede spesso che tali testimonianze siano contenute (e, in qualche caso, nascoste) in saggi critici, rischiando di passare inosservate;
d) sempre nei saggi critici o nelle testimonianze biografiche, capita spesso di imbattersi in lettere private di Primo Levi dirette all’autore del medesimo saggio (o testimonianza): se ne dà conto, minuziosamente, nelle «Note aggiuntive» che accompagnano i vari lemmi del repertorio;
e) si sono cercate citazioni e testimonianze su Levi contenute in lettere e diari di personaggi di notevole caratura intellettuale e civile: ci limitiamo, qui, a fare gli esempi di Giorgio Agosti, di Piero Calamandrei e di Franco Venturi;
f) si è fatto lo spoglio di tutti i volumi collettanei via via reperiti (atti di convegni, numeri speciali di riviste, ecc.) aggiungendo nel contempo nella «Nota aggiuntiva» ai volumi considerati nella loro interezza una trascrizione completa dell’indice. Lo stesso è stato fatto per le biografie e per le monografie su Levi;
g) è stato sviluppato un interesse specifico per le recensioni di opere di Primo Levi apparse in riviste scientifiche. Per la novità e l’importanza di questo settore si è anzi deciso, in attesa di farle confluire in questa bibliografia di insieme, di raccoglierle per ora in un apposito repertorio creato sul sito del Centro (sotto la voce “Scienza”).
Si sono invece tralasciate per ora le seguenti categorie di testi:
a) le tesi di laurea e di dottorato dedicate a Levi, che un giorno potranno essere l’oggetto di un apposito censimento, di dimensioni però forse troppo ampie;
b) i testi critici pubblicati unicamente sul web, tranne pochissime eccezioni;
c) le opere creative (racconti, romanzi, poesie, film, testi teatrali, partiture musicali, opere delle arti figurative) modellate su o ispirate a opere di Levi, o alla persona di Levi. Anche queste dovranno più avanti essere oggetto di un repertorio apposito: sempre più spesso Levi diventa un personaggio, talvolta un protagonista, in immagini, musiche, versi e prose di autori anche importanti. Una parziale eccezione si è fatta per il film di Francesco Rosi La tregua, che è uscito nel decennale della morte di Levi (1997) ed è stato lo spunto per analisi critico-biografiche che andavano aldilà dell’occasione cinematografica;
d) le presentazioni critiche di brani primoleviani accolti nelle antologie scolastiche. La fortuna di Levi deve molto alla scuola, soprattutto alla scuola dell’obbligo; la sua fama si è consolidata negli anni grazie al consenso (e al passaparola) di lettori comuni che spesso erano studenti giovanissimi; Primo Levi è entrato nella memoria culturale condivisa soprattutto grazie a queste persone, e grazie ai loro insegnanti. Il lavoro più intenso da parte dei critici letterari e degli studiosi accademici è cominciato solo a partire dagli anni Ottanta. Censire questa parte “scolastica” della sua fortuna è un lavoro che supera di molto le forze attuali del Centro. È stata però inclusa nel repertorio l’indicazione di alcune antologie che hanno stampato brani di Primo Levi fin dal 1948, e comunque prima dell’edizione Einaudi 1958 di Se questo è un uomo; e si è registrata anche un’antologia per le scuole medie allestita nel 1981 da una curatrice d’eccezione, Natalia Ginzburg;
e) le recensioni di opere critiche (libri, monografie, atti di convegno, numeri speciali di riviste e altre opere collettanee) dedicate a Primo Levi. Anche in questo caso, però, non mancano alcune eccezioni. Sono state registrate le recensioni delle tre biografie finora dedicate a Primo Levi da Myriam Anissimov (1996), da Carole Angier e da Ian Thomson (2002), perché quei libri hanno suscitato un dibattito vivacissimo, che meritava di essere documentato. La stessa cosa si è fatta per i libri di alcuni autori che stanno lasciando un segno nella critica primoleviana: Giorgio Agamben, Marco Belpoliti, Alberto Cavaglion, Ernesto Ferrero, Robert S.C. Gordon, Pier Vincenzo Mengaldo;
f) le opere in cui Levi è citato soltanto di passaggio: sono, come si può immaginare, moltissime. Negli Stati Uniti, ad esempio, esiste un gran numero di testi di filosofia, politologia, antropologia, in cui si fa ricorso a nozioni coniate da Levi: «zona grigia», «vergogna», «violenza inutile». Nella gran parte dei casi, però, queste citazioni non implicano un esame diretto dei testi primoleviani da cui provengono;
g) le segnalazioni più brevi dedicate a opere primoleviane, soprattutto quelle riguardanti le ristampe di sue opere;
h) le notizie di cronaca superficiali o ripetitive: solo su queste, e non sui testi critici, è stata fatta una selezione in base al valore, per non appesantire il repertorio.
Nel raccogliere e nel costruire la bibliografia si sono fatti notevoli sforzi per dare agli utenti il massimo d’informazione sul contenuto dei testi. Ogni singolo lemma, ogni elemento del repertorio è infatti accompagnato da una serie di indicazioni utili a consentire, oltre all’accesso per autore, titolo, data, ecc., secondo i criteri documentari consolidati, un accesso tematico, pensato in forma duplice:
- per “Opere”: ogni repertoriazione bibliografica è accompagnata dall’indicazione delle opere di Primo Levi cui il testo in questione si riferisce. Questo per aiutare il lettore a selezionare tutti i testi che si riferiscono a questa o a quell’opera di Primo Levi;
- per “Parole chiave”: sulla base delle peculiarità dell’opera leviana e dello sviluppo avutosi sinora nel dibattito su di essa ne sono state individuate alcune decine con lo scopo di descrivere il contenuto dei testi critici su Levi nella maniera più esaustiva possibile.
Tutti i titoli di opere e tutte le parole-chiave funzionano come link ipertestuali: cioè, cliccando su uno di essi si otterrà l’elenco ordinato di tutto quanto è stato scritto – per fare solo qualche esempio – su La chiave a stella o sul Dialogo tra Levi e Tullio Regge, o sulla presenza di Dante nell’opera di Levi, sul suo talento come Antropologo/Etologo, o, ancora, su tutto quanto sia stato scritto in merito ai rapporti tra Levi e la casa editrice Einaudi, tra Levi e la città di Torino, o sugli intrecci fra la sua opera e quella di Jean Améry o di Giorgio Bassani o di Elias Canetti.
Molti lemmi della bibliografia, inoltre, sono corredati da «Note aggiuntive», cioè da un testo che contiene informazioni utili sullo scritto in questione: per esempio, l’esistenza di stesure diverse, precedenti o successive, dello scritto medesimo, qualche circostanza notevole della sua storia, i rapporti esistenti tra l’autore e Primo Levi, ecc.
Questa repertoriazione bibliografica, che pure conta, al momento della sua presentazione al pubblico, oltre 2.000 lemmi, verrà aggiornata costantemente e dunque è destinata a crescere molto e con rapidità. Ogni bibliografia è una collezione, e, come tutte le collezioni, è incompleta; ma questa, a differenza di altre collezioni, può entrare in possesso di tutti, e si aspetta di ricevere un contributo da chiunque sia interessato a farla prosperare e circolare. Noi chiediamo ai nostri utenti di segnalarci errori, lacune, inesattezze di ogni tipo. Chiediamo agli autori di saggi su Primo Levi di mandarci quello che via via pubblicheranno sull’argomento. Chiediamo a tutti, in tutto il mondo, di spedirci materiale primoleviano che colmi le nostre lacune. Ci scusiamo in anticipo con gli autori di testi assenti da questo repertorio: chiediamo loro scusa e li invitiamo, nello stesso tempo, a segnalarceli e a mandarcene una copia.
Nel suo secondo libro La tregua (1963) Primo Levi racconta le avventure del ritorno da Auschwitz a Torino: una lunga peregrinazione che durò otto mesi, facendogli attraversare in ogni direzione l’Europa, e in particolare la Russia.... more
Nel suo secondo libro La tregua (1963) Primo Levi racconta le avventure del ritorno da Auschwitz a Torino: una lunga peregrinazione che durò otto mesi, facendogli attraversare in ogni direzione l’Europa, e in particolare la Russia. L’articolo riguarda i significati storici, politici, etimologici e psicologici della parola «tregua», le simmetrie e i contrasti interni all’opera (e, in più, alcune simmetrie con l’opera prima di Levi, Se questo è un uomo), la sua natura di narrazione orale, alcune affinità e intertestualità con Heinrich Heine e François Rabelais.
Traduzione di Marina Sanfilippo

In his second book The Truce (1963) Primo Levi relates the adventure of his journey back from Auschwitz to Turin, a lengthy wandering that, during eight months, made him cross the whole of Europe, and Russia particularly, in all directions. The article is focused on the historical, political, etymological and psychological meanings of the title-word, and on the symmetries and contrasts inherent to the work (and also on some symmetries with Levi’s debut work If This Is a Man), on its quality as an oral narration, and on a number of affinities and intertextualities with Heinrich Heine and François Rabelais.
Translation by Marina Sanfilippo.
Capita spesso che il pubblico non sappia nulla dell’esistenza di una banca dati, o di un archivio che si può consultare online, o di una biblioteca ben fornita e interrogabile da casa propria. In oltre dieci anni di attività il Centro... more
Capita spesso che il pubblico non sappia nulla dell’esistenza di una banca dati, o di un archivio che si può consultare online, o di una biblioteca ben fornita e interrogabile da casa propria. In oltre dieci anni di attività il Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino (www.primolevi.it) non ha mai smesso di arricchire e affinare la Bibliografia “di” e “su” Primo Levi, il cui insieme costituisce la "Bibliografia Primo Levi online". Con questo articolo il Centro rinnova l’invito a visitarla e propone una breve guida per consultarla e servirsene in modo proficuo: una guida che ne illustra i contenuti e offre alcuni esempi delle ricerche che è possibile fare servendosi dei campi e delle parole-chiave del suo catalogo. Perché questa Bibliografia “di” e “su” non avrebbe senso né utilità se non fosse innanzitutto una Bibliografia “per”.
Research Interests:
The article presents the Bibliography of Primo Levi online, built by the Turin-based Centro internazionale di studi Primo Levi during its more than decennial activity. It is a bibliography of Levi – his writings and interviews in their... more
The article presents the Bibliography of Primo Levi online, built by the Turin-based Centro internazionale di studi Primo Levi during its more than decennial activity. It is a bibliography of Levi – his writings and interviews in their completeness, and all the translations of his books, in any language –, but also on him: an annotated bibliography organized by keywords, registering all the secondary works in the principal Western languages. As a consequence, it is an electronic resource designed for all the public, for the scholars and the general readership.
In uno dei suoi ultimi numeri "Robinson", il supplemento culturale di "Repubblica", ha proclamato "Se questo è un uomo" vincitore di un torneo letterario indetto, con la partecipazione dei lettori, fra molti dei maggiori scrittori... more
In uno dei suoi ultimi numeri "Robinson", il supplemento culturale di "Repubblica", ha proclamato "Se questo è un uomo" vincitore di un torneo letterario indetto, con la partecipazione dei lettori, fra molti dei maggiori scrittori italiani del '900.

Più ancora che rallegrarci per il primato, peraltro assai significativo, abbiamo pensato di cogliere l’occasione per riflettere sul rapporto fra Primo Levi e il suo pubblico, in un mondo – non abbiamo bisogno di sottolinearlo – in tumultuoso sommovimento.
Lo facciamo offrendovi un testo di Domenico Scarpa, che potrete leggere a questo link: https://www.primolevi.it/it/primo-levi-mischia
Masterclass per gli allievi CSC Palermo tenuta con la direttrice dei corsi Costanza Quatriglio. Sono stati proiettati, fra gli altri, il documentario "Le chant du styrène", regia di Alain Resnais, testi di Raymond Queneau; il... more
Masterclass per gli allievi CSC Palermo tenuta con la direttrice dei corsi Costanza Quatriglio.
Sono stati proiettati, fra gli altri, il documentario "Le chant du styrène", regia di Alain Resnais, testi di Raymond Queneau; il documentario "Gli sci di Primo Levi", di Bruna Bertani con la collaborazione di Domenico Scarpa, Rai5, 2017, e sono stati proiettati o discussi spezzoni dei film di Costanza Quatriglio "87 ore"; "Con il fiato sospeso"; "Triangle"; "Il mondo addosso" e "Terramatta".
La clip della giornata, realizzata dagli allievi, è caricata sul sito di "la Repubblica", edizione di Palermo.
Research Interests:
Se questo è un uomo, il libro «primogenito» è la mostra, a cura di Cristina Zuccaro, allestita dal Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino presso la Biblioteca Nazionale Universitaria (piazza Carlo Alberto, 3, fino al 15... more
Se questo è un uomo, il libro «primogenito» è la mostra, a cura di Cristina Zuccaro, allestita dal Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino presso la Biblioteca Nazionale Universitaria (piazza Carlo Alberto, 3, fino al 15 dicembre: lu-ve 10-18; sa 10-13, ingresso libero). La mostra è dedicata alla prima edizione De Silva 1947 dell’opera d’esordio di Levi. Il Centro Primo Levi promuove una «caccia al libro» con lo scopo di raccogliere le storie e i ricordi dei lettori, possessori ed eredi di quella rara edizione: scrivere all’indirizzo libroprimogenito@primolevi.it
Aula Piovani, via Porta di Massa 1, ore 16. Lezione-conferenza organizzata dai proff. Giancarlo Alfano e Francesco de Cristofaro
Research Interests:
L'opera di Primo Levi è come una costellazione, ricca di luci e profondità. Questo Album ne disegna gli addensamenti e ne esplora gli spazi. In ogni sua pagina le immagini, inedite per una quota notevole, si aprono su mondi sempre... more
L'opera di Primo Levi è come una costellazione, ricca di luci e profondità. Questo Album ne disegna gli addensamenti e ne esplora gli spazi. In ogni sua pagina le immagini, inedite per una quota notevole, si aprono su mondi sempre diversi: e dialogano con brani dello scrittore – notissimi o ignoti, ma sempre di icastica brevità – popolando di cose, personaggi, domande e pensieri questo libro.
Un sottile filo narrativo accompagna il lettore aiutandolo a orientarsi tra i fatti. Al centro del discorso spiccano due nomi: «Auschwitz» e «Carbonio». Intorno al primo si concentrano l'esperienza del male estremo vissuto dall'umanità nel secolo scorso, e le riflessioni che Levi andò svolgendo da «Se questo è un uomo» a «I sommersi e i salvati». Ispirate al secondo, le suggestive tavole di Yosuke Taki illustrano il racconto cosmico-visionario sulla nascita e sulle incessanti trasformazioni della vita posto a suggello del «Sistema periodico».
A corona di questo centro l'Album offre una rappresentazione articolata (e fitta di documenti, episodi e scritti inediti) di quattro azioni che costituiscono altrettanti pilastri dell'opera di Levi uomo e scrittore: l'atto del «Cucire molecole», essenza della sua professione di chimico, e quello del «Cucire parole», decisivo nel lavoro quotidiano del narratore, del creatore di linguaggi e dell'appassionato di giochi linguistici. E poi l'«Andare in montagna», coraggioso fino alla temerarietà nel ragazzo che amava sfidare la natura e che nel 1943 scelse di slancio la lotta partigiana in Valle d'Aosta. Infine, la pratica del «Pensare con le mani», così naturale per ogni essere umano, in primo luogo nell'agire lavorativo, eppure così generalmente trascurata dalla letteratura.
Anche in questo l'Album si propone di mettere in risalto gli aspetti più originali dell'opera di Levi, qui considerato come un grande scrittore letto oramai in tutto il mondo, ma anche come un uomo di pensiero fra i più sensibili alla vita concreta del mondo di oggi.
Research Interests:
Chemistry, Reception Studies, Translation Studies, Science Education, Italian (European History), and 53 more
In un’altra lingua – o meglio: come se la traducesse da un’altra lingua – Primo Levi ci ha descritto l’esperienza di Auschwitz. Da allora in poi, durante l’intera sua vita di scrittore, Levi ha trapiantato nella letteratura italiana nuovi... more
In un’altra lingua – o meglio: come se la traducesse da un’altra lingua – Primo Levi ci ha descritto l’esperienza di Auschwitz. Da allora in poi, durante l’intera sua vita di scrittore, Levi ha trapiantato nella letteratura italiana nuovi linguaggi, e ha conquistato nuovi territori espressivi: il dialetto degli ebrei piemontesi, il gergo di un tecnico specializzato in montaggi complessi, lo yiddish di una banda partigiana nelle steppe orientali, i codici alieni di apparecchiature avveniristiche quanto minacciose. Oggi, unico tra gli scrittori italiani moderni, Primo Levi sta per essere pubblicato integralmente in traduzione inglese, fino all’ultima delle sue pagine sparse. Ann Goldstein e Domenico Scarpa, una traduttrice e uno studioso che hanno collaborato all’impresa, dialogano appunto su Levi e la traduzione: nel significato artigianale della parola, e nel suo senso più ampio.
Il "Domenicale" del "Sole 24 Ore", cui Scarpa collabora, anticipa un brano della Lezione, dove si illustra il significato di questa iniziativa editoriale senza precedenti.
Research Interests:
Cet article analyse les tous premiers ecrits de Primo Levi. Entre les derniers jours de l’annee 1945 et les premieres semaines de 1946 Levi a ecrit une douzaine de poemes que lui meme, trente ans plus tard, dans le recit « Cromo » dans Le... more
Cet article analyse les tous premiers ecrits de Primo Levi. Entre les derniers jours de l’annee 1945 et les premieres semaines de 1946 Levi a ecrit une douzaine de poemes que lui meme, trente ans plus tard, dans le recit « Cromo » dans Le systeme periodique, aurait defini comme « concises et ensanglantees ». Ces vers, nes avant Si c’est un homme, revelent une voix bien differente par rapport a sa grande œuvre premiere.
Le verità più precise – e inesorabili perché precise – sulla macchina dello sterminio. Quarant’anni di testimonianze, in gran parte inedite, di essenziale importanza storica. Nel 1945, all’indomani della liberazione, i militari... more
Le verità più precise – e inesorabili perché precise – sulla macchina dello sterminio. Quarant’anni di testimonianze, in gran parte inedite, di essenziale importanza storica.

Nel 1945, all’indomani della liberazione, i militari sovietici che controllavano il campo per ex prigionieri di Katowice, in Polonia, chiesero a Primo Levi e a Leonardo De Benedetti, suo compagno di prigionia, di redigere una relazione dettagliata sulle condizioni sanitarie del Lager. Il risultato fu il Rapporto su Auschwitz: una testimonianza straordinaria, uno dei primi resoconti sui campi di sterminio mai elaborati. La relazione, pubblicata nel 1946 sulla rivista scientifica «Minerva Medica», inaugura la successiva opera di Primo Levi testimone, analista e scrittore. Nei quattro decenni successivi, Levi non smetterà mai di raccontare l’esperienza del Lager in testi di varia natura, per la maggior parte mai raccolti in volume. Dalle precoci ricerche sul destino dei propri compagni alla deposizione per il processo Eichmann, dalla «lettera alla figlia di un fascista che chiede la verità» agli articoli apparsi su quotidiani e riviste specializzate, Cosí fu Auschwitz è un mosaico di memorie – e di riflessioni critiche – dall’inestimabile valore storico e umano. Una raccolta di testimonianze, di indagini, di approfondimenti che, grazie alla sua coerenza, alla chiarezza dello stile, al rigore del metodo, ci restituiscono il Primo Levi che abbiamo imparato a riconoscere come un classico delle nostre lettere.
Le verità più precise – e inesorabili perché precise – sulla macchina dello sterminio. Quarant’anni di testimonianze, in gran parte inedite, di essenziale importanza storica. Nel 1945, all’indomani della liberazione, i militari sovietici... more
Le verità più precise – e inesorabili perché precise – sulla macchina dello sterminio. Quarant’anni di testimonianze, in gran parte inedite, di essenziale importanza storica. Nel 1945, all’indomani della liberazione, i militari sovietici che controllavano il campo per ex prigionieri di Katowice, in Polonia, chiesero a Primo Levi e a Leonardo De Benedetti, suo compagno di prigionia, di redigere una relazione dettagliata sulle condizioni sanitarie del Lager. Il risultato fu il Rapporto su Auschwitz: una testimonianza straordinaria, uno dei primi resoconti sui campi di sterminio mai elaborati. La relazione, pubblicata nel 1946 sulla rivista scientifica «Minerva Medica», inaugura la successiva opera di Primo Levi testimone, analista e scrittore. Nei quattro decenni successivi, Levi non smetterà mai di raccontare l’esperienza del Lager in testi di varia natura, per la maggior parte mai raccolti in volume. Dalle precoci ricerche sul destino dei propri compagni alla deposizione per il proc...
Primo Levi, «Così fu Auschwitz. Testimonianze 1945-1986», con Leonardo De Benedetti, a cura di Fabio Levi e Domenico Scarpa, Einaudi, Torino 2015, Super ET.
"Assim foi Auschwitz. Testemunhos 1945-1986", de Primo Levi e Leonardo De Benedetti: Companhia das Letras, editores Fabio Levi e Domenico Scarpa, tradução de Federico Carotti.
Speciale Primo Levi: quattro pagine, sei testi rari dello scrittore, 1952-1986, in "L'Indice", ottobre 2015. PDF integrale: - La perversione razionale nei campi di sterminio, 1952; - Miracolo a Torino, 1959; - recensione a Fabrizio De... more
Speciale Primo Levi: quattro pagine, sei testi rari dello scrittore, 1952-1986, in "L'Indice", ottobre 2015. PDF integrale:
- La perversione razionale nei campi di sterminio, 1952;
- Miracolo a Torino, 1959;
- recensione a Fabrizio De Santis, "Il chimico", 1961;
- lettera a Maria Grazia Leopizzi, in "Pause fantastiche di Primo Levi", 1965;
- brano tratto dall'intervista di Alessandra Carpegna, 24 maggio 1983;
- brano tratto dal dialogo con gli studenti di Pesaro, Teatro Rossini, 5 maggio 1986.
Research Interests:
www.primolevi.it Bibliografia internazionale, ragionata e annotata, delle opere su Primo Levi, dal 1947 a oggi A cura di Domenico Scarpa Presentazione generale Nella bibliografia delle opere su Primo Levi sono stati inseriti... more
www.primolevi.it

Bibliografia internazionale, ragionata e annotata, delle opere su Primo Levi, dal 1947 a oggi

A cura di Domenico Scarpa


Presentazione generale
Nella bibliografia delle opere su Primo Levi sono stati inseriti tutti i testi critici raccolti sinora dal Centro sull’opera dello scrittore torinese. Nel lavoro di ricerca e raccolta un impegno prioritario è stato dedicato ad alcuni ambiti di particolare interesse:
a) si è curata la raccolta delle recensioni più antiche, che spesso sono le più significative proprio in virtù della loro acerbità e dello spiazzamento che le opere di Levi produssero nei loro lettori precoci. Da questo repertorio emergerà ad esempio che la prima edizione di Se questo è un uomo (De Silva, Torino 1947) ebbe una fortuna modesta ma non scarsa, e che di quel libro si continuò a parlare con ammirazione durante tutti gli anni Cinquanta, fino alla nuova edizione Einaudi del 1958;
b) il discorso appena fatto non vale soltanto per l’Italia: si è infatti dedicata una parte considerevole del lavoro di ricerca a documentare l’inizio della fortuna di Primo Levi nei principali paesi del mondo. Ci si è riusciti, finora, soprattutto per l’Inghilterra e gli Stati Uniti, meno per la Germania, mentre il lavoro sulla fortuna iniziale di Levi in Francia, in Spagna e in altri paesi resta quasi tutto da fare: e qui, come si dirà meglio più avanti, contiamo sull’aiuto dei nostri lettori-visitatori;
c) si è cercato di registrare nel modo più scrupoloso le testimonianze biografiche su Levi, anche brevissime. Succede spesso che tali testimonianze siano contenute (e, in qualche caso, nascoste) in saggi critici, rischiando di passare inosservate;
d) sempre nei saggi critici o nelle testimonianze biografiche, capita spesso di imbattersi in lettere private di Primo Levi dirette all’autore del medesimo saggio (o testimonianza): se ne dà conto, minuziosamente, nelle «Note aggiuntive» che accompagnano i vari lemmi del repertorio;
e) si sono cercate citazioni e testimonianze su Levi contenute in lettere e diari di personaggi di notevole caratura intellettuale e civile: ci limitiamo, qui, a fare gli esempi di Giorgio Agosti, di Piero Calamandrei e di Franco Venturi;
f) si è fatto lo spoglio di tutti i volumi collettanei via via reperiti (atti di convegni, numeri speciali di riviste, ecc.) aggiungendo nel contempo nella «Nota aggiuntiva» ai volumi considerati nella loro interezza una trascrizione completa dell’indice. Lo stesso è stato fatto per le biografie e per le monografie su Levi;
g) è stato sviluppato un interesse specifico per le recensioni di opere di Primo Levi apparse in riviste scientifiche. Per la novità e l’importanza di questo settore si è anzi deciso, in attesa di farle confluire in questa bibliografia di insieme, di raccoglierle per ora in un apposito repertorio creato sul sito del Centro (sotto la voce “Scienza”).
Si sono invece tralasciate per ora le seguenti categorie di testi:
a) le tesi di laurea e di dottorato dedicate a Levi, che un giorno potranno essere l’oggetto di un apposito censimento, di dimensioni però forse troppo ampie;
b) i testi critici pubblicati unicamente sul web, tranne pochissime eccezioni;
c) le opere creative (racconti, romanzi, poesie, film, testi teatrali, partiture musicali, opere delle arti figurative) modellate su o ispirate a opere di Levi, o alla persona di Levi. Anche queste dovranno più avanti essere oggetto di un repertorio apposito: sempre più spesso Levi diventa un personaggio, talvolta un protagonista, in immagini, musiche, versi e prose di autori anche importanti. Una parziale eccezione si è fatta per il film di Francesco Rosi La tregua, che è uscito nel decennale della morte di Levi (1997) ed è stato lo spunto per analisi critico-biografiche che andavano aldilà dell’occasione cinematografica;
d) le presentazioni critiche di brani primoleviani accolti nelle antologie scolastiche. La fortuna di Levi deve molto alla scuola, soprattutto alla scuola dell’obbligo; la sua fama si è consolidata negli anni grazie al consenso (e al passaparola) di lettori comuni che spesso erano studenti giovanissimi; Primo Levi è entrato nella memoria culturale condivisa soprattutto grazie a queste persone, e grazie ai loro insegnanti. Il lavoro più intenso da parte dei critici letterari e degli studiosi accademici è cominciato solo a partire dagli anni Ottanta. Censire questa parte “scolastica” della sua fortuna è un lavoro che supera di molto le forze attuali del Centro. È stata però inclusa nel repertorio l’indicazione di alcune antologie che hanno stampato brani di Primo Levi fin dal 1948, e comunque prima dell’edizione Einaudi 1958 di Se questo è un uomo; e si è registrata anche un’antologia per le scuole medie allestita nel 1981 da una curatrice d’eccezione, Natalia Ginzburg;
e) le recensioni di opere critiche (libri, monografie, atti di convegno, numeri speciali di riviste e altre opere collettanee) dedicate a Primo Levi. Anche in questo caso, però, non mancano alcune eccezioni. Sono state registrate le recensioni delle tre biografie finora dedicate a Primo Levi da Myriam Anissimov (1996), da Carole Angier e da Ian Thomson (2002), perché quei libri hanno suscitato un dibattito vivacissimo, che meritava di essere documentato. La stessa cosa si è fatta per i libri di alcuni autori che stanno lasciando un segno nella critica primoleviana: Giorgio Agamben, Marco Belpoliti, Alberto Cavaglion, Ernesto Ferrero, Robert S.C. Gordon, Pier Vincenzo Mengaldo;
f) le opere in cui Levi è citato soltanto di passaggio: sono, come si può immaginare, moltissime. Negli Stati Uniti, ad esempio, esiste un gran numero di testi di filosofia, politologia, antropologia, in cui si fa ricorso a nozioni coniate da Levi: «zona grigia», «vergogna», «violenza inutile». Nella gran parte dei casi, però, queste citazioni non implicano un esame diretto dei testi primoleviani da cui provengono;
g) le segnalazioni più brevi dedicate a opere primoleviane, soprattutto quelle riguardanti le ristampe di sue opere;
h) le notizie di cronaca superficiali o ripetitive: solo su queste, e non sui testi critici, è stata fatta una selezione in base al valore, per non appesantire il repertorio.
Nel raccogliere e nel costruire la bibliografia si sono fatti notevoli sforzi per dare agli utenti il massimo d’informazione sul contenuto dei testi. Ogni singolo lemma, ogni elemento del repertorio è infatti accompagnato da una serie di indicazioni utili a consentire, oltre all’accesso per autore, titolo, data, ecc., secondo i criteri documentari consolidati, un accesso tematico, pensato in forma duplice:
- per “Opere”: ogni repertoriazione bibliografica è accompagnata dall’indicazione delle opere di Primo Levi cui il testo in questione si riferisce. Questo per aiutare il lettore a selezionare tutti i testi che si riferiscono a questa o a quell’opera di Primo Levi;
- per “Parole chiave”: sulla base delle peculiarità dell’opera leviana e dello sviluppo avutosi sinora nel dibattito su di essa ne sono state individuate alcune decine con lo scopo di descrivere il contenuto dei testi critici su Levi nella maniera più esaustiva possibile.
Tutti i titoli di opere e tutte le parole-chiave funzionano come link ipertestuali: cioè, cliccando su uno di essi si otterrà l’elenco ordinato di tutto quanto è stato scritto – per fare solo qualche esempio – su La chiave a stella o sul Dialogo tra Levi e Tullio Regge, o sulla presenza di Dante nell’opera di Levi, sul suo talento come Antropologo/Etologo, o, ancora, su tutto quanto sia stato scritto in merito ai rapporti tra Levi e la casa editrice Einaudi, tra Levi e la città di Torino, o sugli intrecci fra la sua opera e quella di Jean Améry o di Giorgio Bassani o di Elias Canetti.
Molti lemmi della bibliografia, inoltre, sono corredati da «Note aggiuntive», cioè da un testo che contiene informazioni utili sullo scritto in questione: per esempio, l’esistenza di stesure diverse, precedenti o successive, dello scritto medesimo, qualche circostanza notevole della sua storia, i rapporti esistenti tra l’autore e Primo Levi, ecc.
Questa repertoriazione bibliografica, che pure conta, al momento della sua presentazione al pubblico, oltre 2.000 lemmi, verrà aggiornata costantemente e dunque è destinata a crescere molto e con rapidità. Ogni bibliografia è una collezione, e, come tutte le collezioni, è incompleta; ma questa, a differenza di altre collezioni, può entrare in possesso di tutti, e si aspetta di ricevere un contributo da chiunque sia interessato a farla prosperare e circolare. Noi chiediamo ai nostri utenti di segnalarci errori, lacune, inesattezze di ogni tipo. Chiediamo agli autori di saggi su Primo Levi di mandarci quello che via via pubblicheranno sull’argomento. Chiediamo a tutti, in tutto il mondo, di spedirci materiale primoleviano che colmi le nostre lacune. Ci scusiamo in anticipo con gli autori di testi assenti da questo repertorio: chiediamo loro scusa e li invitiamo, nello stesso tempo, a segnalarceli e a mandarcene una copia.
«E la tagliarono in dodici pessi - E il più lungo era lungo così». Pessi, con doppia esse: così bisognava cantare la tragedia di Ferrero Michele «che sua moglie, e da viva, masò». Era l’autunno del 1942, a Milano. I sette ragazzi e... more
«E la tagliarono in dodici pessi - E il più lungo era lungo così». Pessi, con doppia esse: così bisognava cantare la tragedia di Ferrero Michele «che sua moglie, e da viva, masò». Era l’autunno del 1942, a Milano. I sette ragazzi e ragazze venuti ad abitare in un appartamento in via San Martino erano tutti ebrei (notare la dicitura «di razza ebraica» che sporge nel documento d’identità), e tutti venivano da Torino. Le canzoni che cantavano di sera le avevano imparate da amici valdesi; e il dottore in chimica pura Levi Primo, di anni ventitré, tecnico nelle industrie farmaceutiche Wander, aveva l’incarico di mimare il dettaglio più truce di quella storia.
Guardiamocelo un po’ per bene, nella caricatura disegnata da Eugenio Gentili Tedeschi. Magrissimo, la chioma frisée, il grugno e l’occhiolino da duro, le dita tese a forbice, un primolevi così non ce lo aspettavamo proprio. Ed è il Primo Levi che invece ci presenterà – per trecento e passa pagine, per quattrocento e rotti immagini a colori, per un numero non ben calcolato di testi suoi rari o inediti – l’Album Primo Levi che martedì 7 esce nella collana «Saggi» di Einaudi, a cura di Roberta Mori e di chi scrive. Ideato e realizzato dal Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino (www.primolevi.it), l’Album è un prototipo editoriale, un volume di grande formato che non ha paragoni. Un libro che non somiglia a nessuna delle tante biografie per immagini disponibili sul mercato. Che non segue in maniera lineare la cronologia della vita di Levi, anche se sempre consentirà al lettore di orientarsi. Che non entra nelle vicende di Levi dal cancello di Auschwitz, benché al Lager dedichi la più folta delle sue sei sezioni. Che ha riservato un intero capitolo pittografico, realizzato da Yosuke Taki, al racconto «Carbonio». E che fin da questa anteprima ci presenta, con assonanze non solo fra le lettere iniziali, un Levi scalatore e scultore e scacchista.
L’Album, insomma, è un’opera informata e vivace che racconta la vita di Primo Levi dividendola in sei pessi: in sei sezioni tematiche, più un’appendice che ci presenta i suoi luoghi a Torino e nel Piemonte-Valle d’Aosta, più una essenziale cronologia illustrata. Il Levi sempre giovane e con chioma appena un po’ meno elettrica, seduto alla sua scrivania di direttore tecnico della fabbrica di vernici Siva di Settimo Torinese, poco prima della sua assunzione aveva scritto una lettera al direttore del mensile «La Chimica e l’Industria». Datata novembre 1947, inedita in volume, stesa poche settimane dopo la pubblicazione di Se questo è un uomo, essa descrive sotto il profilo tecnico la fabbrica di gomma sintetica impiantata in quel sottocampo di Auschwitz III-Monowitz dove Levi trascorse undici mesi. Questa lettera ci consente di osservare la Buna con occhi nuovi, come per una prima volta: e lo stesso avviene, nell’Album, con ciascuno dei reperti che scandiscono il suo itinerario molteplice, a cominciare dalle radici di Levi, dai suoi antenati ebrei piemontesi, dei quali si narra nel primo racconto del libro Il sistema periodico: spicca fra loro Nona Màlia, «che sopravvive in figura di agghindata minuscola ammaliatrice in alcune pose di studio eseguite verso il 1870, e come una vecchietta grinzosa, stizzosa, sciatta e favolosamente sorda nei miei ricordi d’infanzia più lontani». Qui la vediamo nella sua prima incarnazione.
Chi era Primo Levi? Che cosa è stato, prima e dopo e a prescindere da ciò che i nazisti gli hanno fatto? L’immagine della scacchiera appartenente alla famiglia Levi, con una partita già configurata, e lì accanto il classico manuale di Miliani sul giuoco degli scacchi, ci offre una chiave possibile. Leggiamo un brano verso la fine di La tregua, il libro del ritorno da Auschwitz. Siamo a Monaco, su suolo germanico, e il treno degli ex-deportati si ferma in quella stazione: «Ci sembrava di avere qualcosa da dire, enormi cose da dire, ad ogni singolo tedesco, e che ogni tedesco avesse da dirne a noi: sentivamo l’urgenza di tirare le somme, di domandare, spiegare e commentare, come i giocatori di scacchi al termine della partita».
Di generazione in generazione, racconta Levi, «ogni mio antenato ha insegnato le regole al figlio, lo ha vinto per qualche anno, poi ne ha tacitamente ammesso la superiorità». Sarà capitato lo stesso non troppi anni dopo che, nel 1959, venne scattata a Gressoney la foto inedita che ci mostra Levi con il suo secondogenito Renzo sopra le spalle. Il gioco, il laboratorio intellettuale del gioco, il «pensare con le mani», sono state le attività quotidiane e imprescindibili di uno scrittore che, di là dai temi gravi che tanto spesso affrontava, amò giocare con le parole – con i loro suoni, con le loro etimologie – e che curava il reciproco tenersi in esercizio fra gli organi di senso e il pensiero. Alla Siva, per trent’anni, Levi andò inventando e sperimentando vernici, soprattutto rivestimenti per cavi metallici. Anche gli scarti di produzione venivano buoni, per farci sculture di filo di rame intrecciato. Un altro sapere di famiglia si poteva tramandare: nel 1974, in Liguria, Levi sta insegnando a sua nipote Ada come s’intreccia il filo, e chissà se quell’«istrice spettinato» lo avranno fatto poi insieme.
È così, è in questi modi sorprendenti, che l’Album Primo Levi vuole mostrare ai lettori le molte vite di uno scrittore dai molti talenti: un Levi inaspettato, un Levi che amava la montagna e per il quale lo scalare le Grigne o il Disgrazia era trasgressione, cioè scuola di pericolo e di resistenza. Lo possiamo guardare così nell’ultima immagine. Val di Cogne, aprile 1940: Levi a vent’anni, sul tetto del rifugio «Vittorio Stella», a cavalcioni del camino. È un Levi attento, allenato, con lo sguardo panoramico e che si sta divertendo. È un Levi più vivo che mai.

Domenico Scarpa
Un dialogo sulla traduzione, sullo spunto di due novità editoriali: Ann Goldstein - Domenico Scarpa, In un'altra lingua / In Another Language, VI Lezione Primo Levi, Einaudi, Torino 2015 Primo Levi, The Complete Works, a cura di Ann... more
Un dialogo sulla traduzione, sullo spunto di due novità editoriali:

Ann Goldstein - Domenico Scarpa, In un'altra lingua / In Another Language, VI Lezione Primo Levi, Einaudi, Torino 2015

Primo Levi, The Complete Works, a cura di Ann Goldstein, apparati storico-critici a cura del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, Liveright, New York 2015
"The third wheel: an invitation to take up with Primo Levi". The literary style and thought that allowed Primo Levi to transform the concrete experience in Auschwitz into one of the great literary pieces of the 20th century was the... more
"The third wheel: an invitation to take up with Primo Levi".
The literary style and thought that allowed Primo Levi to transform the concrete experience in Auschwitz into one of the great literary pieces of the 20th century was the result of the double faceted role he played in that event: Levi was, at the same time, a victim and a witness, a person who experienced the annihilation and at the same time asked about this annihilation without any prejudging. From these two perspectives, his works call for a moral intervention of the reader. This article uses the five words composing the title "If This Is a Man" to analyse the paths and paradoxes of Levi’s writing and acceptance.
The literary style and thought that allowed Primo Levi to transform the concrete experience in Auschwitz into one of the great literary pieces of the 20th century was the result of the double faceted role he played in that event: Levi... more
The literary style and thought that allowed Primo Levi to transform the concrete experience in Auschwitz into one of the great literary pieces of the 20th century was the result of the double faceted role he played in that event: Levi was, at the same time, a victim and a witness, a person who experienced the annihilation and at the same time asked about this annihilation without any prejudging. From these two perspectives, his works call for a moral intervention of the reader. This article uses the five words composing the title If This Is a Man to analyse the paths and paradoxes of Levi’s writing and acceptance.
Lo stile letterario e di pensiero grazie al quale Primo Levi seppe trasformare l’esperienza concreta di Auschwitz in un’opera letteraria tra le maggiori del Novecento fu un risultato del doppio ruolo che egli ricopri in quell’evento: Levi... more
Lo stile letterario e di pensiero grazie al quale Primo Levi seppe trasformare l’esperienza concreta di Auschwitz in un’opera letteraria tra le maggiori del Novecento fu un risultato del doppio ruolo che egli ricopri in quell’evento: Levi fu simultaneamente vittima e testimone, persona che pati l’annientamento e indagatore spregiudicato dell’annientamento. Da entrambe le posizioni, la sua opera sollecita un intervento morale del lettore. Questo articolo analizza, a partire dalle cinque parole che compongono il titolo Se questo e un uomo, percorsi e paradossi della scrittura e della ricezione di Levi.
Il segno del chimico è il testo di una lettura scenica costruita con brani di Primo Levi, realizzata per incarico del Centro Internazionale di Studi Primo Levi e del Teatro Stabile di Torino. Lo spettacolo è stato allestito nel luglio... more
Il segno del chimico è il testo di una lettura scenica costruita con brani di Primo Levi, realizzata per incarico del Centro Internazionale di Studi Primo Levi e del Teatro Stabile di Torino. Lo spettacolo è stato allestito nel luglio 2010, per la regia e l’interpretazione di Valter MALOSTI, in occasione del convegno internazionale ESOF, EuroScience Open Forum. Nel novembre 2011 è stato portato in scena a New York da John Turturro.
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Ethics, Testimony, Jewish Studies, Reception Studies, Eyewitness memory, and 55 more

And 6 more

Postfazione a Natalia Ginzburg, "La città e la casa", Nuova edizione a cura di Domenico Scarpa, Einaudi, Torino 2019.
RAI CULTURA - Scrivere un classico del Novecento Una serie in cui scrittori, professori universitari, critici letterari, traduttori raccontano di volta in volta la storia editoriale, i contenuti e la forma di un classico del Novecento:... more
RAI CULTURA - Scrivere un classico del Novecento
Una serie in cui scrittori, professori universitari, critici letterari, traduttori raccontano di volta in volta la storia editoriale, i contenuti e la forma di un classico del Novecento: le circostanze della sua pubblicazione, il rapporto dell’autore con l’opera, le reazioni di pubblico e critica, ma anche le scelte linguistiche e tematiche, il valore del libro a distanza di anni. Un modo per ripercorrere i punti nodali del secolo appena trascorso (la letteratura come specchio dell’epoca che la produce) e un invito ad affrontare capolavori della letteratura europea (pensando soprattutto al pubblico di giovani lettori che legge questi libri per la prima volta). La serie si propone come un’ideale introduzione a opere che sono rimaste nel tempo: ogni esperto è una guida che conduce all’interno del laboratorio artistico dello scrittore, evidenziando le caratteristiche che lo contraddistinguono. Tutte le puntate sono girate in luoghi particolarmente significativi per l’opera, lo scrittore o per la cultura italiana: case museo, biblioteche, centri studi, circoli di lettura. Corredano i video materiali dalle Teche Rai.
https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2020/03/Lessico-famigliare-di-Natalia-Ginzburg-66e2ef71-e094-44ad-8124-787f33726f9f.html
Scopo di questo progetto didattico e di ricerca è esaminare l’opera di Leone (1909-1944) e Natalia Ginzburg (1916-1991) alla luce dell’indissolubile intreccio fra attività intellettuale e creativa e impegno civile che caratterizza il loro... more
Scopo di questo progetto didattico e di ricerca è esaminare l’opera di Leone (1909-1944) e Natalia Ginzburg (1916-1991) alla luce dell’indissolubile intreccio fra attività intellettuale e creativa e impegno civile che caratterizza il loro contributo alla storia italiana ed europea del XX secolo.
Muovendo dalla presentazione delle biografie e dei contesti in cui si collocano, procederemmo alla lettura e commento di alcuni loro scritti, ad un confronto sul ruolo svolto da entrambi nella casa editrice Einaudi, e alla sperimentazione di metodologie didattiche per la promozione della letteratura.
Il programma include 5 seminari, le lezioni magistrali di Mario Barenghi –
teorico, critico letterario e specialista di letteratura italiana moderna e
contemporanea – e di Domenico Scarpa – curatore delle opere di Natalia per Einaudi – nonché la conclusione dei lavori affidata a Carlo Ginzburg. I partecipanti saranno coinvolti in un’esperienza di ascolto, analisi, riflessione, in costante dialogo con studiosi di differenti ambiti disciplinari e teorici. Inoltre, lavoreranno a dei progetti personali sotto la supervisione di un docente, i quali saranno presentati e discussi durante sessioni plenarie dedicate.
UNA STRAORDINARIA INVENZIONE EDITORIALE: "QUESTO E' KAFKA?" DI REINER STACH
Università di Napoli Federico II, dal 28 novembre 2016. Com’è fatto un libro, come si fanno i libri: sempre più spesso, sempre più numerosi, gli studenti universitari, i dottorandi, i giovani ricercatori si pongono queste due domande, a... more
Università di Napoli Federico II, dal 28 novembre 2016.
Com’è fatto un libro, come si fanno i libri: sempre più spesso, sempre più numerosi, gli studenti universitari, i dottorandi, i giovani ricercatori si pongono queste due domande, a prescindere dagli argomenti di cui si occupano. E cercano risposte di alto profilo teorico e operativo.
Negli ultimi anni ha preso forma una disciplina, la filologia editoriale, cui ancora non corrispondono insegnamenti universitari. I suoi temi e i suoi testi circolano tuttavia rapidamente, a partire dalla discussione che nel 2013, sul decimo numero di «Ecdotica», Paola Italia e Francisco Rico intrecciavano con Roberto Calasso, discussione rilanciata dal numero monografico che «Studi (e Testi) Italiani» ha dedicato nel 2014, curatrice la medesima Italia con Giorgio Pinotti, al tema Editori e filologi. Vi prendono la parola editor di formazione accademica (dal citato Pinotti a Mauro Bersani, da Mariarosa Bricchi a Elisabetta Risari) ai quali si affiancano italianisti, linguisti, filologi testuali (Giulia Raboni, Gino Ruozzi, Paolo Squillacioti, Pasquale Stoppelli, Claudio Vela, Luca Zuliani) che spendono una quota notevole del loro tempo nell’approntare testi scientificamente attendibili per il mercato editoriale, accompagnandoli con paratesti capaci di parlare al lettore in modo rigoroso ed elegante.
Filologia reader oriented e editoria author oriented s’incontrano e si saldano sempre più spesso. Tuttavia, il lavoro sugli autori degli ultimi cento anni (su quei nomi che soltanto da poco sono assurti a classici delle lettere italiane e internazionali, o che si avviano a diventarlo) ha una specificità: la base primaria di ogni ricerca che li riguardi è, giocoforza, di carattere archivistico e bibliografico. Consiste nella ricerca dei loro scritti, spesso dispersi in sedi plurime e improbabili. Consiste nel procacciarsi un corpus testuale e documentario sul quale operare: per ricostruire biografie intellettuali non lacunose, per raccogliere opere complete che siano realmente complete, e infine per dare forma – nei casi più felici – a libri postumi che si potranno definire «libri latenti»: libri potenziali che, lavorando di attenzione e di immaginazione, si finisce con l’estrarre dal disordine di un’opera, libri la cui materia prima sono carte sparpagliate o inedite.
Un «libro latente» è un progetto trasformato in un prodotto, una ricerca innovativa capace di procurarsi uno sbocco editoriale, un processo intellettuale e industriale che coinvolge, legandoli l’uno agli altri, uno scrittore, un curatore e il pubblico dei lettori. Situato fra l’autore e i suoi lettori, il curatore è l’intermediario che dà forma ai libri latenti. È un ricercatore che sa adoperare al meglio ciò che trova, è uno studioso capace di confezionare un oggetto destinato al mercato, è un professionista dell’editoria in grado di concepire, di costruire, di rifinire un libro che i lettori acquisteranno e ameranno: un libro la cui stessa struttura, il cui stesso indice, costituirà un discorso critico implicito – cioè, latente a sua volta – sullo scrittore del quale offre un’immagine inconsueta.
I libri latenti sono dunque il luogo geometrico in cui, all’insegna «Filologia e Critica» promossa nel 1952 da Lanfranco Caretti, viene ad affiancarsi, integrandola e aggiornandola, la dittologia progressiva Bibliografia e Critica: «progressiva» perché intesa a suggerire che l’innovazione critica in merito ai classici contemporanei di ogni paese nasce più facilmente su un terreno nutrito da vaste ricerche d’archivio, da complesse ricostruzioni archivistico-bibliografiche e dipoi filologico-testuali.
Lo studente, il dottorando, il giovane ricercatore che vogliano sapere com’è fatto un libro e come si fanno i libri potranno ripercorrere questo itinerario teorico-operativo nel ciclo dei cinque seminari qui proposti. In ciascuno verrà affrontato un tema, rappresentato da un singolo caso di studio – impersonato da un libro materialmente esistente – il cui impatto pedagogico sarà garantito dall’innervatura di metodo e di ricerca in esso implicita.

PRIMO SEMINARIO, 28 NOVEMBRE 2016: IL LAVORO EDITORIALE, VARIANTI E VARIETÀ
Nel 1937, due giovani studiosi – Gianfranco Contini e Leone Ginzburg – recensivano simultaneamente e con entusiasmo il lavoro del comune maestro Santorre Debenedetti sui Frammenti autografi dell’«Orlando Furioso». Da quel lavoro filologico, e dai due referti critici, sarebbero nati in Italia la filologia delle varianti e una editoria capace di offrire al lettore testi scientificamente impeccabili presentati con chiarezza espositiva, economia di apparati ed eleganza di scrittura.
Ricostruire, su documenti editi e inediti, le vicende della «Nuova raccolta di classici italiani annotati», fondata da Debenedetti e Ginzburg nel 1937 per Giulio Einaudi editore, e inaugurata da Contini due anni più tardi con le Rime di Dante, significa entrare in una pluralità di laboratori – filologico-testuali, editoriali, e persino politici – la cui impronta si lascia decifrare ancora oggi nel meglio della produzione editoriale dedicata ai classici della nostra letteratura, così come in quel nugolo di problemi concreti ai quali ogni giorno un editore e un curatore sono chiamati a trovare la soluzione adeguata.
Come si scrive una prefazione, e che cosa bisogna metterci? E che cos’è invece una nota al testo, che cosa ci va bene e che cosa invece no? Di quante note è necessario corredare un testo antico, e quali informazioni devono contenere? Fin dove è opportuno che sia tecnicamente complicata una nota filologica? Come si stende una cronologia, come si redige una bibliografia? Tutte queste erano domande di allora e sono domande di oggi. Sono norme editoriali in continuo cambiamento, di cui si indagheranno i criteri.
L'INVENZIONE EDITORIALE è un ciclo di otto conversazioni sulla capacità di dare forma a «libri latenti», ossia libri nascosti eppure possibili, libri avvincenti che non esistevano in natura: sul talento di trasformarli e magari... more
L'INVENZIONE EDITORIALE è un ciclo di otto conversazioni sulla capacità di dare forma a «libri latenti», ossia libri nascosti eppure possibili, libri avvincenti che non esistevano in natura: sul talento di trasformarli e magari resuscitarli, i libri, e anche i loro autori, e persino interi generi letterari; e ancora, sulla possibilità – nei casi più sventurati – di sciuparli malamente.
Progetti trasformati in oggetti, racconti di scrittura e di editoria, avventure di laboratorio e di bottega: otto incontri per chiunque ama i libri ed è curioso di sapere come si fanno, si rifanno, si sfanno.
Martedì 5 aprile, alle 18, si terrà a Milano, al Laboratorio Formentini per l’editoria coordinato da Luisa Finocchi (via Formentini 10, MM2 Lanza, www.laboratorioformentini.it ) il primo incontro del ciclo "L'INVENZIONE EDITORIALE. Storie... more
Martedì 5 aprile, alle 18, si terrà a Milano, al Laboratorio Formentini per l’editoria coordinato da Luisa Finocchi (via Formentini 10, MM2 Lanza, www.laboratorioformentini.it ) il primo incontro del ciclo "L'INVENZIONE EDITORIALE. Storie di libri latenti, resuscitati, traditi", a cura di Mariarosa Bricchi, Giorgio Pinotti, Raffaella Poletti e Domenico Scarpa.
Gli incontri, con ingresso gratuito, saranno otto, con cadenza mensile, fino a dicembre e salvo agosto: programma completo sul sito.
Nell’incontro di apertura, "LIBRI LATENTI", Mariarosa Bricchi dialogherà con Domenico Scarpa a partire da un’opera progettata da quest’ultimo: Fruttero & Lucentini, "I ferri del mestiere. Manuale involontario di scrittura con esercizi svolti", Einaudi, Torino 2003.
Recensione di "Editori e Filologi. Per una filologia editoriale", a cura di Paola Italia e Giorgio Pinotti, fascicolo monografico di "Studi (e stesti) italiani", n. 33, Bulzoni, Roma 2014.
In another language—rather, as if he were translating it from another language—Primo Levi described to us the experience of Auschwitz. From then on, during his entire life as a writer, Levi transplanted into Italian literature new... more
In another language—rather, as if he were translating it from another language—Primo Levi described to us the experience of Auschwitz. From then on, during his entire life as a writer, Levi transplanted into Italian literature new languages, and conquered new expressive territories: the dialect of Piedmontese Jews, the jargon of a technician specializing in complex rigging, the Yiddish of a partisan band in the Russian steppes, the alien codes of threatening futuristic machines. Today, alone among modern Italian writers, Primo Levi is about to be published in his entirety in English, down to the last of the uncollected pages. Ann Goldstein and Domenico Scarpa, a translator and a scholar who contributed to the enterprise, have a dialogue on Levi and translation: in the most concrete meaning of the word and in its broader sense.

Ann Goldstein is the editor of the Complete Works of Primo Levi, to be published by Liveright, New York, and has translated many works from Italian into English, from Pasolini to Elena Ferrante. Domenico Scarpa is the literary-editorial consultant for the Centro Studi Primo Levi.
«Storie avventurose di libri necessari» è una traversata del Novecento italiano. Racconta, in undici saggi, le fortune e gli infortuni, i segreti e gli intrighi delle opere che hanno dato forma a un secolo di letteratura. Racconta le... more
«Storie avventurose di libri necessari» è una traversata del Novecento italiano. Racconta, in undici saggi, le fortune e gli infortuni, i segreti e gli intrighi delle opere che hanno dato forma a un secolo di letteratura. Racconta le avventure dei libri, ma anche di chi li ha scritti: e per riuscire a farlo ricorre a carte d’archivio, a documenti inediti, a lettere private, a scritti dimenticati o nascosti dagli autori stessi.
Si salpa l’ancora ricostruendo le tracce lasciate nell’opera dei nostri scrittori dal più bel libro di avventure di tutti i tempi, «L’isola del tesoro». E si prosegue, proprio come negli agguati pirateschi di Stevenson, andando a scoprire perché il saluto «Ohi, Peppì!» equivalesse per Domenico Rea a un’offesa grave, e perché mai Corrado Alvaro dedicasse tanti pensieri all’eros di Mussolini. Vedremo quali nessi invisibili sussistano tra Beckett & Borges (e tra Fruttero & Lucentini che li hanno introdotti qui in Italia), e che cosa Fortini e Vittorini videro sbarcare a Bocca di Magra insieme con Marguerite Duras. Ma, come nella vita corsara, saremo spesso chiamati a combattere: e da Calvino, da Fenoglio, da Meneghello, impareremo ad apprezzare le differenze di stile che ci sono tra una pistola, un mortaio e un fucile mitragliatore per chi sta rischiando la vita nella guerra civile. O magari ci limiteremo a litigare pur amandoci attraverso il tempo e lo spazio, come Sciascia fece con Stendhal, o Parise con Darwin.
Eppure, la lotta senza tregue sarà sempre quella che uno scrittore combatte contro se stesso: e per raccontarla dovremo estrarre alla luce la virgola ebraica intessuta nella scrittura di Bassani, dovremo estorcere a Mario Soldati – proprio mentre si sta godendo un gelato – il suo passato di critico d’arte, dovremo interrogare Primo Levi e Giorgio Manganelli finché non confessino le vere ragioni della loro contesa sullo scrivere chiaro e lo scrivere oscuro.
L’ULTIMA LETTERA DI GIAIME PINTOR, SCRITTA AL FRATELLO LUIGI PRIMA DELLA MISSIONE IN CUI RESTERÀ UCCISO. UN PARTIGIANO ELEGANTE NELLA GUERRA ANTROPOLOGICA: ESISTENZE AD ALZO ZERO. «FISCHIA IL VENTO AL CALASCIONE»: LONGANESI E IL SENATORE.... more
L’ULTIMA LETTERA DI GIAIME PINTOR, SCRITTA AL FRATELLO LUIGI PRIMA DELLA MISSIONE IN CUI RESTERÀ UCCISO. UN PARTIGIANO ELEGANTE NELLA GUERRA ANTROPOLOGICA: ESISTENZE AD ALZO ZERO. «FISCHIA IL VENTO AL CALASCIONE»: LONGANESI E IL SENATORE. MERCUTIO VS. AMLETO: LA GIOVENTÙ DISPONIBILE
PAOLO BORINGHIERI SCRIVE A CESARE MUSATTI CHIEDENDOGLI DI CURARE L’OPERA DI FREUD. DAL TRONCO DI CASA EINAUDI NASCONO DUE NUOVE IMPRESE EDITORIALI: LA TORINESE BORINGHIERI NEL NOME DI FREUD, LA MILANESE ADELPHI NEL NOME DI NIETZSCHE.... more
PAOLO BORINGHIERI SCRIVE A CESARE MUSATTI CHIEDENDOGLI DI CURARE L’OPERA DI FREUD. DAL TRONCO DI CASA EINAUDI NASCONO DUE NUOVE IMPRESE EDITORIALI: LA TORINESE BORINGHIERI NEL NOME DI FREUD, LA MILANESE ADELPHI NEL NOME DI NIETZSCHE. «AZIONE NIETZSCHE»: GIORGIO COLLI, MAZZINO MONTINARI E LA FILOLOGIA. «TUTTI I LIBRI PER UN SOLO LETTORE»: SEPARAZIONI EFFETTIVE E GENEALOGIE IMPROBABILI
Guglielmo Alberti – a Piedmontese antifascist intellectual of European importance, a friend among others of Gobetti, Gide, Curtius, Debenedetti, Pavese, Berenson, Cecchi, a literary critic and translator – and Gianfranco Contini met in... more
Guglielmo Alberti – a Piedmontese antifascist intellectual of European importance, a friend among
others of Gobetti, Gide, Curtius, Debenedetti, Pavese, Berenson, Cecchi, a literary critic and translator
– and Gianfranco Contini met in Friburgo (Switzerland) in the Autumn 1943. Alberti had got in
Friburgo, where Contini was a Professor of Romance philology, as a refugee after the Nazi invasion
of Northern Italy. Their friendship is testified by an exchange of letters lasting from 1944 to 1959 and
counting 75 items. The article examines the first year of this correspondence, from April 3, 1944 to
April 25, 1945, documenting their shared anxieties about the civil war in Italy, their common work on
Italian literature and their active engagement in antitotalitarian politics. The two main common efforts
carried out by Alberti and Contini were the publication of an issue (edited by Contini in 1944) of
the periodical « Lettres » dedicated to Italian literature, and (from February to June 1945) of « Cultura
e Azione », a weekly literary supplement to the daily « Il Dovere », printed in Bellinzona. The fateful
day of 25 April 1945 will bring both the Liberation of Italy from Nazi-fascism and the announcement
of Alberti’s wedding, at which Contini will act as best man.
Scopo di questo progetto didattico e di ricerca è esaminare l’opera di Leone (1909-1944) e Natalia Ginzburg (1916-1991) alla luce dell’indissolubile intreccio fra attività intellettuale e creativa e impegno civile che caratterizza il loro... more
Scopo di questo progetto didattico e di ricerca è esaminare l’opera di Leone (1909-1944) e Natalia Ginzburg (1916-1991) alla luce dell’indissolubile intreccio fra attività intellettuale e creativa e impegno civile che caratterizza il loro contributo alla storia italiana ed europea del XX secolo.
Muovendo dalla presentazione delle biografie e dei contesti in cui si collocano, procederemmo alla lettura e commento di alcuni loro scritti, ad un confronto sul ruolo svolto da entrambi nella casa editrice Einaudi, e alla sperimentazione di metodologie didattiche per la promozione della letteratura.
Il programma include 5 seminari, le lezioni magistrali di Mario Barenghi – teorico, critico letterario e specialista di letteratura italiana moderna e contemporanea – e di Domenico Scarpa – curatore delle opere di Natalia per Einaudi – nonché la conclusione dei lavori affidata a Carlo Ginzburg. I partecipanti saranno coinvolti in un’esperienza di ascolto, analisi, riflessione, in costante dialogo con studiosi di differenti ambiti disciplinari e teorici. Inoltre, lavoreranno a dei progetti personali sotto la supervisione di un docente, i quali saranno presentati e discussi durante sessioni plenarie dedicate.
In 1965 Calvino wrote “The Spiral” and positioned it as the final story of his Cosmicomics. Both the story and its title-word seemed to him a landing point for his corpus, and, during the years that followed, he never changed his mind.... more
In 1965 Calvino wrote “The Spiral” and positioned it as the final story of his Cosmicomics. Both the story and its title-word seemed to him a landing point for his corpus, and, during the years that followed, he never changed his mind. “The Spiral” also marks the exact midpoint of his journey because Calvino made his debut as a writer in 1945, with the war just ended, and his death came unexpectedly forty years later in 1985. In turn, the essay “Calvino makes the shell” presented here is the central chapter of, and has given its title to, my new book on Calvino (Calvino fa la conchiglia, Hoepli, Milan 2023, pp. 366-385). The aim of this book is to consider Calvino’s whole self-construction as a writer: his texts, his life, his encounters, his places, his travels, his readings, his ideas—in a word, the development of a style unique in the world of literature. In this essay, “spiral” is a key word and image in a key story. “The Spiral” is, in fact, autobiographical, even if the narrating “I” is named Qfwfq. It can be read as a fictional account of Calvino’s mind and body as written by Calvino himself, and it can be deciphered as an autobiographical text even if the narrating “I” appears as a mollusk stuck to his primordial reef. In its fifteen pages, “The Spiral” tells a tale about the construction of a self, a constant narrative theme for Calvino and the inspiration for my book’s subtitle “The construction of a writer.” The essay, here translated into English by Jim Hicks, will show that those five words point to two sequences of events, each grafted onto the other. The first concerns what Calvino was constructing through his writing; the second considers the choices, the necessities, and the contingencies by which he constructed—or accepted that a great variety of circumstances would construct—his public persona as a writer.
... Ritratto dell''editore da cucciolo. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 52, Nº 309, 1997 , págs. 303-316. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados... more
... Ritratto dell''editore da cucciolo. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 52, Nº 309, 1997 , págs. 303-316. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados Usuario. Contraseña. Entrar. Mi Dialnet. ...
... | Ayuda. Goffredo parise tra Darwin e Montale. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 54, Nº 324, 1999 , pags. 671-692. © 2001-2011 Universidad de La Rioja · Todos los derechos reservados. XHTML 1.0;... more
... | Ayuda. Goffredo parise tra Darwin e Montale. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 54, Nº 324, 1999 , pags. 671-692. © 2001-2011 Universidad de La Rioja · Todos los derechos reservados. XHTML 1.0; UTF‑8.
Cet article analyse les tous premiers ecrits de Primo Levi. Entre les derniers jours de l’annee 1945 et les premieres semaines de 1946 Levi a ecrit une douzaine de poemes que lui meme, trente ans plus tard, dans le recit « Cromo » dans Le... more
Cet article analyse les tous premiers ecrits de Primo Levi. Entre les derniers jours de l’annee 1945 et les premieres semaines de 1946 Levi a ecrit une douzaine de poemes que lui meme, trente ans plus tard, dans le recit « Cromo » dans Le systeme periodique, aurait defini comme « concises et ensanglantees ». Ces vers, nes avant Si c’est un homme, revelent une voix bien differente par rapport a sa grande œuvre premiere.
Lo stile letterario e di pensiero grazie al quale Primo Levi seppe trasformare l’esperienza concreta di Auschwitz in un’opera letteraria tra le maggiori del Novecento fu un risultato del doppio ruolo che egli ricopri in quell’evento: Levi... more
Lo stile letterario e di pensiero grazie al quale Primo Levi seppe trasformare l’esperienza concreta di Auschwitz in un’opera letteraria tra le maggiori del Novecento fu un risultato del doppio ruolo che egli ricopri in quell’evento: Levi fu simultaneamente vittima e testimone, persona che pati l’annientamento e indagatore spregiudicato dell’annientamento. Da entrambe le posizioni, la sua opera sollecita un intervento morale del lettore. Questo articolo analizza, a partire dalle cinque parole che compongono il titolo Se questo e un uomo, percorsi e paradossi della scrittura e della ricezione di Levi.
In this issue, the section Open Field hosts a discussion focused on a short essay by Cynthia Ozick, Who Owns Anne Frank? The essay, published in 1997, was translated into Italian in 2019. The contributions start from Ozick's text to... more
In this issue, the section Open Field hosts a discussion focused on a short essay by Cynthia Ozick, Who Owns Anne Frank? The essay, published in 1997, was translated into Italian in 2019. The contributions start from Ozick's text to reflect on the genesis of Anne Frank’s book and on the presence of the Shoah in contemporary culture.
"Guglielmo Alberti – a Piedmontese antifascist intellectual of European importance, a friend among others of Gobetti, Gide, Curtius, Debenedetti, Pavese, Berenson, Cecchi, a literary critic and translator – and Gianfranco... more
"Guglielmo Alberti – a Piedmontese antifascist intellectual of European importance, a friend among others of Gobetti, Gide, Curtius, Debenedetti, Pavese, Berenson, Cecchi, a literary critic and translator – and Gianfranco Contini met in Friburgo (Switzerland) in the Autumn 1943. Alberti had got in Friburgo, where Contini was a Professor of Romance philology, as a refugee after the Nazi invasion of Northern Italy. Their friendship is testified by an exchange of letters lasting from 1944 to 1959 and counting 75 items. The article examines the first year of this correspondence, from April 3, 1944 to April 25, 1945, documenting their shared anxieties about the civil war in Italy, their common work on Italian literature and their active engagement in antitotalitarian politics. The two main common efforts carried out by Alberti and Contini were the publication of an issue (edited by Contini in 1944) of the periodical « Lettres » dedicated to Italian literature, and (from February to June 1945) of « Cultura e Azione », a weekly literary supplement to the daily « Il Dovere », printed in Bellinzona. The fateful day of 25 April 1945 will bring both the Liberation of Italy from Nazi-fascism and the announcement of Alberti’s wedding, at which Contini will act as best man."
... Ritratto dell''editore da cucciolo. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 52, Nº 309, 1997 , págs. 303-316. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados... more
... Ritratto dell''editore da cucciolo. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 52, Nº 309, 1997 , págs. 303-316. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados Usuario. Contraseña. Entrar. Mi Dialnet. ...
"Guglielmo Alberti – a Piedmontese antifascist intellectual of European importance, a friend among others of Gobetti, Gide, Curtius, Debenedetti, Pavese, Berenson, Cecchi, a literary critic and translator – and Gianfranco... more
"Guglielmo Alberti – a Piedmontese antifascist intellectual of European importance, a friend among others of Gobetti, Gide, Curtius, Debenedetti, Pavese, Berenson, Cecchi, a literary critic and translator – and Gianfranco Contini met in Friburgo (Switzerland) in the Autumn 1943. Alberti had got in Friburgo, where Contini was a Professor of Romance philology, as a refugee after the Nazi invasion of Northern Italy. Their friendship is testified by an exchange of letters lasting from 1944 to 1959 and counting 75 items. The article examines the first year of this correspondence, from April 3, 1944 to April 25, 1945, documenting their shared anxieties about the civil war in Italy, their common work on Italian literature and their active engagement in antitotalitarian politics. The two main common efforts carried out by Alberti and Contini were the publication of an issue (edited by Contini in 1944) of the periodical « Lettres » dedicated to Italian literature, and (from February to June 1945) of « Cultura e Azione », a weekly literary supplement to the daily « Il Dovere », printed in Bellinzona. The fateful day of 25 April 1945 will bring both the Liberation of Italy from Nazi-fascism and the announcement of Alberti’s wedding, at which Contini will act as best man."
... Ritratto dell''editore da cucciolo. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 52, Nº 309, 1997 , págs. 303-316. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados... more
... Ritratto dell''editore da cucciolo. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 52, Nº 309, 1997 , págs. 303-316. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados Usuario. Contraseña. Entrar. Mi Dialnet. ...
... | Ayuda. Goffredo parise tra Darwin e Montale. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 54, Nº 324, 1999 , pags. 671-692. © 2001-2011 Universidad de La Rioja · Todos los derechos reservados. XHTML 1.0;... more
... | Ayuda. Goffredo parise tra Darwin e Montale. Autores: Domenico Scarpa; Localización: Belfagor, ISSN 0005-8351, Vol. 54, Nº 324, 1999 , pags. 671-692. © 2001-2011 Universidad de La Rioja · Todos los derechos reservados. XHTML 1.0; UTF‑8.